Matera – UICI ospite dell’Ordine Provinciale dei Medici Chirurghi e Odontoiatri

Autore: Giovanni Cancelliere

Sabato 26 febbraio si è tenuto un convegno presso l’Ospedale Madonna delle Grazie di Matera organizzato dall’Ordine Provinciale dei Medici materani che aveva come argomento le ultime scoperte inerenti alla medicina di radiologia e di bio immagine.

Il Presidente dell’Ordine provinciale Dr Francesco Dimona ha invitato il Presidente UICI Matera Giuseppe Lanzillo a partecipare al convegno dei Medici Radiologi con una finestra di intervento nel primo pomeriggio esponendo un piccolo vademecum come meglio approcciarsi in ambito sanitario ad un cieco o ad un ipovedente grave.

L’intervento del Presidente Lanzillo ha subito suscitato l’interesse della platea dei medici convenuti nel convegno: ha mostrato praticamente alcune modalità di approccio ad una persona cieca con la collaborazione dello stesso Dr Francesco DIMONA: ha informato la platea che spesso

  • i medici si rivolgono agli accompagnatori nell’esporre gli esiti di diagnosi e che tale comportamento sarebbe più appropriato riservato e riferito a disabilità cognitiva che a quella sensoriale;
  • i medici o il personale Sanitario non comprende che le indicazioni “di li”, “di la”, “qui”, “qua” per un non vedente non hanno molto significato;
  • ipovedenti e non vedenti funzionano diversamente in quanto i non vedenti sono più consci della condizione e non hanno difficoltà a dichiararla per mettere nelle migliori condizioni il suo interlocutore come sarebbe meglio comportarsi, l’ipovedente ha difficoltà a passare per disabile e tende ad essere un falso normodotato omettendo la propria condizione che, paradossalmente, potrebbe creare difficoltà operative proprio ai professionisti sanitari;
  • sarebbe opportuno che il personale sanitario fosse preventivamente il più possibile descrittivo dell’ambiente o delle procedure operative che saranno eseguite.

Queste piccole pillole di comportamento nelle pratiche di orientamento e mobilità hanno suscitato la curiosità dei medici che di fatto hanno espresso l’interesse a conoscere a fondo le modalità tecniche di approccio a favore dei disabili visivi.

L’intervento del Presidente Lanzillo è stato trasmesso Live sulla pagina Facebook della Sede Territoriale di Matera, ha ricevuto un riscontro positivo visto l’orario delle 14,15 della diretta di 64 contatti che si sono collegati in diretta e la visione degli highlights da parte di 395 contatti.

Nell’occasione è stato siglato dai due presidenti un protocollo di intesa che aiuterà ambedue le organizzazioni nel lavoro di conoscenza, approccio e condivisione nei modi differenti del funzionamento dell’essere umano con disabilità visiva: viene riportato di seguito:

Protocollo di intesa

tra

Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti (U.I.C.I.) ONLUS APS – sezione territoriale di Matera con sede in Matera alla Via Torquato Tasso n.5 – Codice Fiscale 80002140772 rappresentata dal Presidente sig. Lanzillo Giuseppe e Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Matera con sede a Matera alla via Roma n. 71 – Codice Fiscale 8000020770 rappresentata dal Presidente Dr. Francesco Dimona

Art. 1 (Premessa)

L’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti Onlus – APS è un’associazione che opera senza fini di lucro su tutto il territorio nazionale, sin dal 1920, per l’esclusivo perseguimento di finalità di solidarietà sociale.

  • è riconosciuta ente morale con R.D. 29 luglio 1923, n. 1789, organizzazione non lucrativa di utilità sociale con personalità giuridica di diritto privato per effetto del D.P.R. 23 dicembre 1978 n. 915
  • è iscritta nel Registro delle persone giuridiche ai sensi del DPR. 10 febbraio 2000, n. 361 e al registro nazionale delle associazioni di promozione sociale di cui alla legge 7 dicembre 2000, n. 283
  • è sottoposta alla vigilanza del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali ed esercita la funzione di rappresentanza e di tutela degli interessi morali e materiali delle persone ciechi e ipovedenti
  • opera come ente morale in diversi ambiti, dal socio-culturale all’innovazione tecnologica in applicazione alla prevenzione delle patologie oculari
  • in conformità al proprio Statuto e, in particolare all’art. 2 comma 2, “promuove e attua ogni iniziativa a favore delle persone cieche e ipovedenti anche con disabilità aggiuntive… In particolare: favorisce la piena attuazione dei diritti umani, civili e sociali delle persone cieche e ipovedenti, la loro equiparazione sociale e l’inclusione in ogni ambito della vita civile, promuovendo allo scopo specifici interventi a tutela della non discriminazione sulla base della disabilità……”
  • dispone sull’intero territorio nazionale di sedi accreditate tra cui la sezione territoriale UICI di Matera con sede in Via T. Tasso, 5 che risulta iscritta anche all’albo degli enti di Servizio Civile Universale
  • si avvale delle prestazioni di un Ente di Formazione (Istituto Nazionale di Ricerca, Formazione e Riabilitazione ONLUS APS (I.Ri.Fo.R), funzionale alla realizzazione dei suindicati scopi, che riconosce all’UICI il pieno titolo a rappresentarlo nella sottoscrizione del presente Protocollo
  • L’Ordine dei Medici di Matera è un Ente Pubblico non economico, sussidiario dello stato. L’Ordine realizza una duplice tutela:
  • quella dei cittadini, cui garantisce che gli esercenti la professione siano in possesso dei requisiti previsti dalla legge ed operino secondo le norme della deontologia;
  • quella dei medici nei confronti di comportamenti sleali da parte dei colleghi e favorendo il miglioramento della qualità della professione.

L’Ordine è un Ente:

  • necessario, poiché svolge attività amministrativa nell’ambito di una potestà conferita con legge;
  • locale, perché ha sfera di competenza provinciale;
  • obbligatorio, in quanto la mancata iscrizione si configura come esercizio abusivo della professione;
  • autonomo, perché autoregolamentato;
  • associativo, in quanto formato dall’insieme degli iscritti che provvedono con l’autofinanziamento alla completa copertura delle spese;
  • democratico, in quanto prevede la costituzione degli organi mediante libere elezioni cui partecipano tutti gli iscritti.

Con questo protocollo si intende perfezionare la comunicazione tra Sanitari e gli appartenenti all’UICI.

Art. 2 (Oggetto e finalità)

Con il presente Protocollo l’Ordine dei Medici della Provincia di Matera e l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti sezione territoriale di  Matera definiscono gli indirizzi e gli obiettivi comuni con riguardo alle azioni che consentano di migliorare le procedure di accoglienza e di accesso al percorso di cura delle persone con disabilità visiva presso le strutture ospedaliere e, più in generale, ai servizi sanitari anche mediante l’attivazione  di momenti/corsi di formazione per il personale medico, sanitario e socio – sanitario.

Art. 3 (Linee di attività)

Le linee di attività sulle quali le parti concordano di intervenire sono:

a) percorsi di accesso al Pronto Soccorso, ai reparti delle strutture ospedaliere e, più in generale, ai servizi sanitari favorendo le procedure di accoglienza e di accesso per le persone cieche ed ipovedenti;

b) informazione/formazione del personale medico, sanitario e socio–sanitario mirato a fornire adeguata conoscenza nell’ambito della disabilità visiva.

Art. 4 (Impegni delle Parti)

Per l’attuazione del presente protocollo di intesa, le Parti, congiuntamente e disgiuntamente si impegnano rispettivamente a:

a) l’Ordine dei Medici

–           ad accogliere e diffondere i percorsi informativi/formativi, finalizzati al riconoscimento di competenze da parte del personale sanitario e del personale medico volte a fornire adeguata conoscenza della disabilità visiva e dei comportamenti da adottare in presenza di persone cieche ed ipovedenti;

–           l’attuazione di modelli di umanizzazione del percorso del paziente all’interno delle strutture sanitarie, prevedendo tra questi l’istituzione di un apposito codice di accesso al Pronto Soccorso e ai reparti ospedalieri da associare al paziente affetto da disabilità visiva, ivi inclusa la facoltà per quest’ultimo di essere accompagnato da un proprio familiare o persona di fiducia o di ricevervi supporto, nel corso della degenza, per le necessità assistenziali non cliniche;

b) l’UICI (attraverso il proprio Ente di formazione I.Ri.Fo.R.):

–           a sottoporre all’Ordine dei medici le proposte di percorsi informativi/formativi finalizzati al riconoscimento di unità di competenza che, una volta assentiti, potranno essere attivati per il personale medico e sanitario del territorio;

–           a svolgere in collaborazione con l’Ordine dei medici la formazione dedicata al personale medico, sanitario e socio–sanitario, presente sul territorio.

La programmazione e lo svolgimento delle attività devono conformarsi alla normativa vigente in materia di emergenza epidemiologica da COVID-19, ivi incluse le disposizioni relative al possesso del green-pass, all’utilizzo dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie, di distanziamento interpersonale.

Art.5 (Prima applicazione)

In fase di prima applicazione del protocollo l’Ordine dei Medici si impegna a riservare nei seminari/convegni e percorsi formativi già in essere o da programmare e rivolti al personale medico e sanitario in genere uno specifico modulo per la trattazione della disabilità visiva e dei comportamenti da adottare in presenza di persone cieche ed ipovedenti.  Il modulo della durata variabile da 30 a 60/120 minuti a seconda della tipologia di attività e target e finalizzato ad orientare i partecipanti ad una maggiore consapevolezza sull’argomento.

L’UICI si impegna a definire ed erogare il format del modulo adattandolo alle specificità del gruppo da informare e formare con modalità in presenza o a distanza e con dinamiche formali e informali.

Art.6 (Comitato Tecnico)

Ai fini del monitoraggio e della verifica dell’efficacia del presente accordo, è istituito un Comitato Tecnico con le seguenti funzioni:

o          monitorare l’attuazione del presente protocollo;

o          sostenere l’attuazione delle azioni in esso individuate;

Del Comitato Tecnico fanno parte:

a)         per l’Ordine dei Medici di Matera: dr. Francesco Dimona e dr. Nicola Pizzi

b)        per l’U.I.C.I.: sig. Giuseppe Lanzillo e dr. Giovanni Cancelliere

I predetti componenti sono individuati da ciascun ente, in numero di due, nel rispetto del proprio ordinamento.

La partecipazione al Comitato Tecnico non dà titolo a compenso, gettoni, indennità o rimborsi di alcun tipo.

Il Comitato Tecnico si riunisce almeno due volte l’anno

Art. 7 (Durata)

La sottoscrizione del presente protocollo è presupposta per la realizzazione degli interventi in oggetto e la durata del medesimo è prevista in anni 2 con possibilità di rinnovo su istanza di ciascuna delle parti.

Ciascuna delle parti potrà recedere in qualunque momento dal presente protocollo, dandone comunicazione scritta (PEC o raccomandata AR) all’altra parte con un preavviso di almeno 90 giorni.

Art.8 (Riservatezza)

Tutti i dati, documenti o altri materiali che verranno scambiati tra le Parti in esecuzione del presente protocollo dovranno essere considerati come “informazioni riservate”, ove qualificati come tali dalla Parte che li comunica. Le Parti concordano di utilizzare tali informazioni riservate solo in relazione all’esecuzione del presente protocollo, salvo diverse pattuizioni, da formalizzarsi per iscritto.

Ciascuna delle Parti adotterà tutte le misure ragionevolmente necessarie per tutelare la riservatezza delle informazioni e della documentazione di cui essa disponga in virtù del presente protocollo.

Ciascuna parte, previa autorizzazione delle altre, si impegna, in occasione di presentazioni pubbliche dei risultati conseguiti o in caso di redazione e pubblicazione di documenti di qualsiasi tipo, a comunicare che quanto realizzato consegue alla collaborazione instaurata con il presente protocollo.

Art.9 (Trattamento dei dati)

Con la sottoscrizione del presente protocollo, le Parti si impegnano reciprocamente a trattare tutti i dati, documenti, informazioni o altri materiali, in qualunque modo riconducibili allo stesso, nel rispetto delle prescrizioni del decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196, per come modificato dal Decreto Legislativo 10 agosto 2018, n. 101, nonché successive modificazioni e integrazioni, e di quanto disposto dal Regolamento UE n. 679/2016 in materia di privacy.

Art.10 (Revisioni ed integrazioni)

Il presente protocollo potrà essere modificato, integrato o aggiornato esclusivamente in forma scritta con eventuali atti aggiuntivi o integrativi. Esso non verrà sostituito o superato dagli eventuali atti aggiuntivi o integrativi e sopravvivrà a questi ultimi, continuando con essi a regolare la materia tra le Parti.

Art. 11 (Disposizioni finali)

Il presente protocollo è sottoscritto in formato elettronico con firma digitale, non comporta oneri finanziari a carico dei contraenti e sarà registrato solo in caso d’uso, ai sensi del D.P.R. 26 aprile 1986, n. 131, a cura e spese della Parte che ne richiederà la registrazione. La validazione dello stesso è effettuata con la semplice apposizione delle firme digitali dei designati. Il presente atto è, inoltre, esente da imposta di bollo ai sensi dell’art. 16 Tab. all. B del D.P.R. 26 ottobre 1982, n. 642.

Matera, 26/02/2022

      Ordine dei Medici Chirurghi e                                         Unione Italiana dei Ciechi

degli Odontoiatri della Provincia di Materae degli Ipovedenti

Presidente                                                                                Presidente

Dr. Francesco Dimona                                                           Sig. Giuseppe Lanzillo

Le parti si augurano che la collaborazione aiuterà i Medici, Professionisti Sanitari, gli stessi stakeholder disabili visivi ad affrontare una qualsiasi attività sanitaria in piena empatia, producendo una riduzione dello stress nell’accogliere una persona con disabilità visiva e nel mettere nelle condizioni l’utente di affrontare una visita specialistica, un esame diagnostico nel modo più rilassato, creare cioè quel rapporto tra le due parti nella formula più orizzontale possibile dei rapporti interconnessi.

Giovanni Cancelliere

Pubblicato il 28/02/2022.

Ravenna – Un giorno la notte, film: Proiezione gratuita

Il film di Michele Aiello e Michele Cattani, vincitore del premio “Giuseppe Folchi” come miglior documentario del 2021, sarà proiettato mercoledì 9 marzo alle ore 21:00 a Ravenna presso il Cinema Jolly, Via R. Serra, 33 (Parrocchia San Rocco)

INGRESSO GRATUITO

Prosegue il Tour dedicato alla visione di “Un Giorno La Notte”, il film di Michele Aiello e Michele Cattani, vincitore del premio “Giuseppe Folchi” come miglior documentario del 2021, che l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti Consiglio Regionale dell’Emilia-Romagna propone gratuitamente presso alcune sale cinematografiche della regione e presso alcuni istituti scolastici.

Mercoledì 9 marzo alle ore 21:00 la sezione territoriale Uici di Ravenna in collaborazione con ZALAB e Arca di Noè e con il patrocinio e il contributo della Regione Emilia-Romagna, promuove e organizza la visione del Film documentario presso presso il Cinema Jolly, Via R. Serra, 33 (Parrocchia San Rocco), con ingresso gratuito. Al termine della visione seguirà un dibattito per approfondire la tematica della disabilità visiva con la partecipazione del regista, Michele Cattani, del co-protagonista Pasquale Di Flaviano e della presidente Uici di Ravenna, Antonietta Castaldini.

“Un Giorno La Notte” è un film biografico sulla vita del ventenne Sainey, arrivato in Italia con la speranza di trovare una soluzione per la Retinite Pigmentosa di cui soffre. Dopo aver scoperto che anche qui non esiste una cura, è deciso a imparare più cose possibili per prepararsi alla cecità. In questo viaggio verso l’oscurità, Sainey incontra un nuovo amico e scopre la passione per un nuovo sport, il baseball. Così decide di filmare la sua storia in prima persona e di mostrare al mondo che bisogna reagire anche contro le difficoltà più grandi, finendo con il coinvolgere lo spettatore in un turbinio di relazioni umane, moti d’animo e conquiste silenziose. A partire dalla quotidianità di Sainey e dal binomio auto-rappresentazione/rappresentazione, disabilità/normalità, impossibilità/possibilità, sogno/realtà, coloro che assistono alla visione hanno la speciale occasione di poter sperimentare la percezione degli stessi testimoni del film anche grazie alla scelta dei registi del formato 4:3. Inoltre, il film viene presentato nella versione audio-descritta a cura di Andrea Pennacchi per consentire a tutti i presenti, vedenti e non vedenti, di vivere un’esperienza inconsueta, peculiare e d’impatto.

Il tour cinematografico è iniziato in Emilia-Romagna lo scorso ottobre e proseguirà fino alla primavera.

In particolare nella data proposta a Ravenna l’iniziativa si colloca anche all’interno delle attività di comunicazione e sensibilizzazione sul tema della vista legato alla Settimana del Glaucoma. Infatti dal 6 al 12 marzo si celebra la “Settimana mondiale del glaucoma”, una patologia cronico-degenerativa che colpisce nel mondo milioni di persone e nei confronti della quale la prevenzione e la diagnosi precoce sono strumenti fondamentali per evitare di scoprirla quando ha già prodotto danni irreversibili alla visione.

Per informazioni: Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti
Sezione Territoriale di Ravenna Via Tombesi Dall’Ova, 4 – 48121 – Ravenna
Tel. 0544/33622 e-mail: uicra@uici.it

Pubblicato il 28/02/2022.

Reggio Emilia – Settimana mondiale del Glaucoma

Reggio Emilia aderisce alla campagna di prevenzione con screening gratuiti e informazione specifica.

Dal 6 al 12 marzo l’attenzione torna a focalizzarsi su una delle malattie degenerative che colpisce solo in Italia oltre un milione di persone ed è fra le prime cause di cecità nel mondo: il glaucoma. Come ogni anno, in Italia, l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti in collaborazione con la IAPB Italia Onlus (Sezione Italiana dell’Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecità) promuove e organizza una serie di iniziative a favore della sensibilizzazione e della prevenzione.

La Sezione Territoriale UICI di Reggio Emilia partecipa alla campagna informativa con l’intervista radiofonica ad un medico oculista sull’emittente Radio Musichiere Scandiano ed attraverso la distribuzione di opuscoli che il pubblico può trovare presso diversi esercizi commerciali e Farmacie Comunali Riunite del Comune di Reggio Emilia, Ottica Dalpasso e Ottica Spaggiari, Casa di Cura Villaverde, Centro Medico Gonzaga a Guastalla e studi oculistici del territorio; offre inoltre, a coloro che ne faranno richiesta, controlli gratuiti presso l’ambulatorio oculistico della sede in Corso Garibaldi n° 26 nelle giornate di lunedì 07 marzo, martedì 08 marzo, mercoledì 09 marzo e giovedì 10 marzo.

Per aderire allo screening gratuito è necessario prenotarsi al numero di telefono 0522-435656

Per maggiori informazioni si può visitare il sito www.uicre.it

“Il glaucoma è una patologia che può avere conseguenze molto gravi e invalidanti che si possono tuttavia prevenire, purché la malattia sia diagnosticata e curata tempestivamenteafferma Chiara Tirelli, Presidente della Sezione UICI di Reggio Emilia. – Anche quest’anno la nostra Sezione Territoriale UICI è in prima linea nell’attività di sensibilizzazione sul tema e si adopera, con il sostegno di professionisti competenti che mettono a disposizione il proprio tempo, per offrire a tanti cittadini un controllo oculistico gratuito. La campagna di screening comprende, infatti, una visita oculistica con misurazione della pressione oculare, esame non invasivo e assolutamente indolore, ma fondamentale nell’individuazione del glaucoma. È infatti possibile, anche solo attraverso un controllo periodico eseguito da un medico oculista, riconoscere, prevenire o curare tempestivamente eventuali malattie oculari potenzialmente responsabili di ipovisione, se non, in certi casi di cecità. Tutti coloro che desiderano cogliere l’occasione possono farlo, contattando i nostri uffici, perché un controllo può fare la differenza”.

Il glaucoma è una malattia degenerativa quasi sempre bilaterale che colpisce il nervo ottico; nella maggior parte dei casi è dovuto a un aumento della pressione interna dell’occhio che causa, nel tempo, danni permanenti alla vista accompagnati da riduzione del campo visivo (si restringe lo spazio che l’occhio riesce a percepire senza muovere la testa) e da alterazioni della papilla ottica (detta anche testa del nervo ottico).  Una semplice visita oculistica è sufficiente a diagnosticare un glaucoma in fase iniziale o ancora non grave. È necessario, pertanto, sottoporsi con regolarità a controlli oculistici, specialmente in presenza di fattori di rischio quali: età, famigliarità, miopia elevata e terapie protratte con farmaci cortisonici. 

Pubblicato il 25/02/2022.

Enna – Uici, il Braille e la dignità dei non vedenti

Si è svolta ieri nell’Università Kore di Enna, con importanti ospiti e la partecipazione di duecento studenti, la celebrazione siciliana della Giornata nazionale del Braille

“Che il buon Dio salvi questo mondo e fermi i cannoni”.

Nel saluto del rettore Gianni Puglisi, collegato da remoto, la crisi Ucraina è stata evocata ieri nel corso della Giornata siciliana del Braille, celebrata nell’Università Kore di Enna.

Per il secondo anno consecutivo, come ha ricordato Stefano Salmeri, non vedente e docente di Pedagogia generale e sociale dell’Ateneo.

Che, ha detto Puglisi, ha una “vocazione” per i corsi di Sostegno, tanto che c’erano duecento studenti del Corso di Laurea in Scienze della formazione primaria a seguire con interesse gli interventi su questo “alfabeto tattile, strumento di lettura e scrittura che ha aperto il mondo della Cultura ai non vedenti” come ha detto, in collegamento web, il presidente regionale dell’Unione italiana ciechi e ipovedenti, Gaetano Renzo Minincleri.

“Abbiamo imparato attraverso le mani – ha detto – grazie a questi sei puntini. Un metodo miracoloso se ci ha consentito di avere oggi tanti insegnanti, tanti studiosi tra i non vedenti”.

Sempre via web la vicepresidente nazionale Uici Linda Legname, ha ribadito che “Il Braille è un alfabeto, uno strumento che consente importanti processi d’inclusione e d’accrescimento culturale”.

Per parlare della “vocazione” della Kore è poi intervenuta, in presenza, Alessandra Lo Piccolo, docente di Didattica e Pedagogia speciale della Kore e coordinatrice del Corso di specializzazione per il Sostegno agli alunni con disabilità giunto ormai al settimo ciclo.

“L’Ateneo – ha detto – ha da sempre perseguito una collaborazione con il territorio all’interno di un percorso ampio che tiene conto sia dei deficit sensoriali ma anche di altre forme di disabilità”.

Scuola e Università poi, ha affermato Salmeri, che ha condotto l’incontro, “devono chiedere sempre il massimo per non mortificare gli studenti, uccidendone le potenzialità”.

È seguito l’intervento di Nicola Stilla, presidente del Club italiano del Braille e vicepresidente della Biblioteca nazionale Regina Margherita di Monza, che ha sottolineato come la Giornata nazionale sia fondamentale “per richiamare l’attenzione delle Istituzioni ma anche degli studenti che magari domani saranno docenti, sull’importanza di questo alfabeto che, dopo quasi duecento anni, rimane l’unico sistema di scrittura e lettura diretta a disposizione dei ciechi”.

“Le nuove tecnologie – ha confermato Santino Di Gregorio, presidente Uici di Enna – non possono sostituire il codice Braille, che, invece, si integra con periferiche tifloinformatiche come sintesi vocali, screen reader, display e stampanti braille, mettendoci in condizione di leggere in autonomia testi, elaborati, sussidi didattici e professionali”.

Il Braille, insomma, ha detto Salmeri, “non è un semplice sistema di lettoscrittura, perché ha consentito ai non vedenti di diventare cittadini del mondo con pari dignità”.

Ecco perché, come hanno sottolineato tutti gli intervenuti, a cominciare da Francesca Oliveri vicepresidente regionale dell’Uici, non vedenti e ipovedenti devono conoscerlo obbligatoriamente.

Foto panoramica della platea

Foto al tavolo degli oratori

Pubblicato il 25/02/2022.

Imperia – Incontro nella scuola per celebrare la Giornata nazionale del Braille!

In questo periodo di Carnevale nel quale, come recita il detto “ogni scherzo vale”, il 21 febbraio è un giorno molto serio ed importante per tutte le persone che hanno problemi alla vista poichè, grazie alla Legge 126 del 3 agosto 2007, è la giornata nazionale del Braille istituita appositamente per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza di questo codice di comunicazione.

Questa data è stata prescelta in quanto coincidente con la Giornata Mondiale della Difesa dell’Identità Linguistica promossa dall’Unesco.

L’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti Onlus-APS della sezione territoriale di Imperia, che posta sotto la vigilanza del Ministero dell’Interno esercita le funzioni di rappresentanza e di tutela degli interessi morali e materiali delle persone cieche e ipovedenti a essa riconosciute con le relative leggi, proprio in occasione di questa sostanziale ricorrenza negli scorsi anni aveva organizzato incontri nelle scuole della nostra Provincia per far conoscere questo fondamentale metodo di scrittura per i non vedenti, ma purtroppo a causa delle restrizioni governative per contrastare la diffusione della Sars-Cov-2 ultimamente non era stato possibile.

Quest’anno invece, grazie al rallentamento della pandemia, si è potuto organizzare un riuscitissimo incontro in presenza presso i locali dell’Istituto Fermi-Polo-Montale di Ventimiglia che per motivi organizzativi si è svolto ieri mattina 24 febbraio.

 La delegazione UICI imperiese, formata dal Presidente Fabrizio D’Alessandro, dal Vice-Presidente Cesare Longordo e dalla Consigliera Patrizia Fedrighi, ha incontrato nell’aula magna del complesso scolastico circa 40 studenti delle classi terze dell’indirizzo Socio Sanitario – Servizi alla persona, di cui circa la metà interessati anche al corso OSS appena iniziato.

 A grandi linee è stato esposto tutto il mondo delle persone con difficoltà visive e le relative problematiche, ma in particolare è stata l’occasione per informare i partecipanti dell’esistenza del geniale sistema inventato nell’Ottocento da Louis Braille e della rivoluzione culturale che esso ha portato nelle vite delle persone video lese. Infatti il 21 febbraio di ogni anno si celebra questa ricorrenza al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sull’importanza del sistema di Lettura e Scrittura utilizzato dalle persone con disabilità visiva di tutto il mondo e di quanti sono coinvolti direttamente o indirettamente nelle loro vicende”, anche perchè  il Braille è considerato come una parte essenziale della vita delle persone non vedenti e ipovedenti per i loro Diritti umani e per l’inclusione Sociale. In effetti, da quando esiste, la scrittura Braille ha permesso a centinaia di migliaia di persone con problematiche visive in tutto il mondo di studiare, di inserirsi nel tessuto sociale, di contribuire al progresso, alle arti, allo sviluppo di un pensiero critico. Altresì generazioni di lavoratori (fisioterapisti e centralinisti telefonici, ma anche insegnanti, avvocati, musicisti ed esperti in molti altri ambiti) hanno potuto formarsi e conseguire i titoli di studio necessari, usando questo codice e continuando a utilizzarlo nello svolgimento della loro professione.

Prima di questa invenzione, attualmente accettata a livello globale come sistema universale, l’Educazione e la Formazione delle persone non vedenti di tutto il mondo era pressoché inesistente. Fino a quel momento, infatti, i ciechi non avevano alcuna possibilità di leggere e scrivere in autonomia, serviva qualcuno che lo facesse per loro, conseguentemente non potevano accedere, se non per interposta persona, al patrimonio librario, né potevano ambire a quella preparazione culturale indispensabile per svolgere incarichi di responsabilità e interagire compiutamente con l’ambiente circostante.

Il Braille dunque è un sistema di Scrittura e Lettura in Rilievo che utilizza sei punti per rappresentare alfabeti, numeri, simboli, note musicali e i simboli matematici e scientifici. Tramite il Tatto la persona appositamente formata riesce a leggere ciò che è scritto sul foglio.

Con lo sviluppo e l’avanzare delle tecnologie, le persone affette da cecità adesso possono utilizzare il Braille anche mediante dispositivi elettromeccanici collegati a Computer e Smartphone.

Nonostante tutto, Il Braille è ancora oggi l’unico strumento di apprendimento diretto e autonomo per un disabile visivo, l’unico applicabile a qualsiasi disciplina del sapere, come ad esempio per la musica o le lingue straniere, come tale indispensabile per insegnare a chi non vede e dare loro istruzione, lavoro, cultura, cioè il diritto a essere cittadini tra i cittadini ed è per questo che va valorizzato e diffuso maggiormente tra gli insegnanti, le famiglie, il personale di assistenza e tutta la collettività. Infatti sarebbe basilare aumentare la diffusione di questo prezioso alfabeto, a partire dal potenziamento della formazione che dovrebbe riguardare l’intero corpo docente per una didattica sempre più efficace e inclusiva e da un’attività di sensibilizzazione culturale su questo argomento, ma c’è ancora molta strada da fare anche sotto il profilo dell’informazione agli utenti. Le scritte in Braille dovrebbero ad esempio essere apposte su un numero crescente di categorie merceologiche di prodotto, come è stato nel caso dei farmaci, delle pulsantiere degli ascensori più recenti e come capita ogni tanto sui detersivi, l’olio e il vino”.

Con l’avvento dell’informatica e con gli straordinari progressi nelle nuove tecnologie si tende a pensare che la scrittura in rilievo ormai sia superata, invece il mondo digitale è un’ulteriore occasione di rilancio per l’alfabeto tattile. Infatti i dispositivi Braille collegati con i PC o con gli smartphone permettono di accedere all’universo della rete come: siti di informazione, giornali, ma anche libri e contenuti su qualsiasi argomento diventano, letteralmente, a portata di mano.

La diffusione delle nuove tecnologie hanno anche fatto sì che si diffondesse l’errata convinzione che il Braille fosse divenuto obsoleto e ormai inutile perché può essere sostituito da software con sintesi vocali e audiolibri, strumenti estremamente importanti per un cieco o un ipovedente, ma assolutamente non in grado di eguagliare questo mezzo di lettura che garantisce totale privacy e discrezione.

In questi ultimi tempi infatti, vi è la tendenza ad insegnare sempre meno il Braille nelle scuole, forse per difficoltà degli insegnanti nell’apprenderlo o più probabilmente perché è meno faticoso ed immediato ricorrere all’utilizzo di una sintesi vocale. Il guaio è che se il Braille non lo si apprende nell’infanzia, quando i polpastrelli sono molto più sensibili al tatto, poi sarà sempre più difficile raggiungere una buona fluidità nella lettura! C’è il rischio, quindi, che molti bambini ciechi possano restare semi-analfabeti, ignari dell’esatta ortografia delle parole e di come è composta la pagina di un libro. Inoltre il solo dato sonoro, pur utilissimo, non è sufficiente alla conoscenza profonda della realtà. A partire dalla scuola primaria i bambini hanno bisogno di confrontarsi con il testo scritto per imparare la grammatica. Per apprendere una lingua straniera inoltre è fondamentale capire come sono scritte le parole e come è costruita la frase, ecco perché il Codice Braille ha un ruolo insostituibile nel percorso formativo.

Inoltre la lettura diretta ha anche una funzione mnemonica ossia ciò che si sta cercando di comprendere resterà più facilmente impresso nella propria memoria.

Proprio con lo scopo di promuovere iniziative per divulgare e far conoscere questo codice di scrittura, in Italia è stato fondato il Club Italiano del Braille che sostiene anche economicamente il museo dedicato a Louis Braille, situato nella sua città Natale, a Coupvray, in Francia.

Inoltre in Italia esiste un interessantissimo museo dedicato agli strumenti utilizzati per scrivere in Braille e alla sua storia. Si trova presso l’Istituto dei Ciechi di Milano dove si possono vedere strumenti, macchine speciali, libri stampati per i ciechi e materiali tiflodidattici, che testimoniano la trasformazione avvenuta nella scuola dell’Istituto, dall’uso della scrittura visiva in rilievo a quella in codice Braille e dove viene conservata anche una delle prime dattilobraille utilizzata dalla scrittrice sordocieca Hellen Keller per scrivere la storia della sua vita».

Qualche cenno storico su questo geniale inventore.

Il francese Louis Braille nacque, il 4 gennaio 1809, a Coupvray, località non lontana da Parigi. Il padre era un modesto artigiano che viveva fabbricando finimenti per cavalli. A 3 anni, giocando nel laboratorio paterno, il bimbo si ferì gravemente ad un occhio con una lesina e nonostante le premurose cure dei genitori, la conseguente infezione si estese rapidamente anche all’altro occhio, portandolo nel giro di un anno alla cecità assoluta.

A 10 anni, Louis fu accolto nell’Istituto Reale per i Giovani Ciechi di Parigi (INJA – Institut National des Jeunes Aveugles), fondato nel 1784 da Valentin Haüy. Lì manifestò molto presto le sue straordinarie qualità, suscitando lo stupore degli insegnanti, soprattutto per la capacità di concentrazione.

In quel momento si guardava con estrema attenzione all’invenzione di Charles Barbier de La Serre, ex ufficiale di artiglieria, che aveva ideato un sistema detto di “scrittura notturna”, costituito da punti in rilievo i quali, a suo dire, avrebbero consentito ai militari di leggere al buio, per non essere individuati dai nemici. Barbier pensò quindi di far testare la sua invenzione proprio agli allievi dell’Istituto per i Ciechi di Parigi.

Quel sistema, però, risultava piuttosto complesso e poco pratico, perché fondato su due colonne parallele di sei puntini ciascuna. E tuttavia, l’esperimento fu accolto con entusiasmo dai giovani allievi, alcuni dei quali – tra cui Braille – iniziarono una corrispondenza con Barbier utilizzando il suo laborioso metodo.

Rispetto ai numerosi tentativi precedenti per far leggere i ciechi, Barbier aveva introdotto una novità molto significativa per chi avrebbe dovuto leggere con le dita: aveva cioè sostituito i punti in rilievo al tratto continuo (ovviamente in rilievo), utilizzato da Valentin Haüy per stampare i primi volumi per i suoi alunni. A quel punto la speranza di poter trovare un modo per scrivere adatto ai ciechi e un’innata attitudine per la ricerca metodica condussero Braille, pur ancora adolescente, ad intuire il valore che avrebbe potuto assumere, per sé e per i suoi compagni, la disponibilità di un sistema di scrittura semplice e razionale.

Egli, dunque, riconobbe certamente il suo debito verso Barbier de La Serre, ma è esclusivamente a lui che va il merito di essere riuscito ad ottenere risultati definitivi, dopo alcuni anni di studio tenace e sistematico sulla posizione convenzionale di punti impressi su cartoncino. Era il 1825, Braille aveva 16 anni e il suo sistema poteva dirsi virtualmente compiuto.

Nel 1829 pubblicò l’opera Procedimento per scrivere le parole, la musica e il canto corale per mezzo di punti in rilievo ad uso dei ciechi ed ideato per loro, con la quale fece conoscere la scrittura da lui inventata, che è quella ancora oggi utilizzata dai ciechi di tutto il mondo (compresi i dialetti africani, la lingua araba e persino quella cinese).

Braille morì il 6 gennaio 1852 a soli 43 anni e riposa nel Pantheon di Parigi, dove la sua salma è stata spostata in occasione del centenario della sua morte ovvero nel 1952!

Pubblicato il 25/02/2022.

Concorsi pubblici: come funzionano e come partecipare

Nell’intento di sfruttare ogni occasione utile per favorire l’inserimento nel mondo del lavoro delle persone con disabilità visiva, è necessario percorrere, con coraggio e determinazione, tutte le strade possibili. Una di queste è rappresentata dalla partecipazione ai concorsi pubblici, sia quelli riservati agli iscritti nelle liste speciali, di cui alla L. 68 del 99, sia quelli aperti alla generalità degli interessati.

Indubbiamente, le criticità in questo ambito non mancano: immotivate esclusioni dai bandi di concorso al titolo della minorazione visiva, scarsa conoscenza della normativa riguardante le persone con disabilità, problemi di accessibilità al momento di affrontare la prova e via dicendo; tuttavia, rileviamo con soddisfazione tra i nostri associati che non mancano i ragazzi che sono riusciti a trovare una occupazione grazie al superamento di un concorso pubblico.

Molto spesso, quindi, non è la voglia di mettersi in gioco che manca, ma una visione d’insieme che permetta di capire cos’è un concorso pubblico e come è possibile vincerne uno. Prendendo le mosse da questa maggiore consapevolezza, siamo ad auspicare una più assidua presenza di candidati con disabilità visiva fra i partecipanti ai concorsi. 

Per approfondire questa importante tematica, il Gruppo di Lavoro 1, della Sede Nazionale, che si occupa del settore, ritiene opportuno organizzare un incontro on line aperto a tutti gli interessati.

L’incontro, coordinato dal nostro Mario Girardi, è fissato per:

giovedì 17 marzo ore 15.00.

Per partecipare è sufficiente cliccare sul seguente link di zoom

Argomento: Concorsi pubblici: come funzionano e come partecipare.

Ora: 17 mar 2022 03:00 PM Roma

Entra nella riunione in Zoom

https://zoom.us/j/99032989670

ID riunione: 990 3298 9670

Un tocco su dispositivo mobile

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ID riunione: 990 3298 9670

Trova il tuo numero locale: https://zoom.us/u/a7Xd4r4W1

A seguire, programma dettagliato della giornata.

Giovedì 17 marzo 2022

ore 15.00 Presentazione delle finalità dell’incontro.

Mario Girardi, componente della Direzione Nazionale e coordinatore GdL1.

ore 15.15 Saluto del Presidente Nazionale.

ore 15.30Come si accede e come si svolgono i concorsi pubblici”. Inquadramento generale e principale normativa per la partecipazione delle persone con disabilità ai concorsi pubblici”. Franco Lepore, componente GdL1.

ore 15.50Fasi di approccio alla partecipazione ai concorsi pubblici: dove reperire gli avvisi dei bandi relativi ai concorsi pubblici, come prepararsi ad affrontare le prove d’esame”.

Stefano Tortini e Valter Calò, componenti GdL1.

ore 16.20Svolgimento delle prove di esame, rapporti con la commissione esaminatrice, principali ausili utilizzabili nei concorsi pubblici, problematiche che si possono presentare nel corso delle prove e come affrontarle”.

Gabriele Colantonio, GdL1.

ore 16.40 Testimonianze a confronto. Spazio ad alcuni nostri associati che hanno trovato lavoro, superando un concorso pubblico.

ore 17.10 Dibattito.

ore 18.00 Conclusioni, Mario Girardi.

Pubblicato il 24/02/2022.

Piemonte – “Musica in evoluzione”

IRIFOR Piemonte conclude il ciclo di quattro incontri di socializzazione venerdì 25 febbraio 2022 dalle ore 17.30 alle 19.30 con l’appuntamento “Musica in evoluzione” in cui avremo ospite live da New York l’artista non vedente Noé Socha, chitarrista blues ed armonicista. Nel corso dell’incontro sarà data inoltre dimostrazione delle più diffuse piattaforme per l’ascolto di musica e podcast in streaming.

Info e iscrizioni:

https://www.uicpiemonte.it/incontri-online-di-socializzazione-musica-in-evoluzione

Pubblicato il 24/02/2022.

Catanzaro – I ragazzi a contatto con il Braille

Un incontro arricchente, di quelli che davvero segnano il passo nell’educazione delle giovani generazioni, ha visto protagonisti gli studenti della scuola secondaria di primo grado dell’Istituto Casalinuovo ed i membri della sezione catanzarese dell’Unione Italiana Ciechi; l’occasione è stata data dall’imminenza delle celebrazioni per la giornata nazionale del Braille fissata al 21 febbraio 2022. L’istituto Casalinuovo diretto da Maria Riccio è da tempo avvezzo ad iniziative analoghe tanto che l’anno passato gli alunni che lo frequentano hanno ricevuto il primo premio nel concorso promosso da UICI “Sfioro con le dita ed ogni cosa prende vita”. Una grande occasione, quella pensata, organizzata e resa possibile grazie alla sinergia operata dalla dirigenza dell’Istituto del quartiere marinaro e dai vertici catanzaresi di UICI guidati da Luciana Loprete, i ragazzi coinvolti, frequentanti le classi seconde e terze, hanno avuto la fortuna di compiere un percorso formativo utile a far prendere loro coscienza della cecità, delle sue implicazioni e dell’importanza del sistema di lettura per non vedenti realizzato dal francese Louis Braille nel XIX secolo. Sostenuti dalle docenti Anna Juli, Giovanna Costantino, Emanuela Foceri, Paola Scalzo, Antonella Brancatisano, Mariateresa Varano, Ilenia Giampà, gli alunni della secondaria di primo grado della Casalinuovo hanno accolto i membri del sodalizio che tanto fa a beneficio dei non vedenti del territorio provinciale con l’esecuzione di canti e poesie. Di contro, hanno ricevuto in dono l’opportunità di “toccare con mano” il sistema di scrittura e lettura Braille, l’alfabeto n rilievo che grazie al suo inventore, cieco egli stesso, ha ridato speranza e possibilità di integrazione ed interazione con i propri simili a quanti vivono la drammatica condizione di cecità. Un momento di grande pathos per tutti, per i ragazzi, entusiasti di potersi confrontare con questo metodo di lettura e scrittura cosi diverso da quello che adoperano comunemente, per i rappresentanti dell’Unione nazionale ciechi, felici di poter, anche attraverso una mostra itinerante di ausili tiflodidattici, erudire e sensibilizzare le giovani generazioni rispetto alla condizione della cecità, e per Maria Riccio, dirigente scolastica di uno tra gli istituti più inclusivi ed integranti del territorio. Estremamente soddisfatta anche Silvana Voci, referente BES della Casalinuovo, promotrice dell’iniziativa. “L’IC di cui facciamo parte- ha dichiarato- sede di CTS e Scuola Polo per l’inclusione, da sempre è impegnata sul territorio al fine di garantire, attraverso formazione ed acquisto di ausili e sussidi, il successo formativo a tutti ed a ciascuno oltre che la piena partecipazione alla vita scolastica. Per tutti noi è stato estremamente emozionante cogliere l’entusiasmo dei nostri ragazzi di fronte al sistema di lettura e scrittura Braille. Un grande risultato perchè l’allenamento tecnico- didattico ha concretamente permesso loro di empatizzare con chi vive la cecità”.

Pubblicato il 24/02/2022.

Cagliari – Notiziario n. 8 del 23 febbraio 2022

Lunedì 7 marzo 2022  dalle ore 17,00 alle ore 19,00, presso la nostra sede Uici di Cagliari,  Marta Proietti Orzella e Francesco Civile, avvieranno  un nuovo Laboratorio Teatrale avanzato di 30 ore complessive  a favore del medesimo gruppo che ha frequentato il primo Laboratorio di base per cui la  partecipazione è prevista  a titolo gratuito. Invitiamo  tutte e tutti  a volersi iscrivere entro e non oltre la data di avvio. In allegato i moduli di iscrizione e la privacy

Martedì 8 marzo 2022 dalle ore 16,00 alle ore 17,30, presso la nostra sede Uici di Cagliari, Sara Pisu avvierà il Laboratorio  artistico-espressivo destinato a persone cieche e ipovedenti. L’attività prevede lo svolgimento di  20 lezioni da un’ora e mezzo  ciascuna e sarà rivolta ad un gruppo composto da 10/12 persone di qualunque fascia d’età. La partecipazione è prevista a titolo gratuito. Tutte le socie e i soci  interessati sono inviati ad iscriversi   entro e non oltre l’8 marzo 2022. In allegato i moduli di iscrizione e la privacy

Giovedì 3 marzo 2022 alle  ore 16,30,  la socia scrittrice, Roberta Gatto, presenterà il corso di  Editing e scrittura creativa. L’iniziativa, con finalità trasversali, si articolerà  in 20 lezioni da 2 ore ciascuna, per complessive 40 ore, a favore di un gruppo di socie e soci composto  da un minimo di 3 ad un massimo di 8 persone. Ciascun partecipante dovrà disporre di un PC con sintesi vocale e accesso alla rete wi-fi e possedere un’ottima conoscenza della lingua italiana. Il corso si svolgerà  presso la sede Uici. La partecipazione non prevede alcun costo di iscrizione.

Lunedì 28 febbraio 2022 alle ore 16,00 è stata programmata una riunione del Consiglio direttivo della  Sezione Territoriale Uici di Cagliari  presso la Sede di Via del Platano, 27 a Cagliari,   per discutere e deliberare sui seguenti  punti all’ordine del giorno:

1)      Approvazione verbale consiliare seduta precedente;

2)      Ratifica  delibere della Presidente;

3)      Anagrafica Soci;

4)      Comunicazione della Presidente;

5)      Predisposizione Bilancio consuntivo 2021 e relativi documenti previsti dalle disposizioni regolamentari vigenti di cui all’art. 8 del Regolamento amministrativo contabile;

6)      Organizzazione Giornata Ludica inclusiva – 5 marzo 2022

7)      Varie ed eventuali.  

Per le socie e i soci  che desiderassero partecipare a distanza, indichiamo le credenziali per il collegamento su Zoom:

https://us02web.zoom.us/j/84757109389?pwd=ZGFYQkI5dlpHMk9JZHRPdkx3MzJqdz09

ID riunione:  847 5710 9389

Passcode: 230621

Siamo a completa disposizione per qualsiasi chiarimento o ulteriore informazione.

Sezione Territoriale di Cagliari

Via del Platano, 27 – 09131Cagliari

tel. 070 523422 notiziario telefonico 070 513575

e-mail:uicca@uiciechi.it uicica@pec.it

ALLEGATI:

All. 1 – modulo iscrizione LAB TEATRALE

All. 1 – modulo iscrizione PERCORSO ARTISTICO

ALL 2 – PRIVACY TEATRO

ALL 2 – PRIVACY – PERCORSO ARTISTICO

Pubblicato il 24/02/2022.

Il braille, una luce nell’universo… Un racconto di esistenze

Autore: Pierfrancesco Greco

XV Giornata Nazionale del Braille

Grandi contenuti ed emozioni nel simposio, inerente al sistema di letto-scrittura che da due secoli regala ai non vedenti di tutto il mondo l’opportunità di studiare, lavorare, essere parte attiva della società, organizzato dai Consigli regionali UICI di Puglia e Calabria e tenutosi martedì scorso. “Un importante momento di condivisione valoriale”, hanno dichiarato i promotori.

Dare spazio, respiro, forza alla sensibilizzazione universale sui temi dell’accesso al sapere, alla conoscenza dell’immanente, alla comprensione e alla costruzione di ciò che si vuole essere, andando oltre ogni ostacolo, confutando ogni preclusione, abbattendo ogni vallo: temi, questi, afferenti in maniera diretta alla sfera del braille, di cui lo scorso 21 febbraio s’è celebrata la XV Giornata Nazionale, nell’ambito della quale, la mattina di giorno 22, s’è svolto un simposio, dal tema “Il braille: una storia di punti … Libertà e riscatto umano raccontati dal Mezzogiorno”, promosso e organizzato dai Consigli Regionali dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti. “Un importante momento di condivisione valoriale tra due territori, tra due sezioni regionali della nostra grande famiglia associativa, le quali, attraverso questa sorta di gemellaggio, intendono offrire un esempio di collaborazione sui temi, sui principi e sulle azioni concrete che, ci auguriamo, sia prodromo di un’innovativa modalità operativa basata sul confronto delle proposte, sullo scambio delle idee, sulla sintesi da trovare nelle misure, nelle azioni, negli interventi a favore dei nostri associati e di tutti i non vedenti e pluriminorati”, hanno evidenziato le promotrici e i promotori dell’evento, a cui hanno dato forte impulso la dottoressa Annamaria Palummo, Consigliere Nazione dell’UICI, e la professoressa Chiara Calisi, Consigliere Nazionale UICI e componente dei gruppi di lavoro e istruzione; un evento orientato a porre all’attenzione del senso comune la centralità, l’intangibilità, la sacralità dell’umana aspirazione a essere parte attiva, pensante, cosciente della propria individualità, delle proprie capacità, delle proprie peculiarità contestualmente alle assise della società contemporanea, in una prospettiva solidaristica e universale, ove la persona realizza se stessa in un consesso comunitario, ove la valorizzazione della summenzionata individualità non si traduce nell’apologia dell’individualismo, che genera isolamento, bensì nella maturazione di una coscienza collettiva cementata dalla comune condizione d’umanità, intesa sia come insieme di donne e uomini che vivono e amano nello stesso punto dell’universo sia come sentimento che dovrebbe indurre ognuno a trovare nell’altrui felicità la strada della propria crescita e della propria felicità. Strada che ha nel braille una delle corsie preferenziali e su cui il convegno ha acceso il faro dell’attenzione, dell’interesse attraverso la partecipazione, da remoto, di dirigenti e rappresentanti associativi, esperti e studenti: pensieri, riflessioni, voci le quali hanno trovato compendio in un segmento temporale che è stato possibile seguire sulle pagine facebook di UICI Calabria e UICI Puglia e che ha pienamente assunto quei crismi di richiamo universalista di cui si è scritto pocanzi, in linea, del resto, col messaggio insito nella Giornata Nazionale del Braille, o meglio, nella data che gli estensori della legge n. 126 del 3 agosto 2007, con cui si è istituita la ricorrenza, hanno designato per la celebrazione annuale, il 21 febbraio, ovvero simultaneamente con la Giornata internazionale della Lingua Madre, decretata nel 1999 dall’Unesco per promuovere e salvaguardare l’identità e, nel contempo, la diversità linguistica e culturale. Una coincidenza non casuale e decisamente significativa che pone nella giusta luce la sconfinata portata del braille nella storia della nostra della nostra realtà sensibile: pur non essendo propriamente né un linguaggio né, tanto meno, una lingua, il braille apre le porte alla comprensione, alla lettura alla scrittura alla diffusione di ogni lingua, delle scienze, delle espressioni artistiche e culturali, e permette, letteralmente, di toccare le parole; e poi, alla stregua dei linguaggi e delle lingue, è una stella che viene incontro alla caratteristica precipuamente connotante il genere umano, ovvero la socialità; senza la condivisione delle lingue l’uomo, l’animale sociale per eccellenza, risulterebbe snaturato nella propria essenza, privato del proprio senso, del proprio tempo, dei propri spazi. Allo stesso modo, senza il braille la vita di chi non ha la possibilità di apprezzare con gli occhi l’alba del nuovo giorno risulterebbe defalcata,  chiusa all’interlocuzione, al sapere, al mondo. Quel mondo che il braille porta nelle mani e nella vita, nei giorni e nelle sensazioni, negli impegni e nei sogni di chi tocca i salvifici puntini e di chi li incide. Tocco e incisione che, per i non vedenti, equivalgono alla lettura e alla scrittura, proprie di chi riesce a catturare la luce del mondo con i propri occhi: ecco, il braille, questo alfabeto, questo codice, questo sistema è “la luce di chi non vede”, come spiegato esaustivamente in un filmato realizzato dall’Istituto dei ciechi di Milano, in cui il professore Rodolfo Masto, Presidente della Federazione Nazionale Pro Ciechi, il professore Giancarlo Abba, Docente tiflopedagogista, la professoressa Paola Bonomi, Docente tiflologa e il professor Franco Lisi, Direttore scientifico del summenzionato Istituto, hanno focalizzato l’attenzione,  tra i tanti tratti caratteristici del Braille, su quello che, senza ombra di dubbio, è il principale: la capacità di unire l’astratto al concreto, come fa la musica, che, infatti ha anch’essa carattere universale. E il Braille è veramente qualcosa di universale, come evidenziato nel corso dei lavori anche dal dottor Antonio Giampietro, moderatore del seminario, dalla dottoressa  Palummo, dalla professoressa Calisi, dal dottore Paolo Lacorte, dal dottor Nicola Stilla e dal professor Giuseppe Lapietra: un codice che, con i suoi 6 puntini, con le 64 combinazioni che essi riescono a formare è internazionalmente adoperato come sistema di letto scrittura per rappresentare le lettere dell’alfabeto, i numeri, la punteggiatura, i simboli matematici, le note e gli altri segni musicali. Ecco, incontriamo di nuovo la musica, la quale, proprio come il braille “riempie la vita”, ha osservato Annamaria Palummo, “non conosce confini – ha aggiunto Paolo Lacorte, Presidente dell’UICI Puglia – e può essere appreso da tutti, a prescindere da differenze linguistiche e culturali”. “Un codice che per i non vedenti è semplicissimo da leggere e scrivere – ha affermato Nicola Stilla, Presidente del Club del braille –  ma a cui, in ogni caso, possono accostarsi anche i vedenti, per i quali, pur nell’impossibilità di leggere attraverso il solo tocco dei puntini, è comunque stimolante addentrasi in una dimensione suggestiva, in seno alla quale importante non è imparare le combinazioni a memoria, quanto, piuttosto, entrare nei meccanismi della regolarità di un sistema logico”. Meccanismi “che si integrano perfettamente – ha affermato Rodolfo Masto – con le risorse informatiche, le quali non devono essere viste come fattori che superano il braille, ma che, al contrario, ne esaltano le meravigliose potenzialità, che, inizialmente,  furono avversate, anche nelle scuole: nei primi anni, ovvero in quelli successivi alla sua ideazione, il braille era visto come qualcosa di segreto”, anche sovversivo, e, in effetti, era ed è vero, vista la rivoluzione che esso ha innescato, in senso di liberazione dei ciechi dal giogo della non conoscenza. Una rivoluzione che in Italia “è arrivata nel 1863, a Milano, attraverso una corrispondenza da Marsiglia; e da allora – ha proseguito Masto – gli istituti sono diventati la culla di questo sistema di lettoscrittura, oggi tanto importante per i Bambini, per noi tutti e che, nel capoluogo lombardo, ha prestigioso presidio nel  Museo del braille”, ove si preserva, si alimenta e da cui si diffonde il faro che questo codice ha accesso nella storia; un faro che non è soggetto alla consunzione del tempo e che nel tempo risulta sempre nuovo, adattabile alle novità.  Al riguardo, alquanto interessanti si sono rivelate le considerazioni proposte dal professor Giuseppe Lapietra, componente della Direzione Nazionale UICI, già Direttore dei Corsi di formazione e di aggiornamento organizzati dall’IRIFOR nazionale: “considerazioni prescindenti da specifici e analitici riferimenti, per così dire, al glorioso Braille tradizionale cartaceo, ancor oggi fondamentale nell’educazione ed istruzione dei ciechi. Una perplessità sempre più pressante ci lascia attoniti allorché ,spesso esplicitamente, molte volte come scontato sottinteso, si diffondono vere e proprie corbellerie tese a sentenziare il definitivo superamento del nostro sistema di riscatto culturale, in ragione dell’affermarsi dell’informatica applicata alla didattica. Ripetere innumerevoli volte una stupidaggine, con ogni evidenza, non la rende magicamente pregevole, per cui certe sgraziate sirene non ci hanno mai blandito. Le vivaci, creative e robuste iniziative, che anche quest’anno si sono svolte ovunque nel nostro Paese, hanno contribuito a mettere ordine nei pensieri e a discernere il vero dal falso. Abbiamo fatto uso intensivo delle piattaforme comunicative digitali e così raggiunto un numero enorme di nostri concittadini con le nostre irrefutabili argomentazioni e convinzioni basate sull’esperienza e la conoscenza. Penso che ciò costituisca il risultato più significativo dei nostri sforzi. Che si tratti di una vera e propria battaglia culturale non ancora definitivamente vinta l’avvertiamo in tanti e, a maggior ragione, occorrerà contrastare i luoghi comuni con approfonditi studi innovativi e nuove metodologie che diano maggiore solidità agli interventi scolastici specifici rivolti ai non vedenti e agli ipovedenti. Ho scritto questi appunti di riflessione utilizzando il sistema Braille touch screen ormai implementato su smartphone e, pur affascinato dagli enormi progressi di cui siamo attivi testimoni, non è mai superfluo ribadire che la tecnica e le tecnologie che pur hanno un valore intrinseco, non possono nulla senza l’educazione; non possono dare alcun contributo all’affermazione, alla crescita e all’istruzione dei non vedenti, se non sorrette da precisi impegni educativi ben concepiti, ben congegnati ed indirizzati. Sapere che esistono innumerevoli materiali ed ausili didattici specifici, averli visti e considerare bastevole ciò e, tuttavia, non sapersene servire utilmente, nell’attività quotidiana di insegnamento, costituisce un problema di non poco conto, che scaturisce dalla formazione approssimativa e generica del personale docente preposto. Al riguardo, quasi irrilevante risulta la distinzione tra insegnanti legalmente in possesso di titolo di specializzazione e insegnanti che ne siano sprovvisti, con riferimento alle competenze per gli alunni con minorazione visiva. Naturalmente, gli sviluppi delle tecnologie informatiche hanno aggiunto ulteriori inadeguatezze alla loro preparazione: non è affatto raro assistere ad un capovolgimento di ruoli tra docente e discente non vedente. Francamente, si resta interdetti nel constatare che, ai nostri giorni, proprio quando si è ormai sbriciolato il muro di incomunicabilità tra sistema Braille di lettoscrittura e modalità visiva, proprio oggi che il Braille informatico, in strutturale continuità con il Braille ottocentesco, è pienamente osmotico e sinergico rispetto ai sistemi informatici, in quanto basato su una logica binaria, proprio oggi che abbiamo acquisito la tensione e il dovere di rispettare i piccoli non vedenti nel loro sacrosanto diritto di persone necessitanti di un rigoroso riconoscimento dell’importanza decisiva di far loro acquisire una mentalità Braille, si rischia di smarrire tale via con surrogati vacui e facilistici puramente uditivi. Si ha quasi l’impressione che si voglia una rivincita sul tatto, come se fosse troppo disturbante, inadatto, innaturale per l’atavica assimilazione del conoscere con tutto ciò che è visivo. Eppure, sovente, spirito letterario e cultura scientifica hanno posto l’accento supremo sul profondo valore degli occhi della mente, a prescindere dal visivo sensibile. Gli esperimenti mentali di galileiana memoria, per l’appunto fatti con gli occhi interiori, ne sono un’altissima attestazione nel campo della metodologia scientifica. Ma come è spiegabile tanta difficoltà nel far accettare il nostro Braille come conquista storico-culturale? Qui non si tratta del rifiuto delle acquisizioni sancite dal diritto internazionale e recepite nelle norme nazionali; in gioco è il diritto naturale di una minoranza umana priva della vista di leggere e scrivere con i magici puntini tattili, invece che con grafie analogico/visive. Ma non è forse il tatto uno dei nostri sensi? Che cosa c’è di innaturale nel nostro modo di leggere? Certo, il Braille parla fortemente al tatto, non alla vista. Proprio in ciò sta la rivoluzione copernicana di Louis Braille: se consideriamo tutti i tentativi settecenteschi e ottocenteschi di dare soluzione al problema di far leggere e scrivere i ciechi, possiamo dire che avevano il loro limite invalicabile nel pensare necessari ai ciechi semplicemente adattamenti più o meno appropriati della scrittura visiva. Louis Braille indossa una lente innovativa e, per l’appunto, con gli occhi della mente si aggrappa all’ancora solidissima della logica matematica binaria. Che la conoscesse o meno ha poca importanza. Non ci risultano specifici studi delle opere di Nepero, né sembrerebbe aver avuto contatto col filosofo e geniale matematico tedesco Gottfried Wilhelm von Leibniz, che studiò per primo tale sistema di numerazione e ne fu il suo formidabile inventore. Per lungo tempo su questi studi prevalse l’oblio. Si ricordi, però, che da tali accquisizioni si affacceranno all’orizzonte le grandi scuole di logica matematica del novecento, con la nascita del calcolatore elettronico. Ora, ed è ciò che ci interessa, noi comunque possiamo constatare che Louis Braille nel primo trentennio del XIX secolo se n’è servito magistralmente, aderendo tra l’altro operativamente a una essenzialità “economica” nell’evitare qualsiasi inutile spreco funzionale di motricità, dato che il tatto è una sorta di vista ridotta a zero. A tal guisa, ci tornano sempre alla mente le parole di Pierre Villey che, nel 1909, a un secolo dalla nascita di Louis Braille, affermò che “il braille è la rivolta del tatto contro il dominio prepotente dell’occhio”. In realtà, questa dirompente espressione sancisce l’irrinunciabile affermazione di un diritto civile da conquistare, pur nell’alterità del nostro sistema rispetto alla consuetudine. Ma, come si suol dire, il cuore forte si vede alla distanza, dato che la forma delle cose è nella durata, direbbe Bergson. In effetti, qual è stato il miracolo che Louis Braille ci ha donato a distanza di poco meno di due secoli? Presto detto: è stato sufficiente aggiungere 2 puntini, per trasformare le 2 colonnine parallele di 3 puntini in colonne di 4 puntini e l’anello conoscitivo si è perfettamente chiuso. Ecco, braille e informatica sono sposi felici e anche litigarelli, naturalmente. Però sanno svolazzare stretti stretti nei medesimi byte anche sulle nuvole delle memorie. Poi, con una formidabile cura dimagrante il braille ha finito per avere lo stesso peso, diciamo così, del simbolo visivo. Ma oggi, siccome i vedenti si sono messi a imitare i servizi storici dei ciechi e s’ingozzano di audiolibri, ci vogliono nuovamente convincere che il nostro leggere, il nostro braille, anche quello informatico, quello labile, è una inutile fatica da accantonare. Silenzio, per favore, richiederebbe Marcel Proust ne Il Tempo Ritrovato: ogni lettore, quando legge, legge se stesso; l’opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico che egli offre al lettore per permettergli di discernere quello che senza libro non avrebbe forse visto in se stesso. E allora: fateci leggere, fate leggere – ha chiosato Lapietra, al termine di un intervento copioso di riferimenti metaforici che hanno stillato una passione non disgiunta da una marcata efficacia comunicativa – chi desidera raccogliersi e far riposare l’udito per afferrare le idee con il nostro tatto e non farle fuggir via, perché leggere è altro dal sentir leggere”. Insomma, il braille non ha affatto abdicato al suo ruolo apicale, ovvero quello di essere il miglior sistema per diffondere il sapere tra i non vedenti, per diventare protagonisti della cultura. “Un sistema d’incredibile attualità e adattabilità – ha osservato Pietro Testa, Pesidente dell’UICI Calabria – che s’integra perfettamente nelle dinamiche della rivoluzione digitale”, proseguendo il suo cammino lungo la strada tracciata dal suo inventore, che ha aperto gli orizzonti dei diritti ai non vedenti di tutto il mondo e di ogni tempo, permettendo alle bambine e bambini privi della vista di percorrere la strada della cultura, della conoscenza, dell’istruzione. Ecco la magia dei puntini, di questo codice comunicativo che non è confinato nell’ambito relazionale di chi vive il limite sensoriale ma che, in effetti, pur non essendo una lingua, unisce e mette in relazione tutto il mondo: una “non lingua” che parla tutte le lingue del mondo, con i suoi numeri, con la sua scienza, con la sua musica, con la sua arte, con la sua bellezza. Un codice che non è solo la via maestra verso il superaramento del buio e l’accesso al patrimonio culturale e scritto dell’umanità, architrave di ogni espressione di civiltà, ma che è capace di mettere in comunicazione emozioni, intuizioni, parole che, grazie a questo sistema – “elaborato nella prima metà dell’Ottocento dal genio animante Louis Braille, alfiere assieme ad Helen Keller, che accompagnò Braille nel suo ultimo viaggio verso il Pantheon di Parigi, e a tanti altri della forza, del coraggio, della determinazione con cui va affrontata la mancanza della vista”, ha evidenziato la vicepresidente nazionale dell’UICI Linda Legname – escono dal recinto del’Io, diventano fattore comune, diventano cultura: cultura del progresso, del confronto, del dialogo, cultura di pace anche, in un tempo agitato da ansie e inquietudini, ove la lenta uscita dalla fase pandemica è, in queste ore sferzata, da folate tempestose recanti la gelida prospettiva della guerra, di quell’assurdità che appare una piaga che non si rimargina; una piaga che, come tutte le sciagure della storia, è cagionata dall’ottusità, dalla chiusura, dalla mancanza di adeguati canali comunicativi, che lascia la scena della ribalta a chi è avverso a ogni eventualità di dialogo. In questo senso, la salvaguardia delle identità linguistiche appare in tutta la sua imprescindibile importanza: essa non marca visioni settarie, bensì apre i pensieri, le considerazioni individuali alle altrui visioni, agli altrui interessi, alle altrui prospettive, per trovare la convergenza su nuovi obiettivi, nuove scoperte, per conoscere nuovi volti, per donare e abbracciare nuovi sospiri, fondamentali sia per i destini del mondo e dell’evoluzione della Grande Storia, sia, per la dignità, la realizzazione e la serenità di ogni persona, delle tante piccole storie che vanno a comporre l’immenso mosaico del creato. E l’identità del braille è un sospiro che è pervaso dalla vocazione universalistica di cui si sta qui discorrendo e che nel convegno di ieri ha trovato espressione nelle riflessioni proposte dai partecipanti, i quali, collegati da varie aree del mezzogiorno hanno dato slancio a un confronto in cui l’eco delle irrisolte questioni riguardanti le criticità storicamente zavorranti le vicende del meridione italiano – concernenti un campo più largo di quello relativo alle disabilità, la cui complessità, in ogni caso, non risulta certo alleggerita dalle dinamiche in cui si dibatte il contesto socio-territoriale di riferimento – è stato accompagnato dal vitale soffio di speranza scaturito  dalle esperienze e dalla determinazione dei giovani che sono intervenuti: giovani studenti, i quali, collegati da diciassette istituti scolastici sparsi tra Puglia e Calabria – nello specifico hanno preso parte all’iniziativa la classe II della Scuola Primaria Don Milani, Plesso di Platania, presso Lamezia Terme, in provincia di Catanzaro, la classe III della Scuola Primaria di Carapelle, provincia di Foggia, la classe IV della Scuola Primaria Ampolo di Surbo, presso Lecce, la classe IV della Scuola Primaria Vespucci di Vibo Valentia, la classe V della Scuola Primaria Falcone di Copertino, presso Lecce, la classe I  della scuola secondaria di primo  grado, IC Manzoni, di San Pancrazio Salentino, presso Brindisi, la classe II della Scuola Secondaria di primo grado IC di Papanice, provincia di Crotone, la classe III  della Scuola Secondaria di primo grado IC Corrado Alvaro, di Melito di Porto Salvo, in provincia di Reggio Calabria, la classe III della Scuola Secondaria di primo grado Devitofrancesco G. XXIII, di Grumo Appula, in provincia di Bari, la classe I della Scuola Secondaria di secondo grado ITC Palma, di Corigliano-Rossano, in provincia di Cosenza, la classe II della Scuola Secondaria di secondo grado Istituto Alberghiero Perrone, di Castellaneta, in provincia di Taranto, la classe IV della Scuola Secondaria di secondo grado Liceo Artistico Preti Frangipane, a Reggio Calabria, la classe IV della Scuola Secondaria di secondo grado Istituto alberghiero Liside, a Taranto, la classe V della Scuola Secondaria di secondo grado Istituto De Nobili, a Catanzaro, la classe V della Scuola Secondaria di secondo grado Liceo Troya, di Andria, la classe V della Scuola Secondaria di secondo grado Liceo Tedone di Ruvo, presso Bari, le classi V, A e B, della Scuola Secondaria di secondo grado Istituto Morvillo Falcone, indirizzo Socio-Sanitario, di  San Vito dei Normanni, in provincia di Brindisi – , sono stati i veri protagonisti della mattinata e che con curiosità e spontaneità hanno offerto un rigoglioso esempio di matura sensibilità e una toccante testimonianza di effettiva integrazione, discorrendo, raccontando, ponendo, unitamente alle insegnati e agli insegnati che quotidianamente li seguono con amorevole cura – e i quali hanno degnamente rappresentato durante i lavori una categoria che è decisiva nella costruzione di un futuro mondato dalla morale solidaristica e inclusiva – quesiti circostanziati in merito all’ambito del braille e della disabilità visiva, permettendo agli autorevoli relatori di esplicitare efficacemente le loro considerazioni; considerazioni rispetto a cui le ragazze e i ragazzi, molti dei quali non vedenti, si sono relazionati con acribia, offrendo un emozionante affresco di didattica, di amicizia, di consapevolezza in merito ai postulati etici che devono regolare una società desiderosa di migliorare se stessa. “Siamo contenti che Alessia possa leggere come tutti noi … È bello condividere con lei questo fantastico metodo fatto di puntini”; “Emiliano, ha imparato a scrivere con il punteruolo e la tavoletta e anche con la dattilobraille, ottimizzando il proprio lavoro scolastico e iniziando a studiare la musica. Tutto ciò ha favorito l’instaurazione di un bellissimo rapporto d’empatia con i suoi compagni, i quali sono affascinati dai suoi doni innati, tra cui l’orecchio assoluto, che, certamente, gli sarà utile nel coltivare la sua passione per il pianoforte, con cui delizierà il nostro cuore, proprio come fa ora, con la sua presenza”; “ la nostra compagna Bianca, ci ha fatto da tutor alla scoperta dei sensi diversi dalla vista”; “Cristian, grazie al braille, è riuscito a integrarsi benissimo con il resto della classe e, ogni giorno, non ha alcuna difficoltà nell’affrontare il lavoro scolastico. Per noi insegnanti è motivo di grande soddisfazione constatare, giorno dopo giorno, i risultati che scaturiscono da questa bellissima sinergia determinatasi tra il bambino, noi e i suoi compagni, i quali grazie a lui stanno scoprendo questo sistema, questo metodo, questo codice che, anche per i vedenti, è un mondo affascinante, da conoscere e vivere insieme.  Sì, insieme, vedenti e non vedenti, rendendo fattuale quell’integrazione e quell’inclusione che a volte resta solo fattore verbale, convegnistico”; “Alessandro disegna le sue emozioni, descrivendole con i puntini”; “Daniele, è un appassionato della lingue e della musica, che vive con il braille insieme con noi”; “La classe, oltre a palesare interesse per il braille, ha voluto sperimentare la dimensione del buio, al fine comprendere le sensazioni di Saim, per vivere in comunità queste sensazioni, facendo sì che, seppure per poco tempo, siano state le sensazioni di tutti; sensazioni da ricordare e da vivere ancora, per sentirci più vicini, gli uni agli altri”: queste sono solo alcune delle testimonianze che hanno impreziosito la mattinata di ieri; queste le voci, questo il Mezzogiorno che ieri ha raccontato storie di libertà, di riscatto; un Mezzogiorno che ha trovato la via del riscatto, in questo caso, attraverso il braille, e anche attraverso la passione, l’applicazione, lo slancio empatico; un Mezzogiorno che potrebbe essere il volano di un riscatto complessivo della complessiva realtà socio-terrtoriale a cui si faceva prima cenno, in congruenza con la logica filantropica della crescita collettiva, che trova solido fondamento nel benessere di ogni individuo, senza che nessuno sia lasciato indietro. E il braille, “questo strumento di inclusione sociale, che apre opportunità per una vita viva, variegata, grondante cittadinanza attiva, la cui celebrazione oggi, con questo confronto tra le voci di Puglia e Calabria, tra le scuole di queste due Regioni, ci lascia un bel messaggio di cooperazione”, ha asseverato Rosa Barone, assessore al welfare  della Regione Puglia, messaggio “che  dovrebbe essere d’insegnamento per la politica su come fare squadra” ha aggiunto Vincenzo Di Gregorio, consigliere regionale pugliese, è nato proprio per questo, per non lasciare nessuno indietro: “questo sistema di letto scrittura – ha spiegato Giancarlo Abba – va considerato dal punto di vista pedagogico ed educativo, come elemento determinante nell’ambito scolastico, ove permette a chi non vede di apprendere e interagire analogamente agli altri e di risultare, quindi, decisivo nella crescita intellettuale”. Una considerazione, questa, a cui Abba ha accompagnato una riflessione: “spesso si sente dire «i bambini ciechi possono andare a scuola». Ecco, questo verbo, “possono”, non mi piace, perché i bambini non «possono» bensì devono andare a scuola, dove hanno il diritto di ricevere e accrescere nel miglior modo possibile il proprio bagaglio culturale e la propria personalità, lasciando libero sfogo all’intelligenza, all’intuito”, a quei fattori che ben si confanno alla natura del sistema braille, che “nasce da un’azione intelligente, da un’intuizione di un giovane che, partendo da un codice militare, ha costruito un codice, un alfabeto basato su una logica rigorosa”. Ovviamente, fondamentale è il ruolo degli insegnanti, “che devono essere in possesso di un’adeguata preparazione riguardo al braille, la cui conoscenza generalizzata, in particolare da parte di chi insegna,  fa sì che esso non diventi qualcosa di marginale ma che, al contrario, consolidi la sua posizione di centralità nella dimensione culturale; e poiché si sta nel mondo attraverso la dimensione culturale, il braille pone la bambina e il bambino cieco al centro del mondo”. Del resto, le bambine e i bambini ciechi hanno tutto per costruirsi un futuro di felicità e gratificazioni, personali e professionali: “C’è, infatti, un’abilità specifica, non un’abilità diversa; c’è l’abilità di decifrare i puntini, di scrivere col punteruolo, di digitare la dattilo braille, di adoperare gli strumenti informatici o digitali, tutte azioni che sono analoghe a quelle che, da vedente, compie chi usa la penna, chi scrive al computer, chi si destreggia col telefonino. Insomma – ha concluso Abba – , promuovere, insegnare, conoscere il braille è un attestato di riconoscimento” per coloro i quali saranno a pieno titolo e con pieni diritti cittadini del domani. “Sì – ha aggiunto Franco Lisi – è proprio così: il braille è qualcosa di unico, è l’unico codice di letto scrittura per i non vedenti che fa costruire relazioni umane alla pari; e, quando si legge e scrive come gli altri, si entra nell’alveo della vera inclusione”, in senso universalistico. Sì, questo sistema apre veramente, le porte dell’universo, di tale dimensione assoluta che abbiamo incontrato tante volte in queste righe; questo sistema, “che – come ha sintetizzato Lapietra  – uniforma le varietà di grafie, che, con logica matematica, parla non agli occhi ma al tatto e che col tatto avvicina tantissimo le sensazioni di chi non vede a quelle che percepiscono coloro i quali hanno a disposizione il senso visivo”, è veramente il presupposto di un nuovo mondo, di un mondo migliore, quello che l’UICI da centouno anni cerca di costruire, in sinergia con le altre associazioni e con le istituzioni. Una sinergia che in Calabria e Puglia ha permesso di raggiungere risultati lusinghieri e, fino a pochi anni fa, impensabili: “con l’UICI la collaborazione è proficua – ha, al riguardo affermato il dottor Francesco Forliano, Dirigente Tecnico Coordinatore presso l’Ufficio scolastico regionale della Puglia -; il nostro compito è supportare attività Unione e dare sussidi e ausili per eliminare ogni barriera e introdurre facilitatori, setting d’aula adeguati, formare operatori qualificati a seguire i nostri ragazzi, ad adoperare i sussidi e cogliere le infinite potenzialità che offre l’integrazione tra il braille e l’informatica, di cui si è diffusamente parlato poco fa”; un settore d’azione, questo, ove si innesta “la rete dei servizi messi a disposizione e dei sussidi previsti, a livello scolastico, anche dall’Ente Regionale – ha specificato la dottoressa Laura Liddo dirigente dipartimento welfare della Regione Puglia – per i disabili della vista, con la collaborazione dell’UICI, volti a valorizzare le varie peculiarità”. “Peculiarità che oggi – ha argomentato Annamaria Palummo – si sono espresse nelle relazioni e negli interventi degli ospiti che hanno onorato questa iniziativa e, soprattutto, nella gioia, nella vivacità, nell’innocenza, nell’intelligenza che ci hanno regalato le bimbe e i bimbi che hanno impreziosito questi attimi passati insieme; quella che si va a concludere è stata un’iniziativa molto significativa sotto il profilo della sensibilizzazione e della divulgazione; un’iniziativa da replicare, come hanno già auspicato i tanti amici che hanno parlato prima di me. In queste tre ore passate insieme abbiamo, innanzitutto, avuto il palesamento, che qui è stato verbale ma che ogni giorno è fattuale, della relazione che si dispiega con gli operatori e organismi che lavorano con i nostri alunni non vedenti e ipovedenti. Oggi, in questa nostra iniziativa congiunta, che ha avuto un carattere sperimentale, è emersa, attraverso gli interventi e le domande delle studentesse e degli studenti, la necessità di competenza da parte delle scuole; necessità che ci spinge a cercare l’interazione con le scuole anche per il futuro, in altre occasioni, e con i luoghi ove è conservata e sedimentata la materia del braille, come il Museo di Milano, avvicinando il mondo dell’educazione anche agli ambiti e alle pratiche più articolate, più ostiche, che, con applicazione, dedizione e metodo possono essere affrontate con profitto dai nostri ragazzi non vedenti. E, poi, oggi abbiamo fatto qualcosa di nuovo: abbiamo coniugato due esperienze, abbiamo fatto lavorare insieme due organismi regionali della nostra Unione; una collaborazione che ha dato luogo a un incontro storico, da cui, lo reitero, è emersa la richiesta, da parte delle scuole, di formalizzare un sapere e pure una pratica, un metodo per sistematizzare, contestualmente alla realtà dei non vedenti e della società nella sua interezza – di cui tutti, ricordiamocelo, vedenti e non vedenti, facciamo parte – un modo di lavorare e vivere che dia la giusta rilevanza a ogni specificità. Specificità, ovvero unicità, assecondando la quale non si sbaglia mai; del resto, per raggiungere le nostre mete basta abbandonarsi a quello che si sente, a quello che si è dentro; anche quando si legge il braille occorre lasciarsi andare, in quel caso abbandonandosi al tatto. Certo, da vedente è difficile fare ciò … Però, se proviamo ad abbandonarci al nostro naturale istinto di stare insieme, che poi è un sentimento, possiamo condividere la percezione della magia, che esce dai puntini, che esce da noi stessi, che entra in noi stessi”. “Ora – ha concluso Chiara Calisi – abbiamo più spunti, rispetto a ieri, più idee, anche più entusiasmo per dare spazio, per porre nella giusta luce la quotidianità di chi, attraverso l’insegnamento e l’apprendimento del braille, abbatte ogni giorno il buio e, con esso, tutte le barriere che si frappongo fra noi e la pienezza della vita. Oggi abbiamo saputo cogliere l’occasione per fare un bel passo, soprattutto culturale, verso l’autonomia e l’integrazione; certamente ce ne saranno altre, ce ne dovranno essere altre, perché ogni occasione è utile per apprendere, per migliorare, per crescere, insieme, tutti insieme”. E per guardare lontano, per volare verso l’infinità delle opportunità che l’Universo può dare.

Pierfrancesco Greco

Pubblicato il 24/02/2022