I passi della Commissione Studi Musicali, di Antonio Quatraro

Dopo l’incontro a Roma dell’8 settembre non abbiamo perso tempo e ci siamo messi a lavorare di buona lena. Abbiamo valorizzato il lavoro svolto negli ultimi 5 anni sotto la guida del maestro Giovanni Arestia, relativamente alla indagine conoscitiva svolta in collaborazione con le sezioni che avevano dato la loro disponibilità, per farci conoscere la realtà di coloro che studiano o vorrebbero studiare musica. Purtroppo i questionari cartacei sono risultati inutilizzabili perché compilati spesso solo parzialmente e perché non leggibili. Fortunatamente però abbiamo le relazioni di quei componenti che hanno visitato diverse sezioni e, da un esame anche sommario, si intravedono opportunità ed eccellenze che aspettano solo di essere scoperte e valorizzate.
La riunione del 27 ottobre è stata preceduta da un intenso scambio di mail, che hanno toccato i principali aspetti di una tematica che, più la conosci e più ti rendi conto che si intreccia con tutti i punti nevralgici della nostra associazione: la qualità della scuola, la nostra capacità di operare in modo efficace contemporaneamente su diversi fronti, le difficoltà di dare risposte a problemi importanti che interessano però un piccolo numero di persone, le prospettive della tecnologia anche in questo campo e le difficoltà di coordinarsi.
L’audioconferenza, fin dalle presentazioni, ha messo in evidenza da un lato la comodità di questo mezzo di comunicazione, perché ciascuno parlava comodamente da casa oppure addirittura mentre era per strada con il suo cane guida, ma al tempo stesso ha mostrato il fianco perché tutti abbiamo dovuto rinunciare a quei piccoli segnali che, anche senza la vista, punteggiano e rendono arricchiscono le riunioni in presenza: segnali vocali di assenso, perplessità, netto dissenso, richiesta di chiarimento, ecc.; quei colpetti di gomito di complicità, eccetera. Se aggiungete il fatto che i partecipanti si conoscono appena fra di loro, e che rappresentano diverse generazioni, storie diverse, potete immaginare che, soprattutto all’inizio, era veramente difficile guidare la discussione e ricondurla entro gli argini di un dialogo ordinato.
Cosa è emerso nella prima parte? I punti di debolezza:
– la scuola non è assolutamente all’altezza del suo compito, perché insegnanti curriculari, o di sostegno, lettori, assistenti vari, conoscono poco la musica e ancor meno le strategie per favorire l’approccio agli studi musicali che non sia un approccio ad orecchio e solo dilettantistico;
– l’urgenza di intensificare le azioni rivendicative, non solo relativamente agli studi musicali, ma in generale per una istruzione che non si riempia la bocca con le buone leggi sulla carta, ma che le applichi nell’interesse degli allievi, dando meno peso alle rigidità delle graduatorie, privilegiando invece la preparazione di insegnanti e assistenti di vario tipo e l’obiettivo di dare l’aiuto giusto, né troppo né troppo poco;
– le nostre sezioni oberate di circolari, sollecitazioni da varie direzioni, ansia di reperire le risorse per sopravvivere, quindi non sempre pronte ad ascoltare e ad aiutare per la soluzione di un problema certo importante, ma che riguarda un piccolo numero di soci, fra l’altro molto variegato, perché qui abbiamo a che fare con non vedenti, ipovedenti di varia natura e grado, pluriminorati. Il paradosso è che proprio la musica, soprattutto per questi ultimi, i pluriminorati intendo, spesso è la forma espressiva più ricca e gratificante; si conoscono troppo poco i risultati eccellenti di questi nostri compagni meno fortunati.
– la difficoltà di insegnare a dei docenti o assistenti alla comunicazione come operare con allievi con disabilità visiva e/o disabilità complesse, senza proporre esempi concreti e comunicando solo o prevalentemente a distanza;
– un programma come il Braille Music Editor molto promettente, ma, nonostante le nostre insistenze verso gli sviluppatori, ancora da migliorare su funzioni fondamentali soprattutto per i principianti.
Ma non ci siamo fermati al piangerci addosso: abbiamo cercato di pensare ai possibili rimedi; solo che, per fare questo, abbiamo bisogno della rete, una rete che veda protagoniste le nostre organizzazioni, dalla UICI, alla Biblioteca Italiana per i Ciechi di Monza, dalla Federazione Nazionale delle Istituzioni Pro Ciechi, agli istituti con i loro servizi, ma anche all’U.Ni.Vo.C., a cui abbiamo dedicato la seconda parte della nostra riunione.
Le nostre organizzazioni viaggiano sulle gambe delle persone, quindi anche voi che leggete potete darci una mano importante, se siete amanti della musica e se comprendete quanto è importante per la crescita della persona, a prescindere dalla età, dalla condizione fisica.
E cosa vorremmo dalla rete?
– chiederemo alle sezioni di individuare un referente locale per gli studi musicali, non necessariamente un esperto, ma una persona che ci regali un po’ del suo tempo e delle sue energie;
– chiederemo alla Biblioteca Italiana per i Ciechi, alla Federazione Nazionale delle Istituzioni Pro Ciechi, di aiutarci attraverso i consulenti territoriali;
– chiederemo a I.Ri.Fo.R., che già ha ascoltato il nostro appello, di favorire in ogni modo l’approccio agli studi musicali, inserendo un modulo specifico nei corsi di formazione a distanza, continuando con le erogazioni finalizzate allo studio della musica, mettendo a bando anche corsi per lo studio della musica che alcune sezioni potrebbero organizzare;
– raccoglieremo le disponibilità di musicisti non vedenti a mantenere viva la fiammella degli studi musicali;
– continueremo a raccogliere dati sui ragazzi che sono interessati allo studio della musica o che già la studiano e chiederemo loro di inviarci il materiale che ritengono più adatto per farsi vedere;
– raccoglieremo video didattici, anche autoprodotti, per mostrare con l’esempio vivente, oltre che con le parole ed i trattati, come si può insegnare musica anche a chi ha una disabilità visiva;
– ci metteremo a disposizione per offrire consigli e suggerimenti.
La seconda parte della nostra riunione è stata dedicata alla audizione di Paolo Razzuoli, in rappresentanza dell’U.Ni.Vo.C. di Bologna, servizio Ottavio Orioli di trascrizione musicale Braille; e qui abbiamo scoperto un piccolo tesoro, che può essere indicato ad esempio: si tratta di un gruppo di volontari, ciechi e vedenti, che offrono gratuitamente trascrizioni musicali in Braille a studenti, coordinandosi con le altre strutture che già fanno questo lavoro. Ci mancherebbe che dei musicisti non comprendessero la utilità di cantare in coro, piuttosto che ciascuno per proprio conto! Faremo tesoro di queste risorse che ci vengono donate in spirito di servizio, non tanto per noi, ma per coloro che si avvicinano agli studi musicali. Con Paolo Razzuoli abbiamo esaminato lo stato dell’arte del programma BME, considerato il fatto che egli ha fatto parte del gruppo di ideatori, e tenuto conto del convegno internazionale svoltosi a Pisa nel marzo scorso, che ha visto la partecipazione di importanti organizzazioni europee e dell’università di Yokohama.
La commissione si è impegnata a portare avanti il problema su due fronti paralleli e complementari:
– fare il punto sui miglioramenti necessari, coinvolgendo gli utenti del Braille Music Editor e sintetizzando i risultati e le proposte attraverso un incontro tecnico riservato a cui parteciperanno gli utenti più esperti;
coinvolgeremo la nostra commissione relazioni internazionali per arrivare ad un consorzio fra le principali istituzioni del settore, per perfezionare il formato Braille Music XML. Questo formato ha la stessa funzione che hanno i formati più conosciuti, esempio .txt, .rtf, eccetera, ma si riferisce alla musica in Braille. L’idea sarebbe quella di facilitare la traduzione automatica di uno spartito scritto in notazione comune, per renderlo leggibile e utilizzabile da persone ipovedenti e da persone non vedenti, con l’aiuto delle tecnologie più moderne; quindi, in ipotesi, navigando nello spartito, come noi navighiamo in un testo word, o in una tabella excell; ascoltando oltre che il suono delle singole note, anche una descrizione a voce delle sue caratteristiche: nome della nota, durata, altezza, e ogni altro elemento che il musicista professionista legge sul suo spartito.

Tutti potete darci una mano a realizzare questo piccolo sogno!
Se siete interessati anche solo per avere maggiori informazioni sulla Commissione Studi Musicali, potete scrivere alla nostra segretaria Giada Voci all’indirizzo email stampa.voci@uiciechi.it oppure contattarla telefonicamente al numero 06.69988339.