Contributo dei lettori – “Un magnifico sogno”

Autore: Patrizia Onori

“È sera e sono tutta sola nella mia stanza, mi sdraio sul letto e in un momento mi addormento: un magnifico sogno percorre la mia mente, inizialmente ero molto triste ma ora sono felice.

I miei occhi s’illuminano e vedo intorno a me, tutto il mondo che non ho mai veduto com’è.

È fondamentale e bellissimo, poter prendere in mano uno specchio, guardare ed esplorare per la prima volta il mio volto.

In seguito cammino qua e là e corro per tutta la città, intorno a me vedo molte cose belle, dappertutto sono circondata di fiori meravigliosi.

Aiuto tante persone che hanno bisogno della mia presenza e tutto ciò, è quello che ho sempre voluto dalla vita.

Sono tanto felice e non chiedo nient’altro di più alla mia esistenza.

Ho molti amici ed insieme creiamo percorsi validi al fine di elargire opportunità per aiutare le persone più svantaggiate.

È mattina, improvvisamente mi sveglio e sono nuovamente nel buio.

È stato solo un sogno che ha percorso la mia mente, ora però, ritorno ad essere quella di sempre”.

Sono semplici versi che scrissi e trasformai in musica cantando accompagnandomi con il pianoforte, quando ero adolescente ed interiormente, vivevo un momento tormentato.

Qualche giorno fa, ho incontrato una persona che non frequentavo da tempo e dopo esserci salutate ed abbracciate, abbiamo parlato di ciò che ci divertiva di più quando eravamo solo delle ragazzine.

Ho vissuto un’indescrivibile emozione quando la mia amica, con assoluta normalità, ha ricordato i versi che scrissi diversi anni fa e che con ingenuità cantai e recitai.

Oggi leggo con attenzione ed analizzo quell’innocente componimento e in realtà, in maniera diversa, il magnifico sogno di cui parlo si è realizzato.

Ho affrontato con interesse e terminato con profitto, un percorso di studi che mi ha portato ad essere in stretto contatto con soggetti affetti da disabilità visive e non solo, dato che avendo svolto il tirocinio di Laurea in presenza, ho avuto la possibilità e la fortuna di trovarmi a supportare persone con diverse problematiche fisiche e cognitive ma, principalmente, di ascoltare le loro problematicità e le loro storie tutte assolutamente speciali.

Il mio pensiero spesso è rivolto a quelle famiglie, ai loro cari affetti da disabilità e a quei momenti indescrivibili, trascorsi attraverso i racconti per mezzo dei quali mi esploravano con forza e risolutezza le varie difficoltà relative alle condizioni di disabilità.

Penso altresì all’accoglienza straordinaria ed inusuale che mi è stata immediatamente approvata dai familiari dei soggetti disabili, dato che mi hanno immediatamente aperto le porte delle loro abitazioni ed il loro cuore, sentendomi interiormente vicina.

Rifletto ulteriormente e mi sento fortunata nonostante la disabilità visiva che mi accompagna fin dalla nascita, poiché nulla mi ha impedito di andare avanti e di realizzare al meglio tutto ciò che ho sempre desiderato.

Non esiste gioia più bella dell’essere vivi, di trovare interiormente noi stessi per poter comprendere il senso della vita, nulla è semplice ma niente è impossibile.

Bisogna quindi godere di ciò che abbiamo sempre desiderato ed ottenuto, dimostrando il coraggio di affrontare le difficoltà che la vita ci pone davanti per raggiungere degli obiettivi.

Nel sogno illustrato ho descritto ed immaginato un’impossibile realtà fisica ma svegliandomi, deduco di aver comunque realizzato splendidamente il mio magnifico sogno di vita.

Pubblicato l’11/10/2022.

Contributo dei lettori – Rinnovamento o restaurazione

Autore: Massimo Vita

In questi giorni confrontandomi con tanti amici mi sono sentito dire che si vergognano di aver sostenuto Mario Barbuto sin dal 2010 e questo per tutto quando è successo dal congresso ad oggi.

Io mi sono detto e ho detto loro che non noi ci dobbiamo vergognare ma chi quel progetto ha tradito, chi con il passare del tempo si è affezionato al potere tanto da strutturare una rete sempre più ristretta posta a difesa della sua posizione.

Barbuto con il congresso del 2020 ha compiuto scelte quasi scientifiche per chiudere il suo cerchio magico ma come spesso accade, quando il potere è troppo accentrato e a difesa di una piccola oligarchia qualcosa non funziona e basta un anello dell’ingranaggio che si rompe che il castello crolla.

Nella Direzione e poi nel Consiglio nazionale voluti da Barbuto sono scoppiate le contraddizioni e poi, con la ciliegina della candidatura c’è stata una vera deflagrazione.

Il Consiglio nazionale dei “leali” si è spaccato con la sua candidatura al parlamento ma poi, tutti si aspettavano che mantenesse la promessa di non tornare alla presidenza.

Come io avevo detto la sua promessa si è dimostrata falsa e ieri Barbuto è ritornato in sella dimostrando che dell’Unione ne fa solo uno strumento per la sua volontà di potenza mascherata di rispetto per le regole e di amore per l’Unione.

Sostengo e apprezzo quei consiglieri nazionali che conducono un’operazione trasparenza a difesa dell’associazione e mi adopererò, per quello che vale affinché la loro azione abbia successo.

Ieri alla radio abbiamo avuto una prova di cosa ci aspetta, dobbiamo agire con stile e mantenere ferme le nostre idee.

Faccio appello ai tanti soci, tanti dirigenti regionali e territoriali che amano l’Unione a volersi ribellare e riunire le forze affinché il Consiglio Nazionale possa sfiduciare chi, con tanta prepotenza si vuole servire dell’Unione e dargli lo sfratto al fine di aprire un’era davvero nuova e andare in modo collegiale aperto e trasparente verso il congresso del 2025.

Solo un’affermazione tra quelle espresse ieri alla radio condivido: “vogliono liberarsi di questo presidente”.

Sì, io spero proprio che il Consiglio nazionale liberi l’associazione da questo presidente accentratore.

Caro presidente, dici di rispettare gli organi e certamente gli organi dovranno dire la loro ma credo, molto sommessamente, che avresti il dovere di rispettare i Ciechi e gli Ipovedenti.

Domanda: visto che tieni agli organi, come mai non hai ancora convocato il Consiglio nazionale?

Pubblicato il 29/09/2022.

Contributo dei lettori: Uno sguardo speciale su Siracusa!

Autore: Michela Galetto

È proprio il caso di dire: quando l’Unione fa la forza!

Mio marito ed io, soci della sezione UICI di Imperia, abbiamo contattato la sezione UICI di Siracusa per chiedere loro se, gentilmente, avessero un accompagnatore o una guida da metterci a disposizione per scoprire e visitare la città così particolare, ricca di cultura e storia.

Il Presidente Carmelo Fangano e la dottoressa Boscherini hanno fatto molto di più: è vero che i siciliani non si limitano ad accoglierti, ma ti adottano, però ci hanno trovato due guide veramente speciali: Amel e Alessandro: due ortigiani D.O.C. ipovedenti, in gamba.

Il nostro giro è iniziato mangiando un’ottima granita con brioche, lunga- un attentato alla linea, in compagnia delle nostre super guide, della dottoressa e del presidente.

Dopo di che, rifocillati e rinfrescati, siamo partiti a piedi alla scoperta di Ortigia: il centro storico di Siracusa che sorge su un’isola, collegato al resto della città da un ponte.

Prima il monumento ai caduti, poi la statua di Archimede, raffigurato con uno specchio in mano.

E già un tuffo nei ricordi di scuola.

Ci immergiamo nelle caratteristiche vie di Ortigia, lastricate da pietre laviche, come la maggior parte delle città storiche della Sicilia.

Ci accolgono le rovine del tempio di Apollo, risalente al V sec A.C.

Alessandro è appassionato di storia e conosce la sua città pietra per pietra. Nonostante sia ipovedente, state sicuri che se vi dice che siete davanti alla chiesa di S. Sebastiano e vi dice lo stile architettonico e l’anno di costruzione, ci siete di fronte sul serio. Conosce talmente tanti particolari e curiosità che potrebbe fare tranquillamente concorrenza ad Alberto Angela!

I due ragazzi ci fanno visitare il più possibile di Ortigia ed io mi illudo che abbiamo finito, che avranno sicuramente altro da fare, invece, eccoli!

Il pomeriggio ci portano a vedere il famosissimo quadro di Caravaggio: il Seppellimento di Santa Lucia.

Restiamo estasiati di fronte a tanta meraviglia.

Alessandro ed io, facciamo del nostro meglio per descriverlo a mio marito e, nonostante adori Caravaggio, il quadro mi trasmette angoscia, forse perché il pittore temeva di essere catturato e condannato alla decapitazione, cosa che, secondo me, decisamente traspare.

Poi, con una guida del posto, visitiamo la Neapolis: la latomia del paradiso, l’orecchio di Dionisio (dove tra le altre cose la guida ci dice che lì hanno girato l’ultimo film di Indiana Jones) ed il teatro greco e quello romano.

Il mattino dopo, che non credessi di riposare, insieme ai ragazzi visitiamo il Duomo di Ortigia: un vero concentrato di storia e di stili architettonici.

Amel ha prenotato l’audioguida, così mentre lei legge i numeri, possiamo ascoltare un’avvincente e dettagliata spiegazione del duomo.

Ovviamente prima, abbiamo fatto colazione, sempre per mantenere la linea.

Pensate che abbiamo visto tutto?

Nemmeno per sogno!

Siracusa è uno scrigno di arte e storia inesauribile, non basterebbe un mese per assaporare tutto!

Con la dottoressa Rita, una guida fantastica, vediamo le catacombe di Santa Lucia.

Siracusa, dopo Roma, ha il complesso di catacombe più grande. Scopriamo che è stata anche la culla della prima comunità cristiana d’Occidente, prima di Roma, che è stata visitata perfino da Paolo che ha predicato qui.

Rita ci fa toccare e ci spiega con dovizia di particolari le catacombe, gli affreschi, le sepolture, la storia.

L’avremmo ascoltata per ore!

Il giorno dopo, la dottoressa ci organizza anche il giro in barca di Ortigia, che costeggia tutta la parte storica della città, offrendoci un punto di vista speciale.

Infine giunge fin troppo presto il momento di ringraziare e salutare Alessandro e Amel, le nostre due guide, ormai siamo amici.

Sono stati giorni intensi, di cammino, condivisione, storia, cultura, arte, simpatia, esperienze, voglia di sperimentare.

Auspico che, le varie sezioni possano davvero collaborare per raggiungere questi splendidi risultati!

Pubblicato il 16/09/2022.

CONTRIBUTO DEI LETTORI – Manifesto costitutivo uniti per l’Unione

Il futuro dell’UICI non può attendere!

L’agibilità democratica è il presupposto in cui trova la propria ragion d’essere ogni consesso civico e rappresentativo. L’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti (UICI), la più importante associazione di carattere morale a cui fanno riferimento le persone con disabilità visiva associate e non in Italia, riconosce nel Consiglio Nazionale, l’organo di indirizzo politico e di controllo. Il Consiglio Nazionale UICI risulta, pertanto, investito di un ruolo, di una responsabilità di rilevante portata, morale e politica; responsabilità che si estrinseca nell’interlocuzione che l’Unione deve tenere aperta e attiva nei confronti di partiti ed entità istituzionali, nell’adempimento della funzione di tutela, rivendicazione e promozione dei diritti e degli interessi delle persone cieche, ipovedenti e con disabilità complesse, contestualmente, ad una natura associativa orientata alla più rigorosa apartiticità e aconfessionalità. 

Gli enunciati principi di apartiticità dell’UICI sono stati lesi nelle settimane appena trascorse e continuano ad essere violati da colui che dovrebbe essere il massimo garante della salvaguardia dell’associazione e degli interessi delle persone con disabilità visiva. 

La candidatura di Mario Barbuto, che avrebbe dovuto essere ancorata ad una scelta meramente personale, è stata sempre veicolata, attraverso i mezzi di comunicazione, come candidatura del Presidente Nazionale dell’Unione Italiana dei ciechi e degli ipovedenti. Del resto senza il nome della nostra associazione sarebbe stato difficile ottenere un’investitura di tale livello, ragion per cui si è ben guardato dal dimettersi dalla carica di Presidente Nazionale UICI.

Non arginando siffatta dinamica, il Dottor Barbuto, rappresentante legale UICI, ha tradito la storia, i valori e la natura del sodalizio, creando le condizioni attraverso cui procedere all’annullamento dell’agibilità democratica, in seno al Consiglio Nazionale, agibilità già compressa negli ultimi anni dall’oligarchia, o meglio, dalla coriacea diarchia, costituita dal Presidente e dalla Vicepresidente, che ormai gestiscono l’UICI con criteri privatistici ed escludenti. 

Sono evidenti le manifestazioni della deriva autoritaria che ormai paralizza l’UICI, delegittimandola e impoverendola in termini di autorevolezza, presso associati, simpatizzanti, cittadini ed interlocutori:

 – Il mancato preavviso al Consiglio Nazionale da parte del Presidente Barbuto della sua intenzione di candidarsi;

 – La mancata comunicazione dell’avvenuta candidatura, appresa dai Consiglieri soltanto attraverso i media;

 – L’ostinata opposizione da parte di Barbuto e della Vicepresidente alla convocazione di un Consiglio straordinario, già regolarmente richiesto da 18 Consiglieri in ossequio alle norme statutarie, finalizzato a valutare l’impatto della situazione determinatasi. 

Il costituendo gruppo consiliare “Uniti per l’Unione”, intende arginare e bloccare questa deriva, al fine di rinsaldare la vocazione universalistica, inclusiva e autenticamente democratica che da centodue anni caratterizza l’UICI negli ambiti associativo, politico e sociale. 

Il futuro dell’Unione non può più attendere: l’esistenza, la quotidianità, la felicità di tante persone sono infinitamente più importanti delle ambizioni individuali e dei calcoli politici di chiunque; il futuro dell’Unione ha bisogno di nuovo slancio; a questo slancio le componenti e i componenti di “Uniti per l’Unione” lavorano e lavoreranno con professionalità, competenza, passione e dedizione, per dare alla nostra amata Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti fresca forza propulsiva, nuova vitalità, rinnovata fiducia, per un pronto ripristino dello spirito inclusivo e della democratica agibilità.

I Consiglieri aderenti ad Uniti per l’Unione auspicano che il percorso intrapreso possa essere condiviso anche da altri Consiglieri Nazionali; invitano i soci a non compiere gesti impulsivi ed eclatanti, perché, oggi più che mai, è giunto il momento di stringerci attorno alla nostra Unione per superare “tutti insieme” questo momento di grande difficoltà.

Il Gruppo Consiliare UICI “Uniti per l’Unione”

Francesca Sbianchi

Calisi Chiara

Callegaro Roberto

Calò Valter

Cola Claudio

Colantonio Gabriele

Corradetti Adoriano

Esposito Nunziante

Fornaro Giuseppe

Lacorte Paolo

Lapietra Giuseppe

Lepore Franco

Palummo Annamaria

Pulcini Alina

Testa Pietro

Vittori Cristiano

Vivaldi Arturo

Zoccano Vincenzo

RICHIESTA DIMISSIONI PRESIDENTE NAZIONALE UICI MARIO BARBUTO

L’evoluzione delle vicende politiche, che nelle ultime settimane hanno posto in primo piano, anche all’attenzione dei media nazionali, il Presidente Mario Barbuto, a seguito della sua candidatura alle prossime elezioni politiche, ha  prodotto nell’UICI, sia a livello dirigenziale sia tra la base, un dibattito animato che s’è presto tramutato in frattura; ciò anche in conseguenza della singolare gestione comunicativa e del discutibile atteggiamento tenuto dal Presidente precedentemente e successivamente al suo ingresso nell’arena politica.

Una scelta, quella relativa alla candidatura, che il Presidente Barbuto avrebbe fatto bene a condividere, per ovvie ragioni di opportunità, col Consiglio Nazionale UICI, e a seguito della quale egli, a prescindere da quanto non prescritto in merito dalle norme statutarie, avrebbe dovuto immediatamente rassegnare le dimissioni dalla sua carica associativa, nel rispetto, tra l’altro, dell’apartiticità prevista, questa sì, nel nostro Statuto.

Invece, niente di tutto questo:

il Presidente, col supporto della Vicepresidente e della maggioranza della direzione, ha rifiutato ogni proficua interlocuzione col Consiglio, adottando la strategia della chiusura a ogni confronto e rigettando con albagia la prospettiva delle dimissioni, inventandosi l’istituto dell’”autosospensione” dalla carica, non previsto dallo statuto, ma utilissimo nel consentire, nonostante un formale disimpegno associativo, a lui la prosecuzione del suo incarico presidenziale e ai suoi nuovi riferimenti politici di usare, propagandando la sua carica associativa, il nome, la storia, l’autorevolezza dell’UICI per fini elettorali. Una circostanza, questa, che è confliggente con l’apartiticità dell’Unione, prevista dallo Statuto, a cui Barbuto e i pochi prescelti si appellano continuamente, rifuggendo, contemporaneamente, da altre valutazioni di carattere etico.

Ebbene, in questo caso, la sua candidatura non solo mina l’unità dell’UICI, non solo va a infrangere ogni norma etica e di opportunità, ma si pone in antitesi con quanto prescritto dallo statuto: per cui le dimissioni del Presidente rispondono non solo a un presupposto etico, non solo all’esigenza di  salvaguardare la democraticità, l’integrità e il futuro dell’Unione, ma anche alla necessità di dare piena corresponsione a quanto prescritto dallo Statuto in relazione all’assoluta apartiticità dell’UICI, che, in considerazione della sua centralità nell’esistenza delle persone con disabilità visiva, ha necessità di liberarsi da ogni pulsione autoritaria, da ogni personalismo, da ogni compromissione politica, al fine di affrontare nel migliore dei modi le sfide che ci attendono e la loro evoluzione.

In rappresentanza del Gruppo del Consiglio Nazionale UICI “Uniti per l’Unione”

Francesca Sbianchi

COMUNICATO DELLA PRESIDENZA NAZIONALE

Giunge notizia a questa Presidenza Nazionale della costituzione di un gruppo organizzato, “uniti per l’Unione”, animato da alcuni consiglieri nazionali.

Fatte salve le libertà democratiche di tutti, nella circostanza, corre l’obbligo di rilevare quanto segue:

1) in seno al Consiglio Nazionale, secondo le norme dello Statuto vigente, gruppi organizzati e denominati potrebbero sussistere e operare solo in conseguenza della presentazione di liste in Congresso e conseguente, eventuale elezione di consiglieri appartenenti a tali liste.

2) In ossequio al dettato statutario, questa Presidenza non può riconoscere alcun gruppo organizzato operante nell’ambito dell’Unione, dentro e/o fuori dal Consiglio Nazionale.

3) Ciascun consigliere nazionale eletto dal Congresso il quale decida di venire meno al vincolo di lista che ne ha consentito candidatura ed elezione, opererà esclusivamente a titolo personale e solo a tale titolo risponderà dei propri atti e comportamenti associativi.

Qualcuno, nei giorni scorsi, a gran voce lanciava accuse contro altri che, a suo dire, agivano per dividere l’Unione. Chi opera per la divisione è ora palese a tutti, come prima e più di prima.

Coerenza vorrebbe che, coloro i quali non si riconoscono più nella lista che ha ricevuto il mandato congressuale traessero le dovute e coerenti conseguenze. Ma la coerenza è moneta molto rara, dalla quale ci si può anche allontanare, pur di portare a compimento i propri piani e disegni.

Per quanto mi riguarda, rimarrò rigorosamente fedele al rispetto e all’osservanza della nostra Carta statutaria da parte di tutti; continuerò ad attuare le risoluzioni della Direzione e a concretizzare in politiche attive gli indirizzi ricevuti dal Consiglio Nazionale, in particolare con i documenti approvati il 9 e il 29 agosto; manterrò immutata la mia fiducia nell’unità di tutti i dirigenti, nazionali, regionali e territoriali che saranno con me in questo difficile e paziente lavoro, sempre e solo nel superiore interesse dell’Unione.

In proposito, basterebbe solo richiamare la necessità di mettere in sicurezza la legge di bilancio 2023 per apprezzare a pieno il valore dell’unità associativa e la necessità di rimanere saldi e compatti intorno agli Organi associativi democraticamente costituiti e accanto a questa Vicepresidente.

Quanti continuano ad agire per gruppi separati e contrapposti si pongono al di fuori della normale dialettica associativa e dimostrano di avere in spregio il mandato ben preciso del Consiglio nazionale, espresso con la risoluzione approvata il 29 agosto, contenente un richiamo forte alla necessità dell’unità associativa.

L’Unione non si ferma! Va avanti con determinazione per raggiungere altri e alti traguardi e per garantire funzionalità alle strutture territoriali e regionali.

A ciascuno, nel proprio cuore e con la propria razionalità, l’onere di trarre le conclusioni.

Cari saluti

Linda Legname – Vice Presidente Nazionale

Contributo dei lettori – Quando si organizza bene, tutto diventa possibile!

Autore: Michela Galetto

Vorrei raccontarvi la mia esperienza, visto che da fan trentennale e sfegatata di Jovanotti, non vedevo l’ora di vivere il famoso Jovabeach.

In Italia, ormai è tutto evento, quindi, dopo due anni di pandemia, è normale che un concerto del genere possa attrarre migliaia di persone.

Veniamo a ciò che mio marito ed io, entrambi non vedenti, abbiamo vissuto alla tappa di Albenga, perché è facile lamentarsi quando le cose vanno male, meno ringraziare, quando invece funzionano, come in questo caso.

Un po’ timorosa, qualche mese prima, ho seguito le indicazioni dell’app Jovabeach dove c’è scritto che, per le persone disabili, bisogna inviare un email all’organizzazione perchè, essendo su sabbia, è prevista un’apposita pedana, con posti limitati.

La risposta è arrivata il pomeriggio precedente il concerto, quando ormai pensavo di dover rinunciare.

Un addetto ci avrebbe aspettato all’ingresso dell’ippodromo – luogo scelto per ospitare l’evento, vista la grandezza delle spiagge liguri- e ci avrebbe consegnato il biglietto, indicandoci la pedana.

Arriva il fatidico giorno: giungiamo all’ippodromo, emozionati. Un addetto ci viene incontro, legge il nostro nome da un elenco e ci consegna il biglietto.

Unico neo: ci dice, probabilmente dando per scontato che io ci veda benissimo, che la pedana dei disabili è subito dopo il palloncino verde.

Sconcertati, travolti dal caldo e dall’atmosfera particolare che si respira, iniziamo a seguire la pista. Il palco, immenso, è proprio di fronte a noi. Gente che balla ovunque, assiepata sul prato.

Ai lati della pista, si sussegue una serie di stand colorati. Decidiamo di proseguire: chiederemo a qualcuno.

Dopo un po’, davanti a noi, arriva una ragazza con le stampelle. Chiediamo a lei e la seguiamo, incoraggiati dalla sua gentilezza.

Finalmente, dopo pochi passi, ecco la pedana: è un palco di legno, con una ringhiera, alto circa un metro e mezzo.

Due ragazzi addetti all’area ci sorridono. Uno dei due ci prende a braccetto, ci accompagna sulla rampa, posizionata dietro la pedana, ci fa sedere su due sedie di plastica, sotto un ombrellone. Ci spiega che, se abbiamo bisogno di andare in bagno o altro, di chiamarlo pure. Ci sono altri disabili presenti, coi loro accompagnatori. I due ragazzi instancabili, compaiono di tanto in tanto, con acqua, richieste su come vada. Sono stati i nostri angeli custodi per otto ore, sotto il sole, sempre sorridenti e gentili.

Dopo un pomeriggio di ospiti, con qualche incursione, finalmente, il concerto di Jovanotti inizia.

Dalla nostra posizione soprelevata, privilegiata, sentiamo benissimo.

La descrizione sommaria a me e mio marito ce la fa uno dei due ragazzi: Jovanotti è vestito un po’ come Jack Sparrow, cioè da pirata, con dei cappelli che alterna.

Ci racconta un po’ anche la scenografia: un maxischermo gigante, un cuore enorme sulla destra del palco e una palla a specchi sulla sinistra.

Dopo il fantastico concerto, penso come faremo ad uscire con ventimila persone?

Niente paura: la sicurezza ha pensato anche a questo.

I due ragazzi e due addetti alla sicurezza, radunano tutto il gruppo e ci scortano fuori, al sicuro, senza essere travolti dalla gente che usciva.

Non posso far altro che ringraziare per l’accoglienza, la gentilezza, la capacità organizzativa. Non è facile rendere un evento accessibile con tanta gente, ma credo che l’organizzazione ci sia riuscita benissimo, nel migliore dei modi.

Ringrazio ancora i due ragazzi addetti alla pedana dei disabili che sono stati meravigliosi e gli uomini della sicurezza.

E naturalmente… Jovanotti che, nel suo piccolo, pensa anche ai suoi fan speciali!

La beffa continua ai disabili

Autore: Giuseppe Fornaro

Questa estate la dedico alla riflessione, non che mi consideri un pensatore, viste le mie inclinazioni al pragmatismo, ma questa estate della mia vita è diversa da tutte le altre già trascorse.

In passato credevo che per un disabile, il vero problema in estate, fosse andare in vacanza; tra luoghi inaccessibili ai non vedenti e costi altrettanto impietosi per queste famiglie che necessariamente hanno bisogno di budget aggiuntivi per viaggiare e spostarsi, la mia attenzione si focalizzava sul diritto di poter vivere la normalità nonostante tutto, così mi sono impegnato per lungo tempo verso progetti di accessibilità alla cultura e al turismo accessibile.

Più tardi ho constatato che in estate il vero problema per le persone, soprattutto disabili, è ricevere servizi essenziali: uffici chiusi senza prevedere sostituzioni, farmacie aperte a turno, medici incontattabili, dirigenti di strutture sanitarie introvabili e/o sostituiti spesso da figure specializzate nel rinvio (a settembre) delle pratiche.

Insomma, questa era ed è l’estate del cittadino che non vuole o non si può muovere da casa (in Campania).

Quest’anno una nuova consapevolezza mi assale e mi travolge più di ogni altra: quella dell’abbandono totale delle persone disabili in serie difficoltà di salute, in Campania…sempre al sud.

Mentre si scrivono tomi sulla necessarietà di interventi precoci per la riabilitazione di persone che subiscono emiplegie a seguito di ictus o di attacchi ischemici neurologici, mentre le forze politiche sbandierano alla platea sensibilità e competenza alla questione del potenziamento di interventi riabilitativi, d’integrazione e inclusivi mirati alle persone disabili, Giuseppe Fornaro, non vedente, colpevole di aver bisogno di fisioterapia in estate, con l’aggravante di essere cittadino Italiano residente in Campania, sarà condannato ad una attesa di quasi due mesi in barba a tutta la letteratura scientifica e sanitaria che ci racconta di quanto sia determinante l’intervento riabilitativo nei primi due mesi dopo un ictus per un corretto e adeguato recupero.

Al danno la beffa, la giustificazione è: “siamo in estate”.

Un’estate che passerà semplicemente come tutte le altre, tra tormentoni alla radio, ombrelloni in spiaggia per i più, interviste a politici nei tg per la crisi di Governo e autocelebrazioni social, ed io, che aspettando che arrivi settembre sono già consapevole di quanto mi farà soffrire e mi danneggerà a lungo termine questa omissione di trattamento sanitario in Campania, sempre al Sud.

Perché al Sud l’estate dura sempre troppo poco per tanti e per molti altri semplicemente troppo e basta.

Pubblicato il 19/07/2022.

I non vedenti possono presentare dal vivo

Autore: Sipontina Principe

Chi l’ha detto che i non vedenti non possono presentare? Le persone ignoranti, quelle che non osservano il mondo dei non vedenti, ma solo il loro. Rimanere chiusi nel proprio angolo, non fa bene alla vita, anzi, distrugge tutto ciò che si è imparato e si impara tuttora. A prescindere da questo, vi rendo partecipe di un nuovo percorso che ho intrapreso: presentare dal vivo.

Prima di cimentarmi nella presentazione all’esterno ho fatto un po’ di gavetta, ascoltando professionisti e non, conducendo programmi sui social (Twitter, Facebook e Youtube.) Non vi nascondo che, al 1° debutto in diretta ero un po’ tesa, ma ho saputo controllare l’emozione.

Un giorno ho detto tra me: “Mi sento pronta, voglio presentare eventi dal vivo.” Contattai il delegato allo Sport per la ProLoco di Manfredonia e gli chiesi di esaudire un mio desiderio: l’eventuale candidatura, come presentatrice di eventi; lui mi disse di mandare una e-mail all’agenzia citata. Non mi sono limitata ad una semplice richiesta ma, ho scritto nome, cognome, età, patologia, professione, titolo di studio, programmi condotti, la disponibilità a presentare spettacoli dal vivo. La ProLoco della mia città mi ha inserita nella lista dei presentatori.

Il 1° Maggio 2022 ho condotto in piazza “1M Arts Fest,” evento dedicato all’arte in tutte le sue forme: musica, cinema, teatro, danza; la mia presentazione è durata circa 5 ore, metà manifestazione. Il percorso è iniziato bene, se pur con qualche insicurezza. L’organizzatrice dell’evento in disparte mi ha chiesto di aiutarla nel saggio di musica della sua scuola che si sarebbe svolto nel mese di giugno. Non vedevo l’ora che arrivasse il mio momento.

L’8 giugno 2022, presso l’Auditorium Palazzo Dei Celestini, ho presentato il saggio di fine anno della scuola Musicall; questa volta ho annunciato tutte le esibizioni dei ragazzi e gli ospiti. Avevo con me la Barra Braille e leggevo la scaletta, come gli altri. Ero più disinvolta e tranquilla nella conduzione. Pensavo che il pubblico applaudisse solo i protagonisti, invece, ha mostrato la sua gratitudine anche nei miei confronti.

Voglio crescere e migliorare sempre di più.

Il messaggio che vorrei trasmettere: il non vedente può presentare benissimo tutti gli spettacoli; l’organizzatore deve inviargli giorni prima la scaletta delle esibizioni. Smettetela di impedirglielo! Non creategli muri inesistenti! Non vedenti e ipovedenti, mostrate i vostri ausilii al pubblico, così vedono come leggete e scrivete, come ho fatto io. Non abbiate paura. Sicuramente le prime volte percepite negli spettatori stupore o indignazione, ma non dev’essere un motivo per arrendervi. Queste esperienze favoriscono l’integrazione sociale di tutti, soprattutto dei diversamente abili, perché è un modo per farsi conoscere.

In diretta radio racconterò approfonditamente la strada che, a piccoli passi, sto percorrendo da sola.

Pubblicato il 14/06/2022.

L’UICI di Enna e Aidone città che legge 2020/2021

Autore: Anna Buccheri

Proseguono le attività legate al progetto NONSOLOLIBRI, del bando LETTURA PER TUTTI del Cepell (Centro per il Libro e la Lettura del Ministero della Cultura) di cui la sezione UICI di Enna è partner.

CON GLI OCCHI DELLA PACE è il titolo dell’evento organizzato ad Aidone venerdì 10 giugno 2022, un’intera giornata di iniziative promossa dal Presidente del Consiglio Regionale UICI Sicilia, Gaetano Minincleri, dall’Assessore al Patrimonio Culturale e al Turismo del Comune di Aidone, Serena Raffiotta, dal Presidente della Sezione Territoriale UICI di Enna, Santino Di Gregorio, e dalle due Associazioni Amici della Festa del Libro, Il sasso nello stagno e La fabbrica di MiVà. La giornata è così articolata: in Piazza Filippo Cordova (ore 9.30-13.00 e 16.00-18.30) sostano l’Unità Mobile Oftalmica e il Polo Tattile Itinerante di Catania, pullman che ospita al suo interno il bar al buio e una mostra di modelli in scala di monumenti siciliani provenienti dal Museo Tattile Borges di Catania.

Chi vuole può effettuare all’interno dell’Unità Mobile Oftalmica lo screening gratuito della vista con l’oculista, dott.ssa Sonia Bannò, e l’ortottista, dott.ssa Alessia Di Simone, dell’ambulatorio oculistico dell’UICI di Enna e visitare la mostra tattile e il bar al buio. I vedenti potranno così fare l’esperienza di essere loro questa volta ad essere guidati dai non vedenti in uno scambio di ruolo sicuramente inedito.

Nel pomeriggio alle 19.00 presso la Biblioteca comunale “Gaetano Scovazzo”, un reading al buio ispirato al tema della pace vede impegnati come lettori i soci Giovanna Bucceri di Caltanissetta, Angela Dispinzieri di Catania, Alba Di Vita di Enna e Ignazio Grillo di Trapani, accompagnati dal pianista Antonino Martorana di Palermo. Parole e musica raccontano la pace invitando anche a riflettere e ad essere più sensibili sul tema dell’accessibilità alla cultura.

L’accesso a tutte le iniziative sia in Piazza Cordova sia in Biblioteca è libero; per il reading al buio per esigenze logistiche non sarà ammesso pubblico dopo le 19.15.

Locandina dell’evento

Pubblicato il 07/06/2022.

Non è mai troppo tardi

Autore: Cesare Barca

Sappiamo bene come, ancor oggi vi siano tante chiacchiere, tanta mitologia per tentare di definire il valore dell’età, il suo rilievo sociale, il suo valore funzionale.

Sono spesso affermazioni assai lontane dalla realtà. Si sostiene che il fattore fondamentale della possibilità delle nostre azioni sia determinato soprattutto dall’età della persona e dalla sua capacità di azione, mentre sappiamo bene che nessuno è troppo giovane o troppo anziano per realizzare tutti quei sogni, quei desideri profondi che sembrano decisamente superati e si tiene invece l’urgenza di affrontare una nuova realtà esistenziale liberata da ogni fantasia.

Non riusciamo, insomma, a convincerci del fatto assolutamente naturale che, finché si è vivi, non è mai troppo tardi! Eppure dobbiamo crederci perché la strada da percorrere è comunque ancora molto lunga e può essere ancora ricca di realizzazioni che neppure pensavamo di poter concretizzare, ancora ricca di incontri imprevisti, di situazioni e avvenimenti che pensavamo cessati definitivamente: non è così. Si può sempre ricominciare: il gioco non è ancora finito, il fuoco è ancora acceso, non lasciamo che si spenga.

La gestione del tempo è, tutto sommato, un concetto relativo se si tiene in considerazione soltanto il suo percorso senza darne una definizione assoluta e definitiva. Già, il tempo è prezioso perché prezioso è il percorso della nostra vita e per vivere le numerose esperienze della nostra esistenza non è mai troppo presto e non è mai troppo tardi.

È pur vero che spesso riteniamo che la nostra vita non sia esattamente quella che avremmo desiderato e, talora, è possibile lasciarsi incatenare da mille impegni e da circostanze particolarmente negative ritenendo, così, che la nostra vita possa assumere un valore stressante tale da impedirci di soddisfare le nostre esigenze fondamentali, i nostri bisogni personali, le nostre piccole o grandi urgenze.

Spesso siamo portati a ritenere che il nostro tempo libero venga consumato dagli altri e per gli altri.

Dovremmo pensare allora che gli altri siamo noi perché l’appartenenza è sempre e comunque collettiva e non possiamo ritenere che il tempo necessario per realizzare le nostre attese, le nostre aspirazioni sia già trascorso.

Noi siamo soliti impegnarci assai più per mantenere inalterata la routine, invece di cercare di eliminarla o almeno interromperla. Dovremmo comprendere che comunque sia la nostra vita è dinamica, molto più di quanto si vorrebbe, perché le crisi possibili della nostra esistenza sono spesso imprevedibili.

Siamo spesso costretti a voltare pagina per scoprire che il giorno che verrà è ben diverso dalle nostre attese.

Dovremmo dunque spegnere il nostro focolare, abbandonare la nostra speranza? No, è sempre possibile il rinnovamento, perché anche le situazioni più pesanti ci inducono comunque ad intraprendere altre direzioni nel viaggio della nostra esistenza.

Si tratta talora di un viaggio faticoso che ci permette tuttavia di scoprire una nuova realtà. Sarà un viaggio da compiere con le valigie confezionate nel tempo e con i mezzi che abbiamo posseduto senza sperperare: quello che abbiamo sprecato non lo ritroveremo mai più ma quello che abbiamo saputo vivere coerentemente sarà sempre il sostegno costante del nostro cammino.

Abbandoniamo pertanto l’incomprensione sociale e gustiamo la fragranza delle nostre giornate, della nostra esistenza: per gioire di ogni istante della nostra vita non è mai troppo tardi. Non è mai troppo tardi per amare e per essere amati, non è mai troppo tardi per comprendere noi stessi e gli altri, non è mai troppo tardi per essere “amore”.

Pubblicato il 06/06/2022.

Collegiali dell’Istituto Rittmeyer di nuovo insieme tra ricordi e condivisioni

Autore: Giorgio Piccinin

Sabato 14 maggio a Bassano del Grappa, in un luogo equidistante dalle provenienze dei partecipanti, si è svolto un meeting con alcuni ex collegiali dell’Istituto Rittmeyer di Trieste degli anni ’70.

L’incontro, fortemente voluto, è avvenuto in una trattoria davanti a buoni piatti dopo 25 anni dall’ultima volta. Ci siamo trovati una decina di noi: il rivederci ha suscitato molta emozione e, fin da subito, i ricordi hanno avuto la meglio sulle bontà culinarie. Frammenti di vita, di aneddoti, persone, compagni, marachelle e quant’altro ci hanno avvolto in un unico filo conduttore. Qualcuno ha portato dei reperti davvero storici, copia originale di un giornalino del 1972 di una prima classe elementare, con pensierini e riflessioni di vario genere.

È stato suggestivo venire assaliti dalla consapevolezza di persone che si sono conosciuti bambini, lasciati adolescenti, ritrovati uomini, infine, riscoperti dopo tanti anni, quasi tutti pensionati, tutti col proprio vissuto, con le rispettive competenze ed esperienze immagazzinate.

La promessa comune, alla fine del convivio, è stata quella di accorciare decisamente i tempi del prossimo ritrovo poiché fra 25 anni forse potremo non esserci. Abbiamo capito, una volta di più, quanto l’esperienza dell’Istituto sia stata per tutti indistintamente importante e formativa, sebbene con le criticità delle regole ferree e del clima di quegli anni. Oggi tale bagaglio manca, la vita di relazione tra quanti condividono lo stesso problema viene sempre meno, se non tra le pareti delle sezioni e neanche tutte. Una volta le famiglie erano disarmate davanti alla disabilità visiva e delegavano la cura del figlio ad una struttura protetta, oggi, che le strutture dedicate non ci sono più, i genitori tendono troppo spesso all’iperprotezionismo, limitando di fatto la crescita esperienziale dei giovani.

La vita di collegio non era certamente semplice, lo stile comunitario imponeva regole talvolta assurde e da caserma ma si sa che le esperienze difficili sono quelle che ti formano e ti raddrizzano la schiena per la vita.

L’intenzione prossima sarebbe di allargare l’appuntamento ad altri ex compagni e di raccogliere testimonianze di quegli anni ruggenti ma sempre vivi all’Istituto, soprattutto fotografie.

Quanta vita è passata in quei collegi, quante storie lo hanno animato ed ora che abbiamo tutti una certa età oltre che un’età certa, ne culliamo i ricordi, anche nei confronti di chi, nel frattempo, ci ha lasciato.