Collegiali dell’Istituto Rittmeyer di nuovo insieme tra ricordi e condivisioni

Autore: Giorgio Piccinin

Sabato 14 maggio a Bassano del Grappa, in un luogo equidistante dalle provenienze dei partecipanti, si è svolto un meeting con alcuni ex collegiali dell’Istituto Rittmeyer di Trieste degli anni ’70.

L’incontro, fortemente voluto, è avvenuto in una trattoria davanti a buoni piatti dopo 25 anni dall’ultima volta. Ci siamo trovati una decina di noi: il rivederci ha suscitato molta emozione e, fin da subito, i ricordi hanno avuto la meglio sulle bontà culinarie. Frammenti di vita, di aneddoti, persone, compagni, marachelle e quant’altro ci hanno avvolto in un unico filo conduttore. Qualcuno ha portato dei reperti davvero storici, copia originale di un giornalino del 1972 di una prima classe elementare, con pensierini e riflessioni di vario genere.

È stato suggestivo venire assaliti dalla consapevolezza di persone che si sono conosciuti bambini, lasciati adolescenti, ritrovati uomini, infine, riscoperti dopo tanti anni, quasi tutti pensionati, tutti col proprio vissuto, con le rispettive competenze ed esperienze immagazzinate.

La promessa comune, alla fine del convivio, è stata quella di accorciare decisamente i tempi del prossimo ritrovo poiché fra 25 anni forse potremo non esserci. Abbiamo capito, una volta di più, quanto l’esperienza dell’Istituto sia stata per tutti indistintamente importante e formativa, sebbene con le criticità delle regole ferree e del clima di quegli anni. Oggi tale bagaglio manca, la vita di relazione tra quanti condividono lo stesso problema viene sempre meno, se non tra le pareti delle sezioni e neanche tutte. Una volta le famiglie erano disarmate davanti alla disabilità visiva e delegavano la cura del figlio ad una struttura protetta, oggi, che le strutture dedicate non ci sono più, i genitori tendono troppo spesso all’iperprotezionismo, limitando di fatto la crescita esperienziale dei giovani.

La vita di collegio non era certamente semplice, lo stile comunitario imponeva regole talvolta assurde e da caserma ma si sa che le esperienze difficili sono quelle che ti formano e ti raddrizzano la schiena per la vita.

L’intenzione prossima sarebbe di allargare l’appuntamento ad altri ex compagni e di raccogliere testimonianze di quegli anni ruggenti ma sempre vivi all’Istituto, soprattutto fotografie.

Quanta vita è passata in quei collegi, quante storie lo hanno animato ed ora che abbiamo tutti una certa età oltre che un’età certa, ne culliamo i ricordi, anche nei confronti di chi, nel frattempo, ci ha lasciato.