CONTRIBUTO DEI LETTORI – Manifesto costitutivo uniti per l’Unione

Il futuro dell’UICI non può attendere!

L’agibilità democratica è il presupposto in cui trova la propria ragion d’essere ogni consesso civico e rappresentativo. L’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti (UICI), la più importante associazione di carattere morale a cui fanno riferimento le persone con disabilità visiva associate e non in Italia, riconosce nel Consiglio Nazionale, l’organo di indirizzo politico e di controllo. Il Consiglio Nazionale UICI risulta, pertanto, investito di un ruolo, di una responsabilità di rilevante portata, morale e politica; responsabilità che si estrinseca nell’interlocuzione che l’Unione deve tenere aperta e attiva nei confronti di partiti ed entità istituzionali, nell’adempimento della funzione di tutela, rivendicazione e promozione dei diritti e degli interessi delle persone cieche, ipovedenti e con disabilità complesse, contestualmente, ad una natura associativa orientata alla più rigorosa apartiticità e aconfessionalità. 

Gli enunciati principi di apartiticità dell’UICI sono stati lesi nelle settimane appena trascorse e continuano ad essere violati da colui che dovrebbe essere il massimo garante della salvaguardia dell’associazione e degli interessi delle persone con disabilità visiva. 

La candidatura di Mario Barbuto, che avrebbe dovuto essere ancorata ad una scelta meramente personale, è stata sempre veicolata, attraverso i mezzi di comunicazione, come candidatura del Presidente Nazionale dell’Unione Italiana dei ciechi e degli ipovedenti. Del resto senza il nome della nostra associazione sarebbe stato difficile ottenere un’investitura di tale livello, ragion per cui si è ben guardato dal dimettersi dalla carica di Presidente Nazionale UICI.

Non arginando siffatta dinamica, il Dottor Barbuto, rappresentante legale UICI, ha tradito la storia, i valori e la natura del sodalizio, creando le condizioni attraverso cui procedere all’annullamento dell’agibilità democratica, in seno al Consiglio Nazionale, agibilità già compressa negli ultimi anni dall’oligarchia, o meglio, dalla coriacea diarchia, costituita dal Presidente e dalla Vicepresidente, che ormai gestiscono l’UICI con criteri privatistici ed escludenti. 

Sono evidenti le manifestazioni della deriva autoritaria che ormai paralizza l’UICI, delegittimandola e impoverendola in termini di autorevolezza, presso associati, simpatizzanti, cittadini ed interlocutori:

 – Il mancato preavviso al Consiglio Nazionale da parte del Presidente Barbuto della sua intenzione di candidarsi;

 – La mancata comunicazione dell’avvenuta candidatura, appresa dai Consiglieri soltanto attraverso i media;

 – L’ostinata opposizione da parte di Barbuto e della Vicepresidente alla convocazione di un Consiglio straordinario, già regolarmente richiesto da 18 Consiglieri in ossequio alle norme statutarie, finalizzato a valutare l’impatto della situazione determinatasi. 

Il costituendo gruppo consiliare “Uniti per l’Unione”, intende arginare e bloccare questa deriva, al fine di rinsaldare la vocazione universalistica, inclusiva e autenticamente democratica che da centodue anni caratterizza l’UICI negli ambiti associativo, politico e sociale. 

Il futuro dell’Unione non può più attendere: l’esistenza, la quotidianità, la felicità di tante persone sono infinitamente più importanti delle ambizioni individuali e dei calcoli politici di chiunque; il futuro dell’Unione ha bisogno di nuovo slancio; a questo slancio le componenti e i componenti di “Uniti per l’Unione” lavorano e lavoreranno con professionalità, competenza, passione e dedizione, per dare alla nostra amata Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti fresca forza propulsiva, nuova vitalità, rinnovata fiducia, per un pronto ripristino dello spirito inclusivo e della democratica agibilità.

I Consiglieri aderenti ad Uniti per l’Unione auspicano che il percorso intrapreso possa essere condiviso anche da altri Consiglieri Nazionali; invitano i soci a non compiere gesti impulsivi ed eclatanti, perché, oggi più che mai, è giunto il momento di stringerci attorno alla nostra Unione per superare “tutti insieme” questo momento di grande difficoltà.

Il Gruppo Consiliare UICI “Uniti per l’Unione”

Francesca Sbianchi

Calisi Chiara

Callegaro Roberto

Calò Valter

Cola Claudio

Colantonio Gabriele

Corradetti Adoriano

Esposito Nunziante

Fornaro Giuseppe

Lacorte Paolo

Lapietra Giuseppe

Lepore Franco

Palummo Annamaria

Pulcini Alina

Testa Pietro

Vittori Cristiano

Vivaldi Arturo

Zoccano Vincenzo

RICHIESTA DIMISSIONI PRESIDENTE NAZIONALE UICI MARIO BARBUTO

L’evoluzione delle vicende politiche, che nelle ultime settimane hanno posto in primo piano, anche all’attenzione dei media nazionali, il Presidente Mario Barbuto, a seguito della sua candidatura alle prossime elezioni politiche, ha  prodotto nell’UICI, sia a livello dirigenziale sia tra la base, un dibattito animato che s’è presto tramutato in frattura; ciò anche in conseguenza della singolare gestione comunicativa e del discutibile atteggiamento tenuto dal Presidente precedentemente e successivamente al suo ingresso nell’arena politica.

Una scelta, quella relativa alla candidatura, che il Presidente Barbuto avrebbe fatto bene a condividere, per ovvie ragioni di opportunità, col Consiglio Nazionale UICI, e a seguito della quale egli, a prescindere da quanto non prescritto in merito dalle norme statutarie, avrebbe dovuto immediatamente rassegnare le dimissioni dalla sua carica associativa, nel rispetto, tra l’altro, dell’apartiticità prevista, questa sì, nel nostro Statuto.

Invece, niente di tutto questo:

il Presidente, col supporto della Vicepresidente e della maggioranza della direzione, ha rifiutato ogni proficua interlocuzione col Consiglio, adottando la strategia della chiusura a ogni confronto e rigettando con albagia la prospettiva delle dimissioni, inventandosi l’istituto dell’”autosospensione” dalla carica, non previsto dallo statuto, ma utilissimo nel consentire, nonostante un formale disimpegno associativo, a lui la prosecuzione del suo incarico presidenziale e ai suoi nuovi riferimenti politici di usare, propagandando la sua carica associativa, il nome, la storia, l’autorevolezza dell’UICI per fini elettorali. Una circostanza, questa, che è confliggente con l’apartiticità dell’Unione, prevista dallo Statuto, a cui Barbuto e i pochi prescelti si appellano continuamente, rifuggendo, contemporaneamente, da altre valutazioni di carattere etico.

Ebbene, in questo caso, la sua candidatura non solo mina l’unità dell’UICI, non solo va a infrangere ogni norma etica e di opportunità, ma si pone in antitesi con quanto prescritto dallo statuto: per cui le dimissioni del Presidente rispondono non solo a un presupposto etico, non solo all’esigenza di  salvaguardare la democraticità, l’integrità e il futuro dell’Unione, ma anche alla necessità di dare piena corresponsione a quanto prescritto dallo Statuto in relazione all’assoluta apartiticità dell’UICI, che, in considerazione della sua centralità nell’esistenza delle persone con disabilità visiva, ha necessità di liberarsi da ogni pulsione autoritaria, da ogni personalismo, da ogni compromissione politica, al fine di affrontare nel migliore dei modi le sfide che ci attendono e la loro evoluzione.

In rappresentanza del Gruppo del Consiglio Nazionale UICI “Uniti per l’Unione”

Francesca Sbianchi

COMUNICATO DELLA PRESIDENZA NAZIONALE

Giunge notizia a questa Presidenza Nazionale della costituzione di un gruppo organizzato, “uniti per l’Unione”, animato da alcuni consiglieri nazionali.

Fatte salve le libertà democratiche di tutti, nella circostanza, corre l’obbligo di rilevare quanto segue:

1) in seno al Consiglio Nazionale, secondo le norme dello Statuto vigente, gruppi organizzati e denominati potrebbero sussistere e operare solo in conseguenza della presentazione di liste in Congresso e conseguente, eventuale elezione di consiglieri appartenenti a tali liste.

2) In ossequio al dettato statutario, questa Presidenza non può riconoscere alcun gruppo organizzato operante nell’ambito dell’Unione, dentro e/o fuori dal Consiglio Nazionale.

3) Ciascun consigliere nazionale eletto dal Congresso il quale decida di venire meno al vincolo di lista che ne ha consentito candidatura ed elezione, opererà esclusivamente a titolo personale e solo a tale titolo risponderà dei propri atti e comportamenti associativi.

Qualcuno, nei giorni scorsi, a gran voce lanciava accuse contro altri che, a suo dire, agivano per dividere l’Unione. Chi opera per la divisione è ora palese a tutti, come prima e più di prima.

Coerenza vorrebbe che, coloro i quali non si riconoscono più nella lista che ha ricevuto il mandato congressuale traessero le dovute e coerenti conseguenze. Ma la coerenza è moneta molto rara, dalla quale ci si può anche allontanare, pur di portare a compimento i propri piani e disegni.

Per quanto mi riguarda, rimarrò rigorosamente fedele al rispetto e all’osservanza della nostra Carta statutaria da parte di tutti; continuerò ad attuare le risoluzioni della Direzione e a concretizzare in politiche attive gli indirizzi ricevuti dal Consiglio Nazionale, in particolare con i documenti approvati il 9 e il 29 agosto; manterrò immutata la mia fiducia nell’unità di tutti i dirigenti, nazionali, regionali e territoriali che saranno con me in questo difficile e paziente lavoro, sempre e solo nel superiore interesse dell’Unione.

In proposito, basterebbe solo richiamare la necessità di mettere in sicurezza la legge di bilancio 2023 per apprezzare a pieno il valore dell’unità associativa e la necessità di rimanere saldi e compatti intorno agli Organi associativi democraticamente costituiti e accanto a questa Vicepresidente.

Quanti continuano ad agire per gruppi separati e contrapposti si pongono al di fuori della normale dialettica associativa e dimostrano di avere in spregio il mandato ben preciso del Consiglio nazionale, espresso con la risoluzione approvata il 29 agosto, contenente un richiamo forte alla necessità dell’unità associativa.

L’Unione non si ferma! Va avanti con determinazione per raggiungere altri e alti traguardi e per garantire funzionalità alle strutture territoriali e regionali.

A ciascuno, nel proprio cuore e con la propria razionalità, l’onere di trarre le conclusioni.

Cari saluti

Linda Legname – Vice Presidente Nazionale