Autore: Massimiliano Penna
Se l’istruzione rappresenta il primo e
fondamentale passo del lungo percorso che dovrebbe portare ad una vera
inclusione sociale, il lavoro rappresenta lo strumento per eccellenza
attraverso il quale la stessa si può realizzare.
Da sempre l’UICI (Unione Italiana dei
Ciechi e degli Ipovedenti), tanto a livello centrale quanto a livello
periferico tramite le proprie strutture territoriali, è costantemente impegnata
nell’affrontare il delicatissimo tema del lavoro per far sì che alle persone
con disabilità visiva vengano garantite, compatibilmente con le problematiche
che la disabilità visiva comporta, occasioni per mettere alla prova le
competenze acquisite e raggiungere la piena realizzazione personale.
Per decenni le professioni cosiddette
“tradizionali” come quella del centralinista hanno costituito un
valido sbocco lavorativo; tuttavia i mutamenti del mercato del lavoro portati
sia dalla crisi economica sia dall’avvento delle nuove tecnologie impongono
profonde riflessioni, così da poter individuare azioni idonee ad individuare
nuove occasioni di inserimento lavorativo per chi si affaccia sul mercato del
lavoro e, per chi già vi è inserito, favorire quanto più possibile percorsi di
riqualificazione professionale che permettano di continuare a svolgere la
professione con le modalità che le nuove esigenze impongono.
L’avvento dei moderni strumenti
tecnologici ha portato con sé enormi vantaggi impensabili fino a pochi decenni
fa (basti pensare alla moltitudine di informazioni acquisibili tramite la rete
internet), ma nel contempo rappresenta una continua sfida per le categorie
deboli, le quali, per non essere escluse, necessitano di costanti adattamenti
delle tecnologie assistive.
A livello regionale, fra il 2017 e il
2018 l’UICI Lombardia è stata impegnata quale capofila all’interno del progetto
a valenza regionale “Azioni di sistema”.
Il progetto ha rappresentato un momento
di enorme valore, in quanto ha consentito di attuare una profonda riflessione
sull’attuale situazione lavorativa delle persone non vedenti ed ipovedenti in
Lombardia.
“Avvalendoci della pluriennale
esperienza dell’Istituto dei Ciechi di Milano in materia di servizi al lavoro –
dichiara il Presidente Regionale UICI della Lombardia Nicola Stilla, sono stati
attuati interventi volti a favorire non solo l’inserimento lavorativo, ma anche
il mantenimento lavorativo tramite percorsi di riqualificazione professionale.
Il lavoro – prosegue Stilla – in questo caso ha rappresentato ovviamente lo
scopo del progetto, ma al tempo stesso ha fatto da strumento che ha permesso,
per la prima volta, la predisposizione di linee guida in materia di inserimento
e mantenimento lavorativo, che potranno essere utilizzate da noi come
associazione in sede di confronto con gli enti preposti, nonché dalle aziende
disponibili ad inserire nel personale persone con disabilità visiva. La nostra
azione prosegue poi quotidianamente con l’attuazione di ogni sforzo per
individuare gli spazi più adatti a favorire l’inserimento lavorativo, ma il
primo elemento da cui partire è la disponibilità delle aziende. Sul versante
della riqualificazione, poi, non sempre vi è la disponibilità dei soggetti
interessati e di conseguenza risulta evidente che da parte nostra sia
necessaria anche una forte azione di tipo culturale. Naturalmente anche in
questo caso la disponibilità delle aziende è il punto da cui partire e da parte
nostra vi è la piena disponibilità a mettere a disposizione, ove venga richiesto,
tutte le conoscenze in nostro possesso e tutta l’esperienza maturata in
materia. Da parte nostra vi è sempre stata e vi sarà anche in futuro piena
disponibilità al dialogo e al confronto come ad esempio avviene da tempo con
tutte le sedi territoriali dell’Agenzia delle Entrate, al fine di predisporre
interventi di riqualificazione professionale che siano realmente rispondenti ai
nuovi assetti organizzativi. Il mercato del lavoro – conclude Stilla – negli
ultimi anni ha subito profondi mutamenti sia per via della pressante crisi
economica, sia in conseguenza della diffusione delle moderne tecnologie e
restare al passo con i suddetti cambiamenti, ove ve ne siano le opportunità,
diventa fondamentale ancor di più per le categorie deboli”.
Anche a livello nazionale la
riqualificazione professionale per l’UICI rappresenta una delle priorità.
Dall’anno scorso, infatti, è in atto un costante confronto con l’Agenzia delle
Entrate, volto a predisporre percorsi di riqualificazione che permettano ai
centralinisti telefonici di trovare nuovi spazi lavorativi compatibili con i
nuovi assetti dell’ente.
“In primo luogo – dichiara il
Vicepresidente Nazionale UICI Stefano Tortini – abbiamo proceduto ad una
attenta indagine conoscitiva della situazione dei dipendenti con disabilità
visiva presso l’ente anche al fine di verificare la disponibilità degli stessi
ad intraprendere un percorso di questo tipo. La sfida che ci attende sarà delle
più ardue in quanto, una volta pianificati gli interventi di concerto con la
stessa Agenzia delle Entrate, saremo chiamati a predisporre percorsi formativi
calibrati sulle singole situazioni. Dietro ogni lavoratore c’è infatti un
insieme di potenzialità e di attitudini personali che vanno ben oltre la
disabilità e anche in questo caso sarà nostro compito interpretare al meglio le
singole situazioni”.
La figura del centralinista telefonico è
ormai cambiata; i servizi automatizzati e l’instradamento diretto delle
chiamate fanno sì che non sia più indispensabile un addetto preposto
esclusivamente alla gestione delle chiamate stesse. Sarà allora indispensabile
predisporre percorsi di riqualificazione che puntino a formare delle figure in
grado di interagire col pubblico e soddisfare le diverse richieste avvalendosi
dei moderni strumenti informatici.
Tutto ciò rappresenta sì una sfida, ma
anche uno stimolo per mettere a frutto le migliori competenze presenti
all’interno dell’Associazione, in vista di un obiettivo fondamentale sia dal
punto di vista personale di ogni lavoratore che collettivo: l’inclusione
sociale.