27 gennaio giornata della memoria: i ciechi e la Shoah

Autore: Anna Buccheri

Il 2020 è stato l’anno della memoria per l’UICI, del ricordo di una storia che ha compiuto 100 anni e include tanti episodi, battaglie e vittorie; una storia fatta di persone, di bambini e bambine, di ragazzi e ragazze, di uomini e donne con disabilità visiva che hanno lottato, fatto scelte, conosciuto l’amarezza dell’esclusione e conquistato spazi sempre più ampi in società, assumendosi il ruolo che competeva loro e preparando il terreno per coloro che sarebbero venuti dopo perché potessero contare su una rete di diritti consolidati e su un’Associazione capace di farsi portavoce di istanze e che si è conquistata nel tempo un potere interlocutorio sempre più autorevole.

Ogni anno però c’è una data che è sinonimo di memoria ed è il 27 gennaio, che ricorda la Shoah, trauma collettivo che non può essere superato, che ha segnato il destino di milioni di persone, persone senza colpa private delle loro vite, dei loro desideri, dei loro sogni, dei loro averi, dei loro affetti, di tutto ciò di cui una persona può essere privata. Tra queste persone ci sono anche i disabili.

Tutto è cominciato con le parole «Vite indegne di essere vissute». Le persone con disabilità sono le prime a sperimentare l’orrore, uccise con iniezioni e poi con il gas. Un peso sociale sono i disabili. Nel 1939, Hitler con una lettera autorizza i medici «a concedere la morte per grazia ai malati considerati incurabili secondo l’umano giudizio». È l’inizio dell’operazione Aktion T4, l’eutanasia forzata che parte da Berlino e ha sede in un villino espropriato a una famiglia ebrea. Medici e infermieri danno la morte e conducono esperimenti, giuristi e avvocati trovano le giustificazioni legali, inservienti e operai fanno la loro parte. Nelle scuole vengono assegnati problemi come questo: «Un malato di mente costa circa 4 marchi al giorno, un invalido 5,50 marchi, un delinquente 3,50 marchi. In molti casi un funzionario pubblico guadagna al giorno 4 marchi, un impiegato appena 3,50 marchi, un operaio non qualificato neanche 2 marchi per ciascun membro della famiglia. Rappresenta graficamente queste cifre. Secondo prudenti valutazioni in Germania ci sono 300 mila malati di mente, epilettici, ecc., in case di cura.Quanto costano annualmente costoro complessivamente se per ciascuno ci vogliono 4 marchi? Quanti prestiti matrimoniali dell’ammontare di 1000 marchi l’uno, con rinuncia a qualsiasi successiva restituzione, si potrebbero stanziare ogni anno con questi soldi?».

Tutti i programmi di sterminio sono preceduti e sostenuti da una pervasiva, martellante e capillare opera di propaganda nelle scuole e nelle organizzazioni giovanili del partito nazista, attraverso film, poster, libri e opuscoli  che illustrano la necessità della selezione genetica e dell’eliminazione dei disabili per evitare loro altre sofferenze e risparmiare denaro a beneficio del resto della popolazione.

Tra i bambini, le vittime sono circa 5 mila dal 1938 al 1941. Gli ospedali devono segnalare i bambini di età inferiore ai 3 anni per i quali si sospetta una delle seguenti gravi malattie ereditarie così classificate: idiozia e sindrome di Down (specialmente se associata a cecità o a sordità), macrocefalia, idrocefalia, malformazioni di ogni genere soprattutto agli arti, alla testa e alla colonna vertebrale e paralisi, incluse le forme spastiche. I bambini vengono sottratti ai genitori per essere trasferiti in centri pediatrici speciali per ricevere cure migliori dove invece vengono uccisi, sezionati a scopo “scientifico” e poi cremati. Causa ufficiale della morte è: polmonite.

La storia di Otto Weidt invece è la storia di un uomo che ha salvato molti Ebrei, anche disabili, un Giusto con disabilità, essendo quasi completamente cieco a causa di una malattia degenerativa. Figlio di un tappezziere, da sempre oppositore del nazismo, in gioventù, appena arrivato a Berlino da Rostock, dove è nato nel 1883, fa parte dei circoli anarchici e pacifisti della città. Grazie a documenti falsi per i dipendenti ebrei della sua fabbrica di scope e di spazzole, nasconde un’intera famiglia in un locale segreto del suo magazzino, corrompe i guardiani polacchi del campo di concentramento in cui è prigioniera la sua segretaria per farle avere cibo e vestiario, dà lavoro a diversi Ebrei ciechi o sordi, fa di tutto per salvarli dallo sterminio. Lavora anche per la Wermacht. Questo gli permette di avere Ebrei come operai coatti, rimandando e cercando di evitare il momento della deportazione. Scambia al mercato nero scope e spazzole per aiutare a sfamare i suoi lavoratori. Manda pacchi ai centri di detenzione con cibo e aiuti. Dopo la guerra apre un orfanotrofio per i bambini e le bambine ebree, e una casa di riposo per anziani soli.

La sua storia è diventata un documentario, Otto Weidt – Uno tra i Giusti nel 2015, con musiche di Filippo Visentin. Nel Museo fatto aprire a Berlino nel 2004, con sede nell’edificio che ospitava la fabbrica, dalla segretaria Inge Deutschkron sopravvissuta alla Shoah, ci sono foto di gruppo di Weidt con i dipendenti, una ventina circa, la maggior parte con disabilità visiva. Altre immagini mostrano i macchinari presenti in fabbrica per permettere anche ai ciechi di produrre le scope. Tra il 1942 e il 1943 è l’unico a far ricoprire ruoli impiegatizi agli Ebrei che gli vengono affidati dalla Casa Ebraica per i ciechi. Le due segretarie ebree si mischiano agli operai nei laboratori quando arrivano i controlli. In mostra c’è anche la carta di identità della segretaria e una cartolina con la quale in codice una famiglia di ex-dipendenti riesce a far recapitare a Weidt una richiesta di cibo. Ci sono immagini del nascondiglio all’interno della fabbrica dove l’imprenditore fa nascondere un’intera famiglia. C’è anche la cartolina lanciata dalla segretaria dal treno che la porta ad Auschwitz, con cui chiede di imbucarla a chi la trovasse e che incredibilmente arriva al destinatario. Weidt muore di infarto nel 1947. Viene soprannominato lo «Schindler cieco». Nel 1971 lo Yad Vashem Memorial l’ha riconosciuto Giusto tra le nazioni.

Veneto – Atleta di Vigonza vince quattro medaglie

Nazionali paralimpiche Indoor di atletica leggera: atleta non vedente conquista l’oro nei 200 metri, l’argento nei 60 metri, nel salto in lungo e nel lancio del giavellotto

Il 22 e 23 gennaio si sono svolte ad Ancona le Nazionali paralimpiche Indoor di atletica leggera. Riccardo Dalla Mana, studente liceale di quasi 15 anni, ha partecipato alle gare per non vedenti  conquistando quattro medaglie in diverse specialità.

Queste medaglie sono il risultato di un percorso fatto di occasioni, coraggio e fatica, sempre accompagnato dalla famiglia e dagli affetti.

Se la corsa potrebbe sembrare uno sport individuale, in cui allenatore e atleti concorrenti sono le uniche occasioni di relazione, non è così, soprattutto per un atleta non vedente che, per cominciare a correre, deve sviluppare molte relazioni di fiducia.

Così spontanea nei giochi dei bambini, la corsa per chi non vede è invece una conquista che si ottiene a piccoli passi di fiducia: nel proprio corpo, nella propria forza, nell’ambiente circostante che non deve avere ostacoli, nella guida di cui ci si allena a sentire i movimenti. Per un bambino che non vede correre è rompere le catene della paura di possibili ostacoli intorno a sé e liberare la leggerezza per fare il primo passo.

“Vedere questa libertà, questa fiducia nuova in un bambino che non vede commuove sempre. Le abbiamo viste in Riccardo, quando a otto anni, per la prima volta senza i genitori, è venuto a un campo di una settimana sullo sport e le autonomie, coraggioso in un gruppo di bambini di qualche anno più grandi”.

Così ricorda una educatrice dell’équipe I.RI.Fo.R. (Istituto per la Ricerca e la Formazione e Riabilitazione) Consiglio Regionale Veneto.

Una fiducia quindi che poggia i suoi fondamenti su una famiglia presente, disposta a vedere i successi, quando davanti agli occhi sembra ci siano solo i limiti; su persone disponibili a mettersi in gioco, vedendo che Riccardo era il primo intenzionato a farlo.

Gli allenamenti alla società Atletica Riviera del Brenta (Dolo, VE) sono stati la sua rampa di lancio.

Riccardo è andato in profondità, scavando e scegliendo, riconoscendo la passione e seguendola. Ma dalla prima corsa all’oro la strada è lunga, fatta di scelte e fatiche, di sempre nuove conquiste, non per sfida verso la vita ma per l’urgenza di farla brillare.

Renzo Ondertoller Vice Presidente e Operatori I.RI.Fo.R. Consiglio Regionale Veneto

Roberto Callegaro Presidente Consiglio Regionale Veneto UICI

Foto 1: Sorriso fiero sotto la mascherina e quattro medaglie al collo: Riccardo Dalla Mana, tra la guida Giulia Molena e l’allenatrice Giorgia Vignando

Foto 2: La corsa di Riccardo

Foto 3: Il salto in lungo

Decimo anniversario dell’entrata in vigore della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità

Si è celebrato il 22 gennaio 2021 il decimo anniversario dell’entrata in vigore nell’Unione Europea della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità (UNCRPD). L’UE, dopo aver firmato la Convenzione il 30 marzo 2007, l’aveva ratificata, prima organizzazione di integrazione regionale a diventare parte di un trattato internazionale sui diritti umani, il 23 dicembre 2010. La Convenzione, che ha apportato, nel decennio appena trascorso, grandi cambiamenti nel modo in cui vengono trattati i diritti delle persone con disabilità, sia in ambito UE che nei singoli Stati Membri, resta di fondamentale importanza e va considerata come un “cantiere aperto” grazie al quale lavorare con impegno negli anni a venire. Come dichiarato dal Presidente del Forum Europeo della Disabilità (EDF), Yannis Vardakastanis, «è tempo di assicurarsi che le leggi siano applicate e che siano investiti fondi adeguati. L’imminente Strategia sui Diritti delle Persone con Disabilità dovrà porre le basi per una vera uguaglianza, trasformando i diritti in realtà».

Servizio Civile – Proroga scadenza

PROROGA SCADENZA PRESENTAZIONE DOMANDE AL 15 FEBBRAIO 2021.

Anche se già a conoscenza di tutte le Strutture, si ritiene opportuno ricordare che la scadenza del termine per la presentazione delle domande per partecipare alla selezione di n. 55.793 posti di operatore volontario è stata prorogata al 15 febbraio 2021 ore 14:00. 

La proroga è conseguente all’emanazione di un nuovo Bando che, prevedendo ulteriori 8.902 posti, integra il Bando per la selezione di 46.891 operatori volontari pubblicato il 21 dicembre 2020.

Pesaro Urbino – “Non siamo normali”

Nell’ambito del Progetto “Occhio alla rete”

l’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti sezione territoriale di Pesaro Urbino

organizza:

Lettura online con discussione

Nove storie di atleti pesaresi che hanno trasformato la propria disabilità in pura energia . Un  libro scritto a quattro mani dalle giornaliste sportive Elisabetta Ferri e Beatrice Terenzi,  che narra le storie di 9 atleti pesaresi con disabilità. Ragazzi straordinari che non si sono arresi alle avversità che li hanno colpiti, anzi hanno fatto di questi ostacoli dei formidabili stimoli per la loro rinascita attraverso lo sport.

9 atleti, 9 campioni nelle loro discipline, accomunati da una forza speciale che li rende eccezionali rispetto agli altri. La determinazione, il coraggio, la passione e il riscatto. La vita ha colpito ognuno di loro in maniera diversa, stravolgendone la normalità: tutti hanno deciso di reagire, scendendo in un campo, correndo su una pista, tirando con l’arco o praticando arti marziali. “Non siamo normali” è il titolo del libro, perché i 9 protagonisti sono molto di più.

In collegamento, a  raccogliere opinioni, emozioni e sensazioni sulla lettura  saranno presenti Giordano Cardellini, Anna Maria Mencoboni e Michele Baldelli, protagonisti delle storie di vita e di sport proposte, nonché le autrici.

L’appuntamento è per il giorno MERCOLEDI’ 3 FEBBRAIO dalle ore 17.00 alle ore 19.00 in modalità telematica su piattaforma Zoom.

Entra nella riunione in Zoom
https://us02web.zoom.us/j/83948744110?pwd=NW81OVYrK2VEbnFhZzIyUEFHSnJmQT09

ID riunione: 839 4874 4110
Passcode: 664120

Spazio quindi alla lettura, un modo di vivere lo sport senza sudare!!!

“Progetto finanziato dalla Regione Marche con risorse statali del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali (art. 72 D .Lgs. n. 117/2017)”

Genova – Segreteria telefonica del 25 gennaio 2021

Si ricorda che è possibile ascoltare la segreteria telefonica, chiamando il numero 010 099 31 78 e seguendo le istruzioni in voce.

Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti

Onlus – Associazione di Promozione Sociale

Sezione Territoriale di Genova

Segreteria telefonica del 25 gennaio 2021

Novità:

Si informa che sul marciapiede in corrispondenza del condominio di Via Caffaro 6 a Genova, ove ha sede l’ufficio della Sezione, stanno installando le impalcature per il rifacimento della facciata del palazzo; si raccomanda pertanto di prestare la massima attenzione nel transitare sul marciapiede da percorrere per accedere alla sede sezionale.

Si informa che questa Sezione sta predisponendo un progetto ex art. 40 per l’impiego di volontari del servizio civile universale per l’accompagnamento ad personam dei ciechi civili.

I soci interessati entro venerdì 5 febbraio devono consegnare in ufficio apposita dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà attestante la condizione di cieco civile corredata dalla certificazione comprovante lo svolgimento di un’attività lavorativa, di attività sociali o la necessità dell’accompagnamento per motivi sanitari; per maggiori informazioni contattare l’ufficio negli orari di apertura al pubblico.

Si consiglia ai soci interessati di individuare fin d’ora ragazzi che possano essere disponibili a svolgere il servizio ad personam presso di loro.

Si rende noto che il termine per la presentazione della domanda di adesione al bando del servizio civile universale che ha in forza anche due progetti della Sezione UICI di Genova per 6 giovani dai 18 ai 28 anni è stato prorogato alle ore 14:00 del 15 febbraio; si invitano i soci a divulgare l’informazione tra parenti, amici e conoscenti.

Si informa che la somministrazione del vaccino anti-covid alle persone con disabilità, che sarebbe dovuto iniziare nel mese di febbraio, molto probabilmente slitterà a metà marzo per i noti problemi sopravvenuti di distribuzione dei vaccini; appena vi saranno novità rilevanti in merito la Sezione provvederà ad informare tempestivamente i soci mediante messaggio sms su telefono cellulare.

Mercoledì 27 gennaio su SlashRadio dalle ore 16:30 alle ore 17:30 appuntamento con la rubrica di dialogo diretto “Chiedi al Presidente”.

Si ricorda che è possibile rinnovare il tesseramento all’associazione per l’anno 2021 presso l’ufficio di Via Caffaro 6/1, previo appuntamento; anche quest’anno la quota ordinaria è di € 50,00, la quota ridotta riservata ai minorenni ed agli ospiti dell’Istituto David Chiossone è di € 10,50; chi volesse versare la quota associativa tramite trattenuta mensile sulla pensione, può sottoscrivere l’apposita delega presso la sede di Via Caffaro, sempre previo appuntamento.

Continua l’appuntamento settimanale del mercoledì dalle ore 17:00 alle ore 18:00 di incontro e dialogo a distanza con i soci, sempre gestito di volta in volta da un diverso componente del Consiglio Sezionale; appuntamento quindi mercoledì 27 gennaio con la Consigliera Carolina Liberato.

L’incontro si svolge con la modalità dell’audioconferenza in sala virtuale telefonica gratuita Globafy alla quale i soci possono accedere nell’orario dedicato componendo il numero 02 87 36 87 17 e digitando, a seguito della richiesta in lingua inglese dell’inserimento del codice, il numero 10102020.

Continua inoltre il corso di scacchi che si svolge in Sezione il mercoledì pomeriggio dalle ore 16:00 alle ore 17:30 tenuto dal socio Sergio Nanni; per informazioni ed adesioni contattare il numero 340 063 92 49

Ricordiamo che i soci potranno accedere ai servizi di consulenza ed assistenza dell’ufficio della Sezione Territoriale UICI di Genova, nel rispetto delle disposizioni governative per contrastare il contagio da corona virus, solo ed esclusivamente previo appuntamento telefonico al numero dell’ufficio 010 25 100 49 e con l’adeguata protezione della mascherina.

Commissioni e gruppi di lavoro

Autore: Mario Barbuto

Care amiche, cari amici,

la Direzione Nazionale ha sviluppato in queste settimane una riflessione profonda e attenta circa il metodo di lavoro, le procedure e le competenze da porre in essere per assicurare la piena funzionalità ed efficienza delle attività e dei servizi, anche tenuto conto delle esigenze e delle aspettative del territorio.

Sulla base delle esperienze precongressuali e congressuali, sono state individuate alcune aree tematiche principali intorno alle quali costruire gruppi di lavoro agili, efficienti e sintetici, con l’indicazione di ben precisi obiettivi da raggiungere e tempi ragionevolmente certi entro i quali conseguirli.

Ogni gruppo, per il raggiungimento di specifici obiettivi, avrà facoltà di avvalersi di ulteriori competenze esterne, tuttavia sempre finalizzate a dare maggior sostanza al tema di volta in volta trattato.

Per le competenze territoriali dei singoli componenti, inoltre, la Direzione ha ritenuto opportuno costituire quattro gruppi omogenei di due componenti ciascuno, i quali si occuperanno delle specifiche aree territoriali loro attribuite, integrando il proprio lavoro con i consiglieri nazionali e i dirigenti regionali e sezionali dei territori interessati.

L’innovazione basata sul doppio componente responsabile, mira a favorire rapporti di insieme organici e costanti in seno al tessuto associativo a ogni livello, con una rappresentazione continua e imparziale delle esigenze territoriali direttamente nel cuore operativo della Direzione nazionale.

Nella prossima riunione, pertanto, verranno attribuite le competenze territoriali ai componenti della Direzione, secondo lo schema sopra esposto.

Per i gruppi di lavoro sono state individuate le seguenti cinque grandi aree tematiche di riferimento:

  • GdL.1 Tutela:
  • Lavoro, Previdenza, Pensionistica, Diritti
  •  
  • GdL.2 Istruzione:
  • Scuola, Formazione, Famiglie, Disabilità complesse
  •  
  • GdL.3 Pari opportunità:
  • Donne, Anziani, Giovani, Ipovedenti
  •  
  • GdL.4 Vita indipendente:
  • Accessibilità, Mobilità, Autonomia, Cani Guida
  •  
  • GdL.5 Rapporti sociali:
  • Comunicazione, FundRaising, Volontariato, Servizio Civile

Il grande tema delle tecnologie è stato demandato a INVAT che sta procedendo alla costituzione di due gruppi di lavoro, uno sul software e uno sull’hardware, ispirati allo stesso modello organizzativo sopra esposto e seguito dalla Direzione.

Il lavoro del primo gruppo sarà sostenuto anche, in maniera determinante, dall’Agenzia IURA, della quale Mario Girardi è presidente e Gabriele Colantonio componente del Consiglio Generale, unitamente al Presidente Nazionale.

I gruppi di lavoro, tra gli altri compiti, provvederanno a organizzare seminari tematici periodici a cadenza almeno semestrale, sull’esempio degli STAC precongressuali.

Tutti i gruppi istituiti dalla Direzione saranno coordinati direttamente dal Presidente Nazionale.

Rimane raccomandata la facoltà di costituire ulteriori comitati professionali a livello sezionale, regionale e nazionale, (centralinisti, fisioterapisti, insegnanti, ecc…), quale libera espressione democratica della base e preziosa rappresentazione di esigenze specifiche con le quali potranno confrontarsi in ogni circostanza i gruppi di lavoro sopra descritti.

In merito a detti gruppi di lavoro, i  Consigli sezionali e Regionali, ove lo ritengano, nei limiti delle specifiche possibilità, potranno far proprio questo modello organizzativo, nell’intento di dare maggiore efficienza, continuità e certezza all’impegno di tutti e valorizzare la partecipazione di ciascuno.

Raccomando comunque a tutti i Presidenti sezionali e regionali, ove non vi abbiano già provveduto, di procedere alla individuazione e nomina dei vari responsabili dei propri gruppi a livello rispettivamente di Sezione e di Regione e darne tempestiva comunicazione alla Presidenza nazionale, per assicurare operatività piena del territorio e continuare a tessere il filo di quella rete che ci tenga sempre più insieme, sia pure nei ruoli e nei compiti differenti di ciascuno di noi.

L’indennità di accompagnamento non fa reddito

Consiglio di Stato, sentenza n. 07850, pubblicata il 10/12/2020

Si richiama l’attenzione sull’ultima sentenza del Consiglio di Stato in materia di disabilità, la n. 07850 del 10 dicembre 2020, che ribadisce il principio secondo cui la pensione d’invalidità e l’indennità di accompagnamento cat. INVCIV esulano dalla nozione di “reddito”, in quanto non costituiscono incrementi di ricchezza, ma vanno considerati come emolumenti riconosciuti a titolo meramente compensativo o risarcitorio delle situazioni di disabilità.

In particolare, i magistrati del Consiglio di Stato hanno sostenuto che l’indennità di accompagnamento, al pari delle altre indennità con la medesima finalità, non può essere valutata come un reddito, in quanto essa “unitamente alle altre forme risarcitorie serve non a remunerare alcunché, né certo all’accumulo del patrimonio personale, bensì a compensare un’oggettiva ed ontologica…. situazione d’inabilità che provoca in sé e per sé disagi e diminuzione di capacità reddituale”. “Tali indennità o il risarcimento sono accordati a chi si trova già così com’è in uno svantaggio…. non determinano infatti una migliore situazione economica del disabile rispetto al non disabile, al più mirando a colmare tale situazione di svantaggio subìta da chi richiede la prestazione assistenziale e possiede i requisiti per accedervi”.

Segue un breve riassunto dei fatti di causa.

Veniva proposto ricorso contro il Comune di Parma, per l’illegittimità del Regolamento comunale n. 72/2018, che imponeva costi in compartecipazione, a carico dell’utente con disabilità, per la fruizione di interventi sociali e socio-sanitari. L’Amministrazione comunale, quindi, non si limitava a valutare la compartecipazione al “budget di progetto” in proporzione all’ISEE, ma – ai fini dell’ammissione alle prestazioni sociali e socio-sanitarie e della misura della loro corresponsabilità – applicava a carico dell’utente con disabilità un criterio economico aggiuntivo, che veniva individuato sulla base delle “entrate effettivamente disponibili”; in tal modo, addiveniva all’estensione in malam partem del concetto di “reddito”, considerando anche la pensione di invalidità cat. INVCIV e l’indennità diaccompagnamento.

Il ricorso veniva accolto, con l’ordine al Comune di Parma di annullare il Regolamento in questione. Per il Consiglio di Stato, infatti, l’ISEE resta l’unico parametro di valutazione della condizione economica del richiedente quale criterio selettivo per la fruizione di progetti sociali e socio-sanitari. Pertanto, l’ISEE rappresenta il “livello essenziale delle prestazioni”, con la conseguenza che le leggi regionali e i regolamenti comunali devono considerare vincolanti le sue prescrizioni, ai fini di progettualità di carattere sociale e socio-sanitario rivolte a persone con disabilità, escludendo le ulteriori entrate non calcolate ai fini dell’ISEE, come, ad esempio, la pensione di invalidità e l’accompagnamento.

Al riguardo, ricordiamo che già nel 2016 il Consiglio di Stato aveva ampiamente argomentato la questione, pronunciandosi per ben tre volte in tali termini: “l’indennità di accompagnamento e tutte le forme risarcitorie servono non a remunerare alcunché, né certo all’accumulo del patrimonio personale, bensì a compensare un’oggettiva e ontologica, cioè indipendente da ogni eventuale o ulteriore prestazione assistenziale attiva, situazione d’inabilità che provoca in sé e per sé disagi e diminuzione di capacità reddituale. Tali indennità o il risarcimento sono accordati a chi si trova già così com’è in uno svantaggio, al fine di pervenire in una posizione uguale rispetto a chi non soffre di quest’ultimo e a ristabilire una parità morale e competitiva. Essi non determinano infatti una “migliore” situazione economica del disabile rispetto al non disabile, al più mirando a colmare tale situazione di svantaggio subita da chi richiede la prestazione assistenziale, prima o anche in assenza di essa. Pertanto, la «capacità selettiva» dell’ISEE, se deve scriminare correttamente le posizioni diverse e trattare egualmente quelle uguali, allora non può compiere l’artificio di definire reddito un’indennità o un risarcimento, ma deve considerarli per ciò che essi sono, perché posti a fronte di una condizione di disabilità grave e in sé non altrimenti rimediabile.” (sentenze n. 838, 841 e 842 del 2016).

Del resto, in virtù di tale principio, ispirato ai criteri di proporzionalità di cui agli artt. 3, 38 e 53 Cost., il legislatore aveva riformato il DPCM n. 159/2013 (legge n. 89 del 26 maggio 2016, art. 2 sexies; cfr. circolare INPS n. 13/2016), escludendo dal reddito disponibile di cui all’art. 5 D.L. 6 dicembre 2011, n. 201 i trattamenti assistenziali, previdenziali e indennitari, comprese le carte di debito, a qualunque titolo percepiti da amministrazioni pubbliche in ragione della condizione di disabilità, laddove non rientranti nel reddito complessivo ai fini dell’IRPEF (Cons. Stato, Sez. III, n. 6371/2018).

In conclusione, la sentenza del Consiglio di Stato n. 07850/2020 dichiara illegittima l’inclusione della pensione di invalidità cat. INVCIV e dell’indennità di accompagnamento tra i redditi utili, ai fini della valutazione di spettanza o meno degli interventi sociali e sociosanitari.

Resta inteso, però, che – fuori dalle ipotesi espressamente contemplate – mentre l’indennità di accompagnamento non rileva mai ai fini reddituali, la pensione di invalidità potrebbe avere rilevanza, quale forma di reddito da valutare, per alcune specifiche prestazioni previste dalla legge. Due esempi, tra tutti, sono il cd “incremento al milione” delle prestazioni cat. INVCIV e il reddito di cittadinanza (cfr. le casistiche riportate all’interno del comunicato UICI n. 147/2020). In tali fattispecie, infatti, l’inclusione della pensione d’invalidità civile – e non anche dell’accompagnamento – tra i redditi rilevanti è dovuta al fatto che l’“incremento al milione”, il reddito di cittadinanza e la pensione di cittadinanza sono, a loro volta, dei trattamenti di natura assistenziale.

Il testo della sentenza viene allegato di seguito:

Sentenza CdS su Acc. e pensione.pdf

Torino – L’Unione Ciechi scommette sulla formazione a distanza

Incontri via Zoom per aiutare chi non vede a orientarsi nel mondo digitale

Questa volta il passaparola digitale ha superato ogni aspettativa. Giovedì 14 gennaio erano infatti più di 150 le persone collegate via Zoom da tutta Italia. C’era chi non aveva mai sentito parlare di firma digitale e chi, invece, abituato a usarla da tempo, poneva domande molto specifiche. Tutti, comunque, erano convinti che si trattasse di un’opportunità da conoscere e di uno strumento per diventare più autonomi. Sì, perché, quando è usata con intelligenza, la tecnologia si allea con l’inclusione. Sarà per questo che gli incontri gratuiti di formazione organizzati dall’UICI (Unione Italiani Ciechi e Ipovedenti) di Torino stanno ottenendo un successo notevole, inatteso anche per gli organizzatori. In pochi mesi c’è stato un continuo crescendo di adesioni, fino al boom dell’appuntamento di metà gennaio. Così l’associazione ha saputo trasformare le restrizioni imposte dalla pandemia in occasione per crescere e raggiungere una più ampia platea di interlocutori.    

«Tutto è iniziato la scorsa primavera, durante il primo lockdown – racconta Alessio Lenzi, responsabile del Comitato Informatico UICI Torino – L’improvviso esplodere dell’emergenza Covid-19 stava stravolgendo le vite di tutti e le persone con disabilità visiva erano quanto mai disorientate. Così abbiamo pensato a un incontro a distanza per offrire qualche spunto utile nel quotidiano. Poiché nessuno poteva uscire di casa, abbiamo descritto alcune piattaforme per acquistare cibi pronti e per fare la spesa on-line (JustEat, Glovo, Supermercato24). Con i dovuti accorgimenti, queste soluzioni sono pienamente alla portata delle persone con disabilità visiva, ma chi si trova a usarle per la prima volta può aver bisogno di qualche suggerimento pratico». Quel primo esperimento ha dato risultati incoraggianti. La riunione infatti è stata seguita da diverse decine di persone, a Torino e non solo. C’era perfino una signora collegata dal Perù. «Anche la decisione di usare Zoom, piattaforma facilmente accessibile a chi non vede, si è rivelata efficace» spiega ancora Lenzi. Da allora il Comitato Informatico UICI Torino non si è più fermato. 

Oltre alla formazione su acquisti on-line e applicazioni per il delivery (già più volte replicata, sempre con successo) sono state messe in campo proposte nuove. Nel mese di novembre si è tenuto un incontro sullo SPID, il Sistema Pubblico di Identità Digitale, ormai obbligatorio per accedere a molti servizi della Pubblica Amministrazione. A gennaio, invece, si è parlato di firma digitale, equivalente informatico di una firma autografa. Gli incontri hanno un taglio molto pratico e sono particolarmente attenti al tema dell’accessibilità: grazie a simulazioni ed esempi, viene mostrato come accedere ai vari servizi usando le tecnologie specifiche per la disabilità visiva (ad esempio la sintesi vocale o la barra braille), come superare problemi o aggirare ostacoli. Molto spazio viene dato alle domande dei partecipanti. Gli incontri sono ideati e condotti da Alessio Lenzi, cui talvolta si affiancano altri relatori: all’ultimo appuntamento, ad esempio, è intervenuto l’avvocato Franco Lepore (presidente UICI Piemonte e disability manager della Città di Torino), che ha illustrato la valenza legale della firma digitale. 

«Senza un’adeguata conoscenza delle nuove tecnologie, oggi si rischia di rimanere tagliati fuori dalla società – commenta Giovanni Laiolo, presidente UICI Torino – Ecco perché siamo felici di poter condividere alcune conoscenze specifiche non solo con i nostri soci e amici, ma anche con persone di altre parti d’Italia. Riteniamo che queste iniziative siano uno stimolo alla crescita personale e un contributo nel cammino della piena inclusione». 

Lorenzo Montanaro

Ufficio Stampa UICI (Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti) – Sezione Territoriale di Torino

333 447 99 48

ufficio.stampa@uictorino.itlorenzo.montanaro@gmail.com 

Pordenone – Inaugurato il camper della prevenzione

Autore: Giorgio Piccinin

Anni di intenso lavoro, di contatti e di programmazione hanno portato ad un traguardo molto lusinghiero per la sezione I.A.P.B. di Pordenone, per il responsabile Tullio Frau e per il suo gruppo di lavoro formato dall’oculista Dott. Gismondi, un ortottista dott. Licata e dall’apporto di un’impiegata della sezione Territoriale U.I.C.I. di Pordenone.

L’attività, che si svolge durante l’anno, con sitting di prevenzione, conferenze e presenze in occasione di eventi particolari nel territorio, ha subito un brusco ridimensionamento causa Covid ma l’ottenimento del camper per visite oftalmiche rappresenta un’importante tappa per la prevenzione, frutto di una strategia sinergica come di seguito riportato dal Messaggero Veneto di Pordenone di domenica 17 gennaio 2021.

Ora, in programma, non appena le condizioni sanitarie lo consentiranno, via a screening nelle principali scuole primarie della città per monitorare i bambini soprattutto nella fascia d’età 6/8 anni dove spesso si nascondono le criticità che possono, nel tempo, causare seri ed invalidanti problemi.

Giorgio Piccinin

DI SEGUITO UN ARTICOLO TRATTO DAL MESSAGGERO VENETO DI PORDENONE DI DOMENICA 17 GENNAIO 2021:

L’unione fa la forza, ed è proprio il caso di dirlo con la consegna, avvenuta ieri mattina, del camper per visite oftalmiche donato all’Iapb (l’agenzia internazionale per la prevenzione della cecità) e all’Unione italiana ciechi di Pordenone, dal Lions Club Pordenone Host e FriulOvest Banca. Il camper andrà nelle scuole e nelle piazze, per sensibilizzare al controllo della vista. “Speriamo di poter ricominciare con l’attività di prevenzione” – ha affermato il presidente di Iapb Tullio Frau, assieme al presidente dell’Unione ciechi Enrico Modolo. “Per noi, questo camper é un sogno che si avvera: bisogna ricordare infatti che la vista ‘ un bene prezioso. Soddisfazione da Angelo Bortolus, presidente Lions Club Pordenone Host, e dal governatore Lions di zona Giancarlo Buodo, il quale ha ricordato come il tema della prevenzione sia fondante dell’attività dei Lions. “Questo momento rappresenta la ciliegina sulla torta di un 2020 che ha visto la banca impegnata con diversi progetti per il territorio”, ha osservato il presidente di FriulOvest Lino Mian, assieme al presidente di Credima, Giorgio Siro Carniello. Un altro tassello della solidarietà è stato posizionato ha concluso soddisfatto il vicesindaco Eligio Grizzo. –L.V.