Smart Working parte seconda: la PA e i dipendenti non vedenti, di Carlo Sist

Autore: Carlo Sist

Notizie da Hardware Upgrade – Il Sito Italiano sulla Tecnologia, https://www.hwupgrade.it/

Smart working Seconda parte – P.A. e dipendenti non vedenti. Un’opportunità?

Faccio una piccola premessa per darvi il senso di questo mio articolo.

La volta scorsa sul numero 11 del 15 giugno 2020 della rivista “Uiciechi.it”, per chi non lo avesse letto, di seguito il link diretto: http://www.uiciechi.it/servizi/riviste/TestoRiv.asp?id_art=23742 , abbiamo letto come questa novità portata dalla pandemia, ha introdotto un cambiamento epocale. Capito un po’ come il settore privato lo ha interpretato.

Ora, passando alla P.A., per i non vedenti lavoratori pubblici, vi è una grande novità. Possono interagire in modo diretto con le scelte future su questa modalità di lavoro.

Il Ministro della Funzione Pubblica, intercettando la difficoltà per la P.A. ad adeguarsi, da la possibilità ai suoi dipendenti di interagire fattivamente con chi dovrà decidere la politica del lavoro nella P.A. negli anni a venire.

Posso solo suggerirvi, se me lo permettete, di leggere tutto quanto quì messo a disposizione e cogliere questa inaspettata occasione, quindi partecipare al sondaggio ministeriale pensando ai temi a noi più sensibili e utili, uno per tutti, l’accessibilità.

Di seguito:

– Comunicato Ministro Funzione Pubblica;

– Due autorevoli esempi;

– Aspetti pratici e normativi;

– ParteciPA.

Buona lettura.

Smart working: cosa succederà dopo la fase 2

4 Giugno 2020

Incrementare la percentuale minima del lavoro agile ad almeno la metà delle attività smartabili: è l’obiettivo a regime del ministro della Pa Fabiana Dadone. Il lavoro agile, o ‘smart working‘, si è rivelato uno strumento chiave nel periodo cruciale del lockdown: ha infatti consentito a molti lavoratori pubblici e privati di svolgere le proprie mansioni da casa e ha garantito la continuità di proseguimento delle attività amministrative di molti uffici, aziende e studi professionali.

Inoltre, con la diminuzione degli spostamenti e dei contatti interpersonali in presenza, ha aumentato la possibilità di protezione del contagio. Ora nella fase 2 avanzata, con la ripresa a regime di tutte le attività produttive, ci si interroga su cosa succederà a questa metodologia di lavoro agile, che il Decreto Rilancio ha configurato come un diritto per i genitori di figli minori di anni 14, anche per i lavoratori del settore privato. Oggi il ministro della Pubblica Amministrazione, Fabiana Dadone, è intervenuta al ‘question time’ al Senato e nell’Aula ha fornito le risposte a questi interrogativi sulla prossima evoluzione dello smart working, che ci vengono resocontate dall’agenzia stampa Adnkronos.

«A regime intendo incrementare il ricorso al lavoro agile non solo aumentando la percentuale minima del personale, che ricordo a norma vigente essere pari al 10%, ma soprattutto prevedendo che ciascuna amministrazione, individuate le attività c.d. smartabili, attivi la modalità agile ad almeno la metà di esse», ha affermato Dadone delineando gli obiettivi da raggiungere.

«Ad oltre un anno dall’ultima rilevazione sull’applicazione del lavoro agile nella Pa, ho ritenuto importante, già prima dell’emergenza epidemiologica, che fosse avviato il nuovo monitoraggio tuttora in corso, i cui primi risultati saranno resi disponibili entro il mese. A questo ho inteso affiancare due specifiche consultazioni rivolte rispettivamente ai dirigenti e al personale non dirigenziale, destinate a rilevare le opinioni, i giudizi e le valutazioni sulle esperienze applicative durante l’emergenza Covid-19 e, soprattutto, le loro aspettative e le eventuali indicazioni per accompagnare, sostenere e promuovere la diffusione della modalità agile», ha proseguito il ministro.

«I dirigenti pubblici, in particolare, sono i principali attori dell’organizzazione e della attuazione del lavoro agile, in qualità di promotori, gestori e valutatori dei risultati – ha aggiunto. Il mio obiettivo, dunque, non è solo quello di incrementare tout court il lavoro agile, ma di condurre la Pa verso una rivoluzione culturale, prima ancora che organizzativa, che ponga al centro dell’attività il prodotto e il conseguimento di risultati, in una cornice di accresciuta consapevolezza, soprattutto da parte della dirigenza pubblica, delle potenzialità del lavoro agile e delle rinnovate esigenze organizzative che ciascuna amministrazione è tenuta a compiere per realizzarlo pienamente».

«Per questo – ha affermato il ministro -ritengo altrettanto cruciale una formazione adeguata sia dei dirigenti che del personale non dirigenziale, e la verifica periodica della prestazione dei lavoratori in smart working, nel rispetto dei parametri temporali e del diritto alla disconnessione, onde scongiurare i rischi di una disponibilità illimitata».

Perciò, fino alla conclusione dell’attuale fase 2, «il ricorso allo smart working, così come la percentuale di applicazione, nel periodo in corso risulta, naturalmente, forzato da cause di necessità. Resta inteso, come già previsto dalle disposizioni del c.d. decreto Rilancio, e nel rispetto dei protocolli di sicurezza sanitaria, che le amministrazioni pubbliche adeguino la organizzazione degli uffici e del proprio personale alle esigenze delle imprese e dei cittadini dettate dal progressivo riavvio delle attività produttive e commerciali”, ha aggiunto Dadone.

«L’obiettivo primario del lavoro agile nell’immediato futuro è quello di migliorare l’organizzazione dell’amministrazione pubblica, al fine di raggiungere il punto di equilibrio tra la maggiore efficienza dei servizi resi alla collettività ed il benessere organizzativo interno,che, come già rilevato, può contribuire a maggiori risparmi da parte delle amministrazioni e ad una migliore sostenibilità in termini di impatto ambientale», ha concluso il ministro.

Fonte: comunicato stampa.

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Smart working  – Fattore culturale anche per la P.A.

Il virtual Desktop nella pubblica amministrazione: l’esperienza di Nutanix.

16 giugno 2020

Anche la pubblica amministrazione ha dovuto attivare le politiche di smart working durante l’emergenza COVID-19. Nutanix ha organizzato un incontro con due esponenti della PA italiana per analizzare cosa è stato fatto.

Durante i mesi di lockdown il mondo del lavoro non si è fermato del tutto e molte realtà hanno proseguito a fare business, anche se in maniera necessariamente differente. Non fanno eccezione le Pubbliche Amministrazioni, che in breve tempo sono riuscite a organizzarsi per continuare a offrire i servizi al cittadino, nonostante anche i dipendenti pubblici lavorassero da remoto.

Nutanix ha organizzato un incontro virtuale al quale hanno partecipato Luca De Pietro,  Direttore UO Strategie ICT e Agenda Digitale di  Regione  Veneto e  Daniele Lunetta, Dirigente dell’ufficio Digitalizzazione e innovazione tecnologica del  Ministero del lavoro  e delle politiche sociali.

Lo smart working e le PA

Spesso si parte dal presupposto che le Pubbliche Amministrazioni siano delle entità piuttosto arretrate, ma parlando con De Pietro e Lunetta, emerge un quadro differente: gli enti da loro curati, infatti, stavano già lavorando da tempo a dei progetti di lavoro agile, non ancora pienamente implementati, ma comunque in sviluppo. Quando è entrato in vigore il lockdown, il lavoro fatto in precedenza è stato fondamentale e ha permesso di potersi muovere in fretta e reagire efficacemente alla crisi. “Quando il governo ha iniziato a dire che era necessario lavorare da remoto avevano già un progetto di lavoro agile, esteso a un centinaio di persone che un giorno alla settimana lavoravano smart” – ha spiegato Luca de Pietro.

Purtroppo, solamente 600 dipendenti su 3.000 avevano un portatile, quindi l’istituto si è dovuto attivare per procurarli il più velocemente possibile, e nel frattempo molti hanno tamponato usando i loro dispositivi personali. “Eravamo più pronti sotto il profilo del data center che sulla capacità personale. Stiamo ancora riflettendo su questo elemento. Abbracciare il lavoro agile vuol dire anche mettere mano alle postazioni delle persone”. De Pietro durante l’intervento ha sottolineato l’importanza di ripensare non solo alle modalità (cioè, permettere ai dipendenti di lavorare fuori sede) ma anche i processi. “Lavoro agile non è lavoro remotizzato”, ha affermato, un concetto importante, sul quale si è soffermato anche Alberto Filisetti,  Country Manager di Nutanix. 

Anche  Daniele Lunetta condivide la della stessa opinione, e ha sottolineato come ormai il problema non sia più tecnologico, ma di mentalità e di infrastruttura. La mentalità di cui parla è quella dei dirigenti, degli amministratori, che solo in alcuni casi hanno compreso l’importanza di ripensare l’intero modello di lavoro delle PA, “sfruttare la tecnologia per ripensare un modello operativo”. A questo si aggiunge il limite delle infrastrutture, che in certe aree di Italia impediscono di remotizzare il lavoro: per poterlo fare, sono prima necessari importanti investimenti per portare la connettività dove manca, perché non dobbiamo dimenticare che le regioni non sono fatte solo di capoluoghi, ma anche di tanti paesi, spesso sparsi per il territorio, dove la fibra rimane un miraggio.

Per quanto riguarda le infrastrutture c’è un piano nazionale, ma prima del 2022 non si vedranno i risultati. Sotto il profilo delle competenze e della cultura, invece, secondo Daniele è la politica che deve darsi da fare, vincendo le tante resistenze che ancora oggi ci sono, anche da parte dei sindacati: “La cultura passa anche dalla governance politica, e se non leghi lo smart working con una cultura del lavoro, non puoi avere successo” – chiosa Daniele – “Bisogna togliere alibi politici. Realizzare strumenti efficaci, altrimenti si vede una strada che va verso le tutele e non verso la crescita”.

Una riflessione mi giunge doobbligo, quanta verità in queste testimonianze. Tanti non vedenti che lavorano nelle P.A. lo sanno bene quanta difficoltà incontrano nel richiedere digitalizzazione, accessibilità ed innovazione, ma sopra tutto, approccio culturale innovativo da parte della classe dirigente del paese con cui spesso dobbiamo lottare per ottenere il lavoro agile. Un assurdo tutto italiano,  significa tra l’altro, applicare la normativa vigente emanata dal Governo con i Decreti “Cura Italia” e “Rilancio”, decreti nn. 30 e 34/2020, Atto che per la dirigenza di un paese, dovrebbe trovare immediata applicazione, essendo mero adempimento rispetto alla normativa emanata a livello centrale.

Chi scrive è uno di questi lavoratori non vedenti della P.A. che ha dovuto lottare per chieder l’applicazione della normativa l.a.e..

Speriamo che i nostri sforzi diano un futuro più favorevole con minori difficoltà culturali e tecnologiche.

Fonte: https://edge9.hwupgrade.it/news/innovazione/il-virtual-desktop-nella-pubblica-amministrazione-l-esperienza-di-nutanix_90102.html

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L’inattesa e improvvisa pandemia ha messo in risalto alcuni ritardi già noti nella pubbblica amministrazzione e ha reso più difficile per i lavoratori disabili tutti ed in particolare per chi è affetto da handicap di tipo visivo, muoversi e di conseguenza raggiungere il posto di lavoro ogni giorno. Il distanziamento sociale prevede che si possano vedere le persone che si hanno intorno, che sia possibile leggere i cartelli o notare eventuali segni tracciati sui pavimenti delle ffermate o delle pensiline di bus, treni e metropolitane, che sia possibile sapere quanti posti liberi ci sono su un autobus e così via; tutto ciò è impossibile per la persona non vedente o ipovedente grave che si muove in autonomia con bastone bianco o cane guida. Per chi invece sceglie di usufruire di un accompagnatore, è più complesso trovare persone disposte, anche a pagamento e con le dovute protezioni, ad annullare il distanziamento sociale, a meno che non si tratti di parenti che non sempre ci sono e che comunque non devono essere obbligati a svolgere questo servizio con continuità.

In un’ottica a lungo termine, con la minaccia di un possibile riaffacciarsi del virus, occorre:

1. Che siano rispettati pienamente gli articoli 18 e 19 della legge 22 maggio 2017 n. 81 che prevedono l’implementazione sempre più capillare del lavoro a distanza (smart working o lavoro agile) per tutti i lavoratori, in particolare per i disabili e a prescindere dalla mansione che svolgono.

2. Il ricorso al lavoro a distanza, in particolare nel caso di lavoratore disabile, rappresenterebbe anche per lo Stato, un notevole risparmio per i seguenti motivi:

A. Minor ricorso alla fruizione dell’art.33 commi 2 e 3 della legge 104/92, spesso richiesto dal lavoratore per ridurre lo stress dovuto al recarsi fisicamente in ufficio;

B.  Eventuale  azzeramento del ricorso ai buoni pasto;

C. Riduzione dei rischi di incidenti sul lavoro con conseguenti risarcimenti da parte dell’amministrazione;

D. Minor ricorso allo strumento della malattia nei periodi in cui eventuali accompagnatori non sono disponibili per portare il disabile al luogo di lavoro.

3. accessibilità completa e reale delle piattaforme utilizzate dalla pubblica amministrazione e dei documenti da essa emanati in base alla legge 09.01.2004 n.4 detta anche legge  Stanca; e Dpr n.75/2005.

4. formazione per i dirigenti sulle reali potenzialità dei dipendenti disabili visivi , stipulando anche convenzioni con enti di formazione e associazioni da anni impegnati in tali settori;

5. omogeneità delle strumentazioni presenti nei singoli uffici e consultazione degli enti preposti alla verifica dell’accessibilità ogni qualvolta si debbano effettuare modifiche alle tecnologie utilizzate dal lavoratore affetto da disabilità visiva.

Fonte: normativa vigente.

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Il lavoro agile tra presente e futuro.

Consultazione rivolta ai dipendenti delle pubbliche amministrazioni

Benvenuto! Questa consultazione è promossa dal Ministro per la pubblica amministrazione per raccogliere informazioni sulle esperienze di lavoro agile in corso nelle amministrazioni pubbliche  e, in particolare, giudizi, valutazioni e proposte di miglioramento di dirigenti e dipendenti pubblici  utili a definire lo sviluppo dei prossimi anni dello smart working e del lavoro pubblico.

La prima fase di raccolta dei contributi inizia l’8 giugno e termina il 31 luglio 2020.

Superata la fase emergenziale, il lavoro agile continuerà ad interessare stabilmente un numero significativo di dirigenti e dipendenti pubblici, costituendo un importante fattore di innovazione organizzativa e culturale, di miglioramento della performance, di sviluppo delle competenze individuali e di conciliazione delle esigenze vita-lavoro del personale della pubblica amministrazione.

Nessuna innovazione è effettivamente e correttamente implementata (solo) perché è prevista da una norma o perché la sua mancata attuazione è sanzionata; tanto meno una politica, quale quella inerente alla innovazione del lavoro pubblico, che ha riflessi sulla gestione dell’attività amministrativa, sulle modalità di erogazione dei servizi, sulla informatizzazione e reingegnerizzazione dei processi e sulla revisione dei sistemi di misurazione e valutazione della performance, individuale e organizzativa.

In questo quadro, la consultazione realizzata dal Dipartimento della funzione pubblica costituirà una fonte informativa importante per alimentare una base di conoscenza a supporto di politiche partecipate di innovazione del lavoro pubblico e per accompagnare, sostenere e promuovere la diffusione dello smart working partendo dall’ascolto di due categorie di destinatari distinti e prioritari:

• i dirigenti pubblici, che sono   direttamente coinvolti nell’attuazione dello smart working, in qualità di gestori di dipendenti che lavorano in modalità agile   e, più in generale, di promotori dei fattori abilitanti (revisione delle modalità organizzative, digitalizzazione dei processi, etc.;

• i dipendenti delle amministrazioni pubbliche, in qualità di “utilizzatori” del lavoro agile e, più in generale, di principali portatori di interesse rispetto ai processi di cambiamento che lo smart working introduce e, in particolare, alla configurazione del lavoro agile del futuro.

Obiettivo dell’attività di consultazione è quindi di rilevare:

• le opinioni e le valutazioni dei dirigenti delle pubbliche amministrazioni in merito alle esperienze applicative del lavoro agile nella fase di sperimentazione e durante l’emergenza Covid-19 e, soprattutto, le loro eventuali indicazioni per accompagnare, sostenere e promuovere la diffusione dello smart working;

• le opinioni e le valutazioni dei dipendenti che hanno svolto le prestazioni lavorative in modalità agile prima e durante l’emergenza COVID-19, con particolare riferimento al grado di soddisfazione, alla rispondenza dell’esperienza realizzata rispetto alle proprie aspettative, ai punti di forza alle eventuali criticità e ai margini di miglioramento di cui tener conto ai fini di una ottimale applicazione dello smart working nelle amministrazioni pubbliche;

• le aspettative e le eventuali indicazioni di tutti riguardo al “lavoro agile del futuro” e quindi al “futuro del lavoro pubblico”.

Chi può partecipare

La consultazione è rivolta a tutti i dipendenti pubblici e ai dirigenti della pubblica amministrazione.

https://partecipa.gov.it/processes/lavoroagile

Accessibilità,oltre al questionario sopra indicato, è anche possibile  per qualunque segnalazione o suggerimento scrivere a: partecipa@governo.it

Per ulteriori spiegazioni, scrivere a: Carlo Sist, sist.carlo@gmail.com

Servizio di assistenza nazionale su Ausili e Tecnologie tramite l’app per smartphone Be My Eyes

Grazie all’impegno della nostra Commissione Nazionale Ausili e Tecnologie, sarà ora possibile fruire del servizio tecnologico offerto tramite la piattaforma internazionale “Be My Eyes” che avrà inizio il 25 Giugno prossimo.

Il servizio sarà attivo tutti i giorni da lunedì a venerdì, dalle ore 16,00 alle ore 20,00 dei giorni feriali lavorativi e consentirà di offrire un aiuto ad ampio raggio sulle tecnologie attualmente utilizzate da Ciechi e Ipovedenti.

Il servizio sarà erogato tramite Be My Eyes, un’applicazione di semplice uso con smartphone che offrirà, in questo caso, assistenza tecnica e tecnologica.

Be My Eyes e un’applicazione rilasciata nel 2015 che offre gratuitamente assistenza visiva, mettendo in contatto utenti non vedenti e ipovedenti con volontari da tutto il mondo. A questa funzione o si affianca il servizio di assistenza specializzata che permette agli utenti di rivolgersi direttamente al servizio clienti di organizzazioni e aziende.

L’applicazione si può  scaricare gratuitamente dal Play Store su Android: https://bit.ly/37Qfcsa

e dall’Apple Store https://apple.co/2Nmf5uX.

Per una dimostrazione pratica del servizio, collegarsi alla pagina: https://youtu.be/GcaLO9xZcr8

      Per scegliere l’operatore più adatto a risolvere la problematica che interessa, si può leggere il Curriculum Vitae di tutti gli operatori nella sezione del nostro sito, alla pagina:

http://www.uiciechi.it/osi/03helpexpress/00be_my_eyes/index.html

Ancona – Netblind: una applicazione che connette i volontari ai non vedenti

Caro Volontario, ti portiamo a conoscenza della nascita di Netblind, un’applicazione che potrà esserti utile. L’app mette in connessione i non vedenti e i volontari in modo da cercarsi, trovarsi e stabilire insieme le modalità e le tempistiche di un accompagnamento. L’app è in grado di far scegliere al volontario di prestare il servizio anche previo rimborso spese. Un modo per arrotondare ed essere utili al tempo stesso.

Sui social e all’indirizzo www.netblind.it troverete maggiori info.

Netblind per IOS https://apps.apple.com/it/app/netblind/id1462314008 Netblind per Android https://play.google.com/store/apps/details?id=it.netblind.netblind&hl=it

21 maggio 2020, Giornata Mondiale dell’Accessibilità Digitale, l’Unione annuncia due importanti collaborazioni

In occasione della celebrazione della Giornata Mondiale dell’Accessibilità Digitale, questa Presidenza Nazionale è lieta di annunciare due importanti novità riguardanti le tecnologie digitali a supporto della vita delle persone con disabilità visiva, alla cui realizzazione l’Unione ha dato un contributo fattivo.

La prima riguarda la tanto attesa uscita in lingua italiana, che avverrà proprio in questa giornata, dell’app gratuita di Microsoft “Seeing AI”, che sfrutta l’Intelligenza Artificiale per permettere, tramite la fotocamera dello smartphone, di ricevere informazioni sull’ambiente circostante, persone e oggetti, in formato audio. Un gruppo di collaboratori dell’UICI ha condotto i test sulla versione beta dell’app in italiano e gli accurati feedback inviati hanno permesso a Microsoft non solo di mettere a punto il suo prodotto in italiano, ma di svilupparne le funzionalità sulla base della esperienza di utilizzo dei nostri esperti.

La seconda novità riguarda l’accordo che l’Unione è in procinto di siglare insieme a Be My Eyes per l’utilizzo del suo sistema di videochiamata per la fornitura a distanza di assistenza  informatica a ciechi e ipovedenti. Tramite questo accordo, gli iscritti al servizio Be My Eyes, che è gratuito, avranno quindi l’opportunità di usufruire di assistenza specializzata informatica, realizzata grazie alla collaborazione di alcuni componenti della Commissione Nazionale Ausili e Tecnologie dell’UICI e di altri volontari. Quest’assistenza sarà accessibile attraverso apposita app collegata a quella di Be My Eyes.

Siamo convinti che la collaborazione insieme a importanti partner tecnologici sia fondamentale per far sì che i prodotti siano sempre più progettati e costruiti rispondendo anche alle necessità delle persone con disabilità.  L’Unione continuerà il suo lavoro per rendere le nuove tecnologie sempre più utili e accessibili.

Giornata Mondiale dell’Accessibilità 2020: Microsoft annuncia la disponibilità di Seeing AI in italiano

A partire da oggi è possibile scaricare la versione italiana dell’applicazione gratuita che aiuta non vedenti e ipovedenti in numerose operazioni di vita quotidiana

L’app è stata sviluppata con la collaborazione dell’Unione Italiana dei Ciechi e Ipovedenti

Milano, 21 maggio 2020Microsoft annuncia oggi la disponibilità in italiano di Seeing AI, app gratuita ideata per persone con disturbi visivi che trasforma l’ambiente circostante in un’esperienza completamente uditiva grazie al Cloud e all’AI. Attraverso la fotocamera dello smartphone e l’Intelligenza Artificiale, Seeing AI offre infatti informazioni su tutto ciò che c’è intorno a noi, descrivendo con messaggi audio ciò che le persone non riescono a vedere.

Introdotta per la prima volta nel 2017 e presente in oltre 70 Paesi, Seeing AI arriva oggi in Italia grazie anche alla collaborazione di associazioni come l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti (UICI) che hanno lavorato con Microsoft per il suo perfezionamento e messa a punto. Il suo utilizzo è molto semplice: facendo leva sulla fotocamera del proprio dispositivo mobile, l’app può leggere un testo – sia scritto a mano sia stampato – identificare per esempio un cartello stradale, descrivere ciò che ci circonda indicando la distanza tra gli elementi inquadrati, distinguere i colori, riconoscere il valore delle banconote. Grazie alla funzionalità di riconoscimento facciale, Seeing AI è anche in grado di descrivere l’aspetto fisico di una persona e di riconoscere i volti amici.

Il lancio è avvenuto in occasione della Giornata Mondiale dell’Accessibilità e degli Accessibility Days, evento annuale in programma domani e sabato 23 maggio in versione completamente digitale, volto a sensibilizzare le persone sui temi dell’inclusione sociale promosso da Microsoft Italia insieme all’Unione Italiana dei Ciechi e Ipovedenti. Durante gli Accessibility Days, saranno annunciati finalisti e vincitori dell’Accessibility Hackathon, maratona di sviluppo con l’obiettivo di realizzare soluzioni in grado di rispondere a bisogni concreti e aiutare le persone con disabilità, promuovendo così una società più inclusiva.

I fatti concreti nascono da lavori fatti con pazienza e serietà. A seguito di tantissime richieste, da parte dei nostri soci, abbiamo deciso di collaborare con Microsoft per realizzare una versione italiana dell’app “Seeing Ai”. La scelta della data simbolica del 21 maggio, giornata mondiale dell’accessibilità, deve essere colta come un piccolo segnale positivo che speriamo possa far partire una nuova stagione partecipativa e inclusiva che può, anche, attraverso lo sviluppo di nuove tecnologie migliorare la vita quotidiana di tutti ed in particolare delle persone che sono in difficoltà. L’UICI, quando i progetti sono seri e vanno nella direzione di aiutare la nostra categoria, sarà sempre disponibile a collaborare per rendere il prodotto utile e accessibile” ha commentato Mario Barbuto, Presidente Nazionale UICI

“In Italia attualmente sono oltre 360.000 i non vedenti mentre gli ipovedenti superano quota 1,5 milioni. Le nuove tecnologie possono offrire straordinarie opportunità a queste persone, aiutandole a essere il più possibili autonome nella vita di tutti i giorni: l’AI in particolare può aiutare ad essere più connessi con gli altri, attraverso strumenti che agevolano la lettura, l’ascolto e la scrittura, potenziando così le capacità umane e contribuendo ad acquisire nuove competenze. In Microsoft, per esempio, lavoriamo da sempre a rendere i nostri prodotti e servizi “accessibili by design”, ovvero pensati per essere utilizzati da tutti già nella fase della loro progettazione. Con l’arrivo della versione italiana di Seeing AI ci auguriamo di offrire un ulteriore contributo a sostegno di una società più inclusiva. Fondamentale è stata la collaborazione con UICI per rendere l’app uno strumento davvero utile ed efficace” ha commentatoLuba Manolova, Direttore della Divisione Microsoft 365 di Microsoft Italia

Microsoft da sempre si impegna affinché la tecnologia possa far progredire ogni ambito della vita umana affinché ognuno di noi possa attraverso il digitale realizzare il proprio potenziale, senza lasciare indietro nessuno. Dal rispetto dell’ambiente a una maggiore accessibilità, Microsoft si muove per rendere il digitale più accessibile a tutti, coinvolgendo tutti i livelli aziendali per sviluppare soluzioni inclusive che consentano alle persone con disabilità di vivere e lavorare come tutti. Questo impegno si traduce anche in un progetto – Ambizione Italia per l’Accessibilità e l’Inclusione – ovvero un’alleanza tra Microsoft Italia, aziende, istituzioni e associazioni volta promuovere i valori della Diversità nel nostro Paese, attraverso lo sviluppo di nuove progettualità digitali a supporto dell’Accessibilità e dell’Inclusione nella vita quotidiana e in azienda, facendo leva sulle nuove tecnologie come Intelligenza Artificiale e Cloud Computing. Seeing AI è disponibile gratuitamente per i dispositivi con sistema operativo iOS (iPhone 5 e superiori). Per ulteriori informazioni accedi all’App Store e al seguente link: https://www.microsoft.com/en-us/ai/seeing-ai

Tour virtuali e accessibilità. Un binomio impossibile?, di Luca Ciaffoni

Autore: Luca Ciaffoni

In tempi di Coronavirus le nuove tecnologie sono diventate prepotentemente parte integrante delle nostre vite, per lavoro e svago: smart working, lezioni on line, cloud computing, nonni e genitori che si ingegnano per fare videochiamate con nipoti e figli lontani, corsi on line di qualunque tipo, fitness, cucina e chi più ne ha più ne metta.

Non poteva mancare, per fortuna, in un Paese che vanta il 60% del patrimonio culturale mondiale, anche la possibilità di accedere virtualmente ai luoghi della nostra cultura e della nostra storia: i musei, almeno i più importanti che, purtroppo, come tante altre realtà sono, in questi giorni, chiusi al pubblico e quando riapriranno dovranno farlo con tutte le accortezze previste per i luoghi pubblici (igienizzazione, distanziamento, etc.), con tutte le difficoltà che questo comporta.

Ben venga quindi la possibilità di fare un giro virtuale al museo e ammirare i capolavori del nostro Rinascimento stando comodamente seduti sul proprio divano, visitare una mostra sull’archeologia e muoversi tra le sale dell’esposizione trascinando e cliccando col proprio mouse.

Al tradizionale sito web, con le schede e le foto delle opere si affianca, o sostituisce, la più eccitante ed immersiva visita virtuale in 3D a 360 gradi. Il colpo d’occhio abbraccia un corridoio o una sala con le opere esposte, proprio come se fossimo lì, possiamo girare lo sguardo verso un’opera, avvicinarci e leggere la didascalia, cliccando sul pallino che compare subito sotto. Straordinario.

Sono un informatico, ma lavoro da molti anni con persone disabili, in particolare ciechi e ipovedenti, cercando ogni giorno un modo per rendere accessibile e fruibile anche a loro quanto è disponibile per noi comuni “normodotati” e ogni volta che vedo un’applicazione delle nuove tecnologie, un sito, un’app per dispositivi mobili, un nuovo elettrodomestico, mi viene automatico chiedermi: “come fa un cieco ad utilizzarlo?”, “come può un daltonico vedere quel pulsante?”, etc. e ovviamente questa curiosità mi ha portato a fare un giro “bendato” anche in alcune di queste “sale virtuali”.

Accessibilità

Possiamo dire, semplificando, che realizzare un sistema accessibile vuol dire creare qualcosa che l’utente possa utilizzare indipendentemente dalla sua dotazione tecnologica e dalle sue abilità sensoriali. Un’informazione dev’essere veicolata in modo che possa essere percepita tramite più di un senso e l’attivazione di una funzione non dev’essere limitata ad un solo dispositivo di input.

Al giorno d’oggi, i linguaggi più diffusi, per la realizzazione di prodotti web, mobile, etc. dispongono di strumenti che consentono agli sviluppatori di prevedere il supporto per le tecnologie assistive utilizzate da persone disabili. Quando creiamo qualcosa, dobbiamo ricordarci che tra i destinatari del nostro prodotto vanno incluse anche queste persone e per fare ciò bisogna documentarsi e utilizzare gli accorgimenti suggeriti da linee guida ormai internazionalmente riconosciute.

Tornando al nostro tour virtuale, e semplificando un po’ le cose, facciamo un giro accompagnati da un cieco.

Sono due gli aspetti, a mio avviso, da tenere in considerazione per quanto concerne l’accessibilità:

1. L’accessibilità dell’interfaccia

2. L’accessibilità dei contenuti e dell’esperienza in generale.

Partiamo dal primo punto, ovvero dalla possibilità di utilizzare il sistema per poter fruire dei contenuti. 

Testi alternativi

Il cieco usa il computer, il tablet o il telefonino grazie ad uno screen reader, ovvero un programma con il quale esplora gli oggetti visibili a schermo, come farebbe se entrando in una stanza dovesse farsi un’idea di quello che c’è dentro, uno ad uno toccherebbe sedie, tavoli, maniglie e quant’altro sia presente all’interno dell’ambiente. Un’esplorazione sequenziale quindi, manca la visione d’insieme. Il programma salta da un elemento all’altro e, per ciascuno, informa l’utilizzatore sul tipo di controllo su cui si trova il focus in quel momento (pulsante, campo di testo, link, etc.) e sulla funzionalità che questo svolge se si tratta di un’azione, o sul un dettaglio dell’elemento se si tratta di altro, ad esempio un’immagine.

Qui entrano in gioco varie questioni. Cercando, ribadisco, di semplificare quanto più possibile e limitandoci solo alla nostra visita, scopriamo che gran parte dei pulsanti non hanno un’etichetta alternativa che lo screen reader può leggere al cieco, visto che quest’ultimo non vede la freccina per voltarsi a destra o la lente di ingrandimento per “zoommare”.

Questa etichetta, quando c’è, può non essere visibile a schermo, ma serve a questo software per informare il non vedente delle funzioni di ciascun pulsante. Se l’etichetta manca e l’oggetto non è riconosciuto correttamente, è come se il nostro cieco si muovesse nella stanza dell’esempio sopra per capire cosa ha intorno ma, ciascun oggetto (sedie, tavoli, etc.) fosse imballato in un involucro di plexiglass. So che c’è qualcosa, forse fa qualcosa, ma non so cos’è e cosa fa.

Spesso infatti gli oggetti a schermo non sono riconosciuti dallo screen reader per quello che graficamente sono e quindi potenzialmente fanno, ad esempio un pulsante può non essere visto come tale e questa informazione non viene fornita al non vedente che quindi non saprà mai che tramite quell’oggetto può svolgere un’azione. 

Cieco che usa il computer

Altro aspetto è quello dell’input. Spesso questi sistemi prevedono un uso intenso e più o meno esclusivo del mouse: click (es. clicca sul pallino per maggiori informazioni), hover (mantieni la freccia del mouse per qualche tempo su di un elemento perché compaia il popup), trascina per ruotare, zoommare, avvicinarti, etc., ma il cieco non usa il mouse! Non vede il puntatore, non sa dov’è, non sa dove clicca, se clicca e, quindi, semplicemente, non clicca anzi, stacca il mouse dal suo computer o disattiva il touchpad del suo portatile, per evitare di compiere, inavvertitamente, azioni di cui potrebbe pentirsi.

Il nostro tour, forse, non può neanche cominciare, visto che non clicchiamo.

In realtà qualcosa, usando la tastiera, si riesce a fare e quando, faticosamente, il focus del nostro screen reader entra “nella sala virtuale” vediamo che premendo le frecce direzionali otteniamo lo stesso effetto del trascinamento del mouse. Ci giriamo, avanziamo, guardiamo verso l’alto, etc…

Il cieco non lo saprà mai. Tutto è silenzio, tutto è uguale.

Qui entra in gioco l’aspetto contenuti ed esperienza. 

Ci saremmo potuti dilungare ulteriormente sul primo punto e introdurre altri elementi, ma un approfondimento ulteriore esula dalle finalità di questo articolo.

Fornire ad un non vedente un’esperienza simile o paragonabile a quella di una persona vedente che si muove all’interno di un ambiente, osservando le varie opere nel loro insieme ed andando nei dettagli di quelle a cui è interessata, comporta inevitabilmente l’utilizzo di suoni: suoni ambientali, passi, rumori di fondo, musiche e, ovviamente, audiodescrizioni delle opere, o quantomeno la possibilità di accedere alle didascalie testuali (opzione che ricade nel primo punto).

Creare quindi un’esperienza di visita virtuale veramente fruibile e arricchente per una persona disabile, non vedente nel caso specifico, richiede un’attenta progettazione, che non sia una mera riproduzione, visiva e non, degli ambienti della struttura, ma qualcosa che permetta di fruire in maniera alternativa, ma proficua, dei contenuti presenti nell’esposizione, probabilmente un investimento che non è limitato a rendere accessibile e fruibile l’applicativo utilizzato per somministrare l’esperienza, ma la produzione di contenuti idonei, accessibili e la loro disposizione negli spazi dell’allestimento virtuale.

Conclusioni

Dobbiamo quindi rinunciare ad offrire quest’esperienza anche alle persone con disabilità? Ovviamente no, ma è evidente che in un contesto del genere, il creare un’esperienza accessibile può avere un impatto molto importante in termini di costi e il risultato potrebbe non essere altrettanto soddisfacente ed efficace. La creazione di sistemi accessibili “paralleli” è sempre vivamente sconsigliata, ma in questo caso, più che in altri, viene naturale chiedersi se non sia da valutare un sistema alternativo, più immediato, accessibile e che consenta a chi ha difficoltà, di fruire appieno delle informazioni messe a disposizione e godere delle opere del nostro straordinario patrimonio culturale. 

Il nostro obiettivo dev’essere sempre la massima integrazione, per cui, se si opta per il tour 3D, occorre che l’applicazione sia utilizzabile con le tecnologie assistive e che, tramite la stessa, si possa accedere a descrizioni testuali, audio e/o video che descrivano le opere in una maniera accessibile e semplificata.

In medio stat virtus insomma. La virtù è nel mezzo dei due estremi, che sono egualmente da evitare.

Luca Ciaffoni

Luca Ciaffoni: Fin dall’inizio della sua carriera lavorativa, Luca Ciaffoni si è interessato allo sviluppo di soluzioni accessibili per non vedenti e ipovedenti. Lavora da molti anni per l’Istituto dei Ciechi “F.Cavazza” di Bologna, centro di eccellenza per quanto concerne la ricerca e la formazione sulla disabilità visiva e sulle tecnologie assistive. Ha collaborato a diversi progetti di interesse per l’accessibilità del web e di applicazioni software per dispositivi mobili, in particolare diverse app tra cui Ariadne GPS e ViaOpta Nav, pensate per facilitare la mobilità di persone non vedenti e ipovedenti che hanno ottenuto riconoscimenti a livello mondiale. E’ tra i fondatori della startup ITCares il cui core business è lo sviluppo di PharoSuite, suite di componenti per produrre app native ed accessibili per piattaforme iOS e Android, per musei e non solo.

Marche – Informatica e disabilità visiva: il corso annuale approda sul web

Quanto è utile per una persona che non vede, specialmente nelle attuali condizioni di isolamento, l’uso della tecnologia? Una casa intelligente come può facilitare il quotidiano? Quanta autonomia possono acquisire i più piccoli attraverso gli strumenti tecnologici?

Per rispondere a tutte queste domande e per arricchire la conoscenza in campo informatico delle persone con disabilità visiva, l’Unione ciechi e ipovedenti delle Marche, l’Irifor Marche, Universal Access e Rotary trasferiscono sul web una inedita edizione del corso annuale di informatica e tecnologia assistiva.

Le nuove lezioni saranno sviluppate attraverso un incontro virtuale per formare, divertire e trascorrere un po’ di tempo insieme. L’appuntamento è per sabato 4 aprile. Il corso è concentrato in una sola giornata e prevede due sessioni parallele: una dedicata a genitori, insegnanti, assistenti scolastici ed esperti nel settore medico-oculistico e l’altra dedicata ai soci Uici.

Come piattaforma sarà utilizzato ZOOM, che permette di accedere attraverso sito web, applicazione mobile o chiamata telefonica. Il corso, di 6 ore, è gratuito ma l’iscrizione, entro venerdì 3 aprile, è obbligatoria per poter ricevere il link e le relative istruzioni per il collegamento. Per informazioni si può contattare Chiara al numero 371 3829489 dalle 10 alle 19.

Gli argomenti della giornata dedicata ai soci Uici sono: Accettare il cambiamento come opportunità di crescita, Scoprire IOS 13 e le sue novità, OCR: tecniche e trucchi per leggere il cartaceo in autonomia, Passare da JAWS a NVDA e scoprire le potenzialità di questo screen reader, Lettura in tutte le salse: come investire al meglio il proprio tempo. E ancora: Utilizzare il pacchetto Microsoft Office come un professionista, attraverso lo screen reader, “Guardare” la tv ed i film con altri occhi: tv e auto descrizioni, Audio giochi e intrattenimento.

Mentre le lezioni dedicate a insegnanti, genitori, assistenti scolastici ed esperti nel settore medico-oculistico verteranno sulle caratteristiche della minorazione visiva e l’uso degli strumenti tecnologici, Il lavoro con gli utenti (dalla redazione di documenti al Pacchetto Axessibility, all’uso di software di calcolo come ausilio all’apprendimento di algebra, geometria e studio di funzioni). Le lezioni termineranno con la didattica digitale inclusiva, vantaggi e svantaggi, dalla Lim alla didattica a distanza e le relative risorse accessibili.

“Sarà un prezioso momento di arricchimento per tutti noi – sottolinea la presidente dell’Uici Marche, Alina Pulcini -: un appuntamento che ogni anno rivela tutta la sua efficacia e che in questo momento assume un significato ancora più profondo. Invitiamo tutti i nostri soci, i familiari, gli insegnanti e gli operatori a iscriversi. Vi aspettiamo in rete!”.

Assistenza visiva in remoto con Be My Eyes, di Michele Paris

Autore: Michele Paris

Nelle ultime settimane ci siamo dovuti tutti riadattare ad uno stile di vita diverso, come conseguenza della diffusione del nuovo COVID-19 nel nostro paese. In questa situazione in cui l’isolamento e la quarantena diventano necessarie per fermare la diffusione del virus, é importante utilizzare ogni mezzo disponibile per continuare a vivere la nostra vita nel modo più normale possibile.

5 anni fa abbiamo lanciato Be My Eyes, un’applicazione gratuita che permette alle persone non vedenti o ipovedenti di ricevere assistenza visiva in tempo reale tramite la fotocamera del proprio smartphone. Il suo funzionamento è molto semplice: nella pagina principale é possibile cliccare il tasto per avviare una videochiamata. Una notifica viene inviata a uno dei nostri volontari che si renderà immediatamente disponibile per assistere in qualunque attività: identificare confezioni di cibo e controllarne la scadenza, scegliere i vestiti, trovare qualcosa, ricevere direzioni all’interno dell’abitazione e molto altro. Ad oggi, più di 2500 persone in tutta Italia utilizzano Be My Eyes per ricevere assistenza da oltre 45000 volontari. L’applicazione è scaricabile sia su smartphone e tablet Android dal Play Store che su IPhone e IPad dall’App Store.

La sicurezza dei nostri utenti è il nostro obiettivo principale. Ogni videochiamata è anonima e potrete condividere esclusivamente le informazioni necessarie per ricevere assistenza. I nostri volontari sono disponibili 24 ore su 24, 7 giorni su 7 e in maniera completamente gratuita. Per garantire ad ogni nostro utente la miglior esperienza possibile, forniamo un sistema di feedback alla fine di ogni chiamata per controllare l’operato dei nostri volontari e bloccare ogni utente che utilizzi l’applicazione in modo scorretto. 

In aggiunta a questo, abbiamo recentemente introdotto anche un servizio di “Aiuto Specializzato”, che permette ai nostri utenti di contattare gli esperti del supporto clienti di molte aziende tramite l’applicazione Be My Eyes. Tra queste, Google, Microsoft e Pantene. Il servizio è al momento disponibile in Italia solo in lingua inglese. Nella nostra pagina in italiano è possibile trovare ulteriori informazioni riguardo all’applicazione e al suo funzionamento. 

https://www.bemyeyes.com/language/italian

Restare a casa non significa restare soli. Ci sono milioni di persone che vogliono continuare a fare la loro parte anche In questo momento difficile. Siamo vicini a tutti coloro che stanno combattendo con il virus e tutti noi non vediamo l’ora di tornare alla normalità e a riabbracciare i nostri amici, la nostra famiglia e i nostri colleghi.

Michele Paris – Communication Officer a Be My Eyes

L’utilizzo del computer con tecnologia assistiva, di Giuseppe Fornaro

Autore: Giuseppe Fornaro

GLI AUSILI PER NON VEDENTI

Il computer è stato uno strumento di lettura e non di ascolto fino a non molto tempo fa. Grazie all’introduzione di nuove tecnologie assistive le cose sono nettamente cambiate e  i disabili della vista hanno progressivamente utilizzato i computer per leggere e scrivere, informarsi, comunicare.
Oggi tale strumento, affianco agli smartphone, è diventato per molti di loro indispensabile per il lavoro e nella vita di tutti i giorni.
Il senso mancante e’ stato sostituito da altri e l’informazione, costituita da caratteri o numeri, viene trasferita all’utente tramite il tatto o l’udito.
I moderni smartphone consentono non solo di telefonare ma anche di utilizzare le email, i social network, applicazioni di messaggistica come ad esempio Whatsapp, ed altre applicazioni legate all’uso della telecamera che aumentano l’autonomia del non vedente in svariate situazioni, a partire dalla lettura di un testo a stampa fino al riconoscimento dei colori.

Ecco i dispositivi maggiormente utilizzati.

– Barra Braille:

La barra Braille (detta anche barra labile, Braille labile o display Braille) è il principale strumento informatico per ciechi che hanno conoscenza del Braille. Applicata ad un qualsiasi computer o smartphone, trasforma il contenuto di una riga del monitor in un testo Braille a rilievo.
Importante è il numero di celle di una barra, ossia la sua lunghezza in caratteri Braille. Ci sono barre da 80, 40, 20 celle. Quelle da 80 sono molto costose ed utilizzate principalmente per scopi professionali, ai tempi del DOS avevano il vantaggio di contenere un’intera riga del monitor. Il monitor dei computer che lavoravano in DOS contenevano, infatti, righe da 80 colonne. Con l’avvento dei sistemi grafici come Windows, grazie al fatto che possono essere utilizzati diversi formati di caratteri, e diverse dimensioni, non c’è più il legame diretto con le 80 colonne.
Le barre Braille più comuni hanno 40 celle, una lunghezza simile a quella della riga dei testi Braille su carta. Le barre con meno di 40 celle sono decisamente più economiche e probabilmente più comode da collegare via bluetooth agli smartphone.
Attualmente il mercato offre display Braille di tipo piezoelettrico ma, all’inizio della commercializzazione dei display braille erano in vendita display di tipo elettro-meccanico, molto lenti, con la rielaborazione dei punti sequenziale, da sinistra a destra e, col grande problema che se l’operatore manteneva la mano sopra la matrice, gli aghetti potevano non alzarsi.
Il tipo piezoelettrico è molto veloce, perché gli aghetti si alzano contemporaneamente, anche se l’operatore copre il display con le mani.

– Sintesi vocale:

Ai tempi del DOS la sintesi vocale era un apparecchio esterno/interno al computer in grado di farlo “parlare”, trasformando in suono il contenuto dello schermo. Era composto da una parte hardware che si montava appositamente sul PC (scheda audio, amplificatore, diffusori, acustici…) e da una parte software. Attualmente, con i moderni PC e smartphone, la sintesi vocale è un programma software che oltre ad effettuare la lettura, definisce le regole di pronuncia delle parole e per adeguarsi alle diverse esigenze dell’utente.
A seconda della Sintesi vocale che si installa, si possono avere voci maschili o femminili, nella lingua che si desidera.
Un testo può essere letto in vari modi. Si può avere una lettura per singolo carattere, parola per parola, oppure riga per riga. Inoltre, la lettura può essere continua e scorrevole, con punteggiatura, con indicazione degli attributi del testo (maiuscole, corsivi, sottolineature), con spelling, ecc.


– Screen reader:

Lo screen reader è un programma software che in base ad un sistema di controllo chiamato Focus che, si sposta sullo schermo, comanda il display Braille e la sintesi vocale al fine di scrivere/leggere quanto evidenziato dal Focus.
Il focus viene spostato tramite appositi comandi sulla tastiera del PC o da gesti sullo schermo dello smartphone.
Grazie agli screen reader, attualmente quasi tutte le applicazioni PC o SmartPhone sono diventate accessibili.
I moderni smartphone sono quasi tutti equipaggiati con screen reader. Questi, tramite appositi gesti da eseguire sullo schermo, consentono di compiere tutte le operazioni di cui si ha bisogno, dando accesso all’applicazione che si desidera utilizzare.
Attualmente gli smartphone più utilizzati si basano su due sistemi operativi differenti: Android e iOS. Lo screen reader di Android è il Talk Back mentre iOS utilizza Voice Over. Entrambi i sistemi, oltre alla lettura dello schermo tramite sintesi vocale, consentono il collegamento di tastiere esterne e/o display Braille.
Ancora, si sono evoluti i sistemi di input, per la fornitura dei comandi, con l’introduzione di “assistenti vocali” che consentono di chiedere con la propria voce l’operazione che si vuol far compiere allo smartphone o al computer.
Per quanto riguarda i computer, i sistemi più diffusi sono basati sul sistema operativo Windows e sul sistema operativo macOS. Abbastanza utilizzato è anche il sistema operativo Linux.
Per lavorare in Windows esistono diversi screen reader. In Windows 10,​ troviamo l’Assistente vocale che legge e interagisce con gli elementi sullo schermo, come il testo e i pulsanti.
Il più conosciuto è Jaws, di buona qualità ma da acquistare.
Negli ultimi 10 anni, si è diffuso il sistema NVDA, gratuito, che con comandi simili a quelli di Jaws, consente un buon controllo del PC da parte del non vedente.
Il sistema operativo macOS ha un suo screen reader gratuito, il Voice Over, che ha anche funzioni di ingrandimento per gli ipovedenti, che viene installato con il sistema e quindi è gratuito.
Attualmente non ci sono screen reader di prestazioni elevate che funzionino in Linux.


– Stampanti Braille:

Le stampanti Braille consentono la stampa a rilievo, su carta, di un qualsiasi testo in formato elettronico (ASCII). I vari modelli in commercio si differenziano principalmente per la velocità di stampa e per la possibilità di stampare ad interpunto. Tale possibilità è presente nei modelli più complessi e permette di stampare su entrambe le facciate di una pagina ma in modo che i due testi non interferiscano. Questa modalità di stampa consente di ridurre praticamente a metà l’ingombro di un testo Braille. Anche se il funzionamento è simile a quello di una normale stampante in nero, la stampa in Braille presenta, in genere, la necessità di transcodificare il testo predisponendolo per una stampa corretta in Braille a 6 punti.
Negli ultimi anni sono stati fatti grossi sforzi per introdurre sul mercato stampanti in grado di stampare grafica a rilievo.

– Scanner e sistemi OCR:

Lo scanner è un apparecchio che cattura una immagine grafica trasformandola in informazione digitale. I programmi OCR (Optical Character Recognition) riconoscono i caratteri di un testo stampato su carta. Trasformano l’immagine di questi caratteri in un documento elettronico che potrà essere memorizzato su disco, stampato (in nero o in Braille), letto con la barra Braille o la sintesi vocale.
Sia scanner che OCR sono prodotti di uso generale.
Esistono però dei programmi OCR progettati espressamente per l’uso da parte di persone non vedenti. Essi sono in grado, ad esempio, di decodificare il testo anche se non viene posizionato correttamente sul piano dello scanner, di riconoscere la struttura della pagina anche se articolata in colonne, titoli e paragrafi, di eliminare disegni, fotografie e tabelle. Esistono infine scanner con OCR collegati direttamente ad una sintesi vocale per la lettura istantanea del testo.
Da qualche anno gli scanner possono essere sostituiti da fotocamere che, inquadrando da una certa distanza, riescono ad ottenere buoni risultati OCR anche su superfici curve.
Come è successo per le altre tecnologie, anche il sistema di scansione e lettura è attualmente disponibile su smartphone.

GLI AUSILI PER IPOVEDENTI

Le persone con una ridotta capacità visiva e/o campo visivo sono dette ipovedenti. Ad esse la flessibilità del computer consente in modo dinamico sia l’ingrandimento che la variazione di colori e di sfondi di quanto appare sullo schermo.

– Videoingranditori:

Sono apparecchi che, attraverso un sistema di telecamera a circuito chiuso, riprendono l’immagine di un testo e la proiettano ingrandita, su un video. Con un sistema ottico/elettronico (zoom) è possibile definire il grado di ingrandimento. Chiaramente, più si ingrandisce, minore sarà la porzione di immagine visualizzata sullo schermo per cui l’utente deve spostare il testo da leggere sotto l’obiettivo. L’operazione si ottiene facilmente attraverso un carrello a slitta mosso manualmente.
Gli ingranditori si usano essenzialmente per leggere.
Per quanto riguarda la scrittura, la soluzione oggi preferita è il computer con sistema ingrandente.

  Ingranditori per computer

Software che aumentano le dimensioni di quanto mostrato sul monitor del computer consentendo, in tal modo, la visione a persone con gravi minorazioni visive.
Sono installabili su qualsiasi computer e disponibili anche per gli smartphone.
L’ingrandimento riduce la porzione di schermo che può essere consultata ma utilizzando appositi comandi da tastiera, il mouse o particolari gesti sui touch screen, è possibile selezionare la parte del video che interessa.
Alcune versioni di software ingrandente contiene delle funzioni di lettura dello schermo tramite sintesi vocale.
Alcuni ingranditori per computer hanno la possibilità di essere collegati a videoingranditori funzionando a schermo “diviso” per cui su una parte apparirà l’immagine, ad esempio, del libro ingrandito e sull’altra i caratteri che vengono digitati al computer in modo da consentire all’utente ipovedente di procedere alla lettura del libro/digitazione di un testo senza mai togliere lo sguardo dallo schermo.
Per essere efficace il sistema deve però essere integrato da un leggio elettronico. Si tratta di un apparecchio che sposta automaticamente il testo da leggere sotto l’obiettivo della telecamera alla velocità e nel modo desiderato.
In casi in cui è possibile, il problema dell’ingrandimento dei caratteri può avere  una soluzione adeguata anche attraverso normali programmi di scrittura in ambiente grafico WINDOWS tm dove è possibile utilizzare set di caratteri di varie dimensioni.


Giuseppe Fornaro Referente della Commissione Nazionale Ausili e Tecnologie Dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti Consigliere della Sezione Provinciale di Napoli dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti (Uici)

Piattaforma Zoom per conferenze e riunioni, di Nunziante Esposito

Autore: Nunziante Esposito

Utile per le lezioni che gli insegnanti possono o devono tenere da remoto, ma non solo.

Tra le tante cose che il covid19 ci ha costretti a fare, oltre a segregarci in casa, ci ha costretto a cambiare di moltissimo le abitudini che abbiamo. Al di la del cambiamento delle abitudini, per alcune categorie di lavoratori, è stato necessario modificare anche la tipologia di lavoro e magari, ove possibile, fare il proprio lavoro da casa.

Una delle categorie che ne ha subito più conseguenza sono gli insegnanti disabili visivi che, oltre a fare i conti con la complessità che può rappresentare il lavoro di istruire i propri discenti da lontano, devono affrontare l’utilizzo delle piattaforme che il Ministero della Pubblica Istruzione sta consigliando di usare.

Una di queste piattaforme apparentemente ingestibile perché è tutta in lingua inglese, proprio perché viene dagli USA, è accessibile anche ai disabili visivi.

Ma come la mettiamo con l’inglese?

per chi usa Jaws, niente preoccupazione, ho generato degli script vocabolario per Jaws che traducono moltissimo su buona parte della piattaforma.

Non ho tradotto tutto in quanto non usando a pieno tutte le opportunità di questo software, devo informare che non mi è stato possibile tradurre tutto.

Per chi usa questa piattaforma ed ha bisogno di questi file vocabolario per Jaws, mi può scrivere in privato e in risposta gli mando questi file da inserire tra le impostazioni personali di Jaws.

Tra le tante cose che ho trovato, ho tradotto anche delle indicazioni fornite dal sito e che trovate di seguito:

***

Impostazioni dell’applicazione desktop o nella sezione “Riunione (di base)” delle Impostazioni del portale Web.

Ciò può essere realizzato anche in base alla riunione utilizzando la scorciatoia da tastiera “Attiva sempre l’opzione”

Mostra sempre i controlli della riunione “in Impostazioni / Accessibilità.

Di seguito è riportato un elenco di altre importanti scorciatoie da tastiera di navigazione.

Descrizione. Windows. Mac.

Attiva o disattiva l’opzione “Mostra sempre i controlli della riunione” in Impostazioni / Accessibilità. alt. Ctrl + controbarra.

Naviga tra le finestre e barre degli strumenti popup di Zoom. F6. CMD + ~.

Cambia lo stato attivo nei controlli riunione Zoom (nella parte superiore quando condividi lo schermo in fondo quando non condividi)       Ctrl + Alt + Maiusc. CMD + ~.

Inizia il controllo remoto. Alt + Maiusc + R. Ctrl + Maiusc + R.

Zoom è accessibile agli utenti con problemi di vista?

Zoom garantisce che i suoi prodotti siano utilizzabili e percepibili per gli utenti con problemi di vista. I nostri prodotti supportano i comuni screen reader come NVDA, JAWS, VoiceOver e Android Talckback. Inoltre, le interfacce visive sono progettate con contrasto, dimensioni e utilizzo del colore adeguati per garantire chiarezza agli utenti con esigenze visive diverse.

I contenuti condivisi tramite la funzione di condivisione dello schermo sono accessibili agli screen reader?

Il contenuto dell’utente condiviso tramite la funzione di condivisione dello schermo di Zoom viene trasmesso ai partecipanti alla riunione come un flusso video HD. Per rendere accessibile il contenuto dello schermo ai partecipanti che utilizzano gli screen reader, si consiglia al conduttore di condividere i file / le note pertinenti con i partecipanti alla riunione. Questa soluzione assicurerà che l’intero contenuto del documento e il markup semantico siano preservati e resi accessibili agli utenti degli screen reader. Zoom offre funzionalità di caricamento dei file nella sua chat durante la riunione in modo che gli Hosts della riunione possano condividere i file con i partecipanti durante la riunione. 

Posso utilizzare la funzione di controllo remoto per controllare lo screen reader di un altro computer?

La funzione di controllo remoto di Zoom consente agli utenti di controllare lo screen reader dello schermo condiviso. Il computer Host deve prima abilitare “condividi audio del computer” per trasmettere l’output vocale dello screen reader al computer guest. Una volta che il guest ha acquisito il controllo remoto, le sequenze di tasti comuni dello screen reader verranno registrate sul computer host.

L’applicazione Zoom supporta le impostazioni della modalità scuro o ad alto contrasto?

L’applicazione Zoom su Windows, iOS e Android supporta le impostazioni di contrasto elevato definite nelle preferenze di sistema. L’applicazione Zoom per macOS supporta la modalità Dark.

L’applicazione Zoom supporta impostazioni di caratteri più grandi?

L’applicazione Zoom su macOS e Windows supporta solo l’eredità delle opzioni di ridimensionamento dello schermo definite nelle impostazioni del sistema operativo. Le applicazioni desktop Zoom forniscono anche personalizzazioni delle dimensioni dei caratteri per i sottotitoli. L’applicazione Zoom per iOS e Android supporta le dimensioni dei caratteri definite nelle impostazioni di sistema.

Zoom supporta gli interpreti di lingua dei segni?

Gli interpreti della lingua dei segni possono partecipare a una riunione Zoom proprio come qualsiasi altro partecipante al video. I partecipanti possono utilizzare la funzione di blocco di Zoom per mantenere ferma la miniatura del video dell’interprete.

Copyright © 2020 Zoom Video Communications, Inc. Tutti i diritti riservati.

***

Per il momento ho tradotto tutto quello che è possibile tradurre senza usare la piattaforma in una riunione in atto, ma sto continuando a tradurre  e mi riservo di aggiornare i file e di inviarli aggiornati a chi me li chiederà.

Spero di tradurre al più presto tutto, ma non ci vorrà ancora molto tempo.

Ovviamente, come faccio sempre, contatterò direttamente la casa madre di questo software per verificare se è possibile avere anche la traduzione diretta in italiano con le traduzioni che ho fatto in corso d’opera e per Jaws.

Avendo seguito la prof. Adele Masci nell’utilizzo di questa piattaforma che la scuola le aveva indicato per poter tenere le lezioni agli studenti delle sue classi da remoto, ho potuto apprezzarne la semplicità di utilizzo per un disabile visivo cieco assoluto ed utilizzatore di screen-reader.

Ecco di seguito, tracciato a grosse linee, quello che ogni insegnante deve fare per poter avere a disposizione questo strumento e poter organizzare le lezioni con i propri alunni.

In pratica, per queste conferenze, perché di questo si tratta, una volta installato il software Zoom Meeting su computer o su smartphone, fare una lezione si riduce a quanto segue:

1. Aprire il software.

2. Entrare nella sezione meetings (riunioni), con il pulsante apposito su smartphone o premendo control più tab su computer.

3. Una volta entrati in questa sezione, fliccando verso destra o premendo tab, cercare la conferenza personale che è individuata dal proprio nome e cognome della registrazione e con un numero che è sempre lo stesso.

4. Facendo un doppio tap o invio su questa conferenza personale, vengono mostrati due pulsanti: il primo è avvia la conferenza (Start Meeting), e l’altro è Copia (Copy), che copia negli appunti l’indirizzo della conferenza.

5. Portarsi fliccando o premendo tab sul pulsante Copia e premere doppio tap o invio.

6. L’indirizzo viene copiato negli appunti e può essere copiato in una email, in Whatsapp o dove si vuole.

7. E’ sicuramente chiaro per tutti che inviando l’indirizzo copiato tramite uno dei sistemi con i quali siamo in contatto con gli altri, gli altri ricevono un link sul quale cliccare per collegarsi alla conferenza.

Attenzione:

– tutti coloro che devono partecipare ad una riunione con il software zoom Meeting, devono aver installato il software sul computer o sullo smartphone.

– Per installare il software, scaricare il file di installazione dal sito ufficiale http://www.zoom.com (sito in lingua inglese), oppure le app da ApplesStore e PlayStore. Basta cercare ed installare Zoom Meeting.

– La procedura di installazione è molto semplice e lineare, in quanto si tratta di dare invio o doppio tap su Next (avanti) e alla fine premere invio o doppio tap sul pulsante chiudi (Finish).

– Una volta installato il software, le app restano in lingua inglese, mentre con il computer e per chi usa Jaws, si possono installare gli script vocabolario e diventa quasi tutto in italiano.

La modalità che sto indicando con la propria riunione personale (Personal MeetingXxXxX, dove XxX è il numero personale), anche se è abbastanza semplice da usare, bisogna sapere che:

1. Il Link che viene inviato e per questa conferenza personale (Personal Meeting), è sempre lo stesso e può essere usato ogni qualvolta l’insegnante programma la lezione.

2. Se l’insegnante non avvia la Riunione (Meeting), tappando due volte o premendo invio sul pulsante Avvia la riunione (Start Meeting), nessuno si può collegare, ne con l’insegnante, ne con gli altri studenti.

3. Se si prevede una riunione solo audio, il video non può essere attivato da nessuno.

4. Fliccando o premendo tab, abbiamo disponibili alcuni comandi tra cui, quelli più importanti sono:

– Mute. Premuto silenzia i microfoni per tutti.

– Termina la riunione (End Meeting). Apre una finestra nella quale si può lasciare momentaneamente la riunione o chiudere la riunione per tutti. Se a lasciare la riunione è l’insegnante, la sala riunione si chiude per tutti e si riapre quando l’insegnante si collega di nuovo.

– Condividi lo schermo (Share Screen). Serve a mostrare a tutti quello che si ha sul proprio schermo.

– Gli altri comandi, sono sempre raggiungibili con dei flic o con tab, e sono molto intuitivi, anche se non tutti servono per poter tenere una lezione ad una classe.

– Smartphone e computer devono aver fornito i permessi affinché questo software possa utilizzare microfono e webcam, strumenti che vengono utilizzati con questo tipo di software per riunioni, anche se è indispensabile solo il microfono.

Al di la di quanto già indicato, con questo software si può anche programmare le riunioni ad una determinata data ed ora, scegliendo un determinato nome per la riunione ed inserendo anche una password.

Ovviamente per poter programmare queste riunioni che, di volta in volta, avranno un determinato link che vale solo per quella riunione e solo per il tempo programmato, è necessario conoscere l’inglese, perché la procedura è un poco più complessa e si devono effettuare tutte le impostazioni.

Per coloro che usano Jaws, come detto sopra, ho prodotto gli script vocabolario che traducono quasi tutto, quindi, diventa tutto più semplice.

Per chi usa NVDA, volendo, può usare ugualmente gli script vocabolario di Jaws per avere la traduzione già pronta.

Infatti, se questi file, disponibili per tutti richiedendoli alla email che indicherò sotto, si rinominano in txt, su ogni riga di questi file si può leggere la frase in inglese e di seguito ad essa la traduzione in italiano.

Al di la della lingua inglese e alla semplicità di utilizzo di questa piattaforma per riunioni, c’è da precisare che sono consentite riunioni gratuitamente per un massimo di 50 persone, anche se in questo periodo di emergenza le riunioni che la prof. Masci sta tenendo con i suoi alunni stanno durando ininterrottamente per tempi ben più lunghi.

Per poter organizzare riunioni con un numero di utenti superiore, ci sono dei pacchetti che si acquistano. Per esempio, per poter tenere riunioni ad un massimo di 100 persone, si paga circa 15 euro al mese e si può disdire quando si vuole. Per tutte le indicazioni, basta collegarsi al sito indicato sopra.

Se servissero ulteriori indicazioni su questa piattaforma, scrivere a:

Nunziante Esposito, nunziante.esposito@uiciechi.it