Riaffermato il valore costituzionale del Terzo Settore

Fiaschi: “La sentenza 131 della Corte Costituzionale segna una importante svolta”

In un approfondimento sul rapporto tra cooperative di comunità e pubblica amministrazione della Regione Umbria, la Corte Costituzionale – con Sentenza del 20/05/2020 e pubblicata oggi, 26 giugno 2020 – fornisce un importante approfondimento e chiarimento sull’articolo 55 del Codice del Terzo Settore in materia di co-programmazione e co-progettazione tra la Pubblica Amministrazione e gli Enti di Terzo settore. 

La Corte Costituzionale ha infatti esaminato diversi aspetti relativi a una delle norme più innovative e qualificanti del Codice, l’art.55, fondando sulla Costituzione e anche sul quadro normativo europeo la piena liceità di quanto previsto dalla norma. 

Con questa sentenza la Corte Costituzionale dà finalmente ragione alle tesi sostenute dal Forum e cioè che attraverso gli strumenti della co-programmazione e co-progettazione viene definita una prassi collaborativa tra istituzioni pubbliche ed enti di Terzo settore, nel riconoscimento di una comune finalità volta al perseguimento dell’interesse generale della comunità e in piena attuazione al principio costituzionale di sussidiarietà. La Corte non solo smonta la linea sostenuta, in alcuni casi, dalla giustizia amministrativa ma, attraverso una accurata disamina di tutta la normativa riguardante il Terzo settore e le precedenti sentenze della stessa Suprema Corte, ne consolida definitivamente il valore costituzionale. Si tratta di una svolta importantissima”  così commenta Claudia Fiaschi, Portavoce del Forum Nazionale del Terzo Settore.

Qui il testo della Sentenza della Corte Costituzionale

SENTENZA  N. 131 DELLA CORTE COSTITUZIONALE: IL COMMENTO DI LUCA GORI

La sentenza n. 131/2020 è stata originata dal ricorso governativo sulla legge regionale Umbria n. 2 del 2019 (Disciplina delle cooperative di comunità). Tale legge, nel riconoscere  e disciplinare le cooperative di comunità (che non sono, necessariamente, ETS ma possono acquisire tale qualifica, ricorrendo i presupposti previsti dal legislatore statale), ha previsto, tra l’altro, che la Regione, «riconoscendo il rilevante valore sociale e la finalità pubblica della cooperazione in generale e delle cooperative di comunità in particolare» disciplini «le modalità di attuazione della co-programmazione, della co-progettazione e dell’accreditamento previste dall’articolo 55 del decreto legislativo 3 luglio 2017, n. 117 (Codice del Terzo settore, a norma dell’articolo 1, comma 2, lettera b), della legge 6 giugno 2016, n. 106) (…)».

Il Governo ha impugnato la legge umbra sostenendo che una siffatta formulazione violasse il Codice del Terzo settore e, quindi, violasse il riparto di competenza fra Stato e Regioni. In particolare, poiché l’art. 55 CTS prevede che i soli enti del Terzo settore possano essere coinvolti attivamente tramite co-programmazione, co-progettazione ed accreditamento (ai sensi dell’art. 55 CTS), l’ammissione delle cooperative di comunità  – senza precisare che queste debbano essere anche ETS – avrebbe potuto determinare una violazione del riparto costituzionale di competenze. Al contrario, La legge regionale avrebbe dovuto delimitare alle sole cooperative di comunità – ETS la possibilità di accedervi.

La Corte ha risolto la questione in via interpretativa, affermando che gli istituti dell’art. 55 del Codice del Terzo settore, richiamati dalla legge regionale, non possano trovare applicazione qualora le cooperative di comunità non siano anche in possesso della qualifica di ETS.

Ma la vera “svolta” è nella motivazione. La Corte costituzionale – che nella sentenza n. 185/2018 era stata piuttosto stringata a proposito del profilo costituzionale del Terzo settore –  precisa che l’art. 55 CTS costituisce una possibile del principio costituzionale di sussidiarietà orizzontale (art. 118, u.c. Cost.): la disposizione, infatti, «realizza per la prima volta in termini generali una vera e propria procedimentalizzazione dell’azione sussidiaria – strutturando e ampliando una prospettiva che era già stata prefigurata, ma limitatamente a interventi innovativi e sperimentali in ambito sociale (…)». Pare importante, a questo proposito, segnalare come l’art. 55 CTS costituisca, nell’interpretazione del giudice costituzionale, un ampliamento degli strumenti già previsti dalla legge 328 del 2000,  che sono riassorbiti dentro il paradigma del Codice del Terzo settore,  rifuggendo da una lettura limitativa  per la quale esso avrebbe dovuto essere letto con lo sguardo rivolto al “passato” (l’art. 55 come norme riepilogativa di quanto già previsto da altre fonti secondarie, posizione difficilmente accettabile).

La Corte risponde anche alla domanda – cruciale – sul perché gli ETS sono meritevoli di essere “coinvolti attivamente” attraverso queste forme. Si legge, infatti, che «gli ETS sono identificati dal CTS come un insieme limitato di soggetti giuridici dotati di caratteri specifici (art. 4), rivolti a «perseguire il bene comune» (art. 1), a svolgere «attività di interesse generale» (art. 5), senza perseguire finalità lucrative soggettive (art. 8), sottoposti a un sistema pubblicistico di registrazione (art. 11) e a rigorosi controlli (articoli da 90 a 97). Tali elementi sono quindi valorizzati come la chiave di volta di un nuovo rapporto collaborativo con i soggetti pubblici (…). Gli ETS, in quanto rappresentativi della “società solidale”, del resto, spesso costituiscono sul territorio una rete capillare di vicinanza e solidarietà, sensibile in tempo reale alle esigenze che provengono dal tessuto sociale, e sono quindi in grado di mettere a disposizione dell’ente pubblico sia preziosi dati informativi (altrimenti conseguibili in tempi più lunghi e con costi organizzativi a proprio carico), sia un’importante capacità organizzativa e di intervento: ciò che produce spesso effetti positivi, sia in termini di risparmio di risorse che di aumento della qualità dei servizi e delle prestazioni erogate a favore della “società del bisogno”».

A partire da questa premessa, ne consegue che è ammissibile un modello diverso, rispetto a quello configurato dal mercato e dalle finalità di profitto che lo caratterizzano (la Corte non lo richiama espressamente, ma il riferimento è, principalmente, al Codice dei contratti pubblici). L’art. 55 CTS, infatti, fonda un modello di relazione fra ETS e P.A. che si fonda «sulla convergenza di obiettivi e sull’aggregazione di risorse pubbliche e private per la programmazione e la progettazione, in comune, di servizi e interventi diretti a elevare i livelli di cittadinanza attiva, di coesione e protezione sociale, secondo una sfera relazionale che si colloca al di là del mero scambio utilitaristico».

La pronuncia affronta anche il delicato profilo della compatibilità con il diritto dell’Unione europea (circostanza assai significativa, poiché il Governo non aveva lamentato la violazione del diritto euro-unitario). A giudizio della Corte è lo «stesso diritto dell’Unione che mantiene, a ben vedere, in capo agli Stati membri la possibilità di apprestare, in relazione ad attività a spiccata valenza sociale, un modello organizzativo ispirato non al principio di concorrenza ma a quello di solidarietà (sempre che le organizzazioni non lucrative contribuiscano, in condizioni di pari trattamento, in modo effettivo e trasparente al perseguimento delle finalità sociali)».

L’Agenzia IURA ha il suo Presidente

L’Unione compie un altro passo decisivo per dare forma e sostanza all’agenzia IURA di tutela dei Diritti delle persone con disabilità.

Il 25 giugno, il Consiglio Generale ha eletto il primo Presidente dell’Agenzia IURA nella persona di Mario Girardi, componente della nostra Direzione Nazionale il quale ha riscosso il consenso unanime.

A Mario, oltre alle felicitazioni più sincere e agli auguri più cari, mettiamo nelle mani l’impegno a proseguire l’opera di costruzione dell’Agenzia, da un lato alla ricerca di nuove e significative adesioni di associazioni; dall’altro nel lavoro quotidiano di edificazione di una rete regionale e territoriale di protezione delle persone e di tutela dei loro Diritti con l’ausilio di Avvocati preparati e abili, al servizio della causa della disabilità.

Un risultato positivo che completa un laborioso periodo di preparazione e schiude nuovi orizzonti per la nostra Unione, attiva in prima fila nel percorso di unificazione del mondo della disabilità.

Il Consiglio Generale ha nominato inoltre il nostro Segretario Generale quale Segretario dell’agenzia.

AISTHESIS n. 12-2020: rivista vocale e online del Museo Omero

Il numero 12 della nostra Rivista affronta un unico grande tema di attualità

IL TATTO TRA CULTURA E CONTINGENZA
di Giancarlo Galeazzi
docente emerito di Filosofia all’Istituto teologico marchigiano della Pontifica Università Lateranense, noto anche per le sue numerose pubblicazioni e per il Festival “Le parole della filosofia” che richiama da circa 20 anni ad Ancona un vasto e fidelizzato pubblico.

Il numero 12 è disponbile anche in formato mp3 con la voce di LUCA VIOLINI e in formato PDF accessibile in italiano, inglese (traduzione Simon Jarvis) e presto in spagnolo: http://www.museoomero.it/main?pp=rivista_aisthesis

Rivista vocale online Aisthesis  del Museo Tattile Statale Omero
Sede della redazione e della direzione: Museo Tattile Statale Omero – Mole Vanvitelliana
Banchina da Chio 28 – Ancona.
Editore: Associazione Per il Museo Tattile Statale Omero ONLUS.
Direttore: Aldo Grassini.
Direttrice Responsabile: Gabriella Papini.
Redazione: Monica Bernacchia, Andrea Sòcrati, Annalisa Trasatti, Massimiliano Trubbiani, Alessia Varricchio.
Voce: Luca Violini.

Nuovo servizio della Biblioteca Italiana Ciechi di Monza

La Biblioteca Italiana per i Ciechi “Regina Margherita” di Monza, su suggerimento e sollecitazione della nostra Commissione Nazionale “Istruzione e Formazione”, ha richiesto e ottenuto la registrazione ai portali web: “Carta del Docente”, “Carta dello Studente” e “App18”.

Di conseguenza, i libri, i periodici e i materiali scolastici della Biblioteca possono essere ora acquistati tramite le carte di pagamento elettronico che i docenti di ruolo delle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado, gli studenti della scuola secondaria di secondo grado e i diciottenni possono attivare attraverso i tre citati portali.

Per maggiori dettagli, visitare la pagina:

https://www.bibliotecaciechi.it/carta-dello-studente-18app-e-carta-del-docente-la-biblioteca-introduce-tre-nuovi-servizi.

Si ringrazia di cuore la Biblioteca e la nostra commissione nazionale per l’utile innovazione che offrirà nuove, piccole opportunità di crescita e di servizio a tutte le persone interessate.. 

Museo Omero – “Aisthesis” n. 11-2020

Il Museo Omero propone il n. 11 della rivista vocale online prodotta in questi mesi di chiusura con interessanti interventi. Di seguito il link per consultarla: http://www.museoomero.it/main?pp=rivista_aisthesis&idLang=3

Ecco il sommario, potete cliccare sugli articoli per leggere il testo; al termine testo trovate anche l’audio registrato dalla voce di Luca Violini.

Il numero 11 della rivista in PDF: 

La traduzione in spagnolo sarà disponibile prossimamente.

Il prossimo numero 12 sarà pronto a breve.

Rivista vocale online Aisthesis  del Museo Tattile Statale Omero
Sede della redazione e della direzione: Museo Tattile Statale Omero – Mole Vanvitelliana
Banchina da Chio 28 – Ancona.
Editore: Associazione Per il Museo Tattile Statale Omero ONLUS.
Direttore: Aldo Grassini.
Direttrice Responsabile: Gabriella Papini.
Redazione: Monica Bernacchia, Andrea Sòcrati, Annalisa Trasatti, Massimiliano Trubbiani, Alessia Varricchio.
Voce: Luca Violini.
Il cd audio della rivista viene inviato a non vedenti e ipovedenti: disponibile su richiesta.

Dimissioni dalla carica di Vice Presidente, di Massimo Vita

Autore: Massimo Vita

Lettera al Presidente Nazionale UICI

Caro Mario,

non avrei mai voluto scrivere questa lettera perché credevo che tra di noi vi fosse una incondizionata fiducia e soprattutto stima. Ci sono state, però, varie tue decisioni che mi hanno fatto capire che non godo più della tua stima e fiducia. Mi chiedi e ci chiedi spesso di farti respirare e ci dici e mi dici che voglio correre e che hai tante cose importanti di cui occuparti e lo capisco, ma poi, non deleghi niente.

Io, come ho fatto per tutti questi anni ho cercato di sollevarti da tanti oneri e impegni ma, evidentemente, ora vuoi procedere con il tuo passo e in prima persona. Io ho sempre creduto in un lavoro di squadra ma per fare squadra i componenti devono fidarsi l’un l’altro e penso che tu non ti fidi più di me e del mio operato.

Se tu e la Direzione vorrete, rimarrò nel Consiglio di Amministrazione ma rimetto, in modo irrevocabile la carica di Vice presidente per svolgere la quale ci vuole un altro clima e un altro modo di fare.

Forse sarò io che sbaglio ma me ne assumo le responsabilità e assolverò il ruolo che la Direzione Nazionale ha voluto affidarmi. Credo, forse in modo presuntuoso, di aver offerto all’Istituto un contributo disinteressato, costante e di aver lavorato per il bene dei nostri colleghi ciechi e ipovedenti.

Questa mia decisione è sofferta perché interromperà una collaborazione che speravo ci portasse lontano. In realtà, i fatti dimostrano che io e te abbiamo una visione diversa dell’associazione e credimi non pensavo mai di dovermi trovare in questa posizione. Da qualche tempo la tua linea di Presidente si è allontanata dai principi che ci avevano portato a contrastare Daniele e poi a lanciare un progetto di rinnovamento che partisse da una associazione più collegiale, più aperta e più libera. La relazione programmatica per il 2016 era un manifesto entusiasmante ma di quegli enunciati, molti sono rimasti nelle intenzioni e adesso mi chiedo se davvero ci credevi in quanto lì scrivevi.

Ti auguro un futuro luminoso nell’interesse dei ciechi e degli ipovedenti ma io non smetterò di battermi perché l’Unione possa essere un’altra perché, come spesso hai detto, possa essere ribaltata a favore di più condivisione, più apertura, più collegialità e allo stesso tempo più confronto e più rispetto per gli organi collegiali.

Nella relazione programmatica per il 2016 scrivevi:

“A qualche giorno di distanza dal Congresso che abbiamo celebrato a Chianciano, il modo più corretto, efficace e impegnativo di onorare i deliberati congressuali ci pare quello di trasferirne i contenuti nella relazione programmatica del 2016 la quale, infatti, deve rappresentare proprio la prima tappa di un percorso quinquennale più lungo e articolato. Con qualche aggiustamento e qualche modifica, dunque, gli obiettivi di seguito elencati riprendono le indicazioni delle mozioni congressuali, convinti che la loro costante riproposizione rappresenta la modalità più certa ed efficace di dare attuazione al mandato ricevuto come Presidente e come Consiglio Nazionale. Il Congresso che abbiamo tenuto a Chianciano dal 5 all’8 novembre, ha registrato il più grande rinnovamento mai verificatosi nella nostra Associazione, con un ricambio di dirigenti pari all’80% dell’intero Consiglio Nazionale, con una forte presenza della componente femminile, pressoché in parità rispetto a quella maschile, e con una fusione di esperienza e giovinezza che sono il giusto carburante a supporto delle profonde riforme che ci attendono. A tutti dunque vogliamo ricordare ora e sempre che quel Congresso e quel ricambio non sono venuti invano! Non abbiamo fatto tutta questa strada e speso tutte queste energie perché ora ogni cosa rimanga come prima e ognuno possa continuare a fare e agire come ha sempre fatto. L’Unione deve mutare profondamente, pena la sua stessa continuità e sopravvivenza. Le aspettative riposte nella elezione di questo Presidente e di questo Consiglio sono immense. A noi l’onere e l’onore di interpretarle e di dare loro gambe e braccia in direzione di un rinnovamento atteso, da realizzare con coraggio e prudenza. In questa relazione, dunque, abbiamo cercato di riassumere e riproporre le principali indicazioni emerse dal Congresso e in particolare dalle sezioni di lavoro, proprio perché quelle indicazioni dovranno rappresentare la strada maestra tracciata dall’organo supremo della nostra Associazione che soci e dirigenti a ogni livello sono tenuti a rispettare e applicare. A tal proposito, nel nostro modo associativo usuale di pensare e di agire, occorrerà operare una notevole correzione di rotta, restituendo nei fatti al Consiglio Nazionale i propri poteri effettivi di indirizzo e di verifica, sia tramite più frequenti e incisivi momenti di consultazione e di confronto, sia tramite la creazione di un collegamento funzionale con le commissioni nazionali, in modo che le indicazioni di queste ultime possano diventare vere e proprie risoluzioni vincolanti per il Presidente e per la Direzione. Nel contempo, proprio la Direzione dovrà essere restituita pienamente ai propri compiti statutari e organizzativi che sono di attuazione dei deliberati del Congresso e del Consiglio Nazionale, senza impadronirsi dei poteri di indirizzo e di orientamento dell’intera politica associativa come accade troppo spesso oggi. Abbiamo infine aggiunto una specifica sezione dedicata all’organizzazione e ai compiti interni che ci attendono, a livello nazionale e territoriale, proprio per dare già un indirizzo alla grande riforma che dovrà essere attuata anche in riferimento ai principi della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità ratificata con legge n. 18 del 3 marzo 2009 e della carta sociale europea.”

Non so come e quando si farà il prossimo Congresso, anche su questo hai avocato a te ogni decisione,  ma quello che più mi rattrista è che, a quel congresso, arriveremo in modo anomalo e senza un reale confronto tra le idee. So con certezza che stando così le cose, saremo su fronti diversi ma certamente ci potremo ritrovare nel difendere gli interessi della categoria.

So che dirai che non era questo il momento ma io credo che la pazienza e lo spirito di sopportazione hanno tempi limitati e io non potevo più mettere la mia dignità sotto i piedi.

Nel ribadire le mie dimissioni irrevocabili dalla carica di Vice presidente, ti saluto cordialmente.

La Scuola del distanziamento sociale…, di Marco Condidorio

Autore: Marco Condidorio

Nei giorni scorsi leggo sui social network “la didattica a distanza è un ossimoro”.

Ma guarda un po’!

Certo, la didattica è per definizione relazione tra due o più persone le quali, per vivere in modo completo il percorso di istruzione ed educazione, si trovano in uno spazio: l’aula!

La didattica a distanza, poiché ogni persona di quella “relazione” educativa occupa, col proprio corpo uno spazio fisico diverso da quello d’ognuno dei componenti il gruppo, che virtualmente si ritrova in uno spazio virtuale, l’aula del prossimo futuro, come può vivere in modo diretto quella relazione educativa?

Dunque, o parliamo di didattica o parliamo di distanza; i due termini faticano, per la loro natura concettuale per cui sono stati pensati, a definire un binomio costruttivo che tenda ad un risultato scolastico degno di un percorso educativo reale.

La relazione tra bambini e maestra; tra alunni e insegnante; fra studenti e docente è qualcosa che supera ogni astrazione e progetto politico sul presente e futuro della e per la scuola: di fatto è costruzione fisica di linguaggi corporei; di lessici emozionali ed emozionanti; di relazioni umane di simpatia e antipatia; di sguardi generosi ed ammiccanti; di sfioramenti e fragranze; di carezze e scappellotti!

Punti di forza della stessa didattica.

E d’altro canto, è quella scolastica in presenza, la vera istruzione.

La didattica frontale è più di un concetto, è vita quotidiana fatta di incontro, affiatamento e di convivenza.

Come possiamo insegnare a conoscere e riconoscere le passioni? Come spieghi le emozioni ad un gruppo di alunni-studenti attraverso uno schermo di pixel?

No, gli stessi giganti della letteratura italiana, internazionale, hanno dedicato la loro vita a scrivere pur di trasmettere a noi e alle generazioni future i valori su cui l’uomo costruisce il proprio cammino; con cui l’uomo può comprendere meglio la propria natura di essere pensante.

Montessori ha spesa la vita per costruire un modello educativo, che tiene conto anzitutto della natura umana, poi quella della relazione.

Come insegni ad un bimbo la bellezza dell’alfabeto, i suoni e l’estetica delle singole letterine?

Come puoi guidarne  e accrescerne le conoscenze e le capacità di lettura, se lo hai lontano?

E l’esperienza del mondo fisico, come può essere mediata da uno spazio virtuale?

La morbidezza e la rigidità dei materiali; il loro peso, la loro consistenza.

La possibilità di manipolare materiali quali il pongo, il das, la creta e di farlo in gruppo con i propri compagni; di creare con loro e con loro di costruire storie e giochi.

Imparare a tenere in  mano un pennello, una matita.

Fare una riga, disegnare un cerchio piuttosto che una casetta.

Chiede il Piccolo Principe al pilota, nell’omonimo romanzo straordinario di Antoine de Saint-Exupéry

“Mi disegni una pecora?”

Ce la vedete voi una maestra, intenta a realizzare un disegno per un bimbo, lei nel cucinino di casa, il bimbo nel salottino di casa sua?

O magari, nel rispetto del distanziamento sociale, entrambi mascherati, uno su un banco, la maestra sull’altro?

 E il gioco, non è forse grida, risate, manate e abbracci?

La didattica è relazione, dunque anche  “frustrazione”.

Sentimento importantissimo per l’apprendimento.

La frustrazione da didattica,  vogliamo sostituirla con quella negativa dell’allontanamento?

La didattica è colore, disegno, manipolazione, orientamento, esplorazione, non solo corporea ma anche dell’ambiente, quello dell’aula, della scuola.

La didattica è costruzione di relazioni, non solo tra i compagni, ma anche con gli adulti, suoi maestri e anche il personale scolastico.

Tolleranza e comprensione.

Ascolto e riflessione.

Esposizione del proprio pensiero e l’accoglimento di quello altrui.

Il reciproco aiuto, mutuato e mediato da gesti e attenzioni, non può essere bagaglio esistenziale di una quotidianità virtuale o semi mascherata.

Anche poter vedere il proprio compagno piangere per magari asciugargli la lacrima sulla guancia, non ha un corrispettivo virtuale che possa surrogarne l’evento, il gesto fisico accompagnato dall’emozione.

È come chiedere ad un essere umano, nella fase di crescita, di imparare a riconoscere il sole e il rumore del mare attraverso una cartolina, un semplice film.

Il sapore è fisico, personale, immediato, non mediabile attraverso lo schermo freddo di un personal computer.

Il calore del vento, il freddo del ghiaccio, la sensazione che si prova nel tenere tra le dita i fiocchi di neve, non hanno altra realtà che possa trasmetterne l’esperienza.

Immaginiamo poi se quel bambino, alunno o studente è cieco assoluto o ipovedente grave, tutto ciò sarebbe davvero assurdo.

E noi?

Sin qui ho difesa la didattica a distanza, l’opera camaleontica che ha permesso di tenere vivo il dialogo scolastico, pur virtuale, con milioni di bambini, alunni e studenti.

L’ho difesa dalle prime illuminanti riflessioni di chi, pur non essendo protagonista attivo della didattica a distanza, sentenziava già dalle prime ore dell’evento straordinario, sull’inutilità della stessa didattica, richiamando i fondamenti pedagogici e didattici in nome di una verità, di cui chiunque svolga la professione docente con coscienza, conosce e dunque sa benissimo.

La didattica è relazione, anzitutto!

Questa sorta di mantra lo  ritrovavo ovunque, peccato che l’emergenza e il distanziamento sociale ci ha costretti in un isolamento educativo e dunque anche didattico, non per scelta, ma per imposizione. E allora, ogni disquisizione sui principi di una didattica, intesa come relazione, della prima ora, era quanto meno superflua se non irrispettosa nei riguardi degli stessi bambini, alunni e studenti, nonché del corpo docente tutto.

Stiamo dando il massimo, magari non sarà il meglio, potevamo fare di più, vero, ma quanto è stato fatto sin qui, e durerà sino agli esami di maturità, è davvero tantissimo.

Oggi però, giunti quasi al termine dell’anno scolastico, iniziano ad aggirarsi strani fantasmi per il paese e soprattutto negli ambienti ministeriali e non solo: Ma se il Paese ha reagito così bene alla didattica a distanza, perché non prendere in considerazione l’uso delle tecnologie e per proseguire con questa metodologia di istruzione?

Oppure, per risolvere i problemi legati alla sicurezza, definiamo un nuovo scenario scolastico: aule semi vuote in cui far stare metà o meno degli studenti di una classe; mentre l’altra metà seguirà la lezione da casa su piattaforma web.

Scenario che si presenterà così:

una bambina, mascherata, seduta al centro di una figura composta da cinque banchi.

Quello a cui è seduta la nostra bambina; un banco dietro e uno davanti; due ai lati, sinistro e destro. I quattro banchi rigorosamente vuoti, per consentire il distanziamento sociale di almeno un metro.

Potremmo definire la figura col concetto del segno matematico “più”. O, il che forse si addice meglio, al simbolo della “croce”.

Questa composizione si ripete tante volte quante ne sono consentite dallo spazio dell’aula.

Poi, di fronte a loro, rigorosamente mascherato, l’insegnante.

Cinque ore. Cinque lunghe e interminabili ore in cui gli alunni e gli studenti dovranno vivere la loro nuova scuola, quella di un carnevale senza alcun sorriso né emozioni.

Sulla cattedra, debitamente sistemato, il computer col quale lo stesso insegnante terrà lezione all’altra parte degli alunni o studenti.

Connessioni precarie per una didattica, per metà a distanza e per metà in rigorosa diretta mascherata!

Se, come è giusto che sia, la salute prima d’ogni cosa e al di sopra di tutto, iniziamo a mettere mano a un nuovo sistema di fare scuola, che non eserciti il distanziamento sociale come metodo per lo svolgimento di una didattica tradizionale, ma eventualmente per ripensare la stessa didattica tradizionale per trasformarla in qualcosa che non assomigli ad una emergenza, ma alla normalità, in cui la relazione continui a essere il perno educativo-didattico attorno cui costruire il percorso di istruzione per tutti i bambini, gli alunni e gli studenti della scuola italiana.

Marco Condidorio (Direttore Scientifico I.Ri.Fo.R Molise)

Irifor – Bando 2020 “Iniziative di Orientamento e Mobilità e AP”

Bando per il finanziamento di iniziative riabilitative di base di Orientamento e Mobilità e Autonomia Personale

PRESENTAZIONE

Il Consiglio di Amministrazione Nazionale dell’I.Ri.Fo.R. indice il presente Bando per il finanziamento di iniziative riabilitative di Orientamento, Mobilità e Autonomia personale, della durata media di 30 ore, rivolte a disabili visivi.

Art.1 – Destinatari

L’iniziativa è rivolta a n.100 disabili visivi (ciechi e ipovedenti) residenti in Italia.

Art.2 – Finalità dell’intervento

La realtà quotidiana è un quadro ricco di contesti, relazioni, diversificato per ciascun individuo, in cui si compiono azioni, spesso ripetitive e consuete, che danno forma e contenuto ad ogni singola esistenza.

Gestire le pratiche quotidiane significa pensare, programmare, predisporre ed esercitare molte competenze: organizzare le attività, consumare i pasti, avere cura della propria persona, recarsi a scuola o al lavoro, frequentare esercizi pubblici, uscire per gli acquisti, sbrigare semplici commissioni, raggiungere luoghi di interesse, passeggiare, usare mezzi pubblici, attraversare strade, incontrare amici, ecc.

Situazioni di ipovisione e cecità si presentano spesso come un ostacolo difficile verso la realizzazione di desideri, bisogni e necessità, causa le specifiche conseguenze che le compromissioni strutturali e funzionali della vista operano su ricerca, rilevamento e utilizzo delle informazioni ambientali.

L’acquisizione di autonomia nello svolgimento delle attività quotidiane diviene finalità prioritaria di un corso di Orientamento, Mobilità e Autonomia Personale, che cerca di soddisfare il desiderio di affrontare e vivere autonomamente la propria quotidianità da parte del disabile visivo.

Art.3 – Obiettivi generali

Il presente Bando si propone di raggiungere i seguenti obiettivi:

a) potenziare le capacità dei ciechi e degli ipovedenti nell’ambito dell’autonomia personale e domestica;

b) sviluppare le capacità dei ciechi e degli ipovedenti nell’ambito dell’orientamento e della mobilità.

Art.4 – Figure professionali coinvolte

La realizzazione degli interventi riabilitativi oggetto del presente Bando potrà essere effettuata unicamente dagli Istruttori di O&M e AP iscritti all’Albo Nazionale I.Ri.Fo.R. degli Istruttori di Orientamento Mobilità e Autonomia Personale o, in mancanza, da personale qualificato proveniente da altre esperienze, per un totale di 3000 h di attività complessiva.

Art.5 – Soggetti ammessi a partecipare

Possono rispondere al presente Bando unicamente le strutture regionali dell’I.Ri.Fo.R., nell’ambito della spesa programmata.

Le sedi regionali che hanno in essere convenzioni con enti pubblici per lo svolgimento di tali corsi non possono presentare progetti per le province interessate da tali situazioni.

Si precisa che potrà essere inoltrata richiesta di finanziamento per uno o più Corsi, tenendo presente che ogni Corso è costituito da n.2 iniziative individuali da 30 ore di O&M e AP.

Art.6 – Modalità di erogazione del servizio

Ogni singolo utente usufruirà, in media, di 30 ore di O&M e AP distribuite a seconda delle esigenze delle persone interessate e alle disponibilità del territorio.

Art.7 – Proposta sperimentale

Le strutture interessate a sperimentare formule e momenti riabilitativi con modalità a distanza, limitatamente ad attività di autonomia personale e domestica, possono inviare specifici progetti, nel rispetto dei parametri finanziari del Bando, avendo cura di descrivere in dettaglio le modalità, i tempi e gli strumenti che si intendono utilizzare.

Il Consiglio di Amministrazione nazionale, previa valutazione da parte del Comitato tecnico-scientifico, si riserva di finanziarne due, per favorire la sperimentazione nel settore.

I progetti sperimentali di formazione a distanza non sostituiscono quelli previsti dal corrente Bando, ma ne costituiscono eventualmente una aggiunta.

Art.8 – Risorse finanziarie disponibili

Il contributo I.Ri.Fo.R. riconosciuto per ogni utente con le caratteristiche sopra esposte (art.1 del presente Bando) è di euro 750,00 a cui dovrà aggiungersi un cofinanziamento, almeno di pari importo, per le spese di soggiorno, vitto e trasporto degli Istruttori di O&M e AP e altre esigenze.

Si segnala che, nel caso in cui l’ammontare totale dei progetti pervenuti dovesse essere superiore al budget complessivo destinato al Bando, il Consiglio di Amministrazione nazionale potrà adottare un criterio generale per decurtare ogni progetto in modo proporzionale.

Art.9 – Durata del Bando

Il Bando si attiva con la sua pubblicazione sul sito internet dell’Istituto, previa deliberazione del Consiglio di Amministrazione nazionale dell’I.Ri.Fo.R. e resta valido fino al 15 luglio 2020.

Nel periodo di vigenza del Bando le strutture interessate potranno inviare le richieste di finanziamento delle iniziative esclusivamente via posta elettronica certificata, all’indirizzo: archivio@pec.irifor.eu

La mancata osservanza di tale requisito d’accesso per la presentazione dei progetti ne determina il non accoglimento.

L’I.Ri.Fo.R. Nazionale si riserva la possibilità di chiedere integrazioni e/o chiarimenti alle strutture richiedenti.

Successivamente sarà stilato l’elenco delle strutture richiedenti per la valutazione da parte del Consiglio di Amministrazione nazionale, nella prima seduta utile.

Alle strutture ammesse sarà inviata comunicazione nelle forme consuete e, contestualmente, sarà erogato il 50% del finanziamento.

Il saldo sarà erogato a conclusione delle attività riabilitative, secondo le modalità indicate nel successivo articolo 10.2.

Art.10 – DOCUMENTAZIONE DA INVIARE

10.1. – Documentazione per la richiesta del finanziamento

Sotto l’aspetto documentale, per la richiesta dei finanziamenti dovranno essere inviati:

1) formulario I.Ri.Fo.R. contenente l’indicazione dei costi, delle sedi di svolgimento, degli obiettivi attesi e dei metodi per la verifica del loro conseguimento;

2) scheda progetto compilata in tutte le sue parti;

3) budget di previsione dei costi, i nominativi degli Istruttori previsti con accettazione dell’incarico e del compenso;

4) attestazione del cofinanziamento esterno (se il cofinanziamento è assicurato da una struttura UICI o collaterale, occorre l’atto deliberativo e, se proviene da altri enti o privati, da idonea dichiarazione);

5) attestati di invalidità dei soggetti interessati rilasciati da ente pubblico.

Tale documentazione dovrà essere inviata, come detto, tramite posta elettronica certificata da recapitare al seguente indirizzo: archivio@pec.irifor.eu

10.2. – Documentazione per la richiesta del saldo

A conclusione delle attività, il saldo sarà erogato previa presentazione, a questa Sede nazionale, dei seguenti documenti:

a) Relazione conclusiva del coordinatore dell’iniziativa riabilitativa

b) Nota dei dati sintetici

c) Questionari di valutazione (a cura degli Istruttori) d) Questionari di gradimento (a cura degli utenti).

Formulario.doc

Scheda_progetto.doc

Irifor – Soggiorno estivo con cani guida a Barcis: 2 – 11 luglio 2020

IL CANE GUIDA, COMPAGNO DI VITA DA CONOSCERE E AUSILIO ALLA MOBILITA”

vi sono ancora posti disponibili per partecipare all’iniziativa in oggetto.

La Commissione Nazionale Cani Guida UICI e l’I.Ri.Fo.R. Presidenza Nazionale in collaborazione con “STUDIO IN”, propongono per l’estate 2020 a tutti i soci il SOGGIORNO CON CANI GUIDA, che si svolgerà presso Barcis in provincia di Pordenone, nel comprensorio del Parco Naturale delle Dolomiti Friulane patrimonio UNESCO (consulta il sito HYPERLINK “http://www.barcis.fvg.it/Home.3.0.htmlhttp://www.barcis.fvg.it/Home.3.0.html).

Si tratta di un soggiorno estivo giunto alla sua quinta edizione, ideato per persone con disabilità visiva che possiedono il cane guida e per chi desidera avvicinarsi a questa realtà. Attraverso la presenza di operatori specializzati, vogliamo raggiungere due importanti obiettivi:

– offrire al team Conduttore/Cane l’opportunità di condivisione e confronto sulle varie problematiche che tale “coppia” affronta quotidianamente;

– permettere ai partecipanti, che non conoscono il cane come animale in senso generale e nel suo particolare ruolo di guida, quale fondamentale ausilio alla mobilità, di raccogliere informazioni provenienti dagli operatori e da persone con disabilità visiva che ne fanno esperienza diretta ogni giorno nei più vari contesti di vita. Tutto questo avverrà in un luogo accogliente, ricco di stimoli e di spazi idonei che consentono momenti di socializzazione e di relax, anche per i nostri amici a quattro zampe. Il soggiorno si svolge in una casa per vacanze con servizi a gestione familiare, dislocata a pochi passi dal lago di Barcis. Le valli limitrofe sono ricche di percorsi strutturati e funzionali da vivere in tutta libertà e sicurezza.

Il personale specializzato coadiuverà gli ospiti nel potenziare le loro capacità, puntando a migliorare le competenze di mobilità di ognuno, in una cornice di condivisione e svago, tramite la gestione della relazione con il cane nei diversi contesti.

PROPOSTE E ATTIVITÀ

Spazi quotidiani riservati al confronto su:

– alimentazione, premi e coccole, elementi basilari per la relazione con il cane;

– l’importanza del gioco;

– gestione in guida e in libertà, la comunicazione tra uomo e cane,

– toelettatura e cura del cane;

– leggi e regolamenti sull’accesso del cane guida ai diversi contesti di vita della persona con disabilità      visiva;

– condivisione di esperienze personali.

Sono inoltre previste escursioni pratiche nel Parco Naturale delle Dolomiti Friulane anche accompagnate dal corpo forestale F.V.G., camminata nelle malghe in Piancavallo, Museo archeologico Montereale, piscina, kayak, visita ad una cantina vitivinicola.

CONDIZIONI E COSTI

11 partecipanti: fino a 7 persone con cane guida, 4 persone con disabilità visiva senza cane guida. Persone autonome nell’igiene e cura della persona.

Sistemazione in camere doppie.  (WIFI-TV-bagno).

Include: 9 pernottamenti a pensione completa, biancheria da camera e da bagno, pulizie quotidiane, 3 operatori specializzati mobilità, 1 operatore specializzati mobilità e cane guida, un componente della commissione nazionale cani guida U.I.C.I.*, viaggio a/r Pordenone-Barcis, attività, spostamenti locali.

La sistemazione dei partecipanti sarà in 6 camere doppie.

Grazie al contributo dell’I.Ri.Fo.R. pari al 50% della quota il costo a persona del soggiorno è di €650.

   Esclude: viaggio da e per Pordenone, spese personali.

Anticipo: 50% al momento dell’iscrizione.

Saldo: restante 50% entro il 20 giugno 2020

Le iscrizioni saranno accolte in ordine di arrivo, sarà data priorità a coloro che non hanno partecipato al soggiorno nelle sue precedenti edizioni, fino ad esaurimento posti, con scadenza al 13 giugno 2020.

INFORMAZIONI E CHIARIMENTI:

Coordinatrice Commissione Nazionale Cani Guida U.I.C.I.

Elena Ferroni e-mail: caniguida@uiciechi.it

cel 3493022571

Istruttore orientamento, mobilità e cani guida:

De Domenico Francesco, e-mail: dedomenico@studio-in.org

cel 334 6339469

In allegato il modulo per l’adesione e la liberatoria per la diffusione di immagini e video.

Anticipiamo che per chi fosse interessato, come lo scorso anno si svolgerà un secondo campo con caratteristiche analoghe, che avrà sede in una regione del sud Italia nel mese di settembre.

Autorizzazione.doc

Modulo iscrizione.doc

Museo Omero – 29 maggio: riapriamo al pubblico!

Venerdì 29 maggio, nel giorno del suo 27° compleanno, il Museo Statale Tattile Omero riapre le porte ai visitatori a partire dalle ore 16. 

Dopo lo stop forzato a causa dell’emergenza sanitaria Covid-19, siamo pronti ad un nuovo inizio! 
Per noi che siamo un museo tattile è una bella sfida! Ma abbiamo adottato le precauzioni necessarie a farvi godere una piacevole visita in sicurezza!

Sarà obbligatorio per tutti indossare la propria mascherina, lavare le mani con il gel igienizzante che si trova all’ingresso (e ogni sala) e indossare i guanti monouso forniti dal personale, che a sua volta sarà dotato di tutti i dispositivi di protezione individuale. Le sale, inclusi i bagni, saranno igienizzati con maggior frequenza.

L’ingresso al museo resta gratuito. Le entrate saranno contingentate – massimo 10 visitatori per sala espositiva – e sarà necessario mantenere la distanza di sicurezza di due metri. 
È consigliata la prenotazione (335.5696985 anche whatsapp).
L’entrata e l’uscita saranno differenziati con circuito ad anello in modo da far defluire i visitatori in sicurezza.
Le persone con disabilità, che ne necessitano, dovranno venire al museo con il proprio accompagnatore.

Saranno a disposizione del pubblico risorse digitali per una visita dinamica dello spazio museale, ma non mancherà la solita calda accoglienza del personale. Visitabile anche la mostra “Toccar con mano i Longobardi”.

Dopo tre mesi in cui il Museo ha lavorato virtualmente con video, interviste, raccolte musicali, conferenze virtuali e appuntamenti alla radio (consultabili a questo link http://www.museoomero.it/main?p=news_id_6098), si torna al reale, al contatto con le opere, ma con le dovute precauzioni!

Qui un video riassunto della riapertura https://www.youtube.com/watch?v=6abxa4GJuf4&feature=youtu.be

INFO
Museo Tattile Statale Omero
Ingresso libero
Ancona, Mole Vanvitelliana Banchina Giovanni da Chio 28
Orario: dal martedì al sabato 16 – 19 / domenica e festivi 10 – 13 e 16 – 19
ultimo ingresso ore 18.30
Tel. 071.2811935
Prenotazioni al 335.5696985 (anche whatsapp) email: didattica@museoomero.it