Marche – Settimana del glaucoma: controlli gratuiti

“Il glaucoma? Ve lo racconto io”

“Il glaucoma è una malattia molto invalidante che nella maggior parte dei casi porta alla cecità. Ma se preso in tempo, può essere curato. Ve lo dico io, che a 21 anni ho perso la vista, pur continuando a fare molte delle cose che facevo prima”.

Andrea Cionna, presidente dell’Uici di Ancona, l’unione italiana ciechi e ipovedenti, racconta in prima persona i rischi di una mancata prevenzione.

Campione paralimpico di atletica e oggi velista per passione, Andrea presenta così la settimana dedicata alla prevenzione del Glaucoma, una malattia subdola che non dà sintomi ma da cui si può guarire, se presa in tempo.

Da qui, come ricorda lo Iapb Italia, l’Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità, l’importanza delle visite periodiche a cui sono chiamate soprattutto le persone con più di 40 anni.

Per la settimana mondiale del Glaucoma 2022, in programma dal 6 al 12 marzo, si moltiplicano le iniziative promosse dalle sezioni territoriali Uici delle Marche.

ANCONA

Ad Ancona il 10 marzo sono previste visite oculistiche, dalle 9.00 alle 18.00, nella sede della Regione Marche – Palazzo Raffaello, per i dipendenti dello stesso ente. Il 12 marzo, invece, distribuzione del materiale informativo a Jesi, presso l’Ospedale “Carlo Urbani” e nella zona del mercato nel centro della città.

ASCOLI PICENO

Ad Ascoli Piceno sono in programma due giornate di screening: il 9 e l’11 marzo, nella sede Uici presso il Centro Officina dei Sensi, in via Copernico, 8. Nelle stesse giornate sarà distribuito materiale informativo in sede, nella piazza della città e presso lo sportello informativo dell’Ospedale. L’11 marzo distribuzione di dépliant anche a Fermo.

PESARO

A Pesaro, sabato 12 marzo, sono previsti controlli oculistici gratuiti nell’ambulatorio della sede Uici, in via Vincenzo Rossi, 75, su prenotazione chiamando il numero 0721.416171. Sarà presente un oculista dalle 09.00 alle 18.30. In programma anche la distribuzione di materiale informativo il 9 e il 12 marzo, dalle 8.00 alle ore 20.00, in corso Matteotti a Fano.

MACERATA

A Macerata banchetti informativi il 9 marzo in Piazza Mazzini e il 12 marzo nel Centro commerciale Val di Chienti. Nel corso della settimana, distribuzione di materiale informativo presso biblioteche, università e parrocchie.

Pubblicato il 07/03/2022.

Lettera aperta del Presidente del Consiglio regionale UICI della Liguria contro la guerra in Ucraina

Autore: Arturo Vivaldi

Lettera aperta.

Il Consiglio Regionale Ligure dell’UICI,  all’unanimità ed aldilà dei torti e delle ragioni, si dichiara contrario ad ogni forma di guerra che porta solo morte e distruzione tra la popolazione civile, contribuendo così a creare nuove generazioni di disabili fisici e sensoriali.

Chiediamo pertanto che il nostro Presidente  e la Direzione Nazionale usino tutti gli strumenti in loro possesso per far arrivare in primo luogo al nostro Governo, il “no alla guerra” da parte della nostra Associazione e che attraverso la riunione dell’Ebu di Genova si faccia altrettanto affinché questo nostro messaggio, mi auguro e credo condiviso dalle altre associazioni internazionali, arrivi al Parlamento Europeo.

Crediamo inoltre che sia opportuno attivarci affinché attraverso l’Ebu e la Federazione Internazionale delle Associazioni di tutela delle disabilità, si possa arrivare ad un aiuto concreto dedicato alla popolazione ucraina colpita da questa stolta guerra.

Il consiglio Regionale della Liguria è pronto a fare tutto ciò che è nelle sue possibilità per collaborare sia politicamente che economicamente.

Il Presidente Regionale UICI Liguria

Il braille, una luce nell’universo… Un racconto di esistenze

Autore: Pierfrancesco Greco

XV Giornata Nazionale del Braille

Grandi contenuti ed emozioni nel simposio, inerente al sistema di letto-scrittura che da due secoli regala ai non vedenti di tutto il mondo l’opportunità di studiare, lavorare, essere parte attiva della società, organizzato dai Consigli regionali UICI di Puglia e Calabria e tenutosi martedì scorso. “Un importante momento di condivisione valoriale”, hanno dichiarato i promotori.

Dare spazio, respiro, forza alla sensibilizzazione universale sui temi dell’accesso al sapere, alla conoscenza dell’immanente, alla comprensione e alla costruzione di ciò che si vuole essere, andando oltre ogni ostacolo, confutando ogni preclusione, abbattendo ogni vallo: temi, questi, afferenti in maniera diretta alla sfera del braille, di cui lo scorso 21 febbraio s’è celebrata la XV Giornata Nazionale, nell’ambito della quale, la mattina di giorno 22, s’è svolto un simposio, dal tema “Il braille: una storia di punti … Libertà e riscatto umano raccontati dal Mezzogiorno”, promosso e organizzato dai Consigli Regionali dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti. “Un importante momento di condivisione valoriale tra due territori, tra due sezioni regionali della nostra grande famiglia associativa, le quali, attraverso questa sorta di gemellaggio, intendono offrire un esempio di collaborazione sui temi, sui principi e sulle azioni concrete che, ci auguriamo, sia prodromo di un’innovativa modalità operativa basata sul confronto delle proposte, sullo scambio delle idee, sulla sintesi da trovare nelle misure, nelle azioni, negli interventi a favore dei nostri associati e di tutti i non vedenti e pluriminorati”, hanno evidenziato le promotrici e i promotori dell’evento, a cui hanno dato forte impulso la dottoressa Annamaria Palummo, Consigliere Nazione dell’UICI, e la professoressa Chiara Calisi, Consigliere Nazionale UICI e componente dei gruppi di lavoro e istruzione; un evento orientato a porre all’attenzione del senso comune la centralità, l’intangibilità, la sacralità dell’umana aspirazione a essere parte attiva, pensante, cosciente della propria individualità, delle proprie capacità, delle proprie peculiarità contestualmente alle assise della società contemporanea, in una prospettiva solidaristica e universale, ove la persona realizza se stessa in un consesso comunitario, ove la valorizzazione della summenzionata individualità non si traduce nell’apologia dell’individualismo, che genera isolamento, bensì nella maturazione di una coscienza collettiva cementata dalla comune condizione d’umanità, intesa sia come insieme di donne e uomini che vivono e amano nello stesso punto dell’universo sia come sentimento che dovrebbe indurre ognuno a trovare nell’altrui felicità la strada della propria crescita e della propria felicità. Strada che ha nel braille una delle corsie preferenziali e su cui il convegno ha acceso il faro dell’attenzione, dell’interesse attraverso la partecipazione, da remoto, di dirigenti e rappresentanti associativi, esperti e studenti: pensieri, riflessioni, voci le quali hanno trovato compendio in un segmento temporale che è stato possibile seguire sulle pagine facebook di UICI Calabria e UICI Puglia e che ha pienamente assunto quei crismi di richiamo universalista di cui si è scritto pocanzi, in linea, del resto, col messaggio insito nella Giornata Nazionale del Braille, o meglio, nella data che gli estensori della legge n. 126 del 3 agosto 2007, con cui si è istituita la ricorrenza, hanno designato per la celebrazione annuale, il 21 febbraio, ovvero simultaneamente con la Giornata internazionale della Lingua Madre, decretata nel 1999 dall’Unesco per promuovere e salvaguardare l’identità e, nel contempo, la diversità linguistica e culturale. Una coincidenza non casuale e decisamente significativa che pone nella giusta luce la sconfinata portata del braille nella storia della nostra della nostra realtà sensibile: pur non essendo propriamente né un linguaggio né, tanto meno, una lingua, il braille apre le porte alla comprensione, alla lettura alla scrittura alla diffusione di ogni lingua, delle scienze, delle espressioni artistiche e culturali, e permette, letteralmente, di toccare le parole; e poi, alla stregua dei linguaggi e delle lingue, è una stella che viene incontro alla caratteristica precipuamente connotante il genere umano, ovvero la socialità; senza la condivisione delle lingue l’uomo, l’animale sociale per eccellenza, risulterebbe snaturato nella propria essenza, privato del proprio senso, del proprio tempo, dei propri spazi. Allo stesso modo, senza il braille la vita di chi non ha la possibilità di apprezzare con gli occhi l’alba del nuovo giorno risulterebbe defalcata,  chiusa all’interlocuzione, al sapere, al mondo. Quel mondo che il braille porta nelle mani e nella vita, nei giorni e nelle sensazioni, negli impegni e nei sogni di chi tocca i salvifici puntini e di chi li incide. Tocco e incisione che, per i non vedenti, equivalgono alla lettura e alla scrittura, proprie di chi riesce a catturare la luce del mondo con i propri occhi: ecco, il braille, questo alfabeto, questo codice, questo sistema è “la luce di chi non vede”, come spiegato esaustivamente in un filmato realizzato dall’Istituto dei ciechi di Milano, in cui il professore Rodolfo Masto, Presidente della Federazione Nazionale Pro Ciechi, il professore Giancarlo Abba, Docente tiflopedagogista, la professoressa Paola Bonomi, Docente tiflologa e il professor Franco Lisi, Direttore scientifico del summenzionato Istituto, hanno focalizzato l’attenzione,  tra i tanti tratti caratteristici del Braille, su quello che, senza ombra di dubbio, è il principale: la capacità di unire l’astratto al concreto, come fa la musica, che, infatti ha anch’essa carattere universale. E il Braille è veramente qualcosa di universale, come evidenziato nel corso dei lavori anche dal dottor Antonio Giampietro, moderatore del seminario, dalla dottoressa  Palummo, dalla professoressa Calisi, dal dottore Paolo Lacorte, dal dottor Nicola Stilla e dal professor Giuseppe Lapietra: un codice che, con i suoi 6 puntini, con le 64 combinazioni che essi riescono a formare è internazionalmente adoperato come sistema di letto scrittura per rappresentare le lettere dell’alfabeto, i numeri, la punteggiatura, i simboli matematici, le note e gli altri segni musicali. Ecco, incontriamo di nuovo la musica, la quale, proprio come il braille “riempie la vita”, ha osservato Annamaria Palummo, “non conosce confini – ha aggiunto Paolo Lacorte, Presidente dell’UICI Puglia – e può essere appreso da tutti, a prescindere da differenze linguistiche e culturali”. “Un codice che per i non vedenti è semplicissimo da leggere e scrivere – ha affermato Nicola Stilla, Presidente del Club del braille –  ma a cui, in ogni caso, possono accostarsi anche i vedenti, per i quali, pur nell’impossibilità di leggere attraverso il solo tocco dei puntini, è comunque stimolante addentrasi in una dimensione suggestiva, in seno alla quale importante non è imparare le combinazioni a memoria, quanto, piuttosto, entrare nei meccanismi della regolarità di un sistema logico”. Meccanismi “che si integrano perfettamente – ha affermato Rodolfo Masto – con le risorse informatiche, le quali non devono essere viste come fattori che superano il braille, ma che, al contrario, ne esaltano le meravigliose potenzialità, che, inizialmente,  furono avversate, anche nelle scuole: nei primi anni, ovvero in quelli successivi alla sua ideazione, il braille era visto come qualcosa di segreto”, anche sovversivo, e, in effetti, era ed è vero, vista la rivoluzione che esso ha innescato, in senso di liberazione dei ciechi dal giogo della non conoscenza. Una rivoluzione che in Italia “è arrivata nel 1863, a Milano, attraverso una corrispondenza da Marsiglia; e da allora – ha proseguito Masto – gli istituti sono diventati la culla di questo sistema di lettoscrittura, oggi tanto importante per i Bambini, per noi tutti e che, nel capoluogo lombardo, ha prestigioso presidio nel  Museo del braille”, ove si preserva, si alimenta e da cui si diffonde il faro che questo codice ha accesso nella storia; un faro che non è soggetto alla consunzione del tempo e che nel tempo risulta sempre nuovo, adattabile alle novità.  Al riguardo, alquanto interessanti si sono rivelate le considerazioni proposte dal professor Giuseppe Lapietra, componente della Direzione Nazionale UICI, già Direttore dei Corsi di formazione e di aggiornamento organizzati dall’IRIFOR nazionale: “considerazioni prescindenti da specifici e analitici riferimenti, per così dire, al glorioso Braille tradizionale cartaceo, ancor oggi fondamentale nell’educazione ed istruzione dei ciechi. Una perplessità sempre più pressante ci lascia attoniti allorché ,spesso esplicitamente, molte volte come scontato sottinteso, si diffondono vere e proprie corbellerie tese a sentenziare il definitivo superamento del nostro sistema di riscatto culturale, in ragione dell’affermarsi dell’informatica applicata alla didattica. Ripetere innumerevoli volte una stupidaggine, con ogni evidenza, non la rende magicamente pregevole, per cui certe sgraziate sirene non ci hanno mai blandito. Le vivaci, creative e robuste iniziative, che anche quest’anno si sono svolte ovunque nel nostro Paese, hanno contribuito a mettere ordine nei pensieri e a discernere il vero dal falso. Abbiamo fatto uso intensivo delle piattaforme comunicative digitali e così raggiunto un numero enorme di nostri concittadini con le nostre irrefutabili argomentazioni e convinzioni basate sull’esperienza e la conoscenza. Penso che ciò costituisca il risultato più significativo dei nostri sforzi. Che si tratti di una vera e propria battaglia culturale non ancora definitivamente vinta l’avvertiamo in tanti e, a maggior ragione, occorrerà contrastare i luoghi comuni con approfonditi studi innovativi e nuove metodologie che diano maggiore solidità agli interventi scolastici specifici rivolti ai non vedenti e agli ipovedenti. Ho scritto questi appunti di riflessione utilizzando il sistema Braille touch screen ormai implementato su smartphone e, pur affascinato dagli enormi progressi di cui siamo attivi testimoni, non è mai superfluo ribadire che la tecnica e le tecnologie che pur hanno un valore intrinseco, non possono nulla senza l’educazione; non possono dare alcun contributo all’affermazione, alla crescita e all’istruzione dei non vedenti, se non sorrette da precisi impegni educativi ben concepiti, ben congegnati ed indirizzati. Sapere che esistono innumerevoli materiali ed ausili didattici specifici, averli visti e considerare bastevole ciò e, tuttavia, non sapersene servire utilmente, nell’attività quotidiana di insegnamento, costituisce un problema di non poco conto, che scaturisce dalla formazione approssimativa e generica del personale docente preposto. Al riguardo, quasi irrilevante risulta la distinzione tra insegnanti legalmente in possesso di titolo di specializzazione e insegnanti che ne siano sprovvisti, con riferimento alle competenze per gli alunni con minorazione visiva. Naturalmente, gli sviluppi delle tecnologie informatiche hanno aggiunto ulteriori inadeguatezze alla loro preparazione: non è affatto raro assistere ad un capovolgimento di ruoli tra docente e discente non vedente. Francamente, si resta interdetti nel constatare che, ai nostri giorni, proprio quando si è ormai sbriciolato il muro di incomunicabilità tra sistema Braille di lettoscrittura e modalità visiva, proprio oggi che il Braille informatico, in strutturale continuità con il Braille ottocentesco, è pienamente osmotico e sinergico rispetto ai sistemi informatici, in quanto basato su una logica binaria, proprio oggi che abbiamo acquisito la tensione e il dovere di rispettare i piccoli non vedenti nel loro sacrosanto diritto di persone necessitanti di un rigoroso riconoscimento dell’importanza decisiva di far loro acquisire una mentalità Braille, si rischia di smarrire tale via con surrogati vacui e facilistici puramente uditivi. Si ha quasi l’impressione che si voglia una rivincita sul tatto, come se fosse troppo disturbante, inadatto, innaturale per l’atavica assimilazione del conoscere con tutto ciò che è visivo. Eppure, sovente, spirito letterario e cultura scientifica hanno posto l’accento supremo sul profondo valore degli occhi della mente, a prescindere dal visivo sensibile. Gli esperimenti mentali di galileiana memoria, per l’appunto fatti con gli occhi interiori, ne sono un’altissima attestazione nel campo della metodologia scientifica. Ma come è spiegabile tanta difficoltà nel far accettare il nostro Braille come conquista storico-culturale? Qui non si tratta del rifiuto delle acquisizioni sancite dal diritto internazionale e recepite nelle norme nazionali; in gioco è il diritto naturale di una minoranza umana priva della vista di leggere e scrivere con i magici puntini tattili, invece che con grafie analogico/visive. Ma non è forse il tatto uno dei nostri sensi? Che cosa c’è di innaturale nel nostro modo di leggere? Certo, il Braille parla fortemente al tatto, non alla vista. Proprio in ciò sta la rivoluzione copernicana di Louis Braille: se consideriamo tutti i tentativi settecenteschi e ottocenteschi di dare soluzione al problema di far leggere e scrivere i ciechi, possiamo dire che avevano il loro limite invalicabile nel pensare necessari ai ciechi semplicemente adattamenti più o meno appropriati della scrittura visiva. Louis Braille indossa una lente innovativa e, per l’appunto, con gli occhi della mente si aggrappa all’ancora solidissima della logica matematica binaria. Che la conoscesse o meno ha poca importanza. Non ci risultano specifici studi delle opere di Nepero, né sembrerebbe aver avuto contatto col filosofo e geniale matematico tedesco Gottfried Wilhelm von Leibniz, che studiò per primo tale sistema di numerazione e ne fu il suo formidabile inventore. Per lungo tempo su questi studi prevalse l’oblio. Si ricordi, però, che da tali accquisizioni si affacceranno all’orizzonte le grandi scuole di logica matematica del novecento, con la nascita del calcolatore elettronico. Ora, ed è ciò che ci interessa, noi comunque possiamo constatare che Louis Braille nel primo trentennio del XIX secolo se n’è servito magistralmente, aderendo tra l’altro operativamente a una essenzialità “economica” nell’evitare qualsiasi inutile spreco funzionale di motricità, dato che il tatto è una sorta di vista ridotta a zero. A tal guisa, ci tornano sempre alla mente le parole di Pierre Villey che, nel 1909, a un secolo dalla nascita di Louis Braille, affermò che “il braille è la rivolta del tatto contro il dominio prepotente dell’occhio”. In realtà, questa dirompente espressione sancisce l’irrinunciabile affermazione di un diritto civile da conquistare, pur nell’alterità del nostro sistema rispetto alla consuetudine. Ma, come si suol dire, il cuore forte si vede alla distanza, dato che la forma delle cose è nella durata, direbbe Bergson. In effetti, qual è stato il miracolo che Louis Braille ci ha donato a distanza di poco meno di due secoli? Presto detto: è stato sufficiente aggiungere 2 puntini, per trasformare le 2 colonnine parallele di 3 puntini in colonne di 4 puntini e l’anello conoscitivo si è perfettamente chiuso. Ecco, braille e informatica sono sposi felici e anche litigarelli, naturalmente. Però sanno svolazzare stretti stretti nei medesimi byte anche sulle nuvole delle memorie. Poi, con una formidabile cura dimagrante il braille ha finito per avere lo stesso peso, diciamo così, del simbolo visivo. Ma oggi, siccome i vedenti si sono messi a imitare i servizi storici dei ciechi e s’ingozzano di audiolibri, ci vogliono nuovamente convincere che il nostro leggere, il nostro braille, anche quello informatico, quello labile, è una inutile fatica da accantonare. Silenzio, per favore, richiederebbe Marcel Proust ne Il Tempo Ritrovato: ogni lettore, quando legge, legge se stesso; l’opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico che egli offre al lettore per permettergli di discernere quello che senza libro non avrebbe forse visto in se stesso. E allora: fateci leggere, fate leggere – ha chiosato Lapietra, al termine di un intervento copioso di riferimenti metaforici che hanno stillato una passione non disgiunta da una marcata efficacia comunicativa – chi desidera raccogliersi e far riposare l’udito per afferrare le idee con il nostro tatto e non farle fuggir via, perché leggere è altro dal sentir leggere”. Insomma, il braille non ha affatto abdicato al suo ruolo apicale, ovvero quello di essere il miglior sistema per diffondere il sapere tra i non vedenti, per diventare protagonisti della cultura. “Un sistema d’incredibile attualità e adattabilità – ha osservato Pietro Testa, Pesidente dell’UICI Calabria – che s’integra perfettamente nelle dinamiche della rivoluzione digitale”, proseguendo il suo cammino lungo la strada tracciata dal suo inventore, che ha aperto gli orizzonti dei diritti ai non vedenti di tutto il mondo e di ogni tempo, permettendo alle bambine e bambini privi della vista di percorrere la strada della cultura, della conoscenza, dell’istruzione. Ecco la magia dei puntini, di questo codice comunicativo che non è confinato nell’ambito relazionale di chi vive il limite sensoriale ma che, in effetti, pur non essendo una lingua, unisce e mette in relazione tutto il mondo: una “non lingua” che parla tutte le lingue del mondo, con i suoi numeri, con la sua scienza, con la sua musica, con la sua arte, con la sua bellezza. Un codice che non è solo la via maestra verso il superaramento del buio e l’accesso al patrimonio culturale e scritto dell’umanità, architrave di ogni espressione di civiltà, ma che è capace di mettere in comunicazione emozioni, intuizioni, parole che, grazie a questo sistema – “elaborato nella prima metà dell’Ottocento dal genio animante Louis Braille, alfiere assieme ad Helen Keller, che accompagnò Braille nel suo ultimo viaggio verso il Pantheon di Parigi, e a tanti altri della forza, del coraggio, della determinazione con cui va affrontata la mancanza della vista”, ha evidenziato la vicepresidente nazionale dell’UICI Linda Legname – escono dal recinto del’Io, diventano fattore comune, diventano cultura: cultura del progresso, del confronto, del dialogo, cultura di pace anche, in un tempo agitato da ansie e inquietudini, ove la lenta uscita dalla fase pandemica è, in queste ore sferzata, da folate tempestose recanti la gelida prospettiva della guerra, di quell’assurdità che appare una piaga che non si rimargina; una piaga che, come tutte le sciagure della storia, è cagionata dall’ottusità, dalla chiusura, dalla mancanza di adeguati canali comunicativi, che lascia la scena della ribalta a chi è avverso a ogni eventualità di dialogo. In questo senso, la salvaguardia delle identità linguistiche appare in tutta la sua imprescindibile importanza: essa non marca visioni settarie, bensì apre i pensieri, le considerazioni individuali alle altrui visioni, agli altrui interessi, alle altrui prospettive, per trovare la convergenza su nuovi obiettivi, nuove scoperte, per conoscere nuovi volti, per donare e abbracciare nuovi sospiri, fondamentali sia per i destini del mondo e dell’evoluzione della Grande Storia, sia, per la dignità, la realizzazione e la serenità di ogni persona, delle tante piccole storie che vanno a comporre l’immenso mosaico del creato. E l’identità del braille è un sospiro che è pervaso dalla vocazione universalistica di cui si sta qui discorrendo e che nel convegno di ieri ha trovato espressione nelle riflessioni proposte dai partecipanti, i quali, collegati da varie aree del mezzogiorno hanno dato slancio a un confronto in cui l’eco delle irrisolte questioni riguardanti le criticità storicamente zavorranti le vicende del meridione italiano – concernenti un campo più largo di quello relativo alle disabilità, la cui complessità, in ogni caso, non risulta certo alleggerita dalle dinamiche in cui si dibatte il contesto socio-territoriale di riferimento – è stato accompagnato dal vitale soffio di speranza scaturito  dalle esperienze e dalla determinazione dei giovani che sono intervenuti: giovani studenti, i quali, collegati da diciassette istituti scolastici sparsi tra Puglia e Calabria – nello specifico hanno preso parte all’iniziativa la classe II della Scuola Primaria Don Milani, Plesso di Platania, presso Lamezia Terme, in provincia di Catanzaro, la classe III della Scuola Primaria di Carapelle, provincia di Foggia, la classe IV della Scuola Primaria Ampolo di Surbo, presso Lecce, la classe IV della Scuola Primaria Vespucci di Vibo Valentia, la classe V della Scuola Primaria Falcone di Copertino, presso Lecce, la classe I  della scuola secondaria di primo  grado, IC Manzoni, di San Pancrazio Salentino, presso Brindisi, la classe II della Scuola Secondaria di primo grado IC di Papanice, provincia di Crotone, la classe III  della Scuola Secondaria di primo grado IC Corrado Alvaro, di Melito di Porto Salvo, in provincia di Reggio Calabria, la classe III della Scuola Secondaria di primo grado Devitofrancesco G. XXIII, di Grumo Appula, in provincia di Bari, la classe I della Scuola Secondaria di secondo grado ITC Palma, di Corigliano-Rossano, in provincia di Cosenza, la classe II della Scuola Secondaria di secondo grado Istituto Alberghiero Perrone, di Castellaneta, in provincia di Taranto, la classe IV della Scuola Secondaria di secondo grado Liceo Artistico Preti Frangipane, a Reggio Calabria, la classe IV della Scuola Secondaria di secondo grado Istituto alberghiero Liside, a Taranto, la classe V della Scuola Secondaria di secondo grado Istituto De Nobili, a Catanzaro, la classe V della Scuola Secondaria di secondo grado Liceo Troya, di Andria, la classe V della Scuola Secondaria di secondo grado Liceo Tedone di Ruvo, presso Bari, le classi V, A e B, della Scuola Secondaria di secondo grado Istituto Morvillo Falcone, indirizzo Socio-Sanitario, di  San Vito dei Normanni, in provincia di Brindisi – , sono stati i veri protagonisti della mattinata e che con curiosità e spontaneità hanno offerto un rigoglioso esempio di matura sensibilità e una toccante testimonianza di effettiva integrazione, discorrendo, raccontando, ponendo, unitamente alle insegnati e agli insegnati che quotidianamente li seguono con amorevole cura – e i quali hanno degnamente rappresentato durante i lavori una categoria che è decisiva nella costruzione di un futuro mondato dalla morale solidaristica e inclusiva – quesiti circostanziati in merito all’ambito del braille e della disabilità visiva, permettendo agli autorevoli relatori di esplicitare efficacemente le loro considerazioni; considerazioni rispetto a cui le ragazze e i ragazzi, molti dei quali non vedenti, si sono relazionati con acribia, offrendo un emozionante affresco di didattica, di amicizia, di consapevolezza in merito ai postulati etici che devono regolare una società desiderosa di migliorare se stessa. “Siamo contenti che Alessia possa leggere come tutti noi … È bello condividere con lei questo fantastico metodo fatto di puntini”; “Emiliano, ha imparato a scrivere con il punteruolo e la tavoletta e anche con la dattilobraille, ottimizzando il proprio lavoro scolastico e iniziando a studiare la musica. Tutto ciò ha favorito l’instaurazione di un bellissimo rapporto d’empatia con i suoi compagni, i quali sono affascinati dai suoi doni innati, tra cui l’orecchio assoluto, che, certamente, gli sarà utile nel coltivare la sua passione per il pianoforte, con cui delizierà il nostro cuore, proprio come fa ora, con la sua presenza”; “ la nostra compagna Bianca, ci ha fatto da tutor alla scoperta dei sensi diversi dalla vista”; “Cristian, grazie al braille, è riuscito a integrarsi benissimo con il resto della classe e, ogni giorno, non ha alcuna difficoltà nell’affrontare il lavoro scolastico. Per noi insegnanti è motivo di grande soddisfazione constatare, giorno dopo giorno, i risultati che scaturiscono da questa bellissima sinergia determinatasi tra il bambino, noi e i suoi compagni, i quali grazie a lui stanno scoprendo questo sistema, questo metodo, questo codice che, anche per i vedenti, è un mondo affascinante, da conoscere e vivere insieme.  Sì, insieme, vedenti e non vedenti, rendendo fattuale quell’integrazione e quell’inclusione che a volte resta solo fattore verbale, convegnistico”; “Alessandro disegna le sue emozioni, descrivendole con i puntini”; “Daniele, è un appassionato della lingue e della musica, che vive con il braille insieme con noi”; “La classe, oltre a palesare interesse per il braille, ha voluto sperimentare la dimensione del buio, al fine comprendere le sensazioni di Saim, per vivere in comunità queste sensazioni, facendo sì che, seppure per poco tempo, siano state le sensazioni di tutti; sensazioni da ricordare e da vivere ancora, per sentirci più vicini, gli uni agli altri”: queste sono solo alcune delle testimonianze che hanno impreziosito la mattinata di ieri; queste le voci, questo il Mezzogiorno che ieri ha raccontato storie di libertà, di riscatto; un Mezzogiorno che ha trovato la via del riscatto, in questo caso, attraverso il braille, e anche attraverso la passione, l’applicazione, lo slancio empatico; un Mezzogiorno che potrebbe essere il volano di un riscatto complessivo della complessiva realtà socio-terrtoriale a cui si faceva prima cenno, in congruenza con la logica filantropica della crescita collettiva, che trova solido fondamento nel benessere di ogni individuo, senza che nessuno sia lasciato indietro. E il braille, “questo strumento di inclusione sociale, che apre opportunità per una vita viva, variegata, grondante cittadinanza attiva, la cui celebrazione oggi, con questo confronto tra le voci di Puglia e Calabria, tra le scuole di queste due Regioni, ci lascia un bel messaggio di cooperazione”, ha asseverato Rosa Barone, assessore al welfare  della Regione Puglia, messaggio “che  dovrebbe essere d’insegnamento per la politica su come fare squadra” ha aggiunto Vincenzo Di Gregorio, consigliere regionale pugliese, è nato proprio per questo, per non lasciare nessuno indietro: “questo sistema di letto scrittura – ha spiegato Giancarlo Abba – va considerato dal punto di vista pedagogico ed educativo, come elemento determinante nell’ambito scolastico, ove permette a chi non vede di apprendere e interagire analogamente agli altri e di risultare, quindi, decisivo nella crescita intellettuale”. Una considerazione, questa, a cui Abba ha accompagnato una riflessione: “spesso si sente dire «i bambini ciechi possono andare a scuola». Ecco, questo verbo, “possono”, non mi piace, perché i bambini non «possono» bensì devono andare a scuola, dove hanno il diritto di ricevere e accrescere nel miglior modo possibile il proprio bagaglio culturale e la propria personalità, lasciando libero sfogo all’intelligenza, all’intuito”, a quei fattori che ben si confanno alla natura del sistema braille, che “nasce da un’azione intelligente, da un’intuizione di un giovane che, partendo da un codice militare, ha costruito un codice, un alfabeto basato su una logica rigorosa”. Ovviamente, fondamentale è il ruolo degli insegnanti, “che devono essere in possesso di un’adeguata preparazione riguardo al braille, la cui conoscenza generalizzata, in particolare da parte di chi insegna,  fa sì che esso non diventi qualcosa di marginale ma che, al contrario, consolidi la sua posizione di centralità nella dimensione culturale; e poiché si sta nel mondo attraverso la dimensione culturale, il braille pone la bambina e il bambino cieco al centro del mondo”. Del resto, le bambine e i bambini ciechi hanno tutto per costruirsi un futuro di felicità e gratificazioni, personali e professionali: “C’è, infatti, un’abilità specifica, non un’abilità diversa; c’è l’abilità di decifrare i puntini, di scrivere col punteruolo, di digitare la dattilo braille, di adoperare gli strumenti informatici o digitali, tutte azioni che sono analoghe a quelle che, da vedente, compie chi usa la penna, chi scrive al computer, chi si destreggia col telefonino. Insomma – ha concluso Abba – , promuovere, insegnare, conoscere il braille è un attestato di riconoscimento” per coloro i quali saranno a pieno titolo e con pieni diritti cittadini del domani. “Sì – ha aggiunto Franco Lisi – è proprio così: il braille è qualcosa di unico, è l’unico codice di letto scrittura per i non vedenti che fa costruire relazioni umane alla pari; e, quando si legge e scrive come gli altri, si entra nell’alveo della vera inclusione”, in senso universalistico. Sì, questo sistema apre veramente, le porte dell’universo, di tale dimensione assoluta che abbiamo incontrato tante volte in queste righe; questo sistema, “che – come ha sintetizzato Lapietra  – uniforma le varietà di grafie, che, con logica matematica, parla non agli occhi ma al tatto e che col tatto avvicina tantissimo le sensazioni di chi non vede a quelle che percepiscono coloro i quali hanno a disposizione il senso visivo”, è veramente il presupposto di un nuovo mondo, di un mondo migliore, quello che l’UICI da centouno anni cerca di costruire, in sinergia con le altre associazioni e con le istituzioni. Una sinergia che in Calabria e Puglia ha permesso di raggiungere risultati lusinghieri e, fino a pochi anni fa, impensabili: “con l’UICI la collaborazione è proficua – ha, al riguardo affermato il dottor Francesco Forliano, Dirigente Tecnico Coordinatore presso l’Ufficio scolastico regionale della Puglia -; il nostro compito è supportare attività Unione e dare sussidi e ausili per eliminare ogni barriera e introdurre facilitatori, setting d’aula adeguati, formare operatori qualificati a seguire i nostri ragazzi, ad adoperare i sussidi e cogliere le infinite potenzialità che offre l’integrazione tra il braille e l’informatica, di cui si è diffusamente parlato poco fa”; un settore d’azione, questo, ove si innesta “la rete dei servizi messi a disposizione e dei sussidi previsti, a livello scolastico, anche dall’Ente Regionale – ha specificato la dottoressa Laura Liddo dirigente dipartimento welfare della Regione Puglia – per i disabili della vista, con la collaborazione dell’UICI, volti a valorizzare le varie peculiarità”. “Peculiarità che oggi – ha argomentato Annamaria Palummo – si sono espresse nelle relazioni e negli interventi degli ospiti che hanno onorato questa iniziativa e, soprattutto, nella gioia, nella vivacità, nell’innocenza, nell’intelligenza che ci hanno regalato le bimbe e i bimbi che hanno impreziosito questi attimi passati insieme; quella che si va a concludere è stata un’iniziativa molto significativa sotto il profilo della sensibilizzazione e della divulgazione; un’iniziativa da replicare, come hanno già auspicato i tanti amici che hanno parlato prima di me. In queste tre ore passate insieme abbiamo, innanzitutto, avuto il palesamento, che qui è stato verbale ma che ogni giorno è fattuale, della relazione che si dispiega con gli operatori e organismi che lavorano con i nostri alunni non vedenti e ipovedenti. Oggi, in questa nostra iniziativa congiunta, che ha avuto un carattere sperimentale, è emersa, attraverso gli interventi e le domande delle studentesse e degli studenti, la necessità di competenza da parte delle scuole; necessità che ci spinge a cercare l’interazione con le scuole anche per il futuro, in altre occasioni, e con i luoghi ove è conservata e sedimentata la materia del braille, come il Museo di Milano, avvicinando il mondo dell’educazione anche agli ambiti e alle pratiche più articolate, più ostiche, che, con applicazione, dedizione e metodo possono essere affrontate con profitto dai nostri ragazzi non vedenti. E, poi, oggi abbiamo fatto qualcosa di nuovo: abbiamo coniugato due esperienze, abbiamo fatto lavorare insieme due organismi regionali della nostra Unione; una collaborazione che ha dato luogo a un incontro storico, da cui, lo reitero, è emersa la richiesta, da parte delle scuole, di formalizzare un sapere e pure una pratica, un metodo per sistematizzare, contestualmente alla realtà dei non vedenti e della società nella sua interezza – di cui tutti, ricordiamocelo, vedenti e non vedenti, facciamo parte – un modo di lavorare e vivere che dia la giusta rilevanza a ogni specificità. Specificità, ovvero unicità, assecondando la quale non si sbaglia mai; del resto, per raggiungere le nostre mete basta abbandonarsi a quello che si sente, a quello che si è dentro; anche quando si legge il braille occorre lasciarsi andare, in quel caso abbandonandosi al tatto. Certo, da vedente è difficile fare ciò … Però, se proviamo ad abbandonarci al nostro naturale istinto di stare insieme, che poi è un sentimento, possiamo condividere la percezione della magia, che esce dai puntini, che esce da noi stessi, che entra in noi stessi”. “Ora – ha concluso Chiara Calisi – abbiamo più spunti, rispetto a ieri, più idee, anche più entusiasmo per dare spazio, per porre nella giusta luce la quotidianità di chi, attraverso l’insegnamento e l’apprendimento del braille, abbatte ogni giorno il buio e, con esso, tutte le barriere che si frappongo fra noi e la pienezza della vita. Oggi abbiamo saputo cogliere l’occasione per fare un bel passo, soprattutto culturale, verso l’autonomia e l’integrazione; certamente ce ne saranno altre, ce ne dovranno essere altre, perché ogni occasione è utile per apprendere, per migliorare, per crescere, insieme, tutti insieme”. E per guardare lontano, per volare verso l’infinità delle opportunità che l’Universo può dare.

Pierfrancesco Greco

Pubblicato il 24/02/2022

Molise – Giornata Nazionale del Braille

LABORATORIO: “VIENI A SCOPRIRE IL BRAILLE SULLA PUNTA DELLE TUE DITA”

Quest’anno la giornata nazionale del Braille giunge alla sua quindicesima edizione. Volevamo realizzare insieme a Voi le celebrazioni dedicate al noto codice di letto-scrittura. L’evento, dal titolo “VIENI A SCOPRIRE IL BRAILLE SULLA PUNTA DELLE TUE DITA” avrà luogo il 24 febbraio e il 3 marzo 2022 prossimo con l’Uici Molise, il Centro di Consulenza Tiflodidattica del Molise, i due Cts di Isernia e Campobasso. La nostra mission è di allestire una stanza per quanti vogliano avvicinarsi, scoprire e sperimentare, strumenti e metodologie propri del codice braille presso i due CTS di Isernia e Campobasso con la dimostrazione di ausili e tecniche per la letto scrittura braille. Gli ingressi saranno organizzati in entrambe le sedi fino ad un numero massimo di tre per volta, e seguiranno rispettivamente i seguenti orari:
– Sede CTS Campobasso, giovedì 24 febbraio 2022 dalle ore 15.00 alle ore 18.00
– Sede CTS di Isernia, giovedì 3 marzo 2022 dalle ore 15.00 alle 18:00
I Laboratori saranno organizzati con la Presenza di esperti di tiflodidattica che mostreranno l’utilizzo dell’innovativo kit Lego Braille Bricks, realizzato dalla Lego Fondation per promuovere la diffusione del codice Braille attraverso i coloratissimi mattoncini, noti a grandi e piccini. Si tratta di un’iniziativa dedicata al concetto di inclusione che scaturisce da una scelta di natura etica e culturale diretta a creare un ambiente educativo che predilige la valorizzazione delle diversità, verranno inoltre illustrati i servizi per l’inclusione educativa e scolastica offerti dal centro di consulenza tiflodidattica e dei Centri di Supporto Territoriale. Le visite saranno consentite solo ai possessori del super green pass. È possibile prenotarsi tramite email responsabilecct@gmail.com oppure telefonando al 3270989563.
Vi aspettiamo numerosi!!

Pubblicato il 22/02/2022.

“Il braille: una storia di punti … Libertà e riscatto umano raccontati dal Mezzogiorno”

Autore: Pierfrancesco Greco

L’evento, a cui daranno il loro contributo autorità, esperti e studenti, si svolgerà in modalità remota e sarà trasmesso in diretta sulle pagine facebook regionali dell’ente promotore, i cui dirigenti affermano: “sarà un importante momento di condivisione valoriale”.

Tutto pronto per il simposio “Il braille: una storia di punti … Libertà e riscatto umano raccontati dal Mezzogiorno”, organizzato dall’UICI di Calabria e Puglia

Ci siamo: tra poco, alle ore 10, avranno inizio i lavori del simposio “Il braille: una storia di punti … Libertà e riscatto umano raccontati dal Mezzogiorno”, che, organizzato dai Consigli Regionali dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti di Calabria e Puglia, in occasione della XV Giornata nazionale del braille, si svolgerà in modalità remota e sarà trasmesso in diretta sulle pagine facebook di UICI Calabria e UICI Puglia.

“L’evento – si legge in un comunicato dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti – costituirà un momento di confronto, d’interlocuzione, di scambio ideale e valoriale, su tematiche quali l’inclusione esistenziale e la promozione dell’Unicità, che troverà enucleazione attorno alle argomentazioni che autorevoli relatori proporranno all’uditorio inerentemente al sistema di lettoscrittura ideato e codificato nella prima metà del XIX secolo dal francese Louis Braille, il quale, sulle ali di una genialità capace di librarsi oltre ogni limite, oltre ogni difficoltà, oltre ogni pregiudizio, ha regalato a tutti i non vedenti del mondo una vera e propria lingua, una strada verso la conoscenza, una stella con cui infrangere il buio e dare alito alla luce dei sensi, della mente, del cuore, delle emozioni che la vita, nelle sue infinite sfaccettature, può regalare ai nostri sogni e ai nostri giorni.  Da tali basi analitiche prenderà forma la nostra giornata di studio, divulgazione e sensibilizzazione, che, siamo certi, sarà foriera di rilevanti spunti di riflessione in ordine all’immaginazione di una realtà mondana più consona alla dimensione umana: un’immaginazione la cui trasfigurazione in termini fattuali dipende dalla capacità della società, intesa quale insieme di individualità pensanti e consapevoli della propria natura, di valicare lo steccato dell’indifferenza”. E chi meglio dei giovani può fare ciò? Loro, le giovani e i giovani, con il cuore e la mente resi fertili dallo studio, dal sapere, dalla curiosità sono naturalmente portati a guardare oltre ogni muro, oltre ogni asperità, a costruire ponti, a tendere la mano, a toccare la sostanza di ciò che appare difficile e a renderla semplice, proprio come succede nel sistema braille, ove il tocco di alcuni puntini riesce stupendamente a schiudere orizzonti sorprendenti e infiniti; e saranno proprio le voci degli studenti del mezzogiorno a imprimere la loro impronta al dibattito che si svilupperà durante il convegno: loro, le loro personalità, già abituate a confrontarsi con concetti quali riscossa, sviluppo, rinascita, atavicamente attinenti al contesto meridionale, sapranno interloquire con autorità ed esperti della materia, sapranno approcciarsi proficuamente alla sfera di riferimento del braille, sapranno apprezzare la sua essenza affrancatrice, rivoluzionaria, ariosa. Loro, le giovani e i giovani del meridione sapranno dire: “noi ci siamo!”

Basilicata – Giornata Nazionale del Braille

Quest’anno la giornata nazionale del Braille giunge alla sua quindicesima edizione. In Basilicata le celebrazioni dedicate al noto codice di letto-scrittura per non vedenti si svolgeranno in due momenti.

Il primo evento, dal titolo “Open Day A,B,C del Braille” avrà luogo il 21 febbraio prossimo e vedrà il coinvolgimento delle due sezioni territoriali UICI di Potenza e Matera, che per l’occasione apriranno le loro porte ad appassionati e curiosi che vorranno cimentarsi alla scoperta di strumenti e metodologie propri del codice a puntini.

Gli ingressi saranno scaglionati in entrambe le sezioni fino ad un numero massimo di cinque per volte e seguiranno rispettivamente i seguenti orari:

Sede UICI Potenza, dalle  ore 9:30 alle 13:00 e dalle 16:00 alle 19:00
Sede UICI Matera, dalle ore 9:30 alle 12:30 e dalle 15:00 alle 18:00

Le visite saranno consentite solo ai possessori di green pass.

Per quanto riguarda l’evento conclusivo delle celebrazioni dedicate alla giornata del Braille il Consiglio regionale UICI di Basilicata ha organizzato il seminario laboratoriale dal titolo “Una rete per l’inclusione” che si svolgerà su piattaforma zoom al seguente link https://zoom.us/j/96636993387 il 23 febbraio prossimo dalle ore 10 alle 12 alla presenza di esperti di tiflodidattica che mostreranno l’utilizzo dell’innovativo kit Lego Braille Bricks, realizzato dalla Lego Fondation per promuovere la diffusione del codice Braille attraverso i coloratissimi mattoncini, noti a grandi e piccini.

Si tratta di un’iniziativa dedicata al concetto di inclusione che scaturisce da una scelta di natura etica e culturale diretta a creare un ambiente educativo che predilige la valorizzazione delle diversità.

Nel corso del seminario verranno inoltre illustrati i servizi per l’inclusione educativa e scolastica offerti dai centri di consulenza tiflodidattica e dal centro di supporto territoriale della Basilicata.

I partecipanti riceveranno un attestato finale di partecipazione.

Locandina dell’evento

Pubblicato il 14/02/2022.

Contest musicale “Disabili visivi in musica”

Iscrizioni entro il 25/02/2022

Con riferimento all’iniziativa in oggetto e facendo seguito al Comunicato n. 93 del 15/11/2021, vi informiamo che sono giunte oltre 50 manifestazioni di interesse da parte di altrettanti musicisti non vedenti provenienti da tutta Italia.

Le manifestazioni di interesse avevano unicamente lo scopo di vagliare preventivamente il gradimento dell’iniziativa e raccogliere informazioni utili sul target dei partecipanti per la stesura del progetto vero e proprio.

Mentre prosegue l’iter volto ad ottenere il patrocinio della Regione Lombardia, è stato messo a punto il regolamento del concorso che contiene anche le scansioni temporali delle varie fasi del progetto.

Alla pagina web uicilombardia.org/index.php/progetti/2870-progetto-disabili-visivi-in-musica è possibile consultare e/o scaricare i seguenti documenti: 1) regolamento del contest “ Disabili visivi in musica” , 2) scheda di adesione con liberatoria per la diffusione sul web delle performance registrate (per i minori di anni 18, utilizzare l’ apposita scheda di adesione), 3) informativa sulla privacy.

La scheda di adesione, compilata e firmata, dovrà essere inviata, unitamente al resto della documentazione, a mezzo posta elettronica all’ indirizzo segreteria_uici@uicilombardia.org mentre il materiale audio/video dovrà essere recapitato attraverso uno dei servizi come ad esempio WeTransfer, OneDrive, Dropbox ecc.

In alternativa, la stessa documentazione in versione cartacea, unitamente al materiale audio/video su dvd o chiavetta usb, potrà essere inviata per posta ordinaria a: Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti Onlus-APS Consiglio Regionale Lombardo, via Mozart 16, 20122 Milano.

Nel caso in cui un partecipante volesse concorrere per più categorie, dovrà presentare una domanda di iscrizione per ciascuna categoria scelta.

Analogamente, nel caso di esibizione duale o di gruppo, ogni partecipante dovrà inviare la propria documentazione. Se i gruppi sono composti da persone vedenti e persone non vedenti, solo quest’ ultime dovranno inviare la domanda di partecipazione. In ogni caso, sarà poi l’apposita commissione che, a proprio insindacabile giudizio, valuterà l’ ammissibilità delle proposte.

Per tutte queste situazioni, può tornare utile inserire ulteriori informazioni nel campo “ Note” .

Infine, per i concorrenti minori di 18 anni, la domanda e la relativa documentazione dovrà essere sottoscritta da uno dei genitori che la presenterà in nome e per conto del minore. In tal caso, utilizzare il modulo apposito che trovate sulla pagina web dell’iniziativa.

Le iscrizioni dovranno essere perfezionate entro il 25 febbraio p.v.; la partecipazione è gratuita.

Pubblicato il 09/02/2022.

Piemonte – Corso di assistente alla segreteria per persone con disabilità visiva

ENAIP Piemonte, Ente Nazionale Acli Istruzione Professionale, in collaborazione con UICI Piemonte, presenta il nuovo corso di Formazione al Lavoro “Assistente alla segreteria dedicato alle persone con disabilità visiva”.
La persona con disabilità visiva possiede grandi potenzialità e capacità residue che può mettere a disposizione delle aziende. Grazie a particolari tecnologie assistive (hardware e software) la persona cieca o ipovedente può svolgere autonomamente una serie di mansioni in ambito segretariale come ad esempio la consultazione di documenti, la gestione della posta elettronica, la navigazione internet, la gestione delle periferiche, i rapporti con i clienti, l’utilizzo dei social network ecc.
Il corso ha l’obiettivo di fornire nozioni che spaziano dalla conoscenza della normativa in tema di inserimento lavorativo delle persone con disabilità alla ricerca del posto di lavoro, dalla redazione del curriculum vitae alla gestione di un colloquio di lavoro. Grande spazio sarà riservato alla conoscenza delle principali tecnologie assistive e del loro utilizzo sul posto di lavoro. Non mancheranno suggerimenti pratici sulle tecniche di comunicazione e su come gestire i rapporti con il datore di lavoro, con i colleghi e con il pubblico. In definitiva il corso ha l’obiettivo di offrire alle persone con disabilità visiva un percorso strutturato diretto a fare acquisire competenze specifiche finalizzate al loro concreto inserimento nel mondo del lavoro. Crediamo fortemente che le persone con disabilità visive, se messe nelle giuste condizioni, possono lavorare al pari degli altri colleghi e possono rappresentare una risorsa per le Aziende.
Il corso avrà la durata di 300 ore così suddivise: 150 ore di formazione in aula; 150 ore di stage presso aziende appositamente selezionate. Le lezioni partiranno il 21 febbraio 2022 e si terranno dal lunedì al venerdì, dalle 14:00 alle 18:00, presso il Centro di formazione ENAIP Grugliasco sito in via Somalia n. 1/b – Grugliasco (TO). È prevista una prova finale per il conseguimento della certificazione delle competenze acquisite.
Il corso è totalmente gratuito ed è rivolto a persone con disabilità visiva ai sensi degli artt. 2, 3 e 4 della legge n. 138/2001 (ciechi totali, ciechi parziali e ipovedenti gravi), di età superiore ai 18 anni e disoccupate, iscritte nelle liste del collocamento mirato di cui alla legge n. 68/1999, in possesso almeno della licenza media. In fase di selezione sarà comunque data la priorità a coloro che sono in possesso di diploma di scuola secondaria di secondo grado o titoli superiori.
Per maggiori informazioni gli interessati possono contattare la Segreteria di ENAIP Piemonte:
− per telefono al numero 011 70 72 210
− via posta elettronica scrivendo a csf-grugliasco@enaip.piemonte.it
La ricerca di un posto di lavoro passa attraverso una formazione di qualità. Non farti sfuggire questa occasione. Ti aspettiamo.

Pubblicato il 03/02/2022.

Piemonte – Webinar gratuito: Dal Braille al Braille

Il Comitato Istruzione dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti (UICI) Piemonte, in collaborazione con l’Istituto per la Ricerca, la Formazione e la Riabilitazione (I.Ri.Fo.R.) Piemonte, nella ricorrenza della Giornata Nazionale del Braille, organizza un webinar di approfondimento sull’importanza del codice Braille, il sistema di scrittura e lettura tattile per ciechi e ipovedenti.

L’evento è rivolto in particolare ai docenti di sostegno e curricolari, agli educatori, agli operatori del settore tiflodidattico e tiflopedagogico, ma l’invito è esteso a chiunque sia interessato a scoprire o riscoprire il valore di un’invenzione che ha cambiato la vita ai disabili visivi aprendo loro le porte del sapere, dell’emancipazione, dell’autonomia. È possibile richiedere l’attestazione di partecipazione.

Il seminario si svolgerà online, tramite la piattaforma Zoom Meeting, sabato 19 febbraio 2022 dalle ore 10.00 alle 12.30.

Iscriviti al webinar

Il seminario sarà anche trasmesso liberamente in streaming sulla pagina Facebook e sul canale YouTube di UICI Piemonte.

L’obiettivo fondamentale del webinar è di sottolineare che, nonostante molte resistenze dovute in gran parte a ragioni di ordine psicologico, i disabili visivi non devono abbandonare il Braille. Quest’ultimo si rivela ancora lo strumento fondamentale per la lettura e la scrittura, ma anche per la composizione della musica e, in parecchie situazioni, viene utilizzato con soddisfazione anche dalle persone ipovedenti che, pur potendo contare su un residuo visivo, non sempre riescono a leggere agevolmente la scrittura in nero e hanno la necessità di decodificare direttamente brevi messaggi senza fare ricorso alle soluzioni che le tecnologie assistive mettono oggi a disposizione.

I lavori saranno moderati dal Vice Presidente di I.Ri.Fo.R. Piemonte dott. Valter SCARFIA e si svolgeranno secondo il seguente programma:

Introduzione ai lavori del Presidente regionale UICI del Piemonte avv. Franco LEPORE e saluti delle autorità

I prerequisiti per l’apprendimento del codice Braille – dott.ssa Elisabetta GRANDE, Comitato Istruzione UICI Piemonte e consulente Università degli studi di Torino

Senza il Braille non c’è musica – prof. Gianluca CASALINO, Biblioteca Italiana per i Ciechi “Regina Margherita”, esperto di codifica in Braille per la musica

Braille e ipovisione: un binomio inconciliabile? – prof.ssa Daniela FLORIDUZ, Vicepresidente UICI Piemonte e referente regionale del Comitato Istruzione.

Pubblicato il 01/02/2022.

Torino – Vietato l’accesso in Duomo a un cieco con il cane guida

L’UICI Piemonte: “Ennesima discriminazione inaccettabile”

“Quello verificatosi a Torino è un fatto grave, indice di insensibilità e di indifferenza, alla faccia delle lotte che l’associazione che rappresento porta avanti da oltre 100 anni”. Lo afferma il presidente dell’Unione Ciechi e Ipovedenti del Piemonte, Franco Lepore, a margine dell’ultimo episodio di discriminazione ai danni di un non vedente, che si è visto negare l’accesso in Duomo perché accompagnato dal proprio cane guida.
L’episodio, avvenuto lo scorso 3 gennaio, ha avuto come protagonista Vittorino Biglia, non vedente residente in provincia di Imperia che, per entrare in Duomo con il suo fedele amico Spritz, uno splendido esemplare di Labrador nero, dopo essere stato bloccato da un addetto alla sicurezza ha dovuto chiedere l’intervento delle forze dell’ordine.


“La legge n. 37 del 1974, così come integrata e modificata dalla legge n. 376 del 1988 e dalla legge n. 60 del 2006 – spiega il presidente regionale dell’UICI, che nella vita svolge la professione di avvocato – stabilisce che la persona cieca ha il diritto di farsi accompagnare dal proprio cane guida nei suoi viaggi sui mezzi di trasporto pubblico e in tutti gli esercizi aperti al pubblico. Chi non rispetta la legge è punibile con una sanzione amministrativa pecuniaria. Voglio ricordare- aggiunge Lepore – che i cani guida sono gli “occhi di chi non vede” e che certe discriminazioni non dovrebbero nemmeno esistere. Ci aspettiamo pertanto le pubbliche scuse dal parroco per l’increscioso episodio. La nostra Associazione si dichiara fin da ora disponibile ad incontrare i responsabili della parrocchia per spiegare loro cosa prevede la legge e per fornire la formazione adeguata a tutto il personale al fine di rendere il Duomo di Torino sempre più inclusivo”.


In tutta Italia i casi di discriminazione come quello che ha subito Vittorino Biglia sono numerosi. “Sono indignato e provo una grande amarezza per ciò che è successo – dice il protagonista della vicenda – anche perché alla fine gli unici a scusarsi con il sottoscritto sono stati i poliziotti, che ovviamente non avevano nessuna colpa. E pensare che, nei giorni precedenti, il titolare di un bar mi aveva negato l’accesso ai locali per lo stesso motivo ma in quel caso mi ero recato in un altro esercizio.Trovo inconcepibile che, per far valere i propri diritti, una persona sia costretta a chiamare le forze dell’ordine sottraendole ad attività ben più urgenti.Purtroppo si tratta di episodi sempre più frequenti, spero solo che questa vicenda serva a sensibilizzare l’opinione pubblica. Le leggi sono fondamentali ma poi servono l’educazione, il rispetto e il buon senso”.


Conclude il presidente Lepore: “Continueremo a vigilare affinché, in chiesa come al bar, episodi come questo non si ripetano più. Attendiamo scuse formali e se necessario, siamo pronti a far sentire la nostra voce in ogni sede”.

Appello del Presidente Franco Lepore: https://youtu.be/xj_j6kpk-Ec

Pubblicato l’11/01/2022.