Nasce una nuova professione per i disabili visivi

Autore: Luciano Paschetta

L'I.RI.FO.R. ottiene dalla regione Toscana il riconoscimento  della Figura professionale  del "Tecnico dell'analisi e della trascrizione di segnali fonici e di gestione della perizia di trascrizione in ambito forense"

Finalmente si è concluso  felicemente  il complesso iter del riconoscimento della qualifica   proposta    e sviluppata  dall'I.RI.FO.R.  realizzando a Tirrenia ,  nell'anno formativo 2009/10 in collaborazione con l'Università della Calabria,il primo corso  sperimentale,   a livello nazionale, per "Perito fonico, trascrittore in ambito forense".

Oggi, grazie all'impegno e alla competenza dell'I.RI.FOR. regionale Toscana   che ha operato in collaborazione con la Sede Centrale, e il Prof. Luciano Romito,  che  ringraziamo,  per la gentilezza e la convinzione   con cui ha  messo a disposizione le  sue alte conoscenze e competenze in materia, possiamo dire ai giovani  disabili visivi, che per loro si apre una nuova concreta opportunità di lavoro quella del: "Tecnico dell'analisi e della trascrizione di segnali fonici e di gestione della perizia di trascrizione in ambito forense".

Luciano Paschetta

Mai più tornerò sui miei passi

Autore: Meena

poesia di Meena (*)

Sono una donna che si è destata.
Mi sono alzata e sono diventata una tempesta,
che soffia sulle ceneri
dei miei bambini bruciati.
Dai flutti di sangue del mio fratello morto sono nata.
L'ira della mia nazione me ne ha dato la forza.
I miei villaggi distrutti e bruciati mi riempiono
di odio contro il nemico.
Sono una donna che si è destata,
la mia via ho trovato e più non tornerò indietro.
Le porte chiuse dell'ignoranza ho aperto.
Addio ho detto a tutti i bracciali d'oro.
Oh compatriota, io non sono ciò che ero.
Sono una donna che si è destata,
la mia via ho trovato e più non tornerò indietro.
Ho visto bambini a piedi nudi, smarriti e senza casa,
ho visto spose con mani dipinte di henna
indossare abiti di lutto,
ho visto gli enormi muri delle prigioni inghiottire
la libertà nel loro insaziabile stomaco.
Sono rinata tra storie di resistenza, di coraggio.
La canzone della libertà ho imparato negli ultimi respiri,
nei flutti di sangue e nella vittoria.
Oh compatriota, oh fratello, non considerarmi
più debole e incapace.
Sono con te con tutta la mia forza sulla via
di liberazione della mia terra.
La mia voce si è mischiata alla voce di migliaia
di donne rinate, i miei pugni si sono chiusi insieme
ai pugni di migliaia di compatrioti.
Insieme a voi ho camminato sulla strada della mia nazione,
per rompere tutte queste sofferenze,
tutte queste catene di schiavitù.
Oh compatriota, oh fratello, non sono ciò che ero.
Sono una donna che si è destata,
la mia via ho trovato e più non tornerò indietro.
Sono la donna che si è svegliata.
Mi sono alzata e sono diventata tempesta
fra le ceneri dei miei figli bruciati.
I miei villaggi in rovina e in cenere mi riempiono
di rabbia contro il nemico.
Oh compatriota, non mi guardare più debole e incapace.
La mia voce si mescola con migliaia di donne in piedi,
per rompere tutte insieme tutte queste sofferenze e queste catene.
Sono la donna che si è svegliata,
ho trovato la mia strada e non tornerò mai indietro.

(*) Meena, nata a Kabul nel 1957, fondatrice dell'"Associazione rivoluzionaria delle donne dell'Afghanistan" (RAWA), fu assassinata da agenti segreti russi e afghani a Quetta, in Pakistan, il 4 febbraio 1987.

 

Sedicesima edizione del concorso alle borse di studio “Beretta-Pistoresi”

Autore: Tommaso Daniele

È indetto il concorso per l'assegnazione delle borse di studio "Beretta-Pistoresi", giunto, quest'anno, alla sedicesima edizione.
Il concorso è riservato, per il corrente anno, ai Soci della nostra Unione, che si sono diplomati o laureati durante l'anno solare 2011.
Il termine ultimo per la presentazione delle domande di partecipazione è fissato al 31 luglio 2012.
Si pubblica, in calce, il bando del concorso, cui si prega di dare massima diffusione.
Cordiali saluti.
IL PRESIDENTE NAZIONALE
Prof. Tommaso Daniele

BANDO DI CONCORSO PER L'ASSEGNAZIONE
DELLE BORSE DI STUDIO "BERETTA PISTORESI"

Art. l. Natura del concorso
Nel rispetto della volontà delle donatrici, Lidia Teresa Beretta ed Elena Pistoresi, l'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti mette a concorso delle borse di studio annuali per i Soci che abbiano concluso con merito gli studi secondari superiori, gli studi musicali o gli studi universitari, nell'anno solare precedente quello di indizione della gara.

Art. 2. Requisiti di ammissione
Alla corrente edizione del concorso per l'assegnazione delle borse di studio "Beretta-Pistoresi", possono partecipare i Soci dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti che, nell'anno solare 2011, hanno conseguito uno dei titoli di seguito elencati:
a) laurea magistrale o diploma di laurea conseguito secondo la normativa in vigore anteriormente alla riforma di cui al D.M. 509/1999
b) laurea
c) diploma di conservatorio musicale
d) diploma di istruzione secondaria superiore.

Art. 3. Borse di studio
Le borse sono costituite da sussidi tiflotecnici di valore pari a:
– 2.100,00 euro, per il vincitore del concorso riservato ai concorrenti in possesso di laurea magistrale o di laurea conseguita secondo la normativa in vigore anteriormente alla riforma di cui al D.M. 509/1999
– 1.300,00 euro, per il vincitore del concorso riservato ai concorrenti in possesso di laurea
– 1.300,00 euro, per il vincitore del concorso riservato ai concorrenti in possesso di diploma di conservatorio musicale
– 1.300,00 euro, per il vincitore del concorso riservato ai concorrenti in possesso di diploma di istruzione secondaria superiore.
A richiesta dei vincitori, le borse possono essere erogate in denaro.

Art. 4. Presentazione delle domande di partecipazione

Le domande di partecipazione, redatte in carta libera e sottoscritte, devono pervenire, mediante raccomandata postale o mediante posta elettronica certificata o con consegna a mano, entro e non oltre le ore 12:00 di martedì, 31 luglio 2012, all'indirizzo:
Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti
Presidenza Nazionale
Via Borgognona, 38
00187 Roma.
Nella domanda di partecipazione, i concorrenti devono indicare la categoria di concorso alla quale intendono partecipare e dichiarare, sotto la propria responsabilità, ai sensi dell'art. 46 del d.p.r. 28 dicembre 2000, n. 445:
– cognome e nome
– luogo e data di nascita
– residenza
– iscrizione all'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, con indicazione della Sezione Provinciale di appartenenza
– titolo di studio, con indicazione del voto di laurea o di diploma
– votazioni agli esami previsti dal piano di studi universitario, se in possesso di laurea magistrale, di diploma di laurea o di laurea
– votazioni agli esami intermedi, se in possesso di diploma di conservatorio
– votazioni al primo quadrimestre dell'ultimo anno di corso, se in possesso di diploma di istruzione secondaria superiore.
I concorrenti devono, altresì, indicare un recapito telefonico e/o e.mail e l'indirizzo al quale desiderano vengano inviate le comunicazioni relative al concorso.
La firma in calce alla domanda, da apporre in forma autografa, non è soggetta ad autenticazione.
Le domande pervenute oltre il termine o incomplete si intendono escluse dal concorso.

Art. 5. Commissione esaminatrice
La Commissione esaminatrice è costituita dal Presidente Nazionale dell'Unione, o da un suo delegato, e da due componenti, nominati dalla Direzione Nazionale della stessa Unione.
Sulla base dei voti riportati dai candidati alle prove di esame intermedie e finali, la Commissione forma quattro graduatorie di merito, una per ciascuna categoria di concorso, e designa, quale vincitore delle relative borse di studio, il primo classificato in ognuna di dette graduatorie.

Art. 6. Proclamazione dei vincitori
Con propria deliberazione, la Direzione Nazionale dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti approva le graduatorie di merito e proclama vincitori delle borse di studio, messe a concorso con il presente bando, il primo classificato in ciascuna graduatoria.

Gli esiti del concorso sono comunicati ai concorrenti, a mezzo posta.
Gli stessi esiti sono, inoltre, resi pubblici, mediante la stampa periodica e il sito web dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti e la pagina 790 del Televideo Rai.
I vincitori delle borse di studio sono tenuti a comprovare la regolarità delle dichiarazioni rese nelle domande di partecipazione.
A tale scopo, essi devono far pervenire, mediante raccomandata postale o mediante posta elettronica certificata o con consegna a mano, all'indirizzo:
Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti
Presidenza Nazionale
Via Borgognona, 38
00187 Roma,
entro 30 giorni dalla comunicazione dei risultati concorsuali, certificazione, originale o in copia autenticata, attestante:
– il titolo di studio
– il voto di laurea o di diploma
– le votazioni riportate alle prove di esame intermedie, se vincitori delle borse di studio riservate ai laureati di primo e secondo livello e ai diplomati presso i conservatori di musica; oppure, le votazioni riportate al primo quadrimestre dell'ultimo anno di corso, se vincitori della borsa di studio riservata ai  diplomati presso istituti di istruzione secondaria superiore.
Il vincitore, che non produca la certificazione richiesta o le cui dichiarazioni risultino, in tutto o in parte, non veritiere, decade dal beneficio.
In tal caso, la Direzione Nazionale dell'Unione procede alla proclamazione di altro vincitore, secondo l'ordine della graduatoria di merito.

Art. 7. Responsabilità
La partecipazione al concorso implica l'accettazione senza riserve, da parte dei concorrenti, del  presente bando.
Spetta esclusivamente alla Direzione Nazionale dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti il giudizio finale sui casi controversi e su quanto non espressamente previsto.

Art. 8. Trattamento dei dati personali
Tutte le informazioni raccolte nell'ambito del presente concorso saranno tutelate ai sensi del d.lgs. 30 giugno 2003, n. 196, "Codice in materia di protezione dei dati personali".

 

Istruzione: a colloquio con il Sottosegretario del MIUR Marco Rossi Doria

Autore: Luciano Paschetta

Nel  tardo pomeriggio  di martedì, 19 giugno 2012, la nostra Unione è stata ricevuta dal Sottosegretario di Stato all'Istruzione, con delega a trattare i servizi per l'integrazione degli studenti disabili, Marco Rossi Doria.
Il Sottosegretario Rossi Doria è  entrato nel merito dei diversi problemi affrontati, dimostrando competenza, sensibilità e, cosa che  abbiamo particolarmente apprezzato, con estrema franchezza.
Egli  ha introdotto l'incontro informandoci  che,  in questi giorni, ha incontrato alcune delle parti interessate alla materia dell'integrazione scolastica e che al mattino dello   stesso  19 giugno,  aveva riferito alla Commissione VII della Camera dei Deputati su taluni recenti provvedimenti, concernenti la specializzazione per le attività di sostegno.
Ha, così, avuto occasione di verificare che l'esigenza, ben nota al Dicastero, di ridefinire il sistema delle misure, poste a tutela e sostegno del diritto all'educazione e all'istruzione dei minori disabili, è ampiamente avvertita anche in quella sede.
Da parte nostra, abbiamo ripreso  quanto emerso nella riunione dello scorso 17 maggio dell'Osservatorio ministeriale permanente per l'integrazione degli alunni con disabilità, dove il Ministro, Francesco Profumo, è stato sollecitato proprio ad un'azione di riforma.
La necessità di procedere al riordino del settore è evidenziata  anche dal progressivo aumento dei ricorsi proposti ai Tribunali Amministrativi Regionali per l'annullamento dei provvedimenti di assegnazione delle ore di sostegno. La generale soccombenza dell'Amministrazione scolastica comporta, mentre si cerca di contenere  la spesa, un  incremento dei costi sempre più difficilmente sostenibili e, cosa che più preoccupa, è che l'attivazione  degli interventi  derivanti dalle sentenze  risultano spesso "ridondanti" rispetto alle effettive esigenze dello studente,  e possono finire per mortificare, piuttosto che  potenziare, l'autonomia dell'allievo, autonomia che è la finalità  principali dei percorsi educativi e scolastici inclusivi.
Il Sottosegretario ha condiviso, come già aveva fatto il Ministro in sede di Osservatorio, le posizioni appena illustrate, posizioni che, come Unione, sosteniamo con particolare forza, convinti come siamo che la cecità e l'ipovisione lasciano intatte le capacità della persona di apprendere e di agire in modo autonomo.
Il Sottosegretario,  per quanto concerne il riordino normativo,  ha sottolineato che,  in ogni caso,  esso  potrebbe essere attuato,  non mediante decreto-legge, come  emerso dall'Osservatorio, ma tramite disegno di legge d'iniziativa governativa, nel rispetto dei ruoli istituzionali, ripetutamente invocato dal Presidente della Repubblica.
Circa i rapporti  con la Conferenza stato regioni, il Sottosegretario si è detto impegnato a promuovere e a conseguire l'intesa della Conferenza Unificata sui livelli minimi delle prestazioni preordinate all'esercizio del diritto educativo  e scolastico dei minori con disabilità. Ha, tuttavia, escluso che la sua attività di mediazione possa produrre, come da noi richiesto, la definizione della figura professionale, attraverso la quale gli Enti Locali assolvono all'obbligo di fornire l'assistenza per l'autonomia e la comunicazione degli studenti disabili  sensoriali, obbligo istituito dall'art. 42 del d.p.r. 24 luglio 1977, n. 616, e confermato dall'art. 13, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104. Ha, in ogni caso, concordato con noi che la definizione di detta figura contribuirebbe a qualificare l'offerta dei servizi educativi integrativi, particolarmente preziosi per i nostri bambini e i nostri ragazzi.
Affrontando  la problematica dell'"accessibilità"il Sottosegretario ha, quindi, mostrato interesse alla nostra ipotesi di richiedere alle Case Editrici il deposito dei testi scolastici digitali in formati riconoscibili dagli hardware e dai software di cui ci avvaliamo. Informato circa il fatto che le LIM  sono inaccessibili nella loro gestione, si è, di fatto, impegnato a porre tra gli obiettivi delle ricerche di cui il MIUR  si farà promotore  e  mirate al perfezionamento dello strumento,   la definizione dei criteri che le rendano pienamente utilizzabili anche da parte degli studenti e dei docenti ciechi ed ipovedenti.
Sulla delicata materia della valutazione degli apprendimenti scolastici mediante le prove nazionali standard, curate dall'INVALSI, il Sottosegretario ci  ha assicurato che la nuova Presidenza dell'Istituto  è particolarmente attenta e sensibile al problema  e che, lui ne era certo, presterà massima attenzione alle nostre richieste.  Per questo ci i ha  suggerito di formulare direttamente al presidente,  la nostra proposta di  garantire che le prove vengano elaborate in modo da poter essere comprensibili anche quando vengano eliminati i riferimenti visivi. 
Ancora, alla nostra richiesta di vigilare ed intervenire affinché le classi iniziali di ogni ordine e grado scolastico, che accolgono alunni con disabilità siano, di norma, costituite con non più di 20 alunni, come dispone l'art. 5 del d.p.r. 20 marzo 2009, n. 81, il Sottosegretario ha risposto  , con estrema franchezza, che l'azione di monitoraggio è continua per verificare   la presenza di scostamenti significativi dal rapporto medio nazionale "alunni/classe". Tuttavia, la necessità di approssimare tale rapporto medio a quello europeo insieme alla necessità di garantire l'offerta scolastica in tutti gli ambiti territoriali, a prescindere dalla densità e dalla distribuzione della popolazione,  rende, purtroppo, la formazione di classi ben più numerose di quanto utile, ai fini didattici. Una soluzione può venire dall'assegnazione di organici funzionali alle singole istituzioni scolastiche.
Abbiamo quindi invitato il Sottosegretario ha  segnalare al Ministro  la necessità  di convocare  a breve il Comitato tecnico-scientifico dell'Osservatorio permanente per l'integrazione scolastica,  al fine di raccogliere  il contributo del Comitato  per riassetto del sistema, riassetto che il Ministro Profumo e il Sottosegretario Rossi Doria hanno dichiarato dover essere finalizzato all'ottimizzazione, e non alla riduzione, delle risorse disponibili.

Il responsabile operativo della  commissione nazionale istruzione
   Luciano Paschetta

 

Catania: il bowling a Catania è per tutti

Autore: Alfio Pricoco

Il 16 giugno 2012 organizzato dall'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti di Catania, dalla commissione sport e tempo libero e dai Lions Acitrezza Verga, a Catania si è disputato il settimo torneo per non vedenti città di Catania.

Alla manifestazione ludico sportiva hanno preso parte ben 24 coppie di giocatori costituite da un non vedente ed una guida.

Particolarità del Torneo è che durante lo svolgimento delle partite, tutti indistintamente indossano una bendina nera, così da essere tutti al medesimo livello, garantendo la massima correttezza, e per favorire l'orientamento dei giocatori, nella zona di lancio viene messo a terra del filo di nailon con del nastro adesivo, consentendo quindi al giocatore bendato di sapere dove si trovi, e tirare con la massima sicurezza.

E' stato un sano pomeriggio molto agonistico in cui anche i vedenti hanno compreso forse un pizzico meglio cosa significa non vedere e quali siano le grosse difficoltà da affrontare, ma allo stesso tempo è stato bellissimo constatare una volta di più come anche lo sport sia un veicolo splendido d'integrazione sociale, dove tutti indipendentemente dall'handicap agiscono verso un unico fine, che in questo caso è stato il divertimento, l'agonismo e ovviamente per una sola coppia la vittoria finale.

Al termine è seguita la premiazione per tutti, vincitori e non, con i partecipanti entusiasti di aver preso parte ad una competizione agonistica coinvolgente e con l'auspicio di poter rifare il prossimo anno un nuovo torneo ancora più bello ed interessante.

Sport: partecipa al corso di subacquea dal 27 agosto al 2 settembre 2012 a San Felice al Circeo

Autore: Angela Costantino

"Albatros Progetto Paolo Pinto"  l'associazione specializzata nella didattica subacquea per non vedenti ed ipovedenti   organizza un corso  per  sommozzatori con rilascio di certificazione internazionale Albatros Progetto Paolo Pinto Scuba Blind International – Cmas  a San Felice al Circeo dal 27 agosto al 2 settembre 2012 Durante lo svolgimento del corso si apprenderà una metodologia specifica totalmente nuova  in questo campo. Un full – immersion  con la collaborazione diretta di istruttori subacquei  brevettati Albatros  con rapporto 1 allievo /1 istruttore.
Gli obbiettivi di Albatros sono l'integrazione del sub cieco con tutti i subacquei  e la possibilità di fargli eseguire le stesse identiche immersioni che fanno gli altri in qualsiasi luogo del mondo, in ogni situazione, con tutte le tecniche e le apparecchiature d'immersione conosciute, esplorando e "osservando" al meglio gli habitat sommersi più vari.
 Il  COSTO € 900,00 si intende comprensivo delle ore di docenza teoria e pratica,piscina ,  delle spese del  Kit, bombola, zavorra ed immersioni,  incluso il soggiorno in mezza pensione dal  27 agosto al 2 settembre 2012.
L'associazione Albatros inoltre darà in omaggio ai corsisti un borsone con la muta che sarà fatta su misura dalla ditta Neos Sub.
Le pinne la maschera ed i calzari dovranno essere acquistatati dai corsisti personalmente.

Gli interessati dovranno inviare al momento dell'iscrizione via mail 
 Documento personale,certificato medico per attività non agonistica  € 200,00 per iscrizione al corso.

Il presidente Angela Costantino

Lecce: Coppa Italia alla squadra salentina

Autore: Tony Donno

Il gruppo sportivo dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti di Lecce, ha da tempo, un'eccellenza nazionale nel calcio per non vedenti:
L'ultimo alloro è recentissimo, è la coppa Italia 2011-2012, conquistata nelle finel-for di Solarino (Siracusa), lo scorso weekend (9-10 giugno).
Alla coppa Italia, partecipano le quattro squadre piazzatesi nei primi quattro posti del campionato nazionale, così a questa edizione, hanno partecipato il Lecce, la Roma, il Genoa ed il Siracusa:
Il sorteggio ha definito Lecce Roma (vittoria dei salentini 1 a 0), e Genoa Siracusa (2 a 1 per i liguri dopo i calci di rigore) in semifinale, per cui, a disputarsi la coppa domenica mattina, sono state il Genoa ed il Lecce.
È stata una finale combattuta, ricca di capovolgimenti di fronte, nella quale nonostante il grande caldo, i calciatori non hanno lesinato energie, offrendo agli spettatori uno spettacolo avvincente ed emozionante.
Nel secondo tempo, sfruttando una ripartenza dalla difesa, il bomber dei giallorossi Massimo Cervelli, si incuneava in area avversaria, e batteva il portiere ligure con un perfetto rasoterra all'angolino destro.
Trionfo meritato dei pugliesi, che confermano la capacità di saper affrontare mentalmente e tatticamente impegni del genere, carichi di pressione e tensione.
A vincere fuori dal campo però, è stata l'integrazione sociale dei non vedenti, che hanno dimostrato attraverso lo sport, come si possa regalare emozione, esattamente come per tutti gli altri.
 

Sport: No, GRAZIE, VADO DA SOLA!

Autore: Giovanna D'Angelo

Alla ricerca di emozioni forti o, probabilmente, per misurare i propri limiti, qualcuno si lancia giù con il Bungee Jumping, qualcun'altro si affida a picchetti, corde e rampini per scalare le vette più alte, qualcun altro ancora trattiene il fiato e scende a profondità estreme al limite della narcosi; io ho provato emozioni forti, imparando a camminare da sola.
Trent'anni fa ho perso la vista: tanti sogni chiusi in fondo, sbattendo il cassetto, la sensazione di non potere fermare qualcosa di inarrestabile, l'istinto di aggrapparmi, di non lasciare andare via una esistenza normale,  la necessità di appoggiarmi agli altri e cercare il braccio di qualcuno per fare 4 semplici passi tra la gente; una autonomia quasi totale dentro le mura di casa, non volendo considerare spigoli insidiosi e sportelli, lasciati sbadatamente aperti, sempre in agguato.
Istintivo viene, chiudersi in se stessi: il proprio corpo lo puoi toccare e controllare, ci si costruisce una armatura intorno, ci si sente protetti dentro le mura di casa, come una chiocciola nel guscio ma…  fuori? Ed è qui che entrano in gioco tanti altri fattori, caratteriali, ed ambientali: i miei adoratissimi genitori che riuscirono a soffocare il loro iperprotezionismo nei miei confronti,  lasciandomi libera come una normale ragazza di venti anni, libera di fare gli sbagli tipici della gioventù, dolorosamente consapevoli che mi sarei ritrovata in ogni sorta di situazione, insieme ai miei coetanei e  che ce la saremmo dovuta sbrigare da soli: fuoristrada guidati da amici, motoscafi guidati da altri ancora, piccole avventure e viaggi per mare,  per terra e per aria, sempre vissuti in prima linea ma con gli occhi degli altri. Non finirò mai di ringraziare i miei amici più vicini che mi coinvolgevano in tutto quello che normalmente affascinava i ragazzi ventenni degli anni 80 ed anche qualcosa di più particolare, pericoloso ed avventuroso. Tutto questo mi ha permesso di non chiudermi alla vita, cercare sempre di cavarmela prima da me e, soltanto dopo, chiedere aiuto ed avere sempre più stimoli ed interessi al di fuori del mio handicap. Io c'ero sempre ed ovunque; un po' superbamente, io la mente, gli altri le braccia.
E così il mio orgoglio di mantenermi al passo con i tempi, la padronanza sui computer, il mantenermi in  forma, frequentando le palestre, non tirarmi mai indietro dinanzi alle difficoltà e cercare sempre un modo per arrangiarmi nelle più svariate situazioni; negli ultimi anni il pedalare in tandem e lo spinning e progressivamente uno "sguardo" sempre più a 360° intorno a me.
L'8 Giugno appena trascorso mi sono lasciata convincere  a partecipare, più per curiosità che per una effettiva convinzione, ad un corso di Nordik Walking organizzato dall'ANI (Associazione Nordik Italiana) e condotto dal Presidente Fabrizio Lorenzoni, Fabiola Angeli e Dall'Istruttrice Patrizia Spadaccini, la più esperta delle mie guide in tandem.
" Ah, si, che bello! Un fine settimana fuori, nella Maremma Toscana, si, si certamente che ti accompagno! ma a fare che?" " Non lo so. Non ho capito bene di cosa si tratta, cara Daniela, Patrizia dice che mi coinvolgerà ed ha insistito tanto… andiamo a vedere…"
In questo spirito, curioso e vacanziero, Io e la mia amica Daniela, anche lei guida di tandem, ci siamo puntualmente presentate in una saletta dell'albergo di Castel del Piano.
Una decina di persone, provenienti da ogni parte d'Italia, alcuni neofiti, altri istruttori; io ero l'unica non- vedente, gli altri come me, che si erano prenotati, avevano dato disdetta all'ultimo momento; questo non mi preoccupò minimamente perché, sin dall'adolescenza con i miei amici, ero abituata ad essere "tredicino in mezzo all'insalata".
Fabrizio iniziò a parlare, presentando la sua associazione e continuando con teorie antropologiche, nozioni di osteopatia e ci spiegava i movimenti, le posizioni sbagliate e le contraddizioni che il corpo umano ha adottato, nel corso dei secoli, per adattarsi all'ambiente circostante. Mi veniva facile seguirlo, usava parole normali e non termini medici incomprensibili; lo ascoltavo sempre più affascinata ma con varie domande a caratteri cubitali nella mia testa: io cosa c'entro? Io aggiustare le mie posizioni sbagliate mentre cammino? io vado a braccetto , come posso modificare una postura che non mi appartiene del tutto? Chissà… forse avranno studiato un modo nuovo per  appoggiarmi, magari servendosi di uno strumento, con qualcosa?
Dalla teoria alla pratica: ci spostammo tutti in una piazzetta, prospiciente l'albergo, chiusa al traffico; purtroppo c'era un vento assai sostenuto; Fabrizio mi adattò una sorta di laccio nelle mani attaccati al quale pendevano due bastoncini, uguali a quelli che avevo usato nella mia catastrofica esperienza di sci di fondo. Iniziammo tutti a fare piccoli movimenti per sensibilizzare la pianta dei piedi, mani aperte come pronte per gattonare e bastoncini dietro; dondola, senti cosa ti dicono i tuoi piedi, avanti, indietro, di lato, raccogli informazioni dai piedi e mandale al cervelletto.
" Vediamo adesso come camminate!" Istintivamente, allungo il braccio per cercare quello di Daniela, sempre amorevolmente al mio fianco, ma… Fabrizio mi posa la mano al centro delle spalle e mi esorta a muovere qualche passo.
Non esagero se vi dico che in quel momento mi è mancato il respiro, ho sentito una scossa lungo la schiena, un vuoto allo stomaco, quasi paura. Giravo gli occhi nella ricerca di aiuto ma non trovavo vie d'uscita, non avevo scampo.
Risatina nervosa, respiro profondo "beh! Almeno non sono da sola, ho i bastoncini!"
 Iniziai a muovere i primi passi. Per darvi una minima idea di cosa prova un non-vedente quando si deve spostare, chiudete gli occhi e muovete qualche passo: credetemi, non riuscirete ad andare dritti, barcollerete come un ubriaco.
Ed è proprio questo che io dovevo sembrare, lì in quella piazzetta, dinanzi all'albergo di Castel del piano…
Non riuscivo a fare più di due passi, barcollavo, mi fermavo, per poco non cadevo.
Dentro casa mi muovo abbastanza velocemente ma lì, ero all'aperto, il vento e senza alcun punto di riferimento, soltanto due bastoncini da tirarmi dietro ed una voce accanto: emozioni forti? "Io qui ci muoio!"
 Due passi, tre passi, respira e riprova: "Mamma, papà, Danieluzza, aiutatemi voi!"
Ogni passo, una gran fatica…e poi ancora un altro…
Mi ritrovavo costretta a rimuovere posizioni scaturite da anni di cecità, dovevo dimenticarmi dell'abitudine di cercare e trovare sostegno nel braccio di qualcun altro, ora dovevo ricordarmi di una autonomia morta e sepolta, ora dovevo trovare nuovi equilibri, muovere adesso altri muscoli, riattivare adesso sensazioni tattili dimenticate.
Quattro passi , cinque, avanti ed indietro per la piazzetta, ricordarmi ogni tanto di respirare: un continuo richiamare file cestinati, un colpo di spugna su 30 anni da non-vedente, un passo in più, una conquista, uno sforzo mentale non indifferente, dimentica  di tutto: ciglia umide, respiro frammentato, labbra serrate tra i denti, orecchie purtroppo infastidite dal vento, che ci metteva pure la sua! Ogni mia terminazione nervosa al massimo della recettività, due bastoncini e Fabrizio che mi dava la direzione, ora con la voce, ora con la sua mano dietro le spalle.
Anche gli altri partecipanti al corso andavano avanti ed indietro, ascoltando i cambiamenti da adottare per migliorare la propria postura: tanti pianeti di un unico sistema, diversi nella loro tipologia, intenti nel loro moto di rotazione e di rivoluzione.
" Alza la testa, abbassa le spalle, allarga il diaframma, braccia tese, mani aperte, trascina i bastoncini, allunga il passo." 
  Mi tremavano le gambe, ero nei guai seri…
La voce rassicurante di Fabrizio e due bastoncini: ecco tutto quello che avevo per aiutarmi: il mio obiettivo, riuscire a mettere un passo dopo l'altro.
Eppure, parallelamente all'aumento dei miei passi sequenziali,  sentivo che qualcosa si stava facendo strada dentro di me, quella stessa cosa che mi fa stringere i denti nelle salite in tandem, quella stessa cosa che mi fa prendere in mano martelli e giraviti per aggiustare e riparare, quella stessa cosa che mi riporta su dopo una crisi di pianto… in una canzone la chiamano "forza della vita", io la chiamo orgoglio. Una forza che sento assai presente, il mio gancio nel cielo, la mia personale molla per andare avanti: smisurata, inarrestabile quando parte, testarda, per me vitale, per altri criticabile.
Avanti ed indietro, avanti ed indietro… un concentrato di rabbia, orgoglio, insicurezza, accenni di stupore e scintille di meraviglia: adesso riuscivo a fare una decina di passi.
Nello scrivere, il tempo sembra dilatarsi ma tutto questo si svolse nell'arco di poche ore e non esagero nel definirle una manciata di ore tra le più faticose della mia vita.
 Avevo il terrore che il mio tremore interno mi si trasferisse alle mani ed allargavo le dita delle mani per controllare che questo non accadesse: sperimentai così che, allargando le dita con i palmi sempre paralleli al terreno, acquistavo stabilità ed i bastoncini, trascinati dietro, diventavano come due binari, due appoggi stabilizzanti: forse, forse ce la potevo fare.
Tutti, istruttori e partecipanti, salimmo nelle auto, ci dovevamo spostare da qualche altra parte; quanto apprezzai quei momenti di pausa… un ronzio continuo nella testa, mani sudaticce, un tremore a fior di pelle, la gola arsa.
Lo capisco soltanto adesso che il peggio era passato.
Arrivammo al giardino Spoerri, una vasta area di campagna toscana dove questo artista ha creato sculture assai bizzarre. Le opere d'arte sono sparse, apparentemente a casaccio, ora su terreni pianeggianti ed erbosi, ora all'interno di boschetti. Tutto il gruppo si spostava ora qui, ora là, tra commenti ironici ed interrogativi ma, soprattutto, la sottoscritta camminava con i bastoncini dietro, a testa alta ed una mano dietro le spalle.
Mi sentivo un pizzico più rassicurata perché ero sul terreno; la pianura erbosa mi dava più sicurezza, le moderate discese mi richiedevano una ulteriore attenzione perché avevo da posizionare bene i  piedi a paletta, abbassare il baricentro e mantenere i bastoncini dietro; le salite non mi preoccupavano, era difficile cadere proprio lì, non dovevo rannicchiarmi in avanti bensì restare più possibile dritta verso dietro e darmi aiuto con i bastoncini.
Si, si, camminavo, adesso stavo proprio camminando.
Come una bambina alla vista di un prato, appena sentivo sotto i piedi il terreno che spianava, acceleravo il passo, potevo andare ed andavo come un treno. Prendevo fiato quando il gruppo si fermava a guardare i manufatti ed a chiedersi cosa l'artista avesse voluto comunicarci: ferma con il naso all'insù, sotto una inquietante tettoia di mannaie, sorridevo in mezzo ad una infinità di oche all'assalto di chissà cosa, posavo per la foto all'interno di una casa dal pavimento inclinato e camminavo.
Spesso mi estraniavo: una bambina in un parco giochi, un volo di pensieri fantasiosi  e camminavo. I miei compagni di corso, le loro risa, i loro incoraggiamenti e due adorabilissimi cagnetti, Merlino e Ginevra, che scorrazzavano liberi e felici. Libera e felice, anche io iniziavo a sentirmi così. Ero distratta dalla particolarità delle sculture ma camminavo. Rimasi a bocca aperta dinanzi ad un gioco assai curioso: una galleria di tubi metallici di vari diametri penzolavano da un telaio, ordinati in due file parallele ad una ventina di centimetri una dall'altra  e bisognava farsi strada tra loro.  Procedendo tra i tubi, questi urtavano tra loro, provocando come un suono di campane a festa… un vero spasso!
" A Marco mio, questo gli sarebbe piaciuto sicuro!"
Mi tuffai dentro ai tubi suonanti: una "star gate", ecco, stavo entrando in una altra dimensione , un ritrovato controllo del mio corpo, un cammino autonomo, dritta sulle mie gambe, due bastoncini ed una mano dietro le spalle.
Una volta rientrate in albergo, non riuscii a mantenere i buoni propositi della dieta e sprofondai in un sonno pesante; anche Daniela era stanca, anche lei aveva combattuto le sue battaglie ed entrambe le avevamo vinte.
Il Sabato mattina, il vento continuava ad infuriare ma il cielo era libero da nuvole: sorprendemmo Nicola, un istruttore della Sardegna, nella caffetteria che avevamo scoperto fare cornetti buonissimi; oggi era prevista una colazione al sacco e facemmo provviste per un esercito, al diavolo la dieta! Roberto era pronto ed i suoi adorabili cagnetti gli gironzolavano intorno; mancavano ancora Elisa ed Enea e Fabrizio e sua moglie Fabiola fremevano per il ritardo; ci aspettava il Parco Faunistico Amiata.
Claudia e Michele, due gentilissime guardie naturalistiche, ci guidarono per i percorsi della riserva ed io camminavo. La ginestra dei carbonai, l'asino amiatino, una lezione nell'aula didattica, alla scoperta del mondo, affascinante e misterioso, dei pipistrelli.
"Odora questo, odora quello, guarda questa corteccia e guarda come è diversa quella!"
Castagni, faggi, cavalli, daini, caprioli, salamandra "Mannaggia, quanto era dura la vita di un carbonaio!"
Ed  Oriana, la lupa? Per avere una speranza di vedere le tre lupe senza marito, bisognava salire su di un altana… e voi pensate che una donna di mare come la sottoscritta poteva lasciarsi spaventare da una scala particolarmente impervia? Niente, niente mi poteva fermare: ormai avevo la consapevolezza che ce la potevo fare, anzi, ce l'avevo fatta, camminavo in piena autonomia, aiutata da due bastoncini e da una voce accanto o da una mano tra le scapole. Testa alta, spalle dritte, mani aperte,  bastoncini ed adesso potevo permettermi anche il lusso di pensare ad altro… più camminavo e più acquistavo sicurezza.
Fabrizio mi sottopose ad un altro esperimento: dovevo fare da spola tra lui ed un altro istruttore, camminando veramente da sola, seguendo ed individuando la voce dell'istruttore di turno. Rimbalzavo come una pallina impazzita, tra gli istruttori, tutti entusiasti dei miei miglioramenti, dei miei rapidi tempi di adattamento alla nuova postura e del controllo che avevo sui miei sensi.
Ridevo tra di me e ricordavo quella volta che avevo trovato un piccolo pipistrello nello skimmer della mia piscina e del morso che mi aveva dato, quando lo avevo involontariamente stretto in mano: " Possibile che il morso del pipistrello mi abbia trasmesso una sensibilità particolare agli ultrasuoni?"
Un riposino dopo pranzo, lunga lunga su di una panchina al sole ed ero pronta per un'altra avventura. Fabrizio e Fabiola avevano deciso di modificare un po' il programma iniziale per dare la possibilità a me e Daniela, che avevamo necessità di partire all'ora di pranzo dell'indomani, di non perderci l'escursione della mattina dopo.
Trasferimento in auto alla torre di David, una collina naturale di 1200 metri, sulla quale era stato edificato un monastero. Sino ad una certa altezza si ha la possibilità di arrivare con le auto e poi si procede a piedi. "Bastoncini, a me!"
Decisamente, tra i miei antenati doveva esserci una capra perché è con energia animalesca che affrontai quella salita…
Era una gran brutta salita:  forte pendenza e pietrine, pietre, pietroni pronti a scivolare sotto i piedi. Il vento aumentava mano a mano che procedevamo nella salita e, dato che questa era davvero impervia, Fabrizio mi sosteneva dal gomito. "Brutta, davvero brutta questa salita!" Fu necessaria la massima attenzione, sia da parte mia ma maggiormente da parte di Fabrizio che cercava di pilotare i miei passi e scegliere il percorso più agevole. Salivo e pensavo: " La salita e va bè! Ma la discesa? Come farò a scendere da questa benedettissima torre? Aiuto! S.O.S.! Sara il caso di chiamare l'esercito o la protezione civile?"
Sinceramente, non so quali santi mi aiutarono ma arrivai in cima e subito mi dovetti aggrappare alla croce che si ergeva proprio lì, per non essere sbalzata via dal vento; ci permettemmo un paio di minuti di raccoglimento, seduti per terra, il mondo tutto intorno: Fantastico… magnetico. Daniela mi descriveva un panorama a 360°, impossibile non sentirsi una piccola cosa dinanzi a quella visione spettacolare della Natura. Un luogo dove regna il silenzio, lo senti calare anche dentro di te, ogni parola è superflua e ti perdi nei meandri dei tuoi pensieri.
I santi ascoltarono le mie preghiere e riuscii a discendere dalla torre però, bisogna dire la verità, poco ci mancava che Fabrizio e Fabiola mi prendessero in braccio. La fermata successiva fu una bella improvvisata a casa di un amico di Fabrizio, responsabile della comunità buddista di  Merigar. Non c'era da camminare lì e Piero ci aprì le porte di casa sua e tutto il gruppo si accomodò in soggiorno. Chiamiamola pure, questa a casa di Piero, una pausa spirituale, perché il padrone di casa ci raccontò la storia della comunità di Meringar ed i principii fondamentali della filosofia buddista.
Una ultima tappa di questa giornata campale fu, appunto, la comunità di Meringar, situata sul versante del monte Labro ma, se devo dire la mia, per essere chiamata anche "il piccolo Tibet", sono, sia il tempio, sia la stupa, costruzioni architettonicamente troppo moderne, troppo cemento, troppo vetro e niente che mi ricordasse le comunità tibetane, da me visitate insieme ai miei genitori.
In serata, dopo cena, ci ritrovammo tutti nella saletta dell'albergo dove ci venne raccontata la storia di David Lazzaretti, per alcuni il "santo David", per altri un personaggio dai molteplici lati oscuri.
Era Domenica mattina, l'ultimo giorno del corso, le campane della chiesa di Castel del piano chiamavano i fedeli a raccolta e Giovanna e Daniela gustavano una porzione doppia di cornetti ai cereali alla loro caffetteria preferita. Valigie in auto, ci mettemmo in movimento per riunirci a tante altre persone che avevano organizzato un percorso a piedi di circa 9 km. sul monte Giovi:
  "E chi li ha mai fatti 9 km. a piedi?!"
Il vento era finalmente calato e la giornata era davvero splendida; Merlino e Ginevra zampettavano insieme a noi e Daniela mi ricordava Alice nel paese delle meraviglie: i suoi splendidi capelli biondi raccolti in una coda sbarazzina, dai suoi grandi occhi azzurri, specchi del suo buon cuore,  traspariva l'entusiasmo per la realizzazione di un sogno, una passeggiata nel bosco. Ogni tanto, le chiedevo del suo ginocchio dolorante e lei mi rispondeva che non aveva alcuna importanza, troppa la felicità di trovarsi lì, incantevoli i paesaggi da contemplare, ammalianti le fragranze e gli odori della campagna. "Il gruppo delle bacchette" incuriosì parecchia gente e, secondo me, non furono poi in tanti ad accorgersi che quella donna affiancata da un uomo che ogni tanto le parlava, era una non-vedente, che aveva imparato a camminare sulle sue gambe soltanto da due giorni. Lungo il percorso, 4 fermate eco-gastronomiche e degustazione dei prodotti locali: un frantoio, una casa vinicola, un agriturismo con una splendida piscina a fagiolo immersa nel verde, ed infine, la sagra delle ciliegie. Non incontrai difficoltà degne di nota, tranne per un tratto in salita particolarmente ardito.
Camminavo spedita e tranquilla, cercando di rallentare e di allungare il passo ma, caro Fabrizio, tutta la tua esperienza e conoscenza medica non possono  spiegare la gioia che mettevo in ogni mio passo, l'incontenibile voglia di recuperare il perduto, l'entusiasmo per una autonomia riconquistata:; si, è vero, ogni tanto saltellavo e tu mi dicevi di non farlo, di accompagnare il passo, come una pantera ma, io ero contenta e, altro che saltellare, io avrei fatto salti rocamboleschi e capriole all'indietro e ruote acrobatiche per manifestare a mondo intero l'energia vitale che sentivo dentro e… chissà… chissà… forse un giorno, riuscirò a fare anche questo!
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Ipovedenti: Parla con l’Unione: un incontro con i soci ipovedenti.

Autore: Angelo Mombelli

I problemi riguardanti le persone ipovedenti sono innumerevoli: trovare soluzioni appropriate è sempre più difficile, considerate l'attuale situazione dell'economia italiana e le scarse risorse della nostra Sede Centrale. Per fare il punto della situazione la Commissione Nazionale Ipovedenti dell'U.I.C.I. ha organizzato il 7 giugno u.s. una trasmissione di Parla con l'Unione quale occasione di confronto per soci appartenenti alla categoria.
E' stata segnalata innanzitutto da parte di alcuni Presidenti sezionali la necessità di avere del materiale audiovisivo specifico che illustri la figura dell'ipovedente, le sue necessità e quant'altro possa servire a mettere in evidenza gli innumerevoli problemi che vivono gli ipovedenti in una società che stenta a riconoscerli. Chi è intervenuto ha poi decisamente escluso la necessità di predisporre, pubblicizzandolo in campo nazionale ed internazionale, un segno di riconoscimento della categoria, analogamente al bastone bianco per i non vedenti. E' un problema da tempo dibattuto, ma le indicazioni sono chiaramente contrarie a promuovere tale iniziativa.
Molti soci lamentano poi la difficoltà di reperire la strumentazione specifica che non sia il solito video-ingranditore che viene uggiosamente proposto; con la chiusura del Centro Nazionale tiflotecnico questo problema viene ulteriormente rimarcato e la soluzione si potrà avere solo con l'avvento dei Centri tiflo-tecnici regionali, da tempo ventilata, che potranno offrire vario materiale di molteplici aziende. A ciò si aggiunge il fatto che l'aggiornamento del nomenclatore tariffario delle protesi, che si attende da oltre dieci anni, sempre per ragioni economiche, ancora non è stato emanato.  
E' emerso oi un forte interesse per i Centri di riabilitazione visiva che a parere di molti dovrebbero essere supportati da uno psicologo, dato che uno dei primi problemi per l'ipovedente è l'accettazione del proprio status; purtroppo le nuove tariffe ambulatoriali (LEA) sono ancora bloccate e molti Centri di riabilitazione stentano a far quadrare i conti.
Una nuova iniziativa verrà intrapresa nel prossimo autunno: si tratterà di una rubrica mensile sul Corriere dei ciechi dove gli ipovedenti potranno indirizzare i loro quesiti ed illustrare le difficoltà che incontrano nella quotidianità. Lo spazio è stato offerto dalla responsabile dell'Ufficio Stampa e componente la Direzione Nazionale, Luisa Bartolucci.
Sono stati poi trattati altri problemi inerenti il lavoro, le barriere visive, le provvidenze a favore degli ipovedenti, che nel contesto sarebbe troppo lungo elencare. Ragion per cui si è concordato di organizzare un incontro di persona per sviluppare tutte le tematiche citate. Stanti le condizioni della nostra Sede Centrale, l'evento sarà auto-finanziato e si svolgerà in autunno a Tirrenia. La Commissione Ipovedenti si è assunta l'incarico di predisporre un progetto specifico da inviare alla Presidenza Nazionale per chiedere un contributo per la realizzazione. Sono dell'opinione che incontrarsi sia sempre un fatto positivo: i problemi sono innumerevoli e sovente, soltanto di persona, si possono trovare risposte soddisfacenti ed intraprendere percorsi costruttivi e proficui.

 

Servizio Civile: Il Ministro Andrea Riccardi: reperiti nuovi fondi per il Servizio Civile Nazionale

Autore: (tratto dal sito www.serviziocivile.gov.it)

L'intervento del Ministro Andrea Riccardi nell'incontro tenuto con i giornalisti il 12 giugno 2012 presso la sala monumentale di Largo Chigi.
In questi mesi di Governo ho avuto modo di conoscere da vicino la realtà del Servizio Civile Nazionale e debbo dire che mi ha positivamente sorpreso: in un'epoca segnata spesso dall'interesse e dal profitto, il Servizio Civile rappresenta un'isola di gratuità e di altruismo.
Il Servizio Civile Nazionale si realizza attraverso l'impegno dei giovani tra i 18 ed i 28 anni in progetti mirati a salvaguardare il rapporto tra le istituzioni ed i cittadini e a favorire la realizzazione dei principi costituzionali della solidarietà (art. 2 Cost.), dell'uguaglianza sostanziale (art. 3 Cost.), del progresso materiale o spirituale della società (art. 4 Cost.), a promuovere lo sviluppo della cultura e la tutela del paesaggio e del patrimonio storico ed artistico della Nazione (art. 9 Cost.) e la pace tra i popoli (art. 11 Cost.).
In questi dieci anni di vita il servizio civile ha coinvolto 284.596 giovani impegnati nella realizzazione di progetti in diversi settori (assistenza, protezione civile, ambiente, patrimonio artistico e culturale, educazione e promozione culturale, e servizio civile all'estero) favorendo la solidarietà e la coesione sociale. Il Servizio civile ha coinvolto oltre 14.000 enti pubblici e privati, iscritti a vario titolo all'Albo nazionale e agli Albi delle Regioni e delle Province autonome, che da un lato si pongono come punto di riferimento delle singole realtà e dall'altro tessono la tela dei
legami delle comunità con particolare riferimento a quelli tra i cittadini e le Istituzioni.
Il valore educativo del Servizio Civile Nazionale porta i giovani a sperimentare e praticare con maggior consapevolezza la cittadinanza attiva, sviluppando il senso civico ed una maggiore percezione dei valori democratici.
L'azione dei giovani volontari apporta importanti benefici alle categorie più svantaggiate dei cittadini (portatori di handicap, immigrati, bambini difficili, malati terminali,ecc.) e al patrimonio pubblico (beni culturali e ambientali, protezione civile, promozione dei diritti e della pace).
Questo che considero un bene prezioso per la Repubblica e per la collettività è stato sul punto di scomparire a causa dei tagli apportati al Fondo del Servizio Civile Nazionale dalla legge di stabilità del 2011.
Gli effetti dei predetti tagli già si sono fatti sentire in modo rilevante, costringendo allo scaglionamento delle partenze del bando 2011e rendendo impossibile la presentazione dei progetti per l'anno 2012.
Il rischio che abbiamo corso è stato quello di chiudere il Servizio Civile Nazionale.
Di fronte a questo quadro, nei mesi addietro ho cercato di sensibilizzare i colleghi del Governo sul problema, ma tutti conosciamo la situazione economica e finanziaria in cui versa il Paese, estremamente critica e grave.
Tuttavia non mi sono arreso, non mi sembrava e non mi sembra giusto chiudere una esperienza pionieristica in Europa e un'istituzione che lo Stato, purtroppo parco di interventi in questo senso, dedica in via esclusiva ai nostri giovani.
Dopo un'attenta e faticosa ricognizione nell'ambito del bilancio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, nei capitoli di mia competenza, siamo riusciti a reperire le risorse finanziarie aggiuntive per il Servizio Civile Nazionale per un importo pari a 50 milioni di euro a valere sull'esercizio finanziario 2012.
Queste nuove risorse serviranno a stabilizzare il servizio civile nel biennio 2013 – 2014, come d'altra parte auspicato dalla Consulta Nazionale per il Servizio Civile nella seduta del 6 giugno 2012.
Le proiezioni effettuate dall'Ufficio Nazionale per il Servizio Civile hanno quantificato in 18.810 unità i volontari che è possibile avviare al servizio, di cui 450 all'estero , per ciascun anno del biennio considerato.
Inoltre, ho chiesto ufficialmente al MEF, tramite l'Ufficio nazionale, di integrare la dotazione finanziaria del Fondo nazionale per il servizio civile fino a 120 milioni di euro per ciascun anno del triennio 2013 – 2015.
Il reperimento di questi fondi ha rappresentato stato uno sforzo finanziario notevole, che costringerà altri settori affidati alle mie competenze a duri sacrifici. Ma credo ne valesse la pena.
Ho sempre considerato il servizio civile una priorità della mia azione di governo.