Autore: Marco Condidorio
Si può in un momento storico, quale è quello che sta attraversando la nostra associazione, gridare agli untori?
Provare a inseguire questi sogni letterari di manzoniana memoria, giova poco e niente, se non a gettare tinte color quaresima negli occhi di chi prova a districarsi in questa selva oscura.
Dopo aver letto l’articolo del Prof. Lapietra, col quale lo stesso non lesina considerazioni lievemente lesive, poco eleganti dirette a sottolineare l’operato del sottoscritto, qualificandolo indirettamente di basso profilo, ho sentito il desiderio di rispondere riportando il personale punto di vista, che non è quello di un passante qualunque, ma di chi ha vissuto in prima persona, non solo il singolo evento riportato arbitrariamente da Lapietra, ma l’intera stesura nonché sottoscrizione del protocollo di intesa UICI-MIUR.
Nessun veleno, solo un cammino irto di ostacoli e incomprensioni.
E infatti, il ventitré agosto del 2018 viene sottoscritto il protocollo di intesa. UICI-MIUR.
Nei tre mesi successivi, a novembre 2018, dopo un lavoro incessante, su sollecitazione del Presidente Barbuto, riuscimmo ad ottenere il decreto ministeriale-dipartimentale, col quale veniva istituito il tavolo paritetico, strumento indispensabile, per un dialogo diretto e permanente con lo stesso dicastero dell’istruzione.
Tavolo, tra l’altro, previsto proprio dal protocollo stesso, scritto praticamente interamente da noi.
Nei giorni convulsi, precedenti la versione definitiva del documento, rileggendo più e più volte lo stesso, mi resi conto di quel che rappresentava se mai fosse divenuto ufficiale e dunque operativo. Se mai fossimo davvero arrivati alla sottoscrizione, pensavo al grande lavoro che avremmo dovuto fare, tutti, nessuno escluso, per ottemperare dignitosamente al contenuto esposto in ben oltre diciassette obiettivi.
È già sufficiente leggere i verbali delle sedute dell’anno 2019, primo anno di lavoro del tavolo tecnico, per comprendere il senso di questo documento e di ciò che ha permesso di portare alla presenza degli esperti del ministero.
Basta leggere la documentazione prodotta tra la nostra struttura nazionale e i diversi dipartimenti del MIUR per capire che, oggi, l’UICI è sulla strada giusta.
E ancora, parliamo delle potenzialità e delle competenze dei centri di consulenza tiflodidattica; della formazione e dell’aggiornamento degli insegnanti, degli educatori e degli assistenti per la comunicazione e per l’autonomia.
Di trascrizione dei testi e di progettazione e realizzazione di materiale didattico.
Dunque, sono citati nel documento gli enti collegati all’UICI, la Biblioteca per i ciechi Regina Margherita; la Federazione delle Istituzioni Prociechi; l’I.Ri.Fo.R.
Il NIS, network per l’inclusione scolastica.
Stavamo per lanciare una tra le sfide più importanti della nostra storia, del nostro primo centenario della fondazione.
Una vetrina niente male, cui avremmo dovuto dare quanto prima una sistematina ai contenuti didattici, formativi, e di competenza. E non perché non vi fossero, semplicemente stavamo prendendo coscienza del fatto che, una volta ottenuta la firma, il ministero ci avrebbe chiesto conto di quel che siamo e sappiamo fare; di quel che abbiamo e possiamo essere per poter rispondere alle criticità del territorio, della scuola.
Questo il sentimento successivo ai giorni che seguirono alla firma del ventitré agosto, allor quando convocai alcune sedute della commissione istruzione per pianificare un percorso e mi trovai di fronte all’interrogativo dei colleghi di commissione, in particolare dell’amico Enzo Bizzi e Giancarlo Abba, i quali erano piuttosto perplessi sugli esiti che avrebbe potuto avere una eventuale richiesta da parte del ministero su un qualunque tema, vedi per esempio quello della formazione specifica degli insegnanti sul sostegno didattico. Preoccupazione più che legittima!
Tutti ne eravamo consapevoli, compreso il nostro Presidente Barbuto, che ci propose di snellire alcuni dei progetti formativi.
E così, nonostante l’ansia da prestazione delle prime settimane, finalmente i contenuti iniziavano a prendere forma, svolti i primi compiti, tra cui quello di redigere via via percorsi di formazione da sottoporre alla super visione del NIS, della Commissione istruzione, dell’I.Ri.Fo.R. e del Presidente Barbuto, al fine di promuovere un piano di formazione nazionale, magari proprio da condividere con il MIUR su piattaforma S.O.F.I.A.
E già da questo breve cenno, si può evincere che non eravamo sprovvisti di un piano di formazione, se pure in working progress, da proporre all’attenzione del MIUR e in particolare del dirigente D’Amico.
La verità è che a Lapietra nonostante il lavoro intenso di quei mesi, che precedettero l’incontro citato nell’articolo dallo stesso, i progetti formativi non parevano sufficientemente adatti e, questo va detto, non sufficientemente estetici, accattivanti stando alle parole del direttore D’Amico, dovemmo riprendere tutto in mano, come se fossimo all’anno zero!
Ma leggiamo assieme qualche passaggio del protocollo d’intesa UICI-MIUR, oggi tra l’altro MI, Ministero dell’Istruzione, per saggiarne lo spirito guerriero, di chi riconosce di sé il vigore e la forza delle proprie idee dei sani principi che lo animano, l’UICI:
PREMESSO CHE
il MIUR si propone di:
rafforzare l’inclusione scolastica, la formazione e la socializzazione delle bambine e dei bambini, delle alunne e degli alunni, delle studentesse e degli studenti, con disabilità visiva e/o minorazioni aggiuntive di ogni ordine e grado;
rispondere alle diverse criticità afferenti ai bisogni educativi e didattici specifici, promuovendo azioni finalizzate allo sviluppo delle potenzialità di ciascuno, nel rispetto del diritto all’autodeterminazione e all’accomodamento ragionevole e nella prospettiva di migliorare la qualità della vita;
attivare specifiche iniziative e idonei servizi per un potenziamento delle attività che contribuiscano all’integrazione degli studenti con disabilità visiva.”
Leggiamo ora quel che abbiamo scritto riguardo la nostra associazione:
“l’UICI
in qualità di “Ente di tutela degli interessi materiali e morali dei ciechi” ai sensi della legge n. 1047 del 26 settembre 1947, opera senza fini di lucro per l’esclusivo perseguimento di finalità volte alla piena inclusione delle persone cieche e ipovedenti nella società;
promuove e attua iniziative volte a garantire l’educazione e l’istruzione delle persone cieche e ipovedenti, nonché la loro formazione culturale e professionale;
si avvale delle prestazioni di una rete di strutture e istituzioni, come di seguito elencate, a qualificazione elevata, funzionali alla realizzazione dei suindicati scopi, le quali riconoscono al Presidente nazionale UICI – come da verbali del Gruppo di coordinamento dell’UICI ed Enti dipendenti e collegati, del 30/11/2017 e del 21/02/2018, depositati agli atti presso gli Uffici del Dipartimento – il pieno titolo a rappresentarle nella sottoscrizione del presente Protocollo.
Segue l’elenco con le finalità degli enti, dunque i servizi di cui sono titolar
Istituto Nazionale di Ricerca, Formazione e Riabilitazione ETS (I.Ri.Fo.R.), istituito il 22 febbraio 1991 dall’UICI e finanziato dallo Stato con legge n. 379/1993 e successive modificazioni. Ente già riconosciuto dal MIUR quale punto di riferimento della formazione scolastica sulle tematiche della disabilità visiva e accreditato per l’erogazione di formazione e aggiornamento al personale docente (D.M. 10 luglio 2000, n. 177), al fine di favorire l’istruzione e l’inclusione degli alunni con disabilità visiva nelle scuole di ogni ordine e grado;”
La domanda del Direttore D’Amico fu chiara e secca:
“Avete già pronto qualche progetto formativo, che possa essere appetibile e dunque inseribile su piattaforma SOFIA?
Premesso che I.Ri.Fo.R. già aveva inserito materiale su SOFIA, in virtù dell’accreditamento presso il ministero stesso degli anni precedenti, che hanno fatto del nostro Ente di formazione, comunque un modello di riferimento, potevamo riferire al Direttore di non avere niente in cantiere?
Dichiarando una inesattezza?
Abbiamo risposto positivo, consapevoli di dover accogliere l’opportunità di una sfida, che abbiamo vinto. Abbiamo saputo contrarre i tempi e sollecitare noi stessi a operare per produrre in tempi brevi un pacchetto di offerta formativa da poter far caricare su SOFIA senza ulteriori rinvii da parte, sia ministeriale che nostra.
E oggi, per una qualche ragione recondita, davvero per una caduta di stile da parte del Prof. Lapietra, leggiamo di un misfatto, inesistente, dopo aver conseguiti risultati, per carità, certo non per merito diretto del sottoscritto, ma che, senza il tavolo tecnico istituito tra Uici-Miur probabilmente sarebbero ancora lontani.
Oggi, desidererei ricordare a Lapietra, e di ciò ne sono orgogliosamente felice, l’UICI può godere di un luogo privilegiato qual è il tavolo paritetico, attraverso il quale infatti, già dalle prime riunioni ha ottenuto ascolto e condivisione, raggiungendo traguardi, che sino a qualche anno fa, sarebbero stati impensabili, come scritto sopra, vedere i verbali degli incontri.
Il lavoro è tanto, certo, ma non impossibile a realizzarsi e a consentire di raggiungere ulteriori e preziosi traguardi.
Gelosie; desiderio di rivalsa; insofferenza, ma perché?
Perché attendere questo istante e non rendere manifesti questi sentimenti nel tempo dei fatti?
Ancora in una trasmissione di Scuola alla Radio, credo di fine febbraio, dedicammo uno spazio significativo proprio ai corsi messi su piattaforma SOFIA dall’I.Ri.Fo.R. e coordinati da Lapietra, trasmissione nella quale lo stesso manifestò gratitudine sia nei miei confronti che di altri.
E oggi che leggo?
Onestà intellettuale e ipocrisia non possono andare sottobraccio, confliggono terribilmente.
Tan tè, questo è quel che mi trovo a leggere tra le righe di un articolo.
La domanda sorge spontanea: Ma lo scopo dello scritto era di denigrare, ridicolizzare Marco o di parlare del grande successo dell’iniziativa formativa?
Personalmente non posso che essere contento degli esiti positivi, conseguiti dal gruppo di formatori tiflologi perché gli alunni, gli studenti, le famiglie e la scuola meritano di ricevere risposte esaustive alle loro richieste.
L’I.Ri.Fo.R. e tutta l’UICI meritano questo successo e anche Lapietra, che tanto si è speso per mettere in piedi il carrozzone, in senso figurato evidentemente.
Dunque a che serve schernire, chi oggi tra le altre cose, è completamente fuori da ogni competizione, che riguarda nello specifico la formazione?
Forse per rendere ancora più luminoso il traguardo?
Sinceramente penso proprio di no, la caduta di stile è sin troppo evidente e credo potesse essere evitata.
Lapietra, credo sia stato un acrobata, nel senso che di fronte a quella sfida, con il supporto di una squadra eccezionale, ha prodotto non un semplice salto mortale ma triplo e di ciò penso tutti le saremo grati.
Si è parlato spesso di concretezza e di tempi brevi, ecco la concretezza fa parte di quel meccanismo, il cui sistema implica anche quello di dover lavorare al massimo dell’energie e delle capacità, anche quando sappiamo di dover magari rivedere quel che già abbiamo fatto.
Ora che ha gettato un poco di fango sulla faccia del sottoscritto, che probabilmente teneva dentro da tempo, si sente un poco meglio?
Questa è l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti?
L’associazione del veleno e della vendetta, dello scontro a tutti i costi, anche riguardo a ciò che appartiene al passato, se pure recente?
È vero, ci son stati screzi e le conflittualità non mancavano; punti di vista differenti e visuali spesso distorte dal contesto, non sempre favorevole al dialogo, spesso infatti dovevamo svolgere le riunioni della commissione istruzione su una piattaforma assai precaria dal punto di vista della connettività.
Abbiamo certo discusso, ma dopo esserci chiariti, io e Lei, in diverse occasioni, spesso anche durante il tragitto dal Miur alla sede centrale, per me potevano restare lì. Lei invece le riporta al cuore, segno che non le ha superate.
Il risultato di ciò, non è il fango gettato addosso al sottoscritto, ma il rischio di presentare all’esterno una associazione non proprio in salute, anzi.
Perché rendere pubblico un sentimento, che avrebbe avuto maggiore forza se manifestato al diretto interessato in quel tempo?
Forse l’impellente bisogno di movimentare l’atmosfera dell’agone politico, in attesa del prossimo congresso?
Ma lasciamo queste inezie al loro valore e torniamo al documento, per sottolinearne la freschezza e intensità operativa.
È questo il punto in cui si parla della Federazione Nazionale delle Istituzioni ProCiechi ETS, costituita il 23 febbraio 1921, eretta in ente morale con R.D. 23 gennaio 1930, n. 119, il cui statuto è stato approvato con R.D. 28 luglio 1939 n. 1437 e successive modificazioni. Tra le sue finalità: la promozione dell’inclusione scolastica e sociale degli alunni con disabilità visiva; il sostegno dei centri di ricerca tiflopedagogica ed educativa, volti a realizzare studi, progetti e altre iniziative in materia di disabilità visiva, quali, ad esempio, lo sviluppo dell’area dei sussidi tiflodidattici, multimediali e dei libri tattili per la prima infanzia; l’attuazione di ricerche e studi finalizzati al miglioramento delle realtà educative che accolgono disabili visivi e il potenziamento dell’informazione e della diffusione della cultura tiflopedagogica.
E ancora,
Biblioteca Italiana per i Ciechi “Regina Margherita” ETS, sorta nel 1928, con lo scopo di: diffondere la lettura tra i minorati della vista attraverso la realizzazione di prodotti librari nei formati adeguati, accessibili e fruibili, anche per agevolare l’istruzione dei ciechi e degli ipovedenti, così come definiti ai sensi della legge 3 aprile 2001, n. 138; consentire il pieno sviluppo personale e sociale, perseguendo il pieno diritto allo studio e all’inclusione culturale e professionale. La Biblioteca dispone, inoltre, di un Centro di documentazione tiflodidattica, istituito ai sensi della legge n. 52/1994 e di tredici Centri territoriali di consulenza tiflodidattica, istituiti ai sensi della legge n. 76/2011.
Poi troviamo:
L’Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecità (IAPB Italia ETS), sezione italiana, costituita per atto pubblico il 9 febbraio 1977 dagli Enti Morali Unione Italiana dei Ciechi (oggi UICI) e dalla Società Oftalmologica Italiana, riconosciuta dallo Stato italiano con legge 28 agosto 1997, n. 284 e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. L’Agenzia opera in stretta cooperazione e collaborazione con le sedi regionali e territoriali dell’UICI per promuovere e attuare iniziative volte alla prevenzione della cecità e alla riabilitazione visiva; diffondere a livello nazionale, regionale e locale la conoscenza delle principali patologie oculari; promuovere e sostenere campagne di informazione, prevenzione e tutela della “vista”, convegni e riunioni a carattere scientifico in collaborazione con lo Stato, le Regioni, le strutture scolastiche e universitarie e con le strutture ospedaliere di oftalmologia; promuovere e organizzare corsi di formazione e di aggiornamento per educatori e per riabilitatori visivi.
Scrissi al Presidente, che lesse e apportò proprie correzioni e contributi al testo, se non fosse geniale inserire anche i centri nel protocollo e così li inserii e di ciò ne sono contento.
Segue il testo:
Centri di Consulenza Tiflodidattica e Centri di Documentazione Tiflologica, istituiti per volontà dell’UICI dalla Biblioteca Italiana per i Ciechi e dalla Federazione Nazionale delle Istituzioni Pro Ciechi, i quali costituiscono una rete di diciotto strutture su tutto il territorio nazionale, per garantire agli alunni, alle famiglie, agli insegnanti e a quanti operano nell’ambito dell’inclusione scolastica un servizio di risorse didattiche e tiflopedagogiche per facilitare la comprensione delle problematiche degli alunni e degli studenti con minorazioni visive e orientare alla programmazione dell’itinerario educativo. Inoltre, hanno lo scopo di promuovere lo studio relativo alle aree della tiflologia (tiflotecnica, tiflodidattica e tifloinformatica). Ciascun Centro è supportato dalla consulenza di un esperto in materie tiflologiche.
Seguono la Stamperia di Catania e il Centro Hellen Keller.
Stamperia Regionale Braille e Polo Tattile Multimediale dell’UICI, istituita con legge regionale della Regione Sicilia del 4 dicembre 1978, n. 52 e sostenuta principalmente da finanziamenti statali e regionali e riconosciuta dalla Regione siciliana con leggi regionali 16 novembre 1984, n. 93, 1 marzo 1995, n. 16 e 30 aprile 2001, n. 4. Tra le sue finalità, vi è quella di contribuire all’integrazione scolastica, sociale e culturale attraverso la creazione di manufatti editoriali per persone non vedenti e ipovedenti;
Centro Regionale Helen Keller, istituito per impulso dell’UICI dalla Regione siciliana con legge regionale 30 aprile 2001 n. 4, che annovera particolari competenze e professionalità nell’area della mobilità, dell’autonomia personale, della vita indipendente, con annessa scuola di addestramento di Cani guida per ciechi.
Ecco, in questo lungo articolo, ho desiderato ripercorrere alcune delle tappe del documento di cui poco si conosce, ma che oggi costituisce lo strumento di confronto e progettazione tra UICI e Ministero dell’Istruzione.
Finalmente, in UICI, oggi, molto più che nel passato, si parla tanto di scuola e ciò non può che far bene a tutti i protagonisti, in primis ai bambini, agli alunni e gli studenti, poi alle loro famiglie e alla scuola tutta.
La vera grande sfida di cui siamo protagonisti, ha avuto inizio il giorno in cui il Ministero dell’Istruzione, rappresentante esecutivo della forza di Governo in materia di istruzione e dunque anche di integrazione e inclusione scolastica, ha messo il proprio sigillo su quella nostra proposta concretizzatasi nel primo e unico protocollo di intesa tra noi, Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti e loro, Ministero dell’Istruzione.
Nessuna meraviglia dunque, solo la consapevolezza che, se desideriamo davvero esserci nel futuro dei nostri ragazzi, dobbiamo accettare il confronto con i bisogni reali dei bambini, alunni e studenti in condizione di cecità assoluta o di ipovisione grave, magari con anche, purtroppo una ulteriore minorazione aggiuntiva.