C N L P – “Il mio Alì”, di Gianni Minà

Si comunica che è disponibile all’interno del catalogo online il seguente audio libro: “Il mio Alì”, di Gianni Minà – Numero Catalogo: 90299

Questo libro ne racconta la storia straordinaria attraverso gli articoli scritti su di lui da Gianni Minà, dal 5 marzo 1971 (alla vigilia del primo degli epici match tra Ali e Joe Frazier) fino a oggi. Una sorta di diario di viaggio in presa diretta, scandito dai pezzi dettati a braccio nella notte, da Los Angeles a Kinshasa, dall’appassionato cronista che all’epoca seguiva l’avventura umana e sportiva di Cassius Clay per il Tg2 della Rai e che da allora non ha mai smesso di testimoniarne le imprese, inclusa l’ultima e più insidiosa delle sue battaglie, lo scontro titanico con il morbo di Parkinson, durato trent’anni. Rivivono su pagina le sfide pugilistiche di The Greatest con Frazier, Norton e Foreman e, intrecciato a loro, il dirompente ruolo di Ali come portavoce degli afroamericani nell’America di Malcolm X e Martin Luther King. Ne emerge il ritratto senza tempo di un eroe moderno che ha impresso la sua orma nella Storia, come quando rifiutò di partire per il Vietnam – sacrificando tre anni di carriera alla coerenza verso un ideale – o quando, già logorato dal Parkinson, nel 2011 si impegnò personalmente per la liberazione dei cittadini americani sequestrati da Saddam Hussein. La grande biografia sportiva e umana di un campione affascinante e complesso, vero interprete del nostro tempo.

Per effettuare il download degli audiolibri, gli utenti già registrati possono accedere al sito del “Libro parlato online” digitando www.libroparlatoonline.it

“Il Progresso” n. 14 16-31 luglio 2019

Si comunica che in data 18 luglio 2019 è stata inserita nel sito la rivista “Il Progresso” n. 14 16-31 luglio 2019 e che l’ufficio stampa ha provveduto ad inviare alla Biblioteca Italiana dei Ciechi “Regina Margherita” Onlus il file relativo in data 18 luglio 2019.

Il link diretto per il prelievo è il seguente: https://www.uiciechi.it/servizi/riviste/View_Rivista.asp?Id_Nriv=2257

Si riporta di seguito il sommario della rivista:

Tecnologia- Wikipedia e la coscienza collettiva (di Rebecca Mantovani)

Psicologia- Che consigli daresti al te stesso più giovane? (di Oliver Burkeman)

Ambiente- I coralli preferiscono la plastica al cibo (di Jenny Howard)

Scienza- La fisica della crêpe perfetta (di Lars Fischer)

Alimentazione- L’immancabile vademecum Anguria & Melone (di Luca Fiorini)

Viaggi- La costa di Taranto: i tropici d’Italia che pochi conoscono (di Antonio Leggieri)

Novità dal Cnlp- Premio Strega 2019

5×1000

Per informazioni sulle riviste è possibile scaricare il Listino abbonamenti 2019 al link: http://www.uiciechi.it/servizi/somm_stampaassoc.asp

“Kaleidos” n. 14 16-31 luglio 2019

Si comunica che in data 17 luglio 2019 è stata inserita nel sito la rivista “Kaleidos” n. 14 16-31 luglio 2019 e che l’ufficio stampa ha provveduto ad inviare alla Biblioteca Italiana dei Ciechi “Regina Margherita” Onlus il file relativo in data 16 luglio 2019.

Il link diretto per il prelievo è il seguente: http://www.uiciechi.it/servizi/riviste/View_Rivista.asp?Id_Nriv=2256

Si riporta di seguito il sommario della rivista:

Intelligenti in tutto. Tranne che in amore (di Donatella Borghesi)

Silvia Semenzin – Revenge porn, la mia battaglia civile per combatterlo (di Elena Filini)

Quando l’amore finisce (di Benedetta Sangirardi)

Queen Victoria la regina del popolo (di Anna Tagliacarne)

Guida alla salute delle donne

5×1000

Per informazioni sulle riviste è possibile scaricare il Listino abbonamenti 2019 al link: http://www.uiciechi.it/servizi/somm_stampaassoc.asp

Sintesi dei lavori della Direzione Nazionale, a cura di Eugenio Saltarel

Autore: Eugenio Saltarel

Ecco il resoconto dell’ultima riunione della nostra Direzione Nazionale, svoltasi l’11 luglio scorso a Roma nella nostra sede. Eravamo tutti presenti, compresi il Segretario, il Direttore Generale e il personale.

Il verbale della seduta precedente è stato approvato all’unanimità. Abbiamo poi preso atto dei verbali delle Commissioni e di altra documentazione e più precisamente:

1 – Commissione autonomia, mobilità e vita indipendente, prendendo atto anche della possibilità per i ciechi assoluti di ottenere la carta blu, come da comunicato già inviato;

2 – Commissione beni culturali e artistici, ha proposto di diffondere la pratica della scultura con l’aiuto degli scultori non vedenti;

3 – Commissione studi musicali, ha proposto di diffondere la conoscenza delle eccellenze in campo musicale presenti tra i nostri soci, accrescere la conoscenza del Braille musicale e giungere alla realizzazione di un nuovo programma informatico per la trascrizione della musica;

4 – Comitato di Gestione servizio Civile e Servizi ai Soci, chiede nuove modalità di erogazione della formazione ai volontari, consentendo al territorio di organizzare direttamente quella specifica, argomento su cui la Direzione si è espressa favorevolmente; corso di formazione per approfondire il funzionamento del sistema Helios, la realizzazione di trasmissioni della Slashradio sul tema del volontariato civile universale e la possibilità di sostegno alle sezioni più a rischio per il mantenimento del servizio civile; messa a punto di una assicurazione complessiva per tutte le sezioni che dispongono di automezzo proprio nell’espletamento del servizio civile;

5 – Commissione per la selezione delle nuove voci per il servizio del Libro Parlato “Francesco Fratta”;

6 – Commissione per la terza età;

7 – incontro al Ministero per l’Istruzione, l’Università e la Ricerca per verifica accessibilità piattaforma web S.O.F.I.A.;

8 – promemoria incontro con la Federazione Nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche (FNOPI);

9 – promemoria sull’attività nei confronti di Poste italiane per la riqualificazione del personale privo di vista come già avviene in altri enti.

Quindi siamo passati ad affrontare il discorso sul Fondo di solidarietà per i Consigli regionali e le sezioni territoriali nel 2019. Abbiamo confermato che per l’anno in corso non vi sarà una specifica erogazione per i Consigli regionali, a valere sul fondo di Solidarietà, dal momento che nel 2019 verranno effettivamente erogati i contributi stabiliti nel 2018.

Nel frattempo si studieranno le caratteristiche del bando 2020 per queste strutture. Questo discorso è stato reso necessario dalle più ridotte disponibilità del bilancio 2019, sia per gli esuberi che si sono registrati l’anno scorso, sia per le nuove attività cui dovremo far fronte, non ultime l’Assemblea generale dell’EBU (European Blind Union) che quest’anno si svolgerà a Roma alla fine di ottobre e quindi ci vedrà impegnati parecchio a garantirne uno svolgimento capace di consentirne il funzionamento e le decisioni conseguenti, oltre alla necessaria previsione di spese per il XXIV Congresso della nostra associazione che si terrà l’anno prossimo come tutti già sappiamo, ma che anche in questo caso comporterà parecchie spese per la sua organizzazione e il suo svolgimento. Per quanto riguarda invece i contributi destinati alle sezioni territoriali, seguirà un comunicato dove verranno esplicitate tutte le modifiche rispetto a quanto già previsto per il 2018.

Per il quarto punto, la Direzione, constatato che da parte dell’INPS vengono messi in discussione alcuni riconoscimenti di cecità civile ai fini del pensionamento di alcuni lavoratori non vedenti, sfruttando i vantaggi della legge 113-85, ha deciso di sostenere le spese legali, previa deliberazione caso per caso, relativa alla prima vertenza che si presenterà in tale materia, in modo da attivare una causa pilota che costituisca un valido precedente giurisprudenziale.

Quindi abbiamo approvato lo schema di collaborazione scientifica con il Centro di Studi Economici e Internazionali dell’Università di Tor Vergata di Roma: la collaborazione con questo Centro studi ci permetterà di seguire l’evoluzione delle ricerche e degli studi sui temi sociali, soprattutto nei rapporti con l’INPS, relativi alla situazione della disabilità visiva.

Abbiamo quindi nominato un componente del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Linaldo di Siena, così come richiesto dal loro statuto, nella persona di Massimo Vita.

Successivamente abbiamo accolto la proposta di un supporto all’iniziativa di distribuzione di confezioni regalo di cioccolato, già organizzata da anni dal Consiglio regionale della Lombardia, considerato il successo che ha già avuto in passato; seguirà anche in questo caso un comunicato che definirà le modalità di partecipazione.

Per il patrimonio abbiamo espresso il nostro parere favorevole all’accettazione di un lascito.

Per i contributi abbiamo erogato un prestito non oneroso alla sezione di Ascoli, in modo che possa portare a termine le opere indispensabili all’accreditamento del Centro Polifunzionale e la conseguente erogazione di servizi specializzati ai soci.

Venendo a discutere del personale: abbiamo rinnovato i contratti con gli operatori che stanno lavorando nella Slashradio, la quale sta ricevendo sempre più riconoscimenti da parte del mondo della cultura, dello spettacolo e, non ultimo, dei nostri soci. Poi ci siamo occupati del personale che garantisce il funzionamento delle Commissioni di lavoro, dando mandato al Direttore Generale e al Segretario per verificare la possibilità di un’organizzazione più funzionale delle relative segreterie.

Non essendoci deliberazioni assunte in via d’urgenza dal Presidente nazionale da ratificare, sentite alcune comunicazioni dei componenti la Direzione, abbiamo chiuso la seduta alle 12,15.

Comunicare con le mani, per superare ogni barriera!, di Mario Mirabile

Sabato 6 luglio, con la prova di verifica e la compilazione del questionario di gradimento, si è concluso il corso per l’apprendimento del metodo Malossi. I 12 corsisti, insegnanti, volontari e semplici curiosi, durante le 28 ore di formazione, hanno conosciuto un mondo ignoto e la realtà delle persone sordo cieche. Antonio Russo e Massimiliano Imparato con la loro umanità e professionalità, hanno saputo trasmettere questo linguaggio così particolare, appassionando i discenti che hanno apprezzato l’operato dell’I.Ri.Fo.R. di Napoli. Il Consiglio di Amministrazione dell’Istituto, infatti, ha organizzato questo corso nella consapevolezza che le persone sordo cieche e le loro famiglie necessitano quotidianamente di professionalità adeguatamente formate. Molto apprezzati sono stati anche gli interventi di Giovanni Bosco Vitiello, esperto di orientamento, mobilità e autonomia personale e di carlo Barbati, neuropsichiatra infantile dell’Azienda Ospedaliera Santobono Pausilipon di Napoli, i quali hanno messo a disposizione dei corsisti la propria esperienza in campo di pluriminorazione.

Qui di seguito riportiamo un commento di Antonio Russo: “Per me il corso Malossi tenutosi presso la sezione territoriale di Napoli della nostra Unione stata una esperienza importante: il sistema di lettura e scrittura Malossi utilizza la mano e la tattilità per consentire una comunicazione facile e veloce con e per noi sordo ciechi. Con i corsisti mi sono raccontato: ci siamo detti tutto, con entusiasmo, il quotidiano si è trasformato in cultura vitale per allargare la nostra conoscenza che è diventata solida amicizia anche e soprattutto a livello personale. Ci siamo trovati bene insieme parlando non solo dei nostri problemi in quanto disabile,  ma di quello che il vivere di tutti ci propone ogni giorno, ci siamo salutati con la certezza di rivederci e con l’impegno da parte di tutti di migliorare il nostro dialogo in Malossi che resta la modalità quasi unica per parlarci anche con un volontariato intelligente e ben motivato per darci una mano creativa nel mondo che cambia. Grazie a tutti.”

Servizio del TGR Lazio sulla Mostra “Inspiring Stars” al Sant’Alessio

“Inspiring Stars” è una mostra internazionale inclusiva e multisensoriale promossa dall’International Astronomical Union (IAU) in collaborazione con l’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf). La mostra è esposta nella black box del Centro Regionale Sant’Alessio per offrire ai visitatori vedenti e non vedenti una esperienza immersiva di forte impatto, alla scoperta dei principali fenomeni astronomici, dei pianeti e del sistema solare. 

Di seguito il link relativo al servizio apparso su Rai 3 che il TGR Lazio ha dedicato alla “Mostra Inspiring Stars” presso il Centro Regionale Sant’Alessio di Roma:

“Autonomia e cooperazione”: campo educativo e riabilitativo per disabili visivi, di Vincenzo Del Piano

L’Istituto per la Ricerca, la Formazione e la Riabilitazione in collaborazione con l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti di Caserta dal 14 fino al 21 luglio saranno impegnati nel campo estivo: “autonomie e cooperazione” II edizione, un progetto sperimentale e nel contempo innovativo che impegnerà ragazzi affetti da patologie invalidanti visive, come la cecità e l’ipovisione, in attività sensoriali, cognitive e di fatica, per il raggiungimento di una autonomia personale.

Il presidente U.I.C.I. di Caserta, l’avv. Giulia Antonella Cannavale spiega: “il campo educativo e riabilitativo dei nostri ragazzi ha scelto come location l’oasi di San Silvestro di Caserta, un’area del WWF casertana tra le più belle del territorio campano. Basta pensare che l’area nel periodo borbonico era la riserva di caccia di re Federico II. Data la sua struttura il progetto è unico nel suo genere, si può dire che sia a livello nazionale che europeo è il primo campo educativo e riabilitativo per disabili visivi con particolari caratteristiche: un campo completamente stile scout”.

Attraverso lo stile scout i partecipanti saranno impegnati a riconoscere l’ambiente circostante, acquisendo le informazioni, elaborando e trasformando dette informazioni in mappe mentali. Dopo questa fase i ragazzi potranno lavorare sulla cognizione dello spazio tempo, comprendendo così la collocazione di oggetti e strutture, come le strutture del campo: tende, refettorio, cucina, ecc., che saranno realizzate dai loro stessi, attraverso il programma della fatica, ovvero della manualità e del movimento.

Il direttore dell’I.Ri.Fo.R. della Campania, Vincenzo del Piano: “il progetto di Caserta è un progetto con una formula del tutto nuova, l’esperienza del 2018 ci ha permesso di poter ripresentare la struttura di un campo educativo e riabilitativo veramente efficacie ed efficiente per l’acquisizione di tutte le competenze e le capacità di poter affrontare la disabilità visiva da un nuovo punto di vista. Sono sicuro che i nostri ragazzi potranno raggiungere una autonomia personale che esercitata quotidianamente, gli consentirà di capacitarsi delle proprie potenzialità, ma a questo si otterrà un valore aggiunto, la gestione di qualsiasi attività al di fuori delle proprie mura domestiche”.

Conclude Cannavale: “voglio ringraziare i responsabili regionali del M.a.s.c.i., dell’Agesci ed i capi gruppo scout Aversa 1, Capodrise 1, Caserta 4 che hanno accolto per il secondo anno il nostro invito per questa sfida veramente importante. I nostri ragazzi troppo spesso sono impossibilitati a conoscere e vivere nuove esperienze, grazie allo scautismo, attraverso la realizzazione del nostro progetto li aiuteremo a crescere, con la consapevolezza di poter affrontare le difficoltà della vita, tramite l’uso di nuove strategie e metodologie che sono funzionali alla loro condizione di cecità”.

Da più di vent’anni l’I.Ri.Fo.R. e l’U.I.C.I. promuovono a livello nazionale e territoriale campi estivi ed invernali per ciechi ed ipovedenti , con l’obiettivo di: uscire da un modello di famiglia che spesso si sostituisce nelle fasi decisionali degli interessati, aiutando così i ragazzi a conoscere e potenziare le proprie capacità, spesso nascoste nell’ambiente familiare ed a loro sconosciute.

Sassari – Lega Navale e UICI insieme nel Golfo dell’Asinara

Trenta barche per consentire a centocinquanta tra soci accompagnatori e simpatizzanti dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti (Uici) di trascorrere una giornata nel mare di Castelsardo. Il prossimo 20 luglio la Lega Navale di Castelsardo in sinergia con l’UICI Sezione Territoriale di Sassari, che ha coinvolto i ciechi e gli ipovedenti della Sardegna, organizzerà un’originale passeggiata costiera pensata per chi non può vedere. L’appuntamento sarà alle 9,30 nel porto di Castelsardo dove il sindaco Antonio Capula porterà i suoi saluti e quelli dell’amministrazione comunale. L’uscita in mare prenderà il via alle 10,30 e si concluderà alle 14 con un momento conviviale nella sala della Lega Navale. Per l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti sezione Territoriale di Sassari è un’altra occasione di collaborare con una realtà vivace del territorio. “L’iniziativa ci permetterà uno scambio di sensazioni legate alla personale percezione della natura marina – spiega Franco Santoro presidente dell’Uici sassarese – dove vedenti e non vedenti potranno condividere le diverse sensazioni”. Il presidente della Lega Navale Massimo Zucchi nel ringraziare gli armatori di Castelsardo per la loro disponibilità aggiunge: “Ci piace promuovere attività sociali mirate all’integrazione. È una bella occasione per condividere esperienze naturalistiche in modo alternativo e inclusivo”.

Plautus Festival di Sarsina – Servizio bus

Si informa che per le 4 audiodescrizioni in programma presso il Plautus Festival di Sarsina (FC) si pensa di predisporre un servizio navetta per raggiungere l’Arena Plautina ed assistere agli spettacoli. Il servizio sarà attivato solo al raggiungimento di un minimo di adesioni (10 persone). Per ogni spettacolo il servizio avrà un costo pari a € 14,00 a persona per viaggio (Andata e Ritorno).

È previsto il seguente itinerario:

– Partenza – Forlì (stazione Bus) – Ore 20.00

– Fermata a Cesena – Ore 20.30

– Arrivo a Sarsina

Al termine di ogni spettacolo il servizio Bus partirà dall’arena Plautina con itinerario:

Sarsina – Cesena – Forlì

Ecco gli spettacoli audiodescritti in programma:

28 Luglio 2019: Anfitrione

4 Agosto 2019: Asinaria

7 Agosto 2019: I Due Gemelli… Veneziani

12 Agosto 2019: Il Mercante di Venezia

Tutti gli spettacoli andranno in scena alle ore 21.30 presso l’Arena Plautina di Sarsina

INGRESSO OMAGGIO NON VEDENTI E IPOVEDENTI – INGRESSO RIDOTTO ACCOMPAGNATORI

È già possibile prenotare per uno o più spettacoli e per il servizio navetta scrivendo a info@centrodiegofabbri.it

IMPORTANTE: Per predisporre il servizio di audiodescrizione è necessario sapere in anticipo il numero dei partecipanti all’iniziativa. Per questo motivo si invitano quanti fossero interessati a prenotare al più presto il vostro posto con audiodescrizione, almeno 48 ore prima della data di spettacolo. Questo darà modo di poter organizzare il tutto nel migliore dei modi.

NEL CASO NON VI FOSSERO PRENOTAZIONI IL SERVIZIO DI AUDIODESCRIZIONE NON VERRA’ REALIZZATO.

Centro Diego Fabbri , C.so Diaz, 34, Tel. 0543-30244.

Cerisano, l’avvolgente intreccio emotivo di Mozart cinge di passione Palazzo Sersale, di Pierfrancesco Greco

Autore: Pierfrancesco Greco

L’antica residenza ducale del borgo delle Serre ha fatto, ieri sera, da proscenio al “Don Giovanni”, proposto, con la regia di Katia Ricciarelli ed Enzo Dimatteo, in un allestimento accattivante, prodotto, inerentemente al cartellone di “Basilicata Opere in Atto”, dalla Camerata delle Arti, che ha esaltato un’azione teatrale e musicale di livello assoluto, sostenuta dall’Orchestra del Cerisano Opera Festival e dai solisti del progetto Opera Studio 2.0, i quali, diretti dal Maestro Direttore e Concertatore Francesco Zingariello, hanno saputo porre in evidenza la sublime universalità artistica e psicologica di un’Opera senza tempo. Stasera, alle ore 21, la replica.

L’ombra argentea aspersa dalla metà assolata dell’astro lunare già tergeva gli angoli tufacei del maniero e l’eco delle luci del tramonto indugiava ancora a scivolar lungo la volta del crepuscolo, che andava insinuandosi tra i merli sovrastanti la sublime ribalta del Cortile, a cui l’ivi incastonato Pozzo del ducale Palazzo di Cerisano, che vi si avviluppa attorno, fa da diadema, quando le prime note dell’ouverture del “Don Giovanni” di Wolfgang Amadeus Mozart hanno fatto irruzione tra i sensi e i volti della platea, adagiata sul secolare selciato, afferrandone tosto l’attenzione; una fresca notte d’estate ha così assunto nuovi colori, quelli che solo l’animo può vedere, i medesimi che il genio di Mozart sa miscelare, trovando splendida sintesi nella seconda delle tre opere “italiane” più famose scolpite dal prodigio salisburghese sul pentagramma, da egli stupendamente modellato fra i versi vergati dal prestigioso librettista Lorenzo Da Ponte, il quale, oltre che per il “Don Giovanni”, la cui prima rappresentazione ebbe luogo a Praga, nell’ottobre del 1787, pose la sua vis poetica a disposizione di Mozart anche afferentemente alle altre sue due opere connotate dalla nostra lingua madre, quali “Le nozze di Figaro”, terminata nel 1786, e “Così fan tutte”, andata in scena all’inizio del 1790. Una creazione, il “Don Giovanni”, ove l’opera buffa palesa tratti propri dell’opera seria, in un continuo, avvolgente e ricorrente intreccio di vita e morte, riflessione e pulsione, sentimento e lussuria, amore e odio, tenerezza e vendetta, moralità e licenziosità, commedia e dramma, a cui l’ispirazione musicale mozartiana, con il suo stile, i suoi ritmi, i suoi accordi, i suoi vocalizzi, le sue coloriture, dona corpo, forza, energia, in un’apoteosi emotiva veicolante la tensione traente vigore dai contrasti che solcano la vicenda e la psicologia delle figure, straordinariamente narrate da melodie e armonie, tra arie celebri ed espressivi recitativi, da cui si staglia potentemente un abbandono alla bellezza estrema, debordante, anche violenta, destinata, in ultima analisi, a fagocitare, fino alle estreme conseguenze, l’anarchica, smisurata e individualistica sensualità del nobile e dissoluto protagonista, in un finale tragico e, nel contempo, eroico, che si presta a diverse letture, sia valoriali, andanti oltre le evidenti sfumature critiche di stampo “politico” e la mera accezione moralizzatrice dell’opera, con i sentimenti di ribellione che si manifestano sul palcoscenico contro il potente Don Giovanni, empio e prevaricatore, che termina la sua parabola nella punizione inflittagli, relativamente al caso in questione, da un’entità ultraterrena, e tracimanti, con ogni probabilità al di là delle intenzioni dell’accorto librettista e del divino compositore, persino nel campo del libero pensiero, ridestato, all’epoca di Mozart, dalla cultura illuminista, trovante spazio, come si dirà più avanti, nella personalità sincretica di Don Giovanni, sia artistiche, focalizzate sul carattere innovativo dell’opera, che valica i canoni del tempo, risolvendosi in un’osmosi perfetta tra composizione musicale e trama dalle venature drammatiche, in originale congruenza con quelli che saranno gli elementi propri delle rappresentazioni in musica dell’epoca Romantica. Caratteri, questi, che hanno avuto possente riverbero nella serata di ieri sera, che vivrà una replica stasera, alle ore 21, in una sorta di prologo al prossimo Festival delle Serre, “fortemente voluto – ha affermato, in apertura, il Sindaco di Cerisano, Lucio Di Gioia –  dall’amministrazione che mi onoro di guidare, la quale, fin dall’inizio del suo mandato, ha fissato l’obiettivo di rendere lustro alla grande tradizione artistica, musicale e culturale di Cerisano, intraprendendo con coraggio una strada intesa a fare del nostro paese un faro di bellezza nel panorama creativo del mezzogiorno”. Una strada che ieri sera ha portato nel borgo delle Serre un allestimento particolare, ove l’apicale levatura dell’Opera e il carattere semiscenico, adottato per l’occasione, si sono simbioticamente integrati con l’austera atmosfera di Palazzo Sersale; un allestimento accattivante, che, prodotto inerentemente al cartellone di “Basilicata Opere in Atto”, dalla Camerata delle Arti di Matera, con la regia curata da una delle maggiori icone della Lirica italiana e mondiale, qual è Katia Ricciarelli, in collaborazione con Enzo Dimatteo, ha esaltato un’azione teatrale e musicale di livello assoluto, sostenuta dall’Orchestra del Cerisano Opera Festival e dai solisti del progetto Opera Studio 2.0, i quali, diretti dal Maestro Direttore e Concertatore Francesco Zingariello, già lo scorso anno impegnato, contestualmente alla medesima location, nella direzione di una grandiosa rappresentazione di Cavalleria Rusticana, hanno saputo porre in evidenza la sublime universalità artistica e psicologica di un’opera che, in occasione della prima rappresentazione praghese nel 1787, stregò perfino Giacomo Casanova, emblema storico, alla stregua di Don Giovanni, suo alter ego scenico, di quell’epicureismo moderno destinato a entrare nell’immaginario collettivo, artistico, musicale e letterario della contemporaneità, quale filosofia vitalistica votata alla ricerca sistematica e alla pratica radicale del piacere, in un’esistenza altrimenti grigia, monotona, ordinaria. Un’universalità che, ieri sera, gli artisti hanno saputo elargire con quella consonanza di grazia e impeto, severità e ironia, propria dello spirito e dello spartito mozartiano, arrivando a inebriare gli astanti, costantemente attenti nel seguire le peripezie di Don Giovanni, egregiamente interpretato da Eldar Akhmedov, di Leporello a cui ha dato voce e presenza scenica un eccelso e applauditissimo Cesare Filiberto Tenuta, eccezionale, oltre che nel cantare l’agire del personaggio, col suo superbo registro basso, anche nell’evidenziare i suoi tratti di bramosia, impudenza e pusillanimità, temperati da una vena comica e da un’umanità di fondo sconosciuta a Don Giovanni, dell’ambigua Donna Anna, impersonata da Laura Ulloa Hernandez, del temibile Commendatore, espresso da Gianluca Convertino, del debole Don Ottavio, incarnato da Nicola Pisanello, dell’innamorata e tormentata Donna Elvira, proposta da Antonella Orofino, dell’inizialmente ingenua Zerlina, portata sulla scena da Elena Finelli, e del geloso Masetto, rappresentato sul proscenio da Mattia Rossi. In questi personaggi, con i loro chiaroscuri, nelle inclinazioni, tra esse dissimilissime e, comunque, tutte inquiete, ognuno dei presenti, forse, avrà colto uno o più caratteri, anche reconditi, della propria personalità, quella di donne e uomini che vivono le difficoltà e la caducità di questa vita, provando, magari, pietà, o addirittura simpatia, se non proprio empatia, per l’amorale Don Giovanni, impavido e spericolato nell’affermare la propria volontà di sprezzante trasgressione e determinato, fino all’ultimo istante, nel rifiutare il pentimento, che, se da una parte gli avrebbe garantito la salvezza dell’anima, dall’altra avrebbe significato il riconoscimento del fallimento di un’intera esistenza; prospettiva inaccettabile per lui, un cultore estremo della vita, il quale preferisce, perciò, restare saldo nei suoi “principi”, anche nella morsa letale della statua del Commendatore, del Convitato di Pietra, al termine di un confronto senza speranza, ove la personalità di Don Giovanni, irrazionale e, insieme, calcolatrice, trasudante una tensione ottimistica d’impronta illuminista che va a interagire con un titanismo autodistruttivo dal richiamo romantico, in aderenza, del resto, al ciclico andamento ossimorico di tutta l’opera, trova la forza di accettare le fiamme dell’inferno e la dannazione eterna, piuttosto che il tradimento della propria voracità mondana, la quale, se ci riflettiamo, è, nel contempo libertà e schiavitù, della propria pertinace condotta gaudente, di se stesso, insomma. In tal modo, Don Giovanni fa sì che la fatale sconfitta si riveli, invece, una definitiva vittoria su quelle regole, su quella morale, su quelle virtù che egli non aveva mai accettato, calpestandole baldanzosamente, fino all’ultimo respiro. Un respiro a cui ha fatto seguito il fragoroso applauso, con cui il pubblico ha salutato la conclusione della rappresentazione, offerta ieri sera secondo il canovaccio proprio della versione meno aderente allo standard tradizionale dell’opera tragicomica settecentesca, ossia di quella rappresentata, per la prima volta, nel maggio del 1788, sul palcoscenico del Burgtheater di Vienna, con l’opera che trova conclusione nella discesa agli inferi del protagonista e non nella scena successiva, presente, invece, nell’originaria versione praghese, dove trova spazio la sentenza morale emessa dagli attoniti personaggi verso “chi fa mal”, verso i “perfidi”, la cui morte “Alla vita è sempre ugual”: una scena che è “moralizzatrice”, evidenziando il carattere potenzialmente sovversivo (senz’altro troppo sovversivo, alla fine del diciottesimo secolo, per l’uditorio della capitale asburgica) di un’opera in cui un nobile snaturato paga con la vita l’esecrabilità dei suoi abusi, e anche “normalizzatrice”, rispetto al “pericolo” di offrire a quella “Alma ingrata” di Don Giovanni, cantata e amata dalla povera Donna Elvira, la possibilità di vedere, in un certo qual modo, rischiarata la propria grettezza da un’aura epica; una scena ove, comunque, va a palesarsi il senso di vuoto che la dipartita dello scellerato protagonista, lascia, paradossalmente, nell’animo e nell’esistenza degli altri personaggi, accorsi con l’intenzione di vendicarsi, ponendo Don Giovanni di fronte alle sue responsabilità. Nel caso della rappresentazione di ieri, l’omissione dell’originaria ultima scena, ha effettivamente contribuito a tratteggiare in maniera più audace e articolata, e meno etica, la figura di Don Giovanni e la sua filosofia di vita, ben compendiata nel “Vivan le femmine, viva il buon vino! Sostegno e gloria d’umanità”, declamato poco prima dell’arrivo, presso il suo banchetto, del Convitato; un tratteggio apprezzato dal pubblico, il cui applauso, oltre a esternare il giusto tributo verso gli artisti che, insieme alla voce recitante di Maria Grazia Zingariello, hanno splendidamente reso onore al capolavoro mozartiano, recava insita l’ammirazione, di più, una propinquità interiore, prescindente l’ovvio, semplicistico e, diciamolo pure, banale giudizio di valore, all’antieroe carnale, ipocrita, cinico e, tuttavia, capace, di affrontare con fiera dignità la tremenda pena comminatagli da un potere superiore, in espiazione delle sue colpe, dei suoi delitti e, soprattutto, del suo ripudio di ogni forma di rimorso. Già, forse questo ha pervaso i pensieri e le emozioni della platea raccolta nell’antico Palazzo, un tempo dimora dei Signori di Cerisano, un esponente dei quali, secondo alcune fonti ascrivibili, in verità, più alla dimensione leggendaria che alla documentazione storiografica, avrebbe avuto ben poco da invidiare alla natura materialistica, malestrua e degenerata di Don Giovanni; una natura che, secondo tali narrazioni, aveva crudele estrinsecazione nello ius primae noctis, ovvero nel preteso diritto del Duca cerisanese di trascorrere la prima notte di nozze con le donne che si sposavano all’interno del feudo. Una leggenda che, nella percezione dello scrivente, ha reso ancor più intense le sensazioni indotte dal monumentale effluvio musicale e poetico espirato da questo dramma giocoso nel seducente proscenio della dimora signorile di Cerisano, nei pressi di quel Pozzo prima menzionato, a cui è legata la succitata leggenda del dissipato emulo locale di Don Giovanni, in base alla quale una delle novelle spose, scelte Duca per dar sfogo ai suoi più biechi istinti, avrebbe deciso di difendere la propria dignità, di ribellarsi a quella violenza, preferendo togliersi la vita, lasciandosi cadere proprio nel Pozzo posto al centro del Cortile ove i cantanti e gli orchestrali hanno ieri sera deliziato i sensi di tanti cultori della passione lirica. Certo, come detto si tratta solo di una leggenda, ma è affascinante accostare la vicenda di Don Giovanni, delle sue conquiste e delle sue vittime, vogliose di rivalsa, a quella del Duca, delle novelle spose abusate e della fanciulla, ribelle fino alla morte: vicende diverse, nella psicologia, nella natura e nell’agire delle figure, e non certo sovrapponibili, mancando, ad esempio, nel caso del Duca qualsiasi traccia di fierezza eroica e titanica paragonabile a quella ergentesi, pur nella depravazione, in Don Giovanni e che, invece, si riscontra, in foggia lineare e consona a un animo privo di ombre, nella ragazza cerisanese che si erge a sfidare il prepotente feudatario, al fine di salvaguardare la sua purezza, uscendo vincitrice dall’inegual tenzone, seppur nel supremo sacrificio; vicende diverse, accomunate, però, da quell’eterna dicotomia tra virtù e vizio, che nell’Opera, a differenza di quanto riportato dalla leggenda cerisanese, appare sovente nebulosa, perennemente oscillante nella mente e nelle azioni di personaggi difficilmente definibili in maniera manichea. Una dicotomia sovente sfociante nel capitale epilogo, in cui l’empietà e la purezza vanno a collimare, a volte confondendosi in quel pozzo imperscrutabile che è la nostra disarmonica esistenza, da cui solo l’Amore, con le sue somme espressioni di bellezza, arte, musica, poesia, può elevarci, dandoci il respiro per anelare a quella melodiosa perfezione immanente sul cui orizzonte Mozart proiettava il sospiro della sua genialità. Sì, questa è la riflessione sovvenuta quando le luci si sono riaccese; questo il pensiero levatosi sul selciato secolare e distesosi nella mente, insieme alle note, al momento di allontanarsi da quel diadema attorno a cui si avviluppa, a Cerisano, il Palazzo ducale, da quel Pozzo, incastonato ivi, nel Cortile, in quella ribalta sublime sovrastata dai merli, tra cui stanziava del crepuscolo la volta, lungo la quale era ormai scivolato il tramonto e delle sue luci l’eco, che sol prima risuonava sul maniero e sui tufacei angoli tersi dal lunare astro, con la sua assolata metà aspergente argentea l’ombra.