Sicilia – Coronavirus, dai ciechi un aiuto per la teledidattica scolastica

Il presidente regionale dell’Unione Minincleri, “La nostra esperienza per prevenire patologie legate all’uso degli schermi dei pc”. Il lavoro della Stamperia Braille per lo studio a distanza per non vedenti e ipovedenti e l’assistenza psicologica. Il nodo dei finanziamenti

L’allarme era stato lanciato a Messina in un convegno dell’Uici del dicembre scorso: fasce sempre più ampie di giovani diventano ipovedenti per patologie legate all’uso massiccio degli schermi a luce blu.

E l’emergenza coronavirus e le disposizioni del Ministero dell’Istruzione sulla teledidattica, con gli studenti che devono trascorrere ore davanti al pc, hanno fatto riesplodere il problema.

“È ai nostri esperti dei Centri di consulenza tiflodidattica – sottolinea Gaetano Minincleri, presidente regionale dell’Unione italiana ciechi e ipovedenti –  che gli insegnanti curriculari si rivolgono con crescente preoccupazione anche per i rischi che corrono i loro allievi vedenti, che cominciano a mostrare segni, per esempio, di secchezza oculare. E noi cerchiamo di rassicurarli e indirizzarli al meglio in base all’esperienza da noi acquisita negli anni e alle collaborazioni con importanti strutture pubbliche di medicina sul territorio”.

La fiducia del mondo della scuola nell’Uici e nella Stamperia Braille deriva dai decenni in cui quest’ultima istituzione ha sostenuto, stampando libri in braille e in large print, l’integrazione nelle aule prima di pochi non vedenti e poi di un numero sempre maggiore di ipovedenti. Questi ultimi, per avere idea della situazione, nel nostro Paese sono un milione e mezzo a fronte dei trecentosessantamila non vedenti. 

“Immaginerete i problemi – spiega Nando Sutera, responsabile del Centro di consulenza tiflodidattica, che serve Catania, Messina, Siracusa ed Enna – quando le scuole sono passate alla teledidattica. Lavoriamo venti ore al giorno anche perché non possiamo adottare soluzioni buone per tutti: ogni studente con problemi di visione ha bisogno che gli venga cucita addosso la teledidattica come un abito su misura. Ma grazie al grande senso di responsabilità degli insegnanti curriculari e di sostegno e degli assistenti alla comunicazione, che hanno un ruolo tecnico, riusciamo ad adeguare il materiale didattico alla condizione sensoriale del ragazzo facendo sì, per esempio, che un file di testo possa essere ascoltato usando la sintesi vocale. E con alcune famiglie stiamo lavorando anche alla realizzazione di video che possano alzare il livello del confronto sulla didattica a distanza e il sostegno“.

“Abbiamo poi scoperto – aggiunge Minincleri, che è anche un ex docente – di poter essere utili anche in altro. Per esempio siamo ormai pronti a estendere anche alla scuola siciliana la rete di assistenza psicologica telefonica approntata per fronteggiare l’emergenza coronavirus. Insomma, stiamo consolidando una rete virtuosa dialogante sui bisogni di tutti gli studenti, siano essi non vedenti, ipovedenti o vedenti“.

Il presidente Minincleri ha poi posto l’accento su due questioni particolarmente delicate: la carenza di dispositivi multimediali ed elettronici specifici per gli studenti in particolare con pluridisabilità e anche altro.

“I nostri governanti – ha sottolineato – continuano, giustamente, a ripeterci, che nessuno dev’essere lasciato indietro, soprattutto gli ultimi. Ma questo contrasta con le recenti voci di tagli a strutture come Uici e Stamperia Braille che, durante quest’emergenza, si stanno impegnando con tutte le loro forze perché il diritto all’uguaglianza tra cittadini sancito dalla Costituzione venga garantito”.

Primo piano del Presidente regionale UICI Gaetano Minincleri
Teledidattica

Sicilia – Coronavirus: Unione ciechi, un numero di telefono di aiuto ai vedenti

Istituito dal presidente regionale dell’Unione Minincleri per soddisfare le numerose richieste di assistenza legata ai disturbi visivi indotti dalla teledidattica e a quelli psicologici causati dall’emergenza coronavirus

Il presidente dell’Unione italiana ciechi e ipovedenti della Sicilia, Gaetano Minincleri, ha istituito stamattina un numero di telefono dedicato per soddisfare le numerose richieste di assistenza legata ai disturbi visivi indotti dalla teledidattica e a quelli psicologici causati dall’emergenza coronavirus che giungono all’Uici in particolare dalle scuole isolane. Il numero dello sportello telefonico è lo 095/2501340 e sarà attivo tutti i giorni dal lunedì al sabato dalle 8.30 alle 13.30.

Catanzaro – La solidarietà ai tempi del Covid-19

Da settimane ormai, a causa di questo silenzioso ed invisibile nemico che è il Covid-19, stiamo vivendo fra la paura di essere contagiati e il senso di responsabilità, solidarietà e coesione che oggi più che mai sono necessari per superare l’emergenza sanitaria. Questa situazione ci obbliga a stare in casa per il bene di tutti ma non può far dimenticare che tante persone si trovano in difficoltà, soprattutto in questo momento.

La sezione territoriale Uici di Catanzaro infatti, da sempre attenta ad ascoltare e pronta a risolvere i bisogni delle persone non vedenti, ipovedenti, pluriminorati e delle loro famiglie, oggi in particolar modo sente che non può ignorare chi sul territorio ha necessità di supporto fisico ma anche morale. Per questo motivo la presidente sezionale Uici di Catanzaro Luciana Loprete ha deciso di prendere contatti con i responsabili delle case famiglie della zona per comprendere fattivamente il tipo di aiuto che potessero fornire loro. Così nella mattinata di venerdì 17 aprile si è andati a fare la spesa per acquistare beni di prima necessità, detersivi, tovaglioli, saponi per l’igiene della persona ma anche biscotti, dolci e bibite per addolcire questi tempi difficili.

Con spirito di abnegazione e amore verso il prossimo l’Uici non si è mai messa da parte e continuerà a farlo, senza alcun obbligo. Tante persone vorrebbero poter contribuire in qualche modo e per questo ora è possibile effettuare una donazione oppure predisporre dei pacchetti con i beni di prima necessità, pronti per essere ritirati dal personale indicato dalla Sezione per essere poi consegnato e donato. Anche un pensiero va bene lo stesso: l’importante è sostenersi a vicenda per il bene comune.

Pordenone – La sezione UICI al tempo del Covid-19, di Giorgio Piccinin

Autore: Giorgio Piccinin

La sezione di Pordenone, in tempi di Corona virus, non ha staccato la spina con i propri soci malgrado la chiusura degli uffici.

Dopo aver reso comunque disponibili i recapiti delle impiegate e del presidente per ogni evenienza,  ha infatti instaurato una serie di contatti telefonici ad personam con utenti anziani o potenzialmente più fragili ed ha istituito un appuntamento fisso, la domenica pomeriggio, per un momento d’incontro, anche se virtuale, sulla piattaforma telefonica Globafy con una buona risposta di partecipazione. Il sentirsi, salutarsi a distanza, anche in occasione degli auguri di Pasqua, rappresenta un segno di appartenenza e di cordialità che permette una variante all’isolamento quotidiano.

Sempre in prossimità della Pasqua e sempre con le medesime modalità si sono incontrati i componenti del consiglio che hanno fatto il punto sul momento e sulle immediate prospettive.

Inoltre, grazie all’attivissima volontaria Clementina Pace, sempre tramite la sopra citata piattaforma, ha avuto inizio un atelier di brevi letture che vede coinvolti alcuni soci particolarmente sensibili, supportati dai rispettivi educatori.

I nostri lettori volontari, donatori di voce, con i quali da anni ci si incontra mensilmente, hanno risposto con entusiasmo e curiosità alla proposta di un meeting virtuale, durante il quale sono state presentate brevi letture aventi come tema il mese di marzo.  

Anche la ginnastica da casa ha trovato un suo nuovo spazio con autentiche lezioni settimanali, condotte tramite messaggi audio whatsapp e curate da Marisa Del Ben.

Infine, mediante bollettino settimanale si è continuato a diffondere aggiornamenti, notizie, opportunità creative ed informazioni utili.

Altre idee sono in programma per movimentare un periodo certamente non facile, nell’intento comune di sentirci uniti e partecipativi sfruttando le tecnologie.

“Il Corriere dei Ciechi” n. 4-2020

Si comunica che in data 21 aprile 2020 è stata inserita nel sito www.uiciechi.it la rivista “Il Corriere dei Ciechi” n. 4 aprile 2020 nel formato doc , PDF normale e PDF accessibile.

Il link diretto per il prelievo è il seguente:

http://www.uiciechi.it/servizi/riviste/View_Rivista.asp?Id_Nriv=2381

Si riporta di seguito il sommario:

EDITORIALE

Noi nell’emergenza, di Mario Barbuto

CENTENARIO DELL’UNIONE

La Storia dell’Unione, di Vincenzo Massa

Ancora sulle donne, di Luisa Bartolucci

Universale, di Agata Bazzi

ATTUALITÀ

UICI e Covid 19

Un’esperienza che arricchisce, di Angela Pagano

RELAZIONI INTERNAZIONALI

Covid 19 e tutela delle donne con disabilità, traduzione di Luisa Bosisio Fazzi

SOSTEGNO PSICOLOGICO

Siamo qui per voi, di Katia Caravello

STORIE DI VITA

I maggiori rischi da coronavirus, di Daniela Bucci e Stefano Borgato

RUBRICHE

Agenzia IURA, a cura di Roberta Natale

L’Unione in movimento, a cura di Eugenio Saltarel

Occhio alla ricerca, a cura di Andrea Cusumano

Una finestra sul sociale, a cura di Giuseppe Manzo

Copertina del Corriere dei Ciechi n. 4 aprile 2020

Copertina del Corriere dei Ciechi n. 4 aprile 2020

Noi nell’emergenza, di Mario Barbuto

Autore: Mario Barbuto

Settimane d’inferno.

Con le notizie in arrivo di nuovi morti e migliaia di contagi al giorno.

Con l’ansia di restare al proprio posto e la necessità di tutelare la salute propria e degli altri.

Con un Centenario dell’Unione da celebrare, onorare, ricordare…

Non sprecherò le poche righe a mia disposizione e la limitata pazienza dei miei lettori per raccontare quanto abbiamo fatto, quanto avremmo voluto fare e quanto impegno è costato tutto questo alla nostra Associazione e ai suoi dirigenti a ogni livello.

I provvedimenti governativi da orientare, interpretare e correggere perché hanno portato spesso confusione e disorientamento. Le esigenze sanitarie con i nostri soci perduti in questa assurda guerra contro un virus e le richieste dei nostri presidenti per avere aiuti, dispositivi, sostegno.

Tante sono state le iniziative di supporto che abbiamo messo in campo in queste settimane e tanta la consapevolezza di essere sempre e comunque insufficienti, inadeguati, impotenti…

Un servizio giornaliero di sportello telefonico gestito direttamente a turno dai componenti della Direzione Nazionale. Un supporto psicologico offerto gratuitamente dal nostro gruppo di professionisti del progetto “Stessa strada per crescere insieme”. Un gruppo di una trentina di professionisti tiflologi dei nostri Centri di Consulenza TifloDidattica, al lavoro ogni giorno per realizzare e supportare la didattica a distanza per i nostri ragazzi, anche segnati da disabilità aggiuntive alla cecità. Una convenzione con Croce Rossa Italiana per garantire sul territorio un aiuto e un’assistenza nei casi particolarmente bisognosi. Un’azione verso le grandi catene di distribuzione alimentare per offrire corsie preferenziali ai ciechi e agli ipovedenti che hanno esigenza della spesa a domicilio. Una ricerca incessante di dispositivi di protezione individuale per le nostre sedi e per i soci, da ottenere in forma gratuita dalla Protezione civile nazionale oppure ricorrendo al cosiddetto mercato parallelo, costoso e rischioso. I numerosi passi per ottenere la riattivazione del Servizio Civile Universale, interrotto forse troppo frettolosamente dal dipartimento all’indomani dei primi provvedimenti governativi del 9 marzo. Un martellamento mediatico perché non fossimo lasciati indietro nel momento peggiore. E credetemi: tanto, tanto altro ancora…

Abbiamo derogato e siamo pronti a derogare ancora a certe norme e disposizioni del nostro regolamento per assicurare all’Unione il massimo di linearità associativa e di pratica efficienza, soprattutto per garantire ai nostri soci e alle persone che rappresentiamo uno strumento di tutela, difesa e protezione.

Ci attendono ora giorni e settimane che porteranno il segno di una parola chiave già sulle labbra di tutti, al contempo obbligatoria e terribile: “distanziamento sociale”. Una espressione che minaccia di mutare la nostra vita quotidiana quasi senza accorgercene, con conseguenze devastanti su ciascuno di noi, ciechi e ipovedenti in particolare.

L’assenza della vista ci induce a fare del contatto fisico il veicolo principale di percezione, comunicazione, conoscenza. Quel veicolo che viene proprio messo fuori gioco dal cosiddetto distanziamento sociale.

Con quali modalità potremo fruire, infatti, dei servizi di assistenza istituiti per garantire la mobilità autonoma con l’accompagnamento sui mezzi di trasporto come treni e aerei, ecc…?

Come potremo insegnare a scrivere e a leggere in Braille ai nostri ragazzi dinanzi all’obbligo di indossare guanti protettivi e addirittura di evitare contatti delle mani?

Come potremo praticare le terapie riabilitative in ambulatorio o in piscina, soprattutto indirizzate alle persone con disabilità plurime, o la LIS tattile che si giova proprio delle mani quali strumenti di lettura e scrittura?

E come svilupperemo i corsi di orientamento e mobilità, le varie funzioni di apprendimento, le spiegazioni e illustrazioni, le visite ai musei accessibili, tutti quegli atti, insomma, che nella vita quotidiana di un cieco richiedono l’impiego delle mani?

Un tema drammatico, già evidenziato dall’OMS, che accompagnerà le fasi dell’emergenza e che probabilmente sopravviverà anche dopo, soprattutto se, come qualcuno ipotizza, gli effetti sociali dell’epidemia diventeranno permanenti fino a mutare qualche tratto delle abitudini e del modo di relazionarsi delle persone in Italia e nel mondo.

Saremo noi, l’Unione, come sempre, a doverci assumere il compito impegnativo e fondamentale di salvaguardare “la nostra gente” dinanzi alle misure sociali adottate per la riapertura e ripresa delle attività della vita sociale ed economica, avendo cura che esse rimangano rispettose dei Diritti e della dignità di ciascuno e che continuino a garantire la quantità, la qualità e il livello dei servizi finora assicurati.

Un compito già arduo, che ora diverrà difficilissimo, considerato il pericolo enorme di vedere scaricati sulle categorie sociali più deboli, come la nostra, i costi della pausa e della successiva ripresa.

Se di dibattito proprio si deve parlare in seno alla nostra Unione, a mio sommesso avviso, esso deve essere incentrato intorno a queste tematiche, senza chiuderci su noi stessi e senza rimanere inerti a rimirarci l’ombelico, rendendoci invece pronti a fornire suggerimenti, proposte, indicazioni, soluzioni che aiutino il popolo dei ciechi e degli ipovedenti a partecipare in modo attivo alla ripresa del Paese senza perdere i propri Diritti di persona con disabilità e le proprie prerogative di cittadino tra i cittadini.

Noi ci siamo. Uniti, compatti, determinati, pazienti… Come sempre. Più di sempre.

Emergenza di oggi e quale possibile futuro per domani, di Giorgio Ricci

Autore: Giorgio Ricci

Care Amiche, Cari Amici,

mi aggancio all’ultima parte del messaggio inviato dal Presidente nazionale all’Assemblea della Federazione delle istituzioni pro ciechi e in particolare nel passaggio dove si fa riferimento al fatto che probabilmente stiamo vivendo un momento simile a quello post seconda guerra mondiale.

Vedremo se sarà così. Sicuramente la nostra generazione, le nostre generazioni post belliche, vivono per la prima volta una vera e al momento unica e unitaria emergenza globale. Il Virus, questo strano virus che si diverte a farsi chiamare COVID 19, ha unito per la prima volta il mondo. Dall’Alaska al sud Africa, dallo stretto di Bering alla Patagonia e magari ha unito meno la Val Camonica e il Salento. Ma sicuramente tutti, ma proprio tutte le popolazioni hanno oggi lo stesso comune nemico che le unifica nella paura di un domani incerto o molto ma molto più incerto per coloro che già oggi muoiono di diarrea o di una semplice e innocua infezione, se hai i farmaci.

La vera prima e prioritaria emergenza già di oggi, anche nel mondo ricco, è l’emergenza economica e sociale. Innumerevoli nuclei familiari, innumerevoli donne e uomini che si troveranno a combattere contro il dramma della disoccupazione e della non occupazione. La povertà estrema e con essa l’aumento della povertà educativa per i figli di oggi e forse per quelli di domani e dopodomani, imporranno un chiaro ed evidente cambiamento del nostro modo di pensare e di essere comunità, diventando consapevoli dei limiti che dovremo imporci per cercare di non lasciare nel limbo economico, sociale e umano, tutti coloro che non saranno in grado di ritrovare un barlume di luce in questo lungo tunnel di disperazione, cominciando dai più fragili in assoluto.

E come ha detto in questo messaggio il nostro presidente, questo è solo l inizio, poi verranno i veri problemi. E tra le righe vorrei leggere anche un appello a non solo restare uniti e coesi e a smetterla di pensare a quello che oggi appare non prioritario, compresa la data del congresso e ancora prima a cose ancora molto meno importanti se non ridicole e superflue, se viste con l’ottica dell’emergenza e della morte che in alcune regioni ha colpito, colpisce e colpirà molte ancora moltissime persone. Quasi ogni abitante di alcune province conosce o ha conosciuto qualcuno che oggi non c’è più. E allora volere pensare a queste cose, appunto non così fondamentali, oggi è come volessimo giocare a scacchi piuttosto che a briscola sotto un bombardamento del nemico. Ci sarebbe da domandarsi poi, chi mai sarà il vincitore.

Amici miei, adesso e forse dopo troppe parole in breve, vorrei arrivare al cuore o al centro di quello che vorrei esprimervi.

In questi giorni, grazie ad un osservatorio che ho la fortuna e forse sfortuna di vivere, decine, centinaia di singole persone, nuclei familiari, venditori ambulanti, migranti già residenti e in regola con figli piccoli, disperati senza fissa dimora, stanno vivendo in estrema sofferenza questo drammatico momento. Il numero di essi, alla pari dei funghi dopo la pioggia di settembre, appare infinito, incredibilmente e inaspettatamente infinito. Chiedono al momento solo buoni spesa. E per fortuna, in questo nostro paese ancora chi è malato viene curato.

Ci sono già evidenti e chiari segnali e riscontri che la povertà assoluta sarà il vero dramma globale dei prossimi mesi e anni, anche nei paesi più ricchi.

E allora cari amici proviamo con tutta l’onesta intellettuale che ci contraddistingue ed anche riconosciuta, proviamo a pensare questo; a pensare che per fortuna i disabili visivi italiani hanno da tempo acquisito una più che serena e molto più che soddisfacente sicurezza economica e questo grazie alle meravigliose e dure battaglie di chi ha combattuto in questi lunghi decenni.

Da molti anni la sicurezza economica acquisita dai disabili visivi italiani, ha permesso a tutti noi di vivere una vita più che dignitosa, sia dal punto di vista personale che collettivo. Sono convinto che nel nostro paese, difficilmente ci possa essere una persona con disabilità visiva in grave difficoltà economica. Forse, da qualche parte, alcuni non avranno ancora potuto usufruire dei benefici previsti. Ma nella generalità questa è la realtà, e lo sappiamo molto bene. Proviamo a fare mente locale e proviamo a capre se quante delle persone che conosciamo versano in grave situazione economica e bisognose di una urgente fornitura di alimenti o buoni spesa. Probabilmente avremo qualche difficoltà a ricordare.

Ritorno al messaggio di Mario Barbuto e mi permetto di aggiungere. Amici miei noi tutti, ma proprio tutti, dobbiamo veramente fare un passo culturale decisivo. Noi siamo la società che viviamo, ma noi siamo anche la società che dobbiamo aiutare ad uscire da questa nuova e incertissima emergenza globale. Perché solo se siamo soggetti attivi, possiamo continuare a lottare anche per noi stessi e soprattutto per i più fragili tra noi, anche di domani. Forse il primo vero atto d’amore verso gli altri è quello di pensare che moltissimi altri milioni di nostri concittadini, per parlare solo del nostro paese, cominciano ad avere problemi e inquietudini proprie di altre latitudini. Noi, quasi tutti noi, per fortuna non abbiamo bisogno di telefonare ai servizi sociali dei comuni , alla Caritas, alla croce rossa o alla san vincenzo, per avere un pacco viveri. Per fortuna noi siamo economicamente molto più forti. Noi abbiamo bisogno di altro, ma dovremo lavorarci sopra per averlo questo altro. Lavorarci molto e da subito. Perché saranno milioni di persone ad essere fragili e dovremo cominciare a pensare come noi possiamo e potremo aiutare questo popolo infinito e bisognoso a superare queste fragilità Perché noi se vogliamo possiamo fare molto anche per gli altri, ma cominciando dal non chiudersi in noi stessi e nei soli nostri bisogni e necessità.

Nulla è più scontato. Proprio nulla e forse neppure la dignità economica raggiunta con tanta fatica. Un abbraccio a tutte e tutti voi, soprattutto a coloro che più stanno soffrendo questo momento, e perdonatemi anche qualche passaggio provocatorio, ma fatto con il cuore e un po’ di preoccupazione per quello che forse ancora non abbiamo ben compreso.

Un’esperienza da condividere, di Mena Mascia

Autore: Mena Mascia

Vi racconto una storia che mi sta impegnando abbastanza, ma che mi gratifica molto.

Il tutto risale all’inizio della clausura forzata che ancora oggi, e davvero speriamo per poco, vede tutti noi relegati in casa.

In uno dei tanti pomeriggi che stavo trascorrendo immersa nella lettura, mi arrivò una telefonata da una persona della quale non mi sembrò di riconoscere il numero. Più per curiosità che per una reale voglia di comunicare con degli sconosciuti, decisi di rispondere, e feci bene, perché a contattarmi era una capo scout che aveva visto il mio nome sulla rete.

Nell’intento di non perdere il contatto con le ragazze della sua squadriglia, anche in tempo di isolamento, le era venuto in mente di proporre loro di imparare a lavorare a maglia e particolarmente ai ferri e si era messa a cercare su youtube, dove tanto tempo fa io avevo inviato a Giuseppe Digrande un video su cosa noi non vedenti potessimo e sapessimo fare.

Mi aveva rintracciata ed eccola lì a chiedermi se fossi disposta a darle una mano per rendere reale l’idea che da qualche giorno le attraversava la mente. Naturalmente l’avremmo concretizzata on line. Benché un po’ timorosa di non farcela, ma non pensandoci troppo, impulsiva come sono, decisi di provarci. Mi spaventava non poco l’impatto che avrei avuto con chi era dall’altra parte del computer, però, se avevo deciso di mettermi in gioco, l’avrei fatto, sfidando la mia autostima che non è molta.

L’esperimento che ancora oggi continua per due volte alla settimana, con la soddisfazione di tutte, ebbe inizio il 14 marzo e terminerà quando ognuna di noi potrà dedicarsi liberamente ad altro.

Gli incontri si concluderanno con l’avere imparato i punti base con cui la fantasia delle piccole apprendiste potrà sbizzarrirsi a creare disegni colorati e forse, chi può dirlo, indumenti da indossare, confezionati con le proprie mani. E’ l’augurio che mi sento di fare loro, perché ricordino positivamente questi mesi d’innegabile disagio, convivere col quale non è stato facile per nessuno.

Non ho mai visto personalmente le ragazze che seguono le mie spiegazioni, e non vi nascondo che la loro presenza fisica mi manca, ma mi risultano piacevoli le loro giovani voci che chiedono, rendendo sempre più gratificante per me ogni incontro con loro.

Se a qualcuna non viene facile un movimento, so che corre a chiedere delucidazioni alla nonna, logicamente se ha la possibilità di averla vicina, assaporando con lei una ritrovata complicità.

Non mi soffermo a commentare oltre un’esperienza bella che ha dato qualche momento di creatività a delle ragazzine, forse non abituate ad usare le mani, se non per digitare compulsivamente sulle icone dello smartphone, ma che ha reso maggiormente orgogliosa me per essere stata in qualche modo capace di trasmettere loro la voglia di cimentarsi con una di quelle belle arti antiche che oggi sono purtroppo scomparse, ma che pretendono calma e riflessione, consentendo alla coordinazione delle mani col cervello dei movimenti armoniosi.

Torino – Segreteria telefonica del 17 aprile 2020

COMUNICATI DEL 17 APRILE 2020

•          Riunione Consiglio Direttivo UICI Torino

•          Teniamoci in contatto

•          Servizio spesa a domicilio UNIVoC

•          Servizio UNIVoC supporto telefonico

•          Emergenza Coronavirus: restiamo a casa

•          Decreto “Cura Italia” e persone con disabilità

•          Spesa assistita e consegne a domicilio

Riunione Consiglio Direttivo UICI Torino

L’emergenza Covid-19 non ferma l’attività del Consiglio Direttivo UICI Torino, che mercoledì 22 aprile, alle ore 16, si riunirà in teleconferenza per affrontare alcuni temi rilevanti. Tra gli argomenti all’ordine del Giorno, la relazione morale sulle attività del 2019 e il bilancio consuntivo, la gestione di attività e servizi in questo delicato momento di emergenza, ma anche le strategie per la successiva fase di riapertura.

Teniamoci in contatto

A causa dell’emergenza Coronavirus la sezione UICI Torino ha dovuto, per ragioni di sicurezza, chiudere le sedi associative e i centri riabilitativi. La riapertura sarà possibile solo quando ve ne saranno le condizioni. Al riguardo seguiamo con la massima attenzione le indicazioni fornite dalle autorità sanitarie e politiche. Ma anche a distanza cerchiamo ogni possibile mezzo per mantenere un contatto con i soci e per non farli sentire soli. Per necessità urgenti è possibile contattare la sezione sia al telefono, sia via e-mail. Il numero telefonico di riferimento è il 338 35 77 720, attivo dal lunedì al venerdì, in orario 10-12 e 15-17 (risponde la sig.ra Maria Triventi della segreteria UICI Torino). In alternativa è possibile usare la casella di posta elettronica uicto@uiciechi.it. Il personale UICI Torino provvederà a leggere le e-mail e farle arrivare ai vari consiglieri. Ricordiamo inoltre che il sito internet www.uictorino.it e la pagina Facebook UICI Torino vengono costantemente aggiornati, per fornire in tempo reale novità e aggiornamenti, ma anche suggerimenti di proposte accessibili per trascorrere queste lunghe giornate.

Servizio spesa a domicilio U.N.I.Vo.C.

Per venire incontro alle necessità di chi è più solo, in questo momento di grave emergenza, la sezione U.N.I.Vo.C. ha rafforzato il servizio di spesa a domicilio rivolto alle persone con disabilità visiva. Compatibilmente con la disponibilità di volontari in servizio, chi avesse bisogno di ricevere a casa prodotti di prima necessità, può farne richiesta alla sezione. L’incaricato che recapiterà la spesa a domicilio, avrà cura di lasciarla fuori dalla porta di casa, così da evitare ogni possibile occasione di contagio. Per maggiori informazioni e per richiedere il servizio è possibile contattare la sig.ra Enza Ammendolia (al numero 339 683 60 01) oppure la sig.ra Laura Nanni (al numero 333 777 33 09). Per ragioni di sicurezza è invece temporaneamente sospeso il servizio di accompagnamento.

Servizio U.N.I.Vo.C. supporto telefonico

In questi giorni di isolamento forzato, chi vive da solo è particolarmente esposto al rischio di lasciarsi sopraffare dallo sconforto e dal senso di abbandono. Per mantenere un contatto con i soci e gli amici, la sezione U.N.I.Vo.C. ha deciso di attivare un servizio di supporto a distanza, svolto telefonicamente. Chi avesse necessità particolari o semplicemente avesse bisogno di parlare con qualcuno e di sentire una voce amica, può contattare la sig.ra Enza Ammendolia (al numero 339 683 60 01) oppure la sig.ra Laura Nanni (al numero 333 777 33 09). Entrambe sono disponibili, nei limiti del possibile, ad affrontare eventuali criticità, ma soprattutto a mettersi in ascolto, offrendo una parola di sostegno e di incoraggiamento in questo momento difficile.

Emergenza Coronavirus: restiamo a casa

Ricordiamo che, come disposto dalla autorità competenti per l’intero territorio nazionale, al fine di limitare al massimo ogni possibile occasione di contagio, tutti i cittadini sono chiamati a rimanere il più possibile in casa. E’ consentito uscire solo per comprovate ragioni di salute, per andare al lavoro, o per acquistare prodotti essenziali. Se una persona con disabilità visiva ha necessità di uscire di casa per una delle ragioni sopra indicate, può farlo con l’aiuto di un accompagnatore. Tutti gli altri movimenti, comprese visite ai parenti e passeggiate, devono essere eliminati. Per chi ha un cane, sono possibili uscite, purché molto brevi.

Ricordiamo inoltre che è essenziale lavarsi spesso le mani, evitare di toccarsi occhi, naso e bocca, mantenere una distanza di almeno un metro dagli altri individui. Alle persone anziane a chi abbia un fisico già reso più fragile da altre patologie, si raccomanda una speciale cautela.

Decreto “Cura Italia” e persone con disabilità

Per far fronte all’emergenza, lo scorso 16 marzo il Governo ha varato il decreto “Cura Italia”, che contiene anche una serie di misure a sostegno delle persone con disabilità. Tra i provvedimenti riguardanti il lavoro, segnaliamo un’estensione dei permessi retribuiti previsti dalla legge 104/1992 per i mesi di marzo e aprile. Ai 3 giorni mensili ordinari se ne aggiungono ulteriori 12. Quindi per il periodo marzo-aprile sono previsti complessivamente 18 giorni: 3 per ogni mese più 12 distribuibili sul bimestre. L’estensione dei permessi si applica sia a chi assista un familiare con grave disabilità, sia ai lavoratori disabili, purché già in possesso del riconoscimento della legge 104. Per conoscere più nel dettaglio gli interventi per le persone disabili previsti dal decreto “Cura Italia”, rinviamo al compendio scritto dall’avocato Franco Lepore, disability manager della Città di Torino e responsabile settore lavoro Uici Piemonte. Il testo è pubblicato sul nostro sito internet www.uictorino.it.

Spesa assistita e consegne a domicilio

Nel pieno dell’emergenza, anche fare la spesa online o al telefono sta diventando complicato, a causa dei tempi d’attesa che spesso si sono molto allungati. La nostra Unione ha chiesto alle catene della grande distribuzione di riservare un canale preferenziale per le persone disabili che vivono sole o che non possono contare su altri aiuti.

Nella nostra città, il supermercato Carrefour di Corso Montecucco mantiene attivo il progetto “i miei occhi per la tua spesa”, che consente ai disabili visivi di fare acquisti con l’assistenza di un operatore Carrefour. Il servizio è gratuito ed è attivo il mercoledì dalle 9 alle 12 e il giovedì dalle 16 alle 19 (con un massimo di 4 assistenze per ogni turno). Per richiedere l’accompagnamento è necessario telefonare al numero 011 70 74 759 oppure 011 70 74 762.

Per chi abita nella zona del ciriacese, ricordiamo l’accordo che la nostra sezione ha da poco sottoscritto con il supermercato Crai di San Francesco al Campo (via Torino 168). Le persone con disabilità visiva possono ordinare telefonicamente la spesa e riceverla a domicilio senza costi aggiuntivi, se i loro acquisti superano la cifra di 50 €. Gli ordini possono essere effettuati telefonando al numero 011 014 21 06 il lunedì e il giovedì dalle 9 alle 18 e il martedì e il venerdì dalle 8 alle 10. Le consegne avvengono il martedì e il venerdì dopo le 10, previo accordo con i clienti.

Inoltre sul sito www.confesercenti-to.it è disponibile una lista, divisa per Comuni, di negozi, piccoli e grandi, che effettuano consegne a domicilio.

Torino – Notiziario audio 011NEWS, n. 15-2020

Al seguente link potete ascoltare la nuova edizione del notiziario audio 011NEWS, n. 15/2020 di venerdì 17/4/2020:

https://www.uictorino.it/?mailpoet_router&endpoint=track&action=click&data=WyIxMTI2IiwiMWRlOWdyOXEzZ3Rja2NnczRvOGtvbzRvY280bzhzNGsiLCIyOCIsIjUwNDNhODdhN2ExNSIsZmFsc2Vd

In primo piano:

– Giampiero Griffo, esperto di disabilità, nella squadra nominata dal Governo per progettare la ripartenza del Paese;

– Scuola: per aiutare genitori e insegnanti, la sede nazionale UICI lancia un servizio di consulenza telefonica;

– Decreti, ordinanze e moduli diffusi dalle pubbliche amministrazioni in questi tempi di emergenza sono spesso inaccessibili ai disabili: servono accorgimenti per non escludere nessuno.

Buon ascolto!