Museo Omero – Quarto appuntamento di “Letture tra le dita”

Vi invitiamo al quarto appuntamento di “Letture tra le dita”, attività consigliata per famiglie con bambini tra i 6 e i 10 anni.

Domenica 29 agosto, Nino, un uccellino impaziente di spiccare il volo vi aspetta per esplorare il museo! Accompagnati dalle letture animate dei libri tattili partiremo per un viaggio alla scoperta di un monumento della città di Ancona e di altre opere.

Al termine del percorso riceverete un kit per costruire il vostro libro tattile!

L’iniziativa è in collaborazione con la Biblioteca Benincasa e con la Biblioteca ragazzi A. Novelli di Ancona.

La colazione

E se volete fare colazione nella corte della Mole Vanvitelliana vi aspetta anche il Bar MicaMole!

Micamole! Social food-drinks nasce dalla Cooperativa Sociale Lavoriamo Insieme che da anni si occupa dell’inserimento lavorativo delle persone con situazioni di svantaggio. Il servizio si avvale di persone diversamente abili, con qualcosa in più. Un’attività possibile solo grazie al lavoro di tutti, nessuno escluso, una scommessa che ha l’obiettivo di valorizzare la diversità.

Info

Attività consigliata per famiglie con bambini tra i 6 e i 10 anni.

Prenotazione obbligatoria al 335 56 96 985 per queste fasce orarie: 9:30, 10:30, 11:30.

Costo: 4 euro a partecipante; gratuito: bimbi 0-4 anni, disabili e loro accompagnatori.

L’ingresso al museo è soggetto alla presentazione del Green pass (ad eccezione dei soggetti esclusi per età dalla campagna vaccinale, minori di 12 anni, e ai soggetti esenti sulla base di idonea certificazione medica).

Pubblicato il 25/08/2021.

Dimmi da dove parti e ti dirò se arrivi!

Autore: Antonio Quatraro

Ho scritto queste righe sotto l’influenza del caldo agostano, ma anche sollecitato dal breve scambio di idee con alcuni amici del nostro Consiglio Nazionale, per alleviare gli effetti della calura agostana.

Cambiare il punto di partenza

È più che comprensibile che chiunque, volendo essere di aiuto alle persone con disabilità, ponga al centro della sua attenzione queste persone, considerandoli sia come individui, sia come gruppi, sia infine nelle varie relazioni interpersonali e con l’ambiente circostante. Così, nel tempo, pensatori, amministratori, filantropi, e gli stessi diretti interessati, hanno studiato le conseguenze derivanti dalla presenza di una disabilità, cercando e ponendo in essere le soluzioni più adatte, in armonia con lo spirito dei tempi e con i valori di volta in volta preminenti.

Così è stato storicamente ed i risultati, per quanto disomogenei e contraddittori, sono sotto gli occhi di tutti.

Però proprio lo studio di queste problematiche ha prodotto una visione più ampia del problema, sintetizzabile nei principi ispiratori di due documenti fondamentali: la convenzione ONU sulle persone con disabilità e la classificazione internazionale del funzionamento (ICF).

Andiamo per ordine:

a) La convenzione ONU si ispira ad alcuni principi fondamentali: “niente su di noi senza di noi”, “non lasciare indietro nessuno”, non discriminazione, promuovere tutte le potenzialità presenti in qualunque persona, ivi comprese le persone con disabilità. La convenzione ONU è l’ultimo risultato di una evoluzione che trova le sue radici nella concezione cristiana del valore della persona e della solidarietà, in opposizione con la distinzione fra liberi e schiavi e con la logica dell'”occhio per occhio”.

b) La classificazione internazionale delle funzioni (ICF) si pone in palese discontinuità con l’idea di classificare le persone in base a ciò che manca, mettendo al centro invece ciò che resta. In questo senso ritroviamo il concetto illuminista della educabilità di qualsiasi persona, in quanto essere umano. Questo dovrebbe aiutarci a cambiare la maniera di considerare i nostri compagni pluriminorati, e a porci il problema di come adeguare i servizi a loro rivolti, primo fra tutti la scuola, in modo tale che anche per loro vi sia un intervento educativo che valorizzi le potenzialità, che vanno ricercate giorno dopo giorno.

Deficit e handicap.

La convenzione ONU e la stessa ICF distinguono deficit e handicap, che non sono affatto la stessa cosa.

Infatti, Deficit indica che qualcosa fa difetto (deficere); nessuno si sogna di lamentarsi perché non abbiamo le ali, eppure aver le ali in sé non sarebbe una cattiva idea, però non sentiamo mai dire “i disabili del volo”, perché le ali non fanno parte del corredo della specie umana; mentre una statura troppo inferiore alla media, o anche troppo superiore, una funzionalità compromessa di parti importanti del nostro corpo (gli arti, o qualche organo di senso ecc.), sono considerati come deficit.

Lo svantaggio invece esprime una inferiorità occasionale o permanente. La parola è di origine inglese: hand in cap (che letteralmente significa “mano nel berretto”); noi potremmo dire “l’asso nella manica” o “il coniglio nel cappello”. Si trattava di un gioco d’azzardo diffuso nel Seicento. Il gioco si basava sul baratto o scambio tra due giocatori di due oggetti di diverso valore; il giocatore che offriva l’oggetto che valeva meno doveva aggiungere a questo la somma di denaro necessaria (nascosta nel cappello naturalmente), per arrivare al valore dell’altro oggetto, così che lo scambio potesse avvenire alla pari. Handicap quindi indica lo svantaggio che viene attribuito in una gara al concorrente che ha maggiori possibilità di successo, per dare a tutti quelli che gareggiano la stessa probabilità di vincere. In questo modo il risultato della gara non è già scontato in partenza.

La convenzione ONU definisce l’handicap, ovvero lo svantaggio, come il risultato di una particolare relazione fra l’individuo e l’ambiente, il che implica la possibilità di ridurre, eliminare o addirittura rovesciare lo svantaggio stesso, o modificando le condizioni individuali (protesi, educazione, interventi economici risarcitori), oppure, e qui è la novità, modificando l’ambiente. E cosa intendiamo con il termine “ambiente”? Intendiamo tutto ciò che circonda la persona, quindi innanzitutto gli altri, le relazioni umane, le forme di comunicazione interpersonale, ma anche gli spazi fisici, gli strumenti che servono per svolgere i compiti legati alla vita quotidiana – esempio: arredi personali e arredi comunitari, elettrodomestici, strumenti di lavoro,), i servizi, ecc. Quindi il deficit permane, ma si riducono le conseguenze negative.

In quanto tale quindi, lo svantaggio può essere modificato nel tempo, in vari modi: il concorrente svantaggiato può attivare strategie di ricupero basate su qualche trovata d’ingegno o sul miglioramento del terreno di gioco, o dello strumento necessario per gareggiare; insomma, mentre il deficit è una condizione permanente, l’handicap è una condizione variabile, in base ai meccanismi compensativi naturali (vedi gli studi nel campo delle neuroscienze), alla educazione ricevuta, alla conformazione dell’ambiente fisico, umano, tecnologico, ecc.

Sulla base di queste considerazioni, venendo all’argomento che ci riguarda in questo momento, ossia la proposta di legge sulle persone con disabilità, proviamo anche noi a mettere al centro non le disabilità, ma le cause che creano o aumentano lo svantaggio e/o le discriminazioni. Come dire: invece di acquistare tanti depuratori quante sono le famiglie, proviamo a distribuire acqua potabile.

Una buona maniera per evitare discriminazioni è non crearne di nuove e, dove è possibile, consiste nel ridure o rimuovere quelle esistenti.

In questo ci può aiutare il lavoro degli ultimi 50 anni in vari settori: l’educazione, le opportunità lavorative, la riduzione delle barriere architettoniche e sensoriali, la consapevolezza che una società più accogliente e più confortevole per noi è anche più competitiva, oltre che più umana e più solidale, e soprattutto, se gli adattamenti che ci riguardano non creano disagio ad altre categorie di utenti, è una società più comoda per tutti e non solo per noi.

La storia delle invenzioni umane è ricca di episodi che dimostrano come una soluzione pensata per una categoria di persone svantaggiate, si è rivelata utilissima per tutti. Antonio Meucci ebbe l’idea del telefono perché sua moglie aveva un importante deficit uditivo; eppure i sordi sono quelli che usano il telefono meno di tutti. La prima macchina dattilografica fu ideata dal tipografo veneziano Francesco Rampazetto (secolo XVI), che voleva consentire ai ciechi di comunicare fra loro e con gli altri, mediante un marchingegno provvisto di tasti che produceva caratteri comuni incisi.

Allora possiamo valorizzare alcune idee che sono state le nostre bandiere:

1. la progettazione pluriesigenziale, almeno dei prodotti, delle tecnologie e dei servizi che ricevono finanziamenti pubblici, oppure che sono sottoposti alla approvazione e/o omologazione di Autorità pubbliche, nazionali e/o europee.

Fin dagli anni ‘2000 infatti si è venuto affermando il concetto di “design for all”, ossia progettazione per tutti, sempre nella misura del possibile.

Proviamo a pensare a quanti problemi potrebbero trovare soluzioni accettabili senza penalizzare questo o quel gruppo di utenti. Tali soluzioni peraltro renderebbero più confortevoli spazi e servizi, costituendo inoltre un fattore di competitività (es. turismo accessibile); ma soprattutto aumenterebbero il confort ambientale, renderebbero realmente esercitabile il diritto alle autonomie ad alla libera scelta. Ridurrebbero il bisogno di aiuti esterni e in molti casi le risorse finanziarie che tali aiuti spesso richiedono. In altre parole, favorire le autonomie e la “vita indipendente”, può diventare un risparmio per la collettività, oltre che avvicinare i cittadini alle Istituzioni.

Alcuni esempi:

cartelli stradali di forma arrotondata, ben visibili anche per pedoni ipovedenti (brevettati ma mai adottati dai Comuni);

orari di mezzi pubblici, insegne pubbliche, numeri civici, segnalazioni di pubblica utilità ad elevata leggibilità per persone ipovedenti e facilmente rilevabili grazie a sistemi quali letismart.

Standard costruttivi per veicoli elettrici (inclusi monopattini) che tengano conto di utenti con disabilità visive;

software per i rapporti con la P A e per ogni altro servizio rivolto alla generalità dei cittadini (comunicazione e informazione, turismo e spettacolo (quindi anche audiodescrizioni), commercio elettronico, per usi professionali (registri per gli insegnanti, cartelle sanitarie per i professionisti con disabilità visiva. finirla una volta per tutte con il vezzo di scrivere leggi e linee guida per poi incorniciarle e perfezionarle senza mai darsi la pena di applicarle e di farle applicare. Un paese si può considerare civile non quando ha oltre 700 mila leggi, ma quando applica quelle poche che sono necessarie.

porre rimedio poi istituendo un ministero apposito è come spegnere l’incendio andando sul posto con un cero acceso al santo protettore del fuoco.

Veniamo dunque al testo della bozza di proposta.

Per fortuna si tratta solo di una bozza, però, se il buon giorno si vede dal mattino ….

La Legge contiene una ottima analisi delle norme vigenti e una prospettiva a dir poco lusinghiera. Ad essere pignoli si può notare qualche frettolosità, nel fare copia e incolla. “convenciòn” per indicare la convenzione ONU; qualche concordanza da rivedere, ma la svista che dà davvero all’occhio (sit venia verbis), è l’ultima riga, dove si trova una perla di saggezza nell’amministrare le risorse pubbliche. Infatti, la rivoluzione che si propone è davvero epocale, perché … udite udite! è gratis, ossia non costa nulla alla pubblica amministrazione.

Gli estensori forse erano un po’ distratti, o hanno scritto questa bozza prima che si cominciasse a parlare del fondo europeo per le riforme.

Però c’è tempo per emendare!

E questo sarà uno dei nostri compiti per l’immediato futuro.

Antonio Quatraro

Pubblicato il 24/08/2021

Modena – La prevenzione della vista non va in vacanza… “per Amore della Vista”

Una campagna di sensibilizzazione e prevenzione in alcune piazze di Modena e Provincia, per far conoscere gli accorgimenti e i rimedi da utilizzare per salvaguardare gli occhi da fattori quali il sole, il mare, le lenti, la sabbia e il vento, soprattutto nella stagione estiva: consisterà in questo l’iniziativa contraddistinta dallo slogan “La prevenzione non va in vacanza”, promossa dal 23 al 28 agosto 2021 dall’UICI di Modena (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti), in collaborazione con IAPB Italia, l’Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecità.
Lo scopo del progetto è quello di sensibilizzare la prevenzione sul territorio di Modena e Provincia, per far conoscere ai cittadini gli accorgimenti e i rimedi da utilizzare per salvaguardare gli occhi da fattori quali il sole, il mare, le lenti, la sabbia e il vento, soprattutto nella stagione estiva: consisterà in questo l’iniziativa significativamente contraddistinta dallo slogan “La prevenzione non va in vacanza”, promossa nella prossima settimana dall’UICI di Modena (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti), in collaborazione con IAPB Italia, l’Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecità.
«Si tratterà in sostanza – spiegano dall’UICI modenese – di un vero e proprio “tour” in tre tappe nelle piazze di Modena e Provincia [nel box in calce il calendario, N.d.R.], per sensibilizzare su tematiche come la protezione dai raggi dannosi, l’utilizzo di lenti appropriate, l’importanza di idratare adeguatamente per proteggere la vista, la protezione degli occhi dall’acqua salata e dalla sabbia, gli incidenti che si possono verificare nei mesi estivi, l’utilizzo delle lenti a contatto e il loro utilizzo al mare, nonché l’importanza di una corretta alimentazione per salvaguardare la salute visiva».
Per queste ragioni, riteniamo importante coinvolgere, sensibilizzare, informare e far conoscere a tutti, bambini, ragazzi, adulti e anziani, i rischi a cui esponiamo i nostri occhi soprattutto d’estate, e come possiamo proteggerli e prendercene cura.
Le piazze dell’iniziativa “La prevenzione non va in vacanza” (nelle quali saranno allestiti i nostri gazebi promozionali presso i quali sarà distribuito il materiale divulgativo):

• Lunedì 23 agosto 2021, c/o il mercato cittadino di Modena

• Giovedì 26 agosto 2021, c/o il mercato cittadino di Carpi (MO)

• Venerdì 27 agosto 2021, c/o il mercato cittadino di Castelfranco Emilia (MO).

Pubblicato il 24/08/2021.

Museo Omero – La mostra “Franco Corelli. La voce, l’artista, il mito”

Dal 25 agosto al 1° novembre 2021
Museo Tattile Statale Omero, Ancona

Inaugura mercoledì 25 agosto alle ore 17:00, presso il Museo Omero di Ancona, “Franco Corelli. La voce, l’artista, il mito”, la mostra per ricordare la straordinaria carriera del tenore anconetano e riascoltare la sua indimenticabile voce nel centenario dalla nascita.

“Nel momento in cui l’Amministrazione Comunale decide la celebrazione del Centenario, il Museo Omero è felice di poter dare il suo contributo con una mostra a lui dedicata in un luogo, la Mole Vanvitelliana, sito proprio di fronte alla casa dove lui ha abitato, appena al di là di una via parallela, e nelle acque del porto dove ha praticato il suo sport prediletto.

Abbiamo pensato di riprendere e far rivivere una bella iniziativa che nel 2006, dopo la morte dell’Artista, si era proposta al Ridotto delle Muse. Una mostra multimediale che documenta la strepitosa carriera del nostro cantante, con immagini, interviste e l’ascolto del suo canto. Si tratta di una mostra in cui c’è molto da vedere e anche molto da ascoltare, garantendo così l’accessibilità per i non vedenti, che rappresenta l’impegno del Museo Omero.

La mostra “Corelli: la voce, l’artista, il mito” ripropone e rinnova quella del 2006, ma si arricchisce giorno dopo giorno di nuovi contributi mostrando la vitalità del tema e la sua attualità. Grandi Teatri (La Scala, il Teatro dell’Opera, il MET) sono interessati all’evento e aggiungeranno propri materiali in corso d’opera.” Aldo Grassini

“Di voci del suo calibro si è persa purtroppo la memoria: quella di lui nelle vesti di prim’attore nell’opera resta e resterà indelebile: per la vibrante bellezza delle note sposata alla prestanza, al ‘fisico del ruolo’ dei personaggi, nell’arco di una carriera iniziata nel 1951 (con Carmen, debutto ‘profetico’) e proseguita fino all’ultima recita in Bohème nel 1976 a Torre del Lago, nell’ambito del tradizionale Festival pucciniano.” Fabio Brisighelli

La mostra, realizzata con il personale impegno di Roberto Ricci, Fabio Pugnaloni, Elisabetta Seu, Francersco Lozzi, Giulia Marini e Antonio Lucarini, è promossa e organizzata dal Museo Tattile Statale Omero di Ancona in collaborazione con l’Associazione Amici della Lirica “Franco Corelli” Ancona, Comune di Ancona – La Mole Ancona, Associazione Le Cento Città”, Opera Società Cooperativa, Associazione “Per il Museo Tattile Statale Omero” ODV-ONLUS, Servizio Civile Marche – Garanzia Giovani.

Visitabile dal 25 agosto al 1° novembre 2021, con ingresso gratuito, prenotazione e green pass obbligatori: tel. e whatsapp: 335 56 96 985, e-mail: didattica@museoomero.it

Orario: agosto: da martedì a domenica 17:00 – 20:00; domenica anche 10:00 – 13:00.
settembre – novembre: da martedì a domenica 16:00 – 19:00 domenica e festivi anche 10:00 – 13:00.

Museo Tattile Statale Omero
Banchina Giovanni da Chio 28 – Ancona
www.museoomero.it  – info@museoomero.it
@museoomero su FB, TW, IG, YT

Pubblicato il 24/08/2021.

Pubblicazione rivista “Corriere Braille” n. 32 22-28 agosto 2021

Si comunica che in data 23 agosto 2021 è stata inserita nel sito la rivista “Corriere Braille” n. 32 22-28 agosto 2021 e che l’ufficio stampa ha provveduto ad inviare alla Biblioteca Italiana dei Ciechi “Regina Margherita” Onlus il file relativo in data 22 luglio 2021. Il link diretto per il prelievo è il seguente:

http://www.uiciechi.it/servizi/riviste/View_Rivista.asp?Id_Nriv=2599

Si riporta di seguito il sommario della rivista:

Letismart Voce, iniziamo a conoscerlo (a cura di Marino Attini)

Fondazione David Chiossone, Workshop esperienziali sull’importanza del gioco nei bambini pluridisabili

Toscana, porte aperte alla stamperia Braille (di Jacopo Storni)

Siracusa, inaugurata la mappa tattile al teatro Greco

Esploriamo il mare

Indennità di accompagnamento agganciata al reddito? (di Sara De Carli)

5 x 1000.

Per informazioni sulle riviste è possibile scaricare il Listino abbonamenti al link: http://www.uiciechi.it/servizi/somm_stampaassoc.asp

Pubblicato il 24/08/2021.

Pubblicazione rivista “Uiciechi.it” n. 14-2021

Si comunica che in data 21 agosto 2021 è stato inserito nel sito www.uici.it il file della rivista “Uiciechi.it” n. 14 16-31 luglio 2021.

Il link per leggerla è il seguente: http://www.uiciechi.it/servizi/riviste/View_Rivista.asp?Id_Nriv=2598

Di seguito il sommario:

A domanda risponde, di Nunziante Esposito.

Frigorifero Smart di Samsung, di Giovanni Clerici.

Inviare tramite siri, con whatsapp, un messaggio, di Nicolò La Ferla.

Mappare tasti Opzione e Comando, per utilizzare una tastiera per Windows su Mac, di Michele, Universal Access.

Microsoft Outlook: configurazione ottimale, di Stefano Manzi.

Novità dal Web, di Barbara Lispi.

Pagamenti in mobilità: come siamo messi in Italia?, di Rocco Clementelli.

Whatsapp desktop e tasti rapidi, di Nunziante Esposito.

Whatsapp e impostazione dello stile del testo, di Niccolò La Ferla.

Windows 11: cosa cambia?, di Nunziante Esposito.

Notizie Hitech e Scienza, 10 articoli, da Panorama.

Notizie Flash e non Flash, 10 articoli, da Zeus News.

Problemi risolti, 5 Schede, dalla lista uic-helpexpress.

News Hardware Upgrade, 10 articoli, da Hardware Upgrade.

Per informazioni sulle riviste è possibile scaricare il Listino abbonamenti al link: http://www.uiciechi.it/servizi/somm_stampaassoc.asp

Pubblicato il 24/08/2021.

Pubblicazione rivista “Uiciechi.it” n. 13-2021

Si comunica che in data 18 agosto 2021 è stato inserito nel sito www.uici.it il file della rivista “Uiciechi.it” n. 13 1-15 luglio 2021.

Il link per leggerla è il seguente: http://www.uiciechi.it/servizi/riviste/View_Rivista.asp?Id_Nriv=2597

Di seguito il sommario:

A domanda risponde, di Nunziante Esposito.

Conciliazione Web: Aggiornamento AgCom, di Giovanni Clerici.

Elenco biblioteche: il piacere di leggere, di Maria d’Esposito.

Notiziario sulla telefonia, di Carlo Sist.

Novità dal Web, di Barbara Lispi.

OrCam MyEye: il miracolo per Ciechi e Ipovedenti gravi?, di Nunziante esposito.

Polaris Mini, e il braille la fa da padroni, di Eugenio Saltarel.

Radarino per bastone bianco, di Nunziante Esposito.

TCA video creator, di Raffaele Di Donato e Nunziante Esposito.

WeTransfer, guida al suo utilizzo, di Rocco Clementelli.

Notizie Hitech e Scienza, 10 articoli, da Panorama.

Notizie Flash e non Flash, 10 articoli, da Zeus News.

Problemi risolti, 5 Schede, dalla lista uici-helpexpress.

News da Hardware Upgrade, 10 articoli, da Hardware Upgrade.

Per informazioni sulle riviste è possibile scaricare il Listino abbonamenti al link: http://www.uiciechi.it/servizi/somm_stampaassoc.asp

Pubblicato il 24/08/2021.

Articolo di Massimo Vita e replica del Presidente Nazionale

Pubblichiamo un articolo inviato e sollecitato da Massimo Vita e la
successiva replica del Presidente Nazionale.

Democrazia e partecipazione, di Massimo Vita

L’Unione è di tutti

Per farla vivere ci vuole trasparenza

Da tempo non scrivo alla stampa associativa per tante ragioni ma due argomenti hanno attirato la mia attenzione e spero stimolino un reale dibattito associativo.

La ristrutturazione della sede nazionale e il fitto di via Belsiana.

Due temi apparentemente tranquilli ma che a mio avviso necessiterebbero di una attenzione di tutta l’associazione.

I locali di via Belsiana, si dice, siano stati affittati a una cifra esigua ma quello che più mi pare inconcepibile è che non risulta essere stata fatta una gara pubblica per il loro affidamento.

Da molto tempo si discuteva se non fosse stato meglio riservare qui locali ai dirigenti che frequentano Roma e all’improvviso si fittano a un privato senza alcun avviso pubblico come fu fatto per gli ex locali dell’I.Ri.Fo.R.

Spero di avere informazioni sbagliate perché se fossero giuste ci troveremmo difronte a una scelta poco rispettosa di tutti i principi di trasparenza e di buona amministrazione.

Molto più grave è la faccenda della ristrutturazione dei locali della sede nazionale in via Borgognona.

Ho visto i documenti pubblicati sul sito ma in essi non compare alcuna delibera che li approva e mi chiedo come mai.

Forse la direzione non li ha visionati?

Dalle tavole che mi sono state descritte da un amico tecnico si evince, per esempio, che il salone delle riunioni viene drasticamente ridotto a favore di locali adibiti ad appartamento.

Scompare la stanza che oggi ospita il direttore generale e non si capisce come mai si estende l’appartamento oggi riservato al presidente e si continuano a spendere soldi per ospitare i dirigenti negli alberghi.

Dopo la ristrutturazione si dovrà risolvere anche la questione della residenza del direttore generale.

Allora, non era meglio e più conveniente ospitare tutti in via belsiana lasciando tutta la sede nazionale agli uffici?

Come si può continuare a svolgere le attività formative e le riunioni collegiali senza una sala idonea?

Spero, sinceramente, che il presidente nazionale e i componenti  della direzione vogliano fugare i miei dubbi ma allo stesso tempo invito i colleghi presidenti, i componenti della direzione e del consiglio nazionale a far sentire la propria voce.

A conclusione vorrei sapere se corrisponde al vero che il componente della direzione Lapietra si è opposto alle scelte del presidente.

Amiche ed amici, salvaguardare la partecipazione democratica e la trasparenza è prezioso se non si vuole assistere al declino della nostra associazione.

Massimo Vita

La psicosi del dibattito, di Mario Barbuto

Chiedo scusa ai lettori e ai nostri soci se rispondo alle sollecitazioni che mi sono giunte il 14 agosto scorso. La risposta, infatti, rischia di essere lunga e sicuramente noiosa.

 Formulo tuttavia qui una promessa solenne: non accadrà mai più.

Non accadrà mai più che il Presidente debba sentirsi in obbligo di rispondere di qualsiasi attività associativa a ogni soffiar di vento, a ogni sorgere di curiosità più o meno giustificata di chiunque, soprattutto quando il vento soffia e la curiosità insorge il 14 di agosto. Sono infatti previsti nel nostro Statuto tempi, Organi, procedure, modalità e sedi per rispondere di ogni atto compiuto e delibera adottata, senza doversi piegare sempre e comunque a chi è posseduto dalla sindrome del dibattito che diviene sovente psicosi da dibattito.

In questa lunga narrazione, partiamo da una semplice sequenza temporale:

le attività della Sede Nazionale, come noto e comunicato urbi et orbi, sono sospese dal 16 al 20 agosto per un brevissimo periodo di ferie. La struttura pertanto chiude venerdì 13, ultimo giorno lavorativo e riapre lunedì 23, primo giorno di ripresa.

Il Presidente, assolte le ultime incombenze preferragostane tra le quali il sopralluogo di nove ditte in vista della loro partecipazione alla gara di appalto per i lavori di risanamento della sede in via Borgognona, l’incontro con il sottosegretario all’Istruzione Rosario Sasso, l’esame e autorizzazione di 45 progetti della campagna “La prevenzione non va in vacanza” e di 74 progetti di “Ri-Gioco la mia parte”, la conclusione della fase di formazione dei volontari del Servizio Civile Universale, l’accoglienza all’On. Matteo Salvini in visita al nostro Centro polifunzionale di Cosenza, la presenza a uno degli eventi della prevenzione della cecità e altro ancora, la mattina di venerdì 13 agosto, finalmente, ritiene di poter dare inizio ai suoi dieci giorni di ferie estive.

Ritiene! Ma si sbaglia! Perché ancora una volta non ha fatto i conti con la sindrome da dibattito. Quella che colpisce a periodi alterni il nostro amico presidente della sezione territoriale di Siena Massimo Vita il quale, non il 13, bensì proprio il 14 agosto, per augurare buone ferie e sereno riposo, mette insieme e fa circolare un testo al veleno, allo scopo, dice lui, di suscitare e animare il dibattito. Sempre quel dibattito che Massimo nostro scrisse di voler suscitare circa un anno fa, quando si dimise inaspettatamente da vicepresidente nazionale dell’Irifor, mentre infuriavano gli effetti più pesanti della pandemia, nel pieno delle celebrazioni del centenario, a quattro mesi dal Congresso, dopo aver ricoperto la carica per circa quattro anni e mezzo, con pieni poteri operativi e gestionali da me conferitigli nella più totale fiducia e convinzione. Quel dibattito tanto invocato, dal quale tuttavia Massimo risultò pressoché assente nelle assemblee precongressuali, nei cinque seminari tematici di preparazione e nel Congresso stesso, dal quale però lo tenne lontano forse anche l’insorgere di un grave problema familiare. Quel dibattito, dunque, al quale non prese parte, chiedendomi invece, prima in via confidenziale, successivamente in forma pubblica, di essere proposto alla carica di presidente del Congresso, salvo poi propagandare la teoria di astenersi dal voto per l’elezione delle cariche associative nazionali: presidente e ventiquattro Consiglieri.

Ancora alcune settimane or sono, Massimo nostro, sempre in via confidenziale, mi ha chiesto di far parte del prossimo consiglio di amministrazione della biblioteca di Monza. Ed ecco, puntuale, come l’altra volta, dopo breve tempo, la sua uscita pubblica: allora per propugnare l’astensione dal voto in Congresso, ora per tornare a invocare ossessivamente il dibattito, per sapere se l’immobile di via Berlsiana in Roma è stato affittato mediante avviso pubblico e se la ristrutturazione di via Borgognona è stata stabilita secondo un regolare iter deliberativo.

Potevi, caro Massimo, semplicemente scrivermi.

Come cerco di fare sempre e con tutti, pur nei limiti del mio tempo, ti avrei risposto e sarei stato ben felice di darti ogni utile chiarimento con dati e documenti alla mano.

Invece no!

Il 14 agosto, Massimo Vita diffonde un documento velenoso e insinuante, lo distribuisce a destra e a manca, minaccia di mandarlo, come dice proprio lui, testuali parole di un suo messaggio vocale, “all’universo mondo se non sarà inserito nel Giornale On Line”, facendo finta di dimenticare un piccolo, insignificante dettaglio: dal 14 al 22 agosto, anche l’ufficio Stampa, come tutta la Sede Nazionale, rimane chiuso per quella settimana di ferie.

Ora siamo al 23, caro Massimo, ed ecco pubblicato il tuo documento al fiele. Parola per parola. Con tutte le insinuazioni e illazioni delle quali è infarcito. Non già per aver ceduto alle tue minacce, ma semplicemente perché da quando faccio il Presidente, qui si pubblica tutto, in piena democrazia e trasparenza, senza tuttavia restare prigionieri della psicosi del dibattito o di quello che dietro questa psicosi si vuole mascherare e nascondere.

Ecco, caro Massimo, chi ti informa o ti rigira messaggi a te non destinati, ti ha forse detto che io ti avrei “screditato”, parole tue. Io, invece, nel condividere il tuo capolavoro con i componenti della Direzione, semplicemente affermavo – e affermo tutt’ora – che sono proprio questi tuoi comportamenti ondivaghi e volatili che rischiano purtroppo di screditarti.

Sei tu, temo, il carnefice e la vittima di te stesso.

Veniamo ora alle invocate risposte che, ribadisco, non sarebbero affatto dovute in questa sede.

Esse sono comunque semplici, limpide, trasparenti.

In primo luogo, rassicuro te e tutti che non vi è alcun dissenso e tanto meno opposizione in seno alla Direzione Nazionale, né credo, come tu insinui, che Peppino Lapietra voglia farsene alfiere e bandiera. In merito, i componenti della Direzione stessa potranno confermare in ogni momento questa mia affermazione.

 La Direzione, per altro, a rigore di Statuto, viene proposta al Consiglio Nazionale direttamente dal Presidente e, una volta nominata, ne costituisce il supporto e il sostegno.

Veniamo piuttosto alla questione dell’affittanza e dell’avviso pubblico, pur dovendo io qui precisare che scrivo supportato soltanto dalla mia memoria, poiché, appunto mentre scrivo, non sono in grado di consultare documenti e dati, considerato che rientro a Roma lunedì pomeriggio 23 agosto.

Qualcuno, molto opportunamente, ha già ricordato come non vi siano disposizioni regolamentari in materia di locazione che prevedano procedure di avviso pubblico; di conseguenza, le sezioni e le sedi regionali che amministrano patrimonio immobiliare associativo, pertanto, mai provvedono ad affittare mediante avviso pubblico, preferendo piuttosto la via dell’assegnazione diretta.

 Nel 2016, messa fine su mio impulso personale allo scempio finanziario, economico e organizzativo di una sede Irifor nazionale posta in via del Tritone, abbiamo proceduto ad affittare quei locali, mediante avviso pubblico. La società prescelta, Tritone Immobiliare, proponeva un affitto con clausole di incremento che dovevano scattare man mano che i tre piani dell’immobile venivano ristrutturati e messi in opera, con tempi ben determinati e fissati. Ma ahimé, quei tempi, purtroppo, venivano sistematicamente disattesi e i relativi incrementi di canone, naturalmente  dilazionati e posticipati il più possibile.

Con l’avvento della pandemia, poi, non abbiamo più visto canoni tra aprile e dicembre 2020, mentre per il 2021 siamo stati costretti a rinegoziare gli importi mensili, riducendoli del 50 percento. Nel contempo abbiamo fin qui resistito ai tentativi della Tritone Immobiliare, per convincerci a vendere l’immobile di via del Tritone mediante permuta e consentire loro di entrarne in possesso, attuati con il pretesto di essere costretti dalla crisi a continuare a canone dimezzato anche per il 2022 e chissà per quanto tempo ancora.

Vai a fidarti dei partners trovati con avviso pubblico!

In tempi precedenti alla mia presidenza, dismesse le attività del CNT, anche via Belsiana venne posta in affitto mediante avviso pubblico. La proposta più favorevole venne da una società che aprì una sorta di

B and B di fascia alta con cinque camere da letto. Questa, infatti, è la capienza massima dell’immobile.

Dopo breve tempo, la società cedette il contratto ad altra entità che provvide, a nostra totale insaputa, a eseguire ulteriori lavori di ammodernamento con l’installazione di grandi vasche idromassaggio in alcune camere.

A seguito di un controllo, venne notificato all’Unione un verbale di infrazione da parte dei vigili urbani del comune di Roma, quale conseguenza della esecuzione abusiva di quelle installazioni. Al verbale avrebbe dovuto seguire, da parte nostra, una denuncia per l’esecuzione di lavori non autorizzati, ma nessuna sollecitazione giunse allora in tal senso al Presidente né da parte della Segreteria Generale, né della Direzione Generale.

Quel verbale, nel frattempo, proseguì il proprio iter e venne in mano all’autorità giudiziaria la quale formulò una imputazione penale personale nei confronti del sig. Mario Barbuto per aver messo a rischio l’incolumità e la sicurezza pubblica.

Alcuni mesi fa, è giunta, finalmente, la sentenza di assoluzione del tribunale di Roma, dopo un calvario durato circa tre anni, tante preoccupazioni e consistenti oneri di ogni genere.

Il pagamento dei canoni di affitto, intanto, era stato interrotto da tempo, ma i locali di via Belsiana restavano per noi indisponibili dato il prolungarsi della vicenda giudiziaria, mentre si dovette provvedere anche, a nostre spese, al ripristino delle condizioni strutturali precedenti, alterate dai lavori non autorizzati.

Solo da un paio di mesi l’immobile è ritornato nella nostra piena disponibilità, rimanendo comunque circa 60 mila Euro di canoni non riscossi che si hanno fondatissime ragioni di ritenere non verranno incassati mai più.

Evviva le affittanze mediante avviso pubblico!

Nella riunione di Direzione, credo nel giugno scorso, ho formulato la proposta di procedere con assegnazione diretta, accolta, compresa e condivisa all’unanimità, fondamentalmente per tre ragioni principali:

  1. Gli oneri elevati e privi di reale convenienza di una eventuale destinazione dell’immobile per i dirigenti;
  2. La necessità di valorizzare il bene, mediante un impiego efficace, opportuno e redditizio, pur in un contesto molto problematico del Paese, dovuto alla persistente pandemia e alle conseguenti incertezze del mercato;
  3. La difficoltà di reperire operatori affidabili, per non trovarsi a ripercorrere il cammino rischioso del recente calvario vissuto dall’Unione e personalmente da chi scrive.

Un uso diretto delle cinque stanze per accogliere i dirigenti potrebbe soddisfare la richiesta di tre, quattro persone, non di più, considerata la presenza degli accompagnatori. Le stanze resterebbero inutilizzate e prive di redditività per molti giorni dell’anno; i costi per la manutenzione, la biancheria e le pulizie risulterebbero alti, a fronte di un risultato non sempre garantito ai livelli migliori; il reclutamento e la gestione del personale necessario a provvedervi, comporterebbe per l’Unione un aggravio di oneri e responsabilità. Continua pertanto a rimanere più conveniente la sistemazione dei dirigenti nei loro giorni di presenza a Roma, stimati in una quarantina l’anno, presso le numerose sistemazioni alberghiere dei dintorni, le quali offrono quasi sempre soluzioni a costi molto contenuti. Senza dimenticare, inoltre, che potrebbe essere definito a latere del contratto, un accordo a speciali condizioni per l’uso di qualche camera della stessa via Belsiana.

Il canone di affitto concordato per via Belsiana, per il primo anno è pari a 18 mila Euro ai quali si aggiungono ulteriori diecimila Euro di sponsorizzazione del Premio Braille, per un totale di 28 mila Euro annui, pari a un canone mensile di oltre 2.300 Euro. Si tenga conto che gli ultimi canoni pre pandemia, per altro mai riscossi, come accennato prima, erano pari a circa 3.200 Euro. Negli anni seguenti sono previsti incrementi progressivi del canone, fino a giungere, credo nel 2025, a una corresponsione aggiuntiva percentuale sugli utili di gestione. Da subito, inoltre, l’affittuario si fa carico di tutte le spese di manutenzione ordinaria e straordinaria, ivi compreso il necessario adeguamento e abbellimento delle camere per offrire un’accoglienza di livello superiore.

L’affittuario è un prestigioso operatore turistico di Paestum già impegnato da anni con le nostre strutture territoriali e regionali della Campania, dall’aprile 2016 socio onorario della nostra Associazione. Persona, dunque, di assoluta affidabilità, rientrante senza ombra di dubbio tra gli “amici dell’Unione”. Coloro che certo non agirebbero mai in modo abusivo per farti finire dinanzi a un tribunale penale.

 Nel tirare le somme di questa vicenda triste, dunque, possiamo concludere che i due affidamenti conferiti con avviso pubblico hanno condotto a perdite finanziarie notevoli, non ancora finite, oltre a cause civili e penali con il rischio concreto di una condanna per il sottoscritto. Rischio che personalmente non intenderei correre mai più.

Quando penso invece ai due affidamenti diretti di questi ultimi sei sette anni, uno a Olympic Beach per Tirrenia, uno allo Studio legale Carta e in seguito ad altra società per un ufficio a Roma, rafforzo la mia convinzione che affidabilità e certezza valgono ben di più di qualche Euro offerto a volte da operatori spregiudicati e senza scrupoli, a rischio di vedere presto l’intero canone dimezzato o addirittura azzerato, per non dire delle conseguenze peggiori da noi vissute che abbiamo già riassunto qui in precedenza.

Questa mia convinzione è stata condivisa e fatta propria da tutti i componenti della Direzione Nazionale che voglio ringraziare ancora una volta anche qui, per la sensibilità e la solidarietà verso il proprio Presidente.

E infine veniamo alla ristrutturazione della sede di via Borgognona 38 e 42 che forse dovremmo più precisamente definire risanamento, recupero, considerate le condizioni di degrado strutturale in cui versano da anni i locali, soprattutto in alcune aree. Del resto, chi ha avuto occasione di venire in via Borgognona, già ben conosce e ricorda i pavimenti irregolari e traballanti, i vetri tintinnanti, i solai pericolanti, gli elementi di riscaldamento e raffrescamento rumorosi all’inverosimile, nonché provvisti, ufficio per ufficio, di apposita bacinella di raccolta dell’acqua di scolo, da sostituire varie volte al giorno. Per non dire delle condizioni indecorose delle porte, dei servizi igienici, degli impianti elettrici tutti fuori traccia o canalizzati mediante centinaia di metri di canaline plastiche posate a parete e a pavimento.

Dunque che vi fosse e vi sia l’esigenza di un lavoro profondo di recupero strutturale, del resto mai realizzato, pare a me e “all’universo mondo”, come dice Massimo Vita, questione evidente e indilazionabile. Tanto più che le attuali norme straordinarie di rilancio dell’edilizia consentono ora, e fino al 30 giugno 2022, un significativo recupero di alcune categorie di spese.

Fin dal 2010 erano state accantonate risorse destinate alla ristrutturazione straordinaria della Sede, poi distratte dallo scopo e impiegate nel 2011 per risanare un bilancio altrimenti negativo per il secondo esercizio consecutivo che avrebbe comportato un rischio concreto di commissariamento dell’Unione da parte dello Stato. Faccenda triste e amara che qui non mette davvero conto di rievocare nei dettagli.

Vennero poi anni bui! Quelli della cassa integrazione per i dipendenti e delle risorse finanziarie ridotte al lumicino in legge di bilancio, con ripetuti e risicati salvataggi grazie a provvedimenti straordinari della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Dal 2015, ripristinate finalmente le risorse assegnate all’Unione dal Parlamento, progressivamente incrementate negli anni seguenti fino al 2021, abbiamo avviato un’opera di accumulazione volta a ristabilire le risorse da destinare finalmente alla ristrutturazione della sede che diveniva di giorno in giorno sempre meno rinviabile.

All’inizio di quest’anno, dopo aver vissuto pericolosamente una pandemia, celebrato il centenario di fondazione, svolto il Congresso, insediato gli Organi e dato un assetto organizzativo alle attività della dirigenza nazionale, nel mese di febbraio ho chiesto all’Arch. Giulia Quintiliani e ai suoi collaboratori e consulenti tecnici di predisporre un piano di ristrutturazione e un capitolato di appalto per assegnare i lavori che interesseranno in modo pesante la nostra sede, temo almeno per un anno, con conseguenti disagi soprattutto per noi che la viviamo e frequentiamo giorno per giorno.

L’arch. Quintiliani, professionista di alto livello e di sicura affidabilità, segue l’Unione da oltre vent’anni, occupandosi di tutte le problematiche strutturali e delle misure relative alla sicurezza degli immobili e degli uffici.

In occasione di una ristrutturazione tanto profonda avevo provato a immaginare una sede più nuova e più bella, luminosa, ariosa, nutrita di spazi di lavoro comuni, ampi e fruibili nel quadro di una concezione più moderna dell’organizzazione e gestione degli uffici e dei servizi. Via tutte quelle porte chiuse e quei corridoi bui e deserti che improntano oggi la struttura, concepita e vissuta ancora come un ufficio ministeriale di vecchio stampo.

Dopo approfonditi sondaggi e accertamenti strutturali che hanno interessato la sede per due o tre settimane, il responso purtroppo infrangeva buona parte dei miei desideri, poiché rivelava una abbondante presenza di pareti portanti non eliminabili che obbligano a una rimodulazione degli spazi non tanto ampia quanto avrei desiderato realizzare. Qualcosa, tuttavia, sarà possibile fare, collegando alcune attività d’ufficio che ora sono circoscritte in stanze diverse e separate, con relativi disagi, perdite di tempo e di efficienza nella esecuzione del lavoro. In contemporanea, infatti, ho avviato un ripensamento radicale della nostra organizzazione d’ufficio e del modo di lavorare e gestire pratiche, attività e servizi, approfittando anche della revisione in corso delle procedure d’archivio e protocollo, condotta insieme ai tecnici della ditta fornitrice del software, una tal “Pro. Digi” di Siena, non prima però di aver dovuto chiudere in via bonaria una controversia assai pericolosa che ci avrebbe esposto in tribunale a gravi rischi di soccombenza.

La ricomposizione dei diversi settori di lavoro e conseguentemente le opere di ristrutturazione si fonda dunque sul princìpi organizzativi della unificazione delle competenze disponibili, della comunicazione circolare permanente tra settori e soprattutto tra le risorse interne a ciascun settore, della semplificazione dei procedimenti con relativa eliminazione di gerarchie obsolete e ridondanti che appesantiscono i processi lavorativi.

Le modifiche strutturali saranno, purtroppo, minime, ma si potrà procedere comunque a una parziale ricomposizione degli uffici, alla collocazione ergonomica delle postazioni di lavoro, equipaggiate con apparati elettrici, connessioni internet e strumenti di comunicazione video e audio; all’ampliamento, messa a norma e miglior fruizione dei servizi igienici per il personale, i dirigenti e i visitatori; alla creazione di spogliatoi e deposito per il personale ausiliario; alla istituzione di una sala comune di ristoro e pausa pranzo per tutto il personale e i dirigenti, dotata dei dispositivi e dei comfort maggiormente in uso. Verrà eliminata la cosiddetta “cucina”, nonché ogni traccia di permanenza notturna di chicchessia all’interno della struttura che deve divenire definitivamente complesso moderno di uffici, un centro di servizi efficiente e funzionale, senza alcuna velleità di accoglienza pseudoalberghiera.

In aprile la Direzione ebbe modo di esaminare e approvare, con un solo voto di astensione, il progetto e l’incarico agli architetti professionisti per la stesura del disciplinare e capitolato tecnico necessario al Presidente per l’indizione della gara d’appalto. In quella circostanza, il componente Lapietra manifestò appunto la propria astensione, motivata, a suo avviso, dalla mancanza dei dettagli di ricomposizione ufficio per ufficio e soprattutto da paventate complicazioni d’ordine condominiale. In verità, gli architetti avevano iniziato un lavoro di costruzione tridimensionale delle mappe dei due piani, che non erano però riusciti a portare a compimento, ma che dava già anche ai meno avvertiti conoscitori degli spazi un’idea molto concreta delle opere previste, proprio perché, lo ripeto ancora una volta, le modifiche strutturali eseguibili sono minime.

In questo quadro, per consentire al Presidente la fruizione della propria area dedicata, oggi praticamente invivibile, conferendole quella necessaria funzionalità e dignità abitativa, il progetto prevede la riapertura di una porta d’accesso già esistente e ora murata sul pianerottolo esterno del civico 42 e la realizzazione di una parete di separazione dal resto dei locali della sede. Per recuperare all’area riservata all’accoglienza del Presidente una stanza e una finestra oggi del tutto mancanti, inoltre, sarebbe previsto il restringimento del salone Enzo Tioli per una superficie di circa quindici metri quadrati.

Dal 2014, anno della mia elezione a Presidente, il salone ha ospitato forse un paio di riunioni del Consiglio Nazionale, varie sessioni di esami ECDL con sei, otto partecipanti, alcuni eventi di portata un po’ più ampia e ultimamente le riunioni allargate on line via Zoom, grazie all’installazione di un apparato tecnico dedicato ad alte prestazioni. Ma nessuna attività formativa.

Ho dato il mio assenso a inserire la variante nel progetto considerato che rispetto alla situazione attuale, l’edificazione della parete sottrarrebbe non più di sei posti a sedere, consentendo comunque lo svolgimento di tutte le attività sopra citate, ivi comprese eventuali sedute del Consiglio Nazionale. A ogni buon conto, già dalla fine di luglio, ho concordato con i componenti della Direzione a procedere a un esame di dettaglio della variante ed eventualmente a cancellarne l’attuazione ove si dovesse ritenere di dare maggiore importanza e superiore priorità a un po’ di spazio in più per una ipotetica riunione del Consiglio, comunque effettuabile, piuttosto che offrire una condizione abitativa dignitosa e vivibile alla presenza pressoché quotidiana del Presidente a Roma.

Dal 3 al 5 settembre prossimo, in un ritiro di tutti i componenti della Direzione presso una struttura monastica nei dintorni di Roma, all’interno della fitta e corposa agenda di lavori, troveremo di certo dieci minuti per esaminare serenamente l’ipotesi e decidere in piena coscienza e assoluta libertà individuale.

La Direzione di luglio, visto il disciplinare di gara, ha approvato all’unanimità la costituzione della commissione che provvederà all’aggiudicazione, prevista per il 31 agosto prossimo, con le seguenti modalità:

Le offerte pervenute saranno sottoposte all’esame della Commissione che provvederà a:

  • Acquisire le password di apertura dei files contenenti le offerte che verranno fornite dagli offerenti soltanto dopo la scadenza dei termini di presentazione, come appresso indicato;
  • Eseguire una verifica preliminare del rispetto dei termini e delle formalità di presentazione delle offerte e dell’integrità e regolarità dei files pervenuti;
  • Controllare la documentazione presentata, inclusa attestazione di avvenuto sopralluogo, e procedere all’ammissione delle ditte la cui documentazione risulti regolare;
  • Provvedere all’apertura dei files contenenti le offerte economiche;
  • aggiudicare l’appalto, sulla base del ribasso percentuale maggiore, più prossimo al valore determinato dalla media aritmetica dei ribassi percentuali di tutte le offerte ammesse, con esclusione del venti percento, rispettivamente, delle offerte di maggior ribasso e di quelle di minor ribasso, arrotondando all’unità inferiore.

L’aggiudicazione sarà possibile solo in presenza di almeno cinque offerte ammesse ai sensi del presente disciplinare di gara.

In caso di offerta con più di tre decimali saranno considerati solo i primi tre decimali.

In caso di discordanza tra l’importo in cifre e in lettere, l’aggiudicazione avverrà in base al ribasso percentuale indicato in lettere.

In caso di offerte vincenti a pari merito, si procederà all’affidamento dell’appalto per sorteggio.

La Committente si riserva la facoltà di non procedere all’aggiudicazione se nessuna offerta risulti conveniente o idonea in relazione all’oggetto dell’appalto, ovvero in presenza di meno di cinque offerte ammesse, come prima specificato.

Nelle giornate del 3, 4 e 5 agosto gli incaricati di nove ditte interessate all’appalto hanno effettuato il sopralluogo nei locali della sede, guidati dall’arch.Quintiliani e ora attendiamo l’invio delle offerte che ci auguriamo numerose, fruttuose e convenienti, in modo da procedere senza intoppi all’aggiudicazione, alla quale seguirà un complesso momento di definizione e stipula del contratto e di predisposizione delle varie fasi lavorative che dovranno necessariamente svolgersi per settori distinti e tempi separati, in modo da continuare a garantire sempre, ogni giorno dell’anno, la funzionalità e l’operatività della nostra struttura nazionale.

Durante lo svolgimento di tutta questa complessa procedura, ho sempre sentito forte la vicinanza dei componenti della Direzione e mi sono avvalso in maniera continuativa del sostegno e dell’aiuto concreto della vicepresidente UICI Linda Legname e del vicepresidente Irifor Vincenzo Massa ai quali non ho ancora trovato modo, occasione e tempo di dire grazie. La loro presenza pressoché quotidiana mi ha sollevato da molte incombenze che ho appoggiato sulle loro spalle, dove ho trovato sempre una sponda collaborativa preziosa che ha facilitato il mio lavoro e lo svolgimento delle attività dell’intera struttura associativa nazionale.

Giunto al termine di questa lunga esposizione, nel timore di essere incorso comunque in qualche imprecisione di memoria, sfinito da una fatica espositiva durata almeno un paio di giorni, nel respingere con sdegno ogni insinuazione e illazione, ricordo che l’Unione è sottoposta ogni momento alle verifiche dell’Organo di Controllo, almeno mensilmente alle osservazioni e agli accertamenti del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, ogni anno all’opera ispettiva della Corte dei Conti.

E detto questo, credo di non dover aggiungere altro e di non dover prendere lezioni in materia di trasparenza e regolarità delle procedure, tanto meno da chi si protegge dietro lo schermo un po’ iipocrita del dibattito.

Trasparenza non significa sospetto. Dibattito non vuol dire illazione. Democrazia non è l’equivalente di insinuazione.

Sospetto, illazione e insinuazione, in tempi non tanto lontani, portavano dritto dritto dinanzi al collegio dei probiviri.

Oggi è tutta un’altra vita.

Mario Barbuto

Pubblicato il 23/08/2021.

Ciociaria sensoriale

Ciociaria, terra accogliente di antichi valori, abitata da gente orgogliosa.Alla scoperta sensoriale di borghi incantevoli, meravigliose abbazie e antiche tradizioni, circondati da una natura possente e generosa

* * * * *

Scopriremo insieme borghi incantevoli, meravigliose abbazie e antiche tradizioni,

circondati da una natura possente e generosa

Abiteremo in un monastero ristrutturato nel borgo arroccato di Veroli

da mercoledì 22 a lunedì 27 settembre

Partenza dai caselli autostradali di Palmanova, Portogruaro, Sandonà di Piave, Mestre (Hotel Holiday Inn), Padova, Firenze, Tivoli

e dalla stazione ferroviaria di Bologna

Scoprite il nostro tour:

Iscrizioni:

fino a un massimo di 20 partecipanti + accompagnatori

nuovo termine – 31/08/2021

Dettagli del programma:

1° giorno: mercoledì 22 settembre 2021 – SUBIACO

Incontriamo i partecipanti friulani e veneti lungo l’asse autostradale Palmanova – Padova e quelli provenienti dalle altre regioni alla stazione ferroviaria di Bologna. Nel pomeriggio arriviamo in bus alla stazione ferroviaria di Tivoli, dove ci attende Maria, che sarà la nostra guida anche in questo viaggio!

Tutti insieme raggiungiamo Subiaco per visitare il Monastero di Santa Scolastica, l’unico dei dodici voluti da San Benedetto, sopravvissuto ai terremoti e alle distruzioni saracene. Si trova in una posizione molto suggestiva, a 510 metri di altezza da cui domina la valle. Sarà emozionante visitare questo luogo, ammirarne gli splendidi chiostri, cercando di immaginare come fosse la vita di monaci ed eremiti, che qui si ritirarono per secoli in preghiera e meditazione. Proseguiamo poi per Veroli, stupendo borgo arroccato sui monti Erici, dalla spiccata vocazione culturale. Qui trascorreremo cinque notti presso Sant’Erasmo, un monastero benedettino del VI secolo finemente ristrutturato in albergo diffuso. Dopo aver preso possesso delle nostre “celle”, andiamo a cena in un caratteristico ristorante del centro storico a pochi passi dall’hotel. Pernottamento.

2° giorno: giovedì 23 settembre 2021 VEROLI – ABBAZIA DI CASAMARI PRATO DI CAMPOLI – ISOLA DEL LIRI

Dopo la prima colazione, dedichiamo alcune ore della nostra giornata alla scoperta di Veroli, caratteristico centro medievale di antichissime origini. Passeggiamo lungo le stradine arroccate e ci gustiamo questo primo borgo ciociaro. Entriamo nella Basilica di Santa Sàlome, protettrice della città, con la bellissima Scala Santa in marmo del 1700 e nel Museo Civico, dove camminiamo in un ambiente sotterraneo di epoca romana, che attraversa la piazza sovrastante. Tante sono le testimonianze di epoca romana che Maria ci saprà far apprezzare.

Lasciamo Veroli e in bus ci dirigiamo all’Abbazia di Casamari. Durante questa visita capiremo il funzionamento della vita monastica cistercense, un ordine riformato dai Padri Benedettini. L’architettura è strettamente legata alla spiritualità dell’Ordine e ne rispecchia robustezza interiore e semplicità di vita. I portali in bronzo con motivi decorativi medievali, i giardini e il bellissimo chiostro con il pozzo centrale cattureranno tutta la nostra attenzione. La suggestiva preghiera cantata dai monaci concluderà la nostra visita.

Pranziamo in una trattoria molto rustica, con cibo dal sapore genuino, ci troviamo proprio dove si fermano i pellegrini che percorrono il Cammino di San Benedetto!

Nel pomeriggio “tocca” a noi camminare, Maria cede il passo a Roberta, la nostra guida naturalistica, che ci accompagna in una passeggiata sensoriale a Prato di Campoli per godere della generosa e incontaminata natura della Ciociaria: tre chilometri attraverso la faggeta, tra profumo di muschio, foglie che si muovono con il vento e scricchiolano sotto i nostri piedi…

Poi cambiamo completamente genere e, in bus, ci rechiamo a Isola del Liri, per una passeggiata nell’animato centro storico, dove sentiremo riecheggiare lo scroscio dell’imponente cascata. Concluderemo la giornata con un apericena in un simpatico locale, dove godremo della vita mondana di questa cittadina. In serata rientreremo a Veroli per il pernottamento.

3° Giorno: Venerdì 24 settembre 2021 VICO NEL LAZIO – ALATRI

Dopo la prima colazione, partiamo in bus diretti a Vico nel Lazio. Passeremo una mattinata speciale in compagnia di alcuni operatori dell’azienda Olivicola degli Ernici, un frantoio culturale e sociale, che promuove il recupero di antichi valori, come l’amore per la propria terra. Visitiamo il caratteristico borgo medievale, arroccato su un rilievo calcareo, ai piedi del monte Monna, soprannominato la Carcassonne della Ciociaria. Nel centro storico c’è un antico frantoio, lo esploriamo per capirne il funzionamento. Poi ci spostiamo presso la sede dell’azienda biologica, dove il Sig. Stefano, con grande passione, ci spiega il moderno procedimento di produzione dell’olio extravergine di oliva biologico estratto a freddo. Il recupero e la coltivazione degli uliveti, coniugati con alta tecnologia e professionalità, permettono un percorso formativo noto come “Cammino dell’Olio”: dalla terra alla tavola. Faremo tesoro di questo approccio culturale alla degustazione di olio (e non solo!) che seguirà quest’intensa mattinata.

Nel pomeriggio raggiungeremo in bus Alatri, conosciuta come la “Città dei Ciclopi” per l’eccezionale stato di conservazione dell’acropoli, sicuramente uno dei maggiori esempi di architettura antica in Italia, simbolo delle “città megalitiche” laziali.

Percepiamo tutta la possenza delle mura megalitiche, passeggiando attorno all’acropoli. Visitiamo il Museo Civico, con particolare attenzione agli oggetti dedicati ai lavori di impagliatura, ad esempio, o sartoria e alla tradizione popolare.

Indubbiamente bella e interessante la visita ad Alatri in miniatura, dove la professionalità “artigiana” di Maurizio Cianfrocca, autore delle opere che replicano nei minimi dettagli scorci e monumenti della città ernica, ci lascerà sicuramente stupiti, permettendoci di cogliere la struttura del borgo.

In serata rientriamo a Veroli per la cena al ristorante. Poi, per i più volonterosi, passeggiata fino alla caratteristica rocca! Pernottamento.

4°giorno: Sabato 25 settembre 2021 ANAGNI – PIGLIO – COLLEPARDO

Dopo la prima colazione, partiamo in bus per Anagni. Ci attende un’intensa mattinata di visite!

Visitiamo il Museo, dove avremo largo spazio per l’esplorazione tattile di marmi, intarsi cosmateschi, rilievi altomedievali e molto altro. Entriamo nella cattedrale, dedicata a Santa Maria Annunziata, che ospita la cripta segreta di San Magno, costituita da tre navate, con un colonnato che va a formare ben ventun volte a crociera. Avremo modo di conoscerne l’architettura e di capire per quale motivo sia stata soprannominata addirittura “La Sistina del Medioevo”; custodisce infatti uno dei cicli pittorici più importanti dell’Occidente Medievale, sia per i temi trattati che per il livello di conservazione delle pitture.

Visitiamo poi un laboratorio di tarsie lignee, dove avremo modo di conoscere quest’antica arte, riconoscendo i vari tipi di legno utilizzati e i loro profumi.

Si è fatta ormai ora di pranzo, ripartiamo in bus alla volta di Piglio, culla del famoso vino Cesanese. Dopo un breve trasferimento, arriviamo in una scenografica cantina, dove ci gustiamo

una lenta visita sensoriale e infine conosciamo alcuni vini dall’azienda, abbinati a quei sapori che più ne esaltano il piacere.

Nel pomeriggio partiamo in bus per Collepardo, per visitare l’Orto Sylvatico, uno spazio di circa un ettaro e mezzo, dove vivono numerose piante arboree, arbustive ed erbacee spontanee dei Monti Ernici. Qui parteciperemo a una vera e propria lezione di botanica: l’appassionato gestore dell’Orto ci condurrà lungo un percorso, dove avremo modo di conoscere piante, tronchi, insetti e molto altro. Concluderemo la nostra passeggiata con una piccola degustazione di amari, come Sambuca, Nocino, Genziana, Amaro o Ratafia che vengono prodotti proprio a Collepardo. Nel tardo pomeriggio faremo una passeggiata nel piccolo borgo o, se avremo la fortuna che riapra, visiteremo la Certosa di Trisulti, splendido esempio di architettura religiosa di montagna risalente all’anno Mille, dedicata a San Benedetto.

In serata rientreremo a Veroli per la cena al ristorante e il pernottamento

5° Giorno: Domenica 26 settembre 2021 GROTTE DI FALVATERRA – CASTRO DEI VOLSCI

Dopo la prima colazione, saliamo tutti in bus diretti al Monumento naturale delle “Grotte di Falvaterra e Rio Obaco”, un’area di grande valore sia dal punto di vista speleologico che geologico, con un sistema sotterraneo di grotte carsiche lunghe più di cinque chilometri. Faremo dapprima la visita turistica, passeggiando sulla passerella per sentire lo scorrere perenne del fiume sotterraneo. Oltre alle rapide e alle cascate della parte attiva della grotta, sarà possibile ammirare, nella parte fossile, le classiche bianche concrezioni con stalattiti, stalagmiti, colonne, spaghetti, meduse e tanti altri curiosi drappeggi formati dal carbonato di calcio sotto forma di cristalli di calcite. Ascolteremo la guida che ci racconterà della vita ipogea e della storia della grotta, scoperta nel luglio del 1964 dal primo speleosub italiano , Lamberto Ferri Ricchi. A questa prima visita “classica” seguirà il passaggio in canotto dentro la grotta, un’esperienza adrenalinica che faremo in gruppetti di quattro persone, in tutta sicurezza con la nostra guida speleo, per vivere davvero l’ambiente della grotta, percepirne la temperatura, le pareti, l’acqua fredda e tutte le intense sensazioni che la natura saprà regalarci.

Dopo questa esperienza singolare, sicuramente affamati, andiamo a pranzo e assaggiamo qualche piatto tipico di questa parte della Ciociaria, un territorio vocato all’allevamento di bufale.

Dedichiamo il pomeriggio alla scoperta del borgo arroccato di Castro dei Volsci, soprannominato “il Balcone della Ciociaria”, città natale di Nino Manfredi. Scopriamo, grazie a un modellino, il monumento alla Mamma Ciociara, fortemente voluto dal popolo ciociaro in ricordo di tutte le donne che, durante la seconda guerra mondiale, affrontarono la morte per difendere il proprio onore e la propria dignità e quella delle loro figlie, dalla violenza brutale delle truppe francesi. Concludiamo il nostro pomeriggio con la visita alle Botteghe della regina Camilla, riaperte grazie all’associazione “La Scarana”, che ha dato vita ad un progetto rivoluzionario nel centro storico del borgo, per far conoscere le tradizioni antiche di Castro ma anche dell’intera Ciociaria. Un modo per valorizzare un patrimonio culturale e sociale che è parte di questa terra da secoli. Così incontreremo l’artigiano della ceramica, quello del legno, del cuoio e del vino. Scopriremo la bottega del tessitore, che lavora ancora con un telaio del 1600!  E ancora gli antichi gioielli ciociari e gli abiti vintage…che sorpresa questo borgo!

In serata rientreremo a Veroli per l’ultima cena ciociara al ristorante Domus Hernica.

Pernottamento.

6° Giorno: Lunedì 27 settembre 2021 – FUMONE

Dopo la prima colazione, carichiamo i bagagli in bus e salutiamo Veroli, diretti a Fumone.  Facciamo una passeggiata nel centro storico; il borgo è molto caratteristico, si snoda attraverso un labirinto di vicoli e vicoletti medioevali tutti pavimentati in pietra e cotto, con le tipiche case torri e piccole botteghe che vendono prodotti del territorio, come olio, miele e vino. Entriamo nell’antico Castello, proprietà dal 1584 della famiglia Longhi de Paolis, che ancora oggi lo custodisce, tramandandolo di padre in figlio. Visitiamo il piano nobile, il santuario di Papa Celestino V, la Sua prigione e i giardini pensili. Saranno molte le esperienze tattili in questo luogo di alta spiritualità.

.Il viaggio si conclude quindi ancora una volta con Papa Celestino V, la grande passione di Maria!

Prendiamo la strada del rientro, le tappe per lasciare i partecipanti sono numerose, ma tutti arriveremo a casa entro sera, speriamo entusiasti per aver vissuto questa nuova avventura!

L’ordine delle visite potrebbe essere modificato per garantire  l’ottimale svolgimento del programma.

Quota di partecipazione                                                        €  990,00        

(Minimo 16 – massimo 20 partecipanti)

Quota di partecipazione                                                       € 1090,00 

(Minimo 12 – massimo 15 partecipanti)

Supplemento singola                                                            €  100,00

(sono disponibili solo n° 2 camere singole)  

Supplemento ingressi previsti dal programma                   €   25,00

Costo ingressi per persona non vedente                              INCLUSO

(è richiesto il certificato di disabilità)

Supplemento facoltativo per accompagnatore in loco        € 600,00 + € 25,00 quota ingressi

(* Si prevede un accompagnatore per massimo due persone, a disposizione per l’intera giornata fino al rientro in hotel. Al momento sono disponibili n° 2 accompagnatori con esperienza.)

La quota comprende:

– trasporto in bus con a/c (incluso pedaggi/parcheggi/ZTL e vitto/alloggio autista);

– Sistemazione presso il Monastero di Sant’Erasmo a Veroli in camere doppie con servizi privati;

– trattamento di pernottamento e prima colazione c/o l’albergo diffuso;

– n°4 cene al ristorante, bevande incluse;

– n°1 apericena all’Isola del Liri, bevande incluse;

– n°2 pranzi in trattoria tipica bevande incluse;

– n°1 degustazione di vini a Piglio in sostituzione del pranzo;

– n°1 degustazione di olio e prodotti tipici a Vico nel Lazio in sostituzione del pranzo;

– n°1 piccola degustazione di amari a Collepardo;

– n°1 guida accompagnatrice per tutta la durata del viaggio;

– n°1 passeggiata della durata di due ore circa con guida naturalistica;

– n°1 escursione con attrezzatura in canotto nelle Grotte di Falvaterra;

– tutti gli ingressi previsti dal programma per persone non vedenti;

– nostro accompagnatore per tutta la durata del viaggio;

– assicurazione medico-bagaglio.

La quota non comprende:

– il supplemento ingressi per l’accompagnatore e per la persona normovedente che viaggia da sola, pari a € 25,00; – la tassa di soggiorno attualmente non istituita; – l’eventuale ingresso alla Certosa di Trisulti attualmente chiusa; – l’assicurazione annullamento, le mance, gli accompagnatori in loco, gli extra personali in genere e tutto quanto non espressamente indicato sotto la voce “La quota comprende”.

Ingressi previsti dal programma: Monastero di Santa Scolastica (offerta libera), Museo Civico di Veroli, Abbazia di Casamari (ingresso gratuito), Museo della Cattedrale ad Anagni, Orto Sylvatico di Collepardo, Museo Civico di Alatri, Alatri in miniatura (offerta libera), le Grotte di Falvaterra, Il Castello di Fumone.

Hotel proposto: Monastero di Sant’Erasmo a Veroli – 14 camere totali

Iscrizioni entro il 31/08/2021 con saldo dell’intera quota

ORGANIZZAZIONE TECNICA: FV FLUMEN VIAGGI

Via Bassi, 2 33080 FIUME VENETO (PN) Tel. +39 0434 564112

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Licenza sede 0032/TUR – SCIA 03048230274-13022014-1713

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Catania – La “Contaminazione” di Sant’Agata d’estate

Un magnifico abito della mostra diffusa curata da Liliana Nigro per l’Accademia di Belle Arti di Catania in esposizione nella vetrina principale del Museo Borges del Polo Tattile di via Etnea a Catania. In attesa di una mostra tattile dedicata a non vedenti e ipovedenti

Anche l’Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti partecipa, attraverso il Museo Borges del Polo Tattile Multimediale di Catania, all’iniziativa “Contaminazione”, grande mostra diffusa di abiti organizzata per i festeggiamenti estivi per la patrona Sant’Agata. E nata dalla collaborazione con l’Accademia di Belle Arti etnea e con, tra gli altri, la Camera di Commercio della Sicilia del Sud est, il Comune di Catania e il Comitato dei festeggiamenti agatini.

“Avremmo voluto – ha affermato il presidente del consiglio regionale dell’Uici, Gaetano Renzo Minincleri – ospitare una mostra tattile con alcuni di questi meravigliosi abiti, ma le prescrizioni anti-Covid ci hanno consigliato di spostarla a un momento successivo. Abbiamo comunque il piacere di contribuire all’evento esponendo per tutta la durata della manifestazione un bell’abito, tra i trecentosessantacinque realizzati dagli studenti dell’Accademia, nella nostra vetrina principale che si affaccia sulla via Etnea”.

“L’abito che abbiamo scelto per questa prestigiosa vetrina – ha spiegato Liliana Nigro, titolare di quattro cattedre di AbaCatania: Storia del costume e della moda, Organizzazione di eventi, Progettazione per il costume e Tecniche sartoriali – si intitola @SimplementRouge ed è firmato da Matteo Siculo. È un esempio dell’arte e della genialità dei nostri giovani allievi. Un abito sontuoso che rende omaggio alla passione, al fuoco e alla fede che sono caratteristiche della nostra Santa Patrona”.

Solo rimandato, ha confermato la professoressa Nigro, il “momento inclusivo di una Moda da apprezzare con le punta delle dita, che annulli ogni reticente diversità legando e rendendo uguali”.

Per la cronaca, sono numerosissime le location che accolgono le trecentosessantacinque creazioni degli allievi del corso di Storia del Costume per lo Spettacolo, diretto da Liliana Nigro. Una “Contaminazione” per una volta benefica, perché diffonde Cultura.

Pubblicato il 13/08/2021.