L'associazione ARTESìA, in collaborazione con il Fondo Edifici di Culto del Ministero dell'Interno e con il S'ed – Centro per i servizi educativi del museo e del territorio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, propone due visite guidate gratuite per ciechi e ipovedenti, con lo scopo di rendere fruibile il patrimonio artistico delle chiese romane anche ai cittadini diversamente abili, in occasione della XIV Settimana della Cultura che si terrà tra il 14 e il 22 di aprile 2012.
Per la prima volta nella chiesa dei Santi Andrea e Gregorio al Celio sarà possibile effettuare visite tattili, durante le quali i partecipanti saranno seguiti dal personale dell'Associazione Artesìa che si avvarrà della consulenza del dott. Luciano Pulerà, della Sezione Provinciale Roma del Comitato giovani "Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti". Il percorso tattile si svolgerà nel rispetto dei manufatti.
Le visite si terranno giovedì 19 aprile 2012 alle ore 17:30 e sabato 21 aprile alle ore 17:30. L'Appuntamento è di fronte la chiesa, in Piazza di San Gregorio.
Per qualunque informazione e per la prenotazione si può inviare una mail all'Associazione all'indirizzo info@artesiaroma.it oppure chiamare il numero 392 11 09 871 (telefono attivo tutti i giorni esclusa la domenica, tra le 9:00 e le 13:00 e tra le 15:00 e le 18:00).
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Tavola Rotonda: Riforma per il Servizio Civile Nazionale – proposte a confronto
Il 20 marzo 2012 a Roma presso la sala Polifunzionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri ha avuto luogo la Tavola Rotonda "quale riforma per il Servizio Civile Nazionale: proposte a confronto".
L'incontro introdotto dal Ministro per la Cooperazione Internazionale e l'Integrazione con delega al Servizio Civile Andrea Riccardi, ha avuto come protagonisti il Senatore Carlo Giovanardi, le Onorevoli Erica Rivolta (Lega) e Marina Sereni (PD) attivamente impegnate nel ridisegnare attraverso proposte di legge un Servizio Civile più moderno, l'Assessore Regionale alle Politiche Sociali della Liguria, Lorena Rambaudi, Licio Palazzini Presidente della Consulta Nazionale per il Servizio Civile e Silvia Conforti Rappresentante Nazionale dei Volontari in Servizio Civile.
Significativo l'intervento del Ministro Riccardi che ha esordito ribadendo la sua personale convinzione circa "la significatività" dell'esperienza del Servizio Civile Nazionale Volontario che intende e vuole salvaguardare. Per Riccardi è opportuno che si crei un "tavolo tecnico in cui si discuta su come finanziare il servizio civile attraverso regole stabili, efficaci e condivise dove ognuno prenda le proprie responsabilità".
Ha infatti dichiarato il Ministro che: "il servizio civile fa parte integrante del messaggio di speranza sul futuro che il governo Monti vuole dare ai giovani. Mi sono personalmente impegnato a portare questo tema all'ordine del giorno dell'esecutivo, perché sia possibile trovare la risorse necessarie".
Anche gli interventi degli altri partecipanti all'incontro hanno sottolineato la necessità di un'urgente "attenzione" del governo perché venga assicurato un futuro al Servizio Civile Nazionale.
Festa della donna 2012
In occasione della giornata della donna 2012, la commissione pari opportunità della Sezione Provinciale dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti di Catania, pel tramite di alcune sue componenti, ha avuto modo di prendere parte alla trasmissione all'uopo dedicata in diretta audio.
Sono intervenute Carmen Romeo, presidente della relativa commissione provinciale e componente della commissione nazionale e Mattia Gattuso, componente della commissione provinciale.
Nell'ambito del loro intervento, le due componenti hanno voluto sottolineare gli obiettivi che si sono date nel perseguire il programma di lavoro: obiettivi veicolati dalla trasmissione delle informazioni relative alle problematiche che le donne devono affrontare quotidianamente. L'informazione conduce naturalmente alla prevenzione delle malattie che sono più comuni nel sesso femminile, legate per lo più all'ambito senologico ed a quello ginecologico.
Proprio per approntare una prevenzione efficace in tali ambiti, la commissione provinciale P.O. ha promosso la stipulazione di accordi con altre associazioni non profit che si occupano di servizi di tal fatta. Ci si riferisce principalmente al protocollo di intesa sottoscritto con l'ANDOS (Associazione Nazionale Donne Operate al Seno) per l'effettuazione di visite senologiche gratuite, e al protocollo di intesa sottoscritto con il CIF (Centro Italiano Femminile) per la fruizione dei servizi di ginecologia del relativo consultorio familiare.
Oltre all'ambito della prevenzione la commissione si è preoccupata di offrire servizi culturali ai soci tramite la realizzazione, in collaborazione con la locale sede dell'UNIVOC, di una stagione concertistica oltre che della presentazione di libri, fra i quali si ricorda quello del giornalista RAI Nello Rega "Diversi e divisi".
Sempre con la collaborazione dell'UNIVOC la commissione è presente ed operativa nello "Sportello Rosa" voluto dall'ex INPDAP Provinciale di Catania per offrire servizi di consulenza varia alle lavoratrici del settore pubblico interessate da fenomeni di disagio sociale e personale.
La messa in opera delle superiori attività ha permesso il contatto con la consigliera regionale di parità della regione sicilia e con quella provinciale di Catania. La consigliera di parità è una figura istituzionale di nomina ministeriale, presente in tutte le province, regioni, e a livello nazionale, che nell'esercizio delle sue funzioni è pubblico ufficiale ed importante figura di promozione delle pari opportunità, di tutela e di mediazione tra donne/uomini e mondo del lavoro. Si occupa di tutti i tipi di discriminazioni che, nel luogo di lavoro, sono causate dall'appartenenza ad un genere.
Al di là di quello che si è fatto, si ritiene importante indicare qual è l'obiettivo principale che si sta perseguendo, vale a dire quello di ottenere la presenza di una rappresentante dell'U.I.C.I. nelle commissioni pari opportunità degli enti locali territoriali, in particolare modo in quella della Provincia Regionale di Catania ed in quella del Comune di Catania.
A Trento Giornata della Donna sul tema del consumerismo
Anzitutto una premessa: da quando si parla non soltanto di donne ma di pari opportunità, la Sezione ha aperto l'incontro in occasione della giornata internazionale della donna a tutti gli associati. Si è scelto di passare dalla trattazione di temi prettamente femminili all'approfondimento di argomenti d'interesse generale.
Il 10 marzo scorso, presso i locali disponibili al piano terra dell'edificio che ospita gli uffici sezionali ha avuto luogo un interessante incontro sul tema del Consumerismo. A guidare la discussione è stato il responsabile provinciale di "Cittadinanza Attiva", avv. Antonio Licciardello. Le motivazioni che hanno portato ad affrontare tale tematica sono principalmente due: il forum che la sede centrale ha istituito sul rapporto fra "Noi e le Associazioni di consumo" e l'attualità dei contenuti che sarebbero stati esposti ai presenti.
La condizione di disabilità non dovrebbe ripercuotersi sulla possibilità di ogni cittadino di difendersi da truffe, raggiri e cattive sorprese, specialmente nell'utilizzo del proprio denaro e nei rapporti con banche, compagnie assicurative ed altri soggetti del mondo finanziario con cui si entra in contatto, ad esempio, quando si effettuano acquisti con formula rateale o nel caso in cui vengono proposte le famose carte revolving, che generano un circolo vizioso di interessi da restituire. Il non vedente o l'ipovedente in particolare si trovano a dover sostenere un impegno supplementare nel reperimento di determinate informazioni. Nei piccoli centri del territorio vivono molti anziani, generalmente supportati dalle famiglie; ciò non toglie che, per esempio, in seguito alla chiamata di un gestore di telefonia, queste persone, in special modo, non cadano in tranelli che hanno come conseguenza la stipula di contratti da cui è ancora difficile recedere, se non rivolgendosi ad un'associazione dei consumatori per farsi aiutare nelle procedure di conciliazione appropriate.
Quando poi si acquista un bene, che non risulta adeguato alle nostre aspettative, ci si trova di fronte alla difficoltà di restituirlo con il rimborso del suo costo, in quanto ancora parecchi rivenditori contravvengono alla normativa sul diritto di recesso, approfittando della dell'ingenuità da parte di parecchi consumatori.
Risulta inoltre ancora difficile per molte persone compiere investimenti di denaro, per esempio, in titoli; spesso si viene mal consigliati e si rischia di farsi allettare da tassi di interesse elevati, senza che nessuno ci indichi le possibilità di rischio, almeno in linea teorica.
Questi ed altri spunti hanno suscitato un vivace dibattito e molti interrogativi, tanto che si pensa di approfondire alcuni argomenti in incontri futuri.
DA “MUSICA RIBELLE” A “SESSANTA”. Incontro con Eugenio Finardi.
Martedì 20 marzo, con inizio alle ore 17,00, sulla piattaforma web di "Parla con l'Unione", Eugenio Finardi incontrerà i nostri ascoltatori e presenterà il suo ultimo lavoro "Sessanta".
Come sempre vi sarà la possibilità di interagire con il nostro ospite o utilizzando, anche nei giorni precedenti, l'indirizzo email diretta@uiciechi.it o l'apposito form di Parla con l'Unione o, ancora, durante la trasmissione il numero telefonico 0669988353.
Un'occasione da non perdere!
Partecipate numerosi!
Abbattimento barriere architettoniche
La disabilità non può subire discriminazioni di alcun tipo e la città, primo luogo di scambi e interazioni dei cittadini, deve essere fruibile da tutti.
I cittadini, nelle loro specifiche diversità e peculiarità, hanno diritto di vivere al meglio la propria città.Spostandosi con tranquillità nelle vie cittadine, che devono essere fornite di tutta la segnaletica e prive di barriere architettoniche (ossia di tutti quegli ostacoli presenti nell'edilizia che impediscono un comodo utilizzo degli ambienti e delle strutture connesse).
Per un disabile azioni semplici, come percorrere un marciapiede, attraversare la strada o parcheggiare, rappresentano una notevole difficoltà a causa di inappropriate scelte di progettazione; di ostacoli fisici presenti nel percorso urbano; cattive abitudini di cittadini indisciplinati.
Infrazioni ricorrenti, come parcheggiare sulle strisce pedonali o lasciare il veicolo in sosta sul marciapiede, possono causare gravi difficoltà a un non vedente, a un disabile sulla sedia a rotelle, ma anche a cittadini con ridotta mobilità o a mamme col passeggino.
Secondo le normative vigenti, per barriere architettoniche si devono intendere:
– gli ostacoli fisici che sono fonte di disagio per la mobilità di chiunque e in particolare di coloro che, per qualsiasi causa, hanno una capacità motoria ridotta o impedita;
– gli ostacoli che limitano o impediscono a chiunque la comoda e sicura utilizzazione di spazi, attrezzature o componenti;
– la mancanza di accorgimenti e segnalazioni che permettono l'orientamento e la riconoscibilità dei luoghi e delle fonti di pericolo per chiunque e in particolare per i non vedenti, gli ipovedenti e per i sordi.
La legislazione, soprattutto negli ultimi anni, è intervenuta per obbligare i pubblici esercizi ad adeguarsi alla normativa vigente.
Circostanza non sempre tenuta in debita considerazione nel nostro paese!
Dagli anni Sessanta ad oggi si sono emanati più di 45 provvedimenti legislativi a tutela dei diversamente abili!
La legge n. 118 del 30 marzo 1971 ha previsto l'eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici pubblici, nonché l'accessibilità agli invalidi non deambulanti ai mezzi pubblici di trasporto e ai luoghi pubblici.
Nel 1996 con un decreto emanato dal Presidente della Repubblica (D.P.R. 24 luglio 1996, n. 503) sono state fissate dettagliate prescrizioni tecniche riguardanti le strutture esterne, le caratteristiche strutturali interne degli edifici pubblici, e i servizi speciali di pubblica utilità (autobus, treni, metropolitane, marciapiedi,ecc.).
L'osservanza di tale normativa, a mente della legge quadro sull'handicap n. 104 del 5 febbraio 1992, è demandata all'Ufficio Tecnico del Comune.
L'Organizzazione Mondiale della Sanità, considera che nell'arco della vita ogni essere umano vivrà una condizione di disabilità.
Infatti, sono da considerare anche tutte le persone colpite da infortunio, costrette per un certo periodo a subire delle limitazioni nelle loro abituali mobilità; le donne in gravidanza, ma anche i genitori ed i nonni impegnati con carrozzine e passeggini; i lavoratori addetti al carico e scarico di merci; le persone con carrellini della spesa.
È necessario riflettere sulle innumerevoli situazioni di disagio che tutti noi potremmo affrontare.
Vorrei immaginare una Pubblica Amministrazione impegnata a garantire il pieno rispetto della dignità umana e perciò attenta ai diritti di libertà e autonomia delle persone diversamente abili che spesso sono costrette a diventare cittadini invisibili, con conseguente annullamento delle loro risorse e potenzialità.
Per quanto sopra esposto, chiedo a tutti voi un interessamento presso i Comuni per l'istituzione di un "Coordinamento Intersettoriale sui temi della disabilità", al fine di conoscere meglio e risolvere alcune difficoltà che vivono quotidianamente le persone portatrici di handicap.
Il cane guida compagno di libertà della persona non vedente
La funzione del cane guida può essere interpretata in diversi modi, a seconda del presupposto logico culturale cui l'interpretazione stessa è riferita.
A volte si definisce strumento, ausilio, supporto, ecc…
Appare evidente, in tal caso, la condizione di oggetto che si usa e poi si ripone in uno spazio, in attesa di essere utilizzato in altra occasione.
Semplicisticamente, in questo caso, il cane guida viene considerato nella sua materialità e per i vantaggi che può procurare alla persona. Ma la sua funzione è ben più alta e più complessa.
Se si parte dal convincimento che il cane guida svolge una missione nobile perché socialmente rilevante, e rende la persona non vedente libera ed autonoma, assicurandole mobilità in condizioni di sicurezza, si comprende immediatamente che si tratta di un soggetto, ancorché animale, meritevole di tutela giuridica e di rispetto sociale, che include, prioritariamente, il diritto di accoglienza, che, pertanto, non è circoscritto solo alle persone.
Le considerazioni su esposte, fanno attribuire al cane guida, una soggettività comprensiva di diritti comuni e specifici, ed inducono a considerarlo "compagno di libertà" della persona non vedente con il riconoscimento di un ruolo assimilabile ad una mission.
L'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, da quando ha cominciato ad occuparsi del cane guida, e cioè dal primo ventennio del 1900, in cui è stato avviato il progetto di fondazione della scuola di Firenze-Scandicci, prima scuola in Italia e nel mondo, si è preoccupata di diffondere il messaggio che al cane guida doveva essere riconosciuta una particolare funzione sociale, in quanto esso rendeva un importante servizio alla persona, e su questo presupposto logico-culturale imperniò una coerente azione pedagogica e formativa della opinione pubblica.
Di ciò sono testimonianza le campagne di informazione svolte nel tempo, la normativa esistente, ed in particolare le leggi 14/2/1974 n° 17 e 8/2/2006 n° 67.
Il panorama delle scuole cani guida per ciechi si arricchisce con la struttura di Limbiate realizzata dai Lions e dal Centro Regionale Helen Keller di Messina, istituito dalla regione siciliana, recentemente riconosciuto "polo nazionale per l'autonomia dei non vedenti".
Quest'ultima scuola è inserita in un sistema di servizi basati, fondamentalmente, sull'orientamento e la mobilità nell'ambiente in cui può svolgersi l'attività della persona.
Le citate scuole sono accreditate presso la federazione internazionale delle scuole cani guida per ciechi, che impone rigorosi protocolli didattici e standard formativi del personale tecnico, ed inoltre, mantiene una costante vigilanza con puntuali ispezioni svolte da specialisti della materia.
Quest'ultimo requisito costituisce una importante garanzia per gli utenti che, così, possono contare su "compagni di libertà" ben preparati per il servizio da espletare.
Naturalmente, l'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti orienta le strutture ad adeguare le attività alle esigenze di autonomia delle persone non vedenti, si impegna ad aggiornare e ad arricchire la normativa, provvede ad intervenire nei casi in cui vengono violati i diritti della persona e del cane, e cura l'informazione per una adeguata cultura sul cane guida.
Vi è piena consapevolezza che, se è tanto il lavoro fatto, tanto altro resta ancora da fare, soprattutto sul versante della legislazione e della formazione di una opinione pubblica più cosciente e responsabile nei riguardi della persona non vedente, accompagnata dal fedele amico a quattro zampe.
Pluridisabili: dei fratelli che non ci è lecito dimenticare
Sono referente per la mia Regione, la Lombardia e, per il secondo mandato, componente della Commissione nazionale per le pluridisabilità. Mi è stato chiesto di scrivere un articolo su questo argomento e lo faccio volentieri, perché da tanti anni ormai sento la condizione della pluridisabilità, connessa alla minorazione visiva, come un fardello da condividere sia con quelli che sono costretti a portarselo addosso giorno dopo giorno, sia con le loro famiglie. La numerosa letteratura in proposito e la conoscenza diretta, ottenuta sul campo, del problema mi hanno convinto che, se tutte le disabilità presentano un prezzo da pagare, questa si porta dentro il costo più alto. Mi riferisco, com'è ovvio, ad una situazione in cui il deficit intellettivo si coniuga con carenze più o meno gravi di ordine motorio e prassico, alle quali si aggiungono, limitazione ulteriormente pesante, le complicanze visive.
Una volta definita dagli esperti la diagnosi, talora purtroppo incompleta e-o tardiva, si presenta per la famiglia il primo e forse più difficile ostacolo da superare: l'accettazione e la presa in carico del bimbo e del suo problema. Non esiste comunque condizione di vita tanto grave che non sia passibile di riabilitazione: la prima e fondamentale tuttavia è quella che si fonda e scaturisce (lo dico senza retorica, ma per convinzione profonda) dalla consapevolezza che ogni persona è di per sé un valore intrinseco ed è portatrice di diritti inalienabili che esigono di essere rispettati.
Tutti dobbiamo farlo e tanto più lo dobbiamo noi, che possediamo la capacità di pensare e di agire, di muoverci e di dare un nome ai sentimenti ed alle cose, nonostante il nostro limite.
Le sezioni dell'Unione devono spalancare le porte per accogliere loro e le loro famiglie; nelle nostre relazioni programmatiche essi devono trovare uno spazio e delle specifiche strategie di intervento da portare alla scuola e-o alle strutture che se ne fanno carico, perché possano prepararsi alla vita o sentirsi "bene", perché curati e, possibilmente, amati.
Siamo responsabili del loro benessere o dei loro piccoli o grandi successi; dobbiamo darci da fare perché trovino accoglienza ed amicizia là dove vivono: l'integrazione non è un diritto e una conquista soltanto per noi. E lo stesso discorso vale per il lavoro, se ne hanno le capacità.
Ma basta con la teoria! Consentitemi invece di raccontarvi le storie di due bimbe, che hanno attraversato e una ancora attraversa la mia vita e quella della mia Sezione. Le chiamerò Lisa e Flora, due nomi che mi piacciono per il suono gentile e armonioso. La mamma di Lisa la chiameremo Vera.
Vera suonò al nostro cancello verso la fine dell'inverno 2002; eravamo in chiusura di giornata. Eletta Presidente da pochi mesi, avevo tante speranze e altrettante preoccupazioni. Vera posò la piccola sulla mia scrivania e Paola, la mia sensibile ed efficientissima segretaria, rimase un momento con noi. Aveva un bambino di qualche mese più giovane. Vera era tesa, angosciata; Lisa aveva il sondino naso-gastrico, perché non era in grado di nutrirsi regolarmente. Se ne stava silenziosa, con le membra rigide e gli occhi semichiusi. La storia era quella di sempre. Un parto difficile, l'anossia, i primi interventi riparativi in ospedali diversi. Di fatto una prognosi incerta e da ultimo sedute fisioterapiche dilazionate nel tempo. Ad un certo punto Vera mi si gettò tra le braccia, scoppiando in un pianto disperato, fatto di stanchezza e di impotenza. Condividemmo le sue lacrime, poi iniziammo insieme la risalita. Paola rientrò,verificò e raccolse i documenti, mentre io al telefono prendevo per Vera un appuntamento per un più adeguato, almeno speravo, programma riabilitativo.
Così ebbe inizio il percorso di recupero, faticoso, ma impostato e condotto a trecentosessanta gradi. Niente fu lasciato al caso. Stimolazioni basali prima e poi neurovisive; logopedia e fisioterapia: Lisa era ed è costretta su una sedia a rotelle, ma le mani hanno recuperato motricità, anche se non quella fine. Vennero, con le prime parole, i segni di una buona capacità di comprensione. Vera ed il marito lottarono senza posa, per ottenere quanto era necessario alla loro bambina e noi fummo loro accanto in quell'avventura. La scuola dell'infanzia, con tanti sussidi utili condivisa e vissuta nella stessa aula coi compagni normodotati. Accanto a Lisa le maestre curriculari ed una splendida educatrice, Gabriella, che ancora oggi, in quinta elementare, la supporta, grazie anche alla sensibilità delle Istituzioni scolastiche e non. Da quando è stata in grado di comprendere e di decidere, Lisa ha sempre preteso di essere presente agli incontri d'équipe che la riguardavano, anche se poi, ogni volta che si rendeva conto della sofferenza della madre, scoppiava in pianto, suscitando in tutti un'emozione altrettanto forte.
Da qualche anno in famiglia c'è un nuovo arrivato, un fratellino per cui all'inizio Lisa ha provato gelosia (diceva di volerlo vendere al mercato), ma che ora difende come una leonessa quando la mamma lo sgrida per i disastri che combina. "Lo difendo", dice, " perché lui può fare tutto ciò che io vorrei ma non posso fare".
Ed ora vi racconto la storia di Flora. Venne da noi alcuni mesi dopo l'arrivo di Lisa, tra le braccia dei suoi genitori, una giovane e splendida coppia che l'aveva accolta ed accettata senza riserve e che era tutta protesa su di lei, la loro prima creatura. Era di alcuni mesi più piccola di Lisa ma presentava lo stesso quadro clinico, anche se, almeno in apparenza meno esasperato. Parlai a lungo coi genitori: avevano intorno una famiglia grande con tanti nonni, zii e cugini. Flora avrebbe avuto affetto e protezione da tutti e naturalmente avrebbe anche iniziato un adeguato programma terapeutico. Continuammo ad incontrarli di tanto in tanto: mantenevano la loro serenità, ma rifiutarono assolutamente l'idea della scuola materna. L'assistente sociale del comune di residenza ci telefonò preoccupata della resistenza della coppia ad ogni proposta di inserimento: volevano tenere il più possibile con loro la piccola, riabilitandola, ma senza staccarla dal contesto familiare. Era fragile, spesso ammalata e questo li mandava enormemente in ansia. Giunse il momento dell'iscrizione alla scuola elementare: mesi prima i genitori avevano però scelto di collocare la figlia per alcune ore al giorno in un centro dell'ANFASS destinato ad accogliere bimbi gravissimi e abbastanza vicino alla loro abitazione. Vi si recava al mattino per un programma vario di riabilitazione, di gioco e musicoterapia. Dopo il pranzo però tornava in famiglia perché questa riteneva troppo gravoso per la piccola un distacco troppo prolungato.
Incontrai il padre insieme ad un altro genitore, con il quale stavamo conducendo un lavoro di ricognizione sulla condizione di vita dei nostri iscritti con pluri-handicap. Flora per il secondo anno ancora non frequentava la scuola, il padre era accompagnato dal fratellino di quattro anni e si mostrava piuttosto reticente a parlare. Gli chiedemmo se non ritenesse utile inserire la bimba alle elementari anche se per alcune ore ben programmate e supportate, così da ottemperare all'obbligo scolastico. Ci rispose che per il momento non riteneva di doverlo fare: la bimba si trovava bene dov'era e in ogni caso loro non erano disposti né a sottoporla ad un inutile stress né a separarsene per troppo tempo, provavano il bisogno di "coccolarla", di tenersela vicino, di farla sentire protetta ed amata. Due anni dopo furono ancora una volta i genitori a richiamarci: la piccola era morta ed essi avevano vissuto il dramma di quella perdita come un trauma profondo, una ferita che non avrebbe mai potuto essere sanata. Si erano anche decisi a spostare la residenza in un altro paese. Il colloquio fu difficile e lunghissimo intercalato da molte pause. Ne uscii davvero sconvolta e mi interrogai a lungo su come avrei dovuto e potuto fin da subito stare loro vicino ed essere più propositiva.
Di Flora mi resta il ricordo struggente, di Lisa la gioia di una speranza che, piano piano potrà trasformarsi in certezze consolanti.
Ecco mi piacerebbe che su queste storie si aprissero da parte di tanti lettori riflessioni e confronti: sarà utile a tutti e sarebbe un dono di condivisione e di affetto per tanti nostri fratelli e per le loro famiglie.
Civitavecchia: Apertura sportello informativo per disabili visivi – Cerveteri
Il commissario straordinario del Comune di Cerveteri, dott.ssa Giuliana Giaquinto, ha autorizzato l'apertura di uno sportello informativo sulla minorazione visiva volto a dare alla cittadinanza informazioni ed assistenza nei seguenti settori:
– segretariato sociale;
– provvidenze economiche spettanti ai ciechi ed ipovedenti;
– integrazione scolastica e lavorativa dei disabili visivi ed assistenza specialistica scolastica e domiciliare;
– assistenza domiciliare gratuita ai ciechi pluriminorati (legge 284/1997);
– attività culturali e ludico-ricreative;
– assistenza per le richieste di ausili e protesi previste dal nomenclatore tariffario: D.M. 331/1999.
Lo sportello sarà aperto nei giorni di martedì e venerdì, dalle ore 10:00 alle 12:00, presso i locali dove è anche ubicata l'AVIS, Via Armando Diaz n. 12 (davanti l'agenzia della Cassa di Risparmio di Civitavecchia) e affidato alla componente il consiglio direttivo e referente per il comune di Cerveteri Giuseppina Bartocci: cell. 338-9433156.
Settimana del glaucoma, Salerno risponde presente
Il comitato provinciale IAPB in collaborazione con la sede provinciale dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ha aderito alle attività promosse dalla sede nazionale della IAPB per la settimana del glaucoma. La sezione di Salerno, che ospita nei suoi locali un centro di prevenzione e riabilitazione sin dal 1980, ha fatto della prevenzione uno dei temi portanti della sua azione sociale in favore del territorio. Le iniziative più rilevanti di questa settimana sono concentrate nelle giornate di venerdì 16 marzo e sabato 17 marzo. Nella giornata di venerdì presso i locali sezionali, in un incontro pubblico, sarà proposta un'informazione e conoscenza del glaucoma e a quanti lo desidereranno sarà data la possibilità di sottoporsi a un controllo gratuito presso il gabinetto oculistico presente nei locali sezionali. Sabato 17 marzo conclusione in una delle piazze più frequentate della città di Salerno, piazza Flavio Gioia, dove attraverso l'allestimento di uno stand sarà consegnato materiale divulgativo e informativo oltre ad offrire la possibilità a quanti lo vorranno di poter effettuare un controllo per la prevenzione del glaucoma che sarà realizzato in maniera gratuita, sempre presso la sede dell'Unione Italiana Ciechi e degli Ipovedenti di Salerno.