Durante il Soggiorno Primo Sole di Tirrenia 2025, un bel gruppo di ospiti ha aderito alla nostra proposta di visitare un’azienda agricola nel territorio pisano.
La scelta si è concretizzata in una splendida gita alla Fattoria San Vito, situata nella località di Calci.
Questa azienda agricola, di particolare interesse, si estende per circa 100.000 mq, di cui 7 ettari occupano un vigneto storico e i restanti 3 ettari, con circa 2000 piante, riguardano un uliveto.
Siamo all’interno della Val Graziosa, un’ampia conca del Monte Pisano, e il suo nome non è casuale. Alle sue pendici di sinistra si erge la bellissima Certosa di Calci, di grande valore architettonico, mentre sul versante di destra si trova la Torretta di Caprona, dove combatté Dante Alighieri.
All’arrivo, con il nostro pullman, dopo circa 40 minuti di viaggio, ci ha accolto il proprietario, Matteo, raggiunto poi dalla figlia Pakinam, entrambi con grande affabilità.
Abbiamo ascoltato il racconto dell’apertura di questa azienda agricola, narrato da Matteo stesso, che ha spiegato la sua decisione di riaprire questa bella realtà, dopo aver lasciato un precedente impegno di circa 40 anni come libraio in città, vicino all’Università.
Il ritorno all’attività di famiglia, che vanta un’esperienza di 300 anni nelle successive generazioni, è stato in parte determinato dalla situazione economica, ormai più difficile, e dall’impossibilità di un lavoro che si adattasse alle molteplici incursioni della tecnologia nella vendita delle dispense universitarie. Questo lo ha riavvicinato al podere di famiglia.
Il “Vignaiolo”, come oggi Matteo ama definirsi, ha potuto finalmente trasformare questa attività nella sua professione principale, riscoprendo la terra da cui si era allontanato per intraprendere nuove sfide.
La passione è cresciuta di giorno in giorno, regalando emozioni sempre nuove. La tenuta agricola ha sviluppato in lui il piacere di cercare, nella naturalità del metodo di coltura, la realizzazione di una produzione biologica di alto livello.
Nella vigna, tra i pampini e i filari, abbiamo potuto toccare con mano i primi grappoli ancora immaturi, già molto ben definiti, che si affacciano ad ogni tralcio.
Ogni grappolo d’uva ha forme diverse, e gli acini si uniscono in un abbraccio come tanti piccoli elementi, che non possono stare lontani gli uni dagli altri.
Pensiamo, con trasporto e con un parallelo significativo, anche alla nostra grande Associazione, l’Unione, che, come un meraviglioso grappolo di vite, ha nel legame tra ogni suo acino e gli altri l’essenza della propria forza, per donare la sicurezza di un’uva piena e completa. Questa si staglia nella vigna, come noi nella società, con il suo impegno valoroso e produttivo a favore di tutti noi.
Dopo la visita al vigneto, siamo entrati nella fresca e ordinata cantina, dove il nostro Matteo ci ha illustrato tutto il procedimento, dalla vendemmia alla produzione vinicola, soffermandosi sui particolari della lavorazione caratteristica per ottenere i diversi tipi di prodotto, dal vino bianco al vino rosso, in base alla presenza temporale di poche ore del frutto e delle bucce nella catena operativa, che poi porterà alle diverse qualità di vino.
Non pensavamo che le bucce potessero avere un ruolo così determinante per ottenere quanto desiderato nella produzione di vini diversi. Ricordiamoci che tutte le uve, all’interno dell’acino, sono di colore chiaro e, senza l’involucro, darebbero origine solo a vini bianchi.
I vini che abbiamo assaggiato durante la degustazione offerta durante la visita, due bianchi e due rossi, portano nomi legati al territorio: il primo bianco, di 11 gradi, più leggero e giovane, si chiama Montemagno.
Il secondo bianco, più intenso e dorato, di 12 gradi, si chiama Nicosia.
Successivamente, abbiamo degustato i vini rossi: il primo, di 13 gradi, Verrucano, di un bel colore rubino con aroma e retrogusto intensi; il secondo, Cartusia, con fermentazione e consistenza più decise, ha una gradazione di 14 gradi.
Tra i bianchi e i rossi, una croccante e calda bruschetta ci ha permesso di assaporare un olio delizioso, anche questo prodotto di assoluto livello naturale, con caratteristiche biologiche di alta qualità.
L’olio deriva da varietà tipiche locali, come il leccino, il moraiolo e il frantoiano.
Le olive vengono raccolte rigorosamente a mano in questa azienda, e le piante si estendono dal centro del paese di Calci, salendo lungo le mura dei Frati della Certosa fino alla località Tre Colli, a un’altezza di circa 250 metri.
Per le olive, si procede a una raccolta abbastanza precoce, portando i frutti entro poche ore al frantoio, per mantenere le proprietà organolettiche e evitare che l’olio ricavato assuma un sapore diverso da quello gradevolissimo che abbiamo potuto assaggiare, delicato e meravigliosamente abbinabile a ogni piatto, come ci ha spiegato il coltivatore.
Il racconto è stato così apprezzato, insieme agli assaggi successivi, che molte persone hanno poi acquistato i prodotti dell’azienda.
La gita è stata davvero partecipata con entusiasmo da molti, che hanno manifestato con gratitudine il piacere di questa escursione.
Ancora una volta, IRIFOR e UICI hanno reso possibile la realizzazione di una bella uscita collettiva, donando agli ospiti del Soggiorno Primo Sole il massimo piacere. Questo, unito alle attività di vacanza sulla spiaggia e alla meravigliosa coesione nel gruppo, tra tanti spunti di divertimento, ha creato ancora una volta la cornice ideale per trascorrere quindici giorni di straordinaria gradevolezza.