OR CAM: test del dispositivo, di Nunziante Esposito

Autore: Nunziante Esposito

Oggetto: Incontro con LEON PAULL per fare un test pratico di utilizzo di OR CAM. giovedì 16 Febbraio 2017.

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Alla data indicata in oggetto, alle ore 14.30, con la disponibilità di Patrizia dell’ufficio Internazionale che faceva da interprete, ho incontrato Mister Leon Paull che mi ha dato la possibilità di fare un test di Or Cam, un dispositivo che consente di leggere, riconoscere oggetti e di riconoscere le persone, attraverso una telecamera.

Dopo un saluto e le presentazioni di rito, ci siamo accomodati nella saletta predisposta per questo incontro in via Borgognona.

Abbiamo iniziato cominciando a verificare di quali componenti hardware era composto questo ausilio, infatti, Mr. Leon mi ha spiegato come erano fatti e di cosa si trattava. I componenti erano due ed ho potuto constatare che il dispositivo è composto da una unità centrale di una grandezza poco più grande di un pacchetto di sigarette, collegato con un cavetto ad una telecamera ed un altoparlante in miniatura. La telecamera ed il piccolo altoparlante sono montati su un piccolo supporto di una decina di centimetri che viene fissato alla stecca di un paio di occhiali comuni.

L’unità centrale di comando dell’ausilio, presenta 4tasti di comando ed un tasto per accendere e spegnere il dispositivo. Se il dispositivo non viene spento, dopo qualche minuto si spegne da solo, ovviamente per risparmiare la batteria che, a dire il vero, dura già abbastanza.

Apprese le posizioni dei tasti, Mr. Leon ha provveduto a farmi constatare come si monta il dispositivo su un paio di occhiali, forniti per l’occasione, visto che non porto occhiali.

Sulla stecca degli occhiali è stato posizionato un piccolo alloggio, nel quale poi ho potuto incastrare il supporto con telecamera e altoparlante. Questa operazione necessita di apprendimento, ma non presenta difficoltà ad eseguirla, per cui si può facilmente inserire e togliere il dispositivo dall’alloggio e, quindi, dagli occhiali.

Nel mio caso, non portando abitualmente gli occhiali ed usandone un paio composto dalla sola montatura, credo si possa pensare anche di mettere in tasca o in borsa il dispositivo completo di occhiali.

Una volta acceso il dispositivo, si attende qualche minuto per avere la reale disponibilità dell’ausilio. Infatti, una volta che il dispositivo è pronto all’uso, la sintesi vocale ce ne da informazione e si possono usare le funzionalità previste al momento.

Or Cam prevede di utilizzare tre funzioni:

1. Riconoscimento testi (OCR).
2. Riconoscimento volti.
3. Riconoscimento oggetti.
Di seguito sono riportate le modalità di funzionamento del dispositivo in base ai test eseguiti, tranne la gestione dei menu che, come per tutti gli ausili, prevede un minimo di apprendimento, con una accurata lettura del manuale d’uso.

Riconoscimento testi (OCR).

Quella che, per me, è la prima e la più importante funzionalità di questo ausilio, il riconoscimento dei testi, è completamente autonoma, nel senso che non ha nessuna necessità di apprendimento e funziona molto bene con due tipologie di comando, uno più semplice dell’altro. Questi comandi sono descritti di seguito.

Il primo si esegue con il pulsante che serve a confermare qualsiasi azione o per avviare qualsiasi funzione, posto sul lato dell’unità centrale.

Premendo questo tasto dopo aver guardato verso una rivista sulla scrivania, dopo alcuni secondi e dopo aver scattato una foto, la sintesi del dispositivo inizia a leggere il testo riconosciuto in un battibaleno. Se il testo è su una rivista ben contrastata e non troppo colorata, la lettura è eccellente.

In presenza di testo su una rivista molto colorata o in ambiente dove la luce non è sufficiente, qualche difetto nella lettura si nota ma non è una cosa grave, a meno che non si tratti di testi scientifici.

Il secondo comando che è eccezionale dal punto di vista esecutivo, consiste nell’indicare con un dito cosa si vuole leggere e si guarda dove indica il dito. Per esempio, Se si indica con un indice una rivista sulla scrivania e si guarda il dito, togliendo dalla visualizzazione della telecamera il dito, il dispositivo riconosce il testo e comincia a leggerlo.

La stessa cosa avviene se si indica, per esempio, una scritta vicino al muro, piuttosto che un manifesto, oppure una targa applicata ad una porta di un ufficio, anche se lo si fa relativamente da lontano, quindi, senza toccare quello che si vuole leggere, il dispositivo non appena si toglie il dito, legge senza problemi e quasi senza errori.

Ovviamente, come qualsiasi OCR, in presenza di testo non ben contrastato, su supporto deteriorato o in ambiente scarsamente illuminato, fa i suoi errori, fino a non leggere nel caso di luce insufficiente. In questo ultimo caso, la sintesi informa del problema.

La prova di lettura di una rivista l’ho fatta con una rivista poggiata sulla scrivania e con la stessa rivista reggendola in mano come fa normalmente un vedente.

La prova a leggere un foglio di carta con una comunicazione attaccato al muro e le targhe indicative degli uffici attaccate alle porte l’ho fatta nel corridoio degli uffici in sede centrale dove eravamo. Ovviamente, era Patrizia ad indicarmi dove erano i testi da leggere.

Riconoscimento volti.

Il dispositivo era già stato precedentemente addestrato a riconoscere il volto di Mr. Leon, per cui ogni volta che dirigevo lo sguardo verso di lui, la sintesi mi recitava il suo nome. Per verificare se era semplice memorizzare un altro volto ed indicare un’altra persona che avrei inquadrato con la telecamera, ho fatto la prova a memorizzare il volto di Patrizia. Ho premuto il pulsante per avviare il riconoscimento del volto dopo aver guardato verso Patrizia che mi ha aiutato indicandomi a voce dove si trovava, il dispositivo mi ha chiesto se volevo memorizzare il volto. Ho confermato premendo il pulsante solito, quello utilizzato anche per la lettura. Effettuato il riconoscimento, la sintesi mi ha chiesto il nome della persona ed io ho risposto a voce Patrizia. Dopo una manciata di secondi, la sintesi mi ha informato che il volto di Patrizia era stato memorizzato. Da quel momento ogni volta che guardavo verso patrizia, si ascoltava il suo nome con la mia voce, quindi, la registrazione eseguita in precedenza.
Il riconoscimento l’ho eseguito su indicazioni di Mr. Leon, ma è normale e non presenta difficoltà insormontabili, ma ci dice solo che per poter usare il dispositivo, si deve fare un minimo di addestramento, soprattutto per un cieco assoluto. Inoltre, un cieco assoluto non riesce ad usare con molta autonomia questa funzione e, come spiegato sopra, deve essere aiutato a dirigere lo sguardo verso la persona di cui deve memorizzare il volto.

Quello che è positivo, per riconoscere le persone precedentemente memorizzate, non si ha alcun bisogno di andare a cercare la funzione nel menu di gestione. Infatti, ho fatto la prova a leggere la rivista e mentre la sintesi stava leggendo, ho provato a guardare verso Patrizia ed immediatamente mi ha detto il suo nome.

Comunque, se per un ipovedente può essere relativamente semplice Per il riconoscimento di un volto, per un cieco assoluto, anche se l’archivio dei volti dei suoi conoscenti se lo facesse memorizzare da un vedente, è molto difficile inquadrare un volto, soprattutto se si è in movimento, a meno che non si abbia perso la vista da adulto e che si conservi l’abitudine a guardare verso chi sta parlando.

In ogni caso è difficile inquadrare un volto con una precisione tale da essere riconosciuto.

Siccome mentre stavamo poi discutendo, abituato come sono a guardare nella direzione di chi sta parlando, per me è diventato fastidioso sentire continuamente Leon, Patrizia, per cui ho lamentato questo problema, Mr. Leon mi ha detto che era possibile impostare ogni quanto tempo si desiderava avere il feed-back quando riconosceva un volto.

Nota bene: mentre si facevano queste considerazioni, con patrizia che ci faceva da interprete, ho avuto modo di constatare che dopo 3 minuti di stand-by il dispositivo annunciava che dopo pochi secondi si sarebbe spento, per cui dovendo fare altre prove lo riprendevo premendo di nuovo il tasto di accensione.

Questi avvisi avvenuti due o tre volte durante le pause, mentre facevo domande o mentre Mr. Leon mi spiegava qualche funzionalità, mi ha indotto a verificare la consistenza della carica della batteria che in partenza era al 60 per 100 circa.

Eravamo a lavorare più o meno in modo continuo da più di un’ora ed avevamo ancora più del 40 per 100 di carica. Altra cosa constatata, toccando spesso l’unità centrale, mi sono reso conto che emanava un calore appena percepibile, indice di poco consumo e ottima dissipazione.

Da tener presente che la carica della batteria, Mr. Leon l’ha verificata con un comando apposito da menu, cosa molto normale perché si devono apprendere i comandi come con qualsiasi altro ausilio.

Con la verifica eseguita, mi sono reso conto che la batteria non si scarica molto velocemente, anzi, il consumo di energia lo ritengo abbastanza contenuto

Riconoscimento oggetti.

Questa terza funzionalità di questo ausilio, come per i volti, comporta un’azione preliminare prima di essere usata. Infatti, gli oggetti devono essere prima riconosciuti, dopodiché, non appena vengono inquadrati dalla telecamera, ne viene pronunciato il nome che gli abbiamo dato nella procedura di riconoscimento.

Riconoscere un oggetto è un po’ più complesso del riconoscimento di un volto, perché si devono eseguire tre operazioni di riconoscimento sequenziali, ma secondo me dal punto di vista operativo, risulta più facile farlo, anche per un cieco assoluto.

Premuto il comando per avviare il riconoscimento, il solito tasto premuto per alcuni secondi, la sintesi vocale indica di porre l’oggetto alla distanza di un braccio e di indicarlo.

Tenendo l’oggetto in mano, basta protendere il braccio e con l’altra mano, indicarlo con un dito.

Mentre lo si guarda, non appena si toglie il dito, il dispositivo scatta una foto.

La sintesi indica di avvicinare l’oggetto ed indicarlo. Si ritrae il braccio e si indica con un dito.

Non appena si toglie il dito dall’oggetto che si sta guardando, viene scattata la seconda foto.

La sintesi indica di posizionare l’oggetto con un’altra prospettiva e di indicarlo.

Con l’oggetto ancora in mano, basta girarsi verso sinistra o verso destra ed indicarlo con un dito.

Non appena si toglie il dito, viene scattata la terza foto e la sintesi, dopo qualche secondo, indica di attendere.

Dopo un’attesa di una manciata di secondi, la sintesi chiede di dare un nome all’oggetto. Basta pronunciare il nome e confermare con il solito tasto di comando.

Si attendono alcuni secondi e la sintesi ci avvisa che l’oggetto è stato riconosciuto con successo.

Contrariamente, ed abbiamo fatto le prove, se non si rispetta la procedura indicata dalla sintesi, viene prodotto un messaggio di errore di mancato riconoscimento dell’oggetto.

Avendo riconosciuto un oggetto comunissimo, un pezzo di formaggio parmigiano, di quelli che si acquistano al supermercato, ed avendogli dato il nome di Parmigiano, ogni volta che indicavo con un dito e toglievo il dito, ovviamente guardando nella direzione del dito, ascoltavo il nome che io stesso avevo registrato per quell’oggetto.

Considerazioni:

fin dall’inizio di questi test che ho avuto la possibilità di fare, Mr. Leon mi ha spiegato che questo ausilio è molto più importante ed utile per un ipovedente, ma lo è molto meno per un cieco assoluto.

Immediatamente non mi rendevo conto di una tale dichiarazione. Infatti, fra me e me, mi domandavo la ragione per la quale Mr. Leon metteva le mani avanti.

Alla fine ho capito che, essendo un cieco assoluto, non voleva deludere le mie aspettative, ecco il perché di quella dichiarazione molto onesta.

Man mano che provavo, mi sono reso conto sempre di più che diceva il vero e che ero io a non aver capito subito che senza un minimo di residuo visivo, non è semplice usare tutte le funzionalità dell’ausilio.

Dopo aver eseguito i test ed a mente fredda, devo dire con molta franchezza che le funzioni implementate in questo ausilio sono eccezionali, sia per la precisione con la quale effettuano il riconoscimento di volti ed oggetti, ovviamente dopo l’addestramento, sia per la lettura che in situazione di luce sufficiente, è di una precisione unica.

Di contro, se non si ha un minimo di residuo visivo, fosse anche quel minimo che ti fa rilevare la presenza di una targa di una strada contro il muro, che ti consente di rilevare un manifesto affisso, una tabella di una fermata del bus, eccetera, sarà difficile indicare con un dito e farsi leggere il testo presente nella direzione del dito.

Per la lettura da fermi, e parlo seduti ad una scrivania come l’ho provato io, anche un cieco assoluto riesce a farsi leggere una rivista, leggere qualche targa se si sa dove è posizionata ed ha un riferimento per individuarla, leggere il testo su uno schermo ed altre tipologie di testo, per le quali anche per un cieco assoluto si possono avere riferimenti certi.
In un luogo che non si conosce, un cieco assoluto non può leggere, a meno che non ci sia qualcuno che gli indica dove sta il testo da leggere, come ha fatto patrizia che mi ha indicato, per tutte le cose che ho letto, quando siamo usciti dalla stanza per fare delle prove diverse dalla lettura e riconoscimento da fermi.

Infatti, quando siamo usciti dalla stanza e ci siamo incamminati nel corridoio a via Borgognona, Patrizia mi indicava dov’era del testo da leggere, come le targhe indicatrici degli uffici e di chi li occupa.

Probabilmente qualcuno potrà anche essere scettico come lo ero io prima di provare il funzionamento di questo ausilio, e non credere che non abbia difetti, o almeno una pecca.

Al di la che solo un uso intensivo dell’ausilio può far rilevare eventuali difetti e che con i test eseguiti non ne ho rilevato, una pecca non da poco è sicuramente il prezzo, che non è poco, anche considerando che è un ausilio che lavora molto bene.

Forse una qualsivoglia giustifica può essere i cento tecnici molto specializzati che ci lavorano e, ancora di più, la considerazione che il nostro è un mercato di nicchia, ma non sarebbe male se fosse venduto ad un prezzo più accessibile.

Personalmente questa ultima considerazione l’ho espressa a Mr. Leon, ma mi ha risposto che il prezzo non è alto, considerando che gli sviluppatori sono sempre al lavoro e che stanno cercando di implementare altre funzioni che aggiorneranno in seguito.

Termino riportandovi una considerazione che ho fatto pensando a voce alta al momento che ho terminato il test:

“Se avessi avuto un ausilio del genere nel momento che ho lasciato il mio lavoro di capotecnico industriale, quando avevo un residuo visivo poco più di un decimo, avrei potuto lavorare almeno per altri 6 o 7 anni”.

Da quello che mi ha spiegato Mr. Leon, questo dispositivo completamente vocalizzato in italiano, sarà messo in commercio in Italia a partire pressappoco dal mese di Giugno prossimo e già stanno facendo gli accordi commerciali con le ditte che rivendono gli ausili.

Spero di aver fornito le indicazioni necessarie per valutare bene quello che ho testato. Inoltre, essendo una spesa non da poco, voglio sperare che, come Unione, si possa fare in modo che un ausilio così importante per gli Ipovedenti ed in parte anche per i Non Vedenti, si possa far inserire totalmente o parzialmente nel nomenclatore tariffario.

Nunziante Esposito
Responsabile Nazionale Ausili e Tecnologie
nunziante.esposito@uiciechi.it

Al via il torneo internazionale di showdown di Praga

Si svolgerà dal 9 al 12 marzo 2017 a Praga, in repubblica Ceca, il Torneo Internazionale di showdown “BSC Prague Show”.
Parteciperanno all’importante torneo i nostri soci Domenico Leo e Luca Liberali, accompagnati dal tecnico Maurizio Regondi.

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Telegram inaccessibile ai non vedenti. Aiutaci firmando la petizione

In questi mesi abbiamo ricevuto da parte dei nostri utenti un numero di segnalazioni elevato riguardo l’app Telegram, che risulta purtroppo completamente inaccessibile alle persone con disabilità visiva, su qualsiasi piattaforma: iOS, Android, Windows, mac, web.
Abbiamo provato, invano, a contattare gli sviluppatori, e la situazione non è cambiata, nonostante un messaggio su twitter che nel 2015 prometteva un maggior supporto all’accessibilità, perciò come team abbiamo pensato di effettuare una petizione a livello mondiale, per cercare di sensibilizzarli il più possibile.
Poiché la petizione è in lingua inglese, qui sotto trovate la corrispettiva traduzione in italiano, seguita poi dal link per firmare la petizione.
Testo della petizione in italiano
Telegram dovrebbe essere accessibile a non vedenti e ipovedenti
Telegram è una delle app più utilizzate e diffuse per quel che concerne la messaggistica e il social network in generale. è completamente gratuita ed open source, e, secondo i suoi sviluppatori, tutta la propria implementazione è focalizzata sulla privacy e sulla massima sicurezza.
Oltre che dalle singole persone, Telegram è utilizzata da siti web, riviste online, agenzie di stato ed organizzazioni che desiderano raggiungere i propri utenti con rapidità e con il minimo sforzo inviando notifiche, link o messaggi ai loro smartphone, tablet o pc.
Telegram è disponibile per iOs, Android e per i principali sistemi operativi desktop; può essere utilizzata anche direttamente da un browser, in modo da garantire l’accesso al servizio da qualsiasi dispositivo moderno…
a meno che non ci si ritrovi affetti da disabilità e si utilizzino tecnologie assistive!
Infatti, mentre i concorrenti di Telegram quali Whatsapp, Facebook Messenger o Skype hanno sviluppato/sviluppano le loro app tenendo in gran considerazione l’accessibilità per non vedenti e ipovedenti, gli sviluppatori di Telegram hanno compiuto un ottimo lavoro nel riuscire a creare un’app inaccessibile per tutte le piattaforme.
Prendiamo a titolo di esempio le app per iOs o Android: risulta semplicemente impossibile usare queste app per una persona non vedente o ipovedente, in quanto gli elementi che compongono l’interfaccia non possono essere letti ad alta voce dagli screen reader, un tipo di tecnologia assistiva molto particolare che consente alle persone non vedenti di servirsi di smartphone o pc.
Nel corso del tempo, molte persone affette da disabilità visiva hanno contattato in vano i programmatori di Telegram, chiedendo di risolvere i problemi inerenti l’accessibilità, di modo da poter servirsene come i loro coetanei normodotati.
Purtroppo, ad oggi nulla è stato fatto in tal senso, e le app rimangono completamente inservibili.
Per questo motivo Noi, lo staff di NvApple (principale fonte di informazione per gli utenti italiani non vedenti e ipovedenti sui prodotti Apple) ha deciso di lanciare questa petizione.
Vogliamo fermare quella che a nostro avviso si configura come una vera discriminazione, considerato il notevole impatto sociale di quest’app.
Forse, se un gran numero di persone firmerà questa petizione gli sviluppatori di Telegram potrebbero cambiare il loro punto di vista in merito all’accessibilità dei loro prodotti, lavorando per permettere anche alle persone affette da disabilità visiva di servirsi delle loro app: in fondo, l’accessibilità deve essere vista come un diritto, non come un favore.
Firmare la petizione
Firmare la petizione è un’operazione molto semplice. Basterà cliccare sul link qui in basso, inserendo il proprio Nome, Cognome, Email e selezionando lo stato di appartenenza.
Firma la petizione digitando questo link https://www.change.org/p/telegram-should-be-accessible-for-visually-impaired
Se possibile, diffondete questa petizione, fatela conoscere ai vostri amici. Ovviamente non promettiamo la luna, ma se non tentiamo non otterremo nulla.
Redazione nvapple

I risultati del 2° TORNEO NAZIONALE INDIVIDUALE DI SHOWDOWN “Abilmente Sportivi”

Si è concluso oggi, domenica 5 marzo, il 2° Torneo Nazionale Individuale di Showdown “Abilmente Sportivi” che si è svolto a Tito in provincia di Potenza.
In campo femminile la milanese Monica De Fazio è giunta seconda, Sonia Tranchina quinta.
Giuseppe Cesena si è piazzato al diciassettesimo posto.

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USA: sentenza rivoluzionaria sui cani guida, di Gianluca Rapisarda

Autore: Gianluca Rapisarda

Nei giorni scorsi, la Corte Suprema degli Stati Uniti ha votato all’unanimità una sentenza a favore di Ehlena Fry, una 13enne del Michigan affetta da una forma di paralisi celebrale che limita fortemente la sua mobilità. Per questo ha bisogno del cane guida che le facilita gli spostamenti, aprendole le porte e prendendole gli oggetti. Ma la scuola che frequentava la giovane aveva proibito la presenza dell’animale al suo interno e quindi la famiglia aveva avviato nel 2012 una causa legale citando la violazione della Americans with Disabilities Act, che autorizza l’assistenza da parte di animali in qualsiasi istituzione.

Il lieto fine di questa triste vicenda fa ben sperare perché anche nella “civilissima” Italia il diritto di accesso con il cane guida nei luoghi pubblici delle persone con disabilità visiva, riconosciuto per legge, venga reso concretamente esigibile.

Infatti, com’è ben noto, in tema di autonomia e mobilità dei minorati della vista in Italia possiamo contare su leggi tra le migliori a livello europeo. Peccato, però, che troppo spesso non si riesca poi ad applicarle in maniera davvero compiuta. Questo fa sì che in realtà non ci sia una vera integrazione, con conseguenti difficoltà da parte dei non vedenti e ipovedenti a raggiungere apprezzabili livelli di autonomia e di inclusione

Eppure, nel nostro Paese, la normativa non lascia adito a dubbi. La materia è normata dalla legge n. 37 del 1974 poi integrata e modificata dalla legge n. 376 del 1988 ed infine dalla legge n. 60 del 2006.

In particolare, la legge n. 37 del 1974 stabilisce che “il disabile visivo ha diritto di farsi accompagnare dal proprio cane guida nei suoi viaggi su ogni mezzo di trasporto pubblico senza dover pagare per l’animale alcun biglietto o sovrattassa.”. La legge n. 376 del 1988 ha aggiunto che “al minorato della vista è riconosciuto altresì il diritto di accedere agli esercizi aperti al pubblico con il proprio cane guida.” Per ultimo, la legge n. 60 del 2006 ha precisato che “i responsabili della gestione dei trasporti e i titolari degli esercizi aperti al pubblico che impediscano od ostacolino, direttamente o indirettamente, l’accesso alle persone con disabilità visiva accompagnate dal proprio cane guida sono soggetti ad una sanzione amministrativa pecuniaria consistente nel pagamento di una somma da euro 500 a euro 2.500.”

Ciò nonostante, sulle più disparate testate giornalistiche e sui siti web si sprecano “ciclicamente” notizie che ci riferiscono di non vedenti ed ipovedenti “rifiutati” dai proprietari di alberghi ed esercizi pubblici e dai conducenti di autobus e taxi, proprio perché accompagnati dal proprio cane guida.

Al di là della violazione delle suddette norme, queste tristi storie hanno l’aggravante della discriminazione. Conculcano i principi della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, la loro dignità, il loro diritto a pari opportunità.

Atti così gravi e dilaganti fanno comprendere quanto la consapevolezza dell’opinione pubblica circa il diritto di accesso e di movimentazione dei cani guida per non vedenti sia ancora molto limitata. E’ giunto invece finalmente il momento di capire che il cane guida non è solo il “simbolo” della cecità ma che, al contrario, costituisce per le persone con disabilità visiva un concreto ed insostituibile “ausilio” di mobilità ed un preziosissimo “compagno” di libertà e di inclusione.

Sport – Al via il 2° Torneo Nazionale individuale di Showdown “Abilmente Sportivi”

Si svolgerà, dal 3 al 5 marzo a Tito in provincia di Potenza, il 2° Torneo Nazionale Individuale di Showdown “Abilmente Sportivi”.
Saranno presenti anche i nostri giocatori
Monica De Fazio, Sonia Tranchina e Giuseppe Cesena accompagnati dal tecnico Pietro Rossetti.

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Lettera Genitori: I nostri bambini meritano di essere integrati nella società

Massa Carrara, 25/02/2017.

Oggi approfittando di avere qui con noi enti ed istituzioni vogliamo portare a conoscenza delle esigenze dei nostri bambini per poter assaporare meglio questi anni di gioia, di spensieratezza, come è diritto di ogni bambino a prescindere, se è affetto o meno, da patologie visive.

I nostri bambini meritano di essere integrati nella società ma per una vera integrazione non basta sederli vicino ad un bambino normodotato, bisogna permettergli di poter parlare lo stesso linguaggio, cosa difficile se pensiamo che un bambino normodotato può permettersi di guardare cartoni animati su più reti televisive mentre per un non vedente non c’è un cartone Audio-descritto considerando che anche la rete che trasmette le audiodescrizioni sembra dimenticarsi che esistono bambini non vedenti;  purtroppo ciò avviene anche nelle varie manifestazioni per bambini che prevedono giochi di attività, nessuno sembra soffermarsi sulla possibilità che in mezzo a tanti bambini gioiosi ci può essere un bambino non vedente che ha il diritto come gli altri di partecipare, di condividere e di non essere solo spettatore che cammina in punta di piedi per non disturbare.

Oggi un bambino non vedente grazie alle nuove tecnologie e ai nuovi ausili può sentirsi parte integrante della società, può scrivere, leggere, usare il computer, l’IPad, l’IPhone e può comunicare con il mondo, poi muoversi indipendentemente per brevi o lunghe distanze e sentirsi simile ai suoi coetanei.

Noi chiediamo solo di poter avere nel presente e nel futuro qui nella nostra provincia degli istruttori di mobilità autonomia ed informatizzazione.

Un Istruttore della mobilità che iniziando un percorso dall’età evolutiva possa imprimere nel bambino fiducia e sicurezza tanto da arrivare a poter insegnargli a spostarsi con qualsiasi mezzo pubblico, a poter entrare in un centro commerciale, poter usare vari servizi e perché no poter usufruire dei servizi igienici nel modo più adeguato.

Un Istruttore dell’autonomia che insegni al bambino a svolgere tutte quelle che sono semplicemente le attività quotidiane, insegnare oggi ai bambini che domani diventeranno ragazzi in grado di fare tutto quello che i ragazzi fanno, anche quello che apparentemente può essere considerato superfluo, come il truccarsi o il radersi, insomma tutto ciò che futuri uomini e donne dovranno imparare per se stessi e per gli altri, quindi cucinare, riordinare, stirare, pulire, lavare, usare il forno piuttosto che la lavatrice od altri elettrodomestici, ecco tutto questo potrebbe sembrare banale ma non lo è davvero per un non vedente.

Un istruttore di informatizzazione inteso come il tecnico che insegni ad usare qualsiasi strumento di scrittura e lettura utili per la scuola e per la vita quotidiana, che insegni ad utilizzare tutti gli ausili che rendono l’integrazione possibile, per fare degli esempi, la barra Braille piuttosto che la stampante Braille, il computer con tutti i suoi programmi sia di scrittura che di calcolo che di lettura, l’utilizzo dell’iPhone, che insegni a navigare con sicurezza sui social, a scrivere email, ad utilizzare  internet per poter magari fare acquisti o muoversi nel sito della propria bianca piuttosto che far pagamenti on-line. Tutto questo sarebbe possibile e sicuramente molto meno faticoso se si gettassero le basi nell’età evolutiva dove l’apprendimento è più facile e veloce. Noi chiediamo solo tecnici, istruttori che dovranno interagire anche con noi genitori insegnandoci come poter aiutare al meglio i nostri bambini ma dovranno essere presenti direttamente nella nostra provincia, vicino a casa, perché non si può sempre chiedere ad un bambino dopo una mattinata di scuola con le 1000 fatiche che devono affrontare, mangiare in fretta, poi di corsa in macchina, indipendentemente dal caldo, dal freddo piuttosto che dalla pioggia, percorrere distanze che non sono certamente brevi con il rischio che dato la inevitabile stanchezza tutto ciò diventi poco utile, il bambino stanco ha ovviamente un minore apprendimento. E’ comunque giusto e doveroso ricordare che non tutti i bambini compiono lo stesso sforzo in quanto hanno patologie diverse ed una resistenza diversa l’uno dall’altro ma in linea di massima il problema è comune.

I nostri bambini non sono numeri e percorsi burocratici ma esseri umani, bambini con tanta voglia di vivere,  giocare, amare e di diventare grandi. Aiutateci a farli diventare uomini e donne sereni, felici e realizzati.

Mantova – Mostra fotografica “Immaginando – The image through the senses”, di Mirella Gavioli

Autore: Mirella Gavioli

La mostra fotografica “Immaginando – The image through the senses”, dell’autore Gianluca Balocco, che vedrà la sua prima esposizione in occasione dell’inaugurazione del nuovo complesso museale di Palazzo Ducale a Mantova, prevista per il prossimo venerdì 3 marzo e visitabile fino al 16 aprile, è il risultato di un progetto che, da più di un anno,  ho condiviso e vissuto con l’autore, cogliendone a pieno il privilegio e l’importanza che esserne parte attiva, così come lo ha rappresentato per me, per Anna ed Isabella, può rappresentare per molte altre persone quali destinatari o veicoli di condivisione di esperienze di conoscenza e di maggior consapevolezza.

“Per alcune persone, come per chi non vede, il toccare, oltre ad essere un’esigenza, è sicuramente il modo più efficace per poter conoscere. Se partiamo dal concetto che l’arte dà significato, senso ed importanza alla vita dell’uomo perché non offrire a tutti questa opportunità?

Una persona non vedente è dotata della stessa sensibilità dei propri simili che hanno la fortuna di poter usare la vista ma, in più, le persone non vedenti hanno spesso un’insaziabile curiosità e un desiderio profondo di conoscere il mondo e la bellezza nelle sue forme più di ogni altra cosa.

Questa “fame” possiamo saziarla solo attraverso gli altri sensi, primo fra tutti il tatto infatti, i dettagli delle opere d’arte, possono sfuggire all’occhio umano più accurato ma non alle dita di chi le usa per vedere e conoscere nel profondo!” Questi sono stati solo alcuni dei concetti condivisi che hanno gettato le basi e che si sono sviluppati con l’autore che ha voluto e saputo cogliere e riprodurre attraverso lo strumento della fotografia, mettendosi e mettendoci a disposizione un’esperienza unica nel suo genere. Realizzare un’installazione fotografica ed esperienziale, che permetta la condivisione e la fruizione dell’arte da parte di tutti coloro che ne vogliono cogliere le emozioni e percepire il piacere ed il valore artistico e culturale, in tutte le sue forme, attraverso momenti singolari, oltre che un piacere, abbiamo ritenuto fosse anche un dovere che può avvicinare ed arricchire il nostro patrimonio storico ed umano.

Il progetto The Image through the senses, confronta due diverse esperienze artistiche fatte dall’autore: quella di 3 Donne non vedenti che toccano ed avvolgono in “delicati abbracci di “sensoriale e sensuale” conoscenza” le statue della collezione di Isabella D’Este, e quella di un set di Nurturing Touch con Marinella Cellai a Roma.

Come donna e nella mia attività di Presidente sezionale dell’ Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti, anche la percezione e la condivisione della bellezza e della cultura, rivestono senza dubbio un valore etico e reale. Ho accolto con entusiasmo la sfida che l’artista Gianluca Balocco, un anno fa mi ha proposto e in cui mi auguro ci si possa riconoscere come parte attiva di un pensiero collettivo che ha generato in me ed in noi, il desiderio di cogliere questa occasione quale perseguimento di alcuni obiettivi condivisi. Infatti, L’installazione fotografica dell’autore, grazie alla collaborazione attiva della sezione UICI di Mantova, ha permesso di indagare attraverso differenti proposte sensoriali sui bisogni primari della conoscenza e sulle emozioni vissute da chi non vede.

Si vuole porre l’attenzione su diverse modalità di approccio all’arte tra cui quella tattile e sinestetica, diffondendo la cultura dell’accessibilità e della fruizione delle opere d’arte da parte di chi non può vedere e nemmeno toccare;

Si vuole rendere visibile il mondo nascosto di chi, pur non vedendo con gli occhi, ci insegna a vedere con gli altri sensi e con la propria sensibilità;

Grazie all’intervento della sezione e del tiflologo Claudio Signorini, si vuole rendere accessibile anche ai disabili visivi, la fruizione dei contenuti della mostra, attraverso esperienze tattili e sensoriali, con il supporto di didascalie in linguaggio Braille per i ciechi, a caratteri ingranditi per ipovedenti, con descrizione dei contenuti della mostra, nonché in modalità QR code, attraverso l’accesso con smartphone a cura di UICI.

L’installazione propone ai visitatori del museo una diversa modalità percettiva delle opere d’arte, mettendo a confronto la disabilità visiva dei non vedenti con la disabilità tattile dei vedenti senza tuttavia, privare questi ultimi del piacere di cogliere, attraverso gli occhi, ogni altro dettaglio che può trasmettere emozioni, come lo è stato possibile per i primi, attraverso le proprie mani.

L’installazione fotografica, diventa in questo progetto esperienziale, un originale quanto valido strumento di inclusione, permettendo comunque la condivisione e la fruizione dell’arte da parte di tutti coloro che ne vogliono cogliere le emozioni e percepire il piacere ed il valore artistico e culturale, in tutte le sue forme, attraverso attimi di esperienze singolari, trasmesse proprio da parte di chi è affetto da una “privazione sensoriale oggettiva ma sostanzialmente solo apparente”, che l’artista ha saputo cogliere e rappresentarne una percezione esistenziale attraverso la sequenza di tocchi ed abbracci che restituiscono al visitatore, il piacere dell’immaginazione e dell’emozione.

Non si tratta tuttavia di una visione new-age. L’artista Gianluca Balocco opera con la fotografia come in un esperimento scientifico che privilegia una concezione sistemica della vita e che pone in stretta relazione la spiritualità, la scienza e l’arte come fenomeni diversi con una stessa origine che risiede nelle forme più evolute della consapevolezza umana.

L’installazione propone infine ai visitatori del museo una diversa modalità percettiva delle opere d’arte. In questa dimensione entra in gioco anche un dilemma della fruizione dell’arte: non è poi sempre vietato toccare secondo le regole del nostro sistema sociale ma a volte è difficile o impensabile l’atto di toccare che invece è stato, seppur non senza difficoltà, concesso in via privilegiata per la realizzazione di questo progetto da cui è scaturita la prossima esposizione della mostra, e che verrà concesso in una certa misura tanto ai visitatori vedenti quanto ai disabili visivi per ciò che verrà esposto, in una sorta di scambio esperienziale.

È stato realizzato anche il relativo catalogo che riporta testi del direttore del complesso museale Peter Assman, dell’autore Gianluca Balocco e della scrivente in qualità di presidente della locale sezione U.I.C.I. quale ente particolarmente coinvolto e collaboratore che potranno lasciare di questa esperienza, certamente una traccia permanente.

Per saperne e capirne di più, vi aspettiamo a Mantova, Complesso Museale Palazzo Ducale di Mantova
Sala dei Capitani, Appartamento Grande di Castello, dal 4 marzo al 16 aprile 2017.

Nasce il primo smartwatch con display braille, di Salvatore Davì

Autore: Salvatore Davì

Lo sviluppatore Sud Coreano Dot ha prodotto il primo smartwatch Braille al mondo, e le sue caratteristiche sono proprio quello che ci si aspetterebbe da un dispositivo del 21° secolo.

Il Dot visualizza le informazioni utilizzando 4 celle Braille dinamiche attive, come le comuni barre e display braille, e consente ai suoi utenti di selezionare la velocità di lettura dello schermo.

Il Dot si connette allo smartphone via Bluetooth (come qualsiasi altro SmartWatch) e può ricevere qualsiasi testo da qualsiasi applicazione o servizio (si pensi a Messenger, le indicazioni da Google Maps, ecc).

Gli utenti possono anche inviare SMS utilizzando i pulsanti sul lato a mò di dattilo braille. Il Dot supporta anche la open API, il che significa che chiunque potrà sviluppare o adattare le applicazioni per esso.

Sono diversi i dispositivi digitali per i non vedenti sviluppati negli ultimi anni, ma la stragrande maggioranza di loro sfrutta il suono. Questo può creare problemi a noi noti, escludere del tutto l’udito tramite cuffie ci priva delle inforamzioni sonore sull’ambiente circostante. Inoltre, al momento, i dispositivi di lettura Braille digitali esistenti sono per lo più ingombranti e costosi – solo il 5% delle persone non vedenti ne possiede uno.

Lo SmartWatch Dot è stato in sviluppo per 3 anni, e l’azienda potrà finalmente iniziare a creare i suoi dispositivi grazie al supporto di circa 140.000 sostenitori (tra cui, tra gli altri, vi è anche Stevie Wonder).

Il progetto è quello di immettere sul mercato 100.000 orologi nel 2017, a partire da marzo, e ulteriori 40.000 l’anno prossimo.

Il prezzo, circa 300 euro per singolo orologio.

Autore: Salvatore Davì
Fonte: https://dotincorp.com/

Beni culturali – 5 Marzo 2017: “Una domenica al Museo”

Domenica 5 Marzo torna l’appuntamento con “Una Domenica al Museo” presso il Museo Tattile “Borges”, sito a Catania in Via Etnea, 602, l’iniziativa del Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del turismo che si svolgerà in tutta Italia la prima domenica di ogni mese.
Dalle 17 alle 22, senza obbligo di prenotazione, il museo rimarrà aperto e offrirà a quanti vorranno una nuova opportunità di visita e di scoperta culturale.
Il Museo Tattile di Catania è l’unico del meridione con più di 50 opere tridimensionali relative al barocco siciliano, al rinascimento italiano, al neoclassico, interamente fruibili al tatto, suddivise per sale e sezioni (sala delle moschee, sala antica Grecia, sala antica Roma e tante altre), con un giardino sensoriale, ove bendati, è possibile vivere un’esperienza alla scoperta degli altri sensi (tatto, udito ed olfatto) utilizzando un percorso tattile, con il primo “Bar al buio” permanente e con il laboratorio didattico all’interno dello Showroom “Frammenti di Luce” per imparare e giocare insieme ai più piccini.
Costo biglietto: intero €3,50; ridotto €2,50 per under 12, gruppi oltre 10 persone, studenti, giornalisti, forze dell’ordine ed over 65; Gratuità per disabili e loro accompagnatori, bambini under 10 ed insegnanti in visita didattica.
Un modo diverso per sperimentare e conoscere il mondo dell’arte dove è “vietato non toccare”.