OR CAM: test del dispositivo, di Nunziante Esposito

Autore: Nunziante Esposito

Oggetto: Incontro con LEON PAULL per fare un test pratico di utilizzo di OR CAM. giovedì 16 Febbraio 2017.

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Alla data indicata in oggetto, alle ore 14.30, con la disponibilità di Patrizia dell’ufficio Internazionale che faceva da interprete, ho incontrato Mister Leon Paull che mi ha dato la possibilità di fare un test di Or Cam, un dispositivo che consente di leggere, riconoscere oggetti e di riconoscere le persone, attraverso una telecamera.

Dopo un saluto e le presentazioni di rito, ci siamo accomodati nella saletta predisposta per questo incontro in via Borgognona.

Abbiamo iniziato cominciando a verificare di quali componenti hardware era composto questo ausilio, infatti, Mr. Leon mi ha spiegato come erano fatti e di cosa si trattava. I componenti erano due ed ho potuto constatare che il dispositivo è composto da una unità centrale di una grandezza poco più grande di un pacchetto di sigarette, collegato con un cavetto ad una telecamera ed un altoparlante in miniatura. La telecamera ed il piccolo altoparlante sono montati su un piccolo supporto di una decina di centimetri che viene fissato alla stecca di un paio di occhiali comuni.

L’unità centrale di comando dell’ausilio, presenta 4tasti di comando ed un tasto per accendere e spegnere il dispositivo. Se il dispositivo non viene spento, dopo qualche minuto si spegne da solo, ovviamente per risparmiare la batteria che, a dire il vero, dura già abbastanza.

Apprese le posizioni dei tasti, Mr. Leon ha provveduto a farmi constatare come si monta il dispositivo su un paio di occhiali, forniti per l’occasione, visto che non porto occhiali.

Sulla stecca degli occhiali è stato posizionato un piccolo alloggio, nel quale poi ho potuto incastrare il supporto con telecamera e altoparlante. Questa operazione necessita di apprendimento, ma non presenta difficoltà ad eseguirla, per cui si può facilmente inserire e togliere il dispositivo dall’alloggio e, quindi, dagli occhiali.

Nel mio caso, non portando abitualmente gli occhiali ed usandone un paio composto dalla sola montatura, credo si possa pensare anche di mettere in tasca o in borsa il dispositivo completo di occhiali.

Una volta acceso il dispositivo, si attende qualche minuto per avere la reale disponibilità dell’ausilio. Infatti, una volta che il dispositivo è pronto all’uso, la sintesi vocale ce ne da informazione e si possono usare le funzionalità previste al momento.

Or Cam prevede di utilizzare tre funzioni:

1. Riconoscimento testi (OCR).
2. Riconoscimento volti.
3. Riconoscimento oggetti.
Di seguito sono riportate le modalità di funzionamento del dispositivo in base ai test eseguiti, tranne la gestione dei menu che, come per tutti gli ausili, prevede un minimo di apprendimento, con una accurata lettura del manuale d’uso.

Riconoscimento testi (OCR).

Quella che, per me, è la prima e la più importante funzionalità di questo ausilio, il riconoscimento dei testi, è completamente autonoma, nel senso che non ha nessuna necessità di apprendimento e funziona molto bene con due tipologie di comando, uno più semplice dell’altro. Questi comandi sono descritti di seguito.

Il primo si esegue con il pulsante che serve a confermare qualsiasi azione o per avviare qualsiasi funzione, posto sul lato dell’unità centrale.

Premendo questo tasto dopo aver guardato verso una rivista sulla scrivania, dopo alcuni secondi e dopo aver scattato una foto, la sintesi del dispositivo inizia a leggere il testo riconosciuto in un battibaleno. Se il testo è su una rivista ben contrastata e non troppo colorata, la lettura è eccellente.

In presenza di testo su una rivista molto colorata o in ambiente dove la luce non è sufficiente, qualche difetto nella lettura si nota ma non è una cosa grave, a meno che non si tratti di testi scientifici.

Il secondo comando che è eccezionale dal punto di vista esecutivo, consiste nell’indicare con un dito cosa si vuole leggere e si guarda dove indica il dito. Per esempio, Se si indica con un indice una rivista sulla scrivania e si guarda il dito, togliendo dalla visualizzazione della telecamera il dito, il dispositivo riconosce il testo e comincia a leggerlo.

La stessa cosa avviene se si indica, per esempio, una scritta vicino al muro, piuttosto che un manifesto, oppure una targa applicata ad una porta di un ufficio, anche se lo si fa relativamente da lontano, quindi, senza toccare quello che si vuole leggere, il dispositivo non appena si toglie il dito, legge senza problemi e quasi senza errori.

Ovviamente, come qualsiasi OCR, in presenza di testo non ben contrastato, su supporto deteriorato o in ambiente scarsamente illuminato, fa i suoi errori, fino a non leggere nel caso di luce insufficiente. In questo ultimo caso, la sintesi informa del problema.

La prova di lettura di una rivista l’ho fatta con una rivista poggiata sulla scrivania e con la stessa rivista reggendola in mano come fa normalmente un vedente.

La prova a leggere un foglio di carta con una comunicazione attaccato al muro e le targhe indicative degli uffici attaccate alle porte l’ho fatta nel corridoio degli uffici in sede centrale dove eravamo. Ovviamente, era Patrizia ad indicarmi dove erano i testi da leggere.

Riconoscimento volti.

Il dispositivo era già stato precedentemente addestrato a riconoscere il volto di Mr. Leon, per cui ogni volta che dirigevo lo sguardo verso di lui, la sintesi mi recitava il suo nome. Per verificare se era semplice memorizzare un altro volto ed indicare un’altra persona che avrei inquadrato con la telecamera, ho fatto la prova a memorizzare il volto di Patrizia. Ho premuto il pulsante per avviare il riconoscimento del volto dopo aver guardato verso Patrizia che mi ha aiutato indicandomi a voce dove si trovava, il dispositivo mi ha chiesto se volevo memorizzare il volto. Ho confermato premendo il pulsante solito, quello utilizzato anche per la lettura. Effettuato il riconoscimento, la sintesi mi ha chiesto il nome della persona ed io ho risposto a voce Patrizia. Dopo una manciata di secondi, la sintesi mi ha informato che il volto di Patrizia era stato memorizzato. Da quel momento ogni volta che guardavo verso patrizia, si ascoltava il suo nome con la mia voce, quindi, la registrazione eseguita in precedenza.
Il riconoscimento l’ho eseguito su indicazioni di Mr. Leon, ma è normale e non presenta difficoltà insormontabili, ma ci dice solo che per poter usare il dispositivo, si deve fare un minimo di addestramento, soprattutto per un cieco assoluto. Inoltre, un cieco assoluto non riesce ad usare con molta autonomia questa funzione e, come spiegato sopra, deve essere aiutato a dirigere lo sguardo verso la persona di cui deve memorizzare il volto.

Quello che è positivo, per riconoscere le persone precedentemente memorizzate, non si ha alcun bisogno di andare a cercare la funzione nel menu di gestione. Infatti, ho fatto la prova a leggere la rivista e mentre la sintesi stava leggendo, ho provato a guardare verso Patrizia ed immediatamente mi ha detto il suo nome.

Comunque, se per un ipovedente può essere relativamente semplice Per il riconoscimento di un volto, per un cieco assoluto, anche se l’archivio dei volti dei suoi conoscenti se lo facesse memorizzare da un vedente, è molto difficile inquadrare un volto, soprattutto se si è in movimento, a meno che non si abbia perso la vista da adulto e che si conservi l’abitudine a guardare verso chi sta parlando.

In ogni caso è difficile inquadrare un volto con una precisione tale da essere riconosciuto.

Siccome mentre stavamo poi discutendo, abituato come sono a guardare nella direzione di chi sta parlando, per me è diventato fastidioso sentire continuamente Leon, Patrizia, per cui ho lamentato questo problema, Mr. Leon mi ha detto che era possibile impostare ogni quanto tempo si desiderava avere il feed-back quando riconosceva un volto.

Nota bene: mentre si facevano queste considerazioni, con patrizia che ci faceva da interprete, ho avuto modo di constatare che dopo 3 minuti di stand-by il dispositivo annunciava che dopo pochi secondi si sarebbe spento, per cui dovendo fare altre prove lo riprendevo premendo di nuovo il tasto di accensione.

Questi avvisi avvenuti due o tre volte durante le pause, mentre facevo domande o mentre Mr. Leon mi spiegava qualche funzionalità, mi ha indotto a verificare la consistenza della carica della batteria che in partenza era al 60 per 100 circa.

Eravamo a lavorare più o meno in modo continuo da più di un’ora ed avevamo ancora più del 40 per 100 di carica. Altra cosa constatata, toccando spesso l’unità centrale, mi sono reso conto che emanava un calore appena percepibile, indice di poco consumo e ottima dissipazione.

Da tener presente che la carica della batteria, Mr. Leon l’ha verificata con un comando apposito da menu, cosa molto normale perché si devono apprendere i comandi come con qualsiasi altro ausilio.

Con la verifica eseguita, mi sono reso conto che la batteria non si scarica molto velocemente, anzi, il consumo di energia lo ritengo abbastanza contenuto

Riconoscimento oggetti.

Questa terza funzionalità di questo ausilio, come per i volti, comporta un’azione preliminare prima di essere usata. Infatti, gli oggetti devono essere prima riconosciuti, dopodiché, non appena vengono inquadrati dalla telecamera, ne viene pronunciato il nome che gli abbiamo dato nella procedura di riconoscimento.

Riconoscere un oggetto è un po’ più complesso del riconoscimento di un volto, perché si devono eseguire tre operazioni di riconoscimento sequenziali, ma secondo me dal punto di vista operativo, risulta più facile farlo, anche per un cieco assoluto.

Premuto il comando per avviare il riconoscimento, il solito tasto premuto per alcuni secondi, la sintesi vocale indica di porre l’oggetto alla distanza di un braccio e di indicarlo.

Tenendo l’oggetto in mano, basta protendere il braccio e con l’altra mano, indicarlo con un dito.

Mentre lo si guarda, non appena si toglie il dito, il dispositivo scatta una foto.

La sintesi indica di avvicinare l’oggetto ed indicarlo. Si ritrae il braccio e si indica con un dito.

Non appena si toglie il dito dall’oggetto che si sta guardando, viene scattata la seconda foto.

La sintesi indica di posizionare l’oggetto con un’altra prospettiva e di indicarlo.

Con l’oggetto ancora in mano, basta girarsi verso sinistra o verso destra ed indicarlo con un dito.

Non appena si toglie il dito, viene scattata la terza foto e la sintesi, dopo qualche secondo, indica di attendere.

Dopo un’attesa di una manciata di secondi, la sintesi chiede di dare un nome all’oggetto. Basta pronunciare il nome e confermare con il solito tasto di comando.

Si attendono alcuni secondi e la sintesi ci avvisa che l’oggetto è stato riconosciuto con successo.

Contrariamente, ed abbiamo fatto le prove, se non si rispetta la procedura indicata dalla sintesi, viene prodotto un messaggio di errore di mancato riconoscimento dell’oggetto.

Avendo riconosciuto un oggetto comunissimo, un pezzo di formaggio parmigiano, di quelli che si acquistano al supermercato, ed avendogli dato il nome di Parmigiano, ogni volta che indicavo con un dito e toglievo il dito, ovviamente guardando nella direzione del dito, ascoltavo il nome che io stesso avevo registrato per quell’oggetto.

Considerazioni:

fin dall’inizio di questi test che ho avuto la possibilità di fare, Mr. Leon mi ha spiegato che questo ausilio è molto più importante ed utile per un ipovedente, ma lo è molto meno per un cieco assoluto.

Immediatamente non mi rendevo conto di una tale dichiarazione. Infatti, fra me e me, mi domandavo la ragione per la quale Mr. Leon metteva le mani avanti.

Alla fine ho capito che, essendo un cieco assoluto, non voleva deludere le mie aspettative, ecco il perché di quella dichiarazione molto onesta.

Man mano che provavo, mi sono reso conto sempre di più che diceva il vero e che ero io a non aver capito subito che senza un minimo di residuo visivo, non è semplice usare tutte le funzionalità dell’ausilio.

Dopo aver eseguito i test ed a mente fredda, devo dire con molta franchezza che le funzioni implementate in questo ausilio sono eccezionali, sia per la precisione con la quale effettuano il riconoscimento di volti ed oggetti, ovviamente dopo l’addestramento, sia per la lettura che in situazione di luce sufficiente, è di una precisione unica.

Di contro, se non si ha un minimo di residuo visivo, fosse anche quel minimo che ti fa rilevare la presenza di una targa di una strada contro il muro, che ti consente di rilevare un manifesto affisso, una tabella di una fermata del bus, eccetera, sarà difficile indicare con un dito e farsi leggere il testo presente nella direzione del dito.

Per la lettura da fermi, e parlo seduti ad una scrivania come l’ho provato io, anche un cieco assoluto riesce a farsi leggere una rivista, leggere qualche targa se si sa dove è posizionata ed ha un riferimento per individuarla, leggere il testo su uno schermo ed altre tipologie di testo, per le quali anche per un cieco assoluto si possono avere riferimenti certi.
In un luogo che non si conosce, un cieco assoluto non può leggere, a meno che non ci sia qualcuno che gli indica dove sta il testo da leggere, come ha fatto patrizia che mi ha indicato, per tutte le cose che ho letto, quando siamo usciti dalla stanza per fare delle prove diverse dalla lettura e riconoscimento da fermi.

Infatti, quando siamo usciti dalla stanza e ci siamo incamminati nel corridoio a via Borgognona, Patrizia mi indicava dov’era del testo da leggere, come le targhe indicatrici degli uffici e di chi li occupa.

Probabilmente qualcuno potrà anche essere scettico come lo ero io prima di provare il funzionamento di questo ausilio, e non credere che non abbia difetti, o almeno una pecca.

Al di la che solo un uso intensivo dell’ausilio può far rilevare eventuali difetti e che con i test eseguiti non ne ho rilevato, una pecca non da poco è sicuramente il prezzo, che non è poco, anche considerando che è un ausilio che lavora molto bene.

Forse una qualsivoglia giustifica può essere i cento tecnici molto specializzati che ci lavorano e, ancora di più, la considerazione che il nostro è un mercato di nicchia, ma non sarebbe male se fosse venduto ad un prezzo più accessibile.

Personalmente questa ultima considerazione l’ho espressa a Mr. Leon, ma mi ha risposto che il prezzo non è alto, considerando che gli sviluppatori sono sempre al lavoro e che stanno cercando di implementare altre funzioni che aggiorneranno in seguito.

Termino riportandovi una considerazione che ho fatto pensando a voce alta al momento che ho terminato il test:

“Se avessi avuto un ausilio del genere nel momento che ho lasciato il mio lavoro di capotecnico industriale, quando avevo un residuo visivo poco più di un decimo, avrei potuto lavorare almeno per altri 6 o 7 anni”.

Da quello che mi ha spiegato Mr. Leon, questo dispositivo completamente vocalizzato in italiano, sarà messo in commercio in Italia a partire pressappoco dal mese di Giugno prossimo e già stanno facendo gli accordi commerciali con le ditte che rivendono gli ausili.

Spero di aver fornito le indicazioni necessarie per valutare bene quello che ho testato. Inoltre, essendo una spesa non da poco, voglio sperare che, come Unione, si possa fare in modo che un ausilio così importante per gli Ipovedenti ed in parte anche per i Non Vedenti, si possa far inserire totalmente o parzialmente nel nomenclatore tariffario.

Nunziante Esposito
Responsabile Nazionale Ausili e Tecnologie
nunziante.esposito@uiciechi.it