Questionario per Armadio Smart, per ipovedenti e non vedenti

Un gruppo di ricercatori della Facoltà di Ingegneria Gestionale dell’Università di Pisa ha predisposto un questionario per avere un riscontro sull’utilità di un “Armadio Smart”, al fine di verificare se e quanto possa essere utile ai disabili visivi.

Per aiutare questo pool di sperimentatori, facendo loro verificare se l’idea che hanno avuto è rispondente alle effettive esigenze dei disabili visivi, basta compilare un apposito questionario, preparato da loro e reso disponibile alla seguente pagina: https://docs.google.com/forms/d/11SBfF4Ulf-azp5RuhD1Xg9tM8zQc9yF3Niwa7T1CHGU/viewform?edit_requested=true

La compilazione del form è molto semplice, per cui, chi desiderasse rendersi utile, può utilizzare il link sopra indicato per collegarsi alla pagina e compilarlo. In questa stessa pagina, inoltre, è possibile trovare la descrizione e l’ideazione del progetto.

Applicazione gratuita per la conversione in Braille

Applicazione Braille
Applicazione gratuita per la conversione in Braille.
L’app android è stata resa accessibile con il contributo della Commissione Ausili e tecnologie e del Gruppo OSI. Tale app serve per insegnare il braille ad un vedente.
Ecco una breve descrizione:
Un applicazione Android che consente di convertire il testo in notazione Braille e viceversa. Consigliata per tutti coloro che vogliono conoscere e imparare questa notazione in modo semplice e veloce.
È possibile scaricarla gratuitamente dal Play Store al seguente indirizzo:
https://play.google.com/store/apps/details?id=com.aiuspaktyn.braille
Un ringraziamento particolare a Giuseppe Romano per la disponibilità, la sensibilità e l’alta professionalità dimostrata.
Commissione Ausili e Tecnologie; Per informazioni o richieste potete scrivere a:
ausilietecnologie@uiciechi.it

SoundSight Training al Forum della Leopolda e alla Maker Faire 2016

SoundSight Training approda al Forum della Leopolda e alla Maker Faire di Roma 2016. Vedere con il suono sembra sempre più possibile.
Un autunno ricco di appuntamenti importanti per il team di SoundSight Training, che verrà ospitato nella area “Il Futuro della Salute e della Medicina” del Forum della Leopolda e terrà uno spazio espositivo presso la Fiera Europea della Innovazione Maker Faire 2016 a Roma

Reggio Emilia – “Il futuro della Salute e della Medicina” questa è l’area tematica in cui tutti i visitatori del Forum della Leopolda potranno trovare il team di SoundSight Traning e provare cosa significa “vedere con il suono”.
Il 23 e 24 Settembre 2016 SoundSight Training sarà a rappresentare il “Futuro della Salute e della  Medicina” presso il Forum della Leopolda.
Per SoundSight Training questa è una occasione unica, una vetrina di grande pregio ed un ottimo punto di partenza guardando agli impegni del team nei prossimi mesi, infatti SoundSight Training sarà presente anche alla Fiera della Innovazione Europea, la Maker Faire 2016 e competerà alla serata di premiazione  del contest  Make to Care, entrambi a metà Ottobre.
Irene Lanza, project manager di SoundSight Training a soli 26 anni parteciperà attivamente a due dei più importanti eventi a livello nazionale, e sarà la relatrice allo Show Event “ Il Futuro della Salute e della Medicina”
SoundSight Training nasce al CERN di Ginevra da un corso universitario, ma ha la voglia di conquistare il mondo, partendo dall’Italia, il paese natale di tre degli ideatori del software.
Attualmente SoundSight Training è uno dei progetti in corsa per  le fasi finali della Start Cup Emilia Romagna 2016, la business plan competition della Regione Emilia Romagna gestito e coordinato da Aster.
Il progetto mira a diffondere e insegnare la ecolocalizzazione umana, tecnica che ha ottenuto una forte validazione in campo scientifico ma che purtroppo, non è mai riuscita a diffondersi a livello globale.

Questa è una occasione unica per incanalare una conoscenza così preziosa al interno di un software accessibile a tutti, anche ai non vedenti.
Per imparare come ecolocalizzarsi basta avere SoundSight Training ed esercitarsi al interno della piattaforma virtuale che stiamo creando.
Attualmente abbiamo un prototipo che abbiamo testato con un centinaio di volontari, e siamo pronti per compiere l’ultimo miglio e completare la scrittura del codice.
“Devo ammettere che siamo alla ricerca di fondi che ci possano aiutare in questa impresa, da parte di fondazioni associazioni o privati. Le persone ci chiedono di poter avere SoundSight Training e noi siamo impazienti di poterli accontentare.” Dichiara la project manager del progetto Irene Lanza

Come è nata l’idea, come funziona il software, quando e grazie a chi è stata sviluppata?
“In questo momento lavoriamo su un prototipo dimostrativo già testato da non vedenti – risponde Irene – che può essere utilizzato con un normale computer. Servono due periferiche: cuffie e microfono. Grazie al microfono il non vedente dà un input e ascolta il ritorno dell’eco in base all’ambiente simulato all’interno del software. Il principio è lo stesso del sonar, la tecnica del pipistrello. Allenandosi, anche i vedenti possono migliorare le loro capacità. Chiunque potrebbe imparare ad ecolocalizzarsi in base al suono. Per sviluppare il prototipo abbiamo lavorato con un gruppo di tre volontari, tutti non vedenti tra cui Cecilia Camellini di Formigine (già campionessa paraolimpica di nuoto). Un risultato straordinario ottenuto grazie al duro lavoro di tutti.
“Grazie all’università, ho potuto frequentare per 6 mesi il corso CBI (Challenge Based Innovation) di IdeaSquare, Cern insieme a studenti provenienti da università di tutto il mondo. Siamo stati divisi in team. Al mio è stata affidata questa sfida: trovare una soluzione tecnologica per i non vedenti. Durante questa esperienza ho avuto la fortuna di conoscere i miei due attuali compagni di viaggio, Marco Manca (italiano, medico, 37 anni, lavora ancora al Cern) Luca Pedrelli (laureato in Fisica Applicata e Ph.D a Zurigo) e Henrik Kjeldsen (ingegnere informatico tedesco di 37 anni che ha lavorato a San Francisco), con i quali ho iniziato a lavorare nel febbraio 2015”. “Ora abbiamo una sfida – prosegue Irene – vogliamo continuare i nostri studi e rendere SoundSight Training reale e open source: “Stiamo parlando di uno strumento educativo. Sarebbe sbagliato tenerlo chiuso in uno scrigno e non condividerlo”.
Una scelta che fa onore al team di SoundSight Training. Se diffuso su larga scala, questo software potrebbe davvero aiutare milioni di persone.

Per ulteriori informazioni
Website:  www.soundsight.ch
Video: https://www.youtube.com/channel/UC8zhTv7o8OPewhH0DAvKlmw
Facebook: SoundSight Training
Twitter:  @SoundSightEDU

sessione di prova di soundsight

sessione di prova di soundsight training

Samsung Galaxy Note 7, di Giuseppe Fedele

Autore: Giuseppe Fedele

Giorno 2 agosto 2016 Samsung Electronics Co. Ltd. ha finalmente annunciato ufficialmente il nuovo Galaxy Note7 che rappresenta la settima incarnazione del Phablet con pennino più diffuso al mondo.
Si tratta di un nuovo smartphone realizzato con materiali di qualità, resistente all’acqua e alla polvere (resiste all’ingresso della polvere e può essere immerso in acqua fino a 1m di profondità per 30 minuti) e con un esclusivo design a bordi simmetrici.
Il terminale offre molte funzioni avanzate come per esempio la possibilità di usare lo smartphone come blocco note prendendo appunti sullo schermo spento del dispositivo ovvero la nuova funzione di scansione dell’iride oltre alla più classica scansione dell’impronta digitale per accedere ai contenuti memorizzati sul terminale stesso.
La funzione più interessante per gli ipovedenti si chiama magnify. Infatti è risaputo che i sistemi operativi usati sui vari smartphone Android o Apple non sono perfetti sul lato accessibilità presentando interazioni scomode e dalla fruibilità ridotta.
Questa novità implementata in questo dispositivo della Samsung è una cosa importante da far sapere, non tanto per la notizia in se, ma soprattutto per l’importanza che ha per noi disabili della vista, e in particolare per gli Ipovedenti.
Come tutti sanno la funzione di ingrandimento si attiva con tre tocchi veloci e poi per spostarsi si usano 2 dita. Spesso si fanno dei “click” involontari e lo spostamento della finestra di zoom per la fruizione dei contenuti con due dita non è particolarmente comoda.
La funzione Magnify del Galaxy Note 7 permette di usare il pennino per ingrandire una porzione di schermo nei pressi della punta della penna. In pratica si ha uno zoom locale (fino al 300%) della zona intorno alla posizione della penna. Pertanto non si devono più usare i tre tocchi per ingrandire e le due dita per spostarsi ma basta avvicinare la penna sullo schermo per avere lo zoom di una porzione dell’area vicino la punta della penna e spostare la penna stessa per muovere la finestra di zoom rendendo di fatto l’interazione molto più agevole.
Galaxy Note7 sarà disponibile a partire dal 2 Settembre al prezzo consigliato di 879 euro.
Spero di poterlo provare presto dal vivo e riferire qualche impressione più approfondita, ma dai video realizzati dai vari giornalisti devo dire che lo zoom è una funzione fantastica, anche se spacciata come funzione utile per la correzione delle foto o per l’editor di testi complessi.
Purtroppo, e qui la dice lunga la poca sensibilità dei giornalisti verso la nostra categoria, a nessuno è venuto in mente l’utilità di questa funzione per un ipovedente.
Da quello che ho potuto apprezzare dai video, direi che è una funzionalità implementata in modo perfetto che consente veramente di poter usare questo smartphone utilizzando a pieno il residuo visivo.
Giuseppe Fedele gfedele@gmail.com

E la tecnologia per i più piccoli?, di Monica Gori

Autore: Monica Gori

Proseguendo la tradizione che da molti anni lega gli enti di ricerca genovesi e l’Istituto David Chiossone l’Istituto Italiano di Tecnologia ha iniziato una collaborazione con l’obiettivo di sviluppare dispositivi e protocolli utili a migliorare l’inclusione sociale di bambini e adulti con disabilità visiva. Questo articolo descrive, in particolare, l’attività dei gruppi di ricerca U-VIP (Unit for Visually Impaired People) e RBCS (Robotics, Brain and Cognitive Sciences) che, a partire dall’obiettivo scientifico di capire i meccanismi cerebrali che guidano lo sviluppo delle capacità percettive del bambino, si sviluppa attraverso lo studio della disabilità visiva nel bambino e nell’adulto con l’obiettivo di sviluppare nuovi strumenti e protocolli per migliorare l’inclusione sociale e lo sviluppo delle capacità sensoriali.
Il motivo per cui riteniamo fondamentale sviluppare sistemi che possano essere usati fin dai primi anni di vita nasce da due osservazioni. La prima relativa al fatto che la maggior parte della tecnologia sviluppata ad oggi per le persona con disabilità visiva è diretta all’adulto. La seconda il fatto che i risultati della ricerca sullo sviluppo del bambino hanno dimostrato l’importanza dei primi anni di vita per la maturazione delle capacità sensoriali, motorie e cognitive. Nei primi anni di vita, infatti, la disabilità visiva ha ripercussioni sullo sviluppo degli altri canali sensoriali e, in generale, su tutte quelle capacità che si sviluppano principalmente sulla base di informazione visiva come ad esempio, il controllo del movimento e l’interazione sociale. Paradossalmente quindi, sembra esserci una carenza di strumenti di supporto proprio nel momento della vita in cui è più efficace intervenire. L’obiettivo della nostra ricerca è quello di cercare di sviluppare tecnologia riabilitativa e assistiva per coprire questa carenza.
Seguendo questo approccio, ad esempio, partendo dallo lo studio della integrazione di segnali sensoriali nel bambino (Gori et al. Current Biology 2008, 2010; Brain 2014) abbiamo realizzato, nell’ambito di un progetto finanziato dalla Unione Europea, un dispositivo (ABBI – www.abbiproject.eu), in grado di migliorare la percezione dello spazio nei bambini non vedenti. ABBI è un braccialetto dal peso di pochi grammi che viene indossato dal bambino e, attraverso un sistema elettronico di misura ed elaborazione miniaturizzato, fornisce informazioni acustiche relative al movimento del bambino e/o delle persone che interagiscono con lui. ABBI è stato sperimentato sia con la partecipazione di adulti con disabilità visiva che con l’aiuto di 24 bambini liguri non vedenti.
ABBI funziona così: quando il bambino vedente muove la sua mano sente il movimento attraverso i sensori che si trovano nei muscoli e, contemporaneamente, vede la mano che si muove a differenza del bambino non vedente può sentire il movimento della mano ma non vederla. ABBI fornisce, attraverso suoni modulati dal movimento, una informazione alternativa a quella visiva dalla quale il nostro cervello è in grado di “calcolare” la posizione della mano nello spazio. Il senso dell’udito si sostituisce a quello della vista per fornire questa informazione “spaziale” importante per lo sviluppo delle capacità motorie nel bambino. In altre parole l’idea del braccialetto sonoro è proprio quella di “accendersi” quando comincia un movimento, di “suonare” durante il movimento e di “spegnersi” quando il movimento si ferma e di sfruttare, sviluppandola, le capacità naturali del cervello.
Abbiamo fatto indossare questo dispositivo a bambini e adulti non vedenti e ipovedenti per un certo periodo e abbiamo visto che l’uso del dispositivo permette di migliorare le capacità del non vedente di muoversi, interagire e percepite lo spazio intorno a se. In questo periodo gruppi di bambini all’istituto Chiossone stanno usando ABBI in attività di gruppo come ballare e giocare insieme. Attraverso l’ascolto del suono in movimento per i bambini è più facile interagire e giocare insieme. Questo sistema è stato sviluppato partendo dagli utenti non vedenti, dalle loro necessità e dai i loro consigli e i risultati stanno dimostrando quanto sia importante portare le necessità e le preferenze del bambino al centro del processo di progettazione, anche attraverso il coinvolgimento degli enti e delle persone che sono giornalmente a contatto con la disabilità. Riteniamo che, solo creando una linea diretta con le comunità, sia possibile guidare la progettazione e la sperimentazione verso dispositivi di reale utilità e non verso oggetti tecnologicamente sofisticati ma di difficile uso o di scarsa utilità.
Nel caso di ABBI per esempio i suoni emessi dal braccialetto possono essere scelti dall’utente e accesi e spenti come preferisce da applicazione su cellulare. Con i riabilitatori del Chiossone sono stati sviluppati una serie di giochi da fare con il braccialetto da soli o in gruppo in modo da poter integrare nel percorso riabilitativo anche a esperienze a casa con la partecipazione dei genitori. E’ importante sottolineare il fatto che ABBI è nato come sistema riabilitativo in grado di migliorare la percezione dello spazio e la mobilità e che, di conseguenza, non deve essere usato per tutta la vita. I nostri studi fanno vedere che l’uso del braccialetto per 1 ora al giorno e per un periodo di tre mesi fa migliorare la mobilità e la percezione dei suoni del bambino che lo ha usato. ABBI è stato usato anche in adulti non vedenti per brevi periodi e anche nel loro caso ha avuto un effetto positivo (quantificato con misure psicofisiche).
All’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova ogni mese organizziamo incontri con bambini e adulti non vedenti e ipovedenti che possono partecipare alla nostra ricerca e aiutarci nel processo di progettazione di nuovi dispositivi. Se avete piacere a sapere più del progetto ABBI o a partecipare alla nostra attività o ricerca vi preghiamo di scriverci a u-vip@rbcs.it.

Digitando il  seguente link un video della nostra attività: https://www.youtube.com/watch?v=oGg0SB8rj1U

Monica Gori

Sintesi dei lavori della Commissione Nazionale ausili e nuove tecnologie – 6 aprile 2016

Mercoledì 06 aprile 2016 si è riunita nella sede della Presidenza Nazionale dell’Unione Italiana dei Ciechi è degli Ipovedenti Onlus la Commissione Nazionale dedicata agli ausili e nuove tecnologie. A questa prima riunione con la quale la commissione si è insediata ed ha gettato le basi per l’impegno futuro del il prossimo quinquennio, erano presenti tutti i componenti:
Nunziante Esposito (coordinatore), Giuseppe Fornaro (referente) Luca D’Avanzo, Sabato De Rosa, Alberto Piovani, Giuseppe Fedele e Antonietta Ricciardone, segretaria.
Questo incontro si è aperto per conoscersi direttamente tutti e fissare gli scopi e gli obiettivi per cui viene richiesta questa commissione.
Tutti concordi nel ritenere necessario emanare norme standard per promuovere la “progettazione per tutti”, in modo da rendere inequivocabile l’obbligo di attenersi a normative che prevedono l’accessibilità.
Si decide inoltre di rinforzare la collaborazione con l’A.B.I. e Poste italiane e sostenere , migliorandola, la piattaforma “evalues”; imporre, inoltre, alle case costruttrici, l’inserimento, nel circuito commerciale, di apparecchiature elettroniche con display digitale corredate di sintesi vocale, con la sola possibilità di escluderla se non se ne ha esigenza. Discussione impegnata in buona parte dell’incontro ha riguardato l’accessibilità degli strumenti sul posto di lavoro e, in particolare per quelli presenti negli enti pubblici e di pubblico servizio, ma anche buona attenzione è stata dedicata al nomenclatore Tariffario che ha assolutamente bisogno di essere aggiornato alla luce della comparsa sul mercato di nuove tecnologie più efficaci e con costi diversi.
Creazione di una rete di referenti sul territorio, per cui ogni componente della commissione stabilirà contatti con le regioni:
Alberto Piovani: Lombardia, Liguria, Piemonte e Valle d’Aosta.
Luca Davanzo: Friuli Venezia Giulia, Veneto e Trentino Alto Adige.
Sabato De Rosa: Emilia Romagna, Marche, Umbria e Toscana.
Giuseppe Fornaro: Lazio, Campania, Abruzzo Molise e Sardegna.
Giuseppe Fedele: Calabria, Puglia, Basilicata e Sicilia.
Nuovi appuntamenti per definire e completare la fruibilità del servizio di firma digitale e definire strategie di raggiungimento dell’accessibilità dei software didattici, hanno concluso il programma previsto per la discussione.

Intervista a Nunziante Esposito, di Angela Pimpinella

Questa intervista è stata chiesta a Nunziante Esposito, Consigliere nazionale UICI, da Angela, per pubblicarla sul giornale “Voce Nostra”, a beneficio di tutti i sordociechi italiani ed i vedenti che seguono questa rivista.

Angela: Personalmente ti conosco, ma per il lettori di questo giornale ti chiederei di presentarti, perché non so se tutti ti conoscono e sanno quello che fai.
Nunziante: Ti descrivo a grosse linee la vita vissuta da vedente fino a 43 anni e ti descrivo a tappe circostanziate gli ultimi 23 anni da cieco assoluto. Per prima cosa ti dico che ho già compiuti i 65 anni e non mi pare vero di averli, anche se non è tanto il sentirseli gli anni addosso, ma è piuttosto la vita che te li fa pesare.
Diplomato Perito Elettrotecnico all’ITIS “G. Marconi” di Torre Annunziata (NA) nel 1970, Alpino nella Quarta Brigata Orobica di Merano (BZ) 1971-72, terminato il servizio militare fui assunto in una ditta di impianti nell’Alfa Sud di Pomigliano D’Arco (NA) dove costruimmo tutti gli impianti a catena per la produzione delle auto. Poi in seguito alle lotte sindacali di fine anni ’60/inizio anni ’70 fui assorbito nel 1975 dall’alfa Romeo. La storia ci insegna che a metà anni ’80 l’Alfa Romeo fu ceduta dallo stato alla FIAT Auto, per cui ho smesso di lavorare per la perdita della vista nel 1993 da dipendente FIAT.
Ho sempre lavorato sugli impianti industriali a catena già allora comandati con circuiti elettronici di fabbricazione tedesca (per la precisione della Siemens), impianti che in quel periodo erano usati anche dalle Ferrovie dello Stato. Nel frattempo ad inizio anni ’80 cominciarono ad arrivare nelle industrie i primi calcolatori a controllo numerico, i primi robot industriali, macchine automatiche di ogni tipo, insomma, quella evoluzione che poi, piano piano ci ha portato fino ai giorni nostri.
I primi problemi di vista si sono presentati assieme ai computer che, proprio per la peculiarità che hanno, ho quasi immediatamente capito che non li potevo usare e non sapevo come fare. Mi arrampicavo sugli specchi, mettevo la testa dentro al monitor, ma alla fine, come sarà capitato anche ad altri che vivono i miei problemi, mi sono dovuto arrendere all’evidenza.
Una volta lasciato il lavoro, dopo un periodo buio di circa un anno, passato per lo più tra televisore e radio ad ascoltare quanto veniva trasmesso, due amici radioamatori, Mimmo e Valter, mi hanno indicato l’allora Unione Italiana dei Ciechi, mi hanno insegnato il Braille, ma soprattutto mi hanno indicato che in quel periodo, inizio anni ’90, avevano costruito una scatoletta che faceva parlare il computer.
Ricordo ancora quella sera quando me lo dissero: non stavo nei miei panni e facevo domande agli amici di ogni genere sul computer parlante fino a rendermi conto che si era spalancata quella finestra che mi avrebbe riportato alla luce, dandomi quella speranza che sembrava ormai perduta.
Mi misi a letto, ma restai sveglio fino al mattino quando, forse anche con troppa prepotenza, feci svegliare presto anche mia moglie che fortunatamente non batté ciglio, e mi feci accompagnare alla mia ASL.
Non vi dico quanti colloqui, quanti pregiudizi, quanta amarezza nell’affrontare problemi burocratici che ancora oggi, come sappiamo tutti, ci fanno ancora tribolare quando ci occorrono ausili. Fu una lunga battaglia contro i burocrati, chi non li conosce, gente che diceva di capire, ma che non poteva farci nulla e non poteva prendersi la responsabilità di fornire ausili ad una persona non ancora riconosciuta disabile.
Però, forte dell’ostinatezza che mi contraddistingue in tutte le cose che faccio, dopo qualche mese di tribolazioni, riuscii ad ottenere prescrizione per la scatoletta che faceva parlare il computer e per lo scanner per leggere. Per i nostalgici, si trattava della sintesi Audiologic e di uno scanner a colori comandato in Windows 95 con delle routine MS/DOS.
Sembrava aver toccato il cielo con un dito, ma non era così, perché essendo cose nuove, sintesi esterna e scanner a colori, nessuno degli amici che nel frattempo avevo conosciuto mi ha saputo aiutare. C’è voluto un ingegnere della Telecom, mio concittadino, che in una mezz’ora mise in funzione la mia prima macchina parlante.
Ho quasi immediatamente messo in funzione tutte le mie conoscenze per una macchina con sistema operativo che già conoscevo, solo che in quel momento non mi serviva nessuno che mi leggesse lo schermo, perché c’era la sintesi vocale del programma Parla che mi forniva in voce quello che veniva prodotto a schermo.
Non passò molto tempo per allinearmi con le conoscenze da quando iniziai ad usare il mio primo Pentium, perché la passione per queste cose era innata, quindi, ho fatto poca fatica a rimettermi in carreggiata con le evoluzioni che si erano avute in quei 18-20 mesi che erano passati da quando avevo lasciato il lavoro.
Il resto è stato abbastanza semplice. Infatti, con i primi corsi fatti a Roma nella sede IRIFOR, con qualche corso fatto all’università Federico II che aveva ospitato i corsi Zotti, e soprattutto con i corsi che si potevano reperire come tutt’ora sulla rete, ho sempre studiato in base a quello che man mano serviva per poter fare meglio quello che serviva per la mia ed altrui autonomia.
A partire dal 2000, quando ho partecipato per la prima volta ad un lavoro di gruppo, il controllo dei primi siti grafici che ci mettevano in crisi già allora, di tempo ne è passato e di cose ne ho fatte e ne faccio.
Le cose principali che ho fatto te le elenco di seguito:
– Ho partecipato per 15 anni al Gruppo OSI come componente della Commissione OSI.
– Sono stato redattore per 5 anni del giornale di Informatica dell’Unione, il mensile Uiciechi.it, Diretto dal dott. Salvatore Romano, e ne ho assunto la direzione nel 2006. Tuttora sono il Direttore di Uiciechi.it, in attesa di sostituzione o conferma nei prossimi mesi.
Tra i lavori che ho seguito più da vicino all’interno della Commissione OSI sono:
– Accessibilità della firma digitale, culminata l’anno scorso nel dispositivo di firma digitale di Poste Italiane accessibile che ho contribuito personalmente a rendere accessibile per i non vedenti, collaborando con Massimiliano Martines, ipovedente della Commissione OSI che ha fatto il controllo di accessibilità per gli ipovedenti.
– Costruzione di vari siti Internet, tra i quali la sezione del Gruppo OSI ospitata sul sito UICI, (http://www.uiciechi.it/osi/), il sito del blog UICI (http://www.blog.uici.it) e quello del giornale on line (http://giornale.uici.it).
– Altri siti tra cui: quelli delle sezioni Provinciali di Napoli e Perugia, ed i siti Regionali dell’Umbria e della Campania.
Siccome un cieco assoluto non può fare tutto da solo, e parlo ovviamente della grafica dei siti, è bene sapere che mi sono sempre avvalso, per la grafica dei siti, della collaborazione di un vigile del Fuoco molto appassionato di programmazione WEB: il dott. Franco Carinato che collabora da anni con la ex commissione OSI.
Attraverso il giornale Uiciechi.it ho sempre divulgato in questi 15 anni un po’ di informatica di base ed avanzata con dei corsi scritti di mio pugno per aiutare chi è stato meno fortunato di me ad usare il computer. Tra di essi, il Corso da DOS a Windows, il corso per Windows Vista, il corso per Windows 7, e tantissimi articoli che spiegano il funzionamento di software e le procedure semplificate per usarli e, qualche volta, anche qualche spiegazione per Internet e per Facebook.
Al momento, nell’evoluzione che ha avuto la nostra Unione, avendo il Presidente nazionale Mario Barbuto deciso di dare a tutti la possibilità di candidarsi, mi sono proposto e sono stato eletto nel Consiglio Nazionale. Dopo il suo insediamento, la Direzione nazionale in carica, mi ha affidato il coordinamento della Commissione Ausili e Tecnologie, incarico che spero di riuscire ad assolvere come ho fatto per tante altre cose in precedenza e di riuscire a portare avanti le indicazioni che ha dato il Congresso con la risoluzione congressuale.

Angela: in cosa consiste il dispositivo di Firma Digitale e a cosa serve?
Nunziante: Il dispositivo di Firma digitale consiste in una pennetta USB, del tipo di quelle che contengono anche l’alloggiamento di una SIM-CARD come per quelle pennette che ci consentono di collegare un Pc ad Internet.
La SIM-CARD è il CIP che contiene i dati personali dell’utente che acquista il dispositivo, quali seriale, dati personali di identità compreso il codice fiscale, la registrazione al sito che fornisce il servizio, l’iscrizione al registro nazionale delle firme digitali, eccetera, insomma, tutti dati personali ed inconfutabili.
La firma digitale non serve se si va in un Ufficio Postale e si deve firmare la ricevuta, oppure se si va in Comune per un atto notorio e chiedono la firma in calce al documento che il funzionario del Comune deve sottoscrivere. Per queste cose, va bene la firma autografa che si appone nel punto in cui ci viene indicato dal funzionario che ci fa firmare.
Sicuramente la firma digitale in futuro la useremo per tutto, anche per le cose indicate sopra, e non credo che passeranno tanti anni prima che ciò avvenga. Però, si può usare già ora per tutte le transazioni, contratti, rogiti, tutti gli atti amministrativi e in tutti quei casi pubblici e privati dove occorre che due o più persone sottoscrivono un documento unico che stabilisce delle regole o dei patti da rispettare. Per esempio, tutti i rapporti tra le nostre sezioni UICI e la PA, devono, già oggi, essere firmati digitalmente.

Angela: Il dispositivo di Firma Digitale è già disponibile alla vendita? Se si, come si acquista e quanto costa?
Nunziante: Il dispositivo per la firma digitale è già acquistabile con due modalità: Sul sito di Poste http://www.poste.it
Questa modalità di acquisto prevede la registrazione al sito di Poste. In pratica si fa una comune registrazione al sito, dopodiché si può acquistare direttamente on line PosteKey con carta di credito. La procedura di acquisto, prevede di loggarsi come utente di Poste registrato, di compilare il contratto di acquisto direttamente on line e di pagare tramite carta di credito. Ultimata la procedura, alla email che viene richiesta in fase di compilazione del contratto, viene inviato un file PDF con il contratto precompilato da stampare. Una volta ricevuto tale contratto, lo si deve stampare in duplice copia e firmare i due documenti davanti al funzionario di Poste Italiane, al momento del ritiro del dispositivo. Assieme alla duplice copia del contratto, si devono consegnare anche una fotocopia della tessera di identità ed una fotocopia del codice fiscale.
Al momento del ritiro del dispositivo, ci viene consegnata la pendrive e a parte la Sim-Card con i dati. Inoltre, ancora a parte ed in un secondo momento, anche la busta cieca che contiene PIN, PUK, codice di Blocco e Codice di Sblocco.
Presso gli sportelli abilitati alla vendita di questo importante strumento per la nostra autonomia.
La procedura presso gli sportelli abilitati è alquanto semplificata, anche se in pratica viene eseguita la stessa procedura che si effettua on line. Infatti, la differenza sta nel fatto che tutta la compilazione del contratto la esegue l’impiegato postale preposto alla vendita, utilizzando le indicazioni che rileva dai documenti personali della persona che acquista il dispositivo.
Agli sportelli dove ci si rivolge, nel caso capitasse che non ne sanno ancora nulla, si deve parlare con il direttore e gli si deve dire di documentarsi presso gli uffici centrali di Roma. Inoltre, non c’è alcun bisogno di parlare di Dispositivo di Firma Digitale Accessibile, in quanto il software previsto è unico. Per la versione del software che si usa con Windows, è già disponibile sul sito di Poste la versione completamente accessibile.
Per il tipo di dispositivo, trattasi di quello su pendrive che si chiama PosteKey, corredato di software FirmaOK. Costa 72 euro per i primi tre anni, mentre si paga di meno per i rinnovi successivi, come per tutti i dispositivi di questo tipo. Al momento della consegna, assieme al dispositivo, viene rilasciata copia del contratto firmato e timbrato.

Angela: sai che i sordociechi utilizzano il display braille, quindi, possono utilizzare ugualmente il software di questo dispositivo, e quindi, usare la firma digitale?
Nunziante: personalmente non utilizzando un display braille, ho dovuto far verificare da chi utilizza questo dispositivo collegato al computer. Uno dei miei collaboratori del giornale Uiciechi.it, Giuseppe De Cola, già in possesso del dispositivo di firma digitale PosteKey di Poste Italiane, ha eseguito la verifica con il display braille, per accertare che il software fosse accessibile e per verificare che si potesse firmare in piena autonomia un documento digitale, anche senza avere l’assistenza in voce.
Dalla verifica effettuata, risulta tutto accessibile utilizzando normalmente la tastiera del computer ed il display braille in combinazione per poter leggere quello che viene prodotto a schermo.
Nel controllo minuzioso effettuato, è stato rilevato un solo problema che, però, può essere superato agevolmente: si tratta della verifica di un file firmato.
La verifica della validità di una firma apposta su un documento, si può effettuare sia tramite una pagina Internet messa a disposizione da uno dei gestori dei dispositivi di firma digitale, sia direttamente con il software FirmaOK.
Quando si effettua tramite Internet, per esempio si può usare la pagina di Infocert: https://www.firma.infocert.it/utenti/verifica.php non ci sono problemi per la verifica e la lettura dei dati di firma.
Quando invece si usa il software FirmaOK, con il display Braille, sul campo dove sono indicati tutti i dati di chi ha firmato il documento, non è possibile leggere i dati direttamente a schermo.
Però, essendo possibile salvare in un file PDF le indicazioni sui dati della firma apposta ad un documento, opzione prevista dal software, il problema viene risolto agevolmente e in piena autonomia. Infatti, quando si vuole controllare un file firmato, direttamente con il software FirmaOK, Prima si salva il file PDF con i dati di firma e poi lo si va a leggere sul disco con Acrobat Reader che non comporta problemi nella lettura tramite il display Braille.

Angela: previsto qualche corso per poter apprendere l’utilizzo di questo software per poter gestire in autonomia il dispositivo di Firma digitale?
Nunziante: poiché al momento è già obbligatorio firmare tutti i documenti di atti amministrativi tra la dirigenza della nostra associazione e la Pubblica Amministrazione, al momento è urgente informare e formare tutti i dirigenti associativi per consentire loro di utilizzare tale dispositivo all’occorrenza. A tale scopo, il Presidente Nazionale mi ha dato mandato di trasmettere a tutta la dirigenza associativa l’utilizzo di questo dispositivo e di formare per ogni regione, uno per ogni provincia, una figura tecnica che sia poi in grado di divulgare l’utilizzo del software anche tra i disabili visivi interessati all’utilizzo del dispositivo di firma digitale.
Sto contattando tutti i Presidenti Regionali per concordare con loro l’organizzazione di incontri mirati a farmi svolgere il compito che mi è stato affidato.
Al momento è stato già stabilito un incontro per il 16 Gennaio a Napoli per la dirigenza UICI e responsabili Ausili e Tecnologie della Campania, quello per il 30 Gennaio per la dirigenza e per i responsabili di Ausili e tecnologie della toscana e quello del 13 Febbraio a Bologna per le regioni di Emilia Romagna e Marche.
Prossimamente sarà anche programmata una trasmissione su SlashRadio per divulgare per tutti quelle informazioni tecniche giuridiche che completeranno l’informazione e la formazione per essere a conoscenza anche di questo aspetto dell’utilizzo della Firma Digitale.

Angela: ti ringrazio per quanto ci hai spiegato e ti auguro buon lavoro.

Angela Pimpinella

Reggio Emilia – Parte la sfida di SoundSight per aiutare i ciechi: servono 250 mila euro

Il software nato al CERN che permetterà alle persone non vedenti di allenare il proprio udito per percepire e identificare gli oggetti, fino a poter muoversi in autonomia. Da domani, Lunedì 21 Dicembre, parte la campagna crowdfunding di SoundSight Training su Kickstarter: servono 250 mila euro.

L’idea della studentessa di ingegneria gestionale dell’Università di Modena e Reggio Emilia Irena Lanza di 25 anni arriva alla fase operativa. Irene è il Ceo di Soundsight Training, una start up che si pone un obiettivo che potrebbe davvero rivoluzionare il mondo: dare la vista ai ciechi con il suono, sfruttando una tecnica che può essere adottata da tutti per aumentare la percezione di sé nell’ambiente. In una parola: ecolocalizzazione.
Da domani sarà online la campagna mondiale di crowfunding sulla piattaforma Kickstarter, l’obiettivo di raccogliere i 250 mila euro necessari a sviluppare il prototipo e renderlo accessibile a tutti. Se la campagna andrà a buon fine, dal 2017 il software sarà open source.
Per noi il crowdfunding non è solo un metodo di finanziamento collettivo, ma anche l’occasione di uno sviluppo collettivo, infatti chi donerà potrà diventare uno dei nostri primi utenti e avrà l’occasione di dare la propria opinione e confrontarsi con sviluppatori e designers.
SoundSight Training è una realtà virtuale acustica che simula l’interazione del suono con diversi scenari, dando l’occasione ai non vedenti di imparare come ecolocalizzarsi nello spazio.
Con una donazione di 25€ si riceverà il proprio nome in braille, con 50€ sarà possibile avere un video illustrativo del software SoundSight, con 250€ sarà possibile ricevere una licenza del programma da donare a una scuola o a una associazione di ciechi, con 630€ si potrà scegliere le caratteristiche ambientali del software, 1800€ i tecnici realizzeranno una simulazione dell’ecolocalizazzione su un luogo reale a tua scelta.
Ma non è finita qui, salendo di generosità sarà possibile passare un pomeriggio e andare a cena con tutto il team di SoundSight al CERN di Ginevra o Bologna (3500€) invece con 5000€ si riceverà l’hardware di SoundSight.
Tutte le donazioni sono importanti, sarà possibile donare anche un solo euro e si verrà ringraziati pubblicamente da Sound Training. Ci sarà tempo fino all’8 febbraio 2016 per partecipare a questa campagna di generosità.

Come è nata l’idea, come funziona il software, quando e grazie a chi è stata sviluppata?
“In questo momento lavoriamo su un prototipo dimostrativo già testato da non vedenti – risponde Irene – che può essere utilizzato con un normale computer. Servono due periferiche: cuffie e microfono. Grazie al microfono il non vedente dà un input e ascolta il ritorno dell’eco in base all’ambiente simulato all’interno del software. Il principio è lo stesso del sonar, la tecnica del pipistrello. Allenandosi, anche i vedenti possono migliorare le loro capacità. Chiunque potrebbe imparare ad ecolocalizzarsi in base al suono.
Per sviluppare il software abbiamo lavorato con un gruppo di tre volontari, tutti non vedenti tra cui Cecilia Camellini di Formigine (già campionessa paralimpica di nuoto).
Un risultato straordinario ottenuto in meno di un anno di lavoro. “Grazie all’università, ho potuto frequentare per 6 mesi il corso Cbi (Challenge Based Innovation) de IdeaSquare, Cern insieme a studenti provenienti da università di tutto il mondo. Siamo stati divisi in team. Al mio è stata affidata questa sfida: trovare una soluzione tecnologica per i non vedenti. Durante questa esperienza ho avuto la fortuna di conoscere i miei due attuali compagni di viaggio, Marco Manca (italiano, medico, 36 anni, lavora ancora al Cern) e Henrik Kjeldsen (ingegnere informatico tedesco di 36 anni che lavora a San Francisco), con i quali ho iniziato a lavorare nel febbraio 2015”.
“Ora abbiamo una sfida – prosegue Irene – vogliamo continuare i nostri studi e rendere SoundSight Training reale. Per questo abbiamo deciso di lanciare la campagna di crowfunding con l’obiettivo di raccogliere 250 mila euro. Su Kickstarter pubblicheremo un nostro video di presentazione girato insieme ai nostri volontari. I soldi serviranno per arrivare in un anno ad avere non più solo un prototipo dimostrativo, ma un prodotto che i non vedenti potranno utilizzare”.
E sulla scelta dell’open source: “Stiamo parlando di uno strumento educativo. Sarebbe sbagliato tenerlo chiuso in uno scrigno e non condividerlo”.
Una scelta che fa onore al team di Soungsight Training. Se diffuso su larga scala, questo software potrebbe davvero aiutare milioni di persone.
Fotografie:
Logo di SoundSight Training: https://drive.google.com/file/d/0B6Phjbi6RJ7WVjVybHl3SFlyTUE/view?usp=sharing
Sessione di test del prototipo: https://drive.google.com/file/d/0B6Phjbi6RJ7WWlp5Q3RyNHFwc0U/view?usp=sharing

Un esempio di uno dei livelli all’interno del prototipo dimostrativo: https://drive.google.com/file/d/0B6Phjbi6RJ7Wd01qVHlUX3ROUkU/view?usp=sharing

Per maggiori informazioni:
Lanza Irene, CEO di SoundSight Training lanzairen@gmail.com – 3490873339
Facebook SoundSight Training

Bologna – MB248 notetaker Braille a 24 caratteri

Autore: Redazionale

MB248 è un piccolo notetaker a 24 caratteri che offre un modo rapido e semplice di utilizzare un personal computer tramite il sistema Braille o di prendere appunti e leggere i propri libri preferiti. Le sue caratteristiche e dimensioni lo rendono facilmente utilizzabile sia con computer di tipo desktop che con dispositivi portatili. Tramite l’interfaccia Bluetooth di collegamento al computer è possibile connettersi senza cavo a tutti i dispositivi PC e smartphone di nuova generazione. Ciascun carattere Braille incorpora un tasto per il richiamo automatico del cursore. Per Windows 7/8/10 (32/64 bit) è supportato il programma di navigazione schermo Jaws con i relativi driver in dotazione. 5 pulsanti di comando e la tastiera di tipo Perkins integrata consentono il controllo e l’attivazione di numerose funzioni di esplorazione video. Tramite la scheda micro SD fornita in dotazione è poi possibile contare su una memoria praticamente illimitata per la memorizzazione dei testi.

CARATTERISTICHE TECNICHE

✔Modulo Braille con 24 caratteri tipo piezo a 8 punti

✔Controllo del terminale attraverso 5 tasti a più funzioni e tastiera Perkins a 8 punti

✔Gestione a microprocessore

✔Connessione senza cavo tramite Bluetooth

✔Driver per JAWS

✔Alimentazione: Batteria interna ricaricabile, durata circa 14 ore

✔Dimensioni di ingombro: Larg. 18 cm, Prof. 12 cm, Alt. 3 cm

✔Peso : 500 g (circa)

✔Contenitore: Plastico

✔Scheda microSD 4 GB estraibile fornita in dotazione (massima 32 GB)

Per informazioni : C A V A Z Z A   2 0 0 0   S. r. l.

Via Castiglione, 71 – 40124 Bologna – Italia

Tel. 051-332090 – Fax 051-332609 – e-mail: cavazza2000@cavazza.it

Proposte in tema di accessibilità e tecnologia, di Irene Balbo

Autore: Irene Balbo

Proposte per la definizione degli orientamenti programmatici del XXIII congresso dell’UICI in tema di Accessibilità e Tecnologia , elaborate nel convegno “Quali idee? Su quali gambe?” (Napoli,  15-16 novembre 2014), promosso dal movimento Uicirinnovamento.

Hanno partecipato alla stesura di questo documento: Ciro Arnone, Irene Balbo, Vincenzo La Francesca, Roberta Mancini, Andrea Prantoni e Graziella Zuccarato.

Con questo piccolo elenco di punti che abbiamo ritenuto imprescindibili, vogliamo semplicemente gettare le basi per una discussione più ampia su problematiche così complesse e sfaccettate, come quelle che fanno capo ai temi della tecnologia, dell’accessibilità, dell’autonomia personale, della mobilità sia con il bastone che con il cane guida. Con questa prima traccia, appunto, auspichiamo di aprire un dibattito che la ampli e l’approfondisca fino ad arrivare al congresso, luogo deputato alla formulazione di proposte concrete su cui impegnare la Dirigenza Nazionale dal 2015 fino al termine della legislatura.

La molteplicità degli argomenti, non scaturisce dalla loro sottovalutazione, ma dalla necessità di sintesi, tuttavia siamo assolutamente consapevoli del fatto che ciascuno di questi temi meriterebbe uno spazio proprio, molto più ampio, spazio che speriamo gli verrà attribuito dall’associazione dopo il Congresso.

Entrando nel dettaglio, abbiamo individuato alcuni temi su cui vorremmo partisse da Napoli il dibattito, cercando di raggrupparli per macro-argomenti, anche se ovviamente il tema dell’accessibilità incrocia quello della tecnologia che vede notevoli sbocchi anche nell’ambito della mobilità e dell’autonomia personale, così come non si può non parlare dei nostri amici cani guida se affrontiamo il tema, appunto, della mobilità, Molte sono le cose che qui diremo, speriamo la Presidenza Nazionale, il Consiglio, la Direzione e i Soci che vorranno lavorare concretamente nell’Associazione individuino correttamente le priorità e portino avanti i progetti e le idee più importanti e più perseguibili, non trascurando però gli altri punti messi qui in luce.

In questo documento verranno illustrati i punti relativi ai temi dell’Accessibilità e della Tecnologia, quelli concernenti la Mobilità ed i Cani guida, invece, saranno oggetto di altrettanti documenti che renderemo noti nei prossimi giorni.

Accessibilità e tecnologia

  1. La sempre crescente inaccessibilità degli elettrodomestici, anche di quelli più comuni, (lavatrici, lavastoviglie, microonde, robot da cucina, timer ecc.) ci ha portati a ritenere che potrebbe essere utile l’individuazione, da parte dell’UICI, anche di concerto con altre associazioni che si occupino di disabilità diverse, di aziende pilota che possano investire in prodotti progettati secondo l’ormai tanto decantato, ma ancora poco concretizzato, design for all. L’idea è quella di un progetto che venga supportato, attraverso pubblicità tra i soci, eventuali contributi e nelle forme che si riterranno più opportune e che possa poi essere un modello per altre aziende italiane. In tal senso, forse l’UICI potrebbe farsi capofila di iniziative analoghe a livello sovranazionale, attraverso l’EBU, Unione dei Ciechi Europei. In tal modo verrebbe ulteriormente sensibilizzata la Commissione Europea sulle problematiche dell’accessibilità e si potrebbero coinvolgere anche aziende multinazionali nell’elaborazione di progetti di prodotti accessibili. Un buon punto di partenza sarebbe verificare quali siano le esigenze più sentite dai ciechi europei, attraverso un’indagine statistica, per poter affrontare le questioni e valutare i progetti in base alle priorità indicate.
  2. Riteniamo indispensabile, sul fronte legislativo, che si lavori ad una norma che vincoli le aziende, pena, se fattibile, l’impossibilità di vendere sul territorio italiano, o meglio europeo, o, in alternativa, ma solo qualora la prima opzione non fosse praticabile, l’attivazione di agevolazioni di tipo economico per le aziende che operino seguendo standard di accessibilità totale. Ovviamente una normativa di questo genere sarebbe auspicabile fosse di respiro europeo e non solo nazionale.
  3. La grave crisi occupazionale di questo ultimo periodo è acuita, nel caso dei disabili visivi, dall’inaccessibilità di sistemi hardware, software e piattaforme gestionali. La tecnologia permetterebbe invece, se resa accessibile, un ampliamento delle possibilità lavorative dei disabili visivi. Per tale ragione auspichiamo da parte dell’Associazione un intervento a livello legislativo, volto all’elaborazione di una legge sul modello di quella Americana che obbliga le aziende che vogliano lavorare con il Governo, a mantenere standard elevati di accessibilità. Anche in questo sarebbe auspicabile un ampliamento della questione in ambito europeo.
  4. Si invita l’Unione a farsi promotrice di una raccolta fondi nazionale che sponsorizzi un progetto meritevole o di tipo medico o di tipo tecnologico che da un lato possa concretamente migliorare la vita dei ciechi e che dall’altro sia un modo per parlare in maniera positiva delle opportunità offerte dalla scienza e dalla tecnologia ai ciechi stessi. Abbiamo pensato ad un concorso di idee valutate dall’Associazione anche per ridurre i finanziamenti sparsi su tanti piccoli progetti che spesso si rivelano inutili o impraticabili, rendendo l’associazione una specie di garante della reale validità di una ricerca o di un prototipo.
  5. Riteniamo fondamentale che l’UICI istituisca un osservatorio che lavori sia alla valutazione dell’accessibilità non solo dei siti web, ma anche dei prodotti tecnologici perché, quelli ad oggi accessibili mantengano e rafforzino questa loro caratteristica, sia per poter supportare i soci negli acquisti non solo di prodotti di alta tecnologia, ma anche di uso quotidiano. Se fatto in modo capillare e attento potrebbe rappresentare un’opportunità lavorativa per un certo numero di persone che, per poter svolgere questo lavoro in modo efficiente, dovrebbero costantemente aggiornarsi e mantenere i contatti con i soci e le sezioni.
  6. La legge sull’accessibilità dei prodotti audiovisivi in Italia è molto arretrata rispetto al panorama internazionale, si ritiene fondamentale che l’Associazione promuova direttamente o sposi progetti di legge eventualmente preesistenti, volti all’obbligo di rendere accessibile ai disabili sensoriali tutti i prodotti audiovisivi fin dalla loro uscita sul mercato.
  7. Le spese che il servizio sanitario nazionale sostiene per l’acquisto di ausili presenti nel nomenclatore tariffario a volte sono eccessive e immotivate. Oggi la legge prevede che sia sufficiente la richiesta dell’utente insieme alla prescrizione dell’oculista perché, se un ausilio rientra nel nomenclatore tariffario, questo venga acquistato. Sappiamo però che raramente gli oculisti sono esperti di ausili specifici soprattutto per ciechi assoluti. Il risultato è che spesso vengono spesi soldi inutilmente e a discapito di chi invece ha realmente bisogno. Inoltre, il sistema degli appalti finisce con il vincolare l’utente ad acquistare un determinato ausilio non sempre adeguato o a sopportare un aggravio di spesa per l’acquisto di quello a lui più adatto. Chiediamo che l’UICI, insieme anche ad altre associazioni di disabili, si faccia carico di far modificare queste normative affinchè le ASL si rivolgano, all’atto della richiesta da parte di un disabile visivo, di un determinato ausilio, a centri specializzati che, oltre all’oculista che si occuperà della prescrizione finale, vista la normativa attuale che prevede la prescrizione, abbiano nel loro staff esperti di tiflologia e di tecnologie per disabili visivi, che possano operare, in base ad una valutazione complessiva del soggetto richiedente,  la scelta dell’ausilio più adeguato da inserirsi eventualmente in un progetto riabilitativo più ampio. Tale ruolo potrebbero svolgerlo, con personale adeguatamente formato, i centri di Ipovisione   e gli istituti per ciechi riconosciuti dal sistema sanitario nazionale che, ovviamente, non dovrebbero svolgere anche il compito di rivenditori.
  8. Fondamentale, per evitare sprechi di denaro, riteniamo sia il rispetto della normativa da parte delle ASL che prevede, al termine degli anni prescritti, la restituzione del materiale avuto in comodato d’uso.
  9. I ritardi nell’aggiornamento del nomenclatore tariffario, oltre a garantire cifre in alcuni casi attualmente inferiori al costo degli ausili a cui sono destinate, esclude di fatto alcuni prodotti tecnologici recenti molto utili ai disabili visivi. Per questo chiediamo che la normativa obblighi in maniera cogente, l’aggiornamento del suddetto nomenclatore almeno ogni 3 anni.
  10. Pensiamo che il sistema degli appalti di fatto rischi di favorire questa o quella azienda e di sfavorire l’utente che in alcuni casi si trova costretto, se non vuole pagare di tasca propria, a scegliere un ausilio non del tutto adeguato alle proprie necessità. Per questo riteniamo che sia necessario un superamento del sistema degli appalti regionali, recuperando invece l’idea della presentazione di tre preventivi, o da parte dell’utente o reperiti dalla stessa ASL; ferma restando la scelta di quello più conveniente, che dovrà però riguardare lo stesso identico ausilio, sia per quanto riguarda la marca, che il modello, non soltanto il medesimo codice.
  11. La possibilità, per un cieco, di poter prelevare ad uno sportello automatico, è qualcosa che lo garantisce nella propria privacy e nella propria sicurezza. Attualmente gli sportelli bancomat accessibili sono ancora diffusi a macchia di leopardo, ma sarebbe necessario che ci fosse l’obbligo, per tutti gli istituti di credito, compreso poste italiane S.P.A., di dotarsi di sportelli atm accessibili per ciechi ed ipovedenti. Chiediamo che l’UICI intervenga, anche in collaborazione con associazioni che si occupano di disabilità diverse, inizialmente con l’ABI e, se necessario, attraverso una legge sull’accessibilità che preveda che, chiunque fornisca servizi al pubblico, sia online che attraverso sistemi automatici, li eroghi con mezzi utilizzabili da tutti i disabili. Una legge che vada oltre l’attuale legge Stanca, che preveda tempi ben definiti per adeguarvisi e sanzioni inderogabili e significative per chi quei tempi non li rispetti.