Proposte in tema di accessibilità e tecnologia, di Irene Balbo

Autore: Irene Balbo

Proposte per la definizione degli orientamenti programmatici del XXIII congresso dell’UICI in tema di Accessibilità e Tecnologia , elaborate nel convegno “Quali idee? Su quali gambe?” (Napoli,  15-16 novembre 2014), promosso dal movimento Uicirinnovamento.

Hanno partecipato alla stesura di questo documento: Ciro Arnone, Irene Balbo, Vincenzo La Francesca, Roberta Mancini, Andrea Prantoni e Graziella Zuccarato.

Con questo piccolo elenco di punti che abbiamo ritenuto imprescindibili, vogliamo semplicemente gettare le basi per una discussione più ampia su problematiche così complesse e sfaccettate, come quelle che fanno capo ai temi della tecnologia, dell’accessibilità, dell’autonomia personale, della mobilità sia con il bastone che con il cane guida. Con questa prima traccia, appunto, auspichiamo di aprire un dibattito che la ampli e l’approfondisca fino ad arrivare al congresso, luogo deputato alla formulazione di proposte concrete su cui impegnare la Dirigenza Nazionale dal 2015 fino al termine della legislatura.

La molteplicità degli argomenti, non scaturisce dalla loro sottovalutazione, ma dalla necessità di sintesi, tuttavia siamo assolutamente consapevoli del fatto che ciascuno di questi temi meriterebbe uno spazio proprio, molto più ampio, spazio che speriamo gli verrà attribuito dall’associazione dopo il Congresso.

Entrando nel dettaglio, abbiamo individuato alcuni temi su cui vorremmo partisse da Napoli il dibattito, cercando di raggrupparli per macro-argomenti, anche se ovviamente il tema dell’accessibilità incrocia quello della tecnologia che vede notevoli sbocchi anche nell’ambito della mobilità e dell’autonomia personale, così come non si può non parlare dei nostri amici cani guida se affrontiamo il tema, appunto, della mobilità, Molte sono le cose che qui diremo, speriamo la Presidenza Nazionale, il Consiglio, la Direzione e i Soci che vorranno lavorare concretamente nell’Associazione individuino correttamente le priorità e portino avanti i progetti e le idee più importanti e più perseguibili, non trascurando però gli altri punti messi qui in luce.

In questo documento verranno illustrati i punti relativi ai temi dell’Accessibilità e della Tecnologia, quelli concernenti la Mobilità ed i Cani guida, invece, saranno oggetto di altrettanti documenti che renderemo noti nei prossimi giorni.

Accessibilità e tecnologia

  1. La sempre crescente inaccessibilità degli elettrodomestici, anche di quelli più comuni, (lavatrici, lavastoviglie, microonde, robot da cucina, timer ecc.) ci ha portati a ritenere che potrebbe essere utile l’individuazione, da parte dell’UICI, anche di concerto con altre associazioni che si occupino di disabilità diverse, di aziende pilota che possano investire in prodotti progettati secondo l’ormai tanto decantato, ma ancora poco concretizzato, design for all. L’idea è quella di un progetto che venga supportato, attraverso pubblicità tra i soci, eventuali contributi e nelle forme che si riterranno più opportune e che possa poi essere un modello per altre aziende italiane. In tal senso, forse l’UICI potrebbe farsi capofila di iniziative analoghe a livello sovranazionale, attraverso l’EBU, Unione dei Ciechi Europei. In tal modo verrebbe ulteriormente sensibilizzata la Commissione Europea sulle problematiche dell’accessibilità e si potrebbero coinvolgere anche aziende multinazionali nell’elaborazione di progetti di prodotti accessibili. Un buon punto di partenza sarebbe verificare quali siano le esigenze più sentite dai ciechi europei, attraverso un’indagine statistica, per poter affrontare le questioni e valutare i progetti in base alle priorità indicate.
  2. Riteniamo indispensabile, sul fronte legislativo, che si lavori ad una norma che vincoli le aziende, pena, se fattibile, l’impossibilità di vendere sul territorio italiano, o meglio europeo, o, in alternativa, ma solo qualora la prima opzione non fosse praticabile, l’attivazione di agevolazioni di tipo economico per le aziende che operino seguendo standard di accessibilità totale. Ovviamente una normativa di questo genere sarebbe auspicabile fosse di respiro europeo e non solo nazionale.
  3. La grave crisi occupazionale di questo ultimo periodo è acuita, nel caso dei disabili visivi, dall’inaccessibilità di sistemi hardware, software e piattaforme gestionali. La tecnologia permetterebbe invece, se resa accessibile, un ampliamento delle possibilità lavorative dei disabili visivi. Per tale ragione auspichiamo da parte dell’Associazione un intervento a livello legislativo, volto all’elaborazione di una legge sul modello di quella Americana che obbliga le aziende che vogliano lavorare con il Governo, a mantenere standard elevati di accessibilità. Anche in questo sarebbe auspicabile un ampliamento della questione in ambito europeo.
  4. Si invita l’Unione a farsi promotrice di una raccolta fondi nazionale che sponsorizzi un progetto meritevole o di tipo medico o di tipo tecnologico che da un lato possa concretamente migliorare la vita dei ciechi e che dall’altro sia un modo per parlare in maniera positiva delle opportunità offerte dalla scienza e dalla tecnologia ai ciechi stessi. Abbiamo pensato ad un concorso di idee valutate dall’Associazione anche per ridurre i finanziamenti sparsi su tanti piccoli progetti che spesso si rivelano inutili o impraticabili, rendendo l’associazione una specie di garante della reale validità di una ricerca o di un prototipo.
  5. Riteniamo fondamentale che l’UICI istituisca un osservatorio che lavori sia alla valutazione dell’accessibilità non solo dei siti web, ma anche dei prodotti tecnologici perché, quelli ad oggi accessibili mantengano e rafforzino questa loro caratteristica, sia per poter supportare i soci negli acquisti non solo di prodotti di alta tecnologia, ma anche di uso quotidiano. Se fatto in modo capillare e attento potrebbe rappresentare un’opportunità lavorativa per un certo numero di persone che, per poter svolgere questo lavoro in modo efficiente, dovrebbero costantemente aggiornarsi e mantenere i contatti con i soci e le sezioni.
  6. La legge sull’accessibilità dei prodotti audiovisivi in Italia è molto arretrata rispetto al panorama internazionale, si ritiene fondamentale che l’Associazione promuova direttamente o sposi progetti di legge eventualmente preesistenti, volti all’obbligo di rendere accessibile ai disabili sensoriali tutti i prodotti audiovisivi fin dalla loro uscita sul mercato.
  7. Le spese che il servizio sanitario nazionale sostiene per l’acquisto di ausili presenti nel nomenclatore tariffario a volte sono eccessive e immotivate. Oggi la legge prevede che sia sufficiente la richiesta dell’utente insieme alla prescrizione dell’oculista perché, se un ausilio rientra nel nomenclatore tariffario, questo venga acquistato. Sappiamo però che raramente gli oculisti sono esperti di ausili specifici soprattutto per ciechi assoluti. Il risultato è che spesso vengono spesi soldi inutilmente e a discapito di chi invece ha realmente bisogno. Inoltre, il sistema degli appalti finisce con il vincolare l’utente ad acquistare un determinato ausilio non sempre adeguato o a sopportare un aggravio di spesa per l’acquisto di quello a lui più adatto. Chiediamo che l’UICI, insieme anche ad altre associazioni di disabili, si faccia carico di far modificare queste normative affinchè le ASL si rivolgano, all’atto della richiesta da parte di un disabile visivo, di un determinato ausilio, a centri specializzati che, oltre all’oculista che si occuperà della prescrizione finale, vista la normativa attuale che prevede la prescrizione, abbiano nel loro staff esperti di tiflologia e di tecnologie per disabili visivi, che possano operare, in base ad una valutazione complessiva del soggetto richiedente,  la scelta dell’ausilio più adeguato da inserirsi eventualmente in un progetto riabilitativo più ampio. Tale ruolo potrebbero svolgerlo, con personale adeguatamente formato, i centri di Ipovisione   e gli istituti per ciechi riconosciuti dal sistema sanitario nazionale che, ovviamente, non dovrebbero svolgere anche il compito di rivenditori.
  8. Fondamentale, per evitare sprechi di denaro, riteniamo sia il rispetto della normativa da parte delle ASL che prevede, al termine degli anni prescritti, la restituzione del materiale avuto in comodato d’uso.
  9. I ritardi nell’aggiornamento del nomenclatore tariffario, oltre a garantire cifre in alcuni casi attualmente inferiori al costo degli ausili a cui sono destinate, esclude di fatto alcuni prodotti tecnologici recenti molto utili ai disabili visivi. Per questo chiediamo che la normativa obblighi in maniera cogente, l’aggiornamento del suddetto nomenclatore almeno ogni 3 anni.
  10. Pensiamo che il sistema degli appalti di fatto rischi di favorire questa o quella azienda e di sfavorire l’utente che in alcuni casi si trova costretto, se non vuole pagare di tasca propria, a scegliere un ausilio non del tutto adeguato alle proprie necessità. Per questo riteniamo che sia necessario un superamento del sistema degli appalti regionali, recuperando invece l’idea della presentazione di tre preventivi, o da parte dell’utente o reperiti dalla stessa ASL; ferma restando la scelta di quello più conveniente, che dovrà però riguardare lo stesso identico ausilio, sia per quanto riguarda la marca, che il modello, non soltanto il medesimo codice.
  11. La possibilità, per un cieco, di poter prelevare ad uno sportello automatico, è qualcosa che lo garantisce nella propria privacy e nella propria sicurezza. Attualmente gli sportelli bancomat accessibili sono ancora diffusi a macchia di leopardo, ma sarebbe necessario che ci fosse l’obbligo, per tutti gli istituti di credito, compreso poste italiane S.P.A., di dotarsi di sportelli atm accessibili per ciechi ed ipovedenti. Chiediamo che l’UICI intervenga, anche in collaborazione con associazioni che si occupano di disabilità diverse, inizialmente con l’ABI e, se necessario, attraverso una legge sull’accessibilità che preveda che, chiunque fornisca servizi al pubblico, sia online che attraverso sistemi automatici, li eroghi con mezzi utilizzabili da tutti i disabili. Una legge che vada oltre l’attuale legge Stanca, che preveda tempi ben definiti per adeguarvisi e sanzioni inderogabili e significative per chi quei tempi non li rispetti.