Modena – Giovanni Piani: Un grande Modenese

“È venuto a mancare all’affetto di tutti i ciechi modenesi (e non solo Modenesi) Giovanni Piani. Un uomo, un non vedente che ha fatto moltissimo per tanti ciechi come Lui.
Giovanni; era nato a Pavullo un comune del nostro Appennino nel 1928. All’età di 12 anni ha perso la vista a causa di un incidente sul lavoro (a quei tempi si lavorava già da bambini). Entrato nell’istituto per ciechi di Reggio Emilia, si è abituato rapidamente alla nuova condizione, cercando con forza di darsi un’istruzione e una professionalità, che gli ha consentito di assicurarsi un impiego alla Cassa di Risparmio di Modena come centralinista, ma sopratutto, si è integrato in quella nuova realtà dei non vedenti, cercando il modo di aiutare i tanti che si trovavano nelle sue medesime condizioni, impegno questo, che lo ha portato alla presidenza della sezione provinciale della neonata unione italiana dei ciechi, avviando al lavoro moltissimi ciechi modenesi.
Ma Giovanni oltre al suo entusiasmo aveva anche una lungimiranza innata, la capacità di cogliere il futuro con il suo progresso tecnologico e non perdeva occasione per entrarvi con curiosità, per valutare se vi fossero opportunità per nuovi impieghi lavorativi o qualsiasi cosa che potesse tornare utile a facilitare la vita dei non vedenti. Infatti, la sezione di Modena, di cui è stato presidente per diversi decenni, sotto la sua guida e grazie alla sua incessante attività ed intuizione all’inizio dell’era informatica si è dotata dei primi computer, e ha organizzato i primi corsi di informatica di base cominciando in oltre a stampare libri in braille, tutto ciò senza dimenticare lo svago, infatti, la sezione di Modena fu uno dei principali sostenitori economici della costruzione del centro le Torri a Tirrenia (località marina in Toscana), un albergo costruito e gestito su misura per i non vedenti di tutta Italia.
Giovanni era anche un uomo ricco di umanità e di ironia, e, a chiunque con problemi di vista gli si presentasse per la prima volta, aveva sempre la parola giusta per confortare, il motto di spirito per sdrammatizzare, il consiglio buono per aiutare ad affrontare la vita senza timori, in modo nuovo, con strumenti diversi e soprattutto gli garantiva tutto il suo impegno per trovargli una nuova occupazione. Nessuno doveva rimanere indietro e soprattutto, tutti dovevano potersi mantenere e mantenere la loro famiglia con dignità e soddisfazione.
Molti cittadini modenesi, hanno imparato a conoscerlo e a stimarlo, senza fargli mancare mai l’affetto, testimoniato anche da grandi e piccoli contributi per la sezione, e anche grazie a questi modenesi la sezione ha raggiunto traguardi inimmaginabili, rari in altre realtà italiane.
La nostra città e i ciechi Modenesi con Giovanni Piani hanno perso un grande uomo che ha lasciato a Modena e ai ciechi un patrimonio umano e una struttura organizzata di servizi di cui gli saremo per sempre grati.”

Il Consiglio Direttivo
UICI Modena

Catanzaro – Lo sviluppo dei servizi per i ciechi pluriminorati: una legge, un primato calabrese, una conquista di civiltà, di Pierfrancesco Greco

Il progetto, inerente alla Legge Regionale 17/2019, è stato illustrato venerdì scorso, in una conferenza stampa, presso la Sala Oro della “Cittadella” della Regione Calabria, a Catanzaro.

Una grande alba di progresso sociale, per la Calabria e per tutti i ciechi pluriminorati, i quali aspettavano da tempo un atto capace di dare dimensione fattuale alla vicinanza delle istituzioni rispetto alla quotidianità dei ciechi e degli ipovedenti: il Progetto per lo sviluppo di servizi in favore delle persone cieche pluriminorate, inerente alla Legge Regionale 17/2019 “Interventi per l’assistenza a favore dei ciechi pluriminorati”, presentato venerdì mattina, durante una conferenza stampa svoltasi presso la Sala Oro della “Cittadella” della Regione Calabria, a Catanzaro, non è solo un’azione di riconoscimento verso la situazione di difficoltà che vivono ogni giorno i ciechi pluriminorati, bensì va a sancire la volontà d’intervenire da parte dell’istituzione Regione, attraverso uno strumento formale, qual è una legge contemplante le misure positive da adottare verso queste persone svantaggiate; un atto che, oltre a costituire la prima legge in Italia a supporto della categoria dei ciechi pluriminorati, e, perciò, a consentire alla nostra Regione, e ai suoi amministratori, di raggiungere un primato positivo a livello nazionale, rappresenta un fatto concreto di vicinanza e sostegno della politica a favore dei disabili e delle famiglie che vivono affettivamente tale condizione. “È una risposta di civiltà e di correttezza da parte dell’Istituzione regionale calabrese – ha affermato la dottoressa Annamaria Palummo, Consigliere Nazionale dell’UICI, a fronte di una richiesta, anzi di un bisogno afferente al diritto di esistere, nonostante le gravi pluriminorazioni; una richiesta e un bisogno perpetuati nel tempo, in attesa di comprensione, grazie alla forza, alla tenacia, allo spirito di Unione dei dirigenti calabresi, guidati dal presidente regionale UICI, Pietro Testa, e dalla presidente della sezione Uici di Catanzaro e Presidente della IAPB per la regione Calabria, Luciana Loprete. Pertanto esprimo gratitudine, in rappresentanza anche del Presidente Nazionale UICI, dottor Mario Barbuto, per tale dono esclusivo della nostra Regione Calabria, che, a differenza dell’indifferenza – scusate l’artificio verbale – imperante in altre realtà regionali, palesa attenzione verso il nostro anelito a essere parte attiva del consesso civico, permettendoci di portare a casa un’azione positiva affermante, in foggia concreta, il principio di sussidiarietà. Questa legge costituisce un fiore all’occhiello per una Regione sovente associata a circostanze poco edificanti; questa legge ribalta certi paradigmi; questa legge è un faro di valori che trae linfa dalla nostra vita e dalla nostra terra: come disabili visivi e, soprattutto, come calabresi, dobbiamo esserne orogogliosi”. Nello specifico, la Legge regionale 31 maggio 2019, n. 17 – alla cui approvazione, che ha trovato consenso unanime in Consiglio, hanno dato fondamentale contribuito il Presidente Mario Oliverio, insieme al Presidente della III Commissione, Michelangelo Mirabello, al Presidente della II Commissione, Giuseppe Aieta, all’Assessore al Welfare, Angela Robbe, e al Presidente del Consiglio, Nicola Irto – è uno strumento attraverso cui la Regione Calabria, come spiegato dall’Avvocato Annunziato Denisi consulente legale UICI Calabria, promuove e finanzia progetti e attività rivolte all’inclusione sociale e alla piena integrazione nella famiglia, nella scuola, nel lavoro e nella società in generale dei ciechi pluriminorati, avvalendosi dell’Unione Italiana dei Ciechi e Ipovedenti (UICI) – Consiglio Regionale Calabria – Onlus, e dell’Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità (IAPB) – Comitato Regionale Calabria, in forza del protocollo d’intesa sottoscritto il 23 ottobre 2012 tra Regione Calabria, dipartimento competente in materia di politiche sociali, IAPB Calabria e UICI Calabria. In base al testo della norma, i progetti sono presentati ogni anno entro il 30 marzo, dall’Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità (IAPB) – Comitato Regionale Calabria – e dall’Unione italiana ciechi e ipovedenti (UICI) – Consiglio Regionale Calabria Onlus – all’assessorato competente in materia di politiche sociali, che provvede all’approvazione. Da parte loro, il Consiglio Regionale Calabria UICI e il Comitato Regionale Calabria IAPB, entro il 30 giugno di ciascun anno, trasmettono, all’assessorato regionale competente in materia di politiche sociali, una relazione sull’attività svolta nell’esercizio dell’anno precedente. In particolare, attraverso questa legge, la Regione favorisce e sostiene tutti i progetti realizzati sul territorio regionale, rivolti a tutte le fasce di età, finalizzati alla prevenzione, alla riabilitazione visiva e all’integrazione sociale e lavorativa dei ciechi pluriminorati, attraverso progetti di informazione, prevenzione e riabilitazione visiva, nonché attraverso servizi specializzati rivolti ai ciechi pluriminorati, in grado di affrontare efficacemente eterogenee disabilità con interventi di trattamento e cura tali da favorire, come già evidenziato, l’educazione, l’inserimento sociale, il riconoscimento e la tutela dei diritti di pari opportunità nella scuola, nel lavoro e nella società. Sì, questa volta noi calabresi dobbiamo essere veramente orgogliosi: orgogliosi di “una bella pagina che – ha affermato il Presidente Luciana Loprete – vola alto, oltre ogni campanilismo e partigianeria, oltre ogni barriera, illuminando di umanità un modo efficace di fare politica”, avente quale astro di riferimento, come sottolineato dal Presidente UICI Pietro Testa, “il servizio verso una società civile che oggi è più giusta, più inclusiva, più vera”.

Il buio e la luce, di Anna Ferraiolo

Autore: Anna Ferraiolo

Il buio è per me come il silenzio: capiente ed accogliente.

Ci posso mettere dentro le mie paure o la mia timidezza, la mia fantasia, il mio desiderio di libertà, il mio limite e la mia possibilità.

Ho fatto diverse esperienze di “buio”: un paio di cene, un paio di percorsi, e sempre quando la luce cessa di essere il faro della mia mente, sento il cervello impazzire improvvisamente e avverto la dilazione spasmodica delle mie pupille. Luce, luce, luce. Ne ho bisogno come l’aria.

Quando faccio tacere la paura e il disorientamento smette di essere la bussola del mio cercare, una grande sensazione di sfida guida i gesti: nel buio tocco gli abiti della boutique al buio, mentre l’olfatto mi invia un profumo dolce di sandalo, e tocco il braccio del compagno sconosciuto che sta facendo il percorso con me. Un contatto tra sconosciuti che sarebbe un problema nella normale visione quotidiana diventa quasi un conforto nel sentirsi senza punti di riferimento.

Toccare le verdure nella bottega dell’ortolano mi fa rendere conto che non sono così ferrata nel percepire le sottili differenze tra un sedano e un prezzemolo.

Intanto le voci ci guidano, e sembrano rimbombare da ogni dove, mi disorientano. Mi fido di me stessa e tocco il muro, lo seguo fino all’uscita, dove la luce finalmente offende i miei occhi quietati dal buio protettore.

Mi hanno detto che avere pensieri di cecità è normale: ma questa esperienza mi ha messo dinanzi ad una diversa realtà di percezione, e di capacità personale.

Lo sconcerto fa posto a domande importanti : come fanno i non vedenti a muoversi con quella sicurezza che riconosco loro? Quante difficoltà hanno dovuto superare per ciò che per me e noi tutti vedenti, è la normalità? Quanti pensieri difficili hanno affrontato a testa bassa, senza rivelare a nessuno il peso di una diversa abilità? E poi le tante curiosità: se io ad un primo sguardo giudico una persona come gradevole o sgradevole, bella o brutta, interessante o respingente, come fa un non vedente a soddisfare delle curiosità simili?

Il percorso al buio, insomma, ha mutato il mio modo di considerare le cose quotidiane, facendomi sperimentare quanto il limite sia sempre punto di partenza di una nuova opportunità.

E da volontaria Univoc, con grande semplicità ed altrettanta forza vi invito a non aver paura del buio, perché quello fisico è superabile, ma quello dell’indifferenza, dell’ignorare, del pregiudizio è certamente più duro da vincere.

Coraggio, lasciatevi contaminare dal buio e ri-scoprite la bellezza della vostra luce.

“Vedere senza guardare: si può fare ?”

Percorso multisensoriale proposto da U.NI.VO.C di Napoli

Presso l’Istituto Domenico Martuscelli di Napoli

Per info e prenotazioni : 081 199915172/3

info@univocdinapoli.org

27-10: La nostra assemblea tra riassunto e programmazione di fine mandato del Comitato Fisioterapisti e Massofisioterapisti, di Giovanni Cancelliere

Autore: Giovanni Cancelliere

Nella giornata di domenica 27 ottobre, come programmata da tempo, abbiamo svolto la nostra assemblea di categoria a latere del secondo stage del corso formativo O.M.N.I. organizzato dal nostro Comitato in Cofinanziamento con la Sede Centrale dell’I.Ri.Fo.r.

Alle ore 09,00 si componeva il tavolo di Presidenza composto dal Vice Presidente Nazionale U.I.C.I. Avv. Stefano TORTINI, dal Vice Presidente Regionale Abruzzo U.I.C.I. Sig. Antonello DI DEO, il Coordinatore Regionale Abruzzo dei FT e Mft Sig. Francesco CIARDONE, il sottoscritto e il Segretario Ufficio Lavoro Sede Nazionale Dott. Emanuele CECCARELLI per la verbalizzazione.

Si iniziavano i lavori con il saluto alla platea e agli ospiti in audioconferenza telefonica del Presidente Nazionale U.I.C.I. Prof. Mario BARBUTO impegnato a Milano su altri fronti istituzionali e impossibilitato a partecipare direttamente di persona; il Sig. DI DEO portava i saluti del Presidente Regionale Abruzzo Sig. Santino DI MARCANTONIO assente per motivi familiari; il Vice Presidente Nazionale introduceva l’inizio dei lavori con un resoconto di quelle che riteneva fossero state le fasi più importanti dell’iter di mandato sviluppato fino a questo momento.

Nella nostra  relazione da me letta c’è il sunto di tre anni impegnativi che questo Comitato ha dovuto affrontare su tematiche delle tre componenti rappresentative del bacino associativo dei fisioterapisti e massofisioterapisti:

  • Riguardo le figure equipollenti si è discusso delle criticità per le iscrizioni agli Ordini Professionali e relativi Collegi; disparità di trattamento economico, inquadramento giuridico sul territorio nazionale;
  • Riguardo ai Massofisioterapisti post-99, tutte le novità riguardante gli elenchi speciali a norma del Decreto Attuativo D.M. 9 agosto 2019 del Comma 537 art. 1 legge 145/2018;
  • Riguardo a vecchi e nuovi laureati in fisioterapia tutto quello che riguarda le difficoltà di entrata nel mondo del lavoro e della mancanza di accessibilità tecnologica per la formazione universitaria;
  • Le problematiche riassuntive di una società che si va sempre più involvendo sulle tematiche culturali e sociali nei confronti del mondo delle disabilità che ne fa scaturire una marginalità sempre più profonda dei non vedenti sotto aspetti di benessere bio psico sociali.

Si è data lettura della relazione del Collega Dott. Alfio PULVIRENTI dei tre anni concomitanti di questo Comitato come nostro portavoce in A.I.Fi.

È stato un piacere  di aver ospitato il Dott.  Donato CAVALLUZZO Presidente della Federazione Nazionale dei Collegi dei Massofisioterapisti (F.N.C.M.), il Dott. Alessandro QUARTI esponente di F.N.C.M. del ramo Osteopatia e la Dr. FT Patrizia GALANTINI esponente del Direttivo dell’Associazione Italiana dei Fisioterapisti (A.I.Fi.); con rammarico non è stato possibile avere in sala il Presidente della FNO TSRM-PSTRP Dott. Alessandro BEUX per impegni istituzionali e la Dott.ssa Paola SHUMACHER Presidente del Registro Osteopati Italiano (R.O.I.). per altri impegni improrogabili.

Dopo la lettura della nostra relazione, che allegherò a piè pagina a questo articolo, hanno portato il loro contributo alla discussione ognuno per competenze e punti di vista delle parti associative di rappresentanza.

Le parti presenti hanno riconfermato la volontà di proseguire il cammino intrapreso da oltre una decade con l’Unione, un rapporto che col tempo si è sempre più saldato nel rispetto anche di quello che ci vede non completamente in accordo ma valorizzando quello che ci unisce.

La Dr.FT Patrizia GALANTINI ha relazionato sul lavoro e l’aiuto concreto che la figura del collega Alfio PULVIRENTI ha svolto in Direzione Nazionale A.I.FI. in rappresentanza dell’Unione e portando le istanze come portavoce di questo Comitato, ribadendo la puntualità e l’incisività delle sue azioni; ha ribadito la fondamentale necessità dell’Albo di Professione, non venendo meno a rispondere sulle criticità legate alla dismissione dei RAMR per legge e della vacatio creata per lo smaltimento delle richieste di iscrizione delle domande inevase e che potrà riprendere dopo le composizioni delle Commissioni di Albo; ha confermato che la trasformazione di A.I.FI. in Associazione Tecnico Scientifica è già in atto e che il contributo del collega CASSIOLI, da noi segnalato e dal Presidente BARBUTO  delegato, potrà apportare come “valore aggiunto” alla professione fisioterapica del futuro e al lavoro scientifico dell’associazione che troverà pieno compimento nella primavera prossima.

Il Presidente CAVALLUZZO ha centrato il suo intervento sul lavoro svolto in pieno accordo con l’Unione, attraverso questo Comitato, sia sulle relazioni del passato con i Comitati che ci hanno preceduto, sia sul lavoro svolto in questi due anni gomito a gomito sui tavoli ministeriali in difesa di una professionalità, quella del Massofisioterapisti,  molto spesso vilipesa  da una gogna mediatica al limite della querela; ha puntualmente informato la platea sulle azioni che vedranno impegnate F.N.C.M. nei prossimi mesi come RAMR degli elenchi speciali e su come implementare il riconoscimento di altre figure afferenti alla sanità non ancora normate.

Il collega Dott. QUARTI ricostruiva la storia delle varie associazioni e scuole formative in osteopatia, evidenziando una eterogeneità espansa che rallenterà l’identificazione dei titoli propedeutici all’equipollenza di un futuribile titolo di professione sanitaria in osteopatia dove, oltre al contenitore dell’art.7 della legge 3/2018, non esiste ancora nessun contenuto come decreto identificativo di professione (Ministero della Salute), come piano formativo universitario (M.I.U.R.), come pianificazione ed integrazione delle piante organiche del comparto sanitario soprattutto pubblico (Min. Lavoro, Consulta stato Regioni, Ministero della previdenza Sociali e delle politiche assistive alla disabilità): tutto questo fa comprendere che tutto sembra  molto futuribile con tempi molto variabili.

La platea ha partecipato con spunti, curiosità e domande fatte al tavolo di Presidenza e agli ospiti, confrontandoci nelle richieste di conoscere e sapere ciò che oggi sta avvenendo nella nostra professione; con nostra grande felicità erano presenti anche due studenti di due corsi di laurea differenti, uno al secondo anno del corso nella sede distaccata di Bolzano della facoltà di Medicina dell’Università di Ferrara è una studentessa al terzo anno di corso presso la Facoltà di Medicina di Firenze che hanno portato la loro diretta esperienza di studenti con disabilità visiva e le difficoltà che hanno e devono affrontare per portare a compimento il percorso formativo, senza però far mai trasparire ripensamenti sulle scelte effettuate per un loro impegno come professionisti sanitari.

Si procedeva alla votazione della relazione presentata dal Comitato ed ad unanimità riceveva il voto della platea.

Successivamente si portavano a conoscenza degli obiettivi  in programmazione in questo scorcio finale di mandato, qui sotto riportati:

Formazione:

  • Organizzazione open Day presso le facoltà di medicina che hanno già dato l’opportunità dell’accessibilità ( Firenze, Bolzano, Torino ) e prendere contatti attraverso i delegati dai rettori alle disabilità di altre università.

Lavoro:

  • Visto le condizioni di disparità di inquadramento tra figure equipollenti della stessa area  del comparto sanitario pubblico e privato, si consiglia di elaborare una richiesta di una circolare al ministero della salute per inquadrare con la stessa dicitura di “Fisioterapista equipollente” le figure afferenti all’art. 1 Tabella B del: DECRETO 27 luglio 2000: Equipollenza di diplomi e di attestati al diploma universitario di fisioterapista, ai fini dell’esercizio professionale e dell’accesso alla formazione post-base”. Altra formula sarebbe il numero identificativo degli Ordini Professionali del Collegio di appartenenza di tutti i professionisti sanitari.

Tale necessità viene evidenziata con la nascita degli Ordini professionali e l’iscrizione all’Albo corrispondente dei Fisioterapisti.

  • Richiesta di interazione tra INVAT (istituto Nazionale valutazioni ausili e tecnologie) e Agenzia delle Entrate  al fine di rendere accessibile ai non vedenti l’erogazione della fatturazione elettronica.

Dopo la pausa si riprendeva con gli interventi dei Coordinatori territoriali presenti che portavano a conoscenza della platea e della dirigenza al tavolo della situazione e delle istanze dei soci dai territori di appartenenza, rimarcando i bisogni e le criticità  che venivano puntualmente prese in carico e verbalizzate,

Alle 13,00 si chiudevano i lavori.

Abbiamo constatato l’importanza di questi momenti assembleari per una riconnessione di esperienze e di conoscenze che preparano all’agire del futuro: non solo un riscontro interno ma il confronto con associazioni esterne non possono che apportare, ma anche dare, nuova linfa alle idee che serviranno a sostenere il lavoro nel prossimo anno fino alla fine di questo mandato ma lasciando una programmazione di contiguità con gli interlocutori del prossimo Comitato.

Il Prossimo Comitato del mandato 2020/2024 che, dopo ogni Congresso, e dopo le nuove nomine dei 19 coordinatori regionali e dei 2 delle PP.AA, dovrà esprimere un rinnovamento dei suoi componenti, dove noi 5 ci auguriamo e auspichiamo ci siano persone con competenze e professionalità al passo delle sfide che attendono i non vedenti impegnati nel mondo sanitario; da oggi, ma già da ieri, dobbiamo comprendere che il nostro lavoro è sempre meno subordinato e di tutela e molto di più verso la professione autonoma con le criticità che la supportano.

Il rinnovamento non deve essere solo nei nomi ma, soprattutto, nelle competenze nuove che servono per difendere e affrontare le sfide delle prossime generazioni dei professionisti sanitari, questo è il nostro monito ai Consigli e ai Presidenti Regionali quando individueranno loro direttamente o ancor meglio saranno indicate dalle assemblee dei soci, le persone che dovranno riprendere in mano il lavoro che con molto sacrificio ma con enorme felicità siamo riusciti a completare: avremmo potuto fare meglio ma siamo tranquilli che abbiamo fatto il meglio delle nostre forze, promettendo di continuare a lavorare fino a che le regole statutarie e le indicazioni della Direzione Nazionale lo permetteranno per norma associativa.

Relazione assemblea

Care colleghe e colleghi, ringraziando in anticipo gli ospiti che sono presenti in sala, salutando chi non ha potuto partecipare per motivi di impegni già presi, e le nostre istituzioni interne che, dal nostro insediamento, non hanno fatto mai mancare il loro sostegno ma, col tempo, dimostrando della validità dal nostro lavoro prodotto in questi tre anni di attività, ha potuto usare il risultato del nostro lavoro con gli interlocutori politici e istituzionali in difesa delle categorie da noi salvaguardate.

Siamo stati impegnati su diversi fronti visto la pluralità di figure professionali che lo stesso Comitato rappresenta all’interno dell’Unione:

Massofisioterapisti equipollenti al diploma di laurea in fisioterapia a norma del D.M. Sanità 27 luglio 2000;

Massofisioterapisti post riforma 17 marzo 1999;

Laureati in fisioterapia.

Tre tipologie di interessi da difendere e rappresentare, che nel resto del così detto mondo delle persone normali erano e sono in continuo contrapposizione tra loro.

Il comitato composto da chi vi parla, dalla collega Samantha DE ROSA coordinatrice del Friuli V.G, dai colleghi Luigi AMMIRATA coordinatore della Sicilia, Salvatore ANGIARI del Veneto, Francesco CIARDONE dell’Abruzzo, si è incontrato in audioconferenza 16 volte, una volta in modalità residenziale nella sede centrale nel febbraio scorso e abbiamo indetto due riunioni, sempre in audioconferenza, con tutti i coordinatori regionali: l’esperienza della seconda audioconferenza con la piattaforma vodafone ci ha fatto desistere dal continuare e abbiamo preferito interagire con whatsapp per le  comunicazioni da e per i territori.

Nell’atto di insediamento a settembre 2016 è stato richiesto un’indagine conoscitiva della situazione formativa, occupazionale dei soci interessati; tale rilevazione è stata effettuata tra novembre 2016 e aprile 2017 coinvolgendo le strutture provinciali e regionali. Tale rilevamento è stato messo a confronto del precedente effettuato nel 2012 ed ha prodotto le seguenti considerazioni:

– nel nostro ambito sono presenti disoccupati, fenomeno sconosciuto fino a qualche anno fa;

– il numero delle assunzioni conforme alla legge 29/1994 sono insufficienti, la legge  non ha dato l’esito positivo sperato anche con l’aiuto delle circolari del ministero della prevenzione e politiche sociali e del lavoro n. 21 del 2015;

– chi ha conseguito il diploma  dopo il 1999 (massofisioterapisti) presso le scuole Statali Nicolodi di Firenze e Colosimo di napoli, in deroga a quanto accordato dal D.M. 10 luglio 1998, ha deciso di lavorare autonomamente, rivolgendo il proprio sguardo nel mondo olistico o frequentando le scuole di osteopatia, vista l’impossibilità ad usufruire delle leggi di tutela del lavoro protetto, esclusiva nell’ambito sanitario, oppure ha abbandonato e si è rivolto verso la formazione dell’operatore telefonico o delle nuove figure di audio operatore con aspettative occupazionali, a loro modo di vedere, più facilitate.

– chi lavora nel pubblico impiego ha difficoltà a usufruire dei mezzi tecnologici per la cartella elettronica o i documenti delle intranet aziendali evidenziando l’elusione della legge 4/2004 da parte delle aziende sanitarie;

– ci sono ancora colleghi anche nel pubblico impiego che percepiscono stipendi più bassi in quanto inquadrati in fascia c anche se il loro titolo è equipollente e dovrebbero di diritto essere inquadrati in fascia d;

– a tanti colleghi è negata l’opportunità di usufruire dei giorni per la formazione e.c.m. non solo nel mondo del lavoro privato ma anche dalle aziende pubbliche.

Chi ha partecipato alla raccolta dati? Sul totale dei questionari distribuiti il 20% non ha partecipato alla rilevazione, di coloro invece che hanno partecipato

Il 60% ha tra i 20 e i 35 anni di lavoro;

Il 25% ha tra i 19 e i 10 anni di lavoro;

Il 12% ha meno di 10 anni di lavoro;

Il 3% risulta inoccupato.

Questi dati dimostrano che se non adopereremo politiche che obbligheranno le università, gli enti del lavoro ad ottemperare alle leggi sulle accessibilità che lo stato è obbligato a far rispettare, nel giro di 15 anni non esisterà più una professione che è stata un pilastro dell’integrazione, autonomia e benessere bio-psico-sociale del non vedente; da contro dobbiamo far comprendere ai nostri ragazzi che non ci sono solo diritti, ma, come l’età ci ha insegnato, il non vedente deve impegnarsi in questa società dai tratti indifferenti o di fastidio verso chi è stato meno fortunato, maggiormente di chi è considerato normale proprio perché le tecnologie assistive sono considerate dalla nostra politica un costo e non un investimento verso i propri cittadini da permettere una pari competizione.

Il secondo atto di questo comitato è stato la verifica che tutte le regioni abbiano attivati gli albi a norma del decreto attuativo n. 775/94 della legge dell’11 gennaio 1994 n 29, senza tale istituzione non è possibile verificare se esistono persone che hanno diritto all’assunzione di fisioterapisti non vedenti e neanche pretendere dalle aziende sanitarie di bandire concorsi per non vedenti: calabria e sardegna non hanno dato comunicazione di istituzione e invece in tre regioni è stato verificato che non è mai stato istituito e parliamo di friuli v.g, valle d’aosta e molise. La basilicata lo ha istituito il giugno 2017.

Il lavoro svolto nel 2017, inizialmente, ci ha impegnato a stilare opportunamente delle proposte di revisioni alla legge 29.94 e presentare il risultato in Direzione che lo ha fatto suo: tale lavoro ha visto la partecipazione allargata del collega Olindo ALCINI della regione Umbria. Oggi è presente una proposta di modifica alla 29.94 (pr. 595 del 10 maggio 2018) presso la camera dei deputati della repubblica a firma dell’on. Mandelli e dal 7 agosto 2018 è all’attenzione della XII Commissione degli affari sociali; è necessario rendere attuale ed attuabile quella che è nata già come legge monca, come tutti noi sappiamo.

Il lavoro di concerto con A.I.FI. in questi tre anni è stato incentrato nel limitare i danni prodotti dall’uso distorto di una legge di tutela del non vedente come la 403/71 ma sfruttata per attività lucrative di scuole private con la benevolenza di alcune regioni di cui la capofila l’umbria; un meccanismo che in talune situazioni ha visto l’iscrizione al terzo anno del D.U. in fisioterapia, bypassando ogni regola e legge della formazione del professionista sanitario, trovando alcune università compiacenti per mera cassa: l’Unione è intervenuta più volte a fianco di A.I.FI, in tutte le sedi istituzionali, ministeriali, regionali per denunciare il mercimonio di titoli che oggi non sono più spendibili nel mondo sanitario, promettendo scorciatoie che per pochissimi casi ha visto un proseguo, soprattutto per la contrapposizione di A.I.FI. attraverso le denunce ai T.A.R: oggi pensiamo di aver speso bene il nostro tempo impegnandoci con gli interlocutori politici e ha prodotto, tramite la legge 145/2018 art. 1 comma 542, l’abrogazione dell’art.1 della legge 403 del 1971.

Nel giorno del nostro insediamento abbiamo dichiarato che due sarebbero state le priorità che avrebbero contraddistinto il nostro lavoro:

Accessibilità al D.U. in fisioterapia

Difendere i soci più fragili, parliamo dei post 99.

-valorizzare il cammino iniziato con A.I.FI. dai precedenti Comitati  sull’accessibilità ai test di ingresso, migliorando anche le lacune sul percorso formativo che i delegati alla disabilità delle varie università hanno manifestato in un convegno tenuto a milano nel luglio 2018 e che non trova molta sensibilità e interesse presso i vari rettori tranne in alcuni casi sporadici: ricordiamoci sempre che esistono leggi che vengono giornalmente eluse.

Su questi temi mi preme ricordare il lavoro svolto con la sede regionale U.I.C.I. Toscana per confermare la convenzione con l’università e la facoltà di medicina di firenze di ventennale durata, il supporto tiflologico dato ai ragazzi da I.Ri.Fo.R. Toscana; il lavoro svolto dal Presidente Provinciale U.I.C.I. di Bolzano Valter CALÒ con l’università di quel territorio nel permettere a due non vedenti di competere alla pari con i colleghi vedenti attraverso i test di ingresso al d.u. in fisioterapia, uno di loro è passato, è iscritto e sta proseguendo gli studi; con questo non vengo a dire che i problemi sono stati risolti, anzi, le barriere che ogni giorno è costretto a superare e che non sarebbe stato in grado di superare se non fosse stato supportato da Valter CALÒ; l’accessibilità è presente anche attraverso l’università di Torino, dove con il lavoro fatto in accordo con la delegata alla disabilità Prof.ssa PAVONE sono stati esclusi i test di logica figurativa e geometrica sostituiti con test descrittivi con identico valore logico, avvalendosi dell’autonomia amministrativa e organizzativa che ogni università può adottare. Questo ci fa comprendere che i tentennamenti  del Ministero MIUR e del CINECA purtroppo oggi possono essere superati non dall’attuazione delle leggi, ma dal buon senso degli interlocutori con cui interagiamo, questo è il limite con cui oggi dobbiamo noi fare i conti e domani saranno chiamati chi seguirà questo faticoso percorso.

-sui post 99 dobbiamo fare un inciso importante: la mancanza di riformulare i piani formativi delle scuole statali per non vedenti che il miur nel 1998 aveva preso impegni di fare, sempre attraverso il D.M. 10 luglio 1998 ma mai effettuato, lasciando campo al proliferare nel tempo di istituti privati che nulla hanno a che fare con la formazione dei nostri ex istituti, ha comportato l’idea che stavamo parlando della stessa cosa perchè assemblati sotto il tetto della 403/71; avevamo un dovere morale, quello di mettere in sicurezza i posti di lavoro dei pochi che erano riusciti a farsi assumere o di coloro che avevano investito dei soldi in piccole attività ambulatoriali e che avrebbero potuto subire problemi amministrativi e tacciati di abusivismo della professione sanitaria, non è una sanatoria ma solo serenità nel presente e nel futuro di ritrovarsi in difficoltà per colpe non commesse: fino al 31.12 è aperta sulla piattaforma degli ordini professionali la procedura che il D.M. Salute 9 agosto 2019 ha sancito la possibilità di iscriversi negli elenchi speciali. Su questo tema, abbiamo speso molto tempo noi con l’ufficio lavoro e qui bisogna fare un ringraziamento alla F.N.C.M. del Presidente CAVALLUZZO che, con il nostro interloquire, abbiamo osteggiato nei tavoli ministeriali del 2018, la possibilità e il tentativo degli istituti privati, nascosti dietro sigle associative e la compiacenza di dirigenti ministeriali, di formulare bozze di progetti di legge che avrebbero sostituito in pratica la 403/71 in odore di abrogazione e questo interloquire è continuato anche quando siamo stati chiamati nella formulazione del decreto attuativo istitutivo degli elenchi speciali a norma della legge 145/2018 art.1 comma 538: su questo punto si sono persi sei mesi riducendo i tempi operativi per le pre iscrizioni a soli tre mesi invece dei nove che avrebbero dovuto essere; abbiamo appreso con soddisfazione che A.I.FI. rinuncerà a ricorrere su l’istituzione degli elenchi speciali.

L’attività del nostro comitato è stato assorbito nel biennio 2017/2018 nello sviluppare proposte fattibili sotto forma di emendamenti necessari a chiudere il cerchio sui nostri post-99 nel quadro generale della proposta di  legge Lorenzin divenuta tale ma stralciati all’ultimo momento dalla stessa ex Ministro vanificando almeno 4 mesi di trattative, correzioni e contro correzioni; dai tavoli ministeriali di cui ho già accennato prima, senza nessun risultato utile se non quello di bloccare quella si una sanatoria sulle scuole di massaggio.

Dopo l’apertura delle procedure per le pre iscrizioni a norma del D.M. Salute 13 marzo 2018 abbiamo eguito gli sviluppi attuativi della piattaforma per l’iscrizione agli ordini professionali, evidenziando, sollecitando, denunciando a chi di competenza che tale piattaforma non era e in parte non lo è accessibile ai non vedenti. Abbiamo chiesto e messo a disposizione la competenza del nostro gruppo INVAT sia al presidente beux come committente, sia all’azienda Datakey concessionaria della piattaforma digitale degli ordini professionali; non voglio sembrare uno che si lamenta ma le parole hanno un peso specifico e quando alla fine della fiera ci siamo ritrovati con una pagina dedicata sulla piattaforma con questa dicitura: “pagina per ipovedenti” fa comprendere che non è chiaro, forse,  ancora, che esistono professionisti sanitari non vedenti…. Lo ribadiamo, esistiamo.

Qualcuno dovrà spiegarci come mai ci sono domande nelle pre iscrizione ferme dal 2018, titoli equipollenti presi negli anni ottanta e novanta presso gli istituti per ciechi italiani e senza polemica vorremmo ribadire che tale ferma mi sembra preventiva e chi deve dare risposte non ha i mezzi conoscitivi delle leggi nazionali e regionali istitutivi dei corsi pre riforma per non vedenti: ci mettiamo a disposizione anche in questo caso pur di sbloccare questa contraddizione sapendo che ci avviciniamo alla scadenza già del secondo anno di iscrizione e il pagamento del terzo anno.

In questi tre anni, come da accordi presi in passato con A.I.FI, nella D.N. è presente  e partecipa ai lavori il collega Alfio PULVIRENTI come portavoce di questo Comitato di categoria, un tres d’union fondamentale, mi dispiace che non è presente, ma leggeremo la sua relazione più tardi; Alfio è stato fondamentale in questo periodo di transizione di A.I.FI da Associazione di categoria  ad Associazione Tecnico Scirntifica, nel far comprendere la necessità di una figura professionale importante come quella di Daniele CASSIOLI nel gruppo del C.T.S. di A.I.FI. essendo un fisioterapista non vedente con competenze importanti e che potrà portare il suo contributo come professionista non vedente.

Il comitato crede nella formazione continua dei professionisti e per tale ragione ha deciso che gli eventi proposti, sia nel 2017/18 e quella tutt’ora in svolgimento, dovevano indirizzarsi verso campi tecnico-pratici specifici della professione evidenziando l’etica dell’aggiornamento e non sminuendo l’idea della formazione continua in medicina con la raccolta dei punti mira lanza molto in voga in italia, distruggendo il principio morale che non basta solo un titolo universitario per produrre salute ma lo stare al passo con le conoscenze aggiornate per continuare a svolgere una professione bellissima come quella riabilitativa.

La lorenzin ha aperto una finestra nel dichiarare professioni sanitarie quella dell’osteopata e del chiropratico, dall’11 gennaio 2018 l’articolo 7 è ancora tutta teoria; ci sono visioni differenti se validare tali professioni come specializzazioni del titolo del fisioterapista o come professione autonoma con una propria formazione universitaria, quindi un’autonoma identità dal fisioterapista. Riguardo la chiropratica non ci sono neanche gli albori di una discussione, visto che tale pratica è, in Italia, in mano ai medici; la seconda è in uno stato più avanzato ma ancora con certezze lontane, il collega dott. QUARTI di FNCM ci potrà oggi chiarire come stanno le cose dal suo punto di vista, visto anche l’assenza della Presidente Schumacher del R.O.I. La nostra idea è rivolta ad una figura autonoma, potrebbe profilarsi la possibilità per i non vedenti di avere un ulteriore sbocco lavorativo nelle professioni sanitarie.

Questo è quello che abbiamo fatto è che stiamo continuando a monitorare ma che dovrà portarci a sviluppare proposte nuove e concentrarci verso le professioni sanitarie, visto che gli strascichi del passato sono stati in parte chiusi con gli elenchi speciali e la chiusura dei nostri istituti ormai da 10 anni. In questo siamo determinati: vogliamo evitare che per imperizia, ignoranza, elusione dell’uso delle tecnologie assistive e delle leggi nazionali ed europee si vieta al non vedente l’autonomia di scegliere di lavorare nel mondo sanitario.

Vorrei che questa sala sappia che il nostro lavoro, seppur consultivo nell’organizzazione statutaria dell’Unione, non avrebbe prodotto tutto questo se non ci fosse stato la volontà di ascoltare da parte del Vicepresidente Avv. Stefano TORTINI, non solo per motivi puramente di obbligo istituzionale visto che funge da responsabile delle attività di questo Comitato, ma perché ha compreso che un settore così specifico e tecnico, nel panorama associativo, meritava per quanto possibile una certa autonomia di lavoro seppur restando nel quadro statutario e  organizzativo associativo.

Altro interlocutore fondamentale è stato il Vicepresidente della sede centrale I.RI.FO.R Massimo VITA, ha messo a disposizione le professionalità del personale dell’istituto nel momento che ha compreso della bontà delle nostre proposte formative dando risalto alla professione dei fisioterapisti.

Ringrazio il Presidente, impegnato nell’E.B.U.(l’Unione delle Associazioni dei non vedenti Europei) per la pazienza che ha sviluppato nei miei confronti visto la mole di e-mail che ho costretto a fargli leggere in questi anni e per il sostegno politico alle proposte sviluppate  da questo Comitato.

Grazie.

Capodanno 2020 al mare – San Benedetto del Tronto

“Marche: è la seconda regione più bella del mondo”

lo dice Lonely Planet nella guida Best in Travel 2020

3 giorni – dal 30/12/2019 al 02/01/2020:

camera doppia/matrimoniale: 250 euro a persona

camera doppia uso singola: 290 euro a persona

per 7 giorni – dal 30/12/2019 al 06/01/2020:

camera doppia/matrimoniale: 490 euro a persona

camera doppia uso singola: 590 euro a persona

Vi proponiamo di trascorre un piacevole Capodanno all’Hotel Bolivar nella Riviera delle Palme, ristrutturato con criteri di architettura inclusiva. La nostra struttura punta a garantire un soggiorno indimenticabile grazie alle migliorie che abbiamo apportato: un percorso tattile vocalizzato che tramite smartphone guida la persona non vedente fino agli ascensori, dotati di segnali acustici e pulsantiere braille. I menù del ristorante, il listino prezzi del bar e le mappe ai piani sono in braille e a contrasto di colore così come i numeri sulle porte e sui tavoli. Abbiamo inoltre applicato le descrizioni in braille delle bevande sul distributore per la colazione.

Nel pacchetto che offriamo sono inclusi i seguenti servizi:

  • Pensione completa con acqua e vino ai pasti;
  • Aperitivo di benvenuto in terrazza al sesto piano;
  • Ricco buffet a colazione con prodotti dolci e salati serviti al tavolo su richiesta;
  • Ampia scelta di menù (carne, pesce, vegetariano), buffet di verdure a pranzo e a cena serviti al tavolo su richiesta. Particolare attenzione ai prodotti Bio e chilometro zero;
  • Cena tipica con prodotti locali;
  • Gran Cenone come da tradizione Marchigiana in attesa del nuovo anno con musica, balli e un divertente intrattenimento;
  • Ricco pranzo di Capodanno;
  • Gita gratuita nel Piceno e degustazione di prodotti tipici, in alternativa visita al Museo Omero di Ancona;
  • Possibilità di organizzare giochi da tavolo: tombola, scacchi e giochi di carte;
  • Sistemazione in camera con Tv LCD, aria condizionata caldo/freddo, frigobar, cassaforte, bagno finestrato con box doccia e asciugacapelli;
  • Wi-Fi gratuito in tutta la struttura;
  • Reception e bar 24 ore;
  • Transfer da e per la stazione dei treni o dei pullman.

Per prenotazioni, informazioni e chiarimenti:

Antonietta per Hotel Bolivar

Telefono: 329 5960404

Mail: info@hotelbolivar.it

Per garantire la qualità dei servizi si accettano prenotazioni entro il 15 Dicembre 2019.

Risposte ad alcune domande poste durante “Dialogo con la Direzione” del 23 ottobre 2019, di Katia Caravello

Autore: Katia Caravello

Come promesso durante l’appuntamento della rubrica “Dialogo con la Direzione” del 23 ottobre scorso, di seguito la risposta ad alcuni dei quesiti posti in diretta.

“Katia ma non potreste distribuire tramite Alexa anche i libri del libro parlato? sarebbe così facile come Audible, facile e comodo” – Daniele.

Gentile Daniele, il problema è che i libri inseriti nel catalogo del CNLP sono in formato deasy – non in mp3, come quelli di Audible – e il daisy è  difficilmente gestibile con la skill di Alexa.

“Volevo chiedere alla signora Katia se c’è un sistema per nominare le cartelle dei libri con il titolo e poi se c’è la possibilità di nascondere i files non audio quando si scaricano i libri. Grazie” – Roberto.

Gentile Roberto, per nominare la cartella si utilizza il codice del libro perché esso è univoco, diversamente dai titoli dei libri che sono composti da numeri diversi di parole e lettere.

Riguardo alla possibilità di nascondere i file non audio, non è possibile perché si tratta di file indispensabili per la struttura daisy dei testi. Nel caso non le interessi il formato daisy, può cancellare i file una volta scaricato il libro.

Risposta alla e-mail di Loredana Stilo, letta in diretta.

Gentile Loredana, di seguito la risposta alle domande da lei poste:

1.Per quanto riguarda le certificazioni linguistiche, può scrivere al Centro Linguistico dell’I.RI.FO.R. (cli@irifor.eu); le sapranno dare tutte le informazioni  ed il supporto necessario;

2. Il numero di Prontoscuola è 0669988387 ed è aperto nei seguenti giorni ed orari: martedì e mercoledì dalle 15:00 alle 18:00 ed il giovedì dalle 9:00 alle 12:00;

3. Non siamo sicuri di aver compreso correttamente la domanda “È presente un menù sul quale poter cercare e trovare la soluzione a tutti i quesiti che magari ognuno di noi per incuria o per mancanza di tempo non rivolge a voi in forma scritta?”: se intende chiedere se esiste una sorta di sezione con le risposte alle domande più frequenti (le cosiddette FAQ), no, non esiste nulla di simile… ma non è detto che non si possa creare in futuro.

VENI, VINI, VICI, una esperienza da quasi sommelier.

Autore: Paolo Giacomoni

Tramonto DiVino 2019. Si è concluso a FICO Eataly World il tour del gusto regionale. Domenica 20 ottobre, si è svolta l’ultima tappa italiana. Protagonisti oltre 250 vini regionali raccontati dai sommelier e abbinati ai prodotti Dop e Igp del territorio.

Qui è approdato il percorso didattico portato avanti da A.i.s. (Associazione Italiana Sommelier)  in collaborazione con l’UICI e l’UUNIVOC, in cui tecniche e metodologie proprie della sommellerie sono state condivise con alcuni non vedenti ed ipovedenti appassionati del nettare di Bacco. E sono stati proprio loro, con l’aiuto di altri colleghi sommelier, a gestire una delle postazioni d’assaggio a Fico, mescendo e raccontando i vini regionali, perché il vino è patrimonio di tutti e anche quella particolare ‘liturgia’ del mescere e del raccontare tipica di Ais lo deve essere.

VENI, VINI, VICI, ed ecco LA MIA ESPERIENZA DA QUASI SOMMELIER.

All’origine c’è una sfida: la degustazione di un vino si dovrebbe  avvalere dell’esame visivo, olfattivo e gustativo. Può allora essere realizzata anche da una persona che non vede e a cui, quindi, è interdetto il primo esame?

Una sfida? Ma guarda un po’! Come se noi disabili non fossimo abituati da una vita alle sfide, a volte per virtù, più spesso per necessità!

Però, in fin dei conti, come ha sancito qualcuno di noi in modo lapidario, il vino si beve poi con la bocca e non con gli occhi!

Così, da un lato Mauro Marchesi e l’UNIVOC di Bologna, e dall’altro Mauro Manfredi dell’A.I.S. (Associazione Italiana Sommelier) si sono presi l’incarico di imbandire un corso che si è tenuto verso la fine dell’anno passato presso la  sede della sezione UICI di Bologna.

Ed io ci sono andato, ma mica ero da solo! Con me c’era una schiera di vivaci compagni uniti dal desiderio di mescolare il piacere per il buon vino all’interesse per una degustazione più accurata e consapevole.

L’organizzazione dell’uno dei due Mauri e la competenza e l’entusiasmo  dell’altro ci hanno guidato su questo cammino, fino al raggiungimento di un buon livello d’abilità attraverso momenti teorici e prove pratiche attese sempre con piacere.

Allora la Sfida è stata vinta?

Beh, non mi considero un sommelier, né voglio diventarlo, però  oggi bevo con un piacere aumentato dalla conoscenza.

Ma non è vino solo quello nel bicchiere: E’ vino anche quando si stappa, quando si mesce, persino  quando lo si presenta, e così domenica scorsa 20 ottobre, ci siamo destreggiati tra bottiglie, cavatappi e “frangini” a mescere vini di qualità ai visitatori di Fico. per la manifestazione chiamata “Tramonto divino”.

Non dite che stappare e mescere è uno scherzo! Non ditelo se non siete abituati a farlo secondo i meticolosi canoni di un’accurata degustazione! Io li ho imparati due settimane fa nonostante nella vita abbia spesso avuto a che fare con i tappi. E, a dirla, avevo un certo timore ad esibirmi in questa pubblica performance, con la gente che aspetta mentre tu fai i tuoi riti da sacerdote del buon bere, con quelli che hanno la curiosità di vedere se il cieco ce la fa senza versare gocce sulla tovaglia, senza sbagli e in modo disinvolto e magari elegante.

Però l’assistenza e la logistica mi sono sembrate subito confortevoli e mi sono lanciato.

Poi non bastano le azioni: bisogna parlare,  offrire buone indicazioni a corredo degli assaggi, intrattenere con cortesia e simpatica verve! !

Certo, avevamo al fianco gli assidui angeli custodi dell’A.I.S., ma non hanno dovuto correggerci molto: unico loro incarico è stato quello di districarci tra la selva delle etichette, indispensabile finché non ci saranno, magari, etichette braille.

Purtroppo il sensibile rumore ambientale non ci ha aiutato nel mescere e nei colloqui con le persone, ma abbiamo saputo superare anche questo ostacolo.

Un intervistatore ha chiesto con un po’ di stupore: i ciechi stappano le bottiglie e versano anche il vino?

La risposta è stata precisa e lapidaria: i ciechi nella vita di ogni giorno hanno sempre stappato le bottiglie e versato il vino, però oggi, dopo averlo imparato,  lo possono fare anche nello stile sommelier.

Così un bel grazie è d’obbligo, sia per l’importante esperienza personale che abbiamo avuto noi corsisti e quasi sommelier, sia per tutti coloro che vorranno incamminarsi su questa strada, forse anche a livello professionale.

E il grazie va anzitutto a Mauro Marchesi che si è sobbarcato il peso dell’organizzazione, e grazie  anche a Mauro Manfredi, inevitabilmente magister! E grazie ad Adolfo, Davide e Ivan (scelgo l’ordine alfabetico per non fare differenze) che sono stati i nostri solerti  angeli custodi.

Dunque, anche questa, è stata una sfida e, tornando nell’autobus che da Fico riporta in città, soddisfatto ho sentito che l’avevo vinta.

LODE AL LAMBRUSCO.

  Vino di gran virtù, lo riconosco,

come vien di cantina, al buio, al fresco,

così lo stappo, e con cautela mesco:

signori, grazie a Dio questo è Lambrusco!

  basta un bicchiere e sento che rinasco,

e se ne bevo un altro non mi offusco:

Ne posso bere un fiasco che non casco:

e vuoi saper perché? Perché è lambrusco!

  Brindarono sia il gallo che l’etrusco,

lo invidiano l’America e il tedesco.

Fors’anche il bergamasco! e il Chianti tosco

a noi non fa paura: c’è il Lambrusco! (Non datene a Berlusco!)

  Con lo champagne consigliano il mollusco,

e con la cacciagione il barbaresco,

ma solo con il lesso, garantisco,

o con il cotechino, c’Ë il Lambrusco.

  Volete che la smetta? Beh, ubbidisco:

depongo la mia penna e riverisco,

perciò vuoto il bicchiere e mi zittisco:

Ma sai perché? Finito è già il lambrusco.

  vuol dir che ho esagerato e sono bresco?

provo ad alzarmi ma non ci riesco

ormai ho bevuto troppo, riconosco,

ma male non mi fa perché è lambrusco!

  la soluzione che io preferisco,

meno ne ho e più ne acquisisco,

canto fiori di rosa, fior di pesco…

stasera esco… sì, ma col lambrusco!

Lettera a un amico, di Massimo Vita

Autore: Massimo Vita

Caro Vincenzo, mai avrei immaginato di doverti porgere l’estremo saluto perché l’anagrafe mi faceva pensare a soluzioni diverse. Quando qualche mese fa mi hai dato la notizia del male che ti aveva colpito ho provato una emozione forte ma la tua determinazione nell’affrontare la malattia mi rincuorò non poco.

Poi le cose sono precipitate e ora non ci resta che il piacevole ricordo della tua ironia, della tua amicizia e della tua grande disponibilità verso il prossimo.

Hai lottato contro l’indifferenza, la scarsa organizzazione della scuola e dei servizi ma sei stato capace di vivere la tua vita seguendo i tuoi principi che ti sono stati donati dalla fede in Dio.

Ho sempre ammirato come hai saputo donarti alle perle che hanno impreziosito la tua esistenza: la tua mamma, la tua sposa, tua figlia e la grande Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti.

Oggi tutte le tue perle ti piangono come tutti noi che ti conoscevamo.

Certamente chi ti ha conosciuto, amici, colleghi, giovani di azione cattolica, possono cercare di seguire il tuo esempio e custodire gelosamente quanto hai saputo dare gratuitamente.

Molte sono le cose che potrei ancora dirti ma l’emozione non mi permette di esprimere compitamente ciò che il cuore e la mente mi dettano.

Ti saluto come sempre: augliò a prossima vota.

Catania – Gita a Randazzo 19 ottobre 2019, di Anna Buccheri

Autore: Anna Buccheri

L’autunno in Sicilia, e in particolare il mese di ottobre, è mite. La temperatura è, a volte, più che primaverile, il cielo è azzurro e il sole illumina e riscalda in modo decisamente gradevole.

Così è possibile godersi ancora giornate di passeggiate e di aria buona, basta saper scegliere la meta.

E Randazzo paese del versante Nord dell’Etna, a 765 metri sul livello del mare, è sicuramente una meta che vale il viaggio. Randazzo si trova sull’ultimo ciglione lavico di una colata preistorica erosa dalle acque dell’Alcantara, che qui scorre. È un nodo strategico da cui sono facilmente raggiungibili Catania, Messina ed Enna. Inoltre da Randazzo è possibile arrivare sia sulla costa ionica, attraverso Fiumefreddo di Sicilia, sia sulla costa tirrenica, attraverso Capo d’Orlando.

Da Randazzo sono transitati greci, romani, bizantini, ebrei, arabi, normanni, aragonesi, e tutti hanno lasciato tracce del loro passaggio.

Sino al XVI secolo tre erano le lingue parlate: il greco, nel quartiere San Nicola; il latino, nel quartiere Santa Maria; il lombardo, nel quartiere San Martino. Infatti tre sono i gruppi etnici che costituiscono le origini della popolazione randazzese. Con i lombardi Randazzo diventa una roccaforte dei re normanni. Il paese conserva quasi interamente l’aspetto medievale essendo stato sempre risparmiato dalle eruzioni o dai terremoti pur essendo il comune più vicino al cratere centrale dell’Etna da cui dista 15 km circa.

Due i pullman partiti dalla Sezione UICI di Catania, 90 i partecipanti, animati da allegria, voglia di condividere, il piacere di trovarsi e di ritrovarsi insieme, la curiosità di visitare nuovi luoghi o la disponibilità a riscoprire posti già conosciuti: questi gli stati d’animo, rilevati dalla presidente UICI, Rita Puglisi, che ha augurato a tutti di trascorrere una giornata spensierata e ha viaggiato la mattina su un pullman e il pomeriggio sull’altro per stare insieme a tutti.

Suddivisi in due gruppi si è fatta una passeggiata, accompagnati dalla guida locale, per il centro caratteristico per le stradine e in particolare per la cosiddetta via degli Archi. Si sono visitate la Basilica di Santa Maria (al cui interno si trovano l’affresco bizantino della Madonna del Pileri e la tavoletta Salvezza di Randazzo di Girolamo Alibrandi, 1470-1524) e la Chiesa di San Nicola (la più grande di Randazzo, in cui si possono ammirare la statua marmorea di San Nicola di Bari di Antonello Gaggini del 1523 e il fonte battesimale in arenaria del XIV secolo).

Ci si è infine recati al Museo dell’Opera dei Pupi che ospita una collezione di 37 Pupi Siciliani, che rappresentano i personaggi dell’epopea di Orlando, realizzati tra il 1912 e il 1915 dallo scultore Emilio Musumeci e utilizzati dal puparo messinese Ninì Calabrese.

Il pranzo è stato consumato al ristorante Il veneziano, noto per i funghi porcini e per gli ingredienti genuini, fama assolutamente ben meritata, per non parlare della location: è stato possibile mangiare all’aperto, in un’atmosfera da casa dello scirocco in mezzo ad un giardino ampio e ben curato.

Dopo pranzo, canzoni, musica e ballo, grazie alla fisarmonica del socio Orazio Gianguzzo.

Univoc di Treviso – Torcello, Murano e Burano: Escursione alle isole della laguna nord di Venezia, di Giovanni Piovan

SPLASHHHH, è stato il primo rumore sentito all’arrivo alla motonave Silis della compagnia F.lli Stefanato di Casale sul Sile, Treviso. Un rumore di onde d’acqua che sbattono sulla barca. Il silenzio della mattina, una leggera nebbia, la campagna attorno e il lento fluire del corso del fiume la Sile fanno da cornice a questo appuntamento che l’associazione UNIVOC e UICI si sono dati per Domenica 13 Ottobre 2019. Una gita fuori porta spensierata oppure una giornata all’insegna della riscoperta delle bellezze naturali del nostro territorio? Con questa domanda, che ci siamo chiesti tutti noi, un gruppo numeroso e composto da circa 60 persone ha inizio la nostra avventura odierna che ci ha portati nelle più belle isole della laguna veneta ammirate e largamente visitate da tutto il mondo. Il corso del fiume, lento come il nome stesso indica, Sile da silente cioè silenzioso, ci ha accompagnato lungo il tragitto fino all’arrivo della prima tappa: Torcello. Qui, una volta scesi, abbiamo potuto ammirare e toccare le basiliche, il paesaggio, il clima e i profumi che l’isola offre. Una esperienza tattile ci ha guidati anche in questa occasione attraverso una serie di edifici, elementi storici e contesti abitativi che Torcello offre ai visitatori. Un nuovo tragitto ci ha condotto a Murano, isola che poggia le sue ricchezze di conoscenza, valori e artigianato riconosciuti in tutto il mondo. In questa occasione abbiamo visitato una vetreria e potuto apprezzare le doti dei mastri vetrai. In questa situazione alcuni nostri amici non vedenti si sono cimentati nella “soffiatura” del vetro provando l’ebbrezza di diventare mastri vetrai una volta nella vita. Esperienza che si è dimostrata significativa, rivitalizzante ed emozionante. Un’occasione davvero unica e irripetibile grazie alla sensibilità del titolare della fornace. Ripresa la navigazione con direzione Burano lì eravamo attesi per il pranzo. Non poteva mancare un menù a base di pesce. Il pranzo è stato ricco e molto buono, gradito al palato e al tatto. Successivamente del tempo libero ha permesso a tutti di effettuare un sopralluogo per il paese e ammirare i tratti caratteristici dell’isola oltre ai capolavori di artigianato locale come i merletti e le lavorazioni ad uncinetto riconosciuti a livello mondiale. Ripresa la strada verso casa abbiamo nuovamente potuto ammirare alcuni aspetti caratteristici della navigazione. Il dolce e lento procedere nell’acqua, la natura incontaminata del luogo, gli animali che frequentano le zone e la piacevole compagnia del capitano, sig. Glauco Stefanato, che con il suo accompagnamento storico, divertente e attento alle curiosità delle zone visitate ci ha guidato e accompagnato con soave delizia per tutto il giorno. Un ringraziamento davvero speciale va all’organizzatore di tutto ciò. Roberto Tonini, che con la sua grande disponibilità, passione e dedizione si è prestato nuovamente per la promozione e socializzazione del gruppo anche in questa occasione. Altro ringraziamento davvero speciale va al gruppo che si è distinto per capacità di condivisione con tutti. Davvero esemplare è stata la dedizione alla sicurezza che il gruppo ha mantenuto nell’uscita. Altro valore emerso dal gruppo è stato il piacere di condividere questa giornata in armonia e serenità con impegno e sostegno nei confronti di tutti. Un ringraziamento unico va alla compagnia navale che ha avuto un’attenzione speciale per tutti, caratteristica che contraddistingue il loro operato e la loro professionalità sempre dimostrata. La giornata è terminata e noi tutti portiamo a casa un ricordo davvero unico e speciale. Un altro tassello per la costruzione di un mondo con minori barriere e condivisione di ciò che la vita offre per tutti.

Foto di gruppo

Foto di gruppo