Cerisano, un convivio al riparo della luce, per vedere ciò che la luce nasconde, di Pierfrancesco Greco

Una Cena nell’abbraccio dell’oscurità… Una Stella in un firmamento di sensibilità

La Cena al Buio “Dell’Urbe i bei Sapori… nel Buio i suoi Colori”, tenutasi nella serata di sabato, 31 agosto, presso Palazzo Sersale, quale prologo alla XXVI Edizione del Festival delle Serre, ha offerto sensazioni intense e originali spunti di riflessione agli oltre cinquanta ospiti invitati. Un’iniziativa senza precedenti, coronata da un successo che riempie di orgoglio e soddisfazione il Comune di Cerisano e la Presidenza Nazionale dell’UICI, organizzatori della serata. “Un momento di sentimenti forti”, hanno affermato in coro Annamaria Palummo, Consigliere Nazionale dell’UICI, e il Sindaco di Cerisano Lucio Di Gioia, nell’accogliere il Presidente Nazionale UICI, Mario Barbuto, presente all’evento, curata dal personale della sezione UICI di Catanzaro, guidato da Luciana Loprete.

La tenebra del crepuscolo, sabato sera, stava togliendo spazio agli ultimi vagiti di luce e il portico d’ingresso di Palazzo Sersale era già stato cinto da quei contrasti di luci e ombre in cui si adagia il pathos tipico delle antiche residenze nobiliari del meridione d’Italia, quando le parole del Sindaco di Cerisano, avvocato Lucio Di Gioia, hanno attraversato, da un capo all’altro, l’atrio del ducale maniero, lastricato in un selciato dal tempo levigato e sormontato dalle pregevoli arcate tufacee e dalle spartane strutture lignee sotto cui, secoli addietro, trovavano riparo i Signori di Cerisano: “Partecipare a una Cena al Buio – ha esordito il Sindaco – significa condividere; condividere spazi, condividere pensieri, parole, sapori. Partecipare a una Cena di tal tipo, significa, poi, condividere questa esperienza del buio, che ci fa sentire inermi, rendendoci, nel contempo, più uniti al nostro vicino, in cui cerchiamo e a cui siamo disposti a dare rassicurazione, compagnia, interlocuzione; partecipare a una Cena al Buio significa, quindi, condividere valori, valori solidali, valori alti, quelli di cui l’animo umano non deve sentirsi mai sazio, quelli che questa sera riempiranno, insieme al buio, la sala ove gusteremo un invitante menù dalle tinte romane. Questa Cena sarà un incontro; un incontro tra l’Ente comunale, che mi onoro di amministrare, e l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, che nel nostro territorio può contare sulla presenza di un Consigliere Nazionale, che è una cara amica, una cerisanese, la dottoressa Annamaria Palummo, insieme con la quale siamo finalmente riusciti a realizzare questo evento, che nobilita il nome di Cerisano e del suo Festival delle Serre. Annamaria, con la sua passione, con la sua creatività, con la sua tenacia, ha fatto in modo che la complessa macchina organizzativa, sottendente a questo tipo d’iniziative, potesse entrare in sinergia con le possibilità offerte dalla struttura comunale: il risultato di questo lavoro lo vedremo, o meglio, considerata la circostanza, lo coglieremo, lo toccheremo con mano, lo gusteremo tra poco, lasciandoci guidare dai nostri amici dell’UICI di Catanzaro, che ci accompagneranno in un viaggio sensoriale che ricorderemo per sempre”. Effettivamente, ha proseguito la dottoressa Annamaria Palummo, Consigliere Nazionale dell’UICI, “la Cena al Buio, che tra poco troverà svolgimento in una sala di questo storico Palazzo, è un’iniziativa la cui realizzazione è maturata nel tempo. Già negli anni scorsi mi era capitato di prospettare al carissimo Sindaco del nostro borgo, in cui ho il piacere di risiedere, la possibilità di organizzare insieme, Comune di Cerisano e Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, un evento conviviale di questo tipo, in cui predominante è l’elemento sensoriale, prescindente, ovviamente la vista. Sì, come ha sottolineato Lucio, una Cena al Buio è, prima di tutto, un’esperienza sensoriale; un’esperienza per alcuni sconvolgente, per tutti sicuramente unica, che non è scontato e neanche facile accogliere all’interno di una manifestazione come il Festival delle Serre, ove predominante è la ricerca delle emozioni attraverso le arti, la musica, il teatro, la cultura; noi, questa sera, cercheremo le emozioni nella totale mancanza di luce, in una dimensione nuova per tanti di noi, che, se ci pensiamo bene, è legata a quella sfera del mondo sensibile in cui la bellezza, che gli artisti ci regalano, riesce a rapire il nostro animo: così come un’aria lirica, o una poesia, o una scultura sono in grado di guidarci lungo i sentieri della più rarefatta armonia rispetto al creato, così il buio, in cui stiamo per calarci, ci condurrà in un mondo ove riusciremo a vedere tutto quello che la luce ci nasconde. Mancandoci la visione di ciò che ci circonda, cominceremo a usare meglio gli altri sensi e l’odorare, il desinare, il conversare, l’ascoltare assumeranno contorni sorprendenti, permettendoci di scoprire l’altra faccia dell’esistenza, quella che per tanti di noi è quotidianità, quella che tutti voi, a fine cena sentirete un po’ vostra. Sono certa che tra qualche ora guarderete al mondo della disabilità visiva con occhi diversi, con gli occhi di chi conosce di più il proprio prossimo; e sarà un momento di crescita anche per la nostra comunità cerisanese, i cui autorevoli rappresentanti, espressione di categorie legate all’UICI e alla realtà della disabilità visiva, qui invitati, unitamente a personalità delle Istituzioni civili, quale il Sindaco di Castrolibero, ingegner Giovanni Greco, religiose, come il Parroco di Cerisano, Don Alfonso Vulcano, del mondo accademico e dell’associazionismo, non degusteranno soltanto i deliziosi piatti attinti dalla tradizione culinaria capitolina, preparati dallo chef del ristorante I Giardini di Eva, di Mendicino, ma interiorizzeranno nel loro cuore il valore della solidarietà, che dovrebbe pervadere anche le istituzioni, soprattutto nella capacità di vedere le necessità degli altri. Stasera queste istanze saranno autorevolmente portate all’attenzione dei commensali dal Presidente Nazionale dell’UICI, dottor Mario Barbuto, presente qui a Cerisano nonostante i tanti impegni nelle assise istituzionali più alte, il quale, insieme alla componente della Direzione Nazionale, dottoressa Linda Legname, al Presidente Regionale Pietro Testa, al Presidente della Sezione UICI di Catanzaro Luciana Loprete, che è tra noi anche in un’altra veste, come scopriremo tra poco, e al Consigliere provinciale dell’UICI di Cosenza Nives Mastromonaco, daranno ancora più pregnanza al messaggio d’inclusione, che, nella stanza qui accanto, busserà alla porta del nostro animo e del vostro cuore”. Una porta che il Presidente Barbuto ha attraversato dopo aver suggerito agli altri ospiti alcuni elementi di riflessione, con una punta di spirito che ha contribuito ad allentare l’ansia che in alcuni iniziava a fare capolino nell’imminenza di dover affrontare il disorientamento che il buio, almeno inizialmente, induce in chi affida alla vista gran parte dell’esplorazione e della conoscenza del mondo che fa da cornice alla nostra vita: “questo Palazzo antico – ha affermato con intelligente ironia il presidente Barbuto – s’è stasera popolato di un nutrito gruppo di temerari che hanno aderito all’idea e alla possibilità di provare per un breve momento la condizione del buio, quella che per noi ciechi è la normalità; del resto, stasera il mio cuore è saldo, perché, come raccontavo poco fa ad alcuni amici, di cene al buio io ne faccio una al giorno, sia che mi trovi a casa, sia altrove, per cui, non sarà difficile, per me, adattarmi”, ha scherzato Barbuto, suscitando l’affettuoso applauso degli astanti; “seriamente – ha proseguito Barbuto –, per voi sarà intrigante e bello scoprire gli oggetti sul tavolo, riconoscere i sapori delle pietanze, rigorosamente tenute segrete, versare l’acqua e il vino nel bicchiere, fare, insomma, tutte quelle piccole cose che di solito si fanno quasi meccanicamente e a cui oggi sarete chiamati ad approcciarvi con un’attenzione inusitata. In ogni caso, come hanno rimarcato il Sindaco Di Gioia e Annamaria, l’occasione della Cena è un pretesto leggero per sottolineare una tematica complessa, quale quella delle disabilità, in generale, e delle disabilità visive, in particolare. Disabilità afferentemente a cui si parla sempre d’integrazione, inclusione: integrazione e inclusione che oggi passano attraverso il riconoscimento, da parte degli altri, della società civile e delle Istituzioni, di una problematica che esiste e che deve essere affrontata; una problematica dalla quale non è possibile scappare e che neanche si può edulcorare tanto, con quella terminologia, desunta dal politicamente corretto, che spesso evita di adoperare certe espressioni le quali, secondo una vulgata diffusa, potrebbero urtare la nostra sensibilità; al contrario, una spontaneità, anche nelle parole, è la premessa a una vera forma d’integrazione: per cui esprimetevi come meglio credete, usate pure il termine ciechi, che è il più adatto a denotare la nostra condizione e a focalizzare al meglio la tematica della disabilità. Ecco, è bello e importante focalizzare questa tematica ed è stimolante, da parte nostra, sensibilizzare la società, presso ogni categoria, in ordine alla richiesta d’inclusione, di partecipazione come tutti gli altri cittadini; un’istanza, questa, di cui ci facciamo portatori in ogni ambito, anche qui, questa sera, in questo Palazzo, con questa piccola esperienza che, siamo sicuri, vi avvicinerà alle tematiche portate avanti dall’UICI, non solo e non particolarmente per la percezione del buio in se stesso, e per la resistenza psicologica da vincere, ma soprattutto per l’inclusione, la contaminazione tra le persone che queste iniziative favoriscono e che costituiscono i canali migliori per processare e giungere a quell’integrazione, a quell’autonomia, a quella libertà verso cui aneliamo con tutte le nostre forze, nella convinzione che tenersi per mano significhi includere un po’ di più e sentire le altre persone più vicine e meno diverse. E ora – ha concluso Barbuto – godiamoci questa bella cena”, la quale “è un momento di amalgama tra le sensibilità personali – ha asserito Pietro Testa, Presidente Regionale dell’UICI Calabria – che il Sindaco Di Gioia e il nostro Consigliere Nazionale Annamaria Palummo, la quale è un vulcano, hanno acutamente inserito nel cartellone di questo Festival, contribuendo ad ampliare la platea a cui parlare delle nostre questioni”. Una necessità, quella di comunicare la propria realtà del quotidiano e i bisogni per viverlo degnamente, che per i ciechi e gli ipovedenti è primaria, e su cui ha indugiato anche la dottoressa Nives Mastromonaco, Consigliere Provinciale dell’UICI di Cosenza, secondo la quale tale comunicazione deve avere come corollario “la gioia, la tranquillità, la delicatezza; in questo senso il convivio è un momento privilegiato per rendere testimonianza del nostro modo di percepire la realtà; una percezione che è diversa per tutti, sia per chi vede, sia per chi non vede, e che, al cospetto del buio, viene messa sullo stesso piano, ponendo le nostre individualità, tutte dissimili tra loro, in una situazione di genuina uguaglianza, senza quelle sovrastrutture le quali, ogni giorno, creano muri che non esistono e da cui è possibile liberarsi”. In effetti “stare al buio, significa stare in compagnia delle altre persone attraverso il sentimento”, ha evidenziato Annamaria Palummo, quel sentimento che “Luciana Loprete, Presidente della Sezione Territoriale UICI di Catanzaro, mette in ognuna delle tantissime attività che la vedono anima e cuore pulsante e che stasera profonderà nel guidarci in questa esperienza con il suo staff. Un’esperienza “che per voi sarà una sorta di viaggio – ha spiegato il Presidente della Sezione di Catanzaro – durante il quale dovrete fidarvi di noi, che facciamo questo lavoro da una vita, con semplicità e tranquillità; stasera, in sostanza, si capovolgerà la situazione, perché saremo noi a guidarvi; noi faremo in modo che la nostra Cena sia per voi un momento di gioia, da vivere senza traumi, riflettendo, lasciandosi sensibilizzare, aprendo il cuore al proprio animo, approfittando di un’occasione in cui non siamo distratti dalla vista, che è meravigliosa, che è un dono prezioso, ma che spesso, paradossalmente, ci nasconde tante cose, portandoci, nel momento stesso in cui guardiamo qualcosa, a pensare immediatamente a quello che c’è dopo, a guardare troppo oltre, impedendo ai nostri istanti di rallentare, di fermarci a riflettere: stasera, durante questa Cena al Buio, potrete fermarvi, potrete guardarvi dentro in maniera così tanto profonda da riuscire a vedere chiaramente, nonostante la totale oscurità, le sensazioni del vostro vicino di posto, e sarà bello scoprire i convitati che insieme con voi poggeranno le mani sul tavolo e imbastire una conversazione con cui, almeno stasera, anzi, anche stasera, infrangere quell’apparente barriera che il buio frappone tra noi e gli altri. State per entrare in un mondo magico: non cercate la conferma dello sguardo, esplorate i vostri spazi con le mani, colloquiate serenamente e pacatamente, cercando di capire chi è capitato al vostro fianco, gustate le pietanze in tranquillità, lasciatevi prendere dai sentimenti, lasciatevi andare in questa magia”. Così, dopo una preghiera recitata dal parroco di Cerisano, Don Alfonso Vulcano, è iniziato un sorprendente viaggio di fiducia e abbandono totale nell’abilità di Luciana, la quale, dopo aver disposto gli oltre cinquanta ospiti in ordinata fila, alla stregua di un trenino, e non prima di aver distribuito a tutti un pratico bavettone, utile a evitare inconvenienti dovuti all’atipico contesto, li ha guidati, a turno, verso i tavoli, facendoli accomodare rapidamente e in tutta sicurezza ai posti loro assegnati. In effetti, entrando nei grandi saloni in cui si dispiega il piano terra del Sersale, passando gradualmente dalla luce, alla penombra e, infine, al buio più impenetrabile, è stato come entrare in un mondo irreale, in cui, almeno per lo scrivente, l’iniziale senso di smarrimento, ancor di più, di solitudine, contro cui s’impattava nel momento di superare l’ultima tenda, s’è tosto dissolto in uno stato d’animo egemonizzato dalla serenità, dall’atarassia, addirittura, al cui cospetto il buio sembrava avvolgere i nostri pensieri e le nostre preoccupazioni, tutto il nostro essere, diventato, a un tratto, una cosa unica con lo spazio circostante. È stata una sensazione strana, quella provata appena entrati, perfino raccontarla suscita impressioni insolite, che sembrano superare il tempo, lo spazio: il passato pare diventare presente e… Ecco, ci troviamo di nuovo nella Sala ove si svolge la Cena, completamente al Buio.

Sì, siamo completamente al Buio, un Buio straordinariamente sconosciuto, che difficilmente i nostri occhi incontrano in una situazione di assenza di luce, per così dire, normale. Qui sembra di trovarci davanti a un muro, anzi, all’interno della materia, all’interno di qualcosa che aderisce a noi, che ci serra ma che non ci tocca, che è impalpabile; è difficile rendere efficacemente a chi legge l’idea della sensazione che si prova.  Le nostre mani, le nostre braccia, le nostre giacche si sentono, ma non si vedono, e assolutamente ignoti sono i vicini, ammesso che ci sia qualcuno al nostro fianco: ma, ecco, una voce, due voci, tante voci attraversano questa bolla e tu non sei più solo. Allora la fantasia s’incarica di rivelarti l’espressione che i vicini potrebbero avere in questo momento, l’espressione che tu stesso potresti avere in questo momento, ma subito sovvengono le parole di Annamaria e di Luciana e comprendi che ciò non è poi una cosa importante; più importanti sono le parole, con cui inizi uno scambio ideale che ti accompagnerà per tutta la serata, rivelandoti come l’essere umano, privato dei suoi simili, sia poca cosa. E mentre tale riflessione ti fa quasi dimenticare l’abisso di buio in cui ti trovi immerso, ecco che sul tavolo la tua mano sfiora qualcosa: è il piatto, il piatto con l’antipasto, e poi i bicchieri, la frescura delle bottiglie d’acqua, la forma inconfondibile di quelle contenenti il vino, e, allora, inizi a usare, con maggior attenzione, rispetto al solito, l’olfatto, cercando di capire quello che lo chef ha preparato per te e che i camerieri ti hanno servito; l’odore è gradevole, la cena può principiare. Usare le forchette, onestamente, non è facilissimo, e la tentazione di adoperare in maniera informale le mani è forte, però poi ti abitui e tutto risulta più facile, così come più semplice è lasciarsi andare a tutto ciò che questo momento, a livello emozionale e sensoriale, ti può regalare. Sì, è più facile lasciarsi andare anche ai sapori tipici della cucina romana, che trovi negli inconfondibili rigatoni all’amatriciana e nella trippa con le patate, con il loro olezzo, avvolgente quasi come l’oscurità circostante; un’oscurità in cui, nonostante tutto, circola un microfono, che permette al nostro udito di ascoltare le impressioni e le suggestioni di qualche commensale particolarmente colpito e ispirato dal frangente. Luciana, intanto, come una mamma attenta, passa, insieme alle sue ragazze e ai suoi ragazzi, tra i tavoli, riuscendo prodigiosamente a muoversi in foggia agevole, servendoti impeccabilmente, riuscendo a cogliere la tua presenza da un semplice respiro e ricordandosi che su quella sedia stai seduto proprio tu: ti senti chiamare per nome, quasi sobbalzi, e ti senti al sicuro. Il buio, l’abisso di cui si parlava poc’anzi, inizia a diventare accogliente. Intanto, un gradevole sottofondo jazz fluttua tra le voci che il buio sembra a tratti confondere, ma ecco che la musica s’interrompe e la voce melodiosa di una ragazza recita alcuni versi, composti per l’occasione e dedicati alla cena e a Roma, a cui questo convivio vuole, in linea con quanto accadrà durante il Festival, rendere omaggio. Sono versi settenari che sembrano guidarti nell’onirica bellezza della Capitale, che troviamo anche nei nomi assegnati ai tavoli, i quali ti portano dal Quirinale, ove chi scrive sta vivendo questa emozione, a Piazza di Spagna, invitandoti a una passeggiata a Villa Borghese, per poi aprirti la strada su Via del Corso, e, dopo un po’, verso Castel Sant’Angelo, a pochi passi dal Vaticano, per poi salire sul Gianicolo, dove il panorama sulla Città Eterna t’impedisce di tenere fermo lo sguardo, il quale, chissà poi perché, si sofferma sul Vittoriano, che ti porta alla mente i poco lontani Fori Imperiali, mentre l’attenzione già si sposta sulle statue della basilica lateranense che domina Piazza San Giovanni: sì, ti sembra di vedere Roma in questo buio, che magia! Ha ragione Luciana: grazie a Lei e ai suoi ragazzi, quello che da soli vivremmo come un incubo, è un mondo fatato. Sì, è una dimensione dell’esistenza intensa ed eterea quella in cui stiamo respirando e sospirando. Peccato che la frutta sia già arrivata; consumarla è un esercizio veloce. Siamo alla fine. Luciana intona due belle canzoni, per accomiatarsi da noi, Annamaria ringrazia, una mano tocca la spalla, invitando ogni commensale ad alzarsi e ad accodarsi: si riforma il trenino, il quale, lentamente, fa a ritroso il percorso d’inizio serata, portandoci nuovamente alla luce, che nei primi minuti quasi ci ferisce gli occhi, infrangendo quel senso di magia che ci aveva pervaso poco prima. Sì, è il ritorno alla normalità, a quella normalità che ci ricorda come quel buio, che allo scrivente è parso così rassicurante e gradevole, grazie all’amorevole lavoro dei nostri angeli custodi, per tante persone sia preclusione alla visione di alcune delle bellezze del mondo, oltre che a una vita pienamente soddisfacente, a livello professionale ed emotivo, a causa delle barriere materiali e psicologiche che la nostra approssimazione spesso erge lungo il cammino di chi condivide con noi quest’angolo di universo. E, allora, risulta agevole capire come il vero buio sia quello dell’indifferenza verso le difficoltà e i bisogni altrui. E allora vien da riflettere: così come l’attenzione e la cura, prestataci da Luciana e dalla sua stupenda squadra, è riuscita a rendere indimenticabile un’esperienza potenzialmente drammatica, lenendo il nostro momentaneo disagio, fino a renderlo piacevole, allo stesso modo, nella vita di tutti i giorni, la cura, la premura e l’attenzione che noi, i cosiddetti normodotati, dovremmo doverosamente prestare a coloro i quali del buio fanno un’esperienza costante, riuscirebbero a lenire la sensazione di perenne caducità indotta dall’invalidante condizione, permettendo loro di cogliere la magia che ogni attimo, che ogni sapore, che ogni abbraccio, che ogni bacio sono capaci di portare nel nostro sentire interiore, a prescindere dal buio e dalla luce che attraversano i nostri occhi. Sì, è il ritorno alla normalità, anche se, dopo questa serata, in questa normalità ci sarà sempre posto per l’immaginifico ricordo di una serata passata sui bordi delle realtà sensibili che la mondanità ci mette a disposizione, offrendocele in infinite forme, sulla base della quotidianità che ognuno di noi vive. Il bavettone, recante il tema della Cena, la data e i motivi grafici delle locandine realizzate per il Festival imminente, non serve più, o meglio, servirà ancora, portandolo con noi a casa e conservandolo, magari anche macchiato, a ravvivarci, di tanto in tanto, il ricordo di un’esperienza unica. Sì, è stata per davvero un’esperienza unica, difficilmente descrivibile, intimamente vissuta in un alveo di riferimento collettivo, vissuta fino in fondo.

 Un’iniziativa senza precedenti, per il territorio dell’hinterland cosentino, che ci ha consentito di respirare, nell’abbraccio dell’oscurità, un momento di compenetrazione radicale in una dimensione esistenziale da esplorare e capire, attraverso la scoperta di un’esperienza dei sensi che fa pensare, che conquista, che lascia il segno, che ha lasciato il segno, grazie a tutti coloro i quali hanno, in qualche modo, partecipato alla Cena al Buio, come già detto, organizzata dal Comune di Cerisano, dal Consiglio Nazionale e dalla Presidenza Nazionale dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, e tenutasi all’interno del monumentale Palazzo Sersale di Cerisano, quale prologo della XXVI Edizione del Festival delle Serre: è stata una serata speciale anche grazie al Presidente Nazionale dell’UICI Mario Barbuto e agli altri dirigenti dell’Unione presenti, quali Linda Legname, Annamaria Palummo, instancabile promotrice e madrina dell’iniziativa, Luciana Loprete, Pietro Testa e Nives Mastromonaco, i quali hanno onorato e colmato di contenuti una serata assolutamente unica, per il significato e le emozioni che è stata capace di inoculare nel nostro animo; è stata una serata coinvolgente anche grazie al Sindaco di Cerisano, avvocato Lucio Di Gioia, e all’Assessore alla Cultura, dottoressa Francesca Pellegrino, per la fattiva vicinanza mostrata nell’organizzazione di un evento di tale portata; è stata una serata magica anche grazie alle amiche e agli amici della sezione territoriale UICI di Catanzaro, Antonella Mascaro, Ilaria Mascaro, Vincenzo Mascaro, Karol Grazia Mascaro, Gianluigi Melina, Daniela Taverna, Patrizia Giuffrè e Danilo Pizzini, i quali, guidati dalla grande, efficiente e premurosa Luciana Loprete, oltre a garantire un perfetto coordinamento della sala e del servizio ai tavoli, sono stati i nostri angeli custodi nelle tre ore di buio, che è stato, nello stesso tempo, conviviale e formativo; è stata una serata gioiosa anche grazie a Vincenzo Nardi e ai suoi collaboratori del ristorante I Giardini di EVA, con il sopraffino servizio di catering, che ci ha aiutato a dipingere, sulla tela del buio, una Roma oltremodo bella, vergata dalla fantasia traente linfa nelle servite leccornie e dalle parole ascoltate; ma, sopratutto, è stata una serata indimenticabile grazie al resto dei commensali, autorità e non, i quali, partecipando alla Cena, hanno dimostrato apertura e disponibilità verso la comprensione di una condizione che, sovente, è causa di esclusione e frustrazione per tante nostre sorelle, tanti nostri fratelli, tantissimi bambini, i quali, lungo i sentieri del futuro, lastricati di difficoltà, potranno realmente assaporare il profumo della vera integrazione soltanto nell’attimo in cui noi tutti riusciremo effettivamente a valicare la ritrosia che ci blocca ogni qualvolta siamo indotti a immaginarci nella mente degli altri, nel Cuore degli altri, negli Occhi degli altri. Sabato sera, nel corso della Cena che ha alitato “Dell’Urbe i bei Sapori… nel Buio i suoi Colori”, e di cui s’è, speriamo degnamente, qui favellato, ognuno di noi è riuscito a sentire come propri gli occhi del vicino di posto, vedente o non vedente che fosse, cogliendo, in quella totale assenza di luce, la scintilla di valori quali la gentilezza, il calore, la solidarietà, estrinsecantesi in un pezzo di pane passato o in un bicchiere d’acqua versato, in quelle piccole cose, che, in definitiva, fanno veramente la differenza, contestualmente a una società matura, e che, al di fuori di ogni retorica, salveranno realmente la nostra umanità, intesa come capacità di essere consequenziali alla nostra natura sociale. Una Cena al Buio, questa Cena al Buio, può apparire una piccola luce in un cielo oscuro: in realtà essa è una stella che brilla in un firmamento ove gli Astri della buona volontà e dell’Amore riusciranno, col vento della sensibilità, in ogni crepuscolo a portare l’Aurora. L’Aurora che toglie spazio a ogni sussulto di oscurità, l’Aurora che vince ogni tenebra, che rischiara ogni ombra.

E ora il Festival delle Serre, quest’anno dedicato alla nostra Capitale, può veramente iniziare.

Cena al Buio a Cerisano – Foto di gruppo con il Presidente Nazionale UICI – foto di Simone Settino

Catania – Soggiorno sull’Etna 27-30 agosto 2019, di Anna Buccheri

Autore: Anna Buccheri

La Commissione terza età, coordinata dalla Consigliera Sezionale dell’UICI di Catania, Carmen Romeo, ha proposto quest’anno per la prima volta un mini soggiorno a Zafferana Etnea, presso l’Hotel Esperia Palace. La proposta ha esaudito il desiderio espresso da molti soci di avere la possibilità di trascorrere qualche giorno in completo relax, essendo il soggiorno a mare, a volte, un po’ faticoso, seppure stimolante e ricco di proposte. La Signora Romeo ha quindi voluto fortemente dare seguito alla richiesta trovando pieno appoggio nel Consiglio sezionale e nella Presidente Rita Puglisi.

Il gruppo era composto da 16 persone: 8 soci più 8 accompagnatori; in supporto: 3 volontari UNIVOC e i ragazzi del SCV (che a turno hanno raggiunto il gruppo ogni mattina).

Zafferana Etnea è uno dei comuni che fanno parte del Parco dell’Etna, si trova a 574 metri di altitudine, è a metà strada tra il mare e la montagna. Il clima nei mesi estivi è gradevole e consente di respirare e di stare più freschi trovando refrigerio al caldo asfissiante della città.

L’Hotel Esperia Palace si trova in un parco secolare in una posizione panoramica tra il verde dei pini e il profumo delle ginestre al cui colore giallo, Zaufanah in arabo, sembra risalire il nome del paese, Zafferana Etnea, conosciuto per l’ottimo miele che vi viene prodotto. La struttura alberghiera è elegante e si distingue per l’attenzione rivolta agli ospiti. Il gruppo è stato infatti “coccolato” più che servito, come ha detto una dei partecipanti. Un servizio navetta messo a disposizione ha permesso gli spostamenti in paese.

Le giornate sono trascorse nel modo seguente: la mattina dopo una ricca e variata colazione, piscina; pranzo, riposino o quattro chiacchiere nelle salette; alle 18.00 in piccoli gruppi con i ragazzi del SCV in piazza o al teatro Falcone-Borsellino in paese per assistere agli spettacoli organizzati dall’Assessorato al turismo del Comune.

Il 27 agosto sera in piazza c’era uno spettacolo di musica etnica. Il 28 agosto sera presso il teatro Falcone-Borsellino era organizzato un karaoke, stile trasmissione “La corrida”, con la finalità di aiutare la Misericordia a comprare un defibrillatore. Sono stati infatti acquistati dei biglietti di una lotteria che metteva in palio una crociera nel Mediterraneo. Tra fischi e applausi la serata è trascorsa in un clima di spensierata partecipazione, allegramente, e il tempo è volato più in fretta di quanto si potesse pensare. Il 29 sera in piazza c’erano cabaret e musica, in particolare è stato offerto un repertorio di canzoni siciliane; il gruppo è stato raggiunto dalla Presidente dell’UICI di Catania, Rita Puglisi; tutti insieme si sono gustate le pizze fritte che sono una specialità di Zafferana Etnea, gustose e appetitose; è stata un’occasione per stare insieme, come ha sottolineato la Presidente Puglisi, chiacchierando al fresco. Il 30 mattina dopo la colazione in hotel, degustazioni in paese di miele, liquori e biscotti, e quindi rientro. Il bilancio dell’esperienza è sicuramente positivo, ha dichiarato la Signora Romeo, il piccolo gruppo ha consentito un coinvolgimento di tutti, nessuno escluso, in un reciproco stimolo a partecipare, e si è riscoperta la dimensione dello stare insieme in tranquillità, impegnati, ma rilassati, perché la montagna dà serenità, ritempra e rigenera con i suoi odori, i suoi tempi, le sue consuetudini: un’esperienza certamente da ripetere.

Sport – Epilogo… dei Campionati Italiani di tiro con l’arco Visually Impaired!

Nel week-end (31 agosto – 1 settembre) si è svolto, a Firenze, il Campionato Italiano Para-archery. Si è trattato di una trasferta che ci ha impegnati tutti, ma non ci ha premiati in eguale misura all’impegno richiestoci. A partire dall’ingresso in campo e dalla preparazione pre-gara, l’organizzazione ed i ritmi dell’evento ci hanno costretti ad affrontare problemi ed intralci che hanno scosso i nervi a qualcuno e spaventato altri. La gara è comunque iniziata ed è proceduta nel segno dell’adattabilità e della capacità di reazione del singolo. L’epilogo si concretizza, infine, con uno scarso bottino, inaspettatamente però ad opera del più giovane del gruppo, Matias Altamirano, che con una prestazione meritevole per la tenacia messa in campo, ha conquistato l’argento per i V.I.2/3 (ipovedenti) nella classe Giovanile, accedendo così ai quarti di finale per il titolo Assoluto, sconfitto però dal forte ed esperto Giovanni Vaccaro. Gli altri arcieri V.I.2/3, Diego Chiapello ed Ivan Nesossi, hanno avuto una prestazione sotto le rispettive aspettative, uno più dell’altro, deludendo un poco la piccola speranza che ci accompagnava in quest’avventura, finendo lontano dal podio per la classe Seniores e venendo anch’essi eliminati ai quarti di finale per il titolo Assoluto. Tra i V.I.1 (ciechi) erano in campo Silvano Pasquini e Loredana Ruisi. Il primo, dopo una buona prima metà di gara crolla, terminando escluso dalla corsa al titolo assoluto. La seconda, dopo un inizio veramente scarso recupera con una seconda parte al pari del suo miglior livello attuale e riesce ad accedere ai quarti di finale dove viene sconfitta pur regalando a pubblico ed addetti ai lavori, con una rimonta da zero alla freccia di spareggio, uno spettacolo dei migliori che ci si potrebbe aspettare in uno scontro arcieristico.
Una nota a margine la possibilità non ben definita di vedere riconosciuto agli arcieri V.I.2/3 un podio di squadra assoluto riunendo Diego, Ivan e Matias nella stessa formazione.

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Iniziative IAPB e collaborazione UICI

Sulla base di quanto previsto dal nostro statuto sociale che indica nella “prevenzione della cecità” una delle voci di maggior rilievo della nostra missione associativa, tenuto conto dell’ordine del giorno approvato all’unanimità dalla nostra Assemblea Nazionale dei quadri dirigenti nel 2018 relativo alla gestione delle relazioni con IAPB, abbiamo cercato di sviluppare una nuova rete di contatti e rapporti sia con i vertici dell’Agenzia, sia con organizzazioni similari come CBM Italia e SI.GLA (Società Italiana Glaucoma) con la quale, in particolare, abbiamo definito un programma di azione comune in vista del 2020.

Con IAPB, in attesa che siano definitivamente chiarite le ben note vicende legate alla controversia giudiziaria relativa alle modalità di modifica dello statuto, abbiamo comunque stabilito di tornare a svolgere parte attiva in seno agli organi direttivi nazionali, sia pure nella posizione di semplice componente di minoranza.

Siamo comunque certi di poter raggiungere, nel tempo, più positive modalità di cooperazione e di cogestione della IAPB, in conformità con lo spirito dei padri fondatori dell’Agenzia e con le aspettative della cittadinanza tutta, interessata alle azioni di prevenzione da sviluppare, piuttosto che alle mere beghe e controversie legali alle quali siamo oggi condannati e raccomandiamo pertanto di non interrompere le attività comuni intraprese e anzi di svilupparne di nuove.

In questo spirito e con questi auspici, riteniamo appunto opportuno che le nostre strutture territoriali intrattengano positivi rapporti di collaborazione con IAPB, sviluppando iniziative comuni o aderendo alle campagne di prevenzione previste, purché non ci vengano richieste improprie sottoscrizioni di impegni che vadano oltre l’ambito specifico della singola iniziativa che rischierebbero di ledere il sacrosanto principio di autonomia che sezioni territoriali e sedi regionali dell’Unione devono comunque mantenere e tutelare.

Sulla base delle indicazioni sopra richiamate, invitiamo pertanto i nostri organi dirigenti regionali e territoriali a dare liberamente la propria adesione e ad assicurare l’indispensabile apporto dell’Unione alle iniziative comuni perché abbiano il pieno successo, in primo luogo per rendere un servizio ai cittadini italiani, in seconda istanza per contribuire a modificare e migliorare quel clima di reciproca collaborazione con IAPB particolarmente compromesso negli ultimi anni.

“Gennariello” n. 9 settembre 2019

Si comunica che in data 27 agosto 2019 è stata inserita nel sito la rivista “Gennariello” n. 9 settembre 2019 e che l’ufficio stampa ha provveduto ad inviare alla Biblioteca Italiana dei Ciechi “Regina Margherita” Onlus il file relativo in data 30 agosto 2019. Il link diretto per il prelievo è il seguente: http://www.uiciechi.it/servizi/riviste/View_Rivista.asp?Id_Nriv=2274

Si riporta di seguito il sommario della rivista:

Non solo saluti (di Rita Lamusta)

Scelte da voi

Storia della caramella per diventare grande

La vite tagliata

C’era una volta

La pietra azzurra

Il dono della terra

L’angolo della filastrocca

Settembre

La prima pioggia

Gioca con Giò il coniglietto

Per i più piccini

Per informazioni sulle riviste è possibile scaricare il Listino abbonamenti 2019 al link: http://www.uiciechi.it/servizi/somm_stampaassoc.asp

Senior n. 9 settembre 2019

Questo è il mese di fermentazione del mosto che ribolle nei tini e… anche Senior ribolle di tante proposte assai affascinanti.
Certo non come una formosa bionda, ma stimola quasi allo stesso modo.
Come?
Con le tracce di Cesare Barca: l’editoriale “Siamo tutti telepatici”; le risposte ai messaggi dei lettori lasciati alla segreteria telefonica allo 045 915 375 e, a conclusione “A risentirci”.
“A cuore aperto” l’angolo della poesia e “Moda: 10 consigli per essere veramente chic” proposti da Maria D’Esposito.
“In cucina” e “In viaggio” con Patrizia Modica: La schiacciata con l’uva da sbocconcellare mentre si visita La reggia di Caserta.
“L’intervista rilasciata da Michele Cipriano, cantante jazz, a Beppe Ferdico.
“Apollo e Dafne meravigliosa scultura del Bernini” presentata da Alessia Varricchio.
Il Dottor Luigi Grezzana parla dell’Alzheimer e, Per “Chiedilo a…” risponde sulla tiroide.
Sempre per “Chiedilo a…” Angelo De Gianni chiarisce l’usufrutto e l’incidenza sul reddito.
Ignazio Cozzoli propone “Enigmisticando con anagramma, intruso e indovinello” per l’intrigante concorso mensile.

Adriana presenta quattro lieder di Brahms con traduzione.
Massimiliano ha scovato, chissà dove, “Duello bianco” un radiodramma d’altri tempi.
Si ride con “Il romagnolo moderno” di Fabio De Luigi.
L’Alfa Romeo e le corse automobilistiche è il redazionale.
“Lo spazio del lettore è per Vittorio e le sue deduzioni.
Senior informa chiarisce la funzione dell’ Auser, la normativa sulle auto elettriche, e l’utilizzo della carta blu.
Con il contributo dei lettori: barzellette, canzoni, musica classica e operistica si viene a completare un numero che vale quasi 5 ore e mezza di intrattenimento per tutti i gusti e tutte le tasche, dato che, Senior è poliedrico e gratuito.
Cin cin! Al vino nuovo. e… baci a profusione!

Servizio Civile – Decreto di individuazione dei progetti e nuove modalità di presentazione domande

1. Pubblicazione del decreto di individuazione dei progetti di servizio civile universale finanziati per l’anno 2019;

2. Nuove modalità di presentazione delle domande da parte degli aspiranti operatori volontari.

Si riporta di seguito stralcio di una comunicazione che, in data 26 agosto u.s., il Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Sevizio Civile Universale ha pubblicato sul proprio sito (www.serviziocivile.gov.it).

“Con Decreto del Capo del Dipartimento per le politiche giovanili e il Servizio civile universale n. 521/2019 del 26 agosto 2019 sono stati individuati i progetti di servizio civile universale, presentati dagli enti iscritti all’Albo di servizio civile universale, all’Albo nazionale o agli Albi delle Regioni e delle Province autonome, che sono finanziati con le risorse del Fondo nazionale per il servizio civile ad oggi definite dal Documento di programmazione finanziaria per il 2019.

Sono 3.735 i progetti di servizio civile universale che potranno essere realizzati sul territorio nazionale ed estero, con l’impiego complessivo di 39.181 operatori volontari.

…..OMISSIS….

Si rammenta che tra i progetti non ci sono quelli destinati alle attività di accompagnamento ai grandi invalidi e ciechi civili, per i quali sono previsti 797 posti per operatori volontari, in quanto lo specifico Avviso per gli enti verrà pubblicato nel prossimo autunno.

La pubblicazione dell’elenco dei progetti finanziati prima dell’emanazione del Bando di selezione degli operatori volontari, prevista per i primi giorni del prossimo settembre, nasce dall’esigenza di garantire agli enti il tempo necessario per preparare un’adeguata pubblicità ai progetti e favorire quindi l’accessibilità dei giovani ad informazioni corrette e dettagliate, così da incentivare una partecipazione più ampia e consapevole al servizio civile.

Quest’anno, tra le altre cose e per la prima volta, la candidatura dei giovani avverrà esclusivamente in modalità on-line grazie ad una specifica piattaforma, raggiungibile da PC fisso, tablet o smartphone, cui si potrà accedere attraverso SPID, il “Sistema Pubblico d’Identità Digitale”. È una piccola rivoluzione per il servizio civile universale che risponde alla priorità che il nostro Paese si è data di garantire ai cittadini un accesso unico, sicuro e protetto ai servizi della Pubblica Amministrazione e che assicurerà maggiore trasparenza delle procedure. Inoltre, tale modalità, permetterà una riduzione dei tempi dei procedimenti e una semplificazione dei processi, agevolando l’attività del Dipartimento, delle Regioni e Province Autonome e degli enti di servizio civile. Ai giovani verrà dato tutto il supporto necessario per la compilazione della domanda attraverso siti web, semplici manuali, indirizzi mail dedicati e, se necessario, riceveranno assistenza diretta da parte degli enti di servizio civile interessati.

Chi intende partecipare al Bando, che sarà pubblicato i primi di settembre prossimo e che, si ricorda, è destinato a giovani tra i 18 e i 28 anni, può intanto cominciare a richiedere lo SPID con un livello di sicurezza 2; sul sito dell’AGID – Agenzia per l’Italia digitale (www.agid.gov.it/it/piattaforme/spid) sono disponibili tutte le informazioni necessarie, anche con faq e tutorial. Chiaramente la richiesta dello SPID potrà essere effettuata anche dopo la pubblicazione del Bando.”

Si interessano le Strutture a volere prendere attenta visione di tutto quanto pubblicato sul sito del Dipartimento e preparare un’adeguata pubblicità dei progetti presentati da questa Unione che rientrano nel finanziamento (n. 31 progetti – ved. allegato).

ALLEGATO

Come di consueto, questa Sede Nazionale, all’atto dell’emanazione del bando di selezione, provvederà a pubblicare sul sito dell’Unione una sintesi di ogni progetto finanziato che sarà posto a bando (v. allegato fac-simile).

ALLEGATO

Si richiama inoltre l’attenzione sulla nuova procedura prevista per la presentazione delle domande da parte degli aspiranti operatori volontari descritta negli ultimi due cpv. della comunicazione del Dipartimento sopra riportata.

Relativamente al numero complessivo dei progetti finanziati (3.735) si osserva che gli operatori volontari che saranno impegnati per la loro realizzazione (39.181) sono circa duemila in meno di quelli preventivati dal Dipartimento che aveva parlato di 41 mila posti e circa 14mila in meno di quelli assegnati nel 2018 che erano stati 53.363.

Al riguardo si spera che, superata la crisi di Governo, sia portato a buon fine l’annunciato disegno di legge che aumenta il finanziamento di altri 70 milioni consentendo così di portare il contingente dei volontari da impiegare a oltre 50 mila.

Si fa riserva di ulteriori notizie.

“Corriere Braille” n. 33 1-7 settembre 2019

Si comunica che in data 29 agosto 2019 è stata inserita nel sito la rivista “Corriere Braille” n. 33 1-7 settembre 2019 e che l’ufficio stampa ha provveduto ad inviare alla Biblioteca Italiana dei Ciechi “Regina Margherita” Onlus il file relativo in data 26 agosto 2019.

Il link diretto per il prelievo è il seguente: https://www.uiciechi.it/servizi/riviste/View_Rivista.asp?Id_Nriv=2273

Si riporta di seguito il sommario della rivista:

Speciale Settimana Mondiale del Glaucoma dedicato alle attività svolte dalle sezioni provinciali e regionali.

Per informazioni sulle riviste è possibile scaricare il Listino abbonamenti 2019 al link: http://www.uiciechi.it/servizi/somm_stampaassoc.asp