Genova – Covid e trasporto pubblico, nuove disposizioni amt per agevolare le persone non vedenti e ipovedenti

Per agevolare l’uso del trasporto pubblico alle persone non vedenti e ipovedenti, Amt ha introdotto delle novità che, pur nel rispetto delle regole anti-Covid, vanno incontro alle necessità di questa categoria di utenti.

Dall’inizio dell’emergenza Covid i bus alla fermata non aprono la porta anteriore, rimasta riservata agli autisti. Amt ha stabilito che da ora in poi, in presenza di persone non vedenti alla fermata dell’autobus, l’autista aprirà la porta anteriore e comunicherà il numero della linea del bus. Qualora lo spazio del vano anteriore sia libero, la persona non vedente potrà salire dalla porta anteriore occupando, se disponibile, un posto a sedere. L’accesso sarà consentito anche al cane guida. Qualora lo spazio nel vano anteriore sia già occupato da altri passeggeri, l’autista avrà cura di agevolare la persona non vedente per l’accesso al bus dalla porta posteriore.

In metropolitana è stato realizzato, in tutte le stazioni, l’adeguamento dei percorsi per le persone non vedenti e ipovedenti. L’intervento ha previsto l’adeguamento all’attuale normativa dei percorsi podotattili rendendoli uniformi in tutte le stazioni. D’accordo con l’UICI onlus, Unione italiana ciechi e ipovedenti, inoltre, Amt installerà entro la prossima settimana a bordo dei treni della metro appositi adesivi per indicare il posto a sedere loro riservato. Grazie ai percorsi podotattili, l’ingresso a bordo avviene in un punto ben definito che corrisponde a una delle porte del treno; una volta a bordo, i non vedenti avranno a loro disposizione il primo posto a destra, collocato verso la coda del treno metro.

La nuova disposizione è nata dalla richiesta dell’UICI al Comune di Genova, per tramite della disability manager Cristina Bellingeri, che spiega: «Con il Covid per le persone non vedenti o ipovedenti non solo è diventato più complicato prendere il bus, se la porta anteriore resta chiusa e nessuno dice loro il numero della linea, ma è anche difficile rispettare le norme di distanziamento dagli altri. Quanto concordato con Amt è frutto del lavoro di sintesi tra le esigenze delle persone disabili e le necessità organizzative per far fronte all’emergenza. Quanto avvenuto dimostra che, se si lavora insieme, istituzioni e cittadini, si può ottenere il risultato».

«Siamo contenti di aver dato una risposta alla sacrosanta richiesta dell’Unione Italiana Ciechi – dice l’assessore alla mobilità, Matteo Campora – li ringrazio per la collaborazione con i nostri uffici e ringrazio Amt per l’impegno a trovare una soluzione».

Giuseppe Pugliese, presidente della sezione genovese dell’Unione italiana ciechi e ipovedenti, dice: «Non sempre le istituzioni rispondono celermente ai problemi che sottoponiamo loro, in questo caso mi sento di ringraziare a nome dei nostri 500 associati e dei circa 1800 disabili visivi di Genova Amt, l’assessorato e quanti hanno collaborato a quest’iniziativa. Per i non vedenti la possibilità di muoversi in autonomia è fondamentale, il Covid rischia di isolarci e un’iniziativa come questa invece va nella direzione di rispettare la nostra autonomia».

«AMT vuole fornire un servizio sicuro ed affidabile a tutti i cittadini, ancor più in questo momento e ancor più a chi è in difficoltà – dichiara Marco Beltrami, amministratore unico di AMT – È stato ancora una volta utile il dialogo con l’Unione Italiana Ciechi per arrivare a una soluzione valida e applicabile».

Milano – Concorso letterario dedicato per non vedenti o ipovedenti a Camilleri

In occasione del centenario dalla fondazione, il Circolo culturale e ricreativo Paolo Bentivoglio dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, in collaborazione con i Lions Club Milano Nord 92 e Milano Casa della Lirica, indice un concorso letterario dedicato ad Andrea Camilleri, un esempio, oltre che per il suo valore letterario, anche per aver saputo superare il dramma della perdita della vista in età senile.

L’idea di indire un concorso intitolato ad Andrea Camilleri è nata nel novembre 2019, in occasione di un evento organizzato dal Circolo Culturale Paolo Bentivoglio dedicato a grandi giallisti milanesi. All’evento erano presenti scrittori affermati come Massimo Tallone, Flavio Villani, Enrico Carlini, Giuseppe Ferdico, i quali, per l’occasione, hanno composto micro-racconti gialli, letti dai bravi attori della Compagnia dei Lettori.

Il pomeriggio è stato molto apprezzato dagli amanti del giallo e, tra gli irriducibili sostenitori del Circolo, a partire dalla Presidente Erica Monteneri, con il Presidente dei Lions Club Milano Nord 92, la Presidente della Casa della Lirica e alcuni scrittori emergenti non vedenti, è stata presentata la proposta di un concorso letterario aperto a scrittori non vedenti e ipovedenti iscritti all’UICI, di cui nel 2020 cade il centenario.

Il concorso – articolato in due sezioni: il “Giallo storico” e il “Noir” e riservato alle persone non vedenti o ipovedenti, SOCI UICI – è stato lanciato e sono in arrivo i testi. Il termine della presentazione delle domande di partecipazione e degli elaborati è fissato al 30 AGOSTO 2020.

I racconti dovranno essere di lunghezza massima pari a 20.000 battute, spazi compresi e verranno selezionati e valutati da una giuria formata da due rappresentanti della Sezione provinciale di Milano dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti e da uno o due rappresentanti dei Lions e dallo scrittore di noir, Massimo Tallone.

Saranno premiati i tre migliori racconti.

Ai vincitori del concorso saranno assegnati i seguenti premi: primo classificato euro 500, secondo classificato euro 250, al terzo classificato verrà rilasciato un Attestato.

La premiazione, che avverrà indicativamente a novembre 2020, sarà di fatto il grande evento che sancirà la ripresa delle attività del Circolo. Da qui si aprirà una nuova stagione per tutte quelle attività culturali e sociali di cui il Circolo Paolo Bentivoglio è portabandiera.

Per partecipare al concorso è richiesta una quota di iscrizione di 20 euro e l’invio della ricevuta dell’avvenuto pagamento sul c/c bancario UICI sotto indicato, con la causale: “Concorso letterario Circolo Paolo Bentivoglio – “Andrea Camilleri”, accompagnata da un breve curriculum vitae da inviare in busta chiusa corredato da un’autocertificazione che dichiari la sezione di appartenenza.

Il giudizio della commissione è insindacabile, ai sensi della legge N° 675/96.

I dati dei partecipanti saranno utilizzati esclusivamente per il concorso in oggetto. 

I racconti devono prevenire, entro e non oltre il 30 Agosto 2020, all’indirizzo: Circolo culturale Paolo Bentivoglio presso UICI via Mozart 16 – 20122 Milano, a mezzo raccomandata. 

Per informazioni rivolgersi direttamente al Circolo, telefono 02-58302743 da martedì a venerdì dalle 14 alle 18 o consultare le pagine del nostro sito www.uicimi.it 

Riferimenti:  

Circolo culturale Paolo Bentivoglio:

Sede c/o UICI – Via Mozart 16, 20122 Milano – Tel.: 02-78.3000 – fax: 02-76.00.94.88

Website: www.uicimi.it

Erica Monteneri erica.monteneri@hotmail.it

Lions Club Milano Nord 92

Sede c/o Novotel Milano Nord – Viale Suzzani 13, 20162 Milano (MI) 

Presidente: Domenico Carlini

Email: carlinimimmo@libero.it

Tel. +393465029508

“Voce Nostra” n. 11 1-15 giugno 2020

Si comunica che in data 5 giugno 2020 è stata inserita nel sito la rivista “Voce Nostra” n. 11 1-15 giugno 2020 e che l’ufficio stampa ha provveduto ad inviare alla Biblioteca Italiana dei Ciechi “Regina Margherita” Onlus il file relativo in data 4 giugno 2020.

Il link diretto per il prelievo è il seguente: http://www.uiciechi.it/servizi/riviste/View_Rivista.asp?Id_Nriv=2403

Si riporta di seguito il sommario della rivista:

Attualità (a cura di Vincenzo Massa)

Facciamoci accettare (di Antonio Russo)

Concorso europeo di temi sul Braille. Scadenza ricezione degli elaborati: 2 luglio 2020

Giornata Mondiale dell’Accessibilità Digitale

Medicina- Code: come stare in piedi a lungo senza affaticare le gambe e la schiena

In cucina- Melanzane e zucchine ripiene

Per informazioni sulle riviste è possibile scaricare il Listino abbonamenti 2019 al link: http://www.uiciechi.it/servizi/somm_stampaassoc.asp

Nel Paese inizia la fase tre, di Mario Barbuto

Autore: Mario Barbuto

Ieri pomeriggio, 3 giugno, il Presidente Giuseppe Conte ha introdotto ufficialmente la “fase tre”, ha indirizzato agli italiani parole di certezza e di speranza e ha sottolineato che i mezzi di difesa oggi efficaci contro il Corona virus rimangono il distanziamento fisico e l’uso della mascherina, quando necessario, annunciando, tra l’altro, per settembre la ripresa regolare dell’anno scolastico per tutti.

Il 29 marzo scorso si dovevano tenere elezioni generali in alcune regioni italiane, rinviate a motivo dell’emergenza gravissima allora in atto, ma oggi riproposte perché si possano svolgere in settembre, ottobre, o addirittura in pieno luglio, come qualcuno azzarda.

Per rinviare o sospendere i Diritti democratici delle persone, degli Stati, delle Associazioni, occorrono impedimenti gravissimi e ostacoli insormontabili che possano giustificare l’adozione di misure così estreme. Tutelare il Diritto di tutti, è un dovere di chi governa, non una opzione da esercitare a convenienza con il pretesto dello stato di necessità.

Prolungare di un anno la permanenza di Organi statutariamente scaduti è un atto illegittimo che personalmente non accetto e non condivido e che bene ha fatto il nostro Consiglio Nazionale a non adottare, a maggior ragione, ove il motivo addotto sia la mancanza di tempo per il dibattito.

C’è qualcuno di noi, dunque, disposto a tollerare la sospensione, la messa in quarantena della democrazia per il semplice timore di non avere tempo sufficiente da dedicare al dibattere? Quando si chiede il rinvio di un anno del rinnovo di tutti gli Organi associativi con l’argomento della mancanza di tempo per il dibattito, si sta proponendo esattamente questo: l’ibernazione della certezza del Diritto. Senza dimenticare che la proroga di Organi in scadenza, in termini di legalità degli atti, significherebbe limitarne il potere alla sola adozione dei provvedimenti strettamente necessari per assicurare l’ordinaria amministrazione.

In verità, tra l’altro, di tempo ne abbiamo avuto tanto in queste settimane di confinamento domiciliare, se pensiamo che molte nostre sezioni hanno addirittura cominciato a sperimentare forme di contatto e di discussione con i soci, utili per il presente e che lasciano ben sperare per un futuro di partecipazione molto più ampia di quanto non siamo riusciti a ottenere fino a ora. Al riguardo, mi riprometto comunque di rendere noti i dati della partecipazione alle assemblee del 2015 e il numero dei votanti che hanno rinnovato gli Organi associativi quell’anno perché la comparazione ci potrebbe riservare numeri sorprendenti.

In queste settimane, più di sempre, sento sulla mia persona la fatica dell’operare e la responsabilità del dirigere; ho avvertito, più di sempre, nelle orecchie e nel cuore, così come l’hanno avvertita i nostri dirigenti nazionali e territoriali, la preoccupazione, la paura, la disperazione di tanti nostri soci che hanno temuto di essere lasciati soli, dei nostri ragazzi, degli educatori e delle famiglie alle prese con l’esercizio improbabile della didattica a distanza, delle persone con disabilità plurime, dei loro parenti e genitori presi nell’angoscia dell’isolamento fisico e sociale, delle persone che avevano necessità di andare a lavorare, di uscire per la spesa, di farsi accompagnare per terapie non rimandabili, di chi aspettava a domicilio qualcuno mai arrivato, per le pulizie, le cure, le funzioni essenziali che appartengono alla nostra vita di ogni giorno. Di conseguenza, ora più di sempre, riesco a dare volto e significato a quei comportamenti, per fortuna del tutto minoritari, che mi appaiono davvero irrispettosi delle decisioni dei nostri Organi collegiali e quasi quasi tendenti a promuovere una sorta di disfattismo strisciante, anche al di là delle reali intenzioni.

Continuare infatti a riproporre la litania, il mantra del congelamento di un anno degli Organi associativi, nonostante il dibattito e le decisioni in Consiglio Nazionale, nonostante il lavoro quotidiano e le deliberazioni della Direzione Nazionale, non suona forse come disconoscimento, rifiuto e magari addirittura dileggio delle decisioni e deliberazioni che pure sono state adottate con modalità legittime, da Organi associativi collegiali legittimi?

Abbiamo ora tempo e opportunità per svolgere le assemblee sezionali e procedere al rinnovo degli Organi dirigenti territoriali e regionali, nel rispetto del nostro statuto. Il Presidente Nazionale, consapevole della propria responsabilità nel garantire i diritti di tutti i soci, assicurare l’operatività reale degli Organi associativi e far rispettare le scadenze statutarie ha proposto al Consiglio Nazionale l’adozione di una linea di condotta improntata a prudenza, correttezza, cautela e realismo.

Le autorità politiche, amministrative e sanitarie del Paese confermano la sussistenza delle condizioni per svolgere le nostre assemblee in sicurezza, purché siano rispettate alcune prescrizioni che la Direzione Nazionale ha puntigliosamente elencato nelle linee guida fornite alle sezioni, assicurando addirittura i mezzi tecnici e le risorse finanziarie per favorire la partecipazione dei soci anche a distanza e per fronteggiare eventuali oneri supplementari derivanti dalla necessità di scegliere luoghi più spaziosi del solito.

Adottate dunque le deliberazioni dagli Organi statutari preposti, osservate le procedure decisionali corrette e consolidate, indicate tutte le prescrizioni da rispettare secondo un sano principio di prudenza e cautela, mi domando perché da parte di qualcuno si continua a ripetere e riproporre un argomento ormai superato dagli eventi e comunque privo di consenso in Consiglio Nazionale come quello della conservazione per un altro anno dei dirigenti in decadenza, anzi, di fatto già oggi decaduti?

Nel rispetto appunto delle deliberazioni degli Organi collegiali dell’Unione, a ciascuno di noi si richiede ora un impegno incondizionato perché queste decisioni siano attuate nel migliore dei modi e nei tempi previsti e indicati.

Osservare un principio associativo democratico significa discutere fino all’adozione della decisione, con libertà di pensiero, opinione e proposta. Una volta però pervenuti collegialmente alla decisione, tutti insieme, si lavora e ci si adopera per attuarla: senza Se e senza Ma.

O vogliamo sempre continuare a insinuare con disprezzo che gli Organi collegiali sono costituiti da gente imbecille, soprattutto se e quando, deliberano in modo difforme dalle proprie aspettative?

Sintesi dei lavori della Direzione Nazionale, a cura di Eugenio Saltarel

Autore: Eugenio Saltarel

Il primo giugno 2020 ci siamo riuniti in seduta straordinaria, soprattutto per definire una serie di modalità che permettano di svolgere le assemblee sezionali in un momento così particolare come quello determinato dalle conseguenze del covid19. Nei mesi scorsi abbiamo svolto alcune sedute informali per mantenere attiva l’Unione durante le chiusure dovute alla pandemia, ma questa volta l’argomento era troppo importante per essere affrontato informalmente. Eravamo tutti presenti on-line, compreso il personale che normalmente ci segue durante queste riunioni. Purtroppo alcuni disguidi telefonici mi hanno consentito di entrare in riunione a lavori iniziati e quindi, mi scuso in anticipo per eventuali omissioni. Inoltre le decisioni principali assunte sono già state ampiamente illustrate attraverso la nostra Slash Radio da parte del Presidente nazionale, la trasmissione è stata replicata più volte nei giorni seguenti al primo giugno ed è ancora ascoltabile sul nostro sito, oltre al comunicato ufficiale ormai già in possesso di quanti vi sono interessati. Il primo punto in discussione riguardava proprio le assemblee sezionali: il Presidente ha fatto un’ampia relazione ricca di proposte che posso così provare a sintetizzare:

le assemblee sezionali, anziché entro il 12 luglio, potranno svolgersi entro il 7 settembre prossimo; entro il 15 settembre dovranno essere stati insediati i nuovi Consigli derivanti dalle assemblee, mentre entro il 28 dello stesso mese dovranno insediarsi i Consigli regionali. In questo modo avremo in quella data l’elenco di quanti parteciperanno al prossimo Congresso che, finora, prevediamo di svolgere sempre a Genova e nelle date previste tra il 24 e il 27 ottobre. Durante i lavori assembleari sarà necessario garantire il rispetto di tutte le norme di sicurezza contenute nel decreto in vigore: distanze fra le persone, sanificazione di luoghi e strumenti da effettuarsi durante lo svolgimento dei lavori a seconda delle necessità, possibile partecipazione in presenza oppure on-line. Anche le votazioni potranno avvenire in presenza, oppure on-line; a scelta quelle in presenza potranno essere svolte attraverso le apparecchiature informatiche, oppure la compilazione materiale delle schede elettorali. A seconda delle esigenze degli organizzatori si potrà prevedere di votare anche nel giorno successivo a quello dell’assemblea, rimandando ovviamente a quello lo spoglio dei voti e la proclamazione degli eletti, in questo modo il numero dei partecipanti al voto potrà essere superiore a quello delle altre riunioni e si garantirà così una maggior capacità di rappresentanza degli eletti. Per ovvie ragioni è sconsigliato il pranzo sociale, la sede nazionale fornirà a tutti i partecipanti una confezione di dolciumi, fra quelle predisposte per la celebrazione del Centenario della nostra vita associativa. Sempre la sede nazionale metterà a disposizione delle sezioni l’applicazione che consentirà di votare attraverso i propri smartphone o apparecchi cellulari, oppure attraverso quelli messi a disposizione dagli organizzatori. Ogni elettore potrà farsi assistere sia per il voto tradizionale su scheda, che per quello elettronico; ovviamente ogni assistente non potrà fornire il servizio a più di due votanti. L’avviso di convocazione dovrà essere portato a conoscenza dei soci al più tardi 15 giorni prima dello svolgimento dell’assemblea e ci sarà tempo fino a sette giorni prima dell’assemblea per la presentazione di eventuali liste di candidati. Per gli ulteriori chiarimenti ed approfondimenti sulle modalità di attuazione delle assemblee, rinvio alla consultazione del comunicato inviato dal Presidente nazionale in proposito, reperibile anche sul sito web della nostra Associazione.

Abbiamo anche fatto un breve accenno al prossimo Congresso che sarà mantenuto nelle date previste, se le condizioni di sicurezza e l’applicazione dei decreti governativi e regionali lo consentiranno, altrimenti, sempre avvalendosi delle indicazioni fornite dal Consiglio nazionale, la Direzione e la Presidenza prenderanno gli opportuni provvedimenti.

L’altro argomento in discussione riguardava le iniziative previste per il Centenario dell’Unione per la maggior parte annullate a causa della situazione che si è verificata. Il tour fra le diverse città italiane ormai non potrà comunque essere più svolto, ma, così come molte altre iniziative nei più diversi campi, verrà trasformato in un tour virtuale attraverso tutti quegli stand già previsti per la mostra che potranno essere riprodotti a video e sonoro, attraverso una applicazione che consenta di visitarli come se si fosse presenti; cercheremo di realizzare comunque le altre iniziative previste: notte viola nelle sezioni, concerto alla Scala di Milano, incontro della Direzione col Presidente della Repubblica, eccetera.

La riunione, iniziata alle 9,30, si è conclusa alle 13, quando il Presidente si è messo in contatto con tutta l’Associazione attraverso la nostra Slash Radio.

Dimissioni dalla carica di Vice Presidente, di Massimo Vita

Autore: Massimo Vita

Lettera al Presidente Nazionale UICI

Caro Mario,

non avrei mai voluto scrivere questa lettera perché credevo che tra di noi vi fosse una incondizionata fiducia e soprattutto stima. Ci sono state, però, varie tue decisioni che mi hanno fatto capire che non godo più della tua stima e fiducia. Mi chiedi e ci chiedi spesso di farti respirare e ci dici e mi dici che voglio correre e che hai tante cose importanti di cui occuparti e lo capisco, ma poi, non deleghi niente.

Io, come ho fatto per tutti questi anni ho cercato di sollevarti da tanti oneri e impegni ma, evidentemente, ora vuoi procedere con il tuo passo e in prima persona. Io ho sempre creduto in un lavoro di squadra ma per fare squadra i componenti devono fidarsi l’un l’altro e penso che tu non ti fidi più di me e del mio operato.

Se tu e la Direzione vorrete, rimarrò nel Consiglio di Amministrazione ma rimetto, in modo irrevocabile la carica di Vice presidente per svolgere la quale ci vuole un altro clima e un altro modo di fare.

Forse sarò io che sbaglio ma me ne assumo le responsabilità e assolverò il ruolo che la Direzione Nazionale ha voluto affidarmi. Credo, forse in modo presuntuoso, di aver offerto all’Istituto un contributo disinteressato, costante e di aver lavorato per il bene dei nostri colleghi ciechi e ipovedenti.

Questa mia decisione è sofferta perché interromperà una collaborazione che speravo ci portasse lontano. In realtà, i fatti dimostrano che io e te abbiamo una visione diversa dell’associazione e credimi non pensavo mai di dovermi trovare in questa posizione. Da qualche tempo la tua linea di Presidente si è allontanata dai principi che ci avevano portato a contrastare Daniele e poi a lanciare un progetto di rinnovamento che partisse da una associazione più collegiale, più aperta e più libera. La relazione programmatica per il 2016 era un manifesto entusiasmante ma di quegli enunciati, molti sono rimasti nelle intenzioni e adesso mi chiedo se davvero ci credevi in quanto lì scrivevi.

Ti auguro un futuro luminoso nell’interesse dei ciechi e degli ipovedenti ma io non smetterò di battermi perché l’Unione possa essere un’altra perché, come spesso hai detto, possa essere ribaltata a favore di più condivisione, più apertura, più collegialità e allo stesso tempo più confronto e più rispetto per gli organi collegiali.

Nella relazione programmatica per il 2016 scrivevi:

“A qualche giorno di distanza dal Congresso che abbiamo celebrato a Chianciano, il modo più corretto, efficace e impegnativo di onorare i deliberati congressuali ci pare quello di trasferirne i contenuti nella relazione programmatica del 2016 la quale, infatti, deve rappresentare proprio la prima tappa di un percorso quinquennale più lungo e articolato. Con qualche aggiustamento e qualche modifica, dunque, gli obiettivi di seguito elencati riprendono le indicazioni delle mozioni congressuali, convinti che la loro costante riproposizione rappresenta la modalità più certa ed efficace di dare attuazione al mandato ricevuto come Presidente e come Consiglio Nazionale. Il Congresso che abbiamo tenuto a Chianciano dal 5 all’8 novembre, ha registrato il più grande rinnovamento mai verificatosi nella nostra Associazione, con un ricambio di dirigenti pari all’80% dell’intero Consiglio Nazionale, con una forte presenza della componente femminile, pressoché in parità rispetto a quella maschile, e con una fusione di esperienza e giovinezza che sono il giusto carburante a supporto delle profonde riforme che ci attendono. A tutti dunque vogliamo ricordare ora e sempre che quel Congresso e quel ricambio non sono venuti invano! Non abbiamo fatto tutta questa strada e speso tutte queste energie perché ora ogni cosa rimanga come prima e ognuno possa continuare a fare e agire come ha sempre fatto. L’Unione deve mutare profondamente, pena la sua stessa continuità e sopravvivenza. Le aspettative riposte nella elezione di questo Presidente e di questo Consiglio sono immense. A noi l’onere e l’onore di interpretarle e di dare loro gambe e braccia in direzione di un rinnovamento atteso, da realizzare con coraggio e prudenza. In questa relazione, dunque, abbiamo cercato di riassumere e riproporre le principali indicazioni emerse dal Congresso e in particolare dalle sezioni di lavoro, proprio perché quelle indicazioni dovranno rappresentare la strada maestra tracciata dall’organo supremo della nostra Associazione che soci e dirigenti a ogni livello sono tenuti a rispettare e applicare. A tal proposito, nel nostro modo associativo usuale di pensare e di agire, occorrerà operare una notevole correzione di rotta, restituendo nei fatti al Consiglio Nazionale i propri poteri effettivi di indirizzo e di verifica, sia tramite più frequenti e incisivi momenti di consultazione e di confronto, sia tramite la creazione di un collegamento funzionale con le commissioni nazionali, in modo che le indicazioni di queste ultime possano diventare vere e proprie risoluzioni vincolanti per il Presidente e per la Direzione. Nel contempo, proprio la Direzione dovrà essere restituita pienamente ai propri compiti statutari e organizzativi che sono di attuazione dei deliberati del Congresso e del Consiglio Nazionale, senza impadronirsi dei poteri di indirizzo e di orientamento dell’intera politica associativa come accade troppo spesso oggi. Abbiamo infine aggiunto una specifica sezione dedicata all’organizzazione e ai compiti interni che ci attendono, a livello nazionale e territoriale, proprio per dare già un indirizzo alla grande riforma che dovrà essere attuata anche in riferimento ai principi della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità ratificata con legge n. 18 del 3 marzo 2009 e della carta sociale europea.”

Non so come e quando si farà il prossimo Congresso, anche su questo hai avocato a te ogni decisione,  ma quello che più mi rattrista è che, a quel congresso, arriveremo in modo anomalo e senza un reale confronto tra le idee. So con certezza che stando così le cose, saremo su fronti diversi ma certamente ci potremo ritrovare nel difendere gli interessi della categoria.

So che dirai che non era questo il momento ma io credo che la pazienza e lo spirito di sopportazione hanno tempi limitati e io non potevo più mettere la mia dignità sotto i piedi.

Nel ribadire le mie dimissioni irrevocabili dalla carica di Vice presidente, ti saluto cordialmente.

Prossime assemblee: perché tanta fretta?, di Mario Mirabile

In queste poche righe desidero condividere alcune riflessioni scaturite dalla decisione della Direzione Nazionale di far svolgere le prossime assemblee in tempi così brevi e, soprattutto dopo un periodo così complesso da cui stiamo appena uscendo. Ho sempre evidenziato ed apprezzato come, a differenza di altre grandi associazioni, le nostre elezioni sono state sempre caratterizzate da una discussione preventiva, da una grossa partecipazione degli associati, dalle modalità di voto che la rendono davvero una grande organizzazione. E, invece, questa volta mi sembra che queste peculiarità miranti alla partecipazione e alla democrazia, rischiano di svanire. Il fatto di ridurre così drasticamente i tempi di comunicazione e convocazione delle assemblee; la costatazione che le elezioni si debbano svolgere in mesi con temperature presumibilmente molto elevate; la consapevolezza che la nostra organizzazione è composta in maggioranza da anziani, persone quindi meno avvezze all’utilizzo delle tecnologie e che potrebbero avere serie difficoltà a spostarsi in un periodo post pandemia e molto caldo; il fatto che, dati i tempi stabiliti dalla Direzione, le elezioni è meglio concluderle entro luglio, dato che nel mese di agosto il personale sezionale dovrà usufruire delle ferie. A tal ultimo proposito, è doveroso precisare che in periodo di pandemia i dirigenti e soprattutto i dipendenti delle sezioni non si sono mai fermati, cercando di assicurare, anche a distanza, i servizi agli associati e alle loro famiglie. Dunque mi chiedo: perché questa accelerata? Non sarebbe stato meglio far coincidere le assemblee elettive con quelle autunnali che devono concludersi entro il 30 novembre? A questo interrogativo forse non avrò risposta, ovvero mi verrà detto che in autunno potrebbe verificarsi un nuovo picco. Ecco potrebbe, ma non è certo. E allora in tanta incertezza mi sembra davvero azzardato organizzare le assemblee sezionali in così poco tempo, in mesi così caldi e, soprattutto, prevedendo di spendere molto di più del previsto senza peraltro garantire la piena partecipazione e soddisfazione degli associati. A proposito della scarsa partecipazione, a Napoli nel 2015 il numero dei votanti è stato di 561.

Gilfredo Batistini ricordo degli amici

L’11 Gennaio 2020 alle 8 del mattino ci è giunta la triste notizia della scomparsa di un grande amico: Gilfredo Batistini.

Nato nel 1936 era originario di Sassetta, poi si era trasferito a Livorno e qui ha svolto ininterrottamente la sua militanza politica ed aveva messo al centro della vita, il suo impegno come Vicepresidente dell’Unione Italiana Ciechi di Livorno fin dai tempi della presidenza di Ciampolini e quando la Sezione di Livorno aveva sede in corso Mazzini, (era stato insignito come cavaliere del lavoro con riconoscimento del Presidente della Repubblica Francesco Cossiga il 2 giugno del 1986).

Giovanissimo fu assunto come operaio nelle cave di Sassetta ma durante una giornata di lavoro ebbe un incidente: a causa di un innesco difettoso un’esplosione gli fece perdere la vista.

Nel 1959 si iscrisse all’Unione Italiana Ciechi di Livorno, poi negli anni 60 entrò nell’Istituto dei Ciechi di Firenze, poi presso l’Istituto per Ciechi N. Frediani di via del Mare ad Ardenza per frequentare il corso di centralinista per inserirsi nel mondo del lavoro, senza mai trascurare la vita associativa; ha lavorato presso l’Ufficio del Lavoro e della massima Occupazione dapprima in via del Giglio poi in via Fiume.

Nel 2007 con il rinnovo delle cariche elettive, fu nominato Presidente dell’UIC Livorno, dove ricoprì la carica fino al 2010; in quegli anni di presidenza e in quelli antecedenti, diedero vita in collaborazione con la Presidente Anna Maria Campochiari che poi divenne Presidente Onoraria, ad alcuni rilevanti Progetti come ad esempio il Corso di Lettura e Scrittura Braille, Inserimento di un Ausilio con sintesi vocale nelle banche per l’uso dei Bancomat affinché i non vedenti potessero accedervi in autonomia (per primo venne installato al Monte dei Paschi), cene al Buio alle quali parteciparono le alte cariche locali (queste ultime in un primo momento suscitarono delle perplessità ma invece ancora oggi sono fondamentale strumento che permette alle persone normodotate di comprendere meglio e fino in fondo la vita quotidiana dei non vedenti destando interesse e avvicinando la solidarietà nei confronti dei ciechi).

Gilfredo era sposato con Lidia, una persona splendida e meravigliosa dalla quale ha avuto due figli; Lidia lo accompagnava ovunque: alle riunioni di Lavoro, negli uffici, alla Sezione Territoriale UIC, alle Assemblee, rendendogli la vita meno faticosa e difficile.

Oggi purtroppo Gilfredo non è più tra noi, ha lasciato un grande vuoto, ci mancheranno tanto il suo impegno e la tenace volontà con cui ha affrontato la vita e la sua costante presenza nella Associazione.

Livorno, giovedì 23 Gennaio 2020

Con affetto

Gli amici

Anna Masoni – Manuele Marcangeli – Luigi Vanni – Italo Sacchetto – Paola De Paoli – Davide Burchi – Italo Sacchetto – Anna Centenaro – Elena Galgano – Paola Catarsi

“Uiciechi.it” n. 9-2020 e n. 10-2020

Si comunica che in data 30 maggio 2020 sono stati inseriti nel sito www.uiciechi.it i seguenti file della rivista Uiciechi.it:

n. 9 1/15 maggio 2020. Il link per leggere il giornale è il seguente: http://www.uiciechi.it/servizi/riviste/View_Rivista.asp?Id_Nriv=2399

n. 10 16/31 maggio 2020. Il link per leggere il giornale è il seguente: http://www.uiciechi.it/servizi/riviste/View_Rivista.asp?Id_Nriv=2400