Roma 2 luglio 2013
Una delegazione del Forum Nazionale del Terzo Settore ha incontrato ieri il Viceministro all’Economia e alle Finanze Stefano Fassina.
“Un incontro positivo – dichiara il Portavoce Pietro Barbieri – che ci ha permesso di porre all’attenzione del Viceministro questioni per noi prioritarie. A partire dalla necessità, condivisa con il Viceministro, che il Terzo Settore trovi una sua collocazione ben definita e spazi di riconoscimento all’interno dei quali il welfare non sia più considerato residuo e subordinato, ma parte integrante e qualificante del nostro sistema economico e di sviluppo, in grado di garantire coesione, e sicurezza sociale, equità e occupazione, in particolare giovanile e femminile.”
Tra le questioni che la delegazione del Forum, composta dal portavoce Pietro Barbieri, i rappresentanti del coordinamento Enzo Costa, Andrea Fora, Maurizio Mumolo, Stefano Tassinari e il Direttore del Forum Domenico Iannello, ha presentato al Viceministro Fassina, la questione sociale del Paese che oggi è diventa ogni giorno di più emergenziale, il mantenimento dell’Iva al 4% per le prestazioni di servizi socio sanitari ed educativi resi dalle cooperative sociali, il rifinanziamento dei Fondi per le politiche sociali e l’aumento delle risorse destinate alla cooperazione internazionale – secondo gli impegni presi -, la stabilizzazione del 5 per mille che deve diventare una questione di diritto, la definizione di un piano d’azione nazionale contro la povertà, il tema occupazionale, la riduzione delle spese militari, la revisione dell’Imu per il non profit, il ritardo dei pagamenti da parte della PA e la necessità che venga ripristinato un organismo come l’Agenzia per il Terzo Settore.
“Abbiamo apprezzato l’attenzione del Viceministro Fassina – prosegue Barbieri – vicino al nostro mondo e sensibile alle nostre istanze. Proprio da parte del Viceministro è arrivata infatti la proposta di individuare alcune priorità sulle quali cominciare a lavorare insieme, pur tenendo conto della difficile situazione economica del nostro Paese e di quella della finanza pubblica. Il Viceministro ci ha invitati a fissare un secondo incontro già da settembre e ad avviare un confronto ed una collaborazione anche con l’Agenzia delle Entrate e con i Presidenti della Commissione Finanze di Camera e Senato.”
“Da parte nostra – conclude il Portavoce – abbiamo chiesto che anche con il Ministero dell’Economia venga istituito un Tavolo permanente di consultazione che consenta un confronto e un dialogo con il nostro mondo, che ci coinvolga in prima persona e che sancisca quel segnale di riconoscimento del nostro ruolo che rivendichiamo da tempo.”
___________________________
Anna Monterubbianesi
Ufficio stampa e comunicazione
Forum Nazionale del Terzo Settore
tel 06 68892460 fax 06 6896522
stampa@forumterzosettore.it
www.forumterzosettore.it
Archivi annuali: 2013
Provvedimenti assunti dal Consiglio dei Ministri, di Giovanni Pagano
Il Presidente nazionale FAND e ANMIC, Giovanni Pagano, esprime tutta la sua soddisfazione per i provvedimenti assunti ieri l’altro dal Consiglio dei Ministri.
Finalmente, afferma Pagano, siamo riusciti ad ottenere chiarezza in merito alla questione del reddito familiare per le pensioni di invalidità, anche gli incentivi per l’assunzione dei lavoratori disabili sono un buon segnale che ci viene lanciato dal Governo. Indubbiamente un buon viatico e motivo di attenta riflessione in vista della conferenza nazionale di Bologna.
In particolare, ANMIC, ritiene che la definitiva soluzione della controversia relativa alla questione del reddito è una grande vittoria; da anni l’associazione ha posto il problema all’attenzione delle forze politiche ed istituzionali, stimolando interpellanze ed emendamenti ed oggi tutto il lavoro svolto ha avuto un riscontro positivo, afferma Pagano.
Lo stesso esprime giudizi positivi anche relativamente al Piano di Azione redatto dall’Osservatorio nazionale sulla disabilità, che impegna tutte le istituzioni ad una attenta applicazione della convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità.
Sintesi dei lavori del Consiglio Nazionale straordinario in teleconferenza, a cura di Vitantonio Zito
Il 6 giugno scorso, in teleconferenza, ha avuto luogo una riunione straordinaria del Consiglio nazionale, presieduta dal presidente prof. Tommaso Daniele con la collaborazione del segretario generale f. f. dott. Alessandro Locati, per trattare il seguente ordine del Giorno:
– Riorganizzazione associativa;
– Misure da adottare per riparare alla fuga dei soci effettivi dalla nostra Organizzazione;
– Necessità di supplire alla mancanza di personale con soci sostenitori o comunque con i volontari;
– Bisogno di inventarsi nuove forme di autofinanziamento.
Già nella convocazione, il Presidente ha espresso il proprio punto di vista così riassunto:
l’adeguamento dell’assetto organizzativo dell’Unione a quello della riforma dell’ordinamento pubblico, in particolare se saranno soppresse le Province, potrà essere preso in considerazione soltanto dopo la riforma definitiva delle Amministrazioni Pubbliche. Poiché le sezioni provinciali vivono una profonda crisi economica, per la mancanza di contributi finanziari, è necessario proseguire nel risparmio e nella ricerca di nuove forme di autofinanziamento. Inoltre è opportuno utilizzare, laddove possibile, la contabilità semplificata.
Per quanto riguarda i soci effettivi e i sostenitori, sono già state emanate due circolari nelle quali è stato inserito anche un appello al personale dipendente al fine di facilitare il conseguimento dell’obiettivo prefissato.
Per l’autofinanziamento, il Presidente ritiene “il 5 per mille” ancora da sfruttare con il coinvolgimento di tutti i soci e delle loro famiglie. E’ stata anche predisposta una lettera da indirizzare a tutti i notai, con la quale si raccomanda di suggerire ai clienti di effettuare donazioni in favore dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti.
Il Consiglio con un ampio dibattito sereno e costruttivo su tutto l’ordine del giorno, ha posto in evidenza quanto segue:
ha sostenuto l’adozione della contabilità semplificata, anche se questa può creare delle difficoltà di controllo ai consigli regionali sulla gestione amministrativa e contabile delle sezioni provinciali;
si è sostenuto di attendere il riordino della Pubblica Amministrazione per un intervento più concreto possibile sulla organizzazione interna;
per il mantenimento dei soci, è utile fornire servizi ed agire soprattutto sulla prevenzione della cecità, al fine di rafforzare l’immagine associativa nei confronti delle famiglie.
Durante il dibattito si è considerato l’autofinanziamento un’attività prioritaria ed organica; si è rilevato che non viene ancora affrontato in maniera adeguata il problema della diversità fra le sezioni. Infatti, alcune di esse andrebbero chiuse e dovrebbero essere potenziati i consigli regionali.
Si è ritenuto anche che il rapporto fra il centro e la periferia debba essere di autonomia guidata, giacché le sezioni hanno bisogno di aiuto e di consulenza per essere realmente in grado di esercitare il loro ruolo.
Nel dibattito si è altresì ravvisato che non sia possibile individuare un’unica regola per la soluzione dei molteplici problemi in esame, giacché ogni realtà locale esige una propria impostazione. Vi è però la necessità di seguire linee guida operative per il conseguimento di obiettivi prefissati.
Nella discussione si è insistito sulla necessità di una riduzione del carico burocratico alle sezioni, verificando l’opportunità di affidare più compiti ai consigli regionali e non escludendo l’opportunità di un accorpamento di alcune sezioni, almeno le più piccole, e di rafforzare le rappresentanze zonali. Inoltre si è ritenuto essenziale la realizzazione di una campagna con l’ANMIL, al fine di pubblicizzare il Patronato. Altrettanto interessante è risultato l’ampliamento dei servizi anche mediante incontri con esperti presso le sezioni, adottando anche una “carta dei servizi”.
A conclusione dei lavori, il Presidente ha manifestato una certa amarezza per la carenza di nuove proposte operative.
Vitantonio Zito
Una Stampante Braille per parlare di cultura accessibile, di Mario Mirabile
Una stampante braille, acquistata alcuni anni fa dall’Amministrazione Comunale di San Giorgio a Cremano, popoloso comune in provincia di Napoli, consentirà d’ora in poi a non vedenti ed ipovedenti di usufruire gratuitamente di un importante servizio,iscrivendosi alla Biblioteca Comunale. Il nuovo utile servizio – promosso dall’Assessorato Comunale alle Politiche Giovanili, alle Pari Opportunità e alla Biblioteca – è stato proposto dalla rappresentanza per i Comuni di Portici e San Giorgio a Cremano dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti e verrà organizzato e curato in collaborazione con l’Associazione Lineadarco, che supporta il Comune nella gestione dei servizi bibliotecari. La presentazione ufficiale del servizio si è svolta venerdì 21 giugno proprio presso la Biblioteca Comunale ed è stata un’occasione propizia per parlare di accesso alla cultura per tutti. Infatti durante una tavola rotonda, organizzata per l’occasione e moderata da Oriana Russo, responsabile dell’Associazione Lineadarco, si sono confrontati: Camillo Galluccio, Presidente regionale dell’Ente Nazionale Sordi, Antonella Improta e Gaetano Cimmino, dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, Michele carbone, Assessore alle Biblioteche, alle pari opportunità e alle politiche giovanili del Comune di San Giorgio a Cremano ed Aldo Di Biase, Presidente Regionale della FAND. Durante il dibattito, oltre a far emergere la grossa attenzione che L’Amministrazione Comunale di San Giorgio pone verso le pari opportunità nell’accesso alla cultura, si è evidenziato il fatto che ci sia ancora molto da fare e spesso bisogna fare i conti con la mancanza di risorse economiche. E’ stato ricordato, infatti, che in Campania ormai da 5 mesi è chiuso il Centro del Libro Parlato costringendo di fatto tanti utenti a rivolgersi a centri ubicati fuori regione. Come ha sottolineato Gaetano Cimmino nel suo intervento, mentre ormai i best seller e i libri più importanti si riescono a reperire nei più disparati formati, i testi scolastici, soprattutto, necessitano di essere convertiti in supporti accessibili dagli enti preposti, quali la Biblioteca per i Ciechi ed il Centro del Libro Parlato appunto, i quali risentono della enorme riduzione dei fondi loro destinati. Durante la manifestazione, Mario Mirabile, Vicepresidente della Sezione Provinciale di Napoli dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, ha presentato il libro scritto dalla Dirigente Nazionale dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti Luisa Bartolucci dal titolo molto eloquente: “Qui le domande le faccio io”. Una raccolta di interviste effettuate dalla Bartolucci in oltre 20 anni di attività giornalistica pubblicate per contribuire al finanziamento del Centro Nazionale del Libro Parlato. Luisa Bartolucci, nel rispondere alle domande, ha raccontato come gli è venuta l’idea di pubblicare un libro, come ha selezionato le interviste, come è arrivata ad intervistare questo o quel personaggio appartenente al mondo della politica, del cinema, della musica ecc.., ricordando diversi aneddoti ed episodi che hanno fatto comprendere ai presenti come la cecità sia ancora sconosciuta ai più. Mario Mirabile, proprio da ciò ha preso spunto per chiedere all’Assessore presente di progettare una attività di educazione alla disabilità da proporre alle scuole e prendendo spunto da una intervista all’allora presidente della Camera Fausto Bertinotti, il quale accettò di partecipare ad una cena al buio organizzata proprio a Montecitorio, ha chiesto allo stesso Assessore di farsi promotore di un evento al buio che possa coinvolgere il Consiglio e l’Amministrazione Comunale di cui fa parte. L’Assessore, nelle sue conclusioni, ha dichiarato di accettare la sfida nella convinzione che soltanto conoscendo direttamente la disabilità, si possono mettere in campo azioni positive che possano contribuire a ridurre le barriere soprattutto culturali. Ovviamente nei prossimi mesi si capirà se quella dell’Assessore resterà soltanto una promessa, o si potrà concretizzare.
Napoli: Centro Universitario Sinapsi: presentata la Carta Dei Servizi, di Mario Mirabile
Nella mattinata di venerdì 21 giugno, presso il complesso di San Pietro Martire dell’Università Federico II di Napoli si è svolta una importante iniziativa promossa dal Centro di Ateneo SInAPSi (Servizi per l’Inclusione Attiva e Partecipata degli Studenti). Un’iniziativa che si inserisce nell’ambito delle attività che, ormai da circa 13 anni, l’Ateneo Federiciano promuove per favorire l’inclusione degli studenti. In questa particolare occasione, è stata inaugurata una nuova sede del Centro e presentata la Carta dei Servizi come agile strumento di divulgazione delle attività che il Centro svolge per sostenere gli studenti che possono incontrare, nel loro percorso formativo, problemi di ordine fisico, emotivo o sociale. I lavori sono stati introdotti dal Prof. Paolo Valerio delegato del Rettore per la disabilità e Direttore del Centro SiNAPSI, il quale ha evidenziato come nel corso di questi anni, le attività del Centro si siano ampliate, rendendo più variegata l’offerta dei Servizi. Le parole del Prof. Valerio sono state supportate dagli interventi dei rappresentanti dell’Amministrazione dell’Ateneo tra cui il Direttore generale Dott.ssa Liguori e i vari responsabili dei Dipartimenti che a vario titolo collaborano con il Centro. Tra gli interventi quello dell’Assessore per le politiche giovanili del Comune di Napoli e di Mario Mirabile dell’unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti i quali hanno riconosciuto limportante lavoro portato avanti dai docenti, dal personale tecnico-amministrativo e da tutti i collaboratori che a vario titolo operano presso il Centro SiNAPSi, i quali hanno saputo creare le condizioni perché tutti gli studenti svantaggiati ed in particolare quelli disabili possano essere accolti, seguiti e supportati durante il loro percorso universitario. Mentre si può dire, ha aggiunto ancora Mirabile, che la scuola è ancora lontana dal raggiungimento della piena inclusione degli alunni portatori di disabilità, presso l’Università Federico II vi è la certezza che gli studenti disabili visivi vengono seguiti con competenza e professionalità. La Prof.ssa Francesca Freda ha presentato la carta dei servizi del centro che sarà un valido strumento per tutti. Il Prof. Alessandro Pepino, responsabile dell’area tecnologica del centro, nel suo intervento ha fatto una disamina dei risultati raggiunti grazie al servizio di tutorato specializzato che consente attualmente di seguire circa 350 studenti l’anno, ma più in generale, ha evidenziato il Prof. Pepino, è stato fondamentale il coinvolgimento di tutta l’Università Federico II nella quale viene perseguita ormai da tutti la cultura dell’inclusione. In tal senso è stato ricordato il recente corso di formazione incentrato sull’accoglienza degli studenti diversamente abili che ha coinvolto tutto il personale tecnico-amministrativo in servizio presso l’Ateneo. La sede che è stata inaugurata accoglierà i Servizi che offrono attività formative e di supporto psicologico e/o pedagogico rivolte agli studenti al fine di potenziarne le competenze allo studio e di offrire loro un sostegno nel fronteggiare gli ostacoli che incontrano durante il percorso universitario. Nella stessa sede è attivo inoltre il Servizio Antidiscriminazione e Cultura delle Differenze che ha come obiettivo quello di promuovere buone prassi funzionali a prevenire e contrastare le violazioni dei diritti umani e le prevaricazioni legate al genere, all’orientamento sessuale, all’etnia, allo status socio-economico.
I Rapporto sull’invalidità civile e la burocrazia di Cittadinanzattiva: i veri invalidi penalizzati dalla lotta ai pochi che non ne hanno diritto, di Alessandro Cossu
Un anno di attesa per i benefici economici, scarsa informatizzazione e troppi passaggi
burocratici fanno il resto
Mentre si spende e si spande per la lotta ai falsi invalidi, il cittadino che prova a far domanda per l’invalidità si scontra con un percorso labirintico e ostile, con la burocrazia e la scarsa informatizzazione del sistema e attende in media un anno per ottenere i benefici economici connessi contro i 120 giorni stabiliti dalla legge.
Ad esser lento e farraginoso è tutto il percorso per l’accesso alla invalidità civile, con tempi più lunghi rispetto all’anno precedente: solo per essere convocati a prima visita passano in media 8 mesi rispetto ai 6 del 2011, 11 mesi per ricevere il verbale rispetto ai 9 dell’anno precedente.
Secondo la Corte dei Conti (relazione 2012), si attendono in media, dalla presentazione della domanda alla chiusura dell’iter, 278 giorni per accertare la invalidità, 325 per la cecità civile, 344 per la sordità. I costi di tali ritardi ammontano nel solo 2011 a 24 milioni di euro. Se a questi si aggiungono i 34 milioni di spesa per medici convenzionati INPS, siamo ad un totale di 58 mln di euro di fatto “bruciati” dalla cosiddetta caccia ai falsi invalidi che, secondo il Rapporto 2012 della Guardia di Finanza, sono poco più di 1000, pari allo 0,04% degli aventi diritto.
Altrettanto inconfutabile che i medici impiegati per le attività di verifica straordinaria siano stati di fatto sottratti alla attività ordinaria per la concessione della invalidità: nel 2011 essi sono stati regolarmente presenti nelle commissioni Asl in poco più di un caso su tre (tasso di presenza del 37,7% rispetto al 46% del 2010). A tutto ciò si aggiunga la scarsa informatizzazione delle Asl che hanno trasmesso in formato elettronico all’INPS solo il 56% dei verbali. Il restante 44% in formato cartaceo ha comportato un dispendio di risorse e tempo per l’inserimento nella piattaforma INPS. Per contro oltre il 45% dei cittadini che avanza domanda di invalidità, si scontra con la lentezza dell’iter burocratico.
Sono questi i principali elementi del I Rapporto nazionale sull’invalidità civile e la burocrazia, presentato oggi da Cittadinanzattiva, che nel maggio 2011 ha lanciato la campagna “Sono un V.i.P. – Very invalid People” (www.sonounvip.it). Il Rapporto prende in esame 3.876 segnalazioni giunte al PIT Salute nazionale e alle sedi del Tribunale per i diritti del malato nel corso del 2012.
“E’ inaccettabile che, per contenere la spesa assistenziale, si neghi al cittadino il diritto costituzionale alla invalidità civile, aumentando momenti accertativi e rivedendo al ribasso i criteri reddituali e sanitari per l’assegnazione delle indennità, e al contrario non si semplifichi l’attuale iter amministrativo che oltre a produrre forti ritardi, brucia solo per interessi passivi 24 milioni di euro in un solo anno. Né ci è dato sapere quanti siano e quali provvedimenti siano stati presi nei confronti di quei funzionari INPS e Asl che hanno concesso indebitamente quel numero irrisorio di indennità, accertato dalla Guardia di finanza”, afferma Tonino Aceti, responsabile del Coordinamento nazionale delle associazioni dei malati cronici (CnAMC) di Cittadinanzattiva.
Tempi troppo lunghi, non solo rispetto ai 120 giorni stabiliti dalla legge, ma innanzitutto rispetto alle reali esigenze dei cittadini che nel 45,6% dei casi (rispetto al 28,4% del 2011) segnalano la lunghezza e tortuosità del percorso burocratico da intraprendere per la richiesta di invalidità: in un caso su tre (34% nel 2012 vs 30% nel 2011) innanzitutto incontrano grandi difficoltà nel presentare la domanda, in un caso su 5 (24,8% rispetto al 23,7% del 2011) lunghe attese per la convocazione a prima visita, in un caso su 4 ulteriori attese per la ricezione del verbale definitivo (19,4% nel 2012, 12,7% nel 2011), da cui conseguono i relativi benefici economici. La necessità di acquistare o affittare protesi ed ausili, di pagare rette altissime in RSA e ticket sanitari sempre più elevati in assenza di una esenzione riconosciuta, l’impossibilità di accedere ad agevolazioni fiscali, sono le conseguenze più dirette di tali ritardi.
Il labirinto, con tutti i disagi che ne conseguono, è affrontato da persone clinicamente e psicologicamente fragili, che non di rado lottano per la sopravvivenza: il 39% di chi si è rivolto a Cittadinanzattiva ha una patologia oncologica, il 26,8% una malattia cronica e neurologica degenerativa, il 12,2% una patologia legata all’anzianità.
Quasi il 30% dei cittadini, in secondo luogo, considera inadeguata la valutazione della propria condizione clinica da parte della commissione medico-legale: o per la mancata concessione o revoca dell’assegno di accompagnamento (48,5%), o per una inadeguata percentuale di riconoscimento dell’invalidità/handicap (42,4%), o ancora perché vien loro riconosciuta una pensione di invalidità rivedibile (9,1%). Come conseguenza di questa “inadeguatezza”, dalle segnalazioni dei cittadini emerge un maggiore ricorso alle vie giudiziarie, avverso i verbali di invalidità civile. Sembra crescente, infatti, la tendenza a considerare come prassi l’accesso al ricorso giudiziario, quasi completasse l’iter amministrativo e fosse matematico dover fare causa per ottenere un diritto. Questa tendenza rappresenta una evidente disfunzione del sistema, nonché una beffa per il cittadino che deve sostenere ulteriori costi e attendere ulteriore tempo per ottenere ciò che gli spetta.
Stabili le segnalazioni sul ritardo per la concessione dei benefici economici e delle agevolazioni: lo denuncia nel 2012 il 18,2% rispetto al 19,1% dell’anno precedente. In particolare pesano i ritardi per l’erogazione delle agevolazioni legate all’handicap (62,9% vs 55,6% del 2011), dell’indennità di invalidità (20,4% vs 17,8%), e dell’assegno di accompagnamento (16,7% vs 26,7%).
Sebbene le problematiche generali sulla rivedibilità calino dal 13,3% del 2011 al 6,4% del 2012, è molto preoccupante l’ascesa delle mancate esenzioni dalla visita (come stabilito dal decreto 2 agosto 2007) segnalate dal 58,8% dei cittadini che, di fatto, nella fase che intercorre tra una visita e l’altra, vedono sospesi i relativi benefici sospesi.
Le nostre proposte Semplificare iter burocratico: meno tempo per i cittadini, meno costi per la collettività (58 mln Euro nel 2011. Rivedere le “linee guida operative” del 2010, già bocciate dal Parlamento, con cui l’INPS rivede al ribasso i criteri di riconoscimento dell’accompagnamento. Approvare DDL 538: il diritto va legato al reddito del richiedente, non del nucleo familiare. Concludere “indagine conoscitiva” avviata nel 2012 sulle procedure di accertamento delle minorazioni civili da parte dell’INPS (Comm. XI e XII del Senato). Ripristinare la possibilità di impugnazione giudizio di primo grado.
Alessandro Cossu
Nel Pacchetto Lavoro il Governo non dimentichi i giovani disabili, di Pietro Cerrito – Segretario Confederale CISL
Le notizie relative all’approvazione del “Pacchetto lavoro” da parte del Consiglio dei Ministri contengono diversi segnali positivi per le persone con disabilità, ma al Presidente Letta e a questo Governo chiediamo ancora uno sforzo.
Accogliamo con piacere, finalmente, dopo innumerevoli richieste da parte della Cisl anche attraverso la Federazione dei Pensionati e il Patronato Inas, la definizione normativa del limite di reddito individuale – e non familiare – per il diritto alla pensione di inabilità dei mutilati e degli invalidi civili.
L’incertezza in un settore così delicato non era davvero più ammissibile.
Altrettanto favorevolmente apprendiamo, via twitter, dell’intenzione del Presidente Letta di tornare a dare una dotazione di 22 milioni di euro al Fondo Nazionale per il sostegno all’assunzione dei lavoratori disabili ex legge 68/99, ormai sostanzialmente azzerato. Lo stesso Piano d’azione, che abbiamo concorso a scrivere nell’Osservatorio Nazionale Disabilità, la indicava come una indiscussa priorità. E speriamo che non si limiti ad un cinguettio!
E certamente è condivisibile la volontà di aprire il “Pacchetto lavoro” partendo dagli incentivi all’occupazione giovanile: una necessità per il Paese e per le persone.
Ma chiediamo al Governo di non dimenticare i giovani disabili!
Tra le condizioni che devono avere gli under29 per godere del bonus (essere privi di lavoro da almeno sei mesi, non avere titoli di scuola superiore o avere almeno una persona a carico) va inserita, in alternativa, anche la condizione di disabilità.
La Conferenza nazionale per la Disabilità del 12/13 luglio p.v. di Bologna sarà l’occasione in cui fare il punto insieme delle condizioni di vita delle persone con disabilità nel nostro Paese.
Sarebbe interessante che, in una situazione così difficile nell’ambito dell’assistenza sanitaria e dell’inclusione sociale, che almeno nel campo del lavoro si potessero registrare questi importanti passi in avanti.
Pietro Cerrito – Segretario Confederale CISL
Caserta: “Ceramicando, mani che creano”, Redazionale
L’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti di Caserta, nell’ambito delle sue molteplici attività, si è sempre impegnata nella realizzazione di percorsi formativi a favore della categoria.
Non è un luogo comune il detto secondo cui il lavoro nobilita l’uomo, poiché, riferitamente ai minorati della vista, diventa un determinante strumento di emancipazione, d’integrazione e di riscatto della propria dignità in un sistema volto all’affermazione delle professionalità nel contesto della produttività.
Grazie al parziale finanziamento derivante dal Fondo Sociale 2012 della sede nazionale a cui la Sez. UICI casertana è stata capace di accedere, il prossimo 5 marzo, sarà avviato un laboratorio d’arte, denominato “Ceramicando, mani che creano”,per il quale sono state accolte le iscrizioni di dieci disabili visivi, interessati e motivati ad approcciarsi al mondo della lavorazione della ceramica.
L’obiettivo primario del progetto è quello di creare formazione in un settore, antico e nello stesso tempo moderno, rivolto al potenziamento delle opportunità di welfare per i non vedenti ed ipovedenti, nonché diretto a stimolare forme riabilitative sia fisiche che sociali.
Infatti i partecipanti saranno istruiti per sviluppare una maggiore abilità nell’uso del tatto e della manualità diretto alla produzione di manufatti artigianali che, a seguito di convenzioni stipulate con esercizi commerciali del settore, potranno essere venduti sul mercato, garantendo pienamente e concretamente l’ingresso dei disabili visivi nel mondo del lavoro
A tal fine, conclusosi l’iter formativo e produttivo del laboratorio, la U.I.C.I. di Caserta si farà promotrice di una mostra espositiva abbinata ad un convegno, nel quale saranno invitati le imprese e le aziende del settore, che, allo scopo di agevolare una futura commercializzazione, potranno osservare, esaminare e valutare gli oggetti prodotti dal laboratorio di ceramica.
In merito al programma formativo che i dieci allievi minorati della vista dovranno affrontare, si prevedono le seguenti fasi:
1. Cenni storici : L’argilla, origini, l’utilizzo nel corso della storia
2. L’evoluzione nella storia: i vari metodi di lavorazione
3. L’evoluzione della decorazione sulla ceramica.
4. Il valore commerciale della ceramica nella storia
5. I maggiori artisti che hanno creato con l’argilla.
6. L’importanza della ceramica nell’arte terapia
7. La ceramica oggi: I Costi,i laboratori, chi la usa, per quali scopi .
Espletata la fase teorica, si passerà alla fase della manualità, mani che creeranno con la tecnica libera e del colombino, creazioni varie, trecce, Sfere, foglie e fiori, composizioni, vasi, etc.
A dispetto di certe opinioni discriminatorie, ogni componente della società, anche se è affetto da un handicap, può contribuire alla crescita sociale, professionale, economica e politica del nostro territorio, notoriamente fonte di ricchezze storico/artistiche dell’arte (etrusca, romana, borbonica, etc.)
Proprio su questi principi la sezione provinciale e la sede centrale della Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti sostengono con forza il valore socio-culturale di un tale laboratorio, concepito come indubbia offerta di pari opportunità e di diritto al lavoro.
“le grandi idee sono perle incolte, se non sono consequenziali ad azioni concrete, (M. Ghandi)
E con tale saggia citazione, possiamo concludere e ritenere che cercando di operare sempre concretamente si potrà essere promotori del cambiamento che vorremmo che avvenisse nel mondo.
Sono questi i principi che informano il modus operandi dell’U.I.C.I. CASERTA,la quale agisce costantemente in collaborazione e di concerto con la locale sezione U.N.I.Vo.C., di Caserta.
UICI Sant’Anastasia: Sotto un cielo di note 29 giugno, di Claudio Abbado
Serata organizzata dall’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti Rappresentanza di Sant’Anastasia e Anastasis Associazione civica di Sant’Anastasia-
Manifestazione Sotto un cielo di note
Concerto per piano e violino canzoni classiche napoletane
Sabato 29 Giugno 2013, ore 20,30
Chiostro del Santuario di Madonna dell’Arco
Programma
Pasquale Francese voce
Giustina Maione pianoforte
“Era de maggio” di Salvatore Di Giacomo
“Tu ca nun chiagne” di Libero Bovio
Pasquale Visone pianoforte
Frédéric Chopin
Mazurca op. 7 n.2
Mazurca n. 6
Notturno in Sibmin. op.9 n.1
Mario Merola pianoforte
Domenico Scarlatti
Sonata K9 in re minore
Sonata K455 in sol maggiore
Sonata K20 in mi maggiore
Frédéric Chopin
Ballata n.4 op.52 in fa minore
Fantasia-Improvviso op.66 in do diesis minore
Giustina Maione pianoforte
Angelo Prisco violino
E.Elgar
Salut d’amour
A.Piazzolla
Ave Maria
Oblivion
W.A. Mozart
Eine Kleine Nachtmusik I tempo-Allegro
C.Gaedel
Por una cabeza-tango cancion
A.Piazzolla
Libertango
Pasquale Francese canto
Giustina Maione pianoforte
“Reginella” di Libero bovio
“Dicitancello vuie” di Enzo Fusco
“Torna a Surriento” di E. e G. De Curtis
Condurrà la serata Rita Terracciano giornalista.
Sono sempre stato profondamente convinto che la musica contenga in sé una forza in grado di travalicare i suoi stessi confini. Non c’è solo un valore estetico nel fare musica: dalla sua bellezza intrinseca, in grado di comunicare universalmente, scaturisce un intenso valore etico. La musica è necessaria al vivere civile dell’uomo, perché si basa sull’ascolto, che è un elemento imprescindibile, anche se quasi sempre trascurato.
Claudio Abbado
Disabili in pista, di Angelo De Gianni
Un minorato visivo si siede sul sedile di una Porsche rossa dal costo proibitivo, che una qualsiasi persona, anche benestante, può soltanto sognare per tutta la sua esistenza, chiude lo sportello, allaccia la cintura di sicurezza e, qualche secondo dopo, sente una spinta alla schiena. L’auto è avviata! Dopo qualche altro secondo e pochi cambi di marcia quasi impercettibili, il bolide è lanciato sulla pista a circa 250 chilometri l’ora. C’è appena il tempo di rendersi conto della velocità raggiunta, che una frenata rallenta bruscamente l’automobile, preannunciando l’imminente serie di curve che costituiscono la prima chicane della pista. La vettura si inclina prima a sinistra poi, subito dopo, a destra e ancora a sinistra: il sole del mattino, che prima scaldava le braccia, ad un tratto scompare dietro la vettura, riapparendo pochi secondi dopo, per poi posizionarsi, per qualche minuto, obliquamente; sembra che la Terra abbia improvvisamente perso il suo ritmo di
rotazione e di rivoluzione intorno alla nostra stella!
Dopo le curve finalmente ecco il rettilineo: la velocità dell’automobile aumenta e con essa l’emozione, resa ancor più intensa dal rombo più forte del motore e dal rumore del vento sul parabrezza.
Pochi secondi dopo, però, ecco altre curve, alcune dolci, altre più strette e difficili da affrontare; gli pneumatici stridono, toccano i cordoli, si riscaldano: poi, dopo alcuni giri, l’auto rallenta, imbocca la strada che porta all’area di sosta, rallenta ancora fino a fermarsi e il disabile visivo si toglie la cintura di sicurezza e, aperto lo sportello, scende, investito dall’odore forte di gomma bruciata, dal tepore del sole di una giornata imprevedibilmente calda in una primavera fredda, da un’incontenibile gioia per le forti emozioni provate e da un’altrettanto incontenibile voglia di salire a bordo di un altro di quei bolidi, per tornare a sfrecciare su quell’asfalto liscio che trasmette un senso di libertà e di forza straordinarie.
Molti tra i lettori penseranno che queste descrizioni siano tratte da un verbale della Guardia di Finanza, nel quale sono trascritte le riprese di falsi ciechi al volante: mi spiace deludere le aspettative dei cacciatori di imbroglioni e dei sedicenti giornalisti al loro servizio, ma alla guida di quelle splendide automobili il 26 maggio scorso c’erano piloti vedenti e, sul sedile accanto, viaggiavano, a turno, alcuni minorati visivi della Polisportiva della Sezione Provinciale UICI di Torino.
Nel corso dell’originale manifestazione, svoltasi presso il circuito automobilistico di Balocco, in provincia di Vercelli, i partecipanti non vedenti ed ipovedenti hanno potuto provare le intense emozioni e le particolari sensazioni che si provano durante una vera competizione automobilistica: ciascuno di loro ha sentito il rumore del vento tutto attorno, mentre la Cabriolet percorreva un rettilineo a più di 200 chilometri l’ora, ha riconosciuto, grazie alle differenze acustiche, il passaggio dell’automobile sotto un ponte, ha potuto conoscere il paesaggio attorno alla pista, grazie alle minuziose e precise descrizioni che quasi tutti i piloti hanno fatto dell’ambiente circostante e tanto altro ancora.
Ciascun disabile visivo ha elaborato questa esperienza in modo diverso, secondo le proprie percezioni e la propria personalità, ma sono certo che a tutti resterà un ricordo indelebile di questa splendida avventura vissuta a tutta velocità a bordo di una Porsche o di una Lamborghini, accanto al pilota, proprio come un vero navigatore di rally!
Angelo De Gianni