La funzione del cane guida può essere interpretata in diversi modi, a seconda del presupposto logico culturale cui l'interpretazione stessa è riferita.
A volte si definisce strumento, ausilio, supporto, ecc…
Appare evidente, in tal caso, la condizione di oggetto che si usa e poi si ripone in uno spazio, in attesa di essere utilizzato in altra occasione.
Semplicisticamente, in questo caso, il cane guida viene considerato nella sua materialità e per i vantaggi che può procurare alla persona. Ma la sua funzione è ben più alta e più complessa.
Se si parte dal convincimento che il cane guida svolge una missione nobile perché socialmente rilevante, e rende la persona non vedente libera ed autonoma, assicurandole mobilità in condizioni di sicurezza, si comprende immediatamente che si tratta di un soggetto, ancorché animale, meritevole di tutela giuridica e di rispetto sociale, che include, prioritariamente, il diritto di accoglienza, che, pertanto, non è circoscritto solo alle persone.
Le considerazioni su esposte, fanno attribuire al cane guida, una soggettività comprensiva di diritti comuni e specifici, ed inducono a considerarlo "compagno di libertà" della persona non vedente con il riconoscimento di un ruolo assimilabile ad una mission.
L'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, da quando ha cominciato ad occuparsi del cane guida, e cioè dal primo ventennio del 1900, in cui è stato avviato il progetto di fondazione della scuola di Firenze-Scandicci, prima scuola in Italia e nel mondo, si è preoccupata di diffondere il messaggio che al cane guida doveva essere riconosciuta una particolare funzione sociale, in quanto esso rendeva un importante servizio alla persona, e su questo presupposto logico-culturale imperniò una coerente azione pedagogica e formativa della opinione pubblica.
Di ciò sono testimonianza le campagne di informazione svolte nel tempo, la normativa esistente, ed in particolare le leggi 14/2/1974 n° 17 e 8/2/2006 n° 67.
Il panorama delle scuole cani guida per ciechi si arricchisce con la struttura di Limbiate realizzata dai Lions e dal Centro Regionale Helen Keller di Messina, istituito dalla regione siciliana, recentemente riconosciuto "polo nazionale per l'autonomia dei non vedenti".
Quest'ultima scuola è inserita in un sistema di servizi basati, fondamentalmente, sull'orientamento e la mobilità nell'ambiente in cui può svolgersi l'attività della persona.
Le citate scuole sono accreditate presso la federazione internazionale delle scuole cani guida per ciechi, che impone rigorosi protocolli didattici e standard formativi del personale tecnico, ed inoltre, mantiene una costante vigilanza con puntuali ispezioni svolte da specialisti della materia.
Quest'ultimo requisito costituisce una importante garanzia per gli utenti che, così, possono contare su "compagni di libertà" ben preparati per il servizio da espletare.
Naturalmente, l'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti orienta le strutture ad adeguare le attività alle esigenze di autonomia delle persone non vedenti, si impegna ad aggiornare e ad arricchire la normativa, provvede ad intervenire nei casi in cui vengono violati i diritti della persona e del cane, e cura l'informazione per una adeguata cultura sul cane guida.
Vi è piena consapevolezza che, se è tanto il lavoro fatto, tanto altro resta ancora da fare, soprattutto sul versante della legislazione e della formazione di una opinione pubblica più cosciente e responsabile nei riguardi della persona non vedente, accompagnata dal fedele amico a quattro zampe.
Archivi annuali: 2012
Pluridisabili: dei fratelli che non ci è lecito dimenticare
Sono referente per la mia Regione, la Lombardia e, per il secondo mandato, componente della Commissione nazionale per le pluridisabilità. Mi è stato chiesto di scrivere un articolo su questo argomento e lo faccio volentieri, perché da tanti anni ormai sento la condizione della pluridisabilità, connessa alla minorazione visiva, come un fardello da condividere sia con quelli che sono costretti a portarselo addosso giorno dopo giorno, sia con le loro famiglie. La numerosa letteratura in proposito e la conoscenza diretta, ottenuta sul campo, del problema mi hanno convinto che, se tutte le disabilità presentano un prezzo da pagare, questa si porta dentro il costo più alto. Mi riferisco, com'è ovvio, ad una situazione in cui il deficit intellettivo si coniuga con carenze più o meno gravi di ordine motorio e prassico, alle quali si aggiungono, limitazione ulteriormente pesante, le complicanze visive.
Una volta definita dagli esperti la diagnosi, talora purtroppo incompleta e-o tardiva, si presenta per la famiglia il primo e forse più difficile ostacolo da superare: l'accettazione e la presa in carico del bimbo e del suo problema. Non esiste comunque condizione di vita tanto grave che non sia passibile di riabilitazione: la prima e fondamentale tuttavia è quella che si fonda e scaturisce (lo dico senza retorica, ma per convinzione profonda) dalla consapevolezza che ogni persona è di per sé un valore intrinseco ed è portatrice di diritti inalienabili che esigono di essere rispettati.
Tutti dobbiamo farlo e tanto più lo dobbiamo noi, che possediamo la capacità di pensare e di agire, di muoverci e di dare un nome ai sentimenti ed alle cose, nonostante il nostro limite.
Le sezioni dell'Unione devono spalancare le porte per accogliere loro e le loro famiglie; nelle nostre relazioni programmatiche essi devono trovare uno spazio e delle specifiche strategie di intervento da portare alla scuola e-o alle strutture che se ne fanno carico, perché possano prepararsi alla vita o sentirsi "bene", perché curati e, possibilmente, amati.
Siamo responsabili del loro benessere o dei loro piccoli o grandi successi; dobbiamo darci da fare perché trovino accoglienza ed amicizia là dove vivono: l'integrazione non è un diritto e una conquista soltanto per noi. E lo stesso discorso vale per il lavoro, se ne hanno le capacità.
Ma basta con la teoria! Consentitemi invece di raccontarvi le storie di due bimbe, che hanno attraversato e una ancora attraversa la mia vita e quella della mia Sezione. Le chiamerò Lisa e Flora, due nomi che mi piacciono per il suono gentile e armonioso. La mamma di Lisa la chiameremo Vera.
Vera suonò al nostro cancello verso la fine dell'inverno 2002; eravamo in chiusura di giornata. Eletta Presidente da pochi mesi, avevo tante speranze e altrettante preoccupazioni. Vera posò la piccola sulla mia scrivania e Paola, la mia sensibile ed efficientissima segretaria, rimase un momento con noi. Aveva un bambino di qualche mese più giovane. Vera era tesa, angosciata; Lisa aveva il sondino naso-gastrico, perché non era in grado di nutrirsi regolarmente. Se ne stava silenziosa, con le membra rigide e gli occhi semichiusi. La storia era quella di sempre. Un parto difficile, l'anossia, i primi interventi riparativi in ospedali diversi. Di fatto una prognosi incerta e da ultimo sedute fisioterapiche dilazionate nel tempo. Ad un certo punto Vera mi si gettò tra le braccia, scoppiando in un pianto disperato, fatto di stanchezza e di impotenza. Condividemmo le sue lacrime, poi iniziammo insieme la risalita. Paola rientrò,verificò e raccolse i documenti, mentre io al telefono prendevo per Vera un appuntamento per un più adeguato, almeno speravo, programma riabilitativo.
Così ebbe inizio il percorso di recupero, faticoso, ma impostato e condotto a trecentosessanta gradi. Niente fu lasciato al caso. Stimolazioni basali prima e poi neurovisive; logopedia e fisioterapia: Lisa era ed è costretta su una sedia a rotelle, ma le mani hanno recuperato motricità, anche se non quella fine. Vennero, con le prime parole, i segni di una buona capacità di comprensione. Vera ed il marito lottarono senza posa, per ottenere quanto era necessario alla loro bambina e noi fummo loro accanto in quell'avventura. La scuola dell'infanzia, con tanti sussidi utili condivisa e vissuta nella stessa aula coi compagni normodotati. Accanto a Lisa le maestre curriculari ed una splendida educatrice, Gabriella, che ancora oggi, in quinta elementare, la supporta, grazie anche alla sensibilità delle Istituzioni scolastiche e non. Da quando è stata in grado di comprendere e di decidere, Lisa ha sempre preteso di essere presente agli incontri d'équipe che la riguardavano, anche se poi, ogni volta che si rendeva conto della sofferenza della madre, scoppiava in pianto, suscitando in tutti un'emozione altrettanto forte.
Da qualche anno in famiglia c'è un nuovo arrivato, un fratellino per cui all'inizio Lisa ha provato gelosia (diceva di volerlo vendere al mercato), ma che ora difende come una leonessa quando la mamma lo sgrida per i disastri che combina. "Lo difendo", dice, " perché lui può fare tutto ciò che io vorrei ma non posso fare".
Ed ora vi racconto la storia di Flora. Venne da noi alcuni mesi dopo l'arrivo di Lisa, tra le braccia dei suoi genitori, una giovane e splendida coppia che l'aveva accolta ed accettata senza riserve e che era tutta protesa su di lei, la loro prima creatura. Era di alcuni mesi più piccola di Lisa ma presentava lo stesso quadro clinico, anche se, almeno in apparenza meno esasperato. Parlai a lungo coi genitori: avevano intorno una famiglia grande con tanti nonni, zii e cugini. Flora avrebbe avuto affetto e protezione da tutti e naturalmente avrebbe anche iniziato un adeguato programma terapeutico. Continuammo ad incontrarli di tanto in tanto: mantenevano la loro serenità, ma rifiutarono assolutamente l'idea della scuola materna. L'assistente sociale del comune di residenza ci telefonò preoccupata della resistenza della coppia ad ogni proposta di inserimento: volevano tenere il più possibile con loro la piccola, riabilitandola, ma senza staccarla dal contesto familiare. Era fragile, spesso ammalata e questo li mandava enormemente in ansia. Giunse il momento dell'iscrizione alla scuola elementare: mesi prima i genitori avevano però scelto di collocare la figlia per alcune ore al giorno in un centro dell'ANFASS destinato ad accogliere bimbi gravissimi e abbastanza vicino alla loro abitazione. Vi si recava al mattino per un programma vario di riabilitazione, di gioco e musicoterapia. Dopo il pranzo però tornava in famiglia perché questa riteneva troppo gravoso per la piccola un distacco troppo prolungato.
Incontrai il padre insieme ad un altro genitore, con il quale stavamo conducendo un lavoro di ricognizione sulla condizione di vita dei nostri iscritti con pluri-handicap. Flora per il secondo anno ancora non frequentava la scuola, il padre era accompagnato dal fratellino di quattro anni e si mostrava piuttosto reticente a parlare. Gli chiedemmo se non ritenesse utile inserire la bimba alle elementari anche se per alcune ore ben programmate e supportate, così da ottemperare all'obbligo scolastico. Ci rispose che per il momento non riteneva di doverlo fare: la bimba si trovava bene dov'era e in ogni caso loro non erano disposti né a sottoporla ad un inutile stress né a separarsene per troppo tempo, provavano il bisogno di "coccolarla", di tenersela vicino, di farla sentire protetta ed amata. Due anni dopo furono ancora una volta i genitori a richiamarci: la piccola era morta ed essi avevano vissuto il dramma di quella perdita come un trauma profondo, una ferita che non avrebbe mai potuto essere sanata. Si erano anche decisi a spostare la residenza in un altro paese. Il colloquio fu difficile e lunghissimo intercalato da molte pause. Ne uscii davvero sconvolta e mi interrogai a lungo su come avrei dovuto e potuto fin da subito stare loro vicino ed essere più propositiva.
Di Flora mi resta il ricordo struggente, di Lisa la gioia di una speranza che, piano piano potrà trasformarsi in certezze consolanti.
Ecco mi piacerebbe che su queste storie si aprissero da parte di tanti lettori riflessioni e confronti: sarà utile a tutti e sarebbe un dono di condivisione e di affetto per tanti nostri fratelli e per le loro famiglie.
Civitavecchia: Apertura sportello informativo per disabili visivi – Cerveteri
Il commissario straordinario del Comune di Cerveteri, dott.ssa Giuliana Giaquinto, ha autorizzato l'apertura di uno sportello informativo sulla minorazione visiva volto a dare alla cittadinanza informazioni ed assistenza nei seguenti settori:
– segretariato sociale;
– provvidenze economiche spettanti ai ciechi ed ipovedenti;
– integrazione scolastica e lavorativa dei disabili visivi ed assistenza specialistica scolastica e domiciliare;
– assistenza domiciliare gratuita ai ciechi pluriminorati (legge 284/1997);
– attività culturali e ludico-ricreative;
– assistenza per le richieste di ausili e protesi previste dal nomenclatore tariffario: D.M. 331/1999.
Lo sportello sarà aperto nei giorni di martedì e venerdì, dalle ore 10:00 alle 12:00, presso i locali dove è anche ubicata l'AVIS, Via Armando Diaz n. 12 (davanti l'agenzia della Cassa di Risparmio di Civitavecchia) e affidato alla componente il consiglio direttivo e referente per il comune di Cerveteri Giuseppina Bartocci: cell. 338-9433156.
Settimana del glaucoma, Salerno risponde presente
Il comitato provinciale IAPB in collaborazione con la sede provinciale dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ha aderito alle attività promosse dalla sede nazionale della IAPB per la settimana del glaucoma. La sezione di Salerno, che ospita nei suoi locali un centro di prevenzione e riabilitazione sin dal 1980, ha fatto della prevenzione uno dei temi portanti della sua azione sociale in favore del territorio. Le iniziative più rilevanti di questa settimana sono concentrate nelle giornate di venerdì 16 marzo e sabato 17 marzo. Nella giornata di venerdì presso i locali sezionali, in un incontro pubblico, sarà proposta un'informazione e conoscenza del glaucoma e a quanti lo desidereranno sarà data la possibilità di sottoporsi a un controllo gratuito presso il gabinetto oculistico presente nei locali sezionali. Sabato 17 marzo conclusione in una delle piazze più frequentate della città di Salerno, piazza Flavio Gioia, dove attraverso l'allestimento di uno stand sarà consegnato materiale divulgativo e informativo oltre ad offrire la possibilità a quanti lo vorranno di poter effettuare un controllo per la prevenzione del glaucoma che sarà realizzato in maniera gratuita, sempre presso la sede dell'Unione Italiana Ciechi e degli Ipovedenti di Salerno.
Una piacevole esperienza
Riceviamo e volentieri pubblichiamo:
"Sono il prof. Alessio Conti, docente di Religione Cattolica in un Liceo romano, non vedente ed iscritto all'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti. Vorrei far conoscere ai lettori del suo giornale una esperienza di esplorazione plurisensoriale realizzata dai Musei Vaticani. Si tratta di un percorso che valorizza il tatto (mediante calchi e riproduzioni di opere); il gusto (grazie a degustazioni di bevande caratteristiche dei luoghi in cui quelle opere furono realizzate); l'olfatto (grazie alla possibilità di entrare in contatto con caratteristiche fragranze); l'udito (mediante la straordinaria possibilità di ascoltare celestiali melodie). Andiamo con ordine: il settore visite didattiche dei Musei Vaticani organizza il sabato su prenotazione visite guidate per ristretti gruppi di non vedenti che possono accedere ad alcune sezioni. In particolare si tratta del museo etnologico, del gregoriano profano, e della pinacoteca vaticana. Non è il caso di descrivere dettagliatamente ciò che accade, anche per non privare i futuri visitatori della straordinarietà di questa esperienza. Dirò solo che, per quanto possibile e rispettando la diversa morfologia delle varie arti, sculture, affreschi, statue, escono dalla nebbia della inaccessibilità totale e si danno a conoscere sotto i nostri polpastrelli. Forse la caratteristica di questo itinerario è quella di valorizzare contemporaneamente molte percezioni, senza privilegiarne esclusivamente una ad esempio quella tattile o quella uditiva. Il cieco può conoscere la rappresentazione di una divinità polinesiana, gustare una bevanda tipica di quella isola e, in altro contesto sentire le musiche degli angeli o il profumo degli unguenti che avvolsero la salma del Cristo. Questi sono solo alcuni dei motivi che mi spingono a consigliare ai non vedenti di non privarsi di questa esperienza. Il personale dei Musei Vaticani, in particolare la dottoressa Isabella Salandri potrà fornirvi tutte le informazioni di cui avete necessità, isabella.salandri@virgilio.it, oppure numero telefonico 06-69881462".
Napoli: ASSISTENZA INFORMATICA DOMICILIARE per i soci
Il servizio si occupa di fornire aiuto direttamente a domicilio dei soci che ne fanno richiesta per le seguenti prestazioni:
– Installazione di software per disabili visivi e di ausili tifloinformatici;
– Spiegazioni ed informazioni personalizzate per l'apprendimento sull'uso delle nuove tecnologie: Computer, telefonini, palmari, Iphone, software per disabili visivi, ecc… ;
– – Consulenza sulle caratteristiche tecniche per acquisti di computer e attrezzature informatiche.
Il servizio prevede un rimborso forfettario al tecnico incaricato pari a:
1. Una quota di dieci euro per il trasporto (qualora il socio provvede di persona al trasporto del tecnico tale quota non viene corrisposta);
2. Una quota di dieci euro l'ora per le prestazioni previste dal servizio.
Per ulteriori informazioni telefonare alla nostra segreteria ai numeri 081 5498834 5498850 oppure contattare il coordinatore della Commissione ausili e nuove tecnologie: Fornaro Giuseppe, al numero 334 6048850.
La segreteria
LinuxBlind e sua accessibilità
Impiegato un sistema virtuale, con sistema operativo Linux Ubuntu 8.4.2 e lo Screen-reader Orca che viene preinstallato in lingua italiana su questo sistema operativo già a partire dalla versione 7.10.
Premessa: i test sono stati eseguiti sulle macchine configurate come descritto di seguito.
– Computer portatile Macintosh, sistema operativo Linux Ubuntu 8.4.2 in modalità virtuale e con lo scrreen-reader Orca preinstallato.
– Computer portatile con doppio boot, con sistema operativi reali Windows Vista e Linux Ubuntu 8.4.2 con lo scrreen-reader Orca preinstallato.
– Computer fisso con Windows XP pro, Jaws 11, VMPlayer (Macchina virtuale) e linux Ubuntu 8.4.2, con lo screen-reader Orca preinstallato.
– La versione di VMPlayer e della macchina virtuale sono stati forniti da IRIFOR.
Test:
Dopo il test da me eseguito sulla mia macchina qualche mese fa, fu deciso di farmi fare un test in sede visto che sulla mia macchina il sistema non funzionava, anche con l'assistenza di un vedente.
In seguito ai test eseguiti in sede IRIFOR il giorno 17 Febbraio 2012, eseguiti su computer portatile Macintosh di proprietà di Alessio Rosi con il sistema operativo in esame in modalità virtuale, e sul mio computer che ha lo stesso sistema operativo Linux Ubuntu 8.4.2 in modalità reale, e in seguito a prova del software installato su un PC con un sistema operativo Windows XP pro con un giga di memoria Ram e un processore Pentium 4 a 2480 kHz, con la macchina virtuale preparata da Alessio Rosi, è stato rilevato quanto segue:
Prove su computer Macintosh con la versione di Linux Ubuntu 8.4.2 in modalità virtuale.
L'avvio del prodotto viene eseguito senza assistenza vocale e non ci sono nemmeno dei suoni che potrebbero, se non altro, dare un riferimento. Questo non è un problema, perché si possono inserire facilmente. Però, allo stato attuale, per chi non vede, non può avviare il sistema da solo, se possiede solo lo screen-reader, perché questo ausilio in fase di partenza non è attivo.
Anche chi conosce bene come si avvia Linux, se non è assistito da un vedente non può avviare il sistema operativo senza almeno avere i suoni.
Una volta avviato il sistema, nel caso mio l'ho trovato già avviato e funzionante, è possibile fare molte cose di quelle che sono previste con comandi da menu o da terminale, ma ci sono dei limiti insormontabili per alcune operazioni e che ne inficiano totalmente l'uso, a meno che ogni volta che serve si chiama un vedente. Si capisce subito che non si può essere autonomi, come siamo con Windows.
Quando il sistema si deve aggiornare, ma questo vale anche se si deve installare un applicazione, lo screen-reader una volta avviato il comando specifico, non ci assiste più. A partire dalla fase di convalida dell'operazione avviata, ma anche dopo che si deve inserire nome utente e password, non è possibile fare nulla se non si ha un vedente che ti esegue con il mouse l'operazione.
Lo screen-reader Orca, ad oggi, non è in grado di far fronte a tali problemi e solo con questo ausilio non si può usare questo sistema operativo, in questo caso preparato in modalità virtuale.
Questo, nonostante Orca funziona con il programma di scrittura e per il programma di calcolo. Anche per questi programmi, le azioni di normale amministrazione sono assistite, ma quando si va nelle cose particolari, non è possibile fare tutto.
Per la navigazione Internet Orca non ha comandi di aggregazione degli elementi di una pagina, quindi, è molto problematico poter navigare una pagina per chi vuole muoversi più velocemente di quello che consentono le sole frecce e il tasto tab.
La posta elettronica viene gestita in parte e non in modo completo, non tanto per la inaccessibilità del software, ma per i limiti che ha lo screen-reader Orca.
Non avendo potuto installare la macchina virtuale su un PC Windows, cosa che credevo di trovare per poter fare le prove, ho fatto la prova sulla mia macchina come spiegato di seguito. Questo mi ha fatto anche presentare questa relazione in ritardo.
Computer con doppio sistema operativo, da scegliere alla partenza, assistito da suoni (beep) da me installati con l'ausilio di un vedente. I sistemi sono Windows Vista e Linux Ubuntu 8.4.2 con Orca preinstallato.
Ho avviato in piena autonomia il mio sistema operativo Linux che, tranne per aggiornamenti da fare, era la stessa versione di quello installato sulla macchina virtuale del computer Macintosh. Altra variazione erano alcuni software non aggiornati, tra cui anche Firefox e Thunderbird per la posta.
Avviato il sistema, sempre in piena autonomia, ho potuto inserire nome utente e password.
Avviato il sistema, abbiamo fatto la prova ad installare qualche aggiornamento e ho potuto dimostrare ad Alessio Rosi che quando si fanno certe cose, lo screen-reader non ci assiste.
Durante tutti gli aggiornamenti che sono stati effettuati mentre eseguivo test sul computer Macintosh, doveva essere sempre Alessio Rosi a dare i comandi con il mouse.
Anche sul mio computer, non c'è verso di poter essere assistito da Orca per alcune cose di amministrazione del sistema.
Per la chiusura di questo sistema operativo, riesco sul mio computer a chiudere il sistema in autonomia come ho potuto fare anche sul computer Macintosh, visto che Orca riesce a leggere tutte le finestre per la procedura di spegnimento o di riavvio.
Test su computer PC con windows XP Pro, VMPlayer e la versione virtuale di Linux Ubuntu 8.4.2 con Orca preinstallato, fornita da IRIFOR.
Ho installato il Player VM per poter usare la macchina virtuale di LinuxBlind preparata da Alessio Rosi.
Caricata la macchina virtuale secondo le istruzioni fornite dentro a VMPlayer, ho scaricato Jaws ed assistito da un vedente, ho potuto avviare LinuxBlind.
Dopo qualche minuto si è caricato il sistema operativo linuxBlind, ma per me era come se la macchina fosse bloccata: nessun segno di vita. Interrogato il vedente, ho appurato che il sistema operativo si stava caricando.
Terminata la fase di avvio, a schermo è comparsa la richiesta del nome utente, quindi, se non era per il vedente, che in questo caso faceva da sintesi, non avrei mai potuto capire cosa dovevo fare. Infatti, mi ha detto di inserire il nome utente e di confermare, azione che ho eseguito. Mi ha detto di inserire la password e di confermare ed ho eseguito anche questo.
Nella versione che ho installato in modo reale sul mio portatile, in questa finestra mi emette un suono ed io comprendo che devo inserire nome utente e confermare, poi inserisco la password e premo di nuovo la conferma. Questa modifica non è difficile da eseguire.
Dopo qualche frazione di minuto, si è avviato il sistema operativo e veniva mostrata a schermo la finestra di Orca per poter eventualmente modificare le preferenze o per poterlo chiudere. Però, di suoni, nemmeno l'ombra. Se non avessi provato come ho provato, e cioè assistito da un occhio in prestito, mai avrei capito che con la macchina virtuale e questa versione di LinuxBlind, non c'è verso che vengono emessi suoni, come se la scheda audio non fosse gestita dal sistema di macchina virtuale.
Non contento delle prove fatte e abusando della presenza di mio figlio che mi prestava un occhio, ho aggiornato la VMPlayer perché mi diceva fin dal principio che doveva essere aggiornata, aggiornamento che non avevo fatto per evitare di modificare quello che Alessio Rosi aveva preparato.
Aggiornato VMPlayer due volte, con l'avvio di LinuxBlind avveniva tutto pari pari come descritto sopra.
Considerazioni finali post test:
L'accessibilità con il solo screen-reader, non consente ad un disabile visivo cieco assoluto di poter usare questa versione di Linux Ubuntu 8.4.2 con lo screen-reader Orca che, ripeto, è preinstallato dalla versione 7.10 in tutte le versioni di Linux Ubuntu.
Conosco diverse persone disabili visivi che usano Linux, sia versioni Ubuntu, sia altre versioni, ma chi lo usa con soddisfazione deve giocoforza usare un display braille che qualcuno gli ha dovuto configurare in modo perfetto, oppure ha un residuo visivo minimo, per poter bypassare le difficoltà incontrate in questo test.
Altra considerazione importantissima, la nuova versione del programma di scrittura, nonché per quello di calcolo, non si può dire che tutti i guai di Open Office sono risolti. Infatti, faccio presente che anche le versioni precedenti di Open Office, da cui derivano queste nuove versioni, sono tutte accessibili come quella installata nella macchina virtuale, quindi, non abbiamo fatto nessun progresso di accessibilità, contrariamente a come vogliono far credere.
Ho fatto le stesse prove con Open Office che ho installato nel mio computer e il grado di accessibilità è lo stesso.
Desidero concludere con una provocazione che fatta di questi tempi, non è proprio l'ideale, ma per dovere devo farla nonostante capisco e so per certo cosa risponderete.
Essendo il problema quasi completamente da addossare allo screen-reader, ed essendo questo software sviluppato dalla stessa comunità che sviluppa NVDA per Windows, come associazione di disabili visivi, sarebbe opportuno incentivare la comunità di sviluppo ad accelerare la risoluzione dei problemi presenti. So per certo che il Club Linux di Montebelluna di cui fa parte il dott. Franco Carinato che ho coinvolto per telefono ai test eseguiti, ha già foraggiato l'anno scorso con gli avanzi di gestione proprio la comunità di sviluppo di questo screen-reader.
Questa mia considerazione spero che la prenderete in considerazione, nonostante tutti i problemi che la crisi economica ci ha prodotto e ci produrrà.
Nunziante Esposito
nunziante.esposito@uiciechi.it
Commissione OSI
Dispositivo di Firma Digitale InfoCert, “Business Key”, acquisto ed aggiornamento on line
Anche se il gruppo IRIFOR per la Firma Digitale, per tramite del coordinatore Avv. Giorgio Rognetta sta cercando di riprendere i contatti con gli addetti ai lavori di InfoCert, purtroppo, il dispositivo di firma digitale di InfoCert, la business Key per intenderci, non essendo più distribuito dagli uffici delle Camere di Commercio delle Province italiane, il rinnovo e l'acquisto, vanno fatti on-line e precisamente si fa come segue:
Acquisto Business Key Lite.
Premessa: per l'acquisto, bisogna avere la possibilità di effettuare un pagamento on-line, quindi, bisogna essere in possesso di una delle modalità di pagamento previste. Se non si può pagare on-line, tramite carta di credito o bonifico bancario come previsto, meglio rivolgersi a qualche persona di fiducia che ha la possibilità di pagare on-line.
Vediamo per prima cosa come collegarci al sito InfoCert per l'acquisto e l'aggiornamento. Colleghiamoci alla pagina: http://ebusiness.infocert.it/nemo/home.do
Aperta completamente la pagina, ci portiamo con i comandi che siamo abituati ad usare su una pagina web, sul corpo della pagina e troviamo subito la pubblicità della Business Key Lite da 2 giga. Personalmente, stando ad inizio pagina, premo due volte insert più invio e sono immediatamente ad inizio del contenuto. Certo che sarebbe stato meglio se avessero previsto un link di salto del menu.
Siamo precisamente dopo tutti i link del menu principale, e troviamo tutti i prodotti offerti che si possono acquistare con le modalità che vedremo di seguito.
Scorrendo la pagina con le frecce verticali, il primo prodotto che troviamo è la Business Key Lite, BK Lite 2 GB con 2 certificati, offerta su una pennetta da 2 giga. In sostanza si tratta della versione in nostro possesso. Infatti, continuando a scorrere la pagina, per ogni prodotto venduto, troviamo un link con le spiegazioni sul prodotto, in modo che possiamo renderci conto di cosa stiamo acquistando. Però, quando si da invio sul link, sembra non essere accaduto nulla, anche se si è aperta una finestra sulla pagina stessa. Infatti, se ci portiamo all'inizio della pagina con control più home, premendo freccia giù, leggeremo le spiegazioni sul prodotto.
Alla fine delle spiegazioni c'è un link "Chiudi", e premendo invio su di esso, ci troviamo sul link da cui eravamo partiti.
Trovandoci subito sul prodotto che ci interessa, premiamo freccia giù fino al link "Leggi la scheda informativa", e premiamo invio. Sembra non essere accaduto nulla. Premiamo control più home e siamo ad inizio pagina. Premendo freccia giù, leggeremo:
"Scheda informativa
Business Key è la "chiavetta" USB innovativa ideata da Infocert per rendere l'utilizzo della firma digitale semplice ed intuitivo.
Business Key viene fornita direttamente al cliente che abbia sottoscritto la richiesta di registrazione ed abbia ottemperato alle procedure per l'identificazione previste dal manuale operativo.
Contiene 2 certificati:
– Certificato di sottoscrizione per firmare digitalmente tutti i documenti informatici
– Certificato di autenticazione per accedere in modo sicuro alla rete e per rendere certa e verificabile la propria identità.
Il prezzo d'acquisto comprende anche le spese di spedizione.
Attenzione!!! Può acquistare una sola Business Key alla volta. Deve essere effettuato un ordine per ogni Business Key che si intende acquistare.
Non ci resta che premere invio sul pulsante chiudi e siamo di nuovo sul link da cui eravamo partiti.
Con freccia giù, leggeremo che costa 69,00 Euro più IVA al 21%. Non esiste da nessuna parte qualche informativa sul come poterla pagare con IVA agevolata al 4%.
Scorrendo ancora la pagina con freccia giù, troviamo il link "Aggiungi al carrello". Premendo invio su questo link, aggiungeremo il prodotto al carrello, come per qualsiasi sito di E-Commerce. Anche per questo link, sembra non essere avvenuto nulla, perché il focus rimane dove eravamo, anche se Jaws ci legge la percentuale di ricarica della pagina. In sostanza, è stato generato un frame nella pagina e si trova, come detto sopra, ad inizio pagina. Quindi, premiamo control più Home e potremo leggere le informazioni premendo freccia giù. Leggeremo:
frame – Pagamenti e-business –
Carrello
Il seguente prodotto sarà inserito nel carrello
BK Lite 2 GB con 2 certificati
Quantità: 1
Prezzo 69,00 Euro
ATTENZIONE
A pagamento avvenuto riceverà email con le istruzioni per completare la registrazione ed inviarci i dati necessari al rilascio della sua firma digitale
Le sottolineiamo che può acquistare una sola Business Key alla volta.
(Casella di controllo)Accetto l'informativa sul prodotto che sto acquistando
(Link) Continua gli acquisti
(Link) Annulla
(Link) Procedi con l'ordine
fine frame – Pagamenti e-business –
Ovviamente, se dovessimo annullare, premiamo invio sul link apposito, se dovessimo comprare altri prodotti, premiamo invio sul pulsante prosegui acquisti, mentre, se dovessimo acquistare solo la Business Key, diamo invio sul link procedi con l'ordine. E' ovvio che dobbiamo attivare la casella di controllo per l'accettazione sull'informativa del prodotto.
Facciamo l'ipotesi che dobbiamo acquistare solo la BK Lite con i due certificati, quindi, diamo invio sul link procedi con l'ordine.
Jaws ci avvisa che si sta caricando qualcosa, ritornando in voce le solite percentuali di caricamento, ma poi ci ritroviamo dove eravamo. Se scorriamo la pagina fino alla fine, troviamo i prodotti che sono stati aggiunti al carrello ed il costo totale da pagare. Inoltre, troviamo scritto che possiamo pagare tramite bonifico bancario o tramite carta di credito. Per questa ultima, sono accettate quelle del circuito VISA e MASTERCARD.
Solito control più Home, e con freccia giù troviamo il form per inserire i dati personali.
Siamo subito avvisati che se siamo utenti registrati, basta loggarsi al sito ed acquistare dal proprio spazio privato.
Il form è accessibile con Jaws in modo totale, anche se, dopo aver premuto alt più freccia giù per aprire le caselle di controllo ed aver effettuato la scelta con le frecce verticali, dando invio per confermare il dato o premendo tab, si ricarica la pagina e dobbiamo riportarci ad inizio pagina per poter riportare il focus sul campo precedente e proseguire con l'inserimento dei dati. Per fare prima, dopo la scelta e l'aggiornamento della pagina, consiglio di portarsi ad inizio pagina con control più home e poi, premere la lettera c, per spostarsi sulle caselle combinate. In questo modo, si ritrova quasi immediatamente la casella precedentemente compilata e si continua.
Compilati tutti i campi, troviamo già attivato il pulsante radio con l'accettazione per il trattamento dei dati personali, quindi, ci portiamo sul link "Invia" e premiamo invio.
Si apre una nuova schermata, sempre ad inizio pagina e sempre in un frame, con tutti i dati da noi inseriti. Consiglio di controllare attentamente i dati inseriti, prima di proseguire.
Tra le cose da fare in questa pagina, è quella di scegliere se pagare con bonifico bancario o con carta di credito. Ci sono due pulsanti radio, quindi, portarsi su quello che interessa e premere la barra spazio per attivarlo
Scelta la modalità di pagamento e controllati i dati personali, si prosegue con l'acquisto, dando invio sul pulsante conferma.
Se si sceglie bonifico bancario, si apre una finestra con i dati per effettuare la conferma dell'ordine. Dopo aver confermato l'ordine, sulla stessa pagina, quasi in fondo, troviamo il link per aprire la finestra per completare l'ordine ed avere il numero dell'acquisto da fare, dato da inserire nel bonifico.
Se si sceglie di pagare con carta di credito, si apre una finestra con il form per inserire i dati per effettuare il pagamento. Quindi, si inseriscono tutti i dati della propria carta di credito e si conferma sul pulsante apposito. Si apre una ulteriore finestra che consente di leggere quale pagamento si sta effettuando, l'importo e con il pulsante di conferma che dice al sistema della propria banca di pagare il dovuto.
Siccome non dovevo effettuare l'acquisto, le operazioni di inserimento sono terminate, in entrambi i casi, prima dell'ultimo step.
La procedura è completamente accessibile con le nuove versioni di Jaws, quelle che hanno le maschere che si attivano automaticamente, ma ho provato anche con le versioni 8 e 9 di Jaws, per le quali si devono attivare le maschere.
Come sopra spiegato, questa procedura è accessibile completamente e si può acquistare il dispositivo di firma digitale BK senza problemi.
Nota bene: Si presume che chi effettua tali operazioni è capace di usare il computer in piena autonomia e con l'attrezzatura sopra menzionata.
Per completezza di informazione, dico che ho usato come sistema operativo Windows Vista a 32 bit, Internet Explorer 8 e le versioni di Jaws dalla 8 alla 12.
Acquisto dispositivo di firma Remota on-line.
Sempre dalla stessa pagina e con la procedura vista per la BK Lite, cerchiamo il dispositivo di Firma Remoto e diamo invio sul link per le informazioni. Sempre ad inizio pagina e nel frame, leggiamo:
Scheda informativa
La Firma Digitale Remota consente di firmare digitalmente senza bisogno di avere la smart card.
Il certificato, rilasciato da InfoCert secondo le norme in vigore, viene reso disponibile al Titolare presso l’apposita infrastruttura tecnologica sicura e ridondata ed è accessibile, tramite la normale rete internet , utilizzando l’apposita funzione di Dike.
Il Titolare, per ragioni di sicurezza, dovrà rendere disponibile un proprio dispositivo mobile sul quale InfoCert invierà, al momento dell’esecuzione della firma e su richiesta, un SMS contenente il Codice OTP variabile che, insieme al PIN ed alla User ID, identificano in modo univoco la proprietà del Certificato utilizzato.
Inoltre, per aumentare ulteriormente il livello di sicurezza, al termine di ogni giornata, il Titolare che abbia utilizzato anche una sola volta il servizio, riceverà una email con l’elenco dell’attività svolta dal suo Certificato.
Infine, InfoCert mette a disposizione del Titolare un apposito portale web che consente di definire e modificare i parametri di utilizzo inizialmente definiti al momento della procedura di registrazione.
Da quello che si capisce, una modalità molto sicura con controlli rigorosi e precisi.
Vediamo come acquistarla, quindi, premuto invio sul link chiudi, con freccia giù leggiamo che costa 45,00 Euro+IVA al 21%. Anche qui e per tutto il sito non si capisce come poter chiedere l'IVA agevolata.
Con freccia giù, cerchiamo il link "Aggiungi al carrello" e premiamo invio. Si apre il solito frame ad inizio pagina nel quale si legge:
frame – Pagamenti e-business –
Carrello
Il seguente prodotto sarà inserito nel carrello
Firma Digitale Remota
Quantità: 1
Prezzo 45,00 Euro
Attenzione!
L’acquisto verrà finalizzato da InfoCert esclusivamente a seguito della ricezione del modulo di richiesta sottoscritto con Firma Digitale valida o con firma autografa autenticata da pubblico ufficiale.
Le ricordiamo, inoltre, di seguire le indicazioni presenti sul sito www.infocert.it per la conclusione dell’acquisto.
(Casella di controllo)Accetto l'informativa sul prodotto che sto acquistando
(Link) Continua gli acquisti
(Link) Annulla
(Link) Procedi con l'ordine
fine frame – Pagamenti e-business –
Ovviamente, se dovessimo annullare, premiamo invio sul link apposito, se dovessimo comprare altri prodotti, premiamo invio sul pulsante prosegui acquisti, mentre, se dovessimo acquistare solo la Business Key, diamo invio sul link procedi con l'ordine. E' ovvio che dobbiamo attivare la casella di controllo per l'accettazione sull'informativa del prodotto.
Scegliamo il link "Procedi con l'ordine" e premiamo invio.
Tutto quello che si deve fare successivamente, è uguale all'acquisto della BK Lite, così come spiegato sopra. Anche tutti gli altri prodotti venduti sulla pagina che si apre con il link visto sopra, compreso i pagamenti per gli aggiornamenti, sono accessibili.
Nota dolente: anche se il pagamento degli aggiornamenti è accessibile, questo non significa che gli aggiornamenti si possono eseguire in piena autonomia, perché per fare gli aggiornamenti si deve usare il software DiKe Util che risulta inaccessibile e, quasi totalmente trasparente per Jaws.
Conclusioni ed avvertimenti.
La Biblioteca “Regina Margherita” tra attualità e futuro
Nata per raccogliere e distribuire tra i non vedenti italiani le poche centinaia di opere prodotte dagli amanuensi in un unico esemplare, la Biblioteca "Regina Margherita" ha subito, nel corso degli 83 anni della sua storia, profonde trasformazioni.
A cavallo tra le due grandi guerre – quando il libro era una rarità e rappresentava un "tesoro" per la maggior parte delle famiglie italiane – il ruolo della Biblioteca era quello di far arrivare nelle case dei pochissimi ciechi emancipati e capaci di leggere attraverso la scrittura in rilievo, il tesoro ancora più grande del rarissimo libro trascritto in braille. Pochi titoli, pochissimo materiale disponibile, lunghissime attese per ricevere quanto richiesto, ma tutto, anche il poco che la Biblioteca riusciva ad offrire con lo sforzo dei tanti volontari che ne sostenevano l'azione, era una manna, qualcosa che rendeva tangibile e reale l'utopia e il sogno dell'accesso autonomo alla lettura da parte dei minorati della vista.
Qualche anno dopo la fine della seconda guerra mondiale sopraggiunge il primo importante impulso – il contributo annuale da parte dello Stato – che ha determinato una forte accelerazione nell'attività della Biblioteca dando continuità e stabilità alla sua azione. La Biblioteca "Regina Margherita" non dipendeva più solo dalla liberalità e dalla generosità dei privati e dal sacrificio di tanti volontari, ma, potendo contare su risorse finanziarie certe, riusciva a programmare gli obiettivi della propria missione e soddisfare meglio le esigenze dei non vedenti.
La Biblioteca ha potuto così implementare la propria attività distributiva – che nel frattempo si era estesa su tutto il territorio nazionale per l'aumentato numero dei ciechi che richiedevano i suoi servizi – e consolidare la propria essenziale vocazione produttiva, divenendo pian piano, il punto di riferimento più importante dell'editoria per non vedenti.
Nell'ultimo mezzo secolo due sono state le realtà e le evoluzioni con le quali la Biblioteca ha quotidianamente dovuto misurarsi: il progredire della tecnologia e le mutate esigenze dei propri utenti.
Le innovazioni tecnologiche – l'introduzione delle presse e delle lastre zincate con la possibilità della stampa delle multicopie, l'arrivo del personal computer e delle periferiche speciali (display e sintetizzatore vocale) – hanno fortemente inciso sui processi produttivi permettendo da un lato forti economie di scala e consentendo di produrre testi a basso costo, ma, dall'altro, hanno anche modificato le aspettative dei non vedenti che non si accontentavano più del libro scelto, prodotto e distribuito dalla Biblioteca su supporto cartaceo, ma richiedevano la produzione di testi più vicini ai loro bisogni culturali ed anche versioni fruibili con gli strumenti informatici a loro disposizione.
Quindi non più e non solo i "classici della letteratura" ma testi diversi (testi di studio, manuali, saggistica, ricettari, testi religiosi, ecc.) e versioni diverse (testi su supporto cartaceo, testi per sintetizzatore, testi per display, ecc.).
Contestualmente cresceva l'attenzione della società civile ed anche della Biblioteca verso altre categorie di utenti, in particolare gli ipovedenti che avevano – ed hanno – specifiche e personalizzate esigenze di lettura di testi stampati in caratteri comuni ancorché adattati alla specificità della loro condizione visiva.
Negli ultimi decenni poi, si è fatta sempre più forte l'esigenza di sostenere l'integrazione scolastica dei minorati della vista, e la Biblioteca se ne è fatta carico concentrando la propria attività nella produzione dei testi di studio nelle versioni – braille, a caratteri ingranditi e digitali – più utili agli stessi.
Oggi la Biblioteca "Regina Margherita" è una realtà fortemente impegnata nel campo editoriale in grado di dare risposte concrete ai bisogni reali degli studenti e degli utenti minorati della vista.
Pochi dati bastano a confermarlo.
Per sostenere l'integrazione scolastica la Biblioteca:
1) Ha istituito 13 Centri di Consulenza Tiflodidattica che le hanno consentito di "proiettarsi sul territorio" raggiungendo utenti, scuole e famiglie ed offrendo loro un qualificato sostegno tiflodidattico e pedagogico per il miglior percorso scolastico.
Di seguito viene riportato il numero degli alunni minorati della vista presenti sul territorio nazionale per i quali la Biblioteca, attraverso i propri centri territoriali di consulenza, ha erogato nell'anno scolastico di competenza, almeno una prestazione:
Anno 2007 ciechi assoluti 391; ipovedenti 703; pluriminorati 460; totale 1554;
Anno 2008 ciechi assoluti 496; ipovedenti 1004; pluriminorati 626; totale 2126;
Anno 2009 ciechi assoluti 525; ipovedenti 1107; pluriminorati 651; totale 2283;
Anno 2010 ciechi assoluti 492; ipovedenti 1033; pluriminorati 590; totale 2115.
Come oggi si usa dire la Biblioteca, attraverso le sue diramazioni territoriali, ha "seguito" e "segue" gli studenti minorati della vista ponendosi quale punto di riferimento e di indirizzo specialistico per le Scuole e per le Famiglie ed interagendo con loro in tutte le azioni per lo sviluppo educativo e per l'inclusione scolastica del giovane. L'attività della Biblioteca "Regina Margherita" non si è limitata quindi alla sola fase informativa indicando ciò che esiste e dove lo si può trovare, ma si è esplicitata anche, e soprattutto, nella collaborazione con le Istituzioni e con gli esercenti la potestà genitoriale affiancandole nella scelta su ciò che serve e sulle strategie più opportune per favorire l'armonico sviluppo delle potenzialità del giovane minorato della vista. E' quindi intuibile – ed oggi ancora purtroppo inevitabile per le note ragioni che qui non è il caso di trattare – che su ogni studente seguito la Biblioteca realizza ogni anno una pluralità di interventi ed offre un servizio "globale".
Segue elenco degli studenti minorati della vista censiti ripartiti per ordine di scuola:
Anno 2007 asili nido e scuola d'infanzia 121; scuola primaria 541; scuola secondaria primo grado 420; scuola secondaria secondo grado 336; università 90; altro (corsi prof., ecc.) 46;
Anno 2008 asili nido e scuola d'infanzia 190; scuola primaria 676; scuola secondaria primo grado 461; scuola secondaria secondo grado 668; università 57; altro (corsi prof., ecc.) 74;
Anno 2009 asili nido e scuola d'infanzia 185; scuola primaria 705; scuola secondaria primo grado 501; scuola secondaria secondo grado 699; università 104; altro (corsi prof., ecc.) 128;
Anno 2010 asili nido e scuola d'infanzia 178; scuola primaria 672; scuola secondaria primo grado 449; scuola secondaria secondo grado 590; università 100; altro (corsi prof., ecc.) 126.
Purtroppo la Biblioteca "Regina Margherita" non è riuscita a "coprire" con i propri Centri l'intero territorio nazionale (mancano o sono solo parzialmente presenti, per esempio, regioni importanti come la Lombardia, il Piemonte e l'Emilia Romagna) e quindi i dati sopra riportati, pur validi quali indicatori, non debbono essere intesi quali valori assoluti.
2) Ha sostenuto, in tutto o in parte, gli oneri organizzativi ed economici per la produzione dei testi scolastici:
Anno 2008-09 testi in braille 844; testi a caratteri ingranditi 2840; testi digitali 2272; totale testi prodotti 5956; alunni 1075;
Anno 2009-10 testi in braille 553; testi a caratteri ingranditi 1980; testi digitali 3248; totale testi prodotti 5781; alunni 899;
Anno 2010-11 testi in braille 122; testi a caratteri ingranditi 2245; testi digitali 4810; totale testi prodotti 7177; alunni 920.
La lettura di questi dati suggerisce la necessità di un'analisi approfondita impossibile in questa sede. Sono però necessarie, per la comprensione e la valutazione degli stessi, alcune preliminari considerazioni:
– la produzione realizzata è, purtroppo, ancora nettamente inferiore alle richieste pervenute che non è stato possibile soddisfare per l'insufficienza delle risorse finanziarie a disposizione e per l'indisponibilità presso gli Editori della versione digitale di molti testi;
– la flessione della produzione dei testi su supporto cartaceo (braille e caratteri ingranditi) registrata nell'ultimo periodo è diretta conseguenza del minor supporto ricevuto dagli Enti locali specialmente per gli alunni delle scuole secondarie che, nella quasi totalità dei casi, hanno dovuto "rinunciare" al testo cartaceo e "ripiegare" su altre soluzioni.
Sembra anche opportuno, a questo punto, ricordare che i servizi di trascrizione e di supporto che la Biblioteca offre per l'integrazione scolastica dei disabili visivi non sono concorrenziali rispetto a quelli posti in essere da altre Istituzioni (Miur, Istituti per i ciechi, ecc.) e che anzi la Biblioteca opera nel pieno rispetto delle sfere d'azione di queste realtà e spesso in stretta collaborazione.
La preponderanza dell'impegno della Biblioteca a sostegno dell'inclusione scolastica dei giovani minorati della vista non ha cancellato l'impegno della stessa negli altri settori.
Continua infatti:
– la produzione, nelle versioni cartacee e digitali, e la distribuzione dei testi di lettura amena mediante un servizio di consegna e ritiro al domicilio dell'utente;
– la produzione e la distribuzione ai propri utenti di periodici informativi e specialistici;
– la produzione, nei formati desiderati, dei testi richiesti direttamente dagli utenti;
– la produzione di spartiti musicali che la Biblioteca distribuisce anche alla Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti e in Cina;
– l'impegno nella ricerca e nell'innovazione che ha portato, recentemente, alla distribuzione del software musicale Bme2 – realizzato in collaborazione con altre Istituzioni collegate quali l'Unione, la Federazione delle Istituzioni pro Ciechi, l'Irifor e l'Istituto "F. Cavazza" – e alla realizzazione di un nuovo codice braille condiviso dalle maggiori realtà del settore;
– l'analisi dei materiali di studio distribuiti online dagli Editori al fine di verificarne la fruibilità e l'accessibilità e di suggerire agli Editori stessi le eventuali necessarie modifiche.
Quella sopra accennata per sommi capi è l'attuale realtà della Biblioteca "Regina Margherita", una realtà fatta ovviamente di ombre e di luci, di attività quasi esemplari e di attività nelle quali i margini di miglioramento sono ancora notevoli.
Nel recente passato, qualche "detrattore" della Biblioteca tuonava sulla sua inutilità e ne richiedeva a gran voce la chiusura. Non è questa la sede per alimentare polemiche o per confutare opinioni altrui. Sembra, però, necessario esplicitare alcune considerazioni tanto ovvie quanto spesso sottovalutate:
– i testi di studio sono pensati e realizzati per i vedenti e veicolano la massa delle informazioni attraverso accorgimenti grafici ed iconografici non facilmente trasferibili nelle versioni braille e digitali destinate ai non vedenti ed anche nelle versioni per ipovedenti. Ne consegue che la produzione dei testi destinati agli studenti minorati della vista è ancora oggi un'attività che richiede esperienza, conoscenze e professionalità non comuni.
– se altre istituzioni pubbliche e private si affiancano alla Biblioteca organizzando propri servizi di trascrizione, vuol dire che sul territorio esiste un bisogno – quello degli studenti disabili visivi appunto – che non può e non deve essere dimenticato o, peggio, strumentalmente ignorato.
Infatti negli ultimi anni molti hanno voluto seguire l'esempio della Biblioteca e si stanno cimentando nell'attività di trascrizione. Si sono sviluppate iniziative, commerciali e non, che, fortunatamente, hanno implementato le risorse umane e finanziarie destinate a soddisfare questo fondamentale bisogno. Alcune di queste sono encomiabili sotto il profilo qualitativo e della capacità di risposta; altre si affidano alla tecnica del "copia e incolla" che non sempre risponde alle oggettive necessità dell'alunno.
Che cosa ci riserva il futuro prossimo? E' questa la domanda che tanti si pongono ed alla quale non è facile dare una risposta compiuta non tanto nella ricerca dell'obiettivo finale, quanto nella tempistica necessaria per raggiungerlo.
All'orizzonte si addensa la pesante nuvolaglia di una crisi mondiale che non potrà non incidere negativamente anche sul quadro socio-politico-economico del nostro Paese. Le manovre finanziarie correttive, necessarie per quadrare i conti dello Stato, si susseguono ormai con sempre maggiore frequenza. E' evidente che la Biblioteca "Regina Margherita" non potrà uscire indenne da questa bufera finanziaria che investe tutte le Istituzioni nazionali e locali. La scure dei tagli si è già pesantemente abbattuta sul finanziamento che lo Stato eroga, decurtandolo rispetto a dieci anni fa nonostante i provvedimenti correttivi recentemente ottenuti – di una percentuale superiore al 30%.
Come si suol dire la Biblioteca oggi "naviga a vista", cercando di rispondere al meglio ai tanti bisogni reali che è chiamata a soddisfare. Domani, consapevole che le risorse finanziarie disponibili saranno sempre di meno, dovrà confidare sulla scienza e sulla tecnologia.
E' auspicabile che il costante progredire delle scienze oftalmologiche contribuirà nel medio periodo a ridurre sempre più i casi di cecità assoluta, specialmente tra i più giovani, e il progresso tecnologico che metterà a disposizione dei minorati della vista strumenti e software sempre più evoluti e performanti, renderà certamente più automatico e semplice l'accesso diretto del minorato della vista ai prodotti editoriali comuni.
Nel futuro prossimo sarà quindi sempre meno necessario per la Biblioteca mantenere gli attuali livelli dei servizi di trascrizione e la stessa potrà avviare una seria riflessione sulla sua missione che dovrà, probabilmente, focalizzarsi sull'attività di ricerca di nuove soluzioni per l'editoria destinata ai minorati della vista e di formazione di quanti – studenti ed operatori del settore – dovranno comunque cimentarsi in proprio nella trascrizione di testi.
Per la Biblioteca "Regina Margherita" la sfida del presente è ancora quella di dare risposta alle attuali esigenze degli utenti; la sfida per il futuro è di saper divenire un autorevole intermediario tra l'editoria comune e quanti si impegneranno nella realizzazione di prodotti specifici per i minorati della vista che – e questo non è solo un sogno – saranno sempre di meno.
Documento scaturito dall’assemblea dei genitori del 19 e 20 novembre 2011
I Coordinatori dei Comitati Regionali dei genitori dei minori soci dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, riuniti in Assemblea a Tirrenia, il 19 e il 20 novembre 2011, hanno, all'unanimità, concordato di chiedere al signor Presidente e ai signori Componenti la Direzione e il Consiglio Nazionali di voler valutare ed approvare le seguenti iniziative, intese ad aumentare il livello di informazione e di partecipazione dei genitori.
I Presidenti provinciali e regionali, che non vi abbiano provveduto, procedano alla costituzione del Comitato dei Genitori, nei territori di rispettiva competenza, e comunichino, alla sede centrale, l'avvenuta costituzione ovvero l'impossibilità di attivare l'organo.
Alle riunioni dei Consigli provinciali, regionali e nazionale sia invitato a partecipare, con facoltà di parola, il Coordinatore dei Genitori, competente per territorio. In caso di indisponibilità, ai lavori collegiali sia ammesso a partecipare, su delega del Coordinatore, il Vice Coordinatore o altro componente del Comitato.
Alle delegazioni associative, che dovessero partecipare ad incontri istituzionali, concernenti la delega al Governo sugli interventi di riqualificazione e riordino della spesa in materia sociale, così come prevista dall'art. 10 del d.d.l. 4566, sia invitato a partecipare il Coordinatore dei Genitori, competente per territorio.
Le Sezioni Provinciali, che non vi abbiano provveduto, si dotino di una "Carta dei servizi", da rendere disponibile a chiunque sia interessato alle attività territoriali dell'Unione e degli Enti ad essa collegati.
Sia attivata, nel sito www.uiciechi.it, una pagina dedicata ai genitori, gestita, per quanto riguarda la raccolta, la selezione e l'organizzazione dei contenuti, dai componenti il Comitato Nazionale Genitori.
Siano organizzati, nel corso del 2012, due seminari/laboratorio, a carattere interregionale, dedicati alle famiglie dei bambini e dei ragazzi con disabilità visiva, seminari/laboratori da strutturare e articolare secondo le indicazioni del Comitato Nazionale Genitori.
I Coordinatori Regionali dei Genitori chiedono che le iniziative approvate siano incluse nella Relazione Programmatica per il 2012 e vengano sostenute con l'adozione dei necessari provvedimenti.
In fede
Per l'Assemblea Nazionale dei Coordinatori Regionali dei Genitori
La Coordinatrice del Comitato Nazionale Genitori
Prof.ssa Ulrica Goller