Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ONLUS – Premio Louis Braille 2012 XVII edizione

Autore: Redazionale

Auditorium Parco della Musica – Sala Petrassi
Viale Pietro de Coubertin – Roma
31 luglio 2012 – ore 21,00

Il Presidente Nazionale Tommaso Daniele ha il piacere di invitarLa alla serata di gala Premio Louis Braille 2012 che si terrà presso Auditorium Parco della Musica – Sala Detrassi. Viale Pietro de Coubertin – Roma. Martedì 31 luglio 2012 alle ore 21,00

Nel corso della serata saranno premiati:

Enrica Bonaccorti  
Conduttrice radiofonica

Lorenzo  Dellai  
Presidente della Provincia Autonoma di Trento

Amelia Impellizzeri 
Scrittrice

Osservatorio Siti Internet
Gruppo di verifica dell'accessibilità dei siti web

Angelina Pimpinella   
Responsabile dell'Ufficio di Consulenza per le Persone Sordocieche

Andrea Vianello    
Giornalista televisivo

Artisti:

Grande Orchestra Sinfonica di Udmurtia, Russia
Leonardo Quadrini, direttore

Francesco Baccini

Eugenio Bennato

Eugenio Finardi

Ninni Gibboni

Antonello Rondi

Yasko

Massimo Tagliata

Presenta
Eleonora Daniele

La manifestazione sarà ripresa da RaiUno e trasmessa in differita il giorno 16 agosto in seconda serata

Per l'ingresso in sala è necessaria la prenotazione dei biglietti tramite email ustampa@uiciechi.it oppure telefonando ai numeri 06.699.88.376 – 06.678.94.63

I biglietti potranno essere ritirati presso il guardaroba della Sala Petrassi a partire dalle ore 19,00 del giorno 31 luglio oppure nei giorni immediatamente precedenti presso la Sede Centrale dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti in Via Borgognona 38

Per esigenze televisive si raccomanda di essere in sala per le ore 20,30

L'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ringrazia la Banca Popolare di Vicenza per aver contribuito alla realizzazione di questa edizione del Premio Braille

Lo stato d'emergenza del lavoro dei ciechi

La XVII edizione del Premio Louis Braille dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti in questo periodo di grande difficoltà vuole accendere i riflettori soprattutto sullo stato di emergenza del lavoro dei ciechi.
Sono anni che ci scontriamo con il muro di gomma del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali e con la pigrizia delle Regioni senza alcun risultato; sono anni che chiediamo al Ministero di individuare nuove professioni lavorative per i ciechi e gli ipovedenti ed un intervento nei confronti della Conferenza delle Regioni per l'attuazione del decreto Salvi del 2000 che individua tre nuove attività lavorative: l'addetto alle relazioni con il pubblico, il gestore di banche dati e l'operatore di marketing. Ma il risultato è stato sempre lo stesso: il silenzio o vaghe promesse.
Si ha la sensazione che la classe politica e la Confindustria, che ci vedono come dei privilegiati, considerino le leggi speciali del collocamento dei ciechi e degli ipovedenti come qualcosa di superato e che ci sia la voglia di inserirci nelle regole del collocamento obbligatorio degli altri disabili obbedendo alla logica  perversa di voler fare parti uguali tra disuguali.
Dobbiamo tutti insieme innalzare la bandiera della resistenza, forti delle nostre buone ragioni; il lavoro, insieme all'istruzione, ha sempre costituito la via maestra per la piena conquista dell'integrazione sociale.
Paolo Bentivoglio sosteneva che "il lavoro è luce che ritorna", io mi permetto di aggiungere che il lavoro è lo strumento per la conquista della dignità di ogni uomo e in particolare dei ciechi e degli ipovedenti che devono sempre dimostrare di essere più bravi degli altri per essere considerati cittadini con pari dignità.
È davvero singolare che si voglia privarci del lavoro proprio oggi che la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, firmata e ratificata dal nostro Governo, ne afferma la intangibilità senza se e senza ma per tutti i disabili del mondo.
Non c'è più tempo da perdere, dobbiamo difendere le leggi speciali senza falsi pudori e pretendere che esse siano estese ad altre categorie di lavoratori ciechi ed ipovedenti. Le leggi speciali sono il frutto dell'intelligenza dei nostri predecessori che hanno saputo dimostrare che le possibilità lavorative dei ciechi sono largamente inferiori a quelle degli altri disabili; non costituiscono, quindi, un privilegio ma una dura necessità.
Le leggi speciali costituiscono anche una difesa contro il pregiudizio dei datori di lavoro che ancora oggi, nonostante le grandi prove di professionalità dei ventimila lavoratori ciechi, non li assumono volentieri e si oppongono con pervicacia in Parlamento alle modifiche migliorative della legge 113 del 1985 (centralinisti telefonici) e della legge 29 del 1994 (terapisti della riabilitazione).
Il futuro dei ciechi passa attraverso il lavoro, senza il lavoro c'è solo l'esclusione sociale e il ritorno alle miserie di un secolo fa.
Il contesto nel quale ci muoviamo è estremamente difficile, si può definire con un solo aggettivo: drammatico.  Ma è proprio in queste situazioni che l'Unione ha sempre trovato le energie migliori e ha vinto. Vinceremo anche questa volta, tanto più che le nostre richieste sono a costo zero.

Tommaso Daniele
Presidente Nazionale
dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti onlus

Il metodo Malossi

Il metodo Malossi è il principale sistema di comunicazione tra o con sordociechi in Italia. Tale sistema di comunicazione si basa sull'uso della mano come una sorta di tastiera dove sono collocate tutte le lettere dell'alfabeto in punti determinati. Basta toccarli o pizzicarli per scrivere parole e frasi con una certa velocità.
Il metodo Malossi nasce dalle intuizioni del maestro Francesco Artusio, nei suoi tentativi di trovare un modo per comunicare con il suo allievo sordocieco Eugenio Malossi, al quale viene riconosciuto il merito di aver perfezionato tale sistema, oggi utilizzato in base alle modifiche da lui apportate. In seguito Eugenio Malossi fu nominato Cavaliere della Repubblica per la sua opera a favore dei ciechi e dei sordociechi.

Parla con l’Unione: “Incontro con Tommaso Daniele” – martedì 24 luglio 2012 ore 16.00

Autore: Tommaso Daniele

Come già preannunciato nel corso della trasmissione online del 18 luglio, i settori Informazione e Comunicazione, Stampa Sonora e Libro Parlato organizzano  per martedì 24 luglio 2012, con inizio alle ore 16.00 e termine alle ore 18.00, una trasmissione online dal titolo: "Incontro con Tommaso Daniele" rivolta a soci e non.
La trasmissione sarà condotta da Luisa Bartolucci e vedrà la partecipazione del Presidente Nazionale prof. Tommaso Daniele il quale presenterà il suo ultimo libro "Le parole che fanno bene al cuore", i cui proventi verranno interamente devoluti al Centro Nazionale del Libro Parlato.
Gli ascoltatori potranno scegliere diverse modalità di intervento: tramite telefono contattando durante la diretta il numero di  telefono 06 69988353 o inviando e-mail anche nei giorni precedenti la trasmissione all'indirizzo: diretta@uiciechi.it, oppure compilando l'apposito form della rubrica "Parla con l'Unione".
Per collegarsi sarà sufficiente digitare la seguente stringa: http://www.uiciechi.it/radio/radio.asp.
Quanti desiderassero prendere parte alla trasmissione per portare un contributo o esprimere un'opinione ma non fossero in condizione o in grado di collegarsi online, potranno contattare, nei giorni immediatamente precedenti, la sig.ra Mariolina Lombardi ai numeri telefonici 06 69988376 o 06 69988411 e, lasciando il proprio recapito telefonico, verranno richiamati nel corso del programma.
Vi attendiamo numerosi!
Si pregano le strutture in indirizzo di dare la più ampia diffusione alla presente circolare e di creare folti gruppi di ascolto.
Cordiali saluti.

Il Presidente Nazionale
prof. Tommaso Daniele

 

Il Cavaliere di Gran Croce e la crociata dei fanti senza cavallo e senza croce.

Autore: Angelo De Gianni

Qualche giorno fa, il Presidente Nazionale dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ha annunciato, in una circolare, di aver ricevuto, dal Presidente della repubblica, l'importante onorificenza di Cavaliere di Gran Croce: Ogni minorato della vista dovrebbe esserne contento, perché il prestigioso riconoscimento attribuito ad un membro del gruppo sociale accresce il prestigio di tutta la categoria. Questa, secondo me, dovrebbe essere una reazione normale; e invece no! Appena si è diffusa la notizia, apriti cielo! Su alcune liste di discussione ha avuto inizio la "crociata dei fanti", dei "critici ad oltranza", in altri termini, di coloro che, per le ragioni più svariate, ritengono il riconoscimento ingiusto, immeritato o eccessivo.
Io non prendo posizione: non mi si accusi di essere un tirapiedi perché non sono un dirigente associativo che mira ad ingraziarsi il superiore, ne intendo candidarmi ad una carica all'interno o al di fuori dell'UICI; non sono un "nemico del Presidente" perché condivido molte sue scelte passate e presenti e perché le "guerre civili" non mi sono mai piaciute, dato che indeboliscono tutte le parti in lotta e lasciano solo sconfitti.
 Io voglio esaminare la situazione in base ai fatti oggettivi, riscontrabili da chiunque li osservi in buona fede: tra i banchi dell'Università mi hanno insegnato che, chi vuol far valere un diritto o chi ne contesta l'insussistenza, deve provare quanto affermato (il cosiddetto onere della prova). D'accordo, qui non siamo in tribunale! Tuttavia, per essere credibile, chi fa un'affermazione deve comunque dare agli interlocutori un minimo di dimostrazione della fondatezza di quanto detto o scritto.
   Ciò premesso, nel DVD contenente gli articoli realizzati in occasione del novantesimo anniversario della fondazione dell'Unione si può leggere uno scritto contenente la disamina dei principali provvedimenti normativi strappati al Parlamento Italiano da Tommaso Daniele e dai suoi più stretti collaboratori, e gli scettici che ritenessero di parte il contenuto del supporto magnetico, possono sempre far riferimento alla Gazzetta Ufficiale, che non mente mai! A quanti disabili visivi quelle leggi hanno migliorato le condizioni di vita i detrattori dell'Unione neanche immaginano: senza quella perla che è stata ed è la l. 120 del 1991, oggi io farei un lavoro molto meno gratificante di quello che svolgo attualmente e la mia retribuzione sarebbe certamente più bassa; e chissà quanti altri ciechi e ipovedenti possono affermare altrettanto!
Quasi quotidianamente leggo, attraverso circolari e comunicati, le lettere che la presidenza nazionale del sodalizio invia a Ministri, Sottosegretari, Direttori Generali, esponenti di enti locali, di associazioni di categoria e di altri enti ed istituzioni: è un lavoro estenuante, giacché ogni lettera, ogni comunicato stampa e, più in generale, ogni comunicazione scritta richiede un impegno mentale e un'attenzione elevati, dovendo essere al contempo breve, chiaro e completo.
Nell'immaginario di molte persone il capo è un individuo che dà ordini, trascorre le giornate a pranzo e a cena, si fa fotografare sorridente con gli amici e, dopo qualche tempo, riceve un premio.                        
                     Le cose non stanno proprio così! Dietro un incontro con un ministro ci sono giorni di contatti informali, un incessante lavoro di pressione per essere ricevuti; Dietro una decisione importante ci sono consultazioni con i collaboratori più affidabili e riunioni estenuanti; dietro il titolo di "Professore",, su cui qualcuno ha posto l'accento con toni sarcastici, ci sono mesi di studio (e lo dico per esperienza diretta), per preparare gli esami scritti e orali finalizzati al conseguimento dell'abilitazione all'insegnamento, mesi in cui si vive senza pause, al motto quasi benedettino di "studia et labora".
Un leader, nei momenti difficili, deve mantenere la calma, ha bisogno di prendere decisioni con lucidità, non può abbandonarsi ad isterismi o azioni impulsive che potrebbero compromettere in pochi giorni il lavoro di molti anni. Chi occupa posti di rilievo deve avere la percezione della realtà che lo circonda e deve agire cinicamente al momento opportuno, anche al costo di sentirsi accusato di immobilismo e di arrendevolezza.
I fanti (termine che non uso in senso dispregiativo), il più delle volte, non hanno il cavallo, nel senso che non occupano posizioni di responsabilità, e, di conseguenza, neppure portano la croce che metaforicamente rappresenta le difficoltà e gli impegni gravosi che una leadership comporta: è comprensibile, perciò, che non si rappresentino a pieno la complessità del lavoro che il Presidente Nazionale di un'associazione di grandi dimensioni e con un apparato organizzativo articolato come l'Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti deve svolgere; altrettanto comprensibile è che queste persone non si rendano conto, per inesperienza, che, in simili circostanze, una percentuale di insuccessi è, per così dire, fisiologica, soprattutto in momenti difficili come l'attuale.
Quello che, invece, non riesco a comprendere è come si possa dichiarare pubblicamente che non si è fatto abbastanza per i minorati visivi italiani, senza, tuttavia, fornire elementi validi a supporto delle proprie affermazioni e senza indicare ciò che si sarebbe dovuto fare e non si è fatto.
L'Ufficio Lavoro della Sede Centrale UICI, negli ultimi anni, ha reso noti numerosi bandi di concorsi pubblici, ai quali potevano partecipare anche i disabili visivi. L'I.RI.FO.R. ha predisposto un servizio di supporto per la preparazione ai concorsi. Mi risulta che l'interesse, per queste iniziative, da parte dei privi della vista, sia stato praticamente nullo! Se, però, viene soppresso il centralino e si prospetta la disoccupazione, per i cosiddetti fanti, è colpa dell'Uici e del suo presidente, che non hanno fatto nulla per impedire che ciò si verificasse!

Angelo De Gianni
              
       

Non c’è più tempo da perdere: la Direzione Nazionale dichiara lo stato di emergenza del lavoro dei ciechi e degli ipovedenti

Autore: Tommaso Daniele

La riunione dei Presidenti regionali prima e la Direzione Nazionale poi, hanno accolto con entusiasmo la mia proposta di dichiarare lo stato d'emergenza del lavoro dei ciechi.
Sono anni che ci scontriamo con il muro di gomma del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali e con la pigrizia delle Regioni, senza cavare un ragno dal buco; sono anni che poniamo quesiti sui contributi figurativi in presenza dei profondi mutamenti intervenuti nel frattempo in materia previdenziale; sono anni che interroghiamo il Ministero sul concetto di posto-operatore da quando le nuove tecnologie hanno ridotto notevolmente lo spazio lavorativo dei ciechi e degli ipovedenti; sono anni che chiediamo allo stesso Ministero di individuare nuove professioni lavorative per i ciechi e gli ipovedenti ed un intervento nei confronti della Conferenza delle Regioni per l'attuazione del decreto Salvi del 2000 che individua tre nuove attività lavorative: l'addetto alle relazioni con il pubblico, il gestore di banche dati e l'operatore di marketing. Ma il risultato è stato sempre lo stesso: il silenzio o vaghe promesse.
Sembrava che le cose potessero cambiare dopo l'incontro del 2011 con il Ministro Sacconi, che aveva mostrato grande attenzione e disponibilità per le nostre problematiche e sembrava voler porre termine ad un così lungo, deplorevole periodo di inerzia; cosa che indusse la Direzione Nazionale a
conferirgli il Premio Braille nonostante si sapesse che il Ministro era l'ispiratore della famigerata riforma sull'assistenza.
Poi, la crisi di Governo: non ci hanno riservato migliore trattamento i nuovi inquilini del Ministero del Lavoro; più volte, sia pure fugacemente, ho avuto occasione di porre il problema del lavoro dei ciechi e degli ipovedenti al Sottosegretario Maria Cecilia Guerra e allo stesso Ministro, anche in occasione dell'ultima riunione dell'Osservatorio sulla disabilità. Il Viceministro, Michel Martone è stato avvicinato dal responsabile del settore lavoro, Paolo Colombo ed è stato destinatario di numerose missive da parte dei nostri uffici. L'unico risultato ottenuto è stato un incontro con il Direttore Generale del Ministero, dr. Raffaele Tangorra, che è stato gentilissimo ma risultati finora non ne abbiamo avuti.
Uguale trattamento abbiamo avuto dal Ministero della Pubblica Istruzione al tempo del Ministro Maria Stella Gelmini, che nella sua riforma degli istituti tecnici ha completamente dimenticato i ciechi e gli ipovedenti.
Si ha la sensazione che la nuova classe politica, influenzata anche dalle altre associazioni di disabili e dalla Confindustria, che ci vedono come dei privilegiati, considerino le leggi speciali del collocamento dei ciechi e degli ipovedenti come qualcosa di superato e che ci sia la voglia di inserirci nelle regole del collocamento obbligatorio degli altri disabili obbedendo alla logica  perversa di voler fare parti uguali tra disuguali.
Non possiamo, non vogliamo e non dobbiamo accettare tutto questo, dobbiamo, invece, tutti insieme innalzare la bandiera della resistenza, forti delle nostre buone ragioni; il lavoro, insieme all'istruzione, ha sempre costituito la via maestra per la piena conquista dell'integrazione sociale.
Paolo Bentivoglio sosteneva che "il lavoro è luce che ritorna", io mi permetto di aggiungere che il lavoro è lo strumento per la conquista della dignità di ogni uomo e in particolare dei ciechi e degli ipovedenti che devono sempre dimostrare di essere più bravi degli altri per essere considerati cittadini con pari dignità.
Dobbiamo innalzare, dunque, la bandiera della resistenza e dar vita ad una campagna di sensibilizzazione e di protesta insieme. È davvero singolare che ci si voglia privare del lavoro proprio oggi che la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, firmata e ratificata dal nostro Governo, ne affermi la intangibilità senza se e senza ma per tutti i disabili del mondo.
Non c'è più tempo da perdere, dobbiamo difendere le leggi speciali senza falsi pudori e pretendere che esse siano estese ad altre categorie di lavoratori ciechi ed ipovedenti. Le leggi speciali sono il frutto dell'intelligenza dei nostri predecessori che hanno saputo dimostrare che le possibilità lavorative dei ciechi sono largamente inferiori a quelle degli altri disabili; non costituiscono, quindi, un privilegio ma una dura necessità.
Le leggi speciali costituiscono anche una difesa contro il pregiudizio dei datori di lavoro che ancora oggi, nonostante le grandi prove di professionalità dei ventimila lavoratori ciechi, non li assumono volentieri e si oppongono con pervicacia in Parlamento alle modifiche migliorative della legge 113 del 1985 (centralinisti telefonici) e della legge 29 del 1994 (terapisti della riabilitazione). Ad onore del vero, a tale pregiudizio hanno notevolmente contribuito anche quei lavoratori ciechi che hanno abusato dei benefici previsti dalla legge 104 del 1992, giustamente pensata per quei disabili con necessità speciali; più volte abbiamo discusso in Consiglio Nazionale sull'opportunità di avvalersi di tali benefici e abbiamo concluso che trattandosi di diritti soggettivi la scelta spettava al singolo lavoratore. Tuttavia, è innegabile che l'uso indiscriminato della 104 appanni l'immagine del lavoratore cieco che l'impegno associativo aveva così faticosamente accreditato.
Forse è tempo di tornare ad affermare con forza che accanto ai diritti esistono anche i doveri dei ciechi. Sarà più facile pretendere che venga attuata la legge 144 del 1999 che delega il Ministero del Lavoro ad individuare nuove professioni per i ciechi ogni volta che le nuove tecnologie lo rendano possibile.
Lasciatemi dire, con un pizzico di polemica nei confronti di coloro (per fortuna pochi!) i quali affermano che l'Unione non ha fatto abbastanza in materia di lavoro, che siamo stati previgenti, lungimiranti 13 anni fa e che il decreto Salvi del 2000 è frutto della nostra intuizione e della nostra azione; che poi dopo 13 anni non sia stato ancora attuato è solo colpa dell'ottusità della politica e della burocrazia e in qualche misura anche dello scarso impegno, salvo rari casi, delle nostre strutture periferiche.
Ma ora, bando alle polemiche e impegniamoci tutti insieme affinché sia riconosciuta la figura del perito fonico, il cui profilo è stato già elaborato in collaborazione con l'Università di Reggio Calabria; ma dobbiamo fare di più, dobbiamo affiancare al perito fonico altre figure professionali che pensiamo di scoprire attraverso un concorso di idee che di fatto viene bandito con il presente articolo. Metteremo in palio una "Matrioska" di grande valore artistico perché dipinta a mano.
A breve sarà inserito sul sito dell'Unione un blog aperto alla partecipazione di tutti e avviato un confronto sulla lista di discussione della Commissione lavoro e sul nostro Giornale on line (http://giornale.uici.it/). Sarà, in settembre, convocata un'Assemblea on-line per una discussione a 360° sulla materia, poi, subito dopo, la Direzione sceglierà l'idea migliore e premierà il vincitore.
Dobbiamo ottenere che la Conferenza delle Regioni si pronunci sui dubbi interpretativi del decreto Salvi ed equipari le tre nuove figure professionali a quella dell'operatore telefonico con gli stessi benefici previsti per loro dalla legge 113 del 1985.
Dobbiamo, infine, utilizzare meglio gli spazi occupazionali per i ciechi e gli ipovedenti previsti dalla legge 68 del 1999 a favore di quelle figure professionali non protette dalle leggi speciali.
Lasciatemi dire, ancora una volta, che non è stato facile in quel periodo difendere le leggi speciali, eravamo uno contro tutti, abbiamo vinto per la forza delle nostre ragioni, ma abbiamo vinto anche per il prestigio della nostra Unione.
Di appelli all'unità ne ho fatti tanti nei miei 27 anni di Presidenza, ma credo che ne valga la pena: questa volta la posta in gioco è di quelle sulle quali non si può scherzare, se qualcuno si diverte a piantare le proprie bandierine, faccia pure, ma si ricordi che al di sopra delle bandierine c'è la bandiera, quella vera: la bandiera dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, che tante volte abbiamo issato sul pennone più alto dei palazzi del Governo, del Parlamento, delle Regioni, delle Province, dei Comuni. La bandiera che parla del presente, del passato e guarda al futuro; il futuro dei ciechi passa attraverso il lavoro, senza il lavoro c'è solo esclusione sociale e il ritorno alle miserie di un secolo fa.
Per questo obiettivo, l'Unione dovrà mobilitarsi con la passione civile e il senso di responsabilità dei tempi migliori; il contesto nel quale ci muoviamo è estremamente difficile, si può definire con un solo aggettivo: drammatico.  Ma è proprio in queste situazioni che l'Unione ha sempre trovato le energie migliori e ha vinto. Vinceremo anche questa volta, tanto più che le nostre richieste sono a costo zero.
La Direzione Nazionale sarà in prima fila, dichiareremo da subito lo stato di emergenza alla radio, alla televisione, sui giornali; ci sarà una conferenza stampa in settembre, vi chiederemo di organizzare un sit-in presso le Prefetture e portare un documento ai Prefetti che dovrà essere inviato al Governo;  chiederemo, anzi pretenderemo un incontro con il Ministro e se non basterà, se non avremo soddisfazione, sarà manifestazione, una grande manifestazione, quella che tanti di voi sognano da tempo. Voglio la stessa frenesia che avete messo nella difesa dell'indennità di accompagnamento.
Sì, amici, perché il lavoro vale più dell'indennità di accompagnamento.
Non c'è più tempo da perdere, avanti insieme, dunque.

IL PRESIDENTE NAZIONALE
Prof. Tommaso Daniele

 

CGIL, CISL e UIL a sostegno dei massofisioterapisti e fisioterapisti ciechi

Autore: Tommaso Daniele

Il 10 luglio 2012, i Segretari Nazionali della CGIL Funzione Pubblica, della CISL Funzione Pubblica e della UIL Federazione Poteri Locali, Cecilia Taranto, Daniela Volpato e Giovanni Torluccio, hanno chiesto al Ministro della Salute, Renato Balduzzi, e al Presidente della Commissione Sanità della Conferenza Stato Regioni, Luca Coletto, l'urgente apertura di un confronto sulle questioni connesse all'inquadramento delle figure del massaggiatore, del massofisioterapista e del terapista della riabilitazione e sull'ulteriore questione dell'accesso all'impiego dei fisioterapisti ciechi.
L'iniziativa sindacale consegue all'incontro del 3 luglio 2012, nel corso del quale l'Associazione Italiana dei Fisioterapisti (AIFI), la Federazione Nazionale dei Collegi dei Massofisioterapisti (FNCM) e la nostra Unione hanno rappresentato, a CGIL, CISL e UIL, la necessità di ottenere la soppressione dei corsi, attivati all'interno dei sistemi formativi regionali per il conseguimento delle qualifiche abilitanti all'esercizio delle professioni di massaggiatore, massofisioterapista e terapista della riabilitazione, mediante l'abrogazione delle leggi istitutive di dette professioni.
La cassazione di norme, disciplinanti attività che, nell'ordinamento previgente al decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, sono definite professioni ed arti sanitarie ausiliare e che, nell'ordinamento scaturito dal medesimo decreto, non sono più, in alcun modo, riconducibili all'area sanitaria, è essenziale per evitare che risorse, quanto mai preziose nel presente stato di crisi, vengano malaccortamente impiegate nella formazione di figure difficilmente collocabili, posto che la formazione del personale infermieristico, tecnico e della riabilitazione avviene in sede ospedaliera, attraverso corsi di livello universitario.
Per la nostra Unione è, inoltre, iniquo che un percorso formativo, che l'evoluzione ordinamentale ha precluso alle persone cieche, rimanga nell'offerta di un sia pur ridotto numero di Regioni, nella fattispecie l'Umbria e l'Abruzzo. Ricordiamo, al riguardo, che, a seguito del passaggio a nuovo ordinamento dei percorsi di istruzione e formazione professionale, attuato con il decreto legislativo 17 ottobre 2005, n. 226, con il d.p.r. 15 marzo 2010, n. 87, e con le intese in Conferenza Unificata del 27 luglio 2011 e del 19 gennaio 2012, gli istituti scolastici, presso i quali si è fin qui realizzata la formazione dei massofisioterapisti ciechi, tipicamente l'Aurelio Nicolodi di Firenze e il Paolo Colosimo di Napoli, dall'anno scolastico 2012/2013, potranno essere autorizzati ad attivare, nell'ambito dell'indirizzo quinquennale "Servizi socio-sanitari", esclusivamente percorsi finalizzati al conseguimento della qualifica triennale di "operatore del benessere".
Le norme sono abrogate, facendo salvi i diritti acquisiti alla data di emanazione del provvedimento di cassazione. In particolare, è riconosciuto il valore legale dei titoli conseguiti anteriormente all'atto abrogativo; sono tutelati i rapporti di lavoro dipendente istituiti in ragione dei predetti titoli ed è regolata la posizione di chi, all'entrata in vigore del dispositivo, risulti in corso di formazione. Sono, inoltre,  salvaguardati i diritti, dei massaggiatori e dei massofisioterapisti ciechi, al collocamento obbligatorio e ai trattamenti normativi ed economici previsti dalla legge.
Nell'incontro del 3 luglio, la nostra Unione ha richiesto ed ottenuto il sostegno sindacale su un ulteriore punto: la revisione della legge 11 gennaio 1994, n. 29, che reca norme in favore dei terapisti della riabilitazione non vedenti e che è, e resta, priva di applicazione, a meno di non sostituire le parole "terapista della riabilitazione" con le parole "fisioterapista e figure equipollenti".
Il decreto ministeriale 14 settembre 1994, n. 741, ha individuato nel fisioterapista la figura che svolge interventi di prevenzione, cura e riabilitazione nelle aree della motricità, delle funzioni corticali superiori e delle funzioni viscerali. Considerato che in tali aree, operavano, con differenti criteri, modalità e responsabilità, già altre figure, con il decreto ministeriale 27 luglio 2000, è stata riconosciuta, ai fini dell'esercizio dell'attività professionale e dell'accesso alla formazione post-base, l'equipollenza di diversi diplomi, ivi incluso quello del terapista della riabilitazione, al diploma universitario di fisioterapista. È, dunque, per un'incoerenza lessicale che i fisioterapisti ciechi restano esclusi dal godimento di tutele già in essere e che concernono una materia fondamentale come quella dell'inserimento al lavoro. Nel caso fosse possibile, la legge n. 29 andrebbe modificata, oltre che nel glossario, anche, nell'art. 4, che, per l'appunto, disciplina il collocamento obbligatorio. La proposta è di vincolare tutte le strutture sanitarie, pubbliche e convenzionate, che svolgano attività riabilitative, ad assumere in ruolo un fisioterapista, o figura equipollente, cieco e a riservare, quando il numero degli addetti alle attività di riabilitazione sia superiore a venti, un posto ogni venti, o frazione di venti, a un fisioterapista, o figura equipollente, cieco, con possibilità, per le sole strutture convenzionate, di derogare dalla riserva aggiuntiva, previo accordo in sede di contrattazione aziendale.
Il nostro auspicio è che il confronto richiesto da CGIL, CISL e UIL venga avviato, approfondito e concluso in tempi brevi e che, in tale sede, venga data coerente soluzione alle molte difficoltà conseguite, per i massofisioterapisti ed i fisioterapisti ciechi, dal riordino delle figure professionali sanitarie e dei relativi percorsi di formazione.
Cordiali saluti
IL PRESIDENTE NAZIONALE
Prof. Tommaso Daniele

 

Napoli: Real Vesuviana: bilancio di fine anno

Autore: Giuseppe Fornaro

Real VesuvianaTorball, Showdown, Goalball, manifestazioni di piazza e cena al buio:ecco i campionati e le attività svolti dall'associazione sportiva dilettantistica.
 

È ormai terminata la stagione sportiva ed è tempo di bilanci per l'associazione sportiva dilettantistica "Real Vesuviana".
 
L'ADS "Real Vesuviana" quest'anno ha proposto Torball, Showdown e Goalball (quest'ultima disciplina paralimpica), partecipando ai rispettivi campionati nazionali e, in particolare, la società che fa capo al presidente Giuseppe Fornaro, ha ottenuto un buon piazzamento nel campionato di serie B 2011/2012 per il Torball. Il vero successo raggiunto è stato di sicuro quello di aver realizzato tutti i progetti sportivi e sociali prefissati all'inizio della stagione passata. Ricordiamo, ad esempio, la partecipazione della "Real" alla manifestazione "Insieme nello Sport" che si è svolta allo stadio Collana di Napoli, oppure alla giornata del disabile del 3 dicembre 2011 presso l'istituto Colosimo e le diverse manifestazioni di piazza svoltesi nei comuni di Cercola, Somma Vesuviana e Casola.
 
Tutti gli atleti della "Real Vesuviana", si sono impegnati molto anche nella realizzazione della partecipata cena al buio, alla quale era presente il cantautore e musicista napoletano Enzo Avitabile. "La squadra ha affrontato lunghi viaggi, senza mai perdere l'armonia ed il piacere dello stare insieme nello sport. Per la nuova stagione ci si aspetta un miglioramento del collettivo che permetterà di lottare fino alla fine nelle zone alte della classifica e tal fine gli atleti della squadra agonistica continueranno gli allenamenti finalizzati al miglioramento dei fondamentali e del gioco di squadra.
Le Istituzioni tutte dovrebbero essere fiere del nostro lavoro ed affiancarci, ma dagli Enti preposti arrivano piccolissime quote o addirittura nulla come sta accadendo quest'anno: invocando il "Patto Di Stabilità" ci viene negato qualsiasi aiuto concreto".
"Dobbiamo ringraziare l'Ambito Territoriale 10, i volontari che ci hanno offerto un aiuto insostituibile e tutti i nostri sponsor che ci aiutano a realizzare questo progetto anche se in un momento di crisi".
Associazione nata tre anni fa con lo scopo di assicurare a tutti i disabili la pratica dello sport quale strumento pedagogico ed educativo perseguita proprio attraverso l'organizzazione di attività sportive e dilettantistiche a carattere competitivo.
lo sport per disabili, è fatto di giovani sognatori, che si preparano e non si arrendono alla disabilità.

Giuseppe Fornaro

Sintesi dei lavori della Direzione Nazionale del 12 luglio 2012

Autore: Claudio Romano

Il 12 luglio a Roma, nella sede centrale dell'Unione, si è riunita, in seduta ordinaria, la Direzione Nazionale presieduta dal presidente Tommaso Daniele con la collaborazione del vice Presidente Giuseppe Terranova e del Segretario generale Luigi Giametta.

1) In apertura dei lavori, il Presidente ha riferito:

a) il recente decreto del Governo per la revisione della spesa pubblica (spending review), prevede una parziale riduzione del cosiddetto fondo Letta; ciò potrebbe determinare un parziale aggiustamento del contributo fissato in 3 milioni a favore dell'Unione deciso dalla Presidenza del Consiglio dei ministri con apposito decreto del 1 marzo e già pubblicato in gazzetta ufficiale il 23 maggio.
b) per quanto riguarda il finanziamento delle attività e dei servizi dell'Unione per il prossimo anno, tenuto conto della grave situazione economica/finanziaria, le prospettive sono molto preoccupanti; in proposito, ci si deve adoperare da subito anche attraverso una risoluzione parlamentare, affinché siano ripristinati nella prossima legge finanziaria i contributi previsti dalle leggi 24/96 e 379/93 drasticamente ridotti con la legge finanziaria dell'anno in corso.
c) il comitato esecutivo della FAND riunito per valutare la bozza di decreto per la riforma dell'I.S.E.E., al fine di far accogliere dal Governo alcune proposte per migliorarne il contenuto, ha formulato alcune modifiche allo stesso decreto che saranno sottoposte all'attenzione del Sottosegretario Maria Cecilia Guerra ed al Parlamento.
d) il Ministero dell'Economia ha formalmente comunicato al Ministero degli Affari Interni che a proprio avviso non sono ravvisabili le condizioni per procedere a commissariare l'Unione.
Rimanendo in attesa della notifica della chiusura della procedura aperta dal Ministero degli Affari Interni per la nomina di un commissario, la Direzione esprime il proprio compiacimento per la decisione del ministero dell'Economia che certifica la correttezza dell'operato dell'Unione.
e) il 5 luglio, come da calendario delle attività del 2012, si è svolta in modalità telefonica, la riunione dei Presidenti regionali; nella circostanza si è inteso sottolineare che nonostante le gravi problematiche dei mesi scorsi (indennità di accompagnamento a rischio di essere sottoposta ad un limite di reddito, apertura della procedura per la nomina di un commissario ed i gravi tagli all'associazione), la Presidenza e la Direzione, hanno mantenuto complessivamente in maniera costante, il proprio impegno programmando iniziative da sviluppare nei prossimi mesi.
I partecipanti hanno sostanzialmente condiviso le scelte ed il lavoro della Presidenza e della Direzione; Alcuni interventi hanno manifestato riserve in merito all'opportunità di reintrodurre oggi, l'indennità di carica ai dirigenti componenti degli organi nazionali.
f) riassumendone i contenuti, sempre il Presidente, ha illustrato l'andamento dell'assemblea nazionale dei quadri dirigenti dell'I.RI.FO.R. tenutasi il 28 giugno in modalità on line.

2) dopo le comunicazioni dei suoi componenti in ordine ai settori e territori di loro competenza, la Direzione:

a) ha preso atto dei verbali delle Commissioni di Lavoro.
b) su proposta del Presidente, ha deciso importanti iniziative per rivendicare ed affermare il diritto al lavoro dei ciechi e degli ipovedenti da sviluppare con una campagna straordinaria nei mesi di settembre/ottobre le cui modalità sono state già anticipate nel corso della riunione dei Presidenti regionali del 5 luglio che si possono sintetizzare come segue e che verranno precisate dal Presidente nazionale con apposita circolare:
 – comunicati ed articoli da trasmettere ai media e da diffondere anche attraverso la stampa associativa;
 – organizzazione di una conferenza stampa;
 – sit in presso le prefetture;
– richiesta di un incontro con il ministro del lavoro;
– apertura di un blog per raccogliere idee per nuove professioni;
– assemblea nazionale dei quadri dirigenti;
 – manifestazione nazionale per il diritto al lavoro dei ciechi e degli ipovedenti.
c) ha deliberato la convocazione del Consiglio Nazionale per il 1 agosto per discutere e deliberare tra l'altro in merito alle integrazioni e modifiche al regolamento generale attuativo del nuovo statuto sociale.
d) ha preso atto degli sforzi in essere per giungere ad un accordo per la realizzazione di un sistema tattilo/plantare che possa produrre percorsi tattili unendo possibilmente il meglio del sistema Loges con il meglio del sistema Vettore.
e) ha nominato un gruppo di lavoro per la formulazione dei criteri da proporre alla Direzione per istruire e valutare le domande delle strutture periferiche per accedere al fondo sociale.
f) ha preso atto e condiviso la bozza di un protocollo d'intesa con le organizzazioni dei lavoratori, dei datori di lavoro e dei consumatori.
g) ha preso atto e condiviso un protocollo d'intesa con Mediavoice S.r.l. relativo a speaky set-top-box.

3) successivamente, la Direzione ha preso atto dei riferimenti del Presidente concernenti l'attività e gli appuntamenti di carattere internazionale.

4) La riunione si è conclusa con la trattazione di alcuni problemi relativi al patrimonio, all'amministrazione ed al personale.

Claudio Romano

Nasce una nuova professione per i disabili visivi

Autore: Luciano Paschetta

L'I.RI.FO.R. ottiene dalla regione Toscana il riconoscimento  della Figura professionale  del "Tecnico dell'analisi e della trascrizione di segnali fonici e di gestione della perizia di trascrizione in ambito forense"

Finalmente si è concluso  felicemente  il complesso iter del riconoscimento della qualifica   proposta    e sviluppata  dall'I.RI.FO.R.  realizzando a Tirrenia ,  nell'anno formativo 2009/10 in collaborazione con l'Università della Calabria,il primo corso  sperimentale,   a livello nazionale, per "Perito fonico, trascrittore in ambito forense".

Oggi, grazie all'impegno e alla competenza dell'I.RI.FOR. regionale Toscana   che ha operato in collaborazione con la Sede Centrale, e il Prof. Luciano Romito,  che  ringraziamo,  per la gentilezza e la convinzione   con cui ha  messo a disposizione le  sue alte conoscenze e competenze in materia, possiamo dire ai giovani  disabili visivi, che per loro si apre una nuova concreta opportunità di lavoro quella del: "Tecnico dell'analisi e della trascrizione di segnali fonici e di gestione della perizia di trascrizione in ambito forense".

Luciano Paschetta

Napoli: Ogni tanto una buona notizia

Autore: Mario Mirabile

Dopo tanto penare, finalmente un cieco vero è riuscito ad avere i suoi diritti e ad avere il giusto riconoscimento di cieco assoluto. Un non vedente iscritto alla sezione UICI di Napoli, T.S. – per motivi di privacy indichiamo soltanto le iniziali), affetto come gli altri suoi 3 fratelli da retinite pigmentosa e cieco assoluto, come dimostrano le certificazioni del Centro per le Retinopatie della II Università di Napoli, nel febbraio 2011 è stato sottoposto dall'INPS a visita di verifica. Dopo diversi mesi, esattamente ad ottobre 2011, a T.S. è stato chiesto di sottoporsi ad ulteriori accertamenti da svolgere in una struttura convenzionata con l'INPS di Napoli. In particolare in tale struttura T.S. è stato sottoposto all'esame del PEV. Nel mese di febbraio 2012, quindi ad un anno di distanza dalla prima visita, al non vedente è stato inviato il verbale nel quale gli veniva revocata l'indennità di accompagnamento in quanto, a dire della commissione INPS, il soggetto in questione sarebbe cieco parziale e non cieco assoluto. Il verbale ha lasciato tutti sbalorditi, ma in primis ha leso la dignità di T.S., il quale, avendo perso la vista in età adulta, ha come unica fonte di sostentamento per se e la propria famiglia l'indennità di accompagnamento. A questo punto, l'Unione di Napoli ha supportato il malcapitato aiutandolo a ricorrere alla commissione medica superiore dell'INPS in quanto il verbale confligeva palesemente con quanto certificato dagli oculisti del centro per le Retinopatie della II Università di Napoli, che, è bene ricordarlo,  è un centro di eccellenza di livello europeo. Certo non si può dire che i rapporti con la commissione medica superiore dell'INPS siano stati semplicissimi, in quanto a T.S. sono stati chiesti ulteriori accertamenti oculistici e certificazioni aggiornate che non hanno potuto far altro che confermarne in maniera incontrovertibile la cecità assoluta. Finalmente lunedì 9 luglio a T.S. è arrivato il verbale rettificato con il quale si attesta la cecità assoluta e il reintegro dell'indennità di accompagnamento. Certamente possiamo affermare che è stata fatta giustizia per una persona davvero cieca assoluta, ma le domande che ci poniamo sono davvero tante: perché fin dalla prima visita non sono state tenute in considerazione le certificazioni rilasciate dal centro delle retinopatie, perché sono stati considerati maggiormente gli accertamenti fatti presso un centro privato convenzionato con l'INPS e non quelli fatti presso una struttura pubblica? Perché tanto accanimento nei confronti di una persona affetta da una patologia irreversibile? A tal riguardo è doveroso segnalare che T.S., come tanti altri nelle sue condizioni,  comunque non è stato esonerato da futuri controlli, pur sapendo che allo stato attuale per la retinite pigmentosa non esiste alcuna cura. In tutta questa vicenda, la notizia positiva sta nel fatto che l'aver presentato ricorso alla commissione superiore, ha consentito di concludere l'iter in 5 mesi e di evitare il ricorso giurisdizionale che si sarebbe concluso in non meno di 2 anni con notevole aggravio di costi per l'interessato.

Mario Mirabile

Lavoratori non vedenti – Applicazione legge 113/1985 – Criticità

Autore: Tommaso Daniele

Viceministro prof. Michel MARTONE

Capo Segreteria dott.ssa Adriana BONANNI

MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI

OGGETTO: Lavoratori non vedenti – Applicazione legge 113/1985 – Criticità

Spettabile professore MARTONE,

è da diversi anni che questa Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ha richiesto a codesto Dicastero una definitiva soluzione ad alcune criticità occupazionali in ordine all'applicazione ai lavoratori non vedenti della normativa evidenziata in oggetto.
Al riguardo, si premette quanto segue:

* Interpretazione art. 3, comma 1, legge n. 113/1985 – Caratteristiche tecniche del centralino – Tutela occupazionale: Si è già avuto modo di notare, nei quesiti inoltrati in precedenza, che accade sempre più di frequente che i datori di lavoro non ottemperino agli obblighi prescritti dalla suddetta legge adottando sistemi telefonici dotati di risponditori automatici, che di fatto rendono antieconomico l'obbligo di assumere. Va evidenziato che è la stessa legge ad indicare il modo per superare tale problema. Con l'art. 8, infatti, essa prevede che siano a carico della Regione competente per territorio le trasformazioni tecniche dei centralini necessarie per consentire ai privi della vista il lavoro di centralinista telefonico.
Pertanto, nonostante l'intervento delle nuove tecnologie, che hanno modificato sostanzialmente la struttura e il funzionamento dei centralini telefonici, l'introduzione di un qualsivoglia meccanismo di selezione passante non elimina automaticamente la possibilità di prevedere il posto operatore.
Con un'approfondita analisi, si rileva che la legge 113 del 1985 ha previsto anche questa ipotesi, laddove il testo riporta l'inciso "…o che comunque siano dotati di uno o più posti-operatore".
A tale proposito, appare evidente come il citato art. 3, comma 1, riconosca che, per definire se un impianto telefonico di un ufficio sia o meno idoneo al collocamento obbligatorio di un centralinista telefonico non vedente, debbano esserne valutate non solo le caratteristiche tecniche, ma anche l'effettiva presenza di un operatore.
Tale interpretazione, oltre ad essere in linea con l'intera legge, volta alla massima occupazione dei centralinisti non vedenti iscritti nell'apposito albo professionale, si inserisce nel quadro delle norme antielusive contenute nei successivi articoli (cfr. gli artt. 5 e 10).
Non sembra, quindi, coerente con la volontà del Legislatore permettere che una importantissima occasione di lavoro ed integrazione sociale per i disabili visivi sia inficiata da una applicazione restrittiva e contraria alla ratio della legge n. 113/1985.

* Operatori telefonici non vedenti – Centralizzazione impianto di telefonia – Riqualificazione professionale: Siamo venuti a conoscenza che sono in atto, sia presso l'Agenzia delle Entrate (già da qualche anno) sia presso l'INPS (recentemente), processi di de-territorializzazione degli impianti telefonici, con l'avviamento di una centralizzazione di sistema su ROMA che svincolerà nei prossimi mesi la fruizione dei servizi di comunicazione dalla dislocazione geografica delle rispettive sedi periferiche.
Ferma restando l'autonomia organizzativa che ogni datore di lavoro ha in materia di gestione del personale e sua collocazione secondo le mansioni attribuite, si sottolinea che anche i centralinisti non vedenti, opportunamente aggiornati alla luce del progresso tecnologico nel campo della telefonia, possono essere riconvertiti a professionalità superiori (gestione di comunicazioni inbound e outbound, utilizzo di data base, assistenza ai servizi di telemarketing e telesoccorso, di cui al decreto ministeriale 10 gennaio 2000, in applicazione dell'art. 45, comma 12, della legge n. 144/1999), senza, al contempo, penalizzare le aspettative di chi li ha assunti.
Secondo i criteri di gestione qualitativa dell'offerta all'utente, la presenza di un centralinista assicura in ogni caso una risposta all'utente e quindi un servizio migliore con informazioni maggiormente dettagliate, soprattutto in enti di grandi dimensioni.
La riqualificazione dei centralinisti non vedenti tende ad ottemperare al fondamentale presupposto di legge per il collocamento obbligatorio ai sensi della legge n. 68/1999 e, contestualmente, dà un forte segnale di fiducia per un modello vincente, dove il lavoratore disabile sia protagonista di un processo di implementazione continua.
Nel rispetto che nutriamo per le attività lavorative dei centralinisti non vedenti particolarmente usuranti, ma soprattutto nella consapevolezza della grave congiuntura economica che il Paese sta attraversando, la certezza dell'impegno a investire sulle risorse umane del personale non vedente sarebbe una testimonianza eloquente di sensibilità nei confronti delle categorie più svantaggiate in chiave di integrazione socio-lavorativa.

* Legge n. 113/1985 – Aggiornamento della disciplina del collocamento al lavoro e del rapporto di lavoro dei centralinisti non vedenti – Atto Senato 1184 (discusso congiuntamente con Atto Senato 406 e 2560): Si tratta di un provvedimento che mira ad aggiornare ed adeguare la normativa che disciplina il collocamento al lavoro e il rapporto di lavoro dei centralinisti telefonici non vedenti e che attualmente è contenuta nella legge 29 marzo 1985, n. 113, la quale, pur avendo favorito nel corso del tempo l'avviamento al lavoro di migliaia di centralinisti, necessita oggi di alcune integrazioni.
Infatti, il contesto normativo e sociale in continua evoluzione, così come i progressi tecnologici, soprattutto nel campo delle ICT, rendono necessario questo intervento normativo, dato che la legge in parola riguarda un settore sensibile dal punto di vista dell'integrazione socio-lavorativa dei giovani ciechi e ipovedenti, i quali appunto, come anzi detto, trovano crescenti difficoltà ad inserirsi in un mercato del lavoro che sempre più spesso, con l'eliminazione dei centralini telefonici, sta drasticamente riducendo i posti di lavoro ad essi riservati.
Sul piano della copertura economica, si assicura che la proposta di legge non introduce nuovi obblighi a carico delle pubbliche amministrazioni, ma si limita a definire in maniera diversa i criteri di individuazione dei soggetti che sono già tenuti al collocamento obbligatorio alla luce delle innovazioni tecnologiche nel frattempo intercorse e delle disposizioni attuative della legge n. 113/1985, rappresentate sostanzialmente dal citato D.M. 10/01/2000.
Inoltre, deve essere tenuto presente che il testo vigente della legge n. 113/1985, all'art. 9, comma 3, già prevede un apposito stanziamento di bilancio per far fronte al maggior onere derivante dall'applicazione delle disposizioni in essa contenute. Ulteriore prova ne è la circolare del Dipartimento della Funzione pubblica 18.09.1985, (pubblicata in G.U. n. 235 del 05.10.1985) che al punto 6.2 precisa le metodologie di rimborso degli oneri sostenuti da parte dello Stato in applicazione dell'art. 9 della legge n. 113/1985, a valere sul capitolo di bilancio appositamente definito.
Infine, a conferma di una totale copertura degli oneri derivanti dalla legge in parola, soccorre anche la circolare del Ministero del Tesoro 27/05/1992 n. 12/I.P. (in G.U. n. 127 dell'1.06.1992), che conferma che il maggiore onere pensionistico derivante dal beneficio concesso ai lavoratori non vedenti viene recuperato dalle casse pensioni, amministrate direttamente dalla Direzione Generale degli Istituti di Previdenza (cfr. D.M. Tesoro 04/04/1991 in G.U. n. 204 del 31/08/1991 e circ. Min. Tesoro n. 67 del 28/10/1991 in G.U. n. 276 del 25/11/1991).
Non sembra, quindi, potersi dubitare che la disposizione di cui si richiede l'introduzione nel vigente ordinamento trovi una completa copertura finanziaria, potendo godere dello stanziamento in essere nel bilancio dello Stato, la cui esistenza e capienza è comprovata dalle disposizioni applicative prima richiamate.
In considerazione della pregnante rilevanza sociale di questa materia, gentile Professore, Le sarei, quindi, particolarmente grato se volesse frapporre i Suoi buoni uffici affinché la proposta di legge Atto Senato 1184 sia inserita all'ordine del giorno della Commissione entro il più breve tempo possibile.

* Centri per l'Impiego – Monitoraggio sul territorio: Sono pervenute all'Unione numerose segnalazioni di protesta circa la scarsa attività di monitoraggio condotta sul territorio da parte degli Ispettorati provinciali del Lavoro, in particolare ai fini del rispetto delle norme sul collocamento obbligatorio dei portatori di handicap nei confronti dei datori di lavoro pubblici e privati.
A riprova di una situazione che colpisce tutti i lavoratori disabili, basti citare i dati presentati in Parlamento in occasione della relazione sull'attuazione della legge n. 68 del 1999 che hanno evidenziato un calo del 34 per cento dei lavoratori disabili occupati in Italia.
 Tra le categorie più colpite ci sono i centralinisti telefonici non vedenti, che il Legislatore ha
inteso tutelare con norme ad hoc. Un esempio su tutti è il caso verificatosi a MILAZZO dove il Centro per l'Impiego di MESSINA, più volte da noi sollecitato a verificare in termini di collocamento mirato la vacatio del posto operatore presso il Comune, ha assunto un comportamento di ingiustificata reticenza.
Gli Ispettorati chiamati ad accertare la vigenza, da parte dei datori di lavoro pubblici e privati, della normativa sul collocamento obbligatorio dei centralinisti non vedenti troppo spesso si limitano a richiedere agli attori datoriali le caratteristiche tecniche del centralino, arrivando in taluni casi ad una definizione di insussistenza di un obbligo all'assunzione, basandosi esclusivamente su dette caratteristiche e ignorando sia l'indicazione in segreteria telefonica dell'esistenza del centralino, sia l'esistenza effettiva di un operatore telefonico.
Il Dicastero della Funzione Pubblica ha convalidato d'autorità una linea interpretativa in seno alla Pubblica Amministrazione secondo cui la categoria protetta è meritevole di tutela in quanto rientrante tra le fasce deboli della popolazione, normalmente esclusa dai blocchi e dai vincoli assunzionali, attesa l'esigenza di assicurare in maniera permanente l'inclusione al lavoro dei soggetti beneficiari della normativa speciale.
Ciò considerato, sarebbe oltremodo opportuno che codesto Ministero dirami sul territorio soluzioni operative più stringenti per lo svolgimento delle attività di collocamento in loco degli Ispettorati del Lavoro, in base a parametri di valutazione omogenei per tutti.
Sarebbe necessario, altresì, un più puntuale aggiornamento delle liste speciali dei portatori di handicap, gestite sempre dai Centri per l'Impiego, per garantire al meglio la giusta permanenza, l'aggiornamento e le eventuali nuove inclusioni dei candidati disabili, per ciascun tipo di classe e di concorso.

Premesso quanto sopra, e tenuto conto della costante se non stringente attualità dei problemi sollevati e della conseguente necessità di pervenire ad un'urgente e definitiva soluzione degli stessi, si trasmette in allegato tutta la documentazione da noi ritenuta utile, che espone in maniera dettagliata le questioni sollevate.
Le sarei, comunque, particolarmente grato se volesse richiedere ai responsabili delle Direzioni Generali competenti per materia di esaminare la documentazione trasmessa, in maniera da poter cominciare ad affrontare le varie questioni che, ci permettiamo di ripetere, rappresentano una seria ipoteca sul futuro di tutti i lavoratori ciechi ed ipovedenti.
Naturalmente l'Unione, associazione storica che per legge e Statuto associativo rappresenta i diritti e gli interessi dei non vedenti in Italia, si rende pienamente disponibile per un incontro, che apparirebbe di grande utilità, nei tempi e con le modalità che Lei riterrà più opportune.
Per ogni eventuale contatto, si può fare utilmente riferimento all'Ufficio Lavoro e Previdenza di questa Presidenza Nazionale ai seguenti recapiti: tel. 335 6094533 (Avv. COLOMBO), tel. 06/69988409 (Dr. LOCATI) e tel. 06/69988312 (Dr. CECCARELLI), e-mail lavoro@uiciechi.it.
Certo della Sua sensibilità riguardo questa tematica di pubblico interesse, e del Suo impegno in tal senso, voglia gradire i più sentiti ringraziamenti da parte dell'Unione e da parte di tutti i lavoratori non vedenti.

IL PRESIDENTE NAZIONALE
Prof. Tommaso Daniele