Il Trattato di Marrakech raggiunge le 20 ratifiche necessarie per entrare in vigore

Toronto, 30 giugno 2016 – Oggi è una giornata storica perché il Canada è il 20° paese ad aver ratificato il Trattato di Marrakech (il nome completo è “Trattato di Marrakech volto a facilitare l’accesso alle opere pubblicate per le persone non vedenti, con disabilità visive o con altre difficoltà nella lettura di testi a stampa”). I 20 paesi che hanno ratificato il Trattato potranno godere dei benefici in esso sanciti, che hanno lo scopo di estendere alle persone con difficoltà di lettura di testi a stampa lo stesso accesso all’informazione di cui già godono le altre persone.

“Questa è un’altra giornata storica per il nostro movimento,” ha commentato Arnt Holte, Presidente dell’Unione Mondiale dei Ciechi (WBU) e ha aggiunto: “Era stata una grande vittoria l’aver ottenuto un trattato che assicura libri accessibili alle persone cieche e con difficoltà di lettura di testi a stampa, ma la reale vittoria è stata raggiunta oggi – quando il Canada è diventato il 20° paese a ratificare il Trattato di Marrakech.

Il trattato entrerà in vigore tra 3 mesi, il 30 settembre, e da quel giorno milioni di persone cieche e ipovedenti potranno accedere a materiali didattici e ad altri testi a stampa, cosa che consentirà loro di dare un contributo più significativo alla società.”

In collaborazione con l’Organizzazione Mondiale per la Proprietà Intellettuale (OMPI), la WBU ha condotto la campagna internazionale volta a ottenere la realizzazione di un trattato che ponesse fine alla “carestia di libri” nel mondo, ovvero al fenomeno per il quale è disponibile in formato accessibile meno del 10% dei materiali pubblicati e, spesso, meno dell’1% nei paesi in via di sviluppo. Il grande successo di oggi è un momento importante da celebrare da parte della WBU e dei suoi partner.

“Dopo tanti anni di duro lavoro da parte di innumerevoli persone appartenenti alla comunità dei non vedenti e a partner di vari settori, siamo ora all’inizio di una nuova fase del nostro lavoro” ha detto Maryanne Diamond, responsabile della campagna “Diritto alla Lettura” della WBU e personaggio di spicco nella lotta per ottenere il Trattato di Marrakech.

Tuttavia, c’è ancora molto da lavorare per porre fine alla carestia di libri. “Mentre festeggiamo e guardiamo al futuro, non possiamo dimenticare che la ratifica a livello mondiale è ancora molto lontana,” ha affermato la Diamond, aggiungendo poi: “Dobbiamo continuare a lavorare tutti insieme per far sì che il trattato venga attuato e possa essere utile alle persone cieche e con difficoltà di lettura di testi a stampa in qualunque parte del mondo esse vivano.”

La WBU fa appello a ogni singolo paese affinché ratifichi il trattato e quindi attui efficacemente le disposizioni per la produzione e la condivisione tra paesi di opere accessibili al fine di raggiungere l’obiettivo generale del trattato: promuovere i diritti umani delle persone con difficoltà di lettura di testi a stampa incoraggiando il loro accesso all’informazione.

Per saperne di più sul Trattato di Marrakech, su come esso contribuirà a porre fine alla carestia di libri, sulla campagna di ratifica e di attuazione e su cosa puoi fare tu per incoraggiare il governo a promuovere la ratifica del trattato, visita la nostra pagina: http://www.worldblindunion.org/English/our-work/our-priorities/Pages/right-2-read-campaign.aspx

L’Unione Mondiale dei Ciechi (WBU) è l’organizzazione che rappresenta a livello mondiale circa 285 milioni di persone cieche e ipovedenti. I suoi membri si trovano in più 190 paesi e sono organizzazioni gestite da persone non vedenti che difendono i propri diritti e interessi, organizzazioni che forniscono servizi a queste persone, ma anche organizzazioni internazionali che lavorano nel campo della disabilità visiva. Visitate il nostro sito internet www.wbu.ngo.

Per ulteriori informazioni prego contattare:
Unione Mondiale dei Ciechi (WBU)
Caitlin Reid, Coordinatore della comunicazione
Caitlin.Reid@wbu.ngo

Scambio giovanile internazionale in Polonia “Beyond the Horizon”  sull’inclusione, la solidarietà e lo sport per giovani vedenti e non vedenti, 9-17 settembre 2016

Informiamo che l’UICI ha aderito, nel quadro del programma europeo ERASMUS+,  al progetto “Beyond the Horizon”, che prevede l’organizzazione di uno scambio internazionale giovanile finalizzato a:

accrescere la conoscenza dei problemi con cui i giovani non vedenti e le persone con disabilità in generale si confrontano quotidianamente
promuovere lo sport e uno stile di vita sano
promuovere lo spirito di solidarietà, l’inclusione e la tolleranza

Risultato del progetto sarà la messa a punto di idee per alcuni eventi sportivi locali e per una campagna di sensibilizzazione sull’inclusione. Lo scambio coinvolgerà ragazzi e ragazze italiani, belgi, polacchi e croati e si terrà a Poronin, sui Monti Tatra, a circa 100 km da Cracovia (Polonia) dal 9 al 17 settembre 2016. Possono candidarsi per lo scambio ragazzi e ragazze vedenti e non vedenti tra i 17 e i 25 anni. I partecipanti dovranno essere in possesso di una buona conoscenza della lingua inglese ed essere disponibili a prendere parte attiva a tutte le attività dello scambio e alla diffusione dei risultati del progetto dopo la conclusione dell’incontro. Per candidarsi sarà necessario compilare la scheda allegata e rinviarla, entro mercoledì 6 luglio 2016, all’Ufficio Relazioni Internazionali della Presidenza Nazionale all’email inter@uiciechi.it. Eventuali candidature ricevute dopo la data succitata verranno tenute in conto in caso ci siano  ancora posti disponibili.

I costi di vitto e alloggio saranno coperti dagli organizzatori polacchi ed è previsto un rimborso fino a un tetto di EUR 170 per il volo in classe economica di ciascun partecipante. Rimarranno a carico dei partecipanti le altre eventuali spese di viaggio, compresi circa 20 euro per il transfer,  che sarà predisposto dagli organizzatori, dall’aeroporto di Cracovia al luogo dello scambio e ritorno.
Per maggiori informazioni si prega di leggere l’”info pack” e il programma in lingua inglese allegati. L’Ufficio Relazioni Internazionali resta a disposizione per qualunque ulteriore chiarimento (tel. 0669988388).

Il Camerun e l’Italia ora saranno più vicini, di Antonio Francesco D’Alema

Autore: Antonio Francesco D’Alema

Nella mattinata del 27 maggio scorso si è svolto presso l’Istituto dei Ciechi “Francesco Cavazza” di Bologna l’incontro tra il Presidente dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti Mario Barbuto e Coco Bertin Mowa, Presidente di un’associazione camerunense che potremmo, a buon titolo, definire l’omologa della UICI italiana. L’acronimo dell’associazione di cui si parla è CJARC e sta per “ Club des Jeunes Aveugles Rehabilités du Cameroun” che tradotto dal francese suonerebbe più o meno come “Associazione dei giovani ciechi riabilitati del Camerun”.
Ma facciamo un paio di passi indietro per risalire alla genesi di questo incontro che è il frutto di una serie di relazioni intessute dalla sezione ferrarese della UICI con i rappresentanti dell’associazione africana per il tramite di un cittadino camerunense residente a Ferrara .
Come si arriva quindi all’incontro tra queste due realtà associative che sono così fisicamente distanti eppure così vicine nei loro obiettivi e nel loro operato?
Nei primi mesi del 2016 Vincent Mouafo che vive nella città estense da più di 12 anni si avvicina all’Unione locale proprio con l’intento di fare da ponte tra il Presidente del CJARC Coco Bertin Mowa e l’associazione ferrarese, anche in vista di un futuro incontro essendo per altro già in programma una tappa in Italia nell’ambito di un tour mondiale dello stesso. In questa circostanza i rappresentanti della UICI di Ferrara e specificamente la Presidente Alessandra Mambelli e il consigliere delegato Renzo Rimessi, accogliendo con entusiasmo l’ospite e le sue nobili intenzioni, dimostrano interesse e disponibilità ad avviare un percorso di collaborazione. A questo punto la sezione ferrarese si attiva al fine di capire in quale forma possa realizzarsi la proposta di cooperazione avanzata dai camerunensi e si pensa ad una sorta di gemellaggio che però non trova precedenti nella storia dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, che pure ha conosciuto altre forme di relazioni internazionali con enti omologhi anche africani. Si vuole ispirare il rapporto tra i due enti ad una collaborazione fattiva articolandolo anche sulla base della direttrice dello scambio di materiale che possa essere utile ai non vedenti africani, come ad esempio bastoni bianchi e tavolette Braille.
Viene così coinvolto anche il livello regionale e nazionale della Unione e si arriva a fissare un incontro con il Presidente Nazionale UICI Mario Barbuto per il 27 maggio approfittando del viaggio di Coco Bertin Mowa in Europa e il suo programmato soggiorno a Ferrara in quei giorni. Questo incontro è stato preceduto, in verità, da una visita che la delegazione camerunense ha fatto alla sezione ferrarese della UICI nel pomeriggio del giorno antecedente e poi in serata da un’altra iniziativa aperta alla cittadinanza in cui il camerunense presentava la sua associazione e l’attività che svolge da quasi 30 anni nel Paese africano. A tale incontro ha presenziato anche l’assessore con delega alla sanità, ai servizi alla persona e all’immigrazione del Comune di Ferrara Sapigni la quale ha salutato con favore l’inizio di un rapporto collaborativo offrendo per quanto di sua competenza tutto il sostegno necessario.
All’incontro presso l’Istituto Cavazza del giorno successivo hanno preso parte, oltre al Presidente Nazionale Barbuto e alla delegazione ferrarese della UICI -composta dalla Presidente, dal Consigliere Delegato, dal sottoscritto in veste di tirocinante presso la stessa sede- il Presidente del Consiglio Regionale UICI-Emilia Romagna Marco Trombini, Fernando Torrente rappresentante dell’Istituto Cavazza, Assia Andrao e Simone Bandini in rappresentanza dell’ associazione RetinaItalia.
Le due ore in cui si è svolto l’incontro sono state molto proficue da più punti di vista. Innanzitutto, in generale, è stato utile da parte di Coco Bertin Mowa aver illustrato la situazione dei non vedenti nel continente nero e in Camerun in particolare, dal momento che quella è una realtà così drammatica da essere stata paragonata alla condizione dei minorati della vista in Italia prima degli anni ’50, che li vedeva relegati ai margini della società e spesso e volentieri sul sagrato di una chiesa elemosinando qualche lira per poter tirare a campare come meglio si poteva.
In secondo luogo è stato fondamentale aver sviscerato le attività in cui il CJARC è impegnato da diversi anni soprattutto ma non solo nella capitale camerunense Yaoundé. Queste attività si possono riassumere in due ambiti principali, ovvero da un lato l’istruzione dei bambini ciechi e dall’altro la formazione professionale dei non vedenti adulti. L’associazione africana nata nel 1988 e dal 2013 riconosciuta come ONG ha, infatti, al suo interno una scuola primaria ospitante 217 alunni, non vedenti, dislessici ma anche normodotati, realizzando così uno dei principi cardine ispiratori dell’associazione e cioè l’integrazione sociale dei disabili.
L’importanza e la forza dell’associazione CJARC hanno costretto le istituzioni pubbliche camerunensi a tenerla in debita considerazione e infatti, di recente, Coco Bertin Mowa ha incontrato il ministro delle poste e delle telecomunicazioni oltre che quello degli affari sociali per iniziare a percorrere una strada in comune a favore dei disabili della vista. E’ stato approntato dal CJARC un piano strategico quinquennale 2016-2020 con l’intento di disegnare le linee guida su cui lavorare per migliorare la condizione dei ciechi camerunensi. Una delle principali direttrici su cui è richiesto l’impegno delle autorità pubbliche nel Paese africano è, senza dubbio, il potenziamento della dotazione di materiale di cui necessitano, sia esso elettronico che non, come bastoni bianchi, tavolette braille e via dicendo. L’altro punto essenziale è sicuramente quello di far fronte all’esigenza di formare dei volontari in loco che possano essere d’aiuto nel lavoro svolto dall’associazione.
Nel suo intervento Mario Barbuto dichiara, a nome di tutta l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, la disponibilità ad intraprendere un rapporto di cooperazione con il CJARC ribadendo la necessità di coinvolgere le istituzioni pubbliche di entrambi gli Stati in modo tale che vengano stanziate delle risorse al fine di rendere più efficace l’azione per esempio dei volontari da formare e successivamente inviare in Camerun per dare un apporto concreto all’attività dell’associazione. Retinaitalia propone di avviare una collaborazione che verta anche sull’aspetto della prevenzione della cecità in quel Paese, eventualmente anche provvedendo alla formazione in Italia di medici oculisti camerunensi che poi opereranno nel loro territorio.
Si insiste sulla necessità di prendere visione del piano strategico quinquennale per poter individuare delle linee guida essenziali sulle quali realizzare la collaborazione e dall’altra parte Coco Bertin Mowa promette di inviarlo tradotto in italiano.
L’incontro si conclude in un clima di sincera convivialità e con la promessa di mantenere vivo il contatto tra tutti gli enti rappresentati. L’invito esteso a tutti i presenti da parte del camerunense a partecipare alla giornata nazionale del bastone bianco in Camerun in programma per il 15 ottobre ha dimostrato, ancora una volta, qualora fosse stato necessario, lo spirito di grande amicizia sugellata con la riunione alla quale sarà sicuramente dato seguito.

Antonio Francesco D’Alema

Mario Barbuto e Coco Bertin Mowa

Mario Barbuto e Coco Bertin Mowa

Corso internazionale sull’occupabilità giovanile

Dal 19 al 21 maggio 2016 si terrà a Tirrenia (PI), presso l’Hotel Olympic Beach-Le Torri, il secondo corso di formazione internazionale sull’occupabilità dei giovani, organizzato dall’Unione Europea dei Ciechi (E.B.U.) e animato dai formatori Vanessa Cascio e Jasper Ebels. L’U.I.C.I. ha collaborato a stretto contatto con l’E.B.U. per l’individuazione dei partecipanti italiani. L’obiettivo del corso di formazione è quello di rafforzare la capacità dei giovani non vedenti di trovare e mantenere un’occupazione, mettendo a punto delle tecniche e delle strategie per proporsi sul mercato del lavoro con maggiore sicurezza e con gli strumenti più adeguati. Una novità rispetto al corso che si tenuto nel 2015 sarà la sezione dedicata alla comunicazione non verbale e alle tecniche da utilizzare durante i colloqui di lavoro.
I partecipanti al corso trasmetteranno poi le conoscenza acquisite durante una serie di brevi sessioni di formazione che saranno organizzate dall’U.I.C.I. sul territorio nazionale entro la fine dell’anno.

V.I.S.I.ON: consapevolezza di sé attraverso le arti sceniche, di Francesca Sbianchi

Autore: Francesca Sbianchi

V.I.S.I.ON (Visual Impairment Social Inclusion ON) è un progetto di durata biennale finanziato dalla Commissione Europea attraverso il Programma Erasmus+, il cui primo incontro si è tenuto in Bulgaria nel dicembre 2014. Il progetto, gestito da un consorzio che comprende organizzazioni e associazioni provenienti da Belgio, Bulgaria, Italia, Lussemburgo e Regno Unito ed è sostenuto da Unione Europea dei Ciechi e U.I.C.I. in qualità di partner associati, si propone di creare un programma partecipativo di arti sceniche utile a promuovere nei giovani con disabilità visiva una maggiore sicurezza e fiducia in se stessi, in particolare nell’espressione fisico-corporea e verbale, incoraggiandoli a realizzare le proprie aspirazioni e a rafforzare le proprie abilità.
V.I.S.I.ON intende così mettere a punto un metodo che insegni a riconoscere e a sviluppare la consapevolezza di sé e dello spazio circostante utilizzando il teatro, il movimento e il contatto fisico ed interagendo con il palcoscenico, la musica, i suoni della natura e della strada. I formatori sono esperti di tecniche teatrali, psicologi, educatori e tiflopedagogisti.
In ogni paese partner si sono svolti workshop teatrali organizzati in più weekend, dal venerdì alla domenica per tre ore al giorno. La settimana conclusiva di workshop, tenutasi a Palermo dal 28 marzo al 2 aprile 2016, ha visto la partecipazione di oltre 50 giovani con disabilità visiva, 50 tra esperti e formatori e 5 direttori di teatro provenienti dai paesi del consorzio, che hanno potuto condividere un’esperienza teatrale congiunta e internazionale.
I risultati della prima parte del progetto possono essere letti nei report nazionali basati sulle esperienze personali dei partner e sulle buone pratiche evidenziate in queste realtà locali. Tali report dimostrano la relazione positiva tra il mondo della disabilità visiva ed il teatro.1 Grazie al rapporto transnazionale, invece, è possibile individuare i punti in comune, soprattutto pratici, tra tutte le esperienze vissute nei differenti paesi.2 Lo stato scientifico dell’arte presenta ed analizza la prospettiva psicologica, tiflopedagogica e teatrale degli esperti che hanno preso parte ai vari incontri del progetto V.I.S.I.ON.3
Il 10 giugno p.v. si terrà a Sofia, capitale della Bulgaria, una conferenza nella quale verranno presentati i risultati raggiunti dal progetto e numerosi altri documenti e materiali che evidenziano l’impegno ed il lavoro svolto in questi anni. In attesa della pubblicazione del report finale del progetto V.I.S.I.ON sulle tecniche teatrali applicate al mondo della disabilità visiva, è possibile consultare la pagina facebook “Vision Erasmus+” ed i numerosi video dei vari incontri sia sul sito internet “www.vision-erasmusplus.eu sia sul canale youtube “visi-ON”.

Francesca Sbianchi

1 Italia: http://www.vision-erasmusplus.eu/telecharger/ItaliannationalreportVISIONinIT.pdf
2 http://www.vision-erasmusplus.eu/telecharger/TRANSNATIONALREPORT02.05.2015.pdf
3 http://www.vision-erasmusplus.eu/telecharger/Scientific_State_of_the_Art_ITA.pdf

Opportunità di Servizio Volontario Europeo a breve termine in Belgio (prima scadenza 16 maggio 2016)

L’associazione Lunaria, che si occupa da molti anni di mobilità giovanile europea, ha chiesto la collaborazione dell’UICI per individuare un giovane con disabilità visiva che voglia  fare un’esperienza di breve durata nel quadro del Servizio Volontario Europeo (SVE) a Chevetogne, in Belgio. Il ragazzo o la ragazza selezionata farebbe parte dello staff di volontari che si occuperà della preparazione e dello svolgimento di un progetto-vacanza estiva per persone con lieve disabilità intellettiva, condividendo con gli operatori e gli utenti ogni momento della giornata: pasti,  attività ricreative (escursioni, giochi, feste) e visite culturali. La persona selezionata potrà scegliere se svolgere l’attività succitata dal 24 luglio al 2 agosto 2016 o dal 2 all’11 agosto 2016.
Le condizioni per la candidatura sono le seguenti:
* Età compresa tra i 18-30 anni
* Esperienza precedente all’estero preferibile ma non necessaria
* Conoscenza almeno di base della lingua francese
mentre le condizioni economiche di partecipazione sono le seguenti:
* Spese di vitto, alloggio e assicurazione coperte dal finanziamento del Programma Erasmus+
* Spese di viaggio (a/r) coperte per un max 275 €
* Contributo al volontario di 60 € per le piccole spese
Non è prevista la presenza di un assistente personale, ma lo staff presente allo scambio sarà disponibile a facilitare l’inclusione del volontario non vedente e a supportarlo perché possa dare un contributo fattivo al progetto. E’ comunque necessario che il volontario SVE abbia spirito di adattamento, un buon grado di autonomia ragionevolmente compatibile con la sua disabilità visiva, e buona motivazione personale a impegnarsi in questo tipo di attività.
Si consiglia di leggere con attenzione l’allegata scheda descrittiva del progetto in lingua inglese per prendere conoscenza degli ulteriori dettagli logistici e amministrativi.
Per candidarsi gli interessati dovranno compilare
– una lettera di motivazione in lingua francese
– la scheda allegata
e farle pervenire all’Ufficio Relazioni Internazionali dell’UICI all’indirizzo email inter@uiciechi.it entro il 16 maggio 2016. Qualora per quella data non fosse stato individuato il candidato adatto verranno  valutate candidature pervenute successivamente alla data succitata.

Lettera aperta sui negoziati relativi alla proposta di direttiva UE sull’accessibilità dei siti web

L’intero movimento della disabilità europeo, insieme a molte altre associazioni europee, ha rivolto una lettera aperta ai ministri che si occupano di politiche digitali per chiedere che la Direttiva sull’accessibilità dei siti web degli enti pubblici, attualmente oggetto di negoziati, non venga indebolita da eccezioni che porterebbero alla discriminazione e alla marginalizzazione delle persone con disabilità nella società.

L’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ONLUS chiede al Governo italiano di sostenere l’appello del movimento europeo della disabilità in sede dei negoziati in corso al fine di tutelare i diritti e le libertà fondamentali delle persone con disabilità nella futura realtà digitale.

Lettera Aperta

Ai:
Ministri delle Politiche Digitali di tutti i paesi membri dell’UE
Presidenti delle Commissioni Parlamentari Nazionali delle Politiche Digitali
Rappresentanti Permanenti di tutti i paesi membri dell’UE

In copia:
Al Rappresentante Permanente della Presidenza Olandese
All’Eurodeputata Dita Charanzova, Relatrice
All’Eurodeputata Vicky Ford, Presidente Commissione IMCO
Membri dell’Intergruppo del Parlamento Europeo sulla Disabilità del Parlamento Europeo
Membri dell’Intergruppo del Parlamento Europeo sull’Invecchiamento e sulla Solidarietà tra le Generazioni
Roberto Viola, Direttore DG Connect, Commissione Europea

10 Marzo 2016

Oggetto: Negoziati Trilogo sulla proposta di direttiva UE COM(2012)0721 relativa all’Accessibilità dei siti web degli enti pubblici

Le scriventi organizzazioni rappresentative delle persone con disabilità intendono sollevare pubblicamente le loro preoccupazioni create dalle recenti proposte del Consiglio di ridurre significativamente il campo di applicazione della sopracitata direttiva europea.
Ci opponiamo fortemente alle deroghe proposte dal Consiglio, le quali impedirebbero a milioni di cittadini di accedere a contenuti digitali ed a servizi che ogni cittadino, ad oggi, considera scontati. Chiediamo agli Stati Membri di garantire agli 80 milioni di persone con disabilità e ai 150 milioni di persone anziane che vivono nell’UE un accesso paritario al mercato unico digitale ed ai servizi pubblici online forniti a tutti i cittadini dell’UE.
La parità di accesso all’informazione è un diritto umano sancito dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti delle Persone con Disabilità (UNCRPD). La parità di accesso ai servizi pubblici online, a prescindere dal soggetto fornitore degli stessi, è un diritto di ogni cittadino europeo.
Non è accettabile adottare una normativa che potrebbe negare a milioni di cittadini l’accesso al mondo digitale in cui oggi viviamo. Non è accettabile legittimare barriere digitali che precludono l’accesso all’occupazione. Non è accettabile escludere milioni di persone dalla piena partecipazione nella società.
Affinché la Direttiva porti un reale cambiamento nella vita delle persone devono essere rispettati i seguenti requisiti essenziali:
Tutti i siti web degli enti pubblici ed i siti che forniscono servizi pubblici dovrebbero essere accessibili a tutti, anche quando questi servizi vengono prestati soggetti privati.
La maggior parte dei contenuti digitali è ormai accessibile sui dispositivi mobili e attraverso le applicazioni, per tanto la Direttiva deve garantire sia l’accessibilità al web mobile sia alle applicazioni mobili.
Poiché la maggior parte delle procedure online richiedono l’interazione con documenti prelevabili questi ultimi devono essere accessibili.

Inoltre, riteniamo che l’accessibilità debba essere un prerequisito quando il denaro pubblico venga utilizzato per finanziare lo sviluppo dei siti web, dei contenuti digitali, delle app mobili, altri contenuti digitali o software, in linea con i requisiti della UNCRPD e con la Direttiva UE del 2014 sugli Appalti Pubblici. I fondi pubblici non dovrebbero essere mai utilizzati per finanziare contenuti non accessibili.
La frammentazione tra i regolamenti e gli standard nazionali riduce i benefici del mercato unico digitale per le aziende, per i consumatori con disabilità e per i consumatori anziani. È invece necessario un approccio omogeneo per aumentare i benefici sociali, ridurre i costi e stimolare l’innovazione. Più eccezioni verranno incluse nella Direttiva e più il suo ambito verrà ristretto, meno sarà efficace l’armonizzazione.
Chiediamo, inoltre, che i Ministri assicurino che le disposizioni della Direttiva siano articolate e complementari a quelle nell’Atto Europeo sull’Accessibilità. E’ di primaria importanza che nessun servizio di interesse generale o essenziale venga escluso.
Le tecnologie stanno convergendo. Il web, il non web e i software si interconnettono in ogni momento. Nel 2014 è stato adottato uno standard europeo sull’accessibilità delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (EN 301 549), il quale dovrebbe essere utilizzato integralmente ai fini della presente Direttiva.
Affinché questa Direttiva faccia la differenza e abbia un impatto significativo, gli utenti devono avere un effettivo diritto al ricorso. Un’attuazione concreta dovrebbe quindi prevedere degli appositi enti nazionali di esecuzione, nonché sanzioni efficaci, proporzionate e dissuasive.
Sollecitiamo, pertanto, i Ministri a dare ai loro team negoziali le opportune istruzioni per sostenere i diritti di tutti i cittadini al momento di discutere con i membri del Parlamento Europeo le disposizioni della Direttiva sopracitata.
Crediamo che i Governi debbano garantire a tutti di poter beneficiare della rivoluzione digitale. Non c’è motivo di creare nuove barriere nel mondo digitale quando molte persone con disabilità e molte persone anziane le affrontano già nella realtà fisica. Sollecitiamo i Ministri a cogliere questa opportunità unica di fare la differenza per la vita di milioni di cittadini con disabilità e di persone anziane, persone che devono beneficiare di un più ampio accesso ai servizi pubblici digitali al fine di godere dei loro diritti fondamentali, così come del loro diritto alla libertà di circolazione e alla fruizione di servizi nel mercato interno europeo. Invitiamo i Ministri a rendere pienamente inclusivo il nostro futuro digitale collettivo e a non deludere i cittadini europei.
Nessuno deve essere lasciato indietro.

Firmatari:

Yannis Vardakastanis
President, European Disability Forum

Anne Sophie Parent
Secretary General, AGE Platform Europe

Stephen Russell Secretary General, ANEC
Wolfgang Angermann
President, European Blind Union

Markku Jokinen
President, European Union of the Deaf

Marcel Bobeldijk
President, European Federation of Hard of Hearing People

Kapka Panayotova
President, European Network of Independent Living
Zsuzsanna Szilvasy
President, Autism Europe

Boris Sustarsic
President, European Alliance of Neuromuscular disorders association

Sonia Zamora
President, European Federation of Parents of Hearing Impaired Children

Michael Kalmár
Chairman, European Dyslexia Association
Lieke Zaeyen
Vice President, Action Européenne des Handicapés

Teresa Amat
President, European Association of Cochlear Implant Users

Lieven Bauwens
Secretary General, International Federation for Spina Bifida and Hydrocephalus

Maureen Piggot
President, Inclusion Europe

Olga Kalina
Chair, European Network of (Ex)Users and Survivors of Psychiatry

Miguel Ángel García Oca
President, International Federation of Persons with Physical Disabilitity

Jean-Luc Simon
Chair, Disabled Peoples’ International European Region

Christina Fasser
President, Retina International

Ricard López
President, European Deafblind Network

Comunicato stampa dall’Unione Mondiale dei Ciechi: Giornata Internazionale della Donna

Toronto, 8 Marzo 2016: la Giornata Internazionale della Donna spinge tutti noi a riflettere sull’importanza della parità di genere, a celebrare i successi delle donne e a riflettere su quanto ancora sia necessario fare. “Considerando che le donne costituiscono più del 50% della popolazione mondiale e che spesso rappresentano il principale collante per la famiglia e la comunità, molto ancora rimane da fare per garantire pari diritti in ogni ambito della vita”, afferma Maryanne Diamond, presidente uscente dell’Unione Mondiale dei Ciechi (WBU) e attuale presidente dell’Alleanza Internazionale della Disabilità (IDA).

Per vivere in condizioni pari a quelle delle altre donne e degli uomini è necessario che vengano operati interventi specifici per garantire alle donne non vedenti l’accesso alle informazioni, all’assistenza sanitaria, ai diritti riproduttivi, all’istruzione e all’occupazione, nonché la partecipazione in tutti gli ambiti della vita della comunità. Per esempio, l’accesso delle donne non vedenti alle informazioni, in particolare  riguardo gli aspetti sanitari e riproduttivi, è una questione molto importante; proprio come le donne vedenti vogliono aver accesso a informazioni il più possibile aggiornate sulla salute e sulla genitorialità, così lo vogliono le donne cieche; tuttavia, a differenza delle donne vedenti, la maggioranza delle donne non vedenti non ha accesso alla vasta gamma di materiali disponibili a causa della inaccessibilità dei documenti a stampa, specialmente dei testi contenenti  nozioni di riferimento. Meno del 10% dei documenti a stampa sono disponibili in formato accessibile e nei paesi in sviluppo la percentuale è spesso inferiore all’1%. Con il giusto supporto e adeguate informazioni, le donne non vedenti sono capaci di crescere i propri figli e prendersi cura della famiglia esattamente come le donne vedenti.

Un modo per migliorare l’accesso alle informazioni delle donne non vedenti è  promuovere la ratifica e l’attuazione del Trattato di Marrakech. Questo trattato renderà possibile la pubblicazione in formato accessibile  di un numero maggiore di libri e materiali a stampa e consentirà alle organizzazioni di/per persone non vedenti di condividere a livello transnazionale il proprio materiale librario, permettendo  alle donne cieche e ipovedenti di tutto il mondo di accedere a una più ampia gamma di materiali a stampa.

Le giovani cieche e ipovedenti si confrontano inoltre con la mancanza di accesso alle informazioni, specialmente nei paesi in  sviluppo, nei quali meno dell’1% delle giovani con vedenti riceve un’istruzione completa. La maggior parte dei sistemi educativi inclusivi dei paesi in sviluppo non possiede le risorse o gli insegnanti specializzati necessari per garantire percorsi educativi efficaci ai bambini ciechi, cosa che spesso comporta che la  migliore opzione sia una scuola speciale. Le famiglie, però, sono spesso riluttanti a mandare le proprie figlie non vedenti in queste strutture, molto più che i figli non vedenti maschi. Questa esitazione è dovuta alla paura di mandare le proprie figlie in una scuola in città, in particolare se si tratta di bambine e giovani residenti in zone rurali, nonché allo scarso valore attribuito all’istruzione femminile. Molte famiglie non sono consce del fatto che le giovani e le donne non vedenti possono aver accesso a opportunità di lavoro regolarmente retribuito e possono essere membri attivi e produttivi delle loro comunità. L’accesso alle informazioni e l’istruzione sono strumenti fondamentali perché queste opportunità diventino tangibili, dunque dobbiamo adoperarci affinché vengano superate le molteplici barriere all’informazione e all’istruzione con cui si confrontano le bambine e le donne non vedenti.

Potrete trovare ulteriori informazioni sul Trattato di Marrakech sulla nostra pagina dedicata:

http://www.worldblindunion.org/English/our-work/our-priorities/Pages/right-2-read-campaign.aspx

L’Unione Mondiale dei Ciechi è l’organizzazione che rappresenta in tutto il mondo circa 285 milioni di persone cieche e ipovedenti. I suoi membri si trovano in più 190 paesi e sono organizzazioni gestite da persone non vedenti che difendono i propri diritti e interessi, organizzazioni che forniscono servizi a queste persone, ma anche organizzazioni internazionali che lavorano nel campo della disabilità visiva. Visitate il nostro sito internet www.wbu.ngo.

Per ulteriori informazioni si può contattare:

Unione Mondiale dei Ciechi (WBU)

Caitlin Reid

Coordinatore della comunicazione

Caitlin.Reid@wbu.ngo

 

Soggiorno-studio in Spagna per il perfezionamento della lingua inglese (scadenza mercoledì 25 maggio 2016)

La O.N.C.E. (Organizzazione Nazionale Spagnola dei Ciechi) ha programmato anche per quest’anno un soggiorno-studio per il perfezionamento della lingua inglese che si svolgerà presso il suo Centro di Risorse Educative di Pontevedra (Spagna) dal 1 al 12 agosto 2016. Il giorno di arrivo sarà il 31 luglio nel pomeriggio e il giorno di partenza sarà il 12 agosto nel pomeriggio. Potranno candidarsi per la partecipazione al soggiorno giovani ciechi o ipovedenti di età compresa tra i 15 e 17 anni (che abbiano già compiuto 15 anni alla data del 31 luglio 2016 e non abbiano ancora compiuto 18 anni alla data del 12 agosto 2016) già in possesso di un livello di lingua inglese B1 – B2. Durante il soggiorno i partecipanti seguiranno un corso intensivo di inglese di livello intermedio-alto (60 ore), oltre a partecipare a varie attività ludico-sportive e culturali.
A carico dei partecipanti sono previste le spese di viaggio dal luogo di residenza fino all’aeroporto di Vigo, che è l’aeroporto più vicino a Pontevedra, e ritorno. Le spese di soggiorno, di studio e il transfer dall’aeroporto di Vigo a Pontevedra e viceversa sono a carico della O.N.C.E.
Come requisito imprescindibile, il possesso delle abilità linguistiche per accedere al corso dovrà essere attestato dall’insegnante di lingua inglese della scuola di provenienza di ciascun candidato sulla base dello schema grammaticale allegato alla presente. Per garantire la partecipazione di candidati adeguatamente qualificati, si invita caldamente a inviare unicamente le candidature di quei ragazzi che possiedano effettivamente il livello di competenza linguistica indicato. In fase di selezione, sarà comunque somministrato ai candidati un test scritto a distanza e gli idonei verranno contattati telefonicamente da un esaminatore per una verifica ulteriore del livello di conoscenza della lingua inglese.
Altra condizione importante per la partecipazione al soggiorno-studio è essere in possesso di una ragionevole autonomia nelle attività della vita quotidiana e nella mobilità (ossia la capacità di muoversi in un ambiente dopo averlo conosciuto).
I candidati dovranno far pervenire all’Ufficio Affari Internazionali di questa Unione la seguente documentazione entro mercoledì 25 maggio p.v.:
– dichiarazione di assenso da parte dell’esercente la potestà parentale alla candidatura del/la ragazzo/a al soggiorno-studio di cui al presente comunicato, completata dai dati anagrafici e della disabilità visiva del candidato (diagnosi come da verbale di accertamento sanitario dell’invalidità civile), da un numero di telefono e un indirizzo e-mail di contatto. E’ importante notare che il corso è destinato a giovani ciechi o ipovedenti come definiti negli articoli  2, 3, 4,  5 e 6 della legge 3.4.2001, n. 138)
– attestato dell’insegnante di lingua inglese della scuola di provenienza del candidato relativo al buon grado di possesso da parte di quest’ultimo delle competenze linguistiche indicate nell’allegato schema. L’attestato, che deve essere sottoscritto dall’insegnante e che può essere rilasciato su carta libera, deve indicare in maniera leggibile: nome e cognome dell’insegnante, nome e tipo di scuola frequentata dal candidato, anni di studio della lingua inglese del candidato presso quell’istituto.
– copia di eventuali certificati o diplomi che attestino lo studio della lingua inglese da parte del candidato anche presso altri istituti (scuole di lingue, etc.) con l’indicazione del livello del corso frequentato.

Comunicato stampa dall’Unione Mondiale dei Ciechi – Giornata Mondiale del Braille 2016

Toronto, 4 Gennaio 2016: Il 4 gennaio di ogni anno viene celebrata la Giornata Mondiale del Braille per onorare Louis Braille e l’importanza della sua invenzione: il sistema Braille. Nato in Francia nel 1809, Louis Braille aveva perso la vista a 3 anni in conseguenza di una ferita agli occhi, ma la sua disabilità non gli impedì di intraprendere e completare i suoi studi con successo. Tuttavia, gli ostacoli incontrati nel suo percorso educativo, dovuti ai limitati strumenti di lettura e scrittura messi a disposizione delle persone cieche e ipovedenti, stimolarono Louis Braille, mentre era ancora uno studente, a creare un nuovo sistema di lettura e scrittura per i ciechi. Egli ideò un codice semplice ma versatile, utilizzando punti a rilievo per rappresentare numeri e lettere, che prese il suo stesso nome: Braille. Per ulteriori informazioni su Louis Braille, potrete trovare ulteriori notizie in lingua inglese al seguente link della Fondazione Mondiale del Braille: www.worldbraillefoundation.com/aboutbraille.htm.
L’invenzione del Braille ha cambiato l’approccio alla lettura delle persone cieche e ha permesso loro di conquistare una maggiore autonomia negli studi contribuendo ad aumentare le loro competenze personali e la possibilità di condurre una vita autonoma e appagante. Anche la Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti delle Persone con Disabilità (CRPD) riconosce l’importanza del Braille, menzionandolo esplicitamente in vari articoli, tra cui gli Art. 2, 9, 21 e 24. Il testo della CRPD esalta il Braille come un mezzo di comunicazione per i non vedenti che rappresenta inoltre un sostegno importante alla riuscita della loro inclusione sociale. Sono tuttavia necessarie una grande diffusione dell’insegnamento del Braille e un’ampia disponibilità di documenti trascritti con questo metodo di letto-scrittura per far sì che il Braille dia un contributo concreto al miglioramento la vita delle persone cieche e ipovedenti.
I ciechi e gli ipovedenti sono profondamente preoccupati dall’osservare, in particolare tra gli educatori e a livello governativo, la riduzione dell’insegnamento e dell’utilizzo del braille e degli investimenti ad esso relativi, a causa del fatto che si ritiene che tecnologie come l’e-book e i lettori di schermo possano sostituire il Braille. Questo è un problema sentito a livello mondiale, che riguarda sia i paesi sviluppati sia quelli in sviluppo. In Regno Unito, ad esempio, solo il 4 % dei bambini e dei giovani ciechi e ipovedenti tra i 5 e i 16 anni sa leggere il Braille, ovvero solo 850 ragazzi su oltre 25.000. Il Braille è inoltre l’unico metodo non tecnologico di letto-scrittura equivalente alla scrittura in nero e così coloro che non possono permettersi l’acquisto degli ausili tecnologici più aggiornati quasi sicuramente andranno incontro a gravi conseguenze legate alla riduzione dell’insegnamento del Braille e della disponibilità di materiali trascritti in questo formato. È importante tenere a mente che i sistemi tradizionali conservano la loro utilità fondamentale anche quando vengono introdotte delle nuove tecnologie.
L’Unione Mondiale dei Ciechi (WBU) vuole sottolineare che gli altri formati accessibili, compresi quelli che prevedono l’utilizzo di ausili tecnologici, non sono dei sostituti del Braille, ma devono essere considerati piuttosto come una sua integrazione. Proprio come gli audiolibri o gli e-book non possono sostituire per i vedenti i libri cartacei, allo stesso modo i libri in Braille non possono essere completamente sostituiti in quanto hanno un ruolo fondamentale nei percorsi di formazione e di riabilitazione delle persone con disabilità visiva che siano davvero efficaci. L’importanza del Braille non trova migliore descrizione che nelle parole di Pedro Zurita, ex Segretario Generale dell’Unione Mondiale dei Ciechi, che ha scritto:
“E sai cosa ti dico, Louis?…Io metto in mostra la tua invenzione ovunque. Leggo utilizzando il sistema che hai inventato; in piedi, sdraiato, seduto, in ogni posizione…Perché il tuo codice, Louis, ha conferito a tante, tantissime persone non vedenti – tra le quali, naturalmente, me stesso – dignità, autonomia e molte ore di incomparabile piacere spirituale”.
(Clicca sul seguente link per scaricare “Una lettera a Louis Braille” di Pedro Zurita: http://www.worldblindunion.org/English/resources/Pages/Braille-Information.aspx).
Nella Giornata Mondiale del Braille 2016, la WBU fa appello ad alcuni soggetti specifici affinché facciano la loro parte nel garantire che l’insegnamento del Braille e i relativi investimenti continuino a rimanere una priorità:
Esortiamo le Nazioni Unite e le organizzazioni correlate come l’UNESCO a intensificare le iniziative per la promozione del Braille, così come previsto nella Convenzione dell’ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità.
Facciamo appello a tutti gli Stati parti perché si assumano quelle responsabilità attribuite loro dalla Convenzione ONU, nello specifico:
Favorire un più facile accesso ai materiali Braille
Promuovere l’apprendimento del metodo di lettura e scrittura Braille presso quei bambini, quei giovani e quegli adulti ciechi e ipovedenti che potrebbero trarre beneficio da esso
Garantire la formazione di professionisti specializzati nell’insegnamento del Braille e assicurare la produzione di materiali adattati in Braille
Chiediamo a tutte le organizzazioni che fanno parte della WBU, agli educatori, ai professionisti che si dedicano alle persone non vedenti e alle stesse persone con disabilità di promuovere l’utilizzo del Braille in tutti gli aspetti della vita politica, sociale, economica, culturale e civile.
L’Unione Mondiale dei Ciechi (WBU) è l’organizzazione che rappresenta in tutto il mondo circa 285 milioni di persone cieche e ipovedenti. I suoi membri sono presenti in più di 190 paesi e sono organizzazioni gestite da persone non vedenti che difendono i propri diritti e interessi, organizzazioni che forniscono servizi a queste persone e organizzazioni internazionali che lavorano nel campo della disabilità visiva.
Per ulteriori informazioni contattare:
Unione Mondiale dei Ciechi (WBU)
Caitlin Reid
Coordinatore della Comunicazione
Caitlin.Reid@wbu.ngoHYPERLINK “mailto:Caitlin.Reid@wbu.ngo”?