Il Camerun e l’Italia ora saranno più vicini, di Antonio Francesco D’Alema

Autore: Antonio Francesco D’Alema

Nella mattinata del 27 maggio scorso si è svolto presso l’Istituto dei Ciechi “Francesco Cavazza” di Bologna l’incontro tra il Presidente dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti Mario Barbuto e Coco Bertin Mowa, Presidente di un’associazione camerunense che potremmo, a buon titolo, definire l’omologa della UICI italiana. L’acronimo dell’associazione di cui si parla è CJARC e sta per “ Club des Jeunes Aveugles Rehabilités du Cameroun” che tradotto dal francese suonerebbe più o meno come “Associazione dei giovani ciechi riabilitati del Camerun”.
Ma facciamo un paio di passi indietro per risalire alla genesi di questo incontro che è il frutto di una serie di relazioni intessute dalla sezione ferrarese della UICI con i rappresentanti dell’associazione africana per il tramite di un cittadino camerunense residente a Ferrara .
Come si arriva quindi all’incontro tra queste due realtà associative che sono così fisicamente distanti eppure così vicine nei loro obiettivi e nel loro operato?
Nei primi mesi del 2016 Vincent Mouafo che vive nella città estense da più di 12 anni si avvicina all’Unione locale proprio con l’intento di fare da ponte tra il Presidente del CJARC Coco Bertin Mowa e l’associazione ferrarese, anche in vista di un futuro incontro essendo per altro già in programma una tappa in Italia nell’ambito di un tour mondiale dello stesso. In questa circostanza i rappresentanti della UICI di Ferrara e specificamente la Presidente Alessandra Mambelli e il consigliere delegato Renzo Rimessi, accogliendo con entusiasmo l’ospite e le sue nobili intenzioni, dimostrano interesse e disponibilità ad avviare un percorso di collaborazione. A questo punto la sezione ferrarese si attiva al fine di capire in quale forma possa realizzarsi la proposta di cooperazione avanzata dai camerunensi e si pensa ad una sorta di gemellaggio che però non trova precedenti nella storia dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, che pure ha conosciuto altre forme di relazioni internazionali con enti omologhi anche africani. Si vuole ispirare il rapporto tra i due enti ad una collaborazione fattiva articolandolo anche sulla base della direttrice dello scambio di materiale che possa essere utile ai non vedenti africani, come ad esempio bastoni bianchi e tavolette Braille.
Viene così coinvolto anche il livello regionale e nazionale della Unione e si arriva a fissare un incontro con il Presidente Nazionale UICI Mario Barbuto per il 27 maggio approfittando del viaggio di Coco Bertin Mowa in Europa e il suo programmato soggiorno a Ferrara in quei giorni. Questo incontro è stato preceduto, in verità, da una visita che la delegazione camerunense ha fatto alla sezione ferrarese della UICI nel pomeriggio del giorno antecedente e poi in serata da un’altra iniziativa aperta alla cittadinanza in cui il camerunense presentava la sua associazione e l’attività che svolge da quasi 30 anni nel Paese africano. A tale incontro ha presenziato anche l’assessore con delega alla sanità, ai servizi alla persona e all’immigrazione del Comune di Ferrara Sapigni la quale ha salutato con favore l’inizio di un rapporto collaborativo offrendo per quanto di sua competenza tutto il sostegno necessario.
All’incontro presso l’Istituto Cavazza del giorno successivo hanno preso parte, oltre al Presidente Nazionale Barbuto e alla delegazione ferrarese della UICI -composta dalla Presidente, dal Consigliere Delegato, dal sottoscritto in veste di tirocinante presso la stessa sede- il Presidente del Consiglio Regionale UICI-Emilia Romagna Marco Trombini, Fernando Torrente rappresentante dell’Istituto Cavazza, Assia Andrao e Simone Bandini in rappresentanza dell’ associazione RetinaItalia.
Le due ore in cui si è svolto l’incontro sono state molto proficue da più punti di vista. Innanzitutto, in generale, è stato utile da parte di Coco Bertin Mowa aver illustrato la situazione dei non vedenti nel continente nero e in Camerun in particolare, dal momento che quella è una realtà così drammatica da essere stata paragonata alla condizione dei minorati della vista in Italia prima degli anni ’50, che li vedeva relegati ai margini della società e spesso e volentieri sul sagrato di una chiesa elemosinando qualche lira per poter tirare a campare come meglio si poteva.
In secondo luogo è stato fondamentale aver sviscerato le attività in cui il CJARC è impegnato da diversi anni soprattutto ma non solo nella capitale camerunense Yaoundé. Queste attività si possono riassumere in due ambiti principali, ovvero da un lato l’istruzione dei bambini ciechi e dall’altro la formazione professionale dei non vedenti adulti. L’associazione africana nata nel 1988 e dal 2013 riconosciuta come ONG ha, infatti, al suo interno una scuola primaria ospitante 217 alunni, non vedenti, dislessici ma anche normodotati, realizzando così uno dei principi cardine ispiratori dell’associazione e cioè l’integrazione sociale dei disabili.
L’importanza e la forza dell’associazione CJARC hanno costretto le istituzioni pubbliche camerunensi a tenerla in debita considerazione e infatti, di recente, Coco Bertin Mowa ha incontrato il ministro delle poste e delle telecomunicazioni oltre che quello degli affari sociali per iniziare a percorrere una strada in comune a favore dei disabili della vista. E’ stato approntato dal CJARC un piano strategico quinquennale 2016-2020 con l’intento di disegnare le linee guida su cui lavorare per migliorare la condizione dei ciechi camerunensi. Una delle principali direttrici su cui è richiesto l’impegno delle autorità pubbliche nel Paese africano è, senza dubbio, il potenziamento della dotazione di materiale di cui necessitano, sia esso elettronico che non, come bastoni bianchi, tavolette braille e via dicendo. L’altro punto essenziale è sicuramente quello di far fronte all’esigenza di formare dei volontari in loco che possano essere d’aiuto nel lavoro svolto dall’associazione.
Nel suo intervento Mario Barbuto dichiara, a nome di tutta l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, la disponibilità ad intraprendere un rapporto di cooperazione con il CJARC ribadendo la necessità di coinvolgere le istituzioni pubbliche di entrambi gli Stati in modo tale che vengano stanziate delle risorse al fine di rendere più efficace l’azione per esempio dei volontari da formare e successivamente inviare in Camerun per dare un apporto concreto all’attività dell’associazione. Retinaitalia propone di avviare una collaborazione che verta anche sull’aspetto della prevenzione della cecità in quel Paese, eventualmente anche provvedendo alla formazione in Italia di medici oculisti camerunensi che poi opereranno nel loro territorio.
Si insiste sulla necessità di prendere visione del piano strategico quinquennale per poter individuare delle linee guida essenziali sulle quali realizzare la collaborazione e dall’altra parte Coco Bertin Mowa promette di inviarlo tradotto in italiano.
L’incontro si conclude in un clima di sincera convivialità e con la promessa di mantenere vivo il contatto tra tutti gli enti rappresentati. L’invito esteso a tutti i presenti da parte del camerunense a partecipare alla giornata nazionale del bastone bianco in Camerun in programma per il 15 ottobre ha dimostrato, ancora una volta, qualora fosse stato necessario, lo spirito di grande amicizia sugellata con la riunione alla quale sarà sicuramente dato seguito.

Antonio Francesco D’Alema

Mario Barbuto e Coco Bertin Mowa

Mario Barbuto e Coco Bertin Mowa