“Scuola: cosa abbiamo fatto, stiamo facendo, possiamo fare”: discutiamone!, di Silvana Piscopo

Autore: Silvana Piscopo

Oggi, mentre passeggiavo con il mio cane guida,(la dolcissima candy), ho incontrato Linda P, mia ex alunna, poi docente di matematica e, successivamente, insegnante di sostegno presso uno dei più noti licei polifunzionali di Napoli; con lei ci eravamo ritrovate, dopo parecchi anni, nell’occasione della stesura del piano educativo individualizzato di 2 allievi ciechi assoluti, seguiti, come tanti altri, dal centro di consulenza tiflodidattico di Napoli ed io svolgevo una funzione di raccordo con la sezione.

Più volte ci siamo trovate su posizioni differenti circa le strategie più efficaci da adottare per  sviluppare capacità di organizzazione degli apprendimenti e incremento delle relazioni con i compagni sia in classe, che oltre la classe.

Abbiamo ripercorso, con ironia,le tappe accidentate, ma con soddisfazione per i risultati conseguiti dai due allievi, attualmente universitari; nel salutarci, la prof. Linda P. nel salutarci, ha ringraziato l’intera sezione di napoli, attraverso di me, perché, invece di adottare una, ormai diffusa pratica fondata sul pregiudizio contro la scuola che non funziona, che discrimina ed abbandona, ha offerto collaborazione con pazienza, costanza e competenza.   

Queste parole mi hanno prodotto un gran sollievo in un  tempo così pesante e carico di confusione, incertezze nelle scelte da fare, nelle attività da offrire a bambini e adolescenti, nelle opzioni di percorsi da indicare a tanti docenti che ci contattano, nel dare risposte a genitori in difficoltà nel seguire figli che non potevano essere, tecnologicamente attrezzati e psicologicamente così solidi per affrontare limiti e specificità del fare scuola a distanza.

E, tuttavia, ho realizzato che la prof. Linda P. ha ragione:

la pazienza nell’ascolto delle ragioni dell’altro, la costanza nel perseguire obiettivi semplici, ma significativi, la competenza nell’indicare percorsi in grado di potenziare capacità individuali e favorire relazioni affettive e di reciprocità tra coetanei, ci hanno consentito di essere punti di riferimento sia come sezione territoriale sia come persone individuali.

Sia come supporto specialistico per quanto riguarda le consulenze tiflodidattiche fornite dall’apposito centro di Napoli. Abbiamo lavorato con continuità dalla metà di marzoin stretta collaborazione tra sezione e centro tiflodidattico e, dopo aver analizzato i bisogni dei ragazzi e bambini attraverso contatti telefonici e risposte a domande semplici, ma mirate, abbiamo orientato insegnanti e genitori, abbiamo coinvolto i responsabili della commissione tecnologie, il gruppo di esperti organizzato presso il Cavazza e tutti hanno contribuito alla soluzione di problemi di gestione delle piattaforme, di carenza di ausili adeguati a poter seguire le lezioni a distanza, a rimodulare programmazione didattica personalizzata.

Allo stato attuale, ormai vicino alla conclusione dell’anno scolastico, ci stiamo preparando ad essere vicini a famiglie e ragazzi su due versanti: quello della proposta di attività ludiche-relazionali e di promozione di abilità in materia di autonomia e mobilità, quello di preparazione ad affrontare la ripresa della scuola che, auspichiamo, si svolga in presenza, ma che, comunque dobbiamo affrontare mettendo i nostri giovani e bambini in condizione di poter gestire al meglio tutto ciò che le tecnologie assistive permettono di realizzare per la crescita dell’indipendenza.

C’è molto cammino da fare, risorse umane e materiali da impegnare, ma anche molto tessuto da ricostruire tra famiglie, docenti, personale scolastico specializzato e non: per quella che è stata la mia esperienza di docente e, poi, di dirigente scolastica non vedente e per questa esperienza che sto conducendo da 5 anni nell’impegno associativo, posso testimoniare che alimentando le conflittualità ad ogni passo di strada tra famiglia e scuola,procedere per generalizzazioni con sfiducia e continue accuse di discriminazioni,si rischia di allontanarci dai traguardi che ci prefigiamo, perché apparire come i perseguitati, non ci rende giustizia e non corrisponde, almeno credo, al grado di integrazione sociale di cui  siamo protagonisti.

Ci serve valorizzare le buone prassi che, nonostante tutto, sono tante e, se utilmente aggregate, possono costituire fonte di merito per chi le attiva e spinta propulsiva per chi le apprende. E, allora? Mettiamocela tutta per costruire ponti ed evitare i muri che separano!

Silvana Piscopo, componente della commissione istruzione nazionale, responsabile istruzione   sezione territoriale di Napoli.

Associazione Italiana Editori – Scuola: parte oggi la campagna degli editori “Il futuro è un libro aperto”

Levi (AIE): “Al centro, il ruolo e la missione degli editori scolastici. Cosa sarebbe successo se nelle case di 8milioni di studenti italiani non ci fosse stato in questa fase di didattica a distanza il libro di testo?”

Il futuro è un libro aperto. Parte oggi, sulla base di questo claim, la campagna dell’Associazione Italiana Editori (AIE) per ribadire la centralità del libro di testo anche in questo momento in cui la scuola è a casa. “Noi editori ci siamo, come sempre – recita la campagna -. Anche a casa il libro è al centro della didattica, nelle mani di insegnanti, studenti e genitori. Il cambiamento rapido e inaspettato ci ha trovato pronti, con due milioni di contenuti digitali d’autore che espandono il libro di testo”.

La campagna durerà una settimana, coinvolgendo i principali quotidiani e i loro siti, oltre ai siti e ai social degli editori scolastici: “Cosa sarebbe successo se nelle case degli oltre 8milioni di studenti italiani non ci fosse stato un libro di testo con tutte le sue espansioni digitali? – ha sottolineato il presidente di AIE, Ricardo Franco Levi –. Con questa campagna ci interessava valorizzare il ruolo fondamentale che gli editori scolastici e i libri di testo stanno svolgendo nello straordinario esperimento che tutte le famiglie ora vivono, quello dell’istruzione a distanza dei loro ragazzi”. “La didattica a distanza – ha commentato il presidente del Gruppo Educativo di AIE, Giovanni Bonfanti – avviene certamente con l’uso del computer o del tablet ma ha alla base il libro di testo con tanti arricchimenti digitali che gli editori hanno offerto agli insegnanti e alla scuola. Si è potuto far fronte all’emergenza didattica anche perché gli editori hanno saputo costruire negli ultimi anni attorno al libro di testo un sistema di materiali digitali (fatti di versioni multimediali dei libri di testo, di esercizi on line, di videolezioni, ecc.) di qualità, validati, efficaci di cui gli insegnanti e gli studenti si sono potuti servire per affrontare dalle proprie case l’emergenza didattica. Molti contenuti digitali erano presenti sulle piattaforme degli editori. A questi si sono aggiunti moltissimi altri contenuti e webinar di formazione disponibili senza costi aggiuntivi in questi giorni di emergenza”.

Locandina Campagna AIE

Locandina Campagna AIE

Ora la scuola è a casa.
Noi editori ci siamo, come sempre.
Anche a casa il libro è al centro della didattica, nelle mani di insegnanti, studenti e genitori.
Il cambiamento rapido e inaspettato ci ha trovato pronti, con due milioni di contenuti digitali d’autore che espandono i libri di testo.
Nell’emergenza di questi giorni e in un futuro più digitale, il libro resta al centro.

Diretta Facebook, canale Ministero dell’Istruzione, Tiflodidattica a distanza, di Mario Barbuto

Autore: Mario Barbuto

Care amiche e cari amici,

dopo aver ospitato ai microfoni di SlashRadio la Ministra Lucia Azzolina, una nuova iniziativa pubblica del Coordinamento dei Centri di Consulenza Tiflodidattica, in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione:

Venerdì 24 Aprile, ore 16.00

sul canale Facebook “MI social” del Ministero dell’Istruzione

i nostri Tiflologi presenteranno alcune esperienze di didattica a distanza realizzate insieme ai ragazzi ciechi, ipovedenti e con disabilità aggiuntive.

Un’occasione importante per dare voce e spazio alle attività dei Tiflologi e al lavoro dei nostri ragazzi che ha già incontrato l’interesse degli esperti ministeriali.

 Per seguire la diretta, collegarsi alla pagina Facebook del Ministero dell’Istruzione “MI Social”.

La nostra SlashRadio e la pagina della Presidenza Nazionale condivideranno la diretta Facebook.

Vi aspettiamo numerosi e interessati, come sempre.

Locandina dell’evento: Nell’immagine dallo sfondo blu, in colonna nella parte sinistra vi sono stilizzate le forme di occhi e cervello mentre la parte destra ospita la scritta “Tiflofifattica a distanza” “Diretta Facebook venerdì 24 aprile 2020”. Nella parte inferiore destra ci sono il logo ufficiale dell’Uici e il logo Uici dedicato al suo Centenario.

Lazio – Al via formazione online rivolta a educatori nidi per bimbi non vedenti

Imparare ad accogliere i bimbi ciechi o ipovedenti negli asili nido, riconoscendo le loro necessità e studiando come riadattare spazi, giochi e attività educative per favorire l’apprendimento e la socializzazione. Sono questi gli scopi del corso di formazione online, completamente gratuito per le educatrici dei nidi pubblici, privati e convenzionati del Lazio, disponibile sulla piattaforma www.formazionesantalessio.it. Il corso è realizzato dal Centro Regionale Sant’Alessio all’interno del progetto “Il nido è di tutti” ed è promosso dalla Regione Lazio, nell’ambito del Pacchetto Famiglia, con l’Asp Asilo Savoia.

“Nonostante la crisi sanitaria in corso – spiega l’assessore alle Politiche sociali, Welfare ed Enti locali, Alessandra Troncarelli – continuano le iniziative promosse dalla Regione Lazio per l’inclusione. L’asilo nido è una tappa fondamentale per lo sviluppo dei bambini. Nella fascia d’età dai 3 mesi ai 3 anni, l’apprendimento avviene grazie allo sviluppo sensoriale: toccare, udire i suoni, muoversi nello spazio e scoprire con la bocca sono esperienze naturali importantissime, soprattutto per i bimbi disabili visivi, e queste esperienze nei nidi vengono indirizzate da personale competente. Questo progetto mira proprio a fornire alle educatrici e agli educatori strumenti ancora più avanzati per favorire l’ingresso negli asili dei piccoli non vedenti. In questo modo, superata l’emergenza Covid-19, quando le attività dei nidi potranno ripartire, potremo garantire nidi maggiormente inclusivi”.

“Un’opportunità di apprendimento che certamente migliorerà l’inclusione dei bimbi con disabilità visiva – fa sapere Amedeo Piva, presidente del Sant’Alessio, Ente pubblico leader nella formazione e riabilitazione di adulti e bambini disabili visivi -. Attualmente solo il 5% dei piccoli non vedenti o ipovedenti frequenta il nido, è importante dire alle famiglie che nei nidi della nostra regione troveranno personale adeguatamente formato per dare a tutti le migliori opportunità di inserimento e prepararli ad affrontare le successive tappe formative”.

Il corso online si compone di 12 moduli, fino a 100 ore di formazione riconosciute con attestato di frequenza. “Le lezioni sono tenute dagli specialisti del Sant’Alessio che hanno peculiare e riconosciuta competenza nel campo di cecità e ipovisione – continua Piva -, offrono una panoramica sugli aspetti della disabilità visiva nella prima infanzia e forniscono indicazioni tiflologiche, psicopedagogiche e strategie per la realizzazione della programmazione educativa. Al termine del corso, le educatrici – aggiunge il presidente del Sant’Alessio – avranno acquisito conoscenze relative alla psicologia dello sviluppo nel bambino con disabilità visiva anche con minorazioni aggiuntive, sapranno adeguare gli strumenti per migliorare l’apprendimento, rilevare le abilità e preparare i bimbi ciechi e ipovedenti alle successive tappe formative”.

“Come sempre l’Asp Asilo Savoia, insieme alla Regione Lazio e al S. Alessio, dimostra che il sistema pubblico dei servizi alla persona è in grado di dare risposte efficaci, innovative e adeguate alle esigenze delle comunità – aggiunge il presidente dell’Asp Asilo Savoia, Massimiliano Monnanni -. L’attuale fase di emergenza sanitaria ci stimola ancora di più nell’elaborazione di soluzione e strumenti di intervento moderni che ci consentiranno, una volta superata l’attuale situazione, di concorrere tutti insieme alla ripresa economico-sociale del Paese”.

Pesaro Urbino – Iniziativa a favore della formazione dei nostri ragazzi, di Maria Mencarini

Autore: Maria Mencarini

La sezione provinciale di Pesaro Urbino ha organizzato specificatamente un servizio di supporto telefonico per docenti, educatori, genitori degli alunni e studenti di tutta la provincia di ogni ordine e grado.

La consulenza gratuita è espletata dai professionisti del centro tiflodidattico I.Ri.Fo.R. Pesaro esperti nella tiflodidattica e nel supporto tecnico informatico per le varie disabilità visive e, nello specifico, anche per bambini e ragazzi con pluriminorazioni anche gravi.

Il servizio è disponibile al numero cellulare 349.5335429 nelle mattine di lunedì e venerdì dalle ore 10 alle ore 13, e lunedì pomeriggio dalle ore 15 alle ore 18.

Il servizio si affianca a quello dello sportello psicologico gratuito già in funzione dai primi giorni di chiusura delle scuole.

Invito quindi genitori e insegnanti ad approfittare di questa opportunità per avere un valido aiuto nella gestione della scuola digitale che non deve lasciare indietro nessuno anche se, purtroppo, stiamo registrando diverse carenze soprattutto nella scuola primaria dove, ovviamente, la presenza fisica è particolarmente importante e predominante.

Raccomando a tutti coloro che leggeranno questa informativa, di contribuire alla diffusione del servizio che aiuterà certamente i nostri ragazzi; vi ringrazio anticipatamente e vi saluto cordialmente.

Servizio di consulenza telefonica “A scuola con voi”

Attraverso il supporto della Commissione Nazionale Istruzione e Formazione, l’Unione ha voluto avviare un servizio di consulenza telefonica “A scuola con voi” per informare e orientare genitori, docenti curriculari e di sostegno, assistenti all’autonomia e alla comunicazione dei nostri bambini e dei nostri ragazzi.

Il servizio è accessibile liberamente chiamando il numero 06 6998 8387.

Il servizio sarà curato e articolato per ordine e grado di scuola e per materia, come segue:

Martedì

Dalle 9:00 alle 11:00, Giuseppe Lapietra

Scuole secondarie di I e II grado

La didattica digitale: testi scolastici digitali, software matematici, applicazioni di utilità scolastica.

Martedì

Dalle 15:00 alle 17:00, Chiara Calisi

Scuole dell’infanzia e primarie

La progettazione didattica.

Mercoledì

Dalle 11.00 alle 13:00, Silvana Piscopo

Scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di I e II grado

Le norme di tutela. Le attività di assistenza dell’UICI e degli Enti collegati all’Associazione. L’organizzazione delle attività didattiche. La preparazione dei materiali di studio. Gli esami conclusivi del primo e del secondo ciclo di istruzione.

Mercoledì

Dalle 15:00 alle 17:00, Giancarlo Abba

Scuole primarie e secondarie di I e II grado

La valutazione psicopedagogica. Lo sviluppo delle autonomie personali. La progettazione didattica.

Giovedì

Dalle 9:00 alle 11:00, Paola Bonanomi

Scuole dell’infanzia e primarie

La valutazione psicopedagogica. Lo sviluppo delle autonomie personali. La progettazione didattica.

Giovedì

Dalle 15:00 alle 17:00, Enzo Bizzi

Scuole primarie e secondarie di I grado – L’adattamento grafico dei testi scolastici: scelta ed organizzazione degli elementi di stampa.

Nei giorni scorsi, come sapete, abbiamo istituito un servizio di supporto tifloinformatico per la gestione delle piattaforme e delle app per la didattica a distanza, fruibile gratuitamente attraverso la pagina: www.cavazza.it/tifloscuolacomputer-help.

Lazio – Tiflodidattica a distanza

IN EMERGENZA, SI TROVANO (E CONDIVIDONO) BUONE PRATICHE DI INTERVENTO

A distanza di due settimane dalla chiusura delle scuole anche la rimodulazione dei servizi scolastici del Sant’Alessio è operativa a pieno regime. I tiflodidatti, ordinariamente impiegati nelle scuole della Regione Lazio, stanno lavorando per proseguire “a distanza” il lavoro con gli studenti disabili visivi di tutte età, in modo da garantire la continuità del lavoro già impostato con lo studente e il mantenimento dei progressi scolastici. Si tratta di un impegno straordinario perché ciascun studente ha esigenze specifiche, modalità di approccio differenti e, in questa situazione di emergenza, il tiflodidatta non solo deve trovare risposte immediate alle peculiari istanze dello studente ma deve intercettare e risolvere il gap imposto dall’intervento educativo a distanza.

La tecnologia, come sempre, è il primo alleato dell’operatore, come pure dello studente disabile visivo. Skype, whatsapp, facetime, sono alcune delle applicazioni più usate per mantenere il contatto diretto tra operatore e studente. Si prosegue l’attività in tutte le discipline di studio: si preparano file audio, si sperimentano formule tecnologicamente più avanzate per lo studio dell’inglese, si continua a studiare matematica con il software lambda e greco con biblos. Le traduzioni dei libri da parte del centro di produzione materiale accessibile proseguono regolarmente e le consegne sono puntuali. Poi vi è quella parte non trascurabile di lavoro che i tiflodidatti devono allestire di concerto con gli istituti scolastici, la pianificazione dell’intervento educativo. Ma l’emergenza dettata dai tempi è anche un’occasione straordinaria per avviare il confronto e scambiare le buone pratiche che ciascun tiflodidatta sperimenta nel proprio lavoro quotidiano. Così sulla piattaforma PRO.MO., dove viene rilevato e pianificato l’intervento educativo per ciascun utente, è stato creato un forum dove i tiflodidatti si scambiano i materiali realizzati per i propri studenti: file audio, dispense e slide che accrescono i materiali a disposizione di tutti, in una importante e fornitissima ausilioteca virtuale, indispensabile in questa fase di emergenza e utilissima quando – si spera presto – recupereremo l’ordinarietà degli interventi nelle scuole e nelle famiglie. 

Alla Mobile Learning Week dell’UNESCO si parla di AI e inclusione

Dal 2 al 6 marzo 2020 si terrà a Parigi l’edizione 2020 della Mobile Learning Week (Settimana dellApprendimento con l’Ausilio di Dispositivi Mobili) dal tema “Intelligenza artificiale e inclusione”. La Mobile Learning Week è l’evento di punta delle Nazioni Unite sulle Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione (TIC) utilizzate nel campo dell’educazione. Le attività previste durante la Settimana si concentreranno sul contributo che l’Intelligenza Artificiale (AI) può fornire a favore dell’inclusione e del pari accesso all’educazione: valori fondamentali alla base degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (OSS). Questo evento di 5 giorni consisterà in una combinazione dinamica di riunioni plenarie di alto livello, workshop, un forum politico e alcune dimostrazioni pratiche.

I quattro argomenti principali che saranno affrontati durante la Mobile Learning Week sono:

  • Come consolidare la cooperazione internazionale per promuovere l’accesso inclusivo all’Intelligenza Artificiale e alle i principalinnovazioni tecnologiche?
  • Come utilizzare l’Intelligenza Artificiale per favorire  l’accesso di tutti alle opportunità di apprendimento di qualità?
  • Come promuovere le innovazioni dell’Intelligenza Artificiale per migliorare i risultati dell’apprendimento? 
  • Come assicurare un utilizzo non discriminatorio ed equo dell’Intelligenza Artificiale per l’apprendimento permanente?

Per maggiori informazioni potete consultare il sito dell’evento all’indirizzo: https://en.unesco.org/mlw

Per iscrizioni alla Mobile Learning Week: https://www.surveygizmo.com/s3/5330424/MLW-2020-Registration-Form-EN-FR

L’inclusione scolastica: croce e delizia, di Antonio Quatraro

Tornando in treno dall’Assemblea dei Quadri ho ripensato alla discussione appassionata di sabato sera sul tema dell’istruzione. Tutti concordiamo nel ritenere che la via maestra per l’emancipazione dei ciechi, come dei popoli, sia l’educazione, la scuola, lo studio, il saper leggere e scrivere. E molti di noi conoscono i risultati dei nostri istituti. Ma conosciamo anche i limiti di quel modello: la separazione dalla famiglia e dal gruppo di coetanei del paese-quartiere, per non citarne altri. È vero che lì, si «imparava ad essere ciechi», come diceva Vincenzo Ventura, per anni preside dell’istituto di Firenze. I nostri migliori insegnanti erano i compagni più grandi. Ma potremmo forse affermare che il personale educativo (i prefetti come li chiamavamo) fossero proprio specializzati? Spesso erano studenti universitari che, per 15 mila lire al mese (siamo negli anni 50-60, più ovviamente vitto e alloggio), dovevano starci dietro, e facevano come potevano. Il nostro sogno è quello di avere personale esperto accanto ad ogni bambino non vedente, ipovedente, pluriminorato. Come il sogno di ogni viaggiatore è quello di avere l’aeroporto nella città in cui abita, il sogno di un ammalato è avere lo specialista nell’ospedale più vicino. Questo è comprensibile, e fra l’altro, rientra nel concetto di diritto alla salute, contenuto nella Convenzione Onu. Però dobbiamo fare i conti con la realtà. E la realtà ci dice che solo 2 bambini su 10 mila soffrono di una disabilità visiva, di vario grado e, eventualmente, associata ad altre minorazioni. Considerando il fatto che, per un buon servizio, occorrerebbero diverse figure, quali: insegnante esperto nelle singole discipline (materie letterarie, scientifiche, lingue straniere, informatica, autonomia e mobilità, manualità, educazione musicale), ci rendiamo conto che un solo insegnante di sostegno non basterebbe.

E ancora: se questo insegnante di sostegno è circondato da una comunità che non riesce a valorizzare lo studente con disabilità visiva e-o con pluriminorazione, oppure se si instaura un meccanismo di delega in bianco all’insegnante di sostegno, questi, per quanto esperto, sarà una voce nel deserto. Molti dei nostri ragazzi e delle nostre ragazze rinunciano ad andare in bagno per l’intera mattinata, e questo perché non si sentono sicuri, preferiscono tenersela (per parlar chiaro) anziché chiedere a chi magari non saprebbe come aiutarli. Se lo studente non vedente non riesce a muoversi con sufficiente libertà, perché l’ambiente è rumoroso, o perché non ci sono percorsi praticabili (zaini dappertutto, gente scalmanata che sfreccia in tutte le direzioni, ecc.), la sfera delle autonomie va in cavalleria! Cosa fare allora? Gettare la spugna? Nemmeno per idea! Ricordiamoci che solo 2 bambini su 10 mila soffrono di una disabilità visiva, e di questi il 30% sono non vedenti totali, 40% ipovedenti e il resto con minorazione aggiuntiva. Ancora una volta il sano realismo dei nostri padri fondatori ci può aiutare. In primis: ci sono decine di casi ben riusciti, si tratta di ragazzi ora laureati, che svolgono un lavoro non tradizionale, che sono soddisfatti ed apprezzati. S. Agostino diceva: «si isti et ista, cur non ego?»: se ce l’ha fatta tizio e caio, perché non ce la posso fare anche io? Cosa scopriamo: che il titolo di specializzazione dell’insegnante conta solo in pochissimi casi, mentre è indispensabile che l’insegnante sia un maestro di vita, che sappia mettersi in gioco, imparare quello che serve e soprattutto essere un educatore di quel bambino e di quella classe; scopriamo che la famiglia che crede in quel bambino, che gli dà regole e se servono rimproveri, che pretende e gratifica, è determinante.

E allora, ed ecco il solito uovo di Colombo: perché non educare i contesti significativi? E quali sono? La famiglia, la comunità scolastica, partendo dal dirigente e includendo gli addetti alla segreteria ed i custodi, che possono fare la differenza, anche nello sviluppo delle autonomie, se solo usano il buon senso. La comunità del territorio (parrocchie, esercizi commerciali, operatori sportivi, culturali, ecc.).

A Firenze, dove vivono molti ciechi da diversi anni, molti commercianti sanno esattamente come essere d’aiuto al cliente cieco, e questo non solo a Firenze, ma là dove l’Unione è presente con le persone, che sanno come porgersi e come insegnare ad offrire l’aiuto giusto, potenziare l’intervento precoce e l’aiuto alle famiglie, rendendole «competenti», ossia aiutando i genitori ad essere bravi genitori, diffondere la cultura della accessibilità. Ad esempio incoraggiando i dirigenti ad includere nella loro offerta formativa, dico a caso la musica, la manualità, il gioco motorio di romagnoliana memoria.

Parliamo dei libri di testo? Potrebbero essere più rispettosi delle potenzialità e dei vincoli connessi con la cecità o con l’ipovisione? Ad esempio, potrebbero contenere anche richieste eseguibili da chi non vede, e non solo «affacciati alla finestra e scrivi in inglese cosa vedi?»; mettere il Braille sotto gli occhi di tutti, per renderlo un fatto «normale»: nei musei, nei luoghi di culto, menù in Braille dove possibile, mezzi di trasporto, come del resto già si fa.

Parliamo degli operatori del territorio? Quanto sanno gli assistenti sociali, i neuropsichiatri, sulle potenzialità ed i vincoli connessi con la disabilità visiva (totale o parziale)? Includere nei programmi didattici di tutti coloro che aspirano a svolgere professioni basate sulla relazione (insegnanti, infermieri, assistenti sociali, ecc.), un minimo di conoscenze tiflologiche, quel tanto che basti per sapere dove sono i problemi reali e dove sono le insidie? Quel tanto che basti per smettere con il mantra delle «barriere architettoniche» anche quando si parla di bambini che non vedono.

Vogliamo parlare di «leggibilità», per i mezzi di trasporto, gli ambienti urbani, gli uffici pubblici, le risorse in rete, per dare anche agli ipovedenti ciò di cui hanno bisogno? I corsi Irifor, proprio perché rivolti a chi è in servizio, sono la soluzione più realistica che si potesse adottare; andranno ripetuti ad ogni inizio d’anno; andrà costruita una documentazione a beneficio di chi voglia approfondire.

Come si fa in alcuni Paesi, occorre anche pensare ad insegnanti itineranti, che, nel momento giusto e per il tempo strettamente necessario, intervengano a scuola o in periodi di vacanza, in presenza o valorizzando le tecnologie a distanza, ad esempio per i primi insegnamenti del Braille, delle autonomie, o della notazione musicale, in supporto e per rassicurare i docenti. Sono tutti compiti che prima o poi dovrebbero rientrare fra i servizi offerti dal nostro sistema educativo, così come c’è il trasporto scolastico, o lo sportello di ascolto. Del resto la legge 67 del 2000, se la memoria non mi inganna, prevedeva proprio qualcosa del genere. Nicolodi non ha messo la pensione al primo posto del suo impegno e della sua militanza, ma ha messo l’istruzione. «Imparare i mestieri», come si diceva allora. Forse il Centenario potrà essere una buona occasione, quantomeno per indicare questi problemi ai decisori politici e per farne della buona comunicazione, presentandoci come cittadini che, oltre a chiedere, sanno anche dare e saprebbero costruire una società più «educata», più saggia, più competitiva, oltre che più a misura d’uomo.

Master in Disability Management – Università di Firenze

Descrizione del Corso:

Il master si propone di preparare figure professionali esperte, Disability Manager, che utilizzino gli strumenti più idonei ad analizzare, pianificare e concretamente realizzare progetti di inclusione lavorativa e sociale. Il DM agirà quindi partendo dalle necessità della persona, considerando il contesto in cui si colloca e gli aspetti normativi, nell’ottica di realizzare i massimi livelli di inclusione possibili. Le competenze multidisciplinari acquisite favorirannno l’operatività in ambiti diversi e la capacitò di dialogare con tecnici di altri settori e altre realtà aziendali e sociali, mettendo al centro la persona con disabilità e la valorizzazione delle sue abilità e competenze che crescono e si modificano nel tempo. Gli strumenti indispensabili forniti saranno le conoscenze culturale e tecnica delle varie disabilità, degli strumenti di valutazione e dell’ICF, e degli ausili informatici e tecnologici. Nell’ambito aziendale saranno le dinamiche organizzative, l’engagement e la gestione dei conflitti, la comunicazione efficace, il networking e il fundraising. Fondamentale sarà lo sviluppo di un approccio flessibile, dinamico e orientato al problem solving, e di un’abitudine a pianificare progetti di inclusione che considerino tutti gli aspetti operativi (criticità, strategie, azioni, monitoraggio e valutazione) senza trascurare la loro sostenibilità per la persona e per il contesto.

CFU: 60

Coordinatore del master: Sandra Zecchi

Sede del Corso: Scuola di Scienze della Salute Umana, Largo Brambilla,3, Firenze

Durata delle attività didattiche: 12 mesi

Periodo di svolgimento del Corso: ottobre 2019-settembre 2020

Quota di iscrizione: € 2.000

Sono esonerati dal pagamento della quota di iscrizione gli studenti con disabilità, con riconoscimento di handicap ai sensi dell’articolo 3, comma 1, della Legge 5 febbraio 1992, n. 104;

Testo del Decreto n. 910 Anno 2019 Prot. n. 140441.

Articolo 1

Istituzione del corso

È istituito presso l’Università degli Studi di Firenze, Dipartimento di Medicina Sperimentale e Clinica, per l’anno accademico 2019/2020, il Master di I livello in Disability Management. L’unità amministrativa sede del Master è il Dipartimento di Medicina Sperimentale e Clinica, Largo Brambilla, 3 – 50134 Firenze. Le attività didattiche si svolgono alla Scuola di Scienze della Salute Umana – presso il N.I.C. (Nuovo Ingresso Careggi) – Largo Brambilla,3 – 50134 Firenze. Il corso ha la durata di 12 mesi (annuale) con inizio il giorno 8 novembre 2019.

Articolo 2

Finalità del corso e profilo professionale

Il master si propone di preparare figure professionali esperte, Disability Manager, che utilizzino gli strumenti più idonei ad analizzare, pianificare e concretamente realizzare progetti di inclusione lavorativa e sociale. Il DM agisce quindi partendo dalle necessità della persona, considerando il contesto in cui si colloca e gli aspetti normativi, nell’ottica di realizzare i massimi livelli di inclusione possibili. Le competenze multidisciplinari acquisite favoriscono l’operatività in ambiti diversi e la capacitò di dialogare con tecnici di altri settori e altre realtà aziendali e sociali, mettendo al centro la persona con disabilità e la valorizzazione delle sue abilità e competenze che crescono e si modificano nel tempo. Gli strumenti indispensabili forniti sono le conoscenze culturale e tecnica delle varie disabilità, degli strumenti di valutazione e dell’ICF, e degli ausili informatici e tecnologici. Nell’ambito aziendale sono le dinamiche organizzative, l’engagement e la gestione dei conflitti, la comunicazione efficace, il networking e il fundraising. Fondamentale è lo sviluppo di un approccio flessibile, dinamico ed orientato al problem solving, e di un’abitudine a pianificare progetti di inclusione che considerino tutti gli aspetti operativi (criticità, strategie, azioni, monitoraggio e valutazione) senza trascurare la loro sostenibilità per la persona e per il contesto.

Articolo 3

Attività formative

Le attività formative del corso sono:

Insegnamento Settore Scientifico Disciplinare

CFU

1° Gruppo insegnamento 9

Cultura della disabilità BIO/16 3

Disabilità e relazioni interpersonali – aspetti di comunicazione SPS/08 3

Disabilità e relazioni interpersonali – aspetti di comunicazione SPS/10 34

2° Gruppo insegnamento 9

Normativa IUS/09 3

Management delle imprese e risorse umane SECS-P/08 3

Il ruolo del medico del lavoro nelle disabilità MED/44 3

3° Gruppo insegnamento 9

Integrazione lavorativa come integrazione sociale SPS/09 3

Aspetti neuropsichiatrici MED/39 3

Lavoro in gruppo-engagement, discriminazione e mobbing MED/25 3

4° Gruppo insegnamento 6

Ausili, domotica ed ergonomia ING-INF/05 3

Aging e aspetti riabilitativi MED/09 3

5° Gruppo insegnamento 6

Disabilità e relazioni interpersonali – aspetti di comunicazione SPS/10 3

Psicologia della disabilità M-PSI/01 3

39

Tirocinio pratico 7

FAD Pratica multidisciplinare 8

Prova finale 6

Totale 60

La frequenza delle attività formative è obbligatoria.

Al termine dei corsi e prima delle verifiche di profitto, il Coordinatore del Master invierà alla Unità funzionale “Didattica Integrata con Servizio Sanitario Regionale e con la Scuola di Scienze della Salute Umana” l’elenco degli studenti che hanno regolarmente frequentato i corsi. 5

Articolo 4

Verifiche intermedie

Le modalità di verifica delle attività formative consistono in esami con votazione espressa in trentesimi ed eventuale menzione della lode o con giudizio di idoneità nei casi previsti e comunicati alla Segreteria Amministrativa Studenti dal Coordinatore del Master. I crediti previsti per il tirocinio sono attribuiti allo studente su attestazione del Coordinatore del Master che il tirocinio è stato regolarmente svolto. In relazione alla specificità delle attività pratiche e di tirocinio può essere richiesto il possesso della certificazione di idoneità sanitaria e dell’attestato del corso base e/o avanzato in tema di sicurezza nei luoghi di lavoro. Informazioni di dettaglio saranno pubblicate all’indirizzo www.unifi.it, seguendo il percorso Didattica => Master 2019/2020 => Dipartimento di Medicina Sperimentale e Clinica negli spazi dedicati al Master di cui al presente decreto. Lo studente che non sia in regola col pagamento delle tasse e/o degli eventuali oneri, non può essere ammesso agli esami e non può svolgere il tirocinio.

Articolo 5

Prova finale: La prova finale consiste in un project work.

Per essere ammessi alla prova finale il candidato deve essere in regola con il pagamento della quota di iscrizione e degli oneri eventualmente maturati. Inoltre, deve accedere al proprio profilo personale, disponibile sui servizi on-line dell’Ateneo, e pagare il relativo contributo, almeno 30 giorni prima della discussione finale, previa compilazione dell’apposita domanda on-line. La votazione della prova finale è espressa in centodecimi ed eventuale menzione della lode. Concorre alla votazione finale il voto medio riportato nelle verifiche intermedie che è calcolato con media aritmetica ponderata. Il candidato che, trascorso il termine ultimo per la prova finale, non ha conseguito il titolo, può accedere nuovamente al corso di Master, qualora venga attivato con gli stessi requisiti di accesso, previa selezione e ulteriore iscrizione, con eventuale riconoscimento delle attività svolte e dei crediti maturati da parte del Comitato Ordinatore.6

Tutte le info: https://www.unifi.it/p11593.html