Sintesi dei lavori del Network per l’Inclusione del 19 Ottobre 2016, di Gianluca Rapisarda

Autore: Gianluca Rapisarda

Il 19 ottobre 2016, alle ore 9.30, presso i locali del Centro di Documentazione Tiflologica della Biblioteca Italiana per i Ciechi “Regina Margherita”, in via della Fontanella di Borghese n. 23 a Roma si è riunito il Network per l’Inclusione Scolastica.
Erano presenti: il prof. Vincenzo Bizzi, il prof. Pier Michele Borra, il prof. Marco Condidorio, il prof. Luciano Paschetta, il prof. Pietro Piscitelli, il prof. Gianluca Rapisarda, il prof. Stefano Salmeri e la dott.ssa Lorenza Vettor (su delega della dott.ssa Edda Calligaris).
Assenti giustificati: il prof. Giancarlo Abba e la prof.ssa Roberta Caldin.
Verbalizza il dott. Francesco Giacanelli.
Il prof. Piscitelli ricorda, ad inizio riunione, i punti fondamentali su cui il Network è invitato a lavorare, così come stabiliti nella prima riunione di maggio, e auspica la loro prossima realizzazione. Occorre considerare che il Coordinamento degli Enti, quale organismo da cui è scaturito il Network, potrebbe chiedere prossimamente resoconto dei risultati.
La discussione si sposta sulla realizzazione pratica del Vademecum e sui costi del progetto di formazione. Il Network si trova d’accordo nell’attribuire i costi per la formazione degli operatori al Coordinamento.
Il prof. Paschetta precisa che il Network non ha personalità giuridica e che dunque non può sottoscrivere accordi con Enti locali. Prima di proporre un Protocollo d’Intesa occorre quindi fare chiarezza su chi debba elaborare tale documento. Viene proposta la costituzione di una ATI (Associazione Temporanea d’Impresa) tra l’UICI e tutti i suoi Enti collegati.
A tale ATI potrebbe essere demandato il compito di occuparsi della Convenzione finale che il Network dovrà stipulare a breve con il MIUR, in modo tale da garantire il controllo sulla qualità della formazione delle due “figure” professionali dell’”educatore alla comunicazione” dei disabili sensoriali e dell’”esperto in scienze tiflologiche”, sulla cui definizione del profilo, il NIS è ormai in dirittura d’arrivo.
A tal proposito, il Network stabilisce che i documenti in fase di elaborazione debbano essere predisposti nella loro versione definitiva entro il 30 novembre p.v.
Si discute quindi sul Vademecum.
Il prof. Bizzi ne ricorda gli scopi e sottolinea l’utilità di corredarlo di immagini. Le famiglie vanno rassicurate.
Viene stabilito che le parti del vademecum vengano approvate sulla lista di discussione. Viene affidato al prof. Borra l’incarico di provvedere a contattare un grafico.
Il prof. Paschetta preparerà una bozza di un Protocollo d’Intesa, senza la premessa – che presupporrebbe la costituzione di una Associazione giuridica – che tratterà la formazione del personale tiflopedagogico.
Il prof. Salmeri, ribadendo come priorità l’istituzione della figura del tiflologo, ricorda il ddl Iori/Santerini, attualmente in discussione al Senato e sottolinea la necessità di curare la qualità della formazione.
La dott.ssa Vettor riporta le attività formative dell’Anfamiv e suggerisce la possibilità di una certificazione di qualità per gli Enti esterni all’UICI.
Alle ore 11,20 entra il prof. Gianluca Rapisarda.
Il prof. Borra riassume la discussione. Si affronta la tematica del rapporto tra la sede centrale dell’I.Ri.Fo.R. e le sedi territoriali.
Il prof. Rapisarda sottolinea come le strutture periferiche abbiano una certa autonomia anche se le nuove disposizioni in materia di accreditamento danno alla sede centrale dell’I.Ri.Fo.R. una certa autorità nella convalida delle attività delle sedi locali e nella certificazione dei loro corsi formativi.
Si passa a discutere il documento sugli “Indicatori di qualità” dell’inclusione scolastica degli alunni/studenti con disabilità visiva, elaborato dal prof. Rapisarda. Viene letto una parte del documento e si discute di alcuni suoi punti considerati più significativi.
Successivamente, si tratta l’argomento dei servizi forniti dai diversi Centri di Consulenza tiflodidattica e di quelli che potranno in futuro essere previsti.
Il prof. Piscitelli ribadisce che il Network è un organismo tecnico, che deve mettere in condizione la Presidenza Nazionale e la Commissione Istruzione UICI di migliorare, se possibile, la politica scolastica associativa.
Alle ore 12.45, il prof. Bizzi lascia la riunione.
Alle ore 13.00 si effettua la pausa pranzo.
La riunione riprende alle 14.30. Si continua e termina la lettura e discussione del documento del prof. Rapisarda sugli “Indicatori di qualità” dell’inclusione scolastica dei disabili visivi.
Si stabilisce che il documento verrà rielaborato dallo stesso prof. Rapisarda, con le indicazioni scaturite nella discussione e inviato a tutti i partecipanti per l’approvazione.
Il prof. Borra introduce l’argomento del corso di formazione.
L’idea è quella di coinvolgere in quest’attività di aggiornamento gli operatori tiflologici dei CCT e di altri 7-8 Centri di Consulenza e Supporto per dare vita ad un corso di formazione che abbia la durata di almeno 2-3 giorni.
Il prof. Condidorio suggerisce l’opportunità che alcuni laboratori operativi affianchino le lezioni frontali e propone che siano gli stessi operatori dei CCT a poter suggerire eventuali argomenti di loro interesse.
Il prof. Paschetta illustra alcune proposte per le giornate di formazione, che prevedano relazioni di massimo 20 minuti seguite da momenti di scambio e laboratori. Suggerisce l’opportunità di una lezione introduttiva sulla presentazione del Network.
Il prof. Rapisarda afferma che l’I.Ri.Fo.R. potrebbe farsi carico della certificazione dei partecipanti alla fine del corso. Aggiunge che è da prendere in considerazione anche la somministrazione di un “informale” questionario finale di valutazione.
Per il prof. Salmeri i gruppi di lavoro potrebbero illustrare le loro proposte operative al termine del seminario e gli operatori presentare la loro situazione territoriale.
Viene letto lo schema di progetto del corso di formazione preparato dal prof. Abba. Il Network decide che la proposta verrà rielaborata con le osservazioni scaturite dalla discussione ed inviata sulla lista di discussione per l’approvazione.
Null’altro essendoci da discutere, la riunione termina alle ore 16.00.

 

FAND – Asti: Sanzioni in arrivo per il Consorzio trasporti in seguito ai disagi di agosto, di Adriano Capitolo

Autore: Adriano Capitolo

L’Autorità di Regolazione dei trasporti ha accolto il reclamo presentato dal Movimento Consumatori Comitato Regionale Piemonte e dalla Federazione Associazione Nazionale Disabili FAND Asti. Le Associazioni hanno denunciato lacune ed inadempienze da parte del Consorzio Astigiano Trasporto Pubblico Locale COAS in materia di informativa sull’esercizio dei diritti dei passeggeri e di omesso riscontro ai reclami, secondo quanto previsto dal Regolamento Europeo del Trasporto effettuato con autobus.

Tutto è iniziato nell’estate 2015 quando l’Amministrazione Provinciale e il COAS hanno decretato la totale soppressione del servizio del trasporto extraurbano per tutto il mese di agosto; l’inattesa notizia é giunta agli utenti senza un adeguato preavviso, causando pesanti disagi ai pendolari ed in particolare ai disabili, cioè alle persone per le quali non esiste l’alternativa di muoversi in autonomia con un mezzo proprio. In seguito alle proteste degli interessati pervenute alle Associazioni di categoria e diffuse attraverso la stampa locale, il Presidente della provincia Marco Gabusi aveva replicato limitandosi a giustificare il provvedimento adottato come la diretta conseguenza dei tagli ai fondi per i trasporti da parte della Regione Piemonte. Le Associazioni dei cittadini che hanno dovuto sopportare i maggiori disagi tra i quali i ciechi e gli ipovedenti, hanno deciso di far valere i propri diritti deliberando di istruire una procedura di reclamo formale nei confronti del Consorzio del trasporto pubblico, per ottenere un adeguato riscontro e richiamare l’Azienda al rispetto delle norme e regolamenti vigenti. Trascorsi i termini di legge, non essendo pervenuta alcuna risposta al reclamo, le Associazioni si sono rivolte all’Autorità di Regolazione dei Trasporti che, nella riunione del 4 agosto scorso, ha avviato un procedimento sanzionatorio nei confronti del Consorzio Trasporti. Durante tutto questo lasso di tempo però, con l’approssimarsi dell’estate 2016, crescevano le preoccupazioni per il ripetersi della situazione verificatasi nell’anno precedente pertanto, in assenza di un coinvolgimento da parte dell’Amministrazione Provinciale, – eppure la legge regionale 37/2000 riconosce il ruolo delle Associazioni coinvolte quali interlocutori qualificati nei processi decisionali – nell’aprile 2016 le stesse hanno richiesto l’intervento del Prefetto, al fine di sollecitare le parti a trovare soluzioni accettabili e sostenibili al problema dei tagli estivi al trasporto extraurbano. Le rimostranze della FAND e l’intervento del Prefetto hanno indotto la Provincia ed il COAS a limitare la sospensione del trasporto nelle sole due settimane centrali del mese di agosto 2016, mentre sono stati garantiti i collegamenti minimali solo per alcune corse tra i principali centri dell’astigiano durante la prima e l’ultima settimana dello stesso mese.

“È alquanto deplorevole che le Associazioni dei disabili siano costrette a ricorrere alle Autorità per far valere i propri diritti che sono gli stessi diritti di ogni cittadino” dice Adriano Capitolo Presidente della FAND Asti, “noi auspichiamo invece che la Provincia e le Aziende del trasporto ci coinvolgano nella pianificazione dei cambiamenti per dare un contributo costruttivo ma soprattutto per evitare sprechi quali per esempio alcune corse effettuate in orari incongruenti con le esigenze comuni dei viaggiatori”. A tal proposito il Movimento Consumatori Piemonte ha intrapreso un confronto con la Regione e l’Agenzia della Mobilità Piemontese con l’obiettivo di definire clausole standard per i contratti di servizio con i gestori del trasporto pubblico; “E’ molto importante centrare l’obiettivo e ci stiamo impegnando in questa direzione perché il Regolamento Europeo non contiene requisiti stringenti sul trasporto locale” afferma Marco Gagliardi Presidente del Movimento Consumatori Piemonte e aggiunge “solo la standardizzazione dei contratti di trasporto può realmente obbligare i gestori a rispettare i diritti dei viaggiatori; nella fattispecie, fornire tempestive informazioni nei casi di modifiche al servizio ordinario”. “Ci sarebbero ancora molte buone prassi contenute nel Regolamento Europeo che andrebbero portate all’attenzione dell’Autorità, in quanto ignorate o disattese” rammenta Mario Alciati Presidente dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti UICI Asti federata alla FAND “tra tutte però quella che produce i maggiori disagi ai Ciechi e agli ipovedenti é la mancanza di tabelle con percorsi ed orari accessibili nelle stazioni e alle fermate dei bus”. In tema di accessibilità alle informazioni di viaggio, sarebbe auspicabile un tavolo di lavoro aperto alle esigenze delle persone diversamente abili ma ugualmente desiderose di viaggiare con i mezzi pubblici in autonomia, serenità e sicurezza.

Adriano Capitolo presidente FAND

Museo Tattile Omero – ECCE HOMO – Da Marino Marini a Mimmo Paladino. La scultura di figura nell’arte italiana dal secondo dopoguerra ad oggi I nuovi linguaggi dell’accessibilità a cura di Flavio Arensi

Ancona, La Mole – Magazzino Tabacchi
28 ottobre 2016 – 7 maggio 2017
Pensata e costruita per il luogo che la ospita, spogliato degli apparati che lo occultavano ma nel mantenimento dei materiali usurati incorporati nel tempo, la mostra ECCE HOMO si snoda in ambienti che risultano magnificamente ambigui e che consentono un’esperienza fisica forte tra la vita solida delle sculture e la spazialità vanvitelliana.
E’ una grande esposizione, con più di 40 opere, collocate in 1500 mq all’interno della Mole, che segna il capitolo fondamentale di un progetto  più ampio, destinato a farne un sistema culturale capace di ospitare produzione, formazione, programmazione ed esposizione culturale ed artistica.
Il progetto che nasce dal Comune di Ancona e dalla Fondazione Cariverona trova in Ecce Homo il suo momento di concreto ed importante avvio, con un focus di grande interesse sul ruolo della scultura oggi e, più estesamente, sul rapporto creativo tra l’uomo e la materia. Insieme a Civita Mostre e al Fondo Mole Vanvitelliana, nell’organizzazione anche il Museo Tattile Statale Omero ad indicare nuovi linguaggi e nuove prassi nell’accessibilità e nella fruizione. Non solo letture tattili ma approcci alternativi e multisensoriali  al percorso espositivo.
La mostra, a cura di Flavio Arensi, intende organizzare un itinerario all’interno dell’ampio scenario della scultura italiana, proponendo alcuni dei protagonisti salienti che ne hanno caratterizzato lo sviluppo, con particolare riferimento all’indagine sull’uomo, più che sulla figurazione. Si tratta di una mostra che, a partire da Marino Marini (come eco di una svolta fondativa di un nuovo linguaggio segnato da Arturo Martini) fino a Mimmo Paladino e ai più recenti autori, vuole mettere in relazione la scultura con il rinnovato spazio della Mole, dove l’allestimento di Andrea Mangialardo cerca di creare dei piccoli cortocircuiti visivi e di relazione fra le opere, installate non per periodo storico ma affinità di soggetto. Ne risulta un viaggio fra differenti stili, materiali e visioni che chiedono al visitatore di concentrarsi non tanto sul singolo autore o sulla situazione culturale ma di cogliere il senso dell’essere umano nel tempo presente. Che siano i Savi in pietra di Fausto Melotti (La disputa dei sette savi di Atene), per la prima volta esposti al di fuori della città di Milano dove sono stati concepiti e collocati, o la classicità di Francesco Messina (Ritratto di Alfonso Gatto, Nudo), fino agli interventi dei più giovani Velasco Vitali, Paolo Schmidlin, Massimiliano Pelletti, Perino e Vele, Pietro Ruffo, Donato Piccolo e Fabio Viale, quello che emerge come il senso di una presenza nel mondo, ma persino una sua assenza. Nelle due importanti installazioni di Gino Marotta (Mare Artificiale e Pioggia Artificiale) è infatti il visitatore che diventa protagonista di una esperienza emotiva, che si prolunga nella metamorfosi di Apollo e Dafne di Alik Cavaliere, per la prima volta presentata al pubblico dopo il restauro. Sono tante le curiosità che caratterizzano la mostra, come il recupero di alcune sculture e autori che qui tornano a ritrovare un centro critico nel panorama dell’arte italiana ed europea, tra cui Augusto Perez, Giuliano Vangi,Floriano Bodini e i due piccoli bronzi di Marino Marini, resi disponibili per la prima volta dai collezionisti dopo le importanti mostre degli anni sessanta. Anche l’anconetano Valeriano Trubbiani si ripresenta con due delle sue installazioni più intense e poco visibili (Le morte stagioni e Ractus ractus) qui ricollocate, ma ci sono anche le ceramiche di Giosetta Fioroni, Aldo Mondino, Luigi Ontani che raccontano – insieme a quelle di Lucio Fontana, Aligi Sassu e Agenore Fabbri – della centralità di questo materiale nel sistema linguistico delle arti. Alcune opere della collezione della Fondazione Domus, completano la visita con capolavori come Geremia e Profeta di Mirko Basaldella, la Tebe distesa nell’ovale di Giacomo Manzù o il grande quadro scultura dedicato a Van Gogh di Enzo Cucchi, Van Gogh respira.
Autori in mostra
Enrico Baj, Mirko Basaldella, Floriano Bodini, Pino Castagna, Alik Cavaliere, Mario Ceroli, Enzo Cucchi, Agenore Fabbri, Roberto Fanari, Novello Finotti, Giosetta Fioroni, Lucio Fontana, Piero Gilardi, Giacomo Manzù, Marino Marini, Gino Marotta, Arturo Martini, Marino Mazzacurati, Fausto Melotti, Francesco Messina, Luciano Minguzzi, Aldo Mondino, Luigi Ontani, Mimmo Paladino, Massimiliano Pelletti, Augusto Perez, Perino e Vele, Donato Piccolo, Pietro Ruffo, Aligi Sassu, Paolo Schmidlin, Valeriano Trubbiani, Giuliano Vangi, Alberto Viani, Velasco Vitali.

Monica Bernacchia
Comunicazione
Museo Tattile Statale Omero
Mole Vanvitelliana
Banchina Giovanni da Chio 28, 60121 Ancona
tel. 071.2811935 fax 071.2818358
www.museoomero.it
email: redazione@museoomero.it
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Giacomo Manzu - Tebe

Giacomo Manzu – Tebe

Enrico Baj scacchiera stampa

Enrico Baj scacchiera stampa

Linee guida per i corsi formativi dell’I.Ri.Fo.R., compatibili con la “Carta del prof”, di Gianluca Rapisarda

Autore: Gianluca Rapisarda

1. Premessa
L’attuale formazione dei docenti scolastici rende indispensabile la realizzazione di un percorso formativo di qualificazione e aggiornamento per l’insegnamento agli alunni con disabilità visiva.
La legge 107/2015, meglio conosciuta come la Buona Scuola, prevede la Carta del Prof, una speciale carta elettronica che assegna ad ogni docente di ruolo un budget di 500,00 € annui per sostenere le proprie spese utili all’aggiornamento e alla formazione permanente.
Per poter offrire formazione a pagamento ai docenti, gli enti interessati devono essere accreditati presso il MIUR ed inseriti negli appositi elenchi. L’IRIFOR è ente accreditato e riconosciuto dal MIUR come riferimento per la formazione dei docenti sulle tematiche tiflodidattiche e tiflopedagogiche; pertanto è questa un’occasione unica da non perdere.
Nell’invitarvi ad organizzare presso le vostre sedi corsi di aggiornamento nell’ambito della ”Carta del Prof”, da offrire ad insegnanti curricolari e di sostegno, questa sede centrale dell’I.Ri.Fo.R. riporta di seguito lo schema indicativo contenente i requisiti minimi per l’approvazione dei progetti di corsi formativi.
2. Destinatari dell’attività formativa
Il corso dovrebbe essere previsto per un minimo di 15 ed un massimo di 30 docenti (curricolari o di sostegno)
3. Sede del corso
Il corso sarà erogato in presenza, nella sede operativa dell’IRIFOR o in sede scelta dalla stessa struttura.

4. Periodo di svolgimento
Le sedi  locali possono organizzare liberamente le attività formative di seguito proposte che potranno avere luogo nel periodo dal 30 novembre 2016 al 28 maggio 2017. Queste date sono puramente indicative, perché siamo in attesa del decreto ministeriale che stabilisca le modalità di erogazione del contributo di 500,00 euro e i tempi per la sua rendicontazione.
5. Obiettivi formativi generali
Fornire ai partecipanti competenze didattiche fondamentali da mettere in campo in presenza di alunni con disabilità visiva, concernenti, nello specifico:
la valutazione delle esigenze formative dell’alunno,
la valutazione delle sue risorse personali e delle esperienze vissute,
l’individuazione degli strumenti e delle modalità più efficaci per il conseguimento dei risultati migliori nell’ambito del suo percorso didattico.

6. Metodologia di svolgimento del corso
I tempi, gli orari e le frequenze saranno stabiliti dal Coordinatore del corso.
Il corso dovrà essere di un numero minimo di 20 ore; sarà costruito in moduli didattici, la cui scelta e combinazione dovrà essere determinata dalle specifiche esigenze emerse dal territorio.
7. Unità didattiche
I corsi saranno costruiti liberamente dalle sezioni, nel rispetto della obbligatorietà delle unità didattiche previste, in combinazione con una o più moduli facoltativi. I contenuti delle singole unità didattiche vengono di seguito espressi in forma generale, in modo da consentire al docente di programmare le attività secondo le proprie modalità di lavoro.
Unità 1 (obbligatoria): Aspetti generali della minorazione visiva.
Ore: 2/4.
Unità 2 (obbligatoria): Normativa italiana e europea sull’inclusione scolastica
Ore: 1/2

Unità 3: Diagnosi funzionale, PEI e PDF
Ore: 2/4

Unità 4: Cecità e ipovisione in età evolutiva
Ore: 3/6
Unità 5: Strumenti per l’inclusione di alunni con disabilità visiva
Ore: 5/10

Unità 6: Codice di lettura e scrittura Braille
Ore: 10/20

Unità 7: Didattica delle lingue straniere ai disabili visivi
Ore: 6/12
Unità 8: Tecnologia informatica assistiva
Ore: 6/12

Unità 9: Didattica della musica
Ore: 6/12

Unità 10: Orientamento e mobilità in ambito scolastico
Ore: 4/8
Unità 11: Attività motoria e disabilità visiva
Ore: 4/8

8. Suggerimenti per la budgettizzazione delle attività formative.
Il corso di formazione dovrà essere finanziato unicamente attraverso le quote di iscrizione dei partecipanti. Non sarà dunque necessario inviare relativa documentazione di rendiconto spese all’IRIFOR Centrale.
Compenso suggerito per docenza frontale: 42,00 € lorde.
Compenso suggerito per assistenti e tutor: 25,00 € lorde:
Suggeriamo di calcolare la quota di iscrizione per partecipante non solo sulla base delle unità didattiche (e quindi delle ore di docenza e tutoraggio), ma anche tenendo conto della relativa necessità di acquisire materiale didattico utile allo svolgimento delle stesse.

9. Convalida delle attività formative e rilascio della certificazione
Al termine del corso, dovrà essere rilasciata una certificazione attestante la frequenza, da parte di IRIFOR Centrale, ai sensi dell’art. 29 dell’O.M. 169 del  1996. Certificazioni rilasciate dalle sedi operative non saranno valide ai fini della Carta del Prof.
Si ricorda che affinché l’attività possa essere riconosciuta dal MIUR, la sede IRIFOR che organizza il corso dovrà rispettare tutti i seguenti requisiti:
Presentazione del progetto alla sede Centrale per il nulla osta;
Rilasciare regolare ricevuta della quota di iscrizione.
Compilare il registro delle presenze.
Si raccomanda alle strutture territoriali di assumere quali docenti i professionisti iscritti agli albi IRIFOR: qualora non ve ne fossero sul territorio, chiedere comunque la disponibilità ai docenti iscritti agli albi e in caso di assenza di disponibilità reperire docenti con curricula adeguati.

10. Attivazione del corso.
Per ottenere l’approvazione del progetto e quindi il nulla osta allo svolgimento del corso di formazione, occorre che il progetto rispetti il seguente schema:
dati della struttura territoriale;
dati del Coordinatore del corso;
titolo completo del corso;
obiettivi formativi (per esteso);
unità didattiche di cui si compone il corso;
data di inizio;
data di termine;
Modalità di iscrizione;
sede di svolgimento;
calendario didattico (per esteso);
Personale docente.
Il corso potrà partire solo dopo il nulla osta dell’IRIFOR Centrale, a cui al termine dovrà essere inviata una breve relazione sull’andamento del corso stesso, l’elenco completo dei partecipanti e i registri presenze per il rilascio dell’attestato.
Per le sedi territoriali che volessero presentare progetti, si raccomanda di inviare una mail all’indirizzo segreteria@irifor.eu
Per ulteriori informazioni e chiarimenti sui corsi dell’I.Ri.Fo.R. relativi alla “carta del prof”, si prega di contattare gli indirizzi mencarinimaria@gmail.com oppure direttorescientifico@irifor.eu
Infine, per i preziosi consigli e l’importante contributo si ringraziano vivamente il Vicepresidente Massimo Vita, il Consigliere Maria Mencarini ed i dipendenti Valeria Liberti e Sabino Memeo, grazie al cui lavoro in “team” l’I.Ri.Fo.R. centrale è altresì riuscito in questi giorni nel significativo traguardo del non facile rinnovo dell’accreditamento da parte del MIUR.
Un “esemplare” modello di sforzo collaborativo e d’impegno comune e condivisione che, dietro la sapiente ed esperta regia del Presidente Mario Barbuto, contribuirà certamente anche per il futuro ai migliori successi del nostro Istituto ed ad una vera inclusione dei ragazzi disabili visivi.

Concorso Nazionale TOCCA A TE! 2017

La Federazione Nazionale delle Istituzioni pro Ciechi Onlus, la Fondazione Robert Hollman e l’Istituto Serafico per i Sordomuti e Ciechi di Assisi sono lieti di annunciare la quarta edizione del Concorso Nazionale di editoria tattile illustrata TOCCA A TE!

Il concorso è nato nel 2011 per sostenere e promuovere l’editoria tattile su tutto il territorio nazionale.
Luogo d’incontro di tutti gli autori di bozzetti tattili, TOCCA A TE! premierà anche in questa edizione gli album più belli tra quelli in concorso e selezionerà i 5 partecipanti italiani alla XIII Edizione del Concorso Internazionale Typhlo & Tactus, che si svolgerà a Dijon (Francia) dal 27 al 29 Ottobre 2017.

La giuria sarà composta da esperti di disabilità visiva e di letteratura per l’infanzia. Alla Giuria Senior si affiancherà una Giuria Giovani composta da ragazzi ciechi, ipovedenti e vedenti al di sotto dei 18 anni, coordinati da un educatore dell’infanzia.

Le opere devono essere spedite inderogabilmente entro il 31 Maggio 2017.
Sarà il Presidente della Giuria a proclamare i libri vincitori dei premi e quelli insigniti delle menzioni speciali, durante la cerimonia di premiazione aperta al pubblico, domenica 18 giugno 2017 alle ore 11.00 presso l’Istituto Serafico di Assisi. In occasione di questo evento saranno esposte tutte le opere che hanno partecipato al concorso.

Sul sito www.libritattili.prociechi.it troverete tutte le informazioni: bando, modulo di iscrizione e consigli pratici per realizzare il braille. Partecipate numerosi e aiutateci a promuovere questo evento.

In bocca al lupo
Lo staff del TOCCA A TE!

FAND – “Includere non separare”

La presa di posizione della FAND sul decreto delegato sull’inclusione scolastica, (la cui bozza non è stata mai condivisa dal MIUR con i diretti interessati)

Qualcuno ci ha accusati di “silenzi colpevoli”, in merito all’emanando decreto delegato sull’inclusione scolastica; purtroppo, però, nonostante la nostra richiesta (di FAND e FISH), reiterata al MIUR in tutte le occasioni di incontro sul decreto, avute in questi mesi, e ribadita in una lettera inviata, oltre quindici giorni fa, al Ministro Stefania Giannini ed al Sottosegretario Davide Faraone , di poter avere la bozza del decreto, questa, ad oggi, non è ancora pervenuta.

Poter esaminare il testo di una norma di legge è essenziale per poterne esprimere una valutazione consapevole e, all’occasione, proporre eventuali “aggiustamenti” emendativi, cosa questa impossibile sulla base delle sole presentazioni verbali e le dichiarazioni di intenti e di impegno alle quali abbiamo assistito nel corso degli incontri avuti in questi mesi sull’argomento.

Tuttavia, grazie al nostro stretto legame con il territorio, abbiamo avuto modo di avere la bozza del decreto trasmessa dal MIUR agli EELL ed in una riunione del gruppo scuola FAND abbiamo avuto modo di esaminarla con attenzione.

Come prevedevamo ci sono alcuni punti che meriterebbero un confronto per piccoli emendamenti, cosa che speriamo di poter fare quanto prima in un incontro “testo alla mano” con i responsabili del MIUR. Incontro che riteniamo oltremodo urgente ed importante per far rilevare a Ministro e Sottosegretario, come il decreto, là dove, tra i documenti che il DS deve trasmettere al PUAD (Punto unico di accesso dei disabili) per la redazione del “Progetto individuale” (è questo un nuovo documento previsto dal Decreto che dovrà seguire il disabile per tutto il suo percorso formativo), la norma sembra ispirarsi più ad una cultura della separazione che a quella dell’inclusione, poiché tra i documenti richiesti alla scuola non c’è il P.T.O.F., ma solo il P.A.I.

Abbiamo già avuto modo di considerare come quest’ultimo documento, sia indice di una mentalità che tende a separare la didattica e gli interventi formativi, rivolti agli alunni con disabilità, dal contesto scolastico nel quale l’alunno è inserito. Quello che fa la differenza nel processo di inclusione è il livello di “inclusività” del contesto rilevabile solo dal P.T.O.F. del singolo istituto scolastico. Nello schema di decreto che abbiamo visto, l’esame di questo documento non viene neanche inserito tra i criteri di valutazione della “qualità dell’inclusione”: anche in questo caso ci si limita all’esame del P.A.I , come se l’inclusione si realizzasse in una “scuola per disabili”: una “scuola altra” , vicina, forse inserita, ma non inclusa nella scuola di tutti. A conferma di questa tendenza a separare, nonostante tutte le nostre sollecitazioni sul tema, il decreto prevede sì l’obbligo della scuola di predisporre iniziative di formazione sulle tematiche della disabilità per tutti i docenti, ma non l’obbligo dei docenti a frequentarle.

Continueremo così ad assistere a docenti titolari che si dichiarano “incompetenti” nell’istruzione dei disabili, delegandola al docente di sostegno e a DS che “invitano” le famiglie a tenere a casa il figlio disabile in attesa del docente di sostegno, senza il quale la “scuola del disabile” non può funzionare. È questa la “deriva” pericolosa , acuitasi negli ultimi anni, che sta mettendo a rischio il nostro modello di inclusione e che speravamo il Decreto delegato avrebbe invertito: purtroppo quello che abbiamo letto sulla bozza di decreto “trafugata” sembra invece istituzionalizzarla.

I disabili visivi non vogliono la “scuola speciale”, di Gianluca Rapisarda

Autore: Gianluca Rapisarda

Nei mesi scorsi è stato pubblicato sul Giornale on line e sui “Corrieri” dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti un mio “pezzo” dal titolo “Scuola speciale per bambini ciechi? No, Grazie.”.
In tale articolo, a nome del c.d.a. della Federazione Pro Ciechi, rivolgevo i ringraziamenti più sentiti e fervidi al nostro collega Claudio Cassinelli, Presidente del “glorioso” Chiossone di Genova, per la decisione presa dal “suo” Istituto di fuoriuscire dalla Fondazione Guderzo, dopo l’annuncio da parte della medesima Fondazione di voler realizzare a breve una scuola “speciale” per bambini ciechi.
In questi giorni, poi, ho letto sulle prestigiose pagine di “Superando” che, ad un anno dalla pubblicazione del libro “L’attrazione speciale” di Giovanni Merlo, proprio su di esso e sulle ragioni ivi esposte che indurrebbero alcune famiglie di ragazzi con disabilità a scegliere le scuole speciali per i propri figli, saranno centrati anche alcuni imminenti incontri promossi in Lombardia e nelle Marche.
Premetto subito che il progetto di ripristinare le “scuole speciali” è ritenuto da noi della Federazione Nazionale delle Istituzioni Pro Ciechi un “pericoloso” ritorno al passato e soprattutto una falsa soluzione ed un inganno rispetto ai reali bisogni educativi ed al corretto percorso di crescita di cui necessitano i “ragazzi ciechi” nella scuola di tutti.
Pur tuttavia, a quasi quarant’anni dal varo della Legge 517 del 1977 che ha avviato in Italia il sistema scolastico ”inclusivo, non va comunque sottaciuto il fatto che sono ancora tante le carenze e deficienze che caratterizzano il sostegno degli alunni disabili visivi e disabili in generale.
Di fronte a tali criticità, l’UICI ed i suoi Enti collegati non sono stati a guardare e si sono invece adoperati con tutte le loro energie e le risorse economiche disponibili per dar vita a “centri di servizio”a supporto della scuola “comune”.
Trattasi dei cosiddetti “centri di consulenza tiflodidattica” (c.c.t.), istituiti dalla Federazione Nazionale Delle Istituzioni Pro Ciechi e dalla Biblioteca italiana per i ciechi “Regina Margherita” ai sensi della legge 284 del 1997. I c.c.t. oggi sono 17, sono distribuiti su tutto il territorio nazionale e si prefiggono il compito di fornire consulenza tiflodidattica e di far conoscere gli strumenti ed i materiali tiflodidattici agli insegnanti di sostegno, agli operatori scolastici, ai genitori ed agli alunni della scuola di ogni ordine e grado.
A dire il vero, vi sono altresì le “famose” u.t.c. (unità territoriali di coordinamento), che costituiscono delle strutture regionali di coordinamento tra i c.c.t., i centri autonomi rispetto ai nostri centri di consulenza tiflodidattica, le sezioni provinciali dell’UICI, le ASP e gli Uffici scolastici provinciali e regionali, ossia tra tutte le Agenzie che operano nel territorio a sostegno dell’integrazione scolastica degli studenti minorati della vista.
Dunque, il “vero” problema del sostegno degli alunni/studenti disabili visivi in Italia non sta nella mancanza di “centri di supporto” alla scuola, che ci sono e sono anche parecchi, quanto piuttosto nella totale assenza di una loro “visione d’insieme” e di un loro fattivo e sinergico collegamento, elementi che sarebbero al contrario indispensabili per un proficuo processo di inclusione dei nostri ragazzi nella scuola di tutti.
Anzi, io sono fortemente persuaso che proprio tale assoluta “scolleganza” in materia di politica scolastica tra l’Unione Ciechi ed Ipovedenti ed i suoi enti collegati sia stata la causa principale del nostro attuale “male scolastico” e cioè dell’inadeguata e precaria preparazione e formazione degli operatori che, a vario titolo, si occupano del sostegno degli studenti non vedenti ed ipovedenti.
Consapevole di ciò, il Coordinamento degli Enti collegati dell’UICI, su proposta del Presidente nazionale Mario Barbuto, ha recentemente deliberato di costituire un “Network per l’Inclusione Scolastica (NIS) tra l’Unione Ciechi ed Ipovedenti, tutti i c.c.t. della Federazione Pro Ciechi e quelli della B.I.C. e l’I.Ri.Fo.R., nella convinzione di dover coinvolgere in questo nuovo “organismo” anche i CTS periferici del MIUR, per una loro effettiva ed efficace “messa in rete” al servizio dell’inclusione scolastica dei ragazzi minorati della vista (al riguardo, rimando ad un mio recente articolo pubblicato su questo giornale).
Il “lungimirante” ed ambizioso progetto dell’UICI è quello di pervenire entro i primi mesi dell’anno nuovo alla sottoscrizione di una Convenzione con il MIUR, perché il NIS venga riconosciuto ufficialmente dal Ministero, configurandosi come una vera e propria ”Authority della Tiflologia”.
Il “Network” rappresenta uno strumento “tecnico” al servizio dell’UICI, costituito da un “board” (gruppo di lavoro) molto snello, composto da alcuni esperti del settore ed aperto anche ai contributi del mondo della ricerca e dell’Università, ed è deputato prioritariamente a definire il percorso formativo ed il profilo professionale dei “famosi” assistenti alla comunicazione (di cui all’art 13 comma 3 della legge 104 del 1992) e dei veri e propri “convitati di pietra” del sostegno degli alunni minorati della vista e cioè i Tiflologi.
Oggi, infatti, la “figura” del Tiflologo non esiste per legge e non dispone di un suo apposito albo professionale, così come, d’altra parte, molti assistenti alla comunicazione sono improvvisati e sono privi di un’idonea preparazione.
Pertanto, con la nascita del “Network per l’Inclusione”, s’intende garantire agli assistenti alla comunicazione degli alunni disabili sensoriali ed ai Tiflologi “diritto di cittadinanza”, un’idonea formazione ed una “vera” e concreta spendibilità del loro titolo, potendo finalmente far impegnare le Regioni (a cui compete l’assistenza scolastica e/o domiciliare) ad “obbligare” gli enti e le cooperative che erogano tale servizio ad avvalersi di educatori finalmente ed adeguatamente specializzati sulla disabilità visiva.
Altro tema caldo è quello della modesta preparazione e dell’indifferibile ed ineludibile necessità di una maggiore specializzazione dei docenti di sostegno italiani. Infatti, come detto sopra, nonostante siano trascorsi quasi quarant’anni dalla “sacrosanta” legge 517, tante sono ancora le ambiguità e le precarietà che connotano il sistema del sostegno in Italia.
Mi riferisco ovviamente all’ambiguità e precarietà del “ruolo” del sostegno. L’insegnante di sostegno ha l’obbligo di restare sul sostegno solo per cinque anni, tra l’altro non necessariamente nella stessa scuola, e non fa parte dell’organico di diritto delle istituzioni scolastiche, ma di un organico provinciale. Tale suo “non ruolo” è il fattore determinante che favorisce la provvisorietà ed occasionalità della scelta degli insegnanti di sostegno, che preferiscono “fuggire” presto da questa “ibrida” classe di concorso per passare invece nei ruoli ordinari di docenza. Tutto ciò naturalmente provoca scarsa motivazione, poco interesse all’aggiornamento da parte dei docenti di sostegno e gravissime ripercussioni per la continuità didattica per i nostri ragazzi.
Di ambiguità e precarietà si può parlare anche relativamente alla funzione dell’insegnante di sostegno. Da uomo della scuola, mi è abbastanza chiaro come i docenti di sostegno non abbiano ancora ben compreso se la loro funzione sia quella di insegnare la disciplina agli alunni privi della vista e verificare i loro apprendimenti in aule (tra l’altro troppo spesso isolate dalle altre, con la creazione delle tristemente note “aule del sostegno”) o piuttosto quella di supportare il consiglio di classe e l’intero contesto scolastico a progettare modelli e percorsi inclusivi a favore dei ragazzi disabili visivi.
Infine, l’ultima e più dannosa ambiguità e precarietà che caratterizza il sistema inclusivo italiano è l’inadeguata e scadente preparazione e formazione dei docenti di sostegno. Dagli opinabili, (seppur apprezzabili) Corsi polivalenti, si è infatti passati accorsi contraddistinti dall’eccessiva genericità, dall’essere quindi “generalisti” e poco attenti alle specificità e specialità di ciascuna singola disabilità.
Ora, malgrado tali evidenti e strutturali criticità e carenze del “sistema”, io non credo che togliere il sostegno agli alunni minorati della vista e disabili in generale sia la “panacea” ed il rimedio giusto. Infatti, nonostante tutto, il nostro sistema inclusivo ci viene invidiato un po’ dappertutto e specialmente in Europa, dove ad es. in Germania esistono ancora le scuole “speciali” per ciechi ed in Francia il cosiddetto “sistema misto” non “vince” e convince.
L’attuale sistema scolastico “inclusivo” italiano non va spazzato via od eliminato tout court, rifugiandosi magari nelle facili scorciatoie delle scuole speciali, va invece riordinato e riformato. E di questo, secondo quanto riferitoci dal Dott. Ciambrone nel corso dell’ultima seduta del consiglio d’amministrazione della Federazione Pro Ciechi, si sta discutendo in queste settimane in sede ministeriale a proposito dei vari decreti attuativi della legge de “La Buona Scuola”, anche tenendo conto della famosa proposta di legge 2444 della Fand e della Fish sul sostegno e sull’inclusività.
Tale proposta di legge, che noi della Federazione Nazionale delle Istituzioni Pro Ciechi condividiamo in toto, lo rammento, prevede le seguenti significative novità sul sostegno:
l’obbligo di un semestre di formazione universitaria iniziale per tutti i futuri docenti curricolari; l’obbligo di una apposita nuova specializzazione dei futuri docenti per il sostegno di durata triennale, successiva ad una laurea triennale come avviene per tutti; l’obbligo dell’aggiornamento in servizio sia dei dirigenti scolastici, sia dei docenti curricolari e per il sostegno, che per i collaboratori scolastici e per gli assistenti per l’autonomia e la comunicazione; l’obbligo di alcune ore mensili di programmazione congiunta di tutti i docenti, come da sempre avviene per i docenti di scuola dell’infanzia e primaria e  sino ad oggi assente per i docenti di scuola secondaria; la costituzione di appositi ruoli per il sostegno, distinti per ordine di scuole, dai quali si può uscire solo per passaggio di cattedra.
Due sono, infatti, i punti qualificanti su cui dobbiamo insistere in queste settimane di “intenso” dibattito al MIUR sulla riforma del sostegno e cioè: una formazione di base sulla disabilità in generale di tutti i docenti disciplinari e la maggiore specializzazione dei docenti di sostegno con la creazione di un’apposita loro classe di concorso e di un loro “specifico” ruolo.
La formazione di base sulle più disparate tematiche della disabilità di tutti gli insegnanti curricolari è infatti fondamentale per evitare il perverso e fin troppo frequente meccanismo scolastico della “delega” dell’alunno disabile e dunque anche minorato della vista al solo docente di sostegno, perché in realtà del processo di inclusione si deve far carico l’intero “contesto”.
A tal proposito, “sfruttando” il comma 124 della Legge 107, che ha finalmente trasformato l’aggiornamento degli insegnanti in “obbligatorio, permanente e strutturale” (e l’imminente avvio del piano di formazione dei docenti sembrerebbe suffragarlo) ed “approfittando della “carta del prof”, le sedi locali dell’I.Ri.Fo.R. dell’UICI, magari integrandosi con la rete dei CTS e CTI provinciali, stanno per attivare diversi corsi formativi per fornire ai docenti curricolari e di sostegno un’adeguata preparazione di base sulla disabilità visiva.
Invece, la maggiore specializzazione dell’insegnante di sostegno e la costituzione di un suo ruolo “ordinario” potrà finalmente dotarlo di quelle competenze pedagogiche, didattiche, tecniche e metodologiche (nel caso della cecità e dell’ipovisione ad esempio, la conoscenza della Tiflodidattica, della Tifloinformatica e del Braille), capaci di “trasformarlo” in un progettista ed attuatore di modelli inclusivi, volti a rendere efficaci gli insegnamenti e gli apprendimenti degli studenti privi della vista in un ambiente veramente “accogliente”.
Per quanto finora argomentato, l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti e tutti i suoi Enti collegati ritengono che togliere gli alunni disabili visivi dalla scuola “normale” possa lasciare il tempo che trova.
Un errore imperdonabile della Pedagogia moderna è quello di pensare che, dopo la 517 del 1977, l’inclusione scolastica e l’educazione speciale si elidano reciprocamente, piuttosto che integrarsi tra loro.
La nostra soluzione è invece quella di potenziare l’attuale sistema di inclusione scolastica, definendo una volta per tutte i profili delle figure professionali dell’assistente alla comunicazione e del tiflologo e creando una rete tra tutti i “centri di supporto” al sistema scolastico del sostegno (vedasi la costituzione del NIS) e, soprattutto, un ruolo “specifico” del sostegno nella scuola di tutti e di ciascuno.
Solo così potranno essere fugate le tentazioni di ritorni anacronistici alle scuole speciali, garantendo veramente accoglienza ed inclusione a tutti gli alunni con disabilità visiva.

Museo Tattile Omero – Presentazione del libro Un punto di biacca Poesie di Anna Elisa De Gregorio

Venerdì 21 ottobre ore 17.00
Sala conferenze Museo Tattile Statale Omero Ancona
ANCONA –  Venerdì 21 ottobre alle ore 17 presso la Sala conferenze del Museo Tattile Statale Omero di Ancona Lucilla Niccolini e Costanza Costanzi presentano la raccolta di poesie “Un punto di biacca” di Anna Elisa De Gregorio, edizioni La Vita Felice di Milano, 2016, con una nota di Francesco Scarabicchi. Seguirà la lettura di alcuni testi da parte dell’autrice accompagnata dalla proiezione delle immagini delle opere, a cui molte poesie sono dedicate. Modera l’intervento Aldo Grassini.
“Delicatissime descrizioni che trascrivono su pagina luce e colori di un Cimabue o un De Chirico, ma anche delle mura di Lucca o del Duomo di Siena, di una statua o una piazza, nuovamente rivelate alla fantasia dal prestigio della parola: nature (di pittura, scultura, architettura) e «svelature»” così il critico Alessandro Fo descrive le poesie del libro.

Anna Elisa De Gregorio abita ad Ancona dal 1959 dove lavora presso una agenzia di marketing. Dal 2010 pubblica libri di poesie, sempre premiati: “Le Rondini di Manet”, “Dopo tanto esilio” e “Corde de tempo”, in dialetto anconetano. E’ presente in numerose antologie e scrive articoli su riviste letterarie e blog.

Monica Bernacchia
Comunicazione
Museo Tattile Statale Omero
Mole Vanvitelliana
Banchina Giovanni da Chio 28, 60121 Ancona
tel. 071.2811935 fax 071.2818358
www.museoomero.it
email: redazione@museoomero.it
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Copertina del libro

Copertina del libro

Museo Omero in Spagna per esportare la propria esperienza

Alicante e Villajoyosa, Spagna
dal 13 al 15 ottobre 2016

ANCONA –  Il prof. Grassini, Presidente del Museo Tattile Statale Omero in questi giorni è stato in Spagna, per relazionare al “III Congreso Internacional Educación y Accesibilidad en Museos y Patrimonio” che si e svolto presso le città di Alicante e Villajoyosa dal 13 al 15 ottobre 2016.
Invitato dal Museo Archeologico di Alicante (MARQ) e dal ViIlaMuseu di Villajoyosa, Grassini ha relazionato sul tema “I ciechi e il turismo. Le prospettive culturali, psicologiche e sociali che il turismo può offrire a chi non vede” e ha presentato il suo ultimo saggio “Per un’estetica della tattilità. Ma esistono davvero arti visive?” (2015, ROMA, Armando Editore). Trai i relatori anche Annagrazia Laura (Presidente ENAT European Network for Accessible Tourism).

Link Convegno: http://accesibilidad.marqalicante.com/

tavolo dei relatori del convegno

tavolo dei relatori del convegno

Irifor Trentino – “Vista fragile e fissazione eccentrica”

workshop @ IRIFOR
In occasione della settimana mondiale dedicata alla vista, il territorio di Trento risponde alla sfida della prevenzione della cecità e della riabilitazione visiva attraverso il networking e il lavoro di equipe interprofessionali.
Le persone con vista fragile presentano infatti condizioni progressive di perdita della vista, causate da malattie degenerative genetiche o legate all’età, per le quali la diagnosi precoce è oggi l’unico strumento di difesa. Questa iniziativa promossa dalla Associazione Vista Fragile stabilisce un patto di collaborazione e informazione intorno al Centro di Riabilitazione Visiva di IRIFOR del Trentino – per il benessere del paziente
La giornata di formazione realizzata lo scorso 10 ottobre ha infatti visto la partecipazione delle diverse professionalità che offrono assistenza alle persone con vista fragile- l’oculista, il riabilitatore o ortottista, l’ottico optometrista – per garantire ai pazienti orientamento, competenza e soluzioni a supporto delle problematiche del quotidiano.
I partecipanti hanno potuto sperimentare con mano protocolli riabilitativi con il microperimetro e con l’applicazione di lenti speciali progettate per le maculopatie. Un evento dedicato alle esigenze dei pazienti che affrontano una importante riduzione visiva con la necessità di stabilizzare la fissazione eccentrica.
Il Network VISTAFRAGILE e la Cooperativa IRIFOR del Trentino ringraziano tutti i convenuti per aver colto la sfida della riabilitazione della vista fragile.