Museo Omero: 21 Marzo 2012, Giornata Mondiale della Poesia

Autore: Segreteria Museo

Museo Tattile Statale Omero, Ancona.
Mercoledì 21 marzo ore 17.00
Poeti marchigiani al Museo Omero per ascoltare la Poesia e accogliere insieme la Primavera!
Mercoledì 21 marzo 2012, in occasione della Giornata Mondiale della Poesia, istituita dall'UNESCO, i poeti Anna Maria Abbruzzetti,  Marina Baldoni, Roberto Pagetta, Cinzia Ricci, Pina Violet, commenteranno insieme al pubblico propri componimenti, che saranno letti da Maria Grazia Conti.
Un pomeriggio dedicato agli appassionati della lettura, un modo unico per festeggiare la Poesia e la Primavera!
Informazioni:
L'ingresso è gratuito.
Gradita prenotazione. Posti limitati.
Museo Tattile Statale Omero
Telefono 071 28 11 93 5.
E-mail: info@museoomero.it

Il cane guida compagno di libertà della persona non vedente

Autore: Giuseppe Terranova

La funzione del cane guida può essere interpretata in diversi modi, a seconda del presupposto logico culturale cui l'interpretazione stessa è riferita.
A volte si definisce strumento, ausilio, supporto, ecc…
Appare evidente, in tal caso, la condizione di oggetto che si usa e poi si ripone in uno spazio, in attesa di essere utilizzato in altra occasione.
Semplicisticamente, in questo caso, il cane guida viene considerato nella sua materialità e per i vantaggi che può procurare alla persona. Ma la sua funzione è ben più alta e più complessa.
Se si parte dal convincimento che il cane guida svolge una missione nobile perché socialmente rilevante, e rende la persona non vedente libera ed autonoma, assicurandole mobilità in condizioni di sicurezza, si comprende immediatamente che si tratta di un soggetto, ancorché animale, meritevole di tutela giuridica e di rispetto sociale, che include, prioritariamente, il diritto di accoglienza, che, pertanto, non è circoscritto solo alle persone.
Le considerazioni su esposte, fanno attribuire al cane guida, una soggettività comprensiva di diritti comuni e specifici, ed inducono a considerarlo "compagno di libertà" della persona non vedente con il riconoscimento di un ruolo assimilabile ad una mission.
L'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, da quando ha cominciato ad occuparsi del cane guida, e cioè dal primo ventennio del 1900, in cui è stato avviato il progetto di fondazione della scuola di Firenze-Scandicci, prima scuola in Italia e nel mondo, si è preoccupata di diffondere il messaggio che al cane guida doveva essere riconosciuta una particolare funzione sociale, in quanto esso rendeva un importante servizio alla persona, e su questo presupposto logico-culturale imperniò una coerente azione pedagogica e formativa della opinione pubblica.
Di ciò sono testimonianza le campagne di informazione svolte nel tempo, la normativa esistente, ed in particolare le leggi 14/2/1974 n° 17 e 8/2/2006 n° 67.
Il panorama delle scuole cani guida per ciechi si arricchisce con la struttura di Limbiate realizzata dai Lions e dal Centro Regionale Helen Keller di Messina, istituito dalla regione siciliana, recentemente riconosciuto "polo nazionale per l'autonomia dei non vedenti".
Quest'ultima scuola è inserita in un sistema di servizi basati, fondamentalmente, sull'orientamento e la mobilità nell'ambiente in cui può svolgersi l'attività della persona.
Le citate scuole sono accreditate presso la federazione internazionale delle scuole cani guida per ciechi, che impone rigorosi protocolli didattici e standard formativi del personale tecnico, ed inoltre, mantiene una costante vigilanza con puntuali ispezioni svolte da specialisti della materia.
Quest'ultimo requisito costituisce una importante garanzia per gli utenti che, così, possono contare su "compagni di libertà" ben preparati per il servizio da espletare.
Naturalmente, l'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti orienta le strutture ad adeguare le attività alle esigenze di autonomia delle persone non vedenti, si impegna ad aggiornare e ad arricchire la normativa, provvede ad intervenire nei casi in cui vengono violati i diritti della persona e del cane, e cura l'informazione per una adeguata cultura sul cane guida.
Vi è piena consapevolezza che, se è tanto il lavoro fatto, tanto altro resta ancora da fare, soprattutto sul versante della legislazione e della formazione di una opinione pubblica più cosciente e responsabile nei riguardi della persona non vedente, accompagnata dal fedele amico a quattro zampe.

Pluridisabili: dei fratelli che non ci è lecito dimenticare

Autore: Angela Mazzetti

Sono referente per la mia Regione, la Lombardia e, per il secondo mandato, componente della Commissione nazionale per le pluridisabilità. Mi è stato chiesto di scrivere un articolo su questo argomento e lo faccio volentieri, perché da tanti anni ormai sento la condizione della pluridisabilità, connessa alla minorazione visiva, come un fardello da condividere sia con quelli che sono costretti a portarselo addosso giorno dopo giorno, sia con le loro famiglie. La numerosa letteratura in proposito e la conoscenza diretta, ottenuta sul campo, del problema mi hanno convinto che, se tutte le disabilità presentano un prezzo da pagare, questa si porta dentro il costo più alto. Mi riferisco, com'è ovvio, ad una situazione in cui il deficit intellettivo si coniuga con carenze più o meno gravi di ordine motorio e prassico, alle quali si aggiungono, limitazione ulteriormente pesante, le complicanze visive.
Una volta definita dagli esperti la diagnosi, talora purtroppo incompleta e-o tardiva, si presenta per la famiglia il primo e forse più difficile ostacolo da superare: l'accettazione e la presa in carico del bimbo e del suo problema. Non esiste comunque condizione di vita tanto grave che non sia passibile di riabilitazione: la prima e fondamentale tuttavia è quella che si fonda e scaturisce (lo dico senza retorica, ma per convinzione profonda) dalla consapevolezza che ogni persona è di per sé un valore intrinseco ed è portatrice di diritti inalienabili che esigono di essere rispettati.
Tutti dobbiamo farlo e tanto più lo dobbiamo noi, che possediamo la capacità di pensare e di agire, di muoverci e di dare un nome ai sentimenti ed alle cose, nonostante il nostro limite.
Le sezioni dell'Unione devono spalancare le porte per accogliere loro e le loro famiglie; nelle nostre relazioni programmatiche essi devono trovare uno spazio e delle specifiche strategie di intervento da portare alla scuola e-o alle strutture che se ne fanno carico, perché possano prepararsi alla vita o sentirsi "bene", perché curati e, possibilmente, amati.
Siamo responsabili del loro benessere o dei loro piccoli o grandi successi; dobbiamo darci da fare perché trovino accoglienza ed amicizia là dove vivono: l'integrazione non è un diritto e una conquista soltanto per noi. E lo stesso discorso vale per il lavoro, se ne hanno le capacità.
Ma basta con la teoria! Consentitemi invece di raccontarvi le storie di due bimbe, che hanno attraversato e una ancora attraversa la mia vita e quella della mia Sezione. Le chiamerò Lisa e Flora, due nomi che mi piacciono per il suono gentile e armonioso. La mamma di Lisa la chiameremo Vera.
Vera suonò al nostro cancello verso la fine dell'inverno 2002; eravamo in chiusura di giornata. Eletta Presidente da pochi mesi, avevo tante speranze e altrettante preoccupazioni. Vera posò la piccola sulla mia scrivania e Paola, la mia sensibile ed efficientissima segretaria, rimase un momento con noi. Aveva un bambino di qualche mese più giovane. Vera era tesa, angosciata; Lisa aveva il sondino naso-gastrico, perché non era in grado di nutrirsi regolarmente. Se ne stava silenziosa, con le membra rigide e gli occhi semichiusi. La storia era quella di sempre. Un parto difficile, l'anossia, i primi interventi riparativi in ospedali diversi. Di fatto una prognosi incerta e da ultimo sedute fisioterapiche dilazionate nel tempo. Ad un certo punto Vera mi si gettò tra le braccia, scoppiando in un pianto disperato, fatto di stanchezza e di impotenza. Condividemmo le sue lacrime, poi iniziammo insieme la risalita. Paola rientrò,verificò e raccolse i documenti, mentre io al telefono prendevo per Vera un appuntamento per un più adeguato, almeno speravo, programma riabilitativo.
Così ebbe inizio il percorso di recupero, faticoso, ma impostato e condotto a trecentosessanta gradi. Niente fu lasciato al caso. Stimolazioni basali prima e poi neurovisive; logopedia e fisioterapia: Lisa era ed è costretta su una sedia a rotelle, ma le mani hanno recuperato motricità, anche se non quella fine. Vennero, con le prime parole, i segni di una buona capacità di comprensione. Vera ed il marito lottarono senza posa, per ottenere quanto era necessario alla loro bambina e noi fummo loro accanto in quell'avventura. La scuola dell'infanzia, con tanti sussidi utili condivisa e vissuta nella stessa aula coi compagni normodotati. Accanto a Lisa le maestre curriculari ed una splendida educatrice, Gabriella, che ancora oggi, in quinta elementare, la supporta, grazie anche alla sensibilità delle Istituzioni scolastiche e non. Da quando è stata in grado di comprendere e di decidere, Lisa ha sempre preteso di essere presente agli incontri d'équipe che la riguardavano, anche se poi, ogni volta che si rendeva conto della sofferenza della madre, scoppiava in pianto, suscitando in tutti un'emozione altrettanto forte.
Da qualche anno in famiglia c'è un nuovo arrivato, un fratellino per cui all'inizio Lisa ha provato gelosia (diceva di volerlo vendere al mercato), ma che ora difende come una leonessa quando la mamma lo sgrida per i disastri che combina. "Lo difendo", dice, " perché lui può fare tutto ciò che io vorrei ma non posso fare".
Ed ora vi racconto la storia di Flora. Venne da noi alcuni mesi dopo l'arrivo di Lisa, tra le braccia dei suoi genitori, una giovane e splendida coppia che l'aveva accolta ed accettata senza riserve e che era tutta protesa su di lei, la loro prima creatura. Era di alcuni mesi più piccola di Lisa ma presentava lo stesso quadro clinico, anche se, almeno in apparenza meno esasperato. Parlai a lungo coi genitori: avevano intorno una famiglia grande con tanti nonni, zii e cugini. Flora avrebbe avuto affetto e protezione da tutti e naturalmente avrebbe anche iniziato un adeguato programma terapeutico. Continuammo ad incontrarli di tanto in tanto: mantenevano la loro serenità, ma rifiutarono assolutamente l'idea della scuola materna. L'assistente sociale del comune di residenza ci telefonò preoccupata della resistenza della coppia ad ogni proposta di inserimento: volevano tenere il più possibile con loro la piccola, riabilitandola, ma senza staccarla dal contesto familiare. Era fragile, spesso ammalata e questo li mandava enormemente in ansia. Giunse il momento dell'iscrizione alla scuola elementare: mesi prima i genitori avevano però scelto di collocare la figlia per alcune ore al giorno in un centro dell'ANFASS destinato ad accogliere bimbi gravissimi e abbastanza vicino alla loro abitazione. Vi si recava al mattino per un programma vario di riabilitazione, di gioco e musicoterapia. Dopo il pranzo però tornava in famiglia perché questa riteneva troppo gravoso per la piccola un distacco troppo prolungato.
Incontrai il padre insieme ad un altro genitore, con il quale stavamo conducendo un lavoro di ricognizione sulla condizione di vita dei nostri iscritti con pluri-handicap. Flora per il secondo anno ancora non frequentava la scuola, il padre era accompagnato dal fratellino di quattro anni e si mostrava piuttosto reticente a parlare. Gli chiedemmo se non ritenesse utile inserire la bimba alle elementari anche se per alcune ore ben programmate e supportate, così da ottemperare all'obbligo scolastico. Ci rispose che per il momento non riteneva di doverlo fare: la bimba si trovava bene dov'era e in ogni caso loro non erano disposti né a sottoporla ad un inutile stress né a separarsene per troppo tempo, provavano il bisogno di "coccolarla", di tenersela vicino, di farla sentire protetta ed amata. Due anni dopo furono ancora una volta i genitori a richiamarci: la piccola era morta ed essi avevano vissuto il dramma di quella perdita come un trauma profondo, una ferita che non avrebbe mai potuto essere sanata. Si erano anche decisi a spostare la residenza in un altro paese. Il colloquio fu difficile e lunghissimo intercalato da molte pause. Ne uscii davvero sconvolta e mi interrogai a lungo su come avrei dovuto e potuto fin da subito stare loro vicino ed essere più propositiva.
Di Flora mi resta il ricordo struggente, di Lisa la gioia di una speranza che, piano piano potrà trasformarsi in certezze consolanti.
Ecco mi piacerebbe che su queste storie si aprissero da parte di tanti lettori riflessioni e confronti: sarà utile a tutti e sarebbe un dono di condivisione e di affetto per tanti nostri fratelli e per le loro famiglie.

LinuxBlind e sua accessibilità

Autore: Nunziante Esposito

Impiegato un sistema virtuale, con sistema operativo Linux Ubuntu 8.4.2 e lo Screen-reader Orca che viene preinstallato in lingua italiana su questo sistema operativo già a partire dalla versione 7.10.

Premessa: i test sono stati eseguiti sulle macchine configurate come descritto di seguito.

– Computer portatile Macintosh, sistema operativo Linux Ubuntu 8.4.2 in modalità virtuale e con lo scrreen-reader Orca preinstallato.
– Computer portatile con doppio boot, con sistema operativi reali Windows Vista e  Linux Ubuntu 8.4.2 con lo scrreen-reader Orca preinstallato.
– Computer fisso con Windows XP pro, Jaws 11, VMPlayer (Macchina virtuale) e linux Ubuntu 8.4.2, con lo screen-reader Orca preinstallato.
– La versione di VMPlayer e della macchina virtuale sono stati forniti da IRIFOR.

Test:

Dopo il test da me eseguito sulla mia macchina qualche mese fa, fu deciso di farmi fare un test in sede visto che sulla mia macchina il sistema non funzionava, anche con l'assistenza di un vedente.

In seguito ai test eseguiti in sede IRIFOR il giorno 17 Febbraio 2012, eseguiti  su computer portatile Macintosh di proprietà di Alessio Rosi con il sistema operativo in esame in modalità virtuale, e sul mio computer che ha lo stesso sistema operativo Linux Ubuntu 8.4.2 in modalità reale, e in seguito a prova del software installato su un PC con un sistema operativo Windows XP pro con un giga di memoria Ram e un processore Pentium 4 a 2480 kHz, con la macchina virtuale preparata da Alessio Rosi, è stato rilevato quanto segue:

Prove su computer Macintosh con la versione di Linux Ubuntu 8.4.2 in modalità virtuale.

L'avvio del prodotto viene eseguito senza assistenza vocale e non ci sono nemmeno dei suoni che potrebbero, se non altro, dare un riferimento. Questo non è un problema, perché si possono inserire facilmente. Però, allo stato attuale, per chi non vede, non può avviare il sistema da solo, se possiede solo lo screen-reader, perché questo ausilio in fase di partenza non è attivo.

Anche chi conosce bene come si avvia Linux, se non è assistito da un vedente non può avviare il sistema operativo senza almeno avere i suoni.

Una volta avviato il sistema, nel caso mio l'ho trovato già avviato e funzionante, è possibile fare molte cose di quelle che sono previste con comandi da menu o da terminale, ma ci sono dei limiti insormontabili per alcune operazioni e che ne inficiano totalmente l'uso, a meno che ogni volta che serve si chiama un vedente. Si capisce subito che non si può essere autonomi, come siamo con Windows.
 
Quando il sistema si deve aggiornare, ma questo vale anche se si deve installare un applicazione, lo screen-reader una volta avviato il comando specifico, non ci assiste più. A partire dalla fase di convalida dell'operazione avviata, ma anche dopo che si deve inserire nome utente e password, non è possibile fare nulla se non si ha un vedente che ti esegue con il mouse l'operazione.

Lo screen-reader Orca, ad oggi, non è in grado di far fronte a tali problemi e solo con questo ausilio non si può usare questo sistema operativo, in questo caso preparato in modalità virtuale.

Questo, nonostante Orca funziona con il programma di scrittura e per il programma di calcolo. Anche per questi programmi, le azioni di normale amministrazione sono assistite, ma quando si va nelle cose particolari, non è possibile fare tutto.

Per la navigazione Internet Orca non ha comandi di aggregazione degli elementi di una pagina, quindi, è molto problematico poter navigare una pagina per chi vuole muoversi più velocemente di quello che consentono le sole frecce e il tasto tab.

La posta elettronica viene gestita in parte e non in modo completo, non tanto per la inaccessibilità del software, ma per i limiti che ha lo screen-reader Orca.

Non avendo potuto installare la macchina virtuale su un PC Windows, cosa che credevo di trovare per poter fare le prove, ho fatto la prova sulla mia macchina come spiegato di seguito. Questo mi ha fatto anche presentare questa relazione in ritardo.

Computer con doppio sistema operativo, da scegliere alla partenza, assistito da suoni (beep) da me installati con l'ausilio di un vedente. I sistemi sono Windows Vista e Linux Ubuntu 8.4.2 con Orca preinstallato.

Ho avviato in piena autonomia il mio sistema operativo Linux che, tranne per aggiornamenti da fare, era la stessa versione di quello installato sulla macchina virtuale del computer Macintosh. Altra variazione erano alcuni software non aggiornati, tra cui anche Firefox e Thunderbird per la posta.

Avviato il sistema, sempre in piena autonomia, ho potuto inserire nome utente e password.

Avviato il sistema, abbiamo fatto la prova ad installare qualche aggiornamento e ho potuto dimostrare ad Alessio Rosi che quando si fanno certe cose, lo screen-reader non ci assiste.

Durante tutti gli aggiornamenti che sono stati effettuati mentre eseguivo test sul computer Macintosh, doveva essere sempre Alessio Rosi a dare i comandi con il mouse.

Anche sul mio computer, non c'è verso di poter essere assistito da Orca per alcune cose di amministrazione del sistema.

Per la chiusura di questo sistema operativo, riesco sul mio computer a chiudere il sistema in autonomia come ho potuto fare anche sul computer Macintosh, visto che Orca riesce a leggere tutte le finestre per la procedura di spegnimento o di riavvio.

Test su computer PC con windows XP Pro, VMPlayer e la versione virtuale di Linux Ubuntu 8.4.2 con Orca preinstallato, fornita da IRIFOR.

Ho installato il Player VM per poter usare la macchina virtuale di LinuxBlind preparata da Alessio Rosi.

Caricata la macchina virtuale secondo le istruzioni fornite dentro a VMPlayer, ho scaricato Jaws ed assistito da un vedente, ho potuto avviare LinuxBlind.

Dopo qualche minuto si è caricato il sistema operativo linuxBlind, ma per me era come se la macchina fosse bloccata: nessun segno di vita. Interrogato il vedente, ho appurato che il sistema operativo si stava caricando.

Terminata la fase di avvio, a schermo è comparsa la richiesta del nome utente, quindi, se non era per il vedente, che in questo caso faceva da sintesi, non avrei mai potuto capire cosa dovevo fare. Infatti, mi ha detto di inserire il nome utente e di confermare, azione che ho eseguito. Mi ha detto di inserire la password e di confermare ed ho eseguito anche questo.

Nella versione che ho installato in modo reale sul mio portatile, in questa finestra mi emette un suono ed io comprendo che devo inserire nome utente e confermare, poi inserisco la password e premo di nuovo la conferma. Questa modifica non è difficile da eseguire.

Dopo qualche frazione di minuto, si è avviato il sistema operativo e veniva mostrata a schermo la finestra di Orca per poter eventualmente modificare le preferenze o per poterlo chiudere. Però, di suoni, nemmeno l'ombra. Se non avessi provato come ho provato, e cioè assistito da un occhio in prestito, mai avrei capito che con la macchina virtuale e questa versione di LinuxBlind, non c'è verso che vengono emessi suoni, come se la scheda audio non fosse gestita dal sistema di macchina virtuale.

Non contento delle prove fatte e abusando della presenza di mio figlio che mi prestava un occhio, ho aggiornato la VMPlayer perché mi diceva fin dal principio che doveva essere aggiornata, aggiornamento che non avevo fatto per evitare di modificare quello che Alessio Rosi aveva preparato.

Aggiornato VMPlayer due volte, con l'avvio di LinuxBlind avveniva tutto pari pari come descritto sopra.
Considerazioni finali post test:

L'accessibilità con il solo screen-reader, non consente ad un disabile visivo cieco assoluto di poter usare questa versione di Linux Ubuntu 8.4.2 con lo screen-reader Orca che, ripeto, è preinstallato dalla versione 7.10 in tutte le versioni di Linux Ubuntu.

Conosco diverse persone disabili visivi che usano Linux, sia versioni Ubuntu, sia altre versioni, ma chi lo usa con soddisfazione deve giocoforza usare un display braille che qualcuno gli ha dovuto configurare in modo perfetto, oppure ha un residuo visivo minimo, per poter bypassare le difficoltà incontrate in questo test.

Altra considerazione importantissima, la nuova versione del programma di scrittura, nonché per quello di calcolo, non si può dire che tutti i guai di Open Office sono risolti. Infatti, faccio presente che anche le versioni precedenti di Open Office, da cui derivano queste nuove versioni, sono tutte accessibili come quella installata nella macchina virtuale, quindi, non abbiamo fatto nessun progresso di accessibilità, contrariamente a  come vogliono far credere.

Ho fatto le stesse prove con Open Office che ho installato nel mio computer e il grado di accessibilità è lo stesso.

Desidero concludere con una provocazione che fatta di questi tempi, non è proprio l'ideale, ma per dovere devo farla nonostante capisco e so per certo cosa risponderete.

Essendo il problema quasi completamente da addossare allo screen-reader, ed essendo questo software sviluppato dalla stessa comunità che sviluppa NVDA per Windows, come associazione di disabili visivi, sarebbe opportuno incentivare la comunità di sviluppo ad accelerare la risoluzione dei problemi presenti. So per certo che il Club Linux di Montebelluna di cui fa parte il dott. Franco Carinato che ho coinvolto per telefono ai test eseguiti, ha già foraggiato l'anno scorso con gli avanzi di gestione proprio la comunità di sviluppo di questo screen-reader.
Questa mia considerazione spero che la prenderete in considerazione, nonostante tutti i problemi che la crisi economica ci ha prodotto e ci produrrà.

Nunziante Esposito
nunziante.esposito@uiciechi.it
Commissione OSI

 

 

Dispositivo di Firma Digitale InfoCert, “Business Key”, acquisto ed aggiornamento on line

Autore: Nunziante Esposito

Anche se il gruppo IRIFOR per la Firma Digitale, per tramite del coordinatore Avv. Giorgio Rognetta sta cercando di riprendere i contatti con gli addetti ai lavori di InfoCert, purtroppo, il dispositivo di firma digitale di InfoCert, la business Key per intenderci, non essendo più distribuito dagli uffici delle Camere di Commercio delle Province italiane, il rinnovo e l'acquisto, vanno fatti on-line e precisamente si fa come segue:

Acquisto Business Key Lite.

Premessa: per l'acquisto, bisogna avere la possibilità di effettuare un pagamento on-line, quindi, bisogna essere in possesso di una delle modalità di pagamento previste. Se non si può pagare on-line, tramite carta di credito o bonifico bancario come previsto, meglio rivolgersi a qualche persona di fiducia che ha la possibilità di pagare on-line.

Vediamo per prima cosa come collegarci al sito InfoCert per l'acquisto e l'aggiornamento. Colleghiamoci alla pagina: http://ebusiness.infocert.it/nemo/home.do

Aperta completamente la pagina, ci portiamo con i comandi che siamo abituati ad usare su una pagina web, sul corpo della pagina e troviamo subito la pubblicità della Business Key Lite da 2 giga. Personalmente, stando ad inizio pagina,  premo due volte insert più invio e sono immediatamente ad inizio del contenuto. Certo che sarebbe stato meglio se avessero previsto un link di salto del menu.

Siamo precisamente dopo tutti i link del menu principale, e troviamo tutti i prodotti offerti che si possono acquistare con le modalità che vedremo di seguito.

Scorrendo la pagina con le frecce verticali, il primo prodotto che troviamo è la Business Key Lite, BK Lite 2 GB con 2 certificati, offerta su una pennetta da 2 giga. In sostanza si tratta della versione in nostro possesso. Infatti, continuando a scorrere la pagina, per ogni prodotto venduto, troviamo un link con le spiegazioni sul prodotto, in modo che possiamo renderci conto di cosa stiamo acquistando. Però, quando si da invio sul link, sembra non essere accaduto nulla, anche se si è aperta una finestra sulla pagina stessa. Infatti, se ci portiamo all'inizio della pagina con control più home, premendo freccia giù, leggeremo le spiegazioni sul prodotto.

Alla fine delle spiegazioni c'è un link "Chiudi", e premendo invio su di esso, ci troviamo sul link da cui eravamo partiti.

Trovandoci subito sul prodotto che ci interessa, premiamo freccia giù fino al link "Leggi la scheda informativa", e premiamo invio. Sembra non essere accaduto nulla. Premiamo control più home e siamo ad inizio pagina. Premendo freccia giù, leggeremo:

"Scheda informativa

Business Key è la "chiavetta" USB innovativa ideata da Infocert per rendere l'utilizzo della firma digitale semplice ed intuitivo.

Business Key viene fornita direttamente al cliente che abbia sottoscritto la richiesta di registrazione ed abbia ottemperato alle procedure per l'identificazione previste dal manuale operativo.

Contiene 2 certificati:

– Certificato di sottoscrizione per firmare digitalmente tutti i documenti informatici
– Certificato di autenticazione per accedere in modo sicuro alla rete e per rendere certa e verificabile la propria identità.

Il prezzo d'acquisto comprende anche le spese di spedizione.

Attenzione!!! Può acquistare una sola Business Key alla volta. Deve essere effettuato un ordine per ogni Business Key che si intende acquistare.

Non ci resta che premere invio sul pulsante chiudi e siamo di nuovo sul link da cui eravamo partiti.

Con freccia giù, leggeremo che costa 69,00 Euro più IVA al 21%. Non esiste da nessuna parte qualche informativa sul come poterla pagare con IVA agevolata al 4%.

Scorrendo ancora la pagina con freccia giù, troviamo il link "Aggiungi al carrello". Premendo invio su questo link, aggiungeremo il prodotto al carrello, come per qualsiasi sito di E-Commerce. Anche per questo link, sembra non essere avvenuto nulla, perché il focus rimane dove eravamo, anche se Jaws ci legge la percentuale di ricarica della pagina. In sostanza, è stato generato un frame nella pagina e si trova, come detto sopra, ad inizio pagina. Quindi, premiamo control più Home e potremo leggere le informazioni premendo freccia giù. Leggeremo:

frame – Pagamenti e-business –
Carrello
Il seguente prodotto sarà inserito nel carrello
BK Lite 2 GB con 2 certificati
Quantità: 1
  Prezzo 69,00 Euro
ATTENZIONE
A pagamento avvenuto riceverà email con le istruzioni per completare la registrazione ed inviarci i dati necessari al rilascio della sua firma digitale
Le sottolineiamo che può acquistare una sola Business Key alla volta.
(Casella di controllo)Accetto l'informativa sul prodotto che sto acquistando
 
(Link) Continua gli acquisti
(Link) Annulla
(Link) Procedi con l'ordine
fine frame – Pagamenti e-business –

Ovviamente, se dovessimo annullare, premiamo invio sul link apposito, se dovessimo comprare altri prodotti, premiamo invio sul pulsante prosegui acquisti, mentre, se dovessimo acquistare solo la Business Key, diamo invio sul link procedi con l'ordine. E' ovvio che dobbiamo attivare la casella di controllo per l'accettazione sull'informativa del prodotto.

Facciamo l'ipotesi che dobbiamo acquistare solo la BK Lite con i due certificati, quindi, diamo invio sul link procedi con l'ordine.

Jaws ci avvisa che si sta caricando qualcosa, ritornando in voce le solite percentuali di caricamento, ma poi ci ritroviamo dove eravamo. Se scorriamo la pagina fino alla fine, troviamo i prodotti che sono stati aggiunti al carrello ed il costo totale da pagare. Inoltre, troviamo scritto che possiamo pagare tramite bonifico bancario o tramite carta di credito. Per questa ultima, sono accettate quelle del circuito VISA e MASTERCARD.

Solito control più Home, e con freccia giù troviamo il form per inserire i dati personali.

Siamo subito avvisati che se siamo utenti registrati, basta loggarsi al sito ed acquistare dal proprio spazio privato.

Il form è accessibile con Jaws in modo totale, anche se, dopo aver premuto alt più freccia giù per aprire le caselle di controllo ed aver effettuato la scelta con le frecce verticali, dando invio per confermare il dato o premendo tab, si ricarica la pagina e dobbiamo riportarci ad inizio pagina per poter riportare il focus sul campo precedente e proseguire con l'inserimento dei dati. Per fare prima, dopo la scelta e l'aggiornamento della pagina, consiglio di portarsi ad inizio pagina con control più home e poi, premere la lettera c, per spostarsi sulle caselle combinate. In questo modo, si ritrova quasi immediatamente la casella precedentemente compilata e si continua.

Compilati tutti i campi, troviamo già attivato il pulsante radio con l'accettazione per il trattamento dei dati personali, quindi, ci portiamo sul link "Invia" e premiamo invio.

Si apre una nuova schermata, sempre ad inizio pagina e sempre in un frame, con tutti i dati da noi inseriti. Consiglio  di controllare attentamente i dati inseriti, prima di proseguire.

Tra le cose da fare in questa pagina, è quella di scegliere se pagare con bonifico bancario o con carta di credito. Ci sono due pulsanti radio, quindi, portarsi su quello che interessa e premere la barra spazio per attivarlo

Scelta la modalità di pagamento e controllati i dati personali, si prosegue con l'acquisto, dando invio sul pulsante conferma.

Se si sceglie bonifico bancario, si apre una finestra con i dati per effettuare la conferma dell'ordine. Dopo aver confermato l'ordine, sulla stessa pagina, quasi in fondo, troviamo il link per aprire la finestra per completare l'ordine ed avere il numero dell'acquisto da fare, dato da inserire nel bonifico.

Se si sceglie di pagare con carta di credito, si apre una finestra con il form per inserire i dati per effettuare il pagamento. Quindi, si inseriscono tutti i dati della propria carta di credito e si conferma sul pulsante apposito. Si apre una ulteriore finestra che consente di leggere quale pagamento si sta effettuando, l'importo e con il pulsante di conferma che dice al sistema della propria banca di pagare il dovuto.

Siccome non dovevo effettuare l'acquisto, le operazioni di inserimento sono terminate, in entrambi i casi, prima dell'ultimo step.

La procedura è completamente accessibile con le nuove versioni di Jaws, quelle che hanno le maschere che si attivano automaticamente, ma ho provato anche con le versioni 8 e 9 di Jaws, per le quali si devono attivare le maschere.

Come sopra spiegato, questa procedura è accessibile completamente e si può acquistare il dispositivo di firma digitale BK senza problemi.

Nota bene: Si presume che chi effettua tali operazioni è capace di usare il computer in piena autonomia e con l'attrezzatura sopra menzionata.

Per completezza di informazione, dico che ho usato come sistema operativo Windows Vista a 32 bit, Internet Explorer 8 e le versioni di Jaws dalla 8 alla 12.

Acquisto dispositivo di firma Remota on-line.

Sempre dalla stessa pagina e con la procedura vista per la BK Lite, cerchiamo il dispositivo di Firma Remoto e diamo invio sul link per le informazioni. Sempre ad inizio pagina e nel frame, leggiamo:

Scheda informativa
La Firma Digitale Remota consente di firmare digitalmente senza bisogno di avere la smart card.
Il certificato, rilasciato da InfoCert secondo le norme in vigore, viene reso disponibile al Titolare presso l’apposita infrastruttura tecnologica sicura e ridondata ed è accessibile, tramite la normale rete internet , utilizzando l’apposita funzione di Dike.
Il Titolare, per ragioni di sicurezza, dovrà rendere disponibile un proprio dispositivo mobile sul quale InfoCert invierà, al momento dell’esecuzione della firma e su richiesta, un SMS contenente il Codice OTP variabile che, insieme al PIN ed alla User ID, identificano in modo univoco la proprietà del Certificato utilizzato.
Inoltre, per aumentare ulteriormente il livello di sicurezza, al termine di ogni giornata, il Titolare che abbia utilizzato anche una sola volta il servizio, riceverà una email con l’elenco dell’attività svolta dal suo Certificato.
Infine, InfoCert mette a disposizione del Titolare un apposito portale web che consente di definire e modificare i parametri di utilizzo inizialmente definiti al momento della procedura di registrazione.

Da quello che si capisce, una modalità molto sicura con controlli rigorosi e precisi.

Vediamo come acquistarla, quindi, premuto invio sul link chiudi, con freccia giù leggiamo che costa 45,00 Euro+IVA al 21%. Anche qui e per tutto il sito non si capisce come poter chiedere l'IVA agevolata.

Con freccia giù, cerchiamo il link "Aggiungi al carrello" e premiamo invio. Si apre il solito frame ad inizio pagina nel quale si legge:

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Carrello
Il seguente prodotto sarà inserito nel carrello
Firma Digitale Remota
Quantità: 1
Prezzo 45,00 Euro
Attenzione!
L’acquisto verrà finalizzato da InfoCert esclusivamente a seguito della ricezione del modulo di richiesta sottoscritto con Firma Digitale valida o con firma autografa autenticata da pubblico ufficiale.
Le ricordiamo, inoltre, di seguire le indicazioni presenti sul sito www.infocert.it per la conclusione dell’acquisto.
(Casella di controllo)Accetto l'informativa sul prodotto che sto acquistando
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Ovviamente, se dovessimo annullare, premiamo invio sul link apposito, se dovessimo comprare altri prodotti, premiamo invio sul pulsante prosegui acquisti, mentre, se dovessimo acquistare solo la Business Key, diamo invio sul link procedi con l'ordine. E' ovvio che dobbiamo attivare la casella di controllo per l'accettazione sull'informativa del prodotto.

Scegliamo il link "Procedi con l'ordine" e premiamo invio.

Tutto quello che si deve fare successivamente, è uguale all'acquisto della BK Lite, così come spiegato sopra. Anche tutti gli altri prodotti venduti sulla pagina che si apre con il link visto sopra, compreso i pagamenti per gli aggiornamenti, sono accessibili.

Nota dolente: anche se il pagamento degli aggiornamenti è accessibile, questo non significa che gli aggiornamenti si possono eseguire in piena autonomia, perché per fare gli aggiornamenti si deve usare il software DiKe Util che risulta inaccessibile e, quasi totalmente trasparente per Jaws.

Conclusioni ed avvertimenti.

 

 

 

 

 

Documento scaturito dall’assemblea dei genitori del 19 e 20 novembre 2011

I Coordinatori dei Comitati Regionali dei genitori dei minori soci dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, riuniti in Assemblea a Tirrenia, il 19 e il 20 novembre 2011, hanno, all'unanimità, concordato di chiedere al signor Presidente e ai signori Componenti la Direzione e il Consiglio Nazionali di voler valutare ed approvare le seguenti iniziative, intese ad aumentare il livello di informazione e di partecipazione dei genitori.
I Presidenti provinciali e regionali, che non vi abbiano provveduto, procedano alla costituzione del Comitato dei Genitori, nei territori di rispettiva competenza, e comunichino, alla sede centrale, l'avvenuta costituzione ovvero l'impossibilità di attivare l'organo.
Alle riunioni dei Consigli provinciali, regionali e nazionale sia invitato a partecipare, con facoltà di parola, il Coordinatore dei Genitori, competente per territorio. In caso di indisponibilità, ai lavori collegiali sia ammesso a partecipare, su delega del Coordinatore, il Vice Coordinatore o altro componente del Comitato.
Alle delegazioni associative, che dovessero partecipare ad incontri istituzionali, concernenti la delega al Governo sugli interventi di riqualificazione e riordino della spesa in materia sociale, così come prevista dall'art. 10 del d.d.l. 4566, sia invitato a partecipare il Coordinatore dei Genitori, competente per territorio.
Le Sezioni Provinciali, che non vi abbiano provveduto, si dotino di una "Carta dei servizi", da rendere disponibile a chiunque sia interessato alle attività territoriali dell'Unione e degli Enti ad essa collegati.
Sia attivata, nel sito www.uiciechi.it, una pagina dedicata ai genitori, gestita, per quanto riguarda la raccolta, la selezione e l'organizzazione dei contenuti, dai componenti il Comitato Nazionale Genitori.
Siano organizzati, nel corso del 2012, due seminari/laboratorio, a carattere interregionale, dedicati alle famiglie dei bambini e dei ragazzi con disabilità visiva, seminari/laboratori da strutturare e articolare secondo le indicazioni del Comitato Nazionale Genitori.
I Coordinatori Regionali dei Genitori chiedono che le iniziative approvate siano incluse nella Relazione Programmatica per il 2012 e vengano sostenute con l'adozione dei necessari provvedimenti.
In fede

Per l'Assemblea Nazionale dei Coordinatori Regionali dei Genitori
La Coordinatrice del Comitato Nazionale Genitori
Prof.ssa Ulrica Goller

 

Centro Regionale Helen Keller e Scuola cani guida

Autore: Giuseppe Terranova

Il Centro Regionale Helen Keller dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, istituito a Messina con legge regionale 30 aprile 2001 n° 4, ha come obiettivo primario quello di elevare il livello di autonomia, di autosufficienza e di recupero socio – lavorativo delle persone non vedenti ed ipovedenti di ogni età, sviluppandone al massimo le capacità e le abilità per l'autogestione personale in qualsiasi ambiente interno ed esterno.
La struttura è organizzata secondo un modello integrato di servizi che ricomprende le sotto indicate aree di azione:

SCUOLA CANI GUIDA PER CIECHI
La Scuola ha come obiettivo primario quello di creare le condizioni migliori per una perfetta ed armoniosa intesa tra la persona non vedente ed il cane guida, che nel nostro caso, non è solo uno strumento o un ausilio bensì soprattutto un compagno di libertà per un uomo alle ricerca di una maggiore autonomia.
Partendo dalla considerazione che è la persona non vedente a scegliere il percorso da compiere e la meta da raggiungere, la scuola, attraverso corsi specifici, attua programmi educativi, finalizzati a sviluppare le capacità e le abilità di orientamento degli utenti, i quali, immediatamente dopo, frequenteranno corsi bisettimanali insieme al cane, sempre sotto la guida attenta degli istruttori.
Addestramento:
L'addestramento di un cane inizia a circa ad un anno ed ha la durata di cinque mesi.
Successivamente l'animale intraprende la fase di addestramento personalizzato insieme al non vedente al quale dovrà essere assegnato.
In questo modo il futuro padrone entrerà in piena sintonia con il cane, mentre il cane assimilerà tutte le esigenze, i bisogni e le caratteristiche del compagno.

Razze impiegate:
Le razze impegnate sono:
– Il Pastore Tedesco
– Il Labrador Retriever
– Il Golden Retriever
Tutti questi esemplari appartengono esclusivamente a razze pure. In ogni addestramento, nell'ambito dei quali ci si avvale dell'utilizzo dei cani, si tende a sfruttare il corredo genetico degli esemplari in rapporto alle funzioni che dovranno svolgere (il fiuto nei cani antidroga, l'aggressività dei cani da guardia ecc.), ma nella preparazione del cane guida, non esiste alcuna predisposizione genetica.
Pertanto bisogna creare una sorta di "senso di responsabilità" dell'animale verso l'istruttore, amplificando le conseguenze di alcuni "inconvenienti" creati sul percorso e stimolando la sua attenzione al fine di evitare danni fisici al suo amico non vedente.

Assegnazione:
Per accedere all'assegnazione di un cane guida bisogna avere i seguenti requisiti:
– Cecità assoluta o residuo visivo accertato da certificazione medica
– Idoneità fisica
– Frequenza dei corsi di orientamento e mobilità
Il richiedente, inoltre, deve compilare l'apposito modulo ("Modulo per la richiesta di assegnazione e affidamento di cane guida"). Alla domanda si dovrà allegare anche un certificato di invalidità rilasciato dall'organo sanitario attestante le condizioni visive ed un'attestazione del medico curante relativamente alle condizioni fisiche psichiche e sensoriali del richiedente. Un'apposita commissione del Centro Helen Keller valuterà le istanze presentate e le condizioni di idoneità del richiedente il cane guida.
Per chi ha meno di 18 anni e almeno 16 anni la richiesta di assegnazione deve essere presentata dall'esercente la potestà.
Tutte le domande pervenute saranno inserite in apposita graduatoria.
Il cane una volta assegnato, insieme al suo nuovo padrone, continuerà a recarsi periodicamente al Centro, in questo modo gli istruttori potranno vedere il grado di affiatamento raggiunto dai due ed eventualmente mettersi a disposizione in qualsiasi momento per risolvere difficoltà o per venire incontro ad esigenze che il non vedente constata nel rapporto quotidiano con il suo nuovo compagno di libertà. Il Centro, inoltre, continua a prestare assistenza quotidiana all'utente a cui è stato assegnato un cane guida, anche attraverso un servizio telefonico di consulenza.
Al termine del percorso formativo, all'utente viene consegnata una Dog Card nominativa, contenente tutti i riferimenti anagrafici e sanitari del cane guida assegnato, nonché un riassunto normativo dei diritti legati al cane guida per ciechi, quali trasporto gratuito sui mezzi di trasporto, accesso agli esercizi aperti al pubblico ed altro.

Assistenza
Il Centro Helen Keller dispone di un servizio di medicina veterinaria interno svolto in locali idonei (sale operatorie, parto, gabbie di isolamento, infermerie).
Inoltre il 21 luglio del 2004 è stato firmato un protocollo di consulenza con l'Università di Messina ed in particolare la facoltà di Medicina Veterinaria, in virtù del quale, il Centro fruisce di servizi con particolare riferimento a quelli diagnostici e chirurgici.
Sempre con l'Università degli Studi di Messina è stato sancito un protocollo atto a sostenere il programma di affidamento alle famiglie dei cuccioli destinati alla guida dei non vedenti, in virtù del quale vengono riconosciuti dei Crediti Formativi Universitari (C.F.U.) a quegli studenti che aderiscono al suddetto programma.
Infine, è in fase di avviamento l'istituzione di un ambulatorio audiologico, oculistico e cardiologico per diagnosi precoce, prevenzione e cura delle rispettive patologie afferenti agli ambiti sanitari sopra indicati, la cui attività sarà erogata a tutti i possessori di cani guida.
Il Centro Regionale Helen Keller è membro dell'I.G.D.F. (International Guide Dog Federation).
I protocolli utilizzati dalla Scuola Cani Guida del Centro, e relativi alle razze utilizzate, all'addestramento, assegnazione, assistenza e quant'altro, sono quelli indicati dalla sopra citata I.G.D.F., a cui il Centro presenta dettagliata relazione annuale riguardante le attività svolte ed i criteri di lavoro utilizzati; mentre lo stesso Centro è sottoposto ad ispezioni, con cadenza triennale ad opera dell'I.G.D.F., atti a verificare la sussistenza dei criteri imposti a tutti i membri della Federazione stessa.

CORSI DI ORIENTAMENTO E MOBILITÀ (OM) CON L'AUSILIO DEL BASTONE BIANCO E DEL GPS,

CORSI DI AUTONOMIA PERSONALE (AP)

CORSI DI INFORMATICA FINO AL CONSEGUIMENTO DELLA PATENTE EUROPEA.

Il Centro realizza anche le seguenti attività:
Progetti di pedagogia nautica, finalizzati all'orientamento ed alla mobilità in barca ed in ambiente acquatico, compresa la navigazione a vela con l'ausilio dell'apposita strumentazione informatica.
Stage riabilitativi sui campi di sci
Stage riabilitativi estivi ed invernali
Corsi di educazione alla motricità fine e al coordinamento bimanuale attraverso la scultura e le altre attività manipolatorie ed espressive.
Corsi, attività ed iniziative di aggiornamento per il proprio personale e per gli allievi già formati.
Altre attività, iniziative e corsi, strettamente correlati alle rilevanti finalità del Centro, contenute nell'articolo 1 della sopracitata legge.
 

Lettori Daisy: un mondo aperto alla lettura

Autore: Salvatore Romano

La lettura degli audio libri, su cd, conosce in questi ultimi anni un passaggio epocale così come fu a suo tempo per le cassette magnetiche.

Queste ultime, infatti, sono ormai fuori produzione e le strutture che si occupano di registrazione dei libri, hanno intrapreso la strada di realizzarli attraverso la produzione di files per lo più in formato mp3.

Da molti anni il Centro Nazionale del Libro Parlato si è iscritto al consorzio internazionale Daisy, laddove Daisy sta per Digital Accessible Information System, un consorzio che si occupa esclusivamente della produzione di libri parlati. Vi sono società, come ad esempio la HumanWare, che producono dei lettori Daisy. Cosa sono questi lettori Daisy? Sono dei veri e propri lettori di cd musicali, di files mp3 e soprattutto nascono come lettori che consentono all'utente di poter letteralmente sfogliare un testo, dunque un qualunque libro, in maniera strutturata. La struttura del libro viene decisa dall'entità produttiva, dunque nel nostro caso dal Centro Nazionale del Libro Parlato, il quale valuta quali sono le informazioni importanti ricercabili, per cui a seconda del tipo di testo che si va a registrare vengono analizzati e decisi i livelli di struttura. Per fare un esempio che serva a chiarire meglio: noi potremmo strutturare un libro ad un livello più alto che il livello uno, quindi la possibilità di consultare il libro soltanto per capitoli, oppure prevedere la possibilità di consultare all'interno di ciascuno dei succitati capitoli ad esempio quello che sarebbe una specie di sottomenu, quindi tutti i paragrafi con i sottoparagrafi. Si possono perciò creare una serie di livelli che alla fine hanno fondamentalmente il solo scopo di permettere all'utente di raggiungere dei punti determinati di un testo così strutturato, nella maniera più rapida possibile. I livelli di registrazione, quindi la struttura, vengono automaticamente riconosciuti dal lettore Daisy, il quale la presenta all'utente che di conseguenza potrà scegliere se scorrere il libro con il livello più alto, ossia quello dei capitoli, quello dei paragrafi e sottoparagrafi, delle note e quanto altro gli operatori decidono di strutturare quali elementi significativi. Con questo tipo di strumenti si passa da una lettura che sino ad oggi, con l'impiego dell'audiocassetta, è stata una lettura di tipo continuo, (difficilmente su un nastro è possibile rintracciare un testo, se non muovendosi casualmente) ad una lettura strutturata, che consente di muoversi, di navigare, di sfogliare il libro secondo le peculiarità da noi scelte.

I lettori da tavolo presenti oggi sul mercato non richiedono alcuna competenza informatica e possono essere utilizzati facilmente da chiunque.

Si tratta di macchine alimentate a rete con in più la possibilità di utilizzare delle batterie ricaricabili che sono facilmente sostituibili dall’utente.

Queste batterie hanno un'autonomia di ben dieci ore di lettura. Sono apparecchiature trasportabili, ma non sono tuttavia piccolissime, essendo nate quali macchine da tavolo, perché, quale supporto di lettura, utilizzano i cdrom.

Esistono poi in commercio – questi sì per persone più esperte che utilizzano il computer – dei lettori tascabili Daisy i quali sono generalmente anche registratori vocali di files mp3. Dette macchine permettono agli utenti che sono in grado di farlo, di trasferire, o se qualcuno li aiuta, di aver trasferiti su una memory card i libri in standard Daisy ed attraverso questi strumenti molto piccoli, tascabili, l'utente potrà leggere in autonomia il suo libro seguendo questo tipo di logica. Già con questi macchinari, ad esempio il Milestone 312D ed il Victor reader stream Daisy, la persona ha la possibilità di scorrere il libro con la modalità secondo la stessa logica di quelli da tavolo.

Diciamo che il concetto è un po' meno immediato, perché non vi è un aiuto in linea ad esempio, però lo ripeto, queste sono macchine concepite per persone che hanno maggiore competenza. Ma non è complesso neanche apprendere l'utilizzo di queste apparecchiature più piccole. Se ad esempio in un progetto avanzato il Centro Nazionale del Libro Parlato vorrà fornire, come noi ipotizziamo, un service di caricamento su memory card dei libri formato Daisy, queste macchine possono divenire uno snello strumento di lettura per persone in movimento, che viaggiano, che amano leggere ovunque, per cui si tratta di strumenti di grande utilità.

Spesso ci si chiede: perché si sono scelte apparecchiature dedicate, quindi costose, perché non si è lavorato per utilizzare quanto disponibile sul mercato comune?

La risposta è semplicissima: i prodotti presenti sul mercato in primo luogo non sono di facile usabilità per chi non vede; laddove vi sono prodotti usabili tipo alcuni lettori mp3 oggi vocalizzati, questi sono fruibili solo da chi ha competenze informatiche, quindi non sono apparecchiature nate per una diffusione di massa. In ogni caso la lettura in mp3 non garantirà mai una lettura strutturata come quella prevista dal Consorzio Daisy.

C’è da aggiungere, infine, che Humanware ha immesso sul mercato un nuovo lettore Daisy che, rispettando le stesse modalità di utilizzo, permette di interagire con quelle strutture che mettono a disposizione online audio libri da scaricare.

Spero che l’Unione, al più presto, integri tale prodotto con il proprio servizio online.