Una risposta ai quesiti, a cura di Vitantonio Zito

Autore: a cura di Vitantonio Zito

D1- E’ possibile una sintesi delle attività dell’ I.Ri.Fo.R. utili ai non vedenti e agli ipovedenti?
R1- L’ I.Ri.Fo.R., da oltre 23 anni e quindi dalla sua “creazione”, opera, come è noto, con specifica competenza e con efficacia nel campo della ricerca, della formazione e della riabilitazione dei minorati della vista al fine di offrire loro l’autonomia e l’inserimento, con pari opportunità, nel contesto sociale e produttivo del paese.
L’istituto organizza corsi di alfabetizzazione informatica; di formazione ed aggiornamento per gli insegnanti di sostegno; corsi di mobilità; di preparazione agli studi musicali; corsi per l’attività motoria e sportiva; e di avviamento al lavoro con particolare riferimento alle nuove professioni;.
L’attività dell’ I.Ri.Fo.R. si sviluppa maggiormente presso le sedi regionali e provinciali dell’Unione per coinvolgere più facilmente i ciechi e gli ipovedenti di tutto il territorio nazionale.

D2- Quali sono gli effetti essenziali della legge 68/1999 sul diritto al lavoro dei disabili?
R2- La legge 68/1999, la più completa sul collocamento obbligatorio, dopo quindici anni dal varo non è stata ancora interamente applicata. Essa introduce nel nostro ordinamento un nuovo regolamento per il diritto al lavoro dei disabili, cambiando il sistema di collocamento obbligatorio. Al contempo favorisce la promozione dell’inserimento lavorativo dei minorati mediante servizi di sostegno al collocamento mirato; ed in particolare:
* l’introduzione di nuovi criteri per le assunzioni obbligatorie, prevedendo la chiamata nominativa da parte dei datori di lavoro quando le aziende occupano da 15 a 35 dipendenti;
* l’istituzione delle convenzioni, al fine di favorire l’inserimento mirato;
* la possibilità di consentire alle cooperative sociali la stipula di convenzioni utili all’integrazione dei disabili;
* la creazione di un nuovo sistema sanzionatorio e di un fondo regionale per il finanziamento dei programmi d’inserimento lavorativo e dei relativi servizi,
* il diritto di partecipazione ai concorsi per il pubblico impiego mediante l’ausilio delle nuove tecnologie informatiche necessarie per lo svolgimento degli esami al fine di poter concorrere in condizione di parità con i normodotati.
La legge 68/1999 risponde perciò ai criteri essenziali che congiungono l’integrazione lavorativa e le inclinazioni alle professionalità dei minorati visivi.
D3- A che punto è l’iter della proposta di legge relativa alle modifiche della legge 113/1985 ?
R3- Le modifiche della legge 113/1985 sono state affidate ad un comitato ristretto della Commissione lavoro della Camera dei Deputati. A quanto è dato sapere tale comitato, l’ultima volta (dal momento in cui scriviamo) si è riunito il 28 maggio. Speriamo di poter dare informazioni migliori in avvenire.
D4- Quali modifiche sono state proposte al parlamento nella legge 113/85 concernente l’assunzione obbligatoria dei centralinisti telefonici ed il loro inquadramento professionale?
R4- La necessità di modificare la legge 113/1985, riguardante specificatamente i non vedenti e gli ipovedenti, è motivata da molteplici fattori di ordine legislativo e sociale, si pensi alla recente classificazione delle minorazioni visive delineata dalla legge 138/2001 e alle nuove figure professionali configuratesi a causa dell’evoluzione tecnologica che caratterizza il nostro tempo, nonché al nuovo contesto legislativo in materia di collocamento al lavoro dei disabili in cui primeggia la legge 68/1999, che nel ridefinire gli istituiti del collocamento obbligatorio, ha espressamente fatto salva, fra le altre, la legge 113/1985.
Il carattere di specialità di tale provvedimento, però, impone ancora più energicamente una modifica della disciplina dettata, per mantenerla al passo coi tempi e per non svilire la considerazione che il legislatore ha più volte mostrato nei confronti delle problematiche specifiche dei minorati visivi.
Nel corso della sua storia, infatti, la legge 113/85, ha consentito il collocamento al lavoro nel tempo a circa 15 mila centralinisti telefonici con reciproca soddisfazione dei lavoratori e dei datori di lavoro, a riprova della bontà di un metodo di collocamento mirato generalizzato, in seguito, dall’art. 2 della legge 68/1999.
L’opportunità delle proposte di modifica di una legge che ha ben operato in passato, al punto che la stessa legge 68/1999 ha ritenuto di farla salva insieme alle altre leggi speciali per i non vedenti ed ipovedenti, risiede in diversi fattori.
In primo luogo, il continuo progresso tecnologico in questo settore ha richiesto radicali modificazioni alle postazioni dei centralini telefonici, che, in molti casi, hanno visto scomparire i tradizionali posto- operatore a vantaggio di dispositivi passanti o, comunque, di collegamento automatico.
In secondo luogo, l’estendersi del sistema concorrenziale fra i vari gestori di telefonia, ha reso praticamente nulla quella importante disposizione che prevede precisi obblighi di segnalazione e di intervento da parte dell’azienda di stato per i servizi telefonici in favore del collocamento dei centralinisti non vedenti ed ipovedenti.
La proposta di legge in esame tiene conto di tutti i fattori indicati e infatti, laddove si parlava di “centralinista non vedente”, si parla, nel nuovo testo, di “operatore della comunicazione minorato della vista con le qualifiche equipollenti”. Ciò armonizza la disciplina con il dettato del Decreto del Ministro del lavoro 10 gennaio 2000 che, come è noto, ha individuato nuove qualifiche professionali equipollenti a quella di centralinista telefonico, ai sensi del disposto dell’art. 45 comma 12, della legge 144/1999.
Quella che può immediatamente sembrare una differenza nominale, rivela invece da un lato la coscienza di una realtà in cui le qualifiche e le tipologie di attività richieste vengono prepotentemente influenzate dal progresso tecnologico in atto ed in continua e costante evoluzione, e dall’altro la consapevolezza che la minorazione visiva, pur nelle sue diverse gradazioni, è sempre di un’estrema gravità.
Il nuovo testo dell’art. 3 della legge 113/85 rappresenta invece la volontà di superare i fraintendimenti causati dalla normativa ancora vigente. Ed infatti, da un lato gli obblighi ivi previsti riguardano tutti i datori di lavoro pubblici e privati, superando in tal modo le distinzioni indicate dalla normativa vigente; dall’altro è di fondamentale importanza il fatto che nuovi criteri che hanno contrassegnato gli obblighi dei datori di lavoro tengano anche conto dell’evoluzione tecnologica del settore e prevedano la possibilità che la quota di riserva sia calcolata, in assenza di un tradizionale centralino telefonico provvisto di posto operatore, anche facendo riferimento a dispositivi passanti o ai derivati interni così come al numero degli operatori di call-center o di strutture similari.
Naturalmente viene confermato l’obbligo di computare i lavoratori assunti in base a tali principi nella quota di riserva fissata dal sistema generale del collocamento obbligatorio disciplinato dalla citata legge 68/1999.
Infine la proposta prevede una riformulazione dell’articolo 9 della legge 113/85 che assume un particolare rilievo.
Infatti, in armonia con le riforme in materia previdenziale, viene attuato il beneficio di 4 mesi di contribuzione figurativa per ogni anno di servizio effettivamente svolto per quanto concerne gli effetti in tema di calcolo per il trattamento pensionistico, sia con il sistema contributivo che con quello misto.
Tale misura, non comporta alcun aggravio di spesa, giacché, essa beneficia del vigente finanziamento della legge 113/85 la quale già garantisce adeguata copertura finanziari come confermato dalla circolare del Dipartimento della funzione pubblica del 18 settembre 1985 e dal decreto del Ministero del Tesoro del 4 aprile 1991.
D5- La riduzione dei posti di lavoro per i centralinisti telefonici e per i fisioterapisti ciechi ed ipovedenti diventa sempre più preoccupante. Come è possibile affrontarla?
R5- Per attenuare il disagio causato dalla riduzione dei posti di lavoro per i minorati della vista è necessario soprattutto accentuare la ricerca di nuove fonti di lavoro attraverso specifici studi di fattibilità, tuttavia per un risultato più proficuo, e soprattutto più immediato, sarà utile realizzare dei progetti operativi anche con la collaborazione dell’ I.Ri.Fo.R.
D6- Quali sonio gli obiettivi che l’ agenzia per la promozione del lavoro dei ciechi e degli ipovedenti si prefigge di realizzare?
R6- L’agenzia si prefigge di ottenere il riconoscimento di nuove figure professionali a livello regionale, fondate su specifici corsi di formazione e riqualificazione professionale come:
* perito fonico in ambito forense;
* Web developer;
* Archivista;
* Addetto al protocollo elettronico.
L’agenzia si propone inoltre di favorire la formazione continua da svolgersi sul posto di lavoro, o anche a distanza, soprattutto per quelle discipline che si prestano a tale modalità d’insegnamento.
Un altro obiettivo dell’agenzia è quello di avviare una più concreta collaborazione con le associazioni imprenditoriali, come la confindustria, la confartigianato, confcommercio, ecc., per un confronto concreto e costruttivo ai fini dell’ampiamento dello spettro occupazionale dei minorati della vista.

La replica di Penelope, di Carmen Romeo

Autore: Carmen Romeo

Chiunque abbia letto l’articolo che apre il numero di Giugno del mensile “Kaleidos”, rivista al femminile dell’U.I.C.I.”, di sicuro sorriderà perché questo mio modesto commento rappresenta appunto una veemente replica a quanto affermato dalla Beard. Qui di seguito citerò qualche esempio atto a sfatare quanto espresso nell’articolo: “Fin dal tempo di Omero le donne vengono zittite”; nulla di più sbagliato. Ad ulteriore riprova della tesi contraria vorrei citare un evento culturale del 16/4 U.S. al quale ho avuto il piacere di assistere al Teatro Greco di Siracusa in occasione della celebrazione del centenario dell’Inda (Istituto dramma antico) dal titolo “Verso Argo”. L’originalità di questo testo elaborato da Eva Cantarella, famosa giurista e scrittrice grecista, che ha legato brani di diverse opere classiche di autori come Omero, Eschilo, Euripide e Gorgia da Lentini,consiste nel dare voce alle troiane: tra monologhi e cori si sono alternate Andromaca, Cassandra, Ecuba e perfino la tanto vituperata Elena che,pur rese schiave e incatenate,furono profondamente libere nel pensiero e nell’eloquio. Concludendo la parentesi classica e ritornando al nostro articolo,ditemi che genere di argomentazione è,che al Parlamento afgano si spengono i microfoni quando parlano le donne? Ma dov’è il Presidente che dovrebbe garantire la procedura di legalità e le pari opportunità? E che genere di proporzione è quando si dice che in un Parlamento, maggiore è il numero delle donne e minore è il potere espresso dallo stesso e poi, stranamente, fanno eccezione la Svezia e la Finlandia? A me sembra normale che una giovane democrazia faccia più fatica a decollare rispetto a delle democrazie più consolidate e questo non dipende certo dal numero di donne o di uomini che ne fanno parte. E che dire dei compassati parlamentari inglesi, che come indisciplinatissimi adolescenti, intimano alle colleghe di “chiudere il becco”?
Che lo chiudessero loro…
Concludendo voglio accennare al tema dell’autorevolezza, certo la Beard ha dimenticato di menzionare l’inossidabile Cancelliera Angela Merkel che tiene testa a molti colleghi Premier europei dell’altro sesso,assoggettandoli alla propria leadership. Ricordo altresì la figura di Nilde Iotti, che per circa un ventennio ha ricoperto ruoli istituzionali di grande rilievo. In quanto alla tonalità di voce più o meno stridula la Beard sicuramente non ha mai assistito ad un comizio di Susanna Camusso, che non ha proprio nulla da invidiare a un qualunque collega del Sindacato dei metalmeccanici,sia per le argomentazioni che per il timbro di voce per niente stridulo.
Carmen Romeo
Componente Commissione Nazionale
Pari Opportunità

La Firma Digitale, i dispositivi per utilizzarla ed i disabili visivi, di Nunziante Esposito

Autore: Nunziante Esposito

Le esultanze, il buon umore per esserci riusciti, il poter dimostrare a tutti che anche noi eravamo capaci di poterla usare, ha creato in noi un ottimismo che mai avremmo pensato di perdere da li a poco e dopo tanto lavoro fatto.

Tra l’altro, con il nostro entusiasmo e soprattutto con i corsi fatti attraverso la web radio “Parla con l’Unione”, abbiamo amplificato per tantissimi disabili visivi quell’aspettativa che già di per sé crea uno strumento così importante per la nostra autonomia.

Sembra ieri, ma sono circa 10 anni che ce ne occupiamo nell’ambito del GDL IRIFOR per la Firma Digitale. Infatti, è dal 2003 che la Direzione Nazionale ha ritenuto opportuno che dovesse essere un argomento da seguire molto da vicino per quello che, in termini di autonomia, significa per i disabili visivi.

Ci eravamo illusi troppo presto per aver avuto dalla società Infocert http://www.infocert.com un dispositivo di Firma Digitale accessibile con le tecnologie che usiamo abitualmente. Questa illusione è durata appena tre anni.

Essendo ancora oggi un argomento molto importante per noi e la nostra autonomia, ed avendo avuto di recente l’approccio con la firma digitale remota, potendolo fare, vi aggiorno sullo stato dell’arte, mentre continuiamo a combattere contro questa inaccessibilità che, per le attuali leggi vigenti, non dovremmo proprio avere.

Ecco lo stato dell’arte sulla Firma Digitale e sui dispositivi per il suo utilizzo, nell’ottica dell’accessibilità per i disabili visivi.

Premessa:

– ad oggi, 23 Giugno 2014, di dispositivi di firma digitale su pendrive USB o su Smart Card, non ne esistono di accessibili, perché, l’unica che era accessibile, quella di Infocert, non è stata più aggiornata e, attualmente, non è più accessibile.
– L’unica completamente usabile con le tecnologie abitualmente usate dai disabili visivi è il dispositivo per la firma digitale remota di Poste Italiane.

Per poter usufruire di questo servizio on-line di Poste Italiane, bisogna registrarsi prima al sito e poi, dall’area privata cui si accede con le proprie credenziali, farne richiesta, espletando poi tutte le formalità che vengono indicate.

Il servizio da richiedere è comprensivo di Posta certificata, Firma Digitale Remota e disco remoto da 4 Gigabyte. E’ un unico kit che costa circa 15 Euro l’anno (costo IVA compresa). La richiesta si effettua dallo spazio privato, se si è già registrati al sito, oppure lo si acquista all’ufficio postale abilitato.

Per i possessori di una Postepay o del conto corrente BancoPosta, questo servizio è fornito gratuitamente per un periodo, al fine di poterne apprezzare l’utilizzo. Precisamente, viene fornito per un anno ai possessori di una Postepay e per tre anni ai possessori di un conto corrente Banco Posta. Attualmente sul sito di Poste non se ne fa più menzione, ma ho chiamato il numero verde 803160 e mi hanno confermato che questa gratuità esiste ancora.

Il servizio, prevede un abbinamento con un cellulare con il quale effettuare la conferma dell’operazione. Il numero di cellulare fornito, funziona da dispositivo di sicurezza. Infatti, ad ogni operazione eseguita, cosa che conoscono bene i possessori di Postepay e di BancoPosta, viene inviato sul cellulare un messaggio SMS con un numero che bisogna digitare all’interno della pagina internet con la quale si sta eseguendo l’operazione di Firma.

Al momento della installazione del software, viene verificata sul computer che si sta usando la presenza della tecnologia Java che, tra l’altro, deve essere aggiornata per poter utilizzare la Firma Digitale Remota.

Questa firma si utilizza senza nessun dispositivo hardware, quindi, si tratta solo di collegarsi al sito ed espletare le operazioni di firma di un documento.

Al momento di firmare il documento scelto, bisogna fornire le credenziali di accesso al sito di Poste per poter utilizzare questo servizio.

Nel tempo, quando ci sono aggiornamenti della Java Virtual Machine o del software stesso di firma, ne siamo informati ad ogni avvio e dobbiamo obbligatoriamente aggiornare, pena il non funzionamento del software.

L’utilizzo di questo dispositivo di Firma Digitale Remota di Poste Italiane, l’unico verificato ed usabile in ogni sua parte, necessita di una certa dimestichezza con il computer e con le tecnologie assistive usate. In particolare, l’utente che volesse utilizzare questo servizio di firma Digitale, deve avere una certa preparazione. In particolare:

– essere un buon utilizzatore del computer, con piena padronanza dei comandi della tecnologia assistiva usata. Non deve necessariamente essere uno smanettone, ma deve essere perfetto conoscitore della gestione risorse e della navigazione Internet.
– Conoscere molto bene l’utilizzo del proprio cellulare per poter velocemente leggere l’SMS che viene inviato dal sito ad ogni operazione di Firma. E’ necessario poter individuare al più presto possibile il codice dispositivo da inserire nella pagina per poter confermare l’operazione. L’operazione consente un tempo massimo di un minuto, quindi, in tale tempo, bisogna aprire l’SMS, leggere il codice di 8 cifre e digitarlo nel campo editazione apposito della pagina Internet.

E’ bene che si sappia che la Commissione OSI è già in contatto con Poste Italiane per cercare di far modificare tale tempo e consentire di non avere problemi nella conferma di una operazione di Firma. Siccome si tratta della sicurezza, sapete meglio di me che i programmatori sono sempre restii ad apportare modifiche che possono mettere in pericolo i nostri dati, quindi, per il momento dobbiamo sopperire con la nostra preparazione a leggere in modo veloce i messaggi SMS.

Per i possessori di una carta prepagata Postepay o di un conto corrente Bancoposta, penso sia molto conveniente approfittare di questa promozione gratuita per il periodo indicato sopra. Se non altro, si può provare ad usare questo dispositivo di Firma Digitale Remota e poterne apprezzare l’utilizzo.

Per indicazioni pratiche di utilizzo e di installazione, mi potete contattare via email e vi posso inviare il materiale già disponibile e pubblicato in precedenza sul giornale Uiciechi.it.

Nunziante Esposito
nunziante.esposito@uiciechi.it

 

Caserta: protocollo di intesa con il club scherma San Nicola, di Vincenzo Grillo

Autore: Vincenzo Grillo

Si informa che dal 16 giugno 2014, anche nella provincia di Caserta, i non vedenti e gli ipovedenti che lo vorranno potranno praticare la scherma.
Prima dell’eventuale iscrizione al club scherma è possibile effettuare gratuitamente 3 lezioni di prova, mentre per chi vorrà continuare con le lezioni e con la partecipazione al campionato italiano, potrà iscriversi fruendo di un trattamento di favore qualora gli interessati saranno soci del nostro sodalizio.
per ulteriori info e chiarimenti è possibile contattare il nostro consigliere delegato allo sport: Vincenzo Grillo cel. 345 43 22 726
e-mail: grillovincenzo1@gmail.com

 

Occhio bionico: tecnologie a confronto, di Angelo Mombelli

Autore: Angelo Mombelli

L’impianto sottoretinico Alpha-IMS e la protesi retinica Argus II
Il 16 maggio scorso, presso l’Università degli Studi di Bergamo si è svolto un convegno incentrato sull’illustrazione dei due impianti di retina artificiale attualmente sperimentati: l’impianto sottoretinico Alpha-IMS e la protesi retinica Argus II. L’evento è stato organizzato dal Centro di Riabilitazione Visiva Azzano S. Paolo dell’Azienda Ospedaliera Papa Giovanni XXIII, diretto dalla Dott.ssa Flavia Fabiani.
Sono stato particolarmente colpito dal saluto del rettore dell’Università Prof. Stefano Paleari che ha manifestato la volontà dell’ateneo a collaborare strettamente con il centro di riabilitazione visiva per tutti gli aspetti tecnologici non solo a livello nazionale, ma anche a livello internazionale. Questo rappresenta un riconoscimento importante all’attività svolta dalla Dott.ssa Fabiani, e fa supporre che nel futuro il centro di riabilitazione visiva di Bergamo potrà porsi come punto riferimento per lo sviluppo della tecnologia inerente l’ipovisione. La Dott.ssa Fabiani, nella sua relazione, ha tra l’altro illustrato un progetto in corso d’opera finalizzato alla costituzione di una rete con competenze interdisciplinari, per fornire risposte a tutto campo alle persone ipovedenti, di modo che dopo la riabilitazione non siano lasciate sole nella quotidianità. Il progetto è stato maggiormente puntualizzato durante il pomeriggio dal Prof. Paride Braibanti del Centro di Ricerca HTH (Human Factors and Technology in Healthcare) dell’Università degli studi di Bergamo e dalla Dott.ssa Maria Simonetta Spada, psicologa responsabile dell’USSD di Psicologia Clinica dell’Azienda Ospedaliera Papa Giovanni XXIII di Bergamo. I nodi della rete saranno costituiti proprio dal centro di riabilitazione visiva, dal dipartimento di Psicologia clinica dell’ospedale e dal centro di ricerca HTH.
Ma veniamo al clou dell’incontro, ovvero il confronto tra l’impianto sottoretinico Alpha-IMS e la protesi retinica Argus II…
Per quanto riguarda Argus II, l’Unione Italiana dei Ciechi e degli ipovedenti e la Sezione Italiana dell’Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecità – IAPB Italia ONLUS hanno svolto due incontri nell’ambito della trasmissione “Parla con l’Unione”; in entrambe le occasioni è intervenuto il Dott. Stanislao Rizzo dell’Università di Pisa, il quale ha personalmente condotto le sperimentazioni e gli impianti della protesi retinica in questione (negli anni scorsi sono stati pubblicati sul Corriere dei ciechi alcuni articoli sull’argomento). Avevamo invece solo accennato all’impianto sottoretinico Alpha-IMS, presentato nel convegno dal Prof. Eberhart Zrenner del Centro di Oftalmologia dell’Università di Tubinga.
Per semplicità riassumo in breve gli aspetti negativi e positivi dei due impianti.
Innanzitutto, i soggetti destinatari degli impianti sono pressoché similari: la patologia elettiva per entrambi è la retinite pigmentosa. Argus II è installato con metodiche poco invasive ed è stato sperimentato con successo già da alcuni anni, mentre l’installazione di Alpha-IMS implica un intervento alquanto pesante della durata di circa quattro ore e, in fase di sperimentazione, non tutte le installazioni hanno dato esito positivo. L’intervento relativo ad Alpha-IMS prevede la creazione di una piccola sacca sotto foveale dove viene installato un chip di tre millimetri per tre.
Ovviamente la tipologia di impianto influisce sulla complessità e l’invasività dell’intervento: gran parte dell’impianto di Argus II è esterno e prevede che il paziente indossi un occhiale e una telecamera installata su di esso; Alpha IMS, invece, è sostanzialmente invisibile: non ha parti esterne al corpo del paziente, se non un piccolo dispositivo per i comandi; rispetto alla prima versione di Alpha IMS quella illustrata dal Professor Zrenner grazie alla tecnologia wireless non presenta più il cavo di collegamento tra il chip e il resto dell’impianto.
La risoluzione del sistema Alpha IMS è di 1500 pixel, ben superiore a quella di Argus II che era di 64 pixel; nel concreto, ne deriva la possibilità, per l’utilizzatore di Alpha IMS, di individuare oggetti di dimensioni ridotte, come, per esempio, le posate sul tavolo o i dettagli di strutture architettoniche, che con Argus II non erano percettibili; anche il campo visivo offerto da Alpha IMS è superiore: ciò rende quest’ultimo più funzionale alla deambulazione esterna; inoltre, la telecamera di Argus II prevede il movimento della testa per inquadrare l’oggetto della visione, mentre con Alpha IMS è sufficiente la motilità oculare.
Un altro fatto rilevante: Argus II necessita di corsi di riabilitazione per “imparare” a vedere; la funzionalità di Alpha IMS invece è pressoché immediata.
Il costo dell’impianto è invece decisamente a favore di Argus II: 68.000 euro contro i 140.000 dollari dell’altro. Naturalmente dalle cifre è escluso il costo dell’intervento chirurgico. Speriamo comunque che in entrambi i casi, nel futuro, ci possa essere un abbattimento dei costi.
Ultima segnalazione: a breve verrà immesso sul mercato il nuovo Argus II, mentre Alpha IMS non è ancora commercializzato.
Detto questo, è evidente che esiste uno scarto tecnologico importante tra Argus II e il più recente Alpha IMS: la tecnologia, come sempre, migliora; ci segnala il Professor Zrenner che si attende un nuovo impianto dall’Australia: non è ancora stato sperimentato, ma promette di rappresentare un nuovo interessante capitolo del romanzo dell’occhio bionico.
Da queste righe, anche a nome di Michele Corcio, presente al Convegno quale Vice Presidente di IAPB Italia ONLUS, vorrei ringraziare la Dott.ssa Flavia Fabiani, che ha concepito ed organizzato quest’importante iniziativa di confronto.

Disabili visivi ed Impresa, di Gianluigi Ugo

Autore: Gianluigi Ugo

La cooperativa sociale SEMPER SALUS, di recente fondazione, in collaborazione con lo studio di consulenza e sviluppo di GIOVANNI SIRONI e PARTNERS, dopo attenta riflessione, ripropone per i giorni 18 e 19 ottobre prossimi presso il Centro “Le Torri” di Tirrenia il primo di tre incontri di un percorso formativo per ciechi ed ipovedenti, già occupati o no, che intendano avvicinarsi all’attività di impresa.
Si tratta indubbiamente di un’esperienza fortemente innovativa e di notevole valore sociale ed umano, che vuole andare oltre i tre incontri previsti mediante la creazione di una rete di consulenza in grado di seguire coloro che avranno deciso di iniziare il proprio cammino di lavoratori autonomi, offrendo loro un’opportunità di crescita relazionale, spesso difficile, per esempio, nell’ordinario lavoro d’ufficio, in un momento in cui, tra l’altro, l’evoluzione tecnologica e normativa sta facendo venir meno professioni che hanno sinora costituito solide garanzie d’impiego per i disabili visivi.
Costo del corso per partecipante: €250,00 da versarsi sul conto corrente bancario della cooperativa, presso Banca RAIFFEISEN, Agenzia di Castelrotto (BZ), codice IBAN IT03A0805623100000300015245, intestato a Semper Salus ed avente per causale la dicitura “Corso impresa ciechi”.

Le iscrizioni, con allegata copia della ricevuta del versamento, dovranno pervenire entro il 30 settembre prossimo all’indirizzo di posta elettronica info@centroletorri.it od eventualmente al n. di fax 050.37485, e dovranno recare nome, cognome, indirizzo di posta ordinaria ed elettronica, telefono e, possibilmente, numero di conto corrente bancario o postale, al fine di consentire un’agevole restituzione dell’importo versato in caso di non effettuazione del corso per insufficienza di iscritti od altra causa. Trascorso il termine di iscrizione, la rinuncia del partecipante darà luogo ad un rimborso del 50% della quota se comunicata entro il 10 ottobre, oltre alla qual data non è previsto alcun rimborso. L’importo non comprende per altro i costi di permanenza presso il centro “Le Torri” (mediamente €150,00 pro capite per l’intero periodo), che verranno invece saldati direttamente presso il centro stesso durante o a fine permanenza.
Nell’iscriversi ciascun corsista dovrà inoltre comunicare il tipo di stanza prescelto (singola o doppia), precisando se in veste di persona sola od accompagnata, nel qual caso si invita a fornire le generalità della persona di accompagnamento, la quale non sarà ovviamente tenuta a versare il sopra menzionato importo di €250,00, dovuto unicamente dai partecipanti al corso.

In caso di successo, seguirà, a distanza di qualche tempo, un secondo incontro, in cui si parlerà principalmente di “Come concepire e redigere un piano aziendale”. In un terzo incontro il discorso verterà prevedibilmente su “Come organizzare la propria azienda”.

Come in ogni percorso formativo che si rispetti, sono previste anche delle dispense che permetteranno ai corsisti di mantenere un costante contatto con gli argomenti trattati, nonché di ottenere i dovuti chiarimenti, dato che quello in oggetto non vuol essere il classico corso fine a se stesso, ma, a conclusione (e non solo) dei previsti tre incontri, intende dare a coloro che effettivamente avranno deciso di avviare una propria attività la necessaria consulenza per districarsi nel dedalo di atti e procedure necessarie prima di mettersi a lavorare.
Quello che conta è che, grazie anche alle osservazioni dei diretti interessati, l’incontro di ottobre sarà anche per gli organizzatori un importante momento di verifica alla luce del quale apportare le dovute migliorie al prosieguo di questo percorso, sia in termini di formazione che, non meno importante, di organizzazione e costi per entrambe le parti.

Per ogni altro dettaglio sul corso scrivere all’indirizzo sempersaluscoop@fastwebnet.it oppure telefonare al n.338.5092901. Per chiarimenti o precisazioni inerenti logistica e sistemazione, rivolgersi direttamente al Centro “Le Torri” al n. 050.32270 od allo 050.32587.

Vi attendiamo numerosi

Gianluigi Ugo
(Vicepresidente SEMPER SALUS)
CORSO IMPRESA CIECHI
Programma indicativo

Venerdì 17 ottobre, ore 19:00: Trasferimento in pulmino navetta dalla stazione di Livorno Centrale per il Centro “Le Torri” per sistemazione e cena.

Sabato 18 ottobre:
ore 8:00: prima colazione,
ore 9:00: presentazione del corso e relazione del dr. Giovanni Sironi su “Competenze personali per diventare imprenditori”
ore 12:30: pranzo
ore 14:30: conclusione del dr. Sironi ed ulteriori interventi e/o comunicazioni,
ore 18:00 chiusura giornata;

domenica 19 ottobre:
ore 9:00: presentazione di casi con eventuali testimonianze di uno o più imprenditori non-vedenti,
ore 12:30: pranzo
pomeriggio: saldo e partenze

Per ogni altro dettaglio sul corso scrivere all’indirizzo sempersaluscoop@fastwebnet.it oppure telefonare al n.338.5092901. Per chiarimenti o precisazioni inerenti logistica e sistemazione, rivolgersi direttamente al Centro “Le Torri” al n. 050.32270 od allo 050.32587.

Incontro dell’Osservatorio sulla disabilità del MIUR, di Luciano Paschetta

Autore: Luciano Paschetta

L’11 Giugno, presieduto dal Sottosegretario Reggi, si è riunito il Comitato tecnico dell’Osservatorio del Ministero dell’Istruzione sull’inclusione degli alunni con disabilità, con la partecipazione di esperti universitari, ministeriali della FISH e della FAND, le Federazioni maggiormente rappresentative delle associazioni di persone ed alunni con disabilità.
Si è discusso della proposta di legge predisposta da tempo dalle associazioni per migliorare la qualità dell’inclusione scolastica e già presentata all’Osservatorio, che, tra l’altro, potrebbe favorire la continuità didattica, oggi impedita dal precariato, creando degli appositi ruoli per i docenti per il sostegno; in essa si ribadisce pure l’obbligo di riduzione del numero di alunni per classe e del numero di alunni con disabilità nella stessa classe; ed ancora l’obbligo di formazione iniziale ed in servizio dei docenti sulle didattiche inclusive.
La proposta già presentata in Parlamento sarà esaminata entro luglio dal Ministero insieme con i parlamentari firmatari e le associazioni per facilitarne una rapida approvazione.
Le associazioni hanno richiesto il ripristino dei fondi ministeriali per l’inclusione scolastica, fortemente ridotti sino quasi all’eliminazione negli ultimi anni; a tal proposito ci saranno a breve incontri col Ministero dell’Economia.
Inoltre entro giugno, in attuazione dell’art. 16 della legge 128, verrà emanata una circolare che, a partire dall’inizio di settembre, avvierà la formazione dei docenti di classe dei singoli alunni con disabilità ed altri bisogni educativi speciali anche per evitare la delega didattica ai soli docenti per il sostegno.
Assai dibattuti problemi urgenti come la garanzia di “accessibilità” dei “prodotti informatici” (registri elettronici, portale MIUR, ecc.), quello della celebrazione del 3 dicembre, Giornata mondiale delle persone con disabilità, che si svolgerà per la prima volta, d’intesa tra Ministero ed associazioni, quello del controllo sulla serietà degli attuali corsi di specializzazione per il sostegno, su cui sono state presentate interrogazioni parlamentari, e quello dello sciopero dei bidelli, ai quali a partire dal 1° Settembre sarà tolta l’indennità per l’assistenza igienica agli alunni con disabilità più gravi; ciò viola il diritto allo studio di tali alunni e le associazioni hanno minacciato di sostenere lo sciopero, se non si troveranno soluzioni immediate; in merito a quest’ultimo punto il Sottosegretario Reggi, in chiusura, ha detto che una soluzione andrà certamente trovata.

Luciano Paschetta

Le iniziative UICI in sostegno dei cittadini, di Emanuele Ceccarelli

Autore: Emanuele Ceccarelli

Tante sono le iniziative in tutta Italia, da parte delle nostre Sezioni, a sostegno dei cittadini portatori di handicap, che si trovano in estremo stato di bisogno a causa delle procedure rigide e farraginose dell’INPS, con tutti i pesanti disagi che ne conseguono, rallentando e, in alcuni casi, negando il diritto alle prestazioni assistenziali.
In tale contesto sono scaturite le scelte operative dell’Unione che vuole semplificare l’iter procedurale: per esempio, in materia di contenzioso amministrativo, ricorrendo al Comitato provinciale dell’INPS, tramite la sede che ha assunto il provvedimento impugnato.
Per la presentazione del ricorso amministrativo i cittadini possono rivolgersi all’Unione che li assisterà gratuitamente, con l’intervento ad adiuvandum dell’Ente di Patronato di fiducia.
Un percorso sconosciuto ai più ma veramente interessante, al fine di evitare lungaggini, inutili contenziosi legali e di trovare un’uniformità nei criteri di applicazione dell’INPS.
Un’esperienza che insegna…
Per quanto riguarda le condizioni e i limiti di legittimità delle provvidenze economiche previste a minori extracomunitari disabili visivi, contro il diniego opposto dalla locale INPS, si sono mosse, ciascuna a tutela del proprio associato, le nostre Sezioni UICI di BRESCIA e di BERGAMO, insieme alla responsabile del Patronato ANMIL di BERGAMO, le quali hanno rappresentato agli interlocutori dell’Istituto l’orientamento prevalente della Corte di Cassazione (sentenze N. 14733 del 5 luglio 2011 e N. 4110 del 14 marzo 2012) nel senso dell’attribuzione delle prestazioni assistenziali a chi sia regolarmente soggiornante in Italia. L’INPS, recependo positivamente le osservazioni e agendo in regime di autotutela, ha riconosciuto ad entrambi i minori extracomunitari ciechi civili il diritto alle provvidenze, con recupero dei ratei maturati e non riscossi.
Una testimonianza su tutte, per far comprendere quanto sia importante rispondere con prontezza e competenza al disservizio delle Istituzioni.
L’INPS non riesce a dare le linee guida a cui attenersi e la situazione si ripercuote sui disabili.
Come già è stato ricordato nella circolare UICI N. 75 del 2014, scegliamo come Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti di non limitare la nostra azione associativa, ma di estenderla per consentire una più facile ed efficace erogazione dei servizi previdenziali al maggior numero di utenti disabili.
I successi delle due Sezioni UICI di BRESCIA e di BERGAMO (e dell’ANMIL di BERGAMO che ci ha assistito e supportato operativamente) ci inorgogliscono e ci inducono a proseguire sulla strada intrapresa.

 

Finalmente la Commissione lavoro sostiene le richieste degli operatori telefonici non vedenti ed ipovedenti italiani, di Vitantonio Zito

Autore: Vitantonio Zito

Nel mese di marzo scorso l’onorevole Chiara Gribaudo, presentatrice e relatrice della proposta di legge 1779 concernente Disposizioni in materia di collocamento al lavoro dei centralinisti telefonici e degli operatori della comunicazione minorati della vista, fa proprie le esigenze degli operatori telefonici non vedenti ed ipovedenti.
Chiara Gribaudo sostiene che la proposta di legge 1779, della quale si avvia l’esame, persegue lo scopo di adeguare la legge n.?113 del 1985, che da quasi trenta anni disciplina il collocamento dei centralinisti telefonici non vedenti, alle nuove esigenze del mercato del lavoro e al progresso tecnologico avvenuto nel settore della comunicazione. Pone in evidenza, infatti, che le nuove modalità di organizzazione del lavoro in tale settore hanno modificato radicalmente le postazioni dei centralini telefonici, con la progressiva scomparsa del tradizionale posto operatore a vantaggio di dispositivi passanti o, comunque, di collegamento automatico nonché con la diffusione dei call center. A ciò mira la proposta n.?1779, che intende integrarsi maggiormente nell’impianto originario ed attualizzare le stesse proposte di modifica precedenti, anche alla luce delle ulteriori evoluzioni intervenute successivamente rispetto alla loro formulazione. Rileva anche che la proposta di legge n.?1779, incentra le modifiche alla legge n.?113 del 1985 sugli articoli 3 e 9: si prevede infatti una rimodulazione degli obblighi di assunzione, per tenere conto delle innovazioni tecnologiche intervenute, nonché di una maggiorazione di un terzo dei contributi annui utili a determinare la misura del trattamento pensionistico. Nello specifico l’articolo 2 di tale proposta di legge non introduce nuovi obblighi a carico delle pubbliche amministrazioni, ma si limita a definire in maniera diversa i criteri di individuazione dei soggetti che sono già tenuti al collocamento obbligatorio alla luce delle innovazioni tecnologiche nel frattempo intercorse e delle disposizioni attuative della suddetta legge n.?113 del 1985, rappresentate sostanzialmente dal decreto del Ministro del lavoro e della previdenza sociale 10 gennaio 2000 e dal decreto ministeriale 11 luglio 2011, che ha esteso la portata di tale obbligo occupazionale ad ulteriori ambiti professionali che rappresentano una evoluzione del centralinista telefonico. Inoltre, l’onorevole Gribaudo evidenzia che la proposta di legge 1779 prevede una riformulazione dell’articolo 9 della legge n.?113 del 1985 attraverso cui, in armonia con le riforme in materia previdenziale, viene attualizzato il beneficio di quattro mesi di contribuzione figurativa per ogni anno di servizio effettivamente svolto per quanto concerne gli effetti in tema di calcolo del trattamento pensionistico, sia con il sistema contributivo che con il sistema misto.
Osservato che la legge n.?113 del 1985 ha costituito una conquista storica per tanti soggetti non vedenti in termini di integrazione sociale e lavorativa, auspica, in conclusione, che sulla materia in esame si sviluppi un dibattito in Commissione che si ponga l’obiettivo di pervenire in tempi brevi all’approvazione di un testo condiviso.
A tal fine la commissione lavoro della Camera ha provveduto alla istituzione di un comitato ristretto presieduto dal presidente della commissione stessa Cesare Damiano, così composto:
* Cesare Damiano
* Cinzia Maria Fontana
* Monica Gregori
* Chiara Gribaudo
* Giovanna Martelli
* Giorgio Piccolo
* Giuseppe Zappulla
* Walter Rizzetto
* Tiziana Ciprini
* Giovanni Carlo Francesco Mottola
* Antonio Placido
* Sergio Pizzolante
* Irene Tinagli
* Lorenzo Dellai
* Massimiliano Fedriga
* Giorgia Meloni

Torneo Internazionale di Torball, Redazionale

Autore: Redazionale

TRENTO 10-05-2014

Il veterano del team Fabio Samaritani, ha commentato: “La prestazione della Nuova Latina, fa ben sperare per il futuro della squadra”. “Siamo retrocessi per le troppe assenze di alcuni giocatori nei momenti più importanti, ma ora siamo pronti nuovamente a far volare nelle posizioni alte della serie B l’aquila pontina.
Il Mister Fulvio Diana, gli ha fatto eco ribbadendo l’importanza di avere una costanza e una continuità atletica, haimé funestata anche dai pochi numeri di atleti non vedenti che si avvicinano allo sport del torball, cosa che fa soffrire un po’ il mondo atletico dei privi della vista.
Il Torneo Internazionale di Trento ha avuto inizio il 10-05-2014 alle ore 9,30 e si è svolto per l’intera giornata, la squadra di Latina ha disputato un discreto torneo arrivando sesta, tenendo conto di una forma atletica ancora lontana visti i pochi allenamenti fatti nella passata stagione. La squadra composta da quattro atleti con tanto di soprannome personale: Fabio Samaritani “Zanetti”, Federici Michael “Cassano”, Volpe Domenico “Chiellini”, Mirko Mingione “Scuffet” e l’allenatore lo “Special One Mourinho”.
Si spera in un futuro non molto lontano di poter organizzare dei tornei Internazionali come quello di Trento qui nella provincia di Latina, ma questo dipende in gran parte dalle amministrazioni locali che devono aiutare a crescere questa realtà.

Nel dettaglio la classifica finale.

1° Tirol-2° Trento/1-3° Augusta 4° Vienna 5° Bergamo 6° Latina 7° Bolzano 8° Trento/2

SEMIFINALI
Tirol – Vienna 4-3
Trento/1 – Augusta 1-5
Finale 3°/4° posto Trento/1 – Vienna 5-1
FINALE 1°-2° POSTO Augusta – Vienna 4-3