Ferrara – Giovedì 25 ottobre aperitivo al Cafè Noir per sensibilizzare la prevenzione alle patologie della vista

Nell’ambito degli eventi organizzati dalla sezione territoriale UICI di Ferrara in occasione della giornata mondiale della vista (si è tenuta giovedì 11 ottobre 2018), giovedì 25 ottobre gli eventi proseguono con un aperitivo dedicato alla prevenzione alla cecità.

Dalle ore 19:00 presso il bar Cafè Noir (largo castello 14/16) si svolgerà un appuntamento aperto alla cittadinanza con ospiti d’eccellenza. È infatti stata invitata una rappresentanza della squadra di calcio Spal. Nel corso dell’happening verrà consegnato a tutti gli intervenuti una copia in braille del calendario delle partite che la Spal sosterrà nel campionato 2018-2019.

Durante la giornata mondiale della vista, a Ferrara sono state svolte diverse attività: informazione e volantinaggio presso alcuni centri di interesse pubblico e sanitario; visite oculistiche gratuite di prima esplorazione della condizione degli occhi, presso alcuni oculisti che hanno messo alcune ore di attività del proprio studio a disposizione della cittadinanza in occasione della speciale ricorrenza. Inoltre, la Fabbrica Italiana Contadina (F.I.CO) il parco del cibo più grande del mondo, ha donato all’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti materiali informativi che riportano in breve tutti i servizi dell’Istituto Francesco Cavazza di Bologna e della Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti. All’interno dei depliant, al centro, il test oculistico di AMSLER, molto utile per la prevenzione della cecità.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità nel mondo ci sono 217 milioni d’ipovedenti e 36 milioni di ciechi (per un totale di 253 milioni di disabili visivi). Ben 1,2 miliardi di persone hanno bisogno d’occhiali e, tra l’altro, la miopia è in forte aumento nel mondo. Per questo è importante che tutti possano accedere a un’assistenza oftalmica e a cure adeguate. Anche in Italia ancora troppe persone non si sottopongono regolarmente a visite oculistiche; gli eventi di sensibilizzazione sono un’opportunità per diffondere cultura attorno al tema della cecità e delle malattie della vista con l’obiettivo di rendere consapevoli cittadini e istituzioni sull’importanza della tutela del più importante dei cinque sensi: a livello mondiale otto casi di disabilità visiva su dieci sono evitabili.

Bolzano – Non vedenti appassionati di montagna esplorano la Val di Fassa

Le persone cieche o ipovedenti nella vita quotidiana spesso sono gravemente limitate nella loro spontaneità. Per lo svolgimento di tante attività, anche quelle del tempo libero, il minorato della vista necessità di una guida vedente, la quale deve essere organizzata preventivamente. E non sempre è a disposizione. Per soddisfare questa necessità, e per promuovere il contatto tra i minorati della vista, l’Unione Ciechi ed Ipovedenti organizza ogni anno numerose iniziative, sia culturali che ricreative. Socializzando, i partecipanti possono confrontarsi tra loro e scambiare informazioni ed esperienze e vivere inoltre dei belli momenti in compagnia.
Nell’ambito di queste attività viene proposta ai soci ogni anno una settimana di escursioni in montagna la quale quest’anno aveva luogo in Val di Fassa. Ne hanno preso parte 27 persone appassionate di montagna non vedenti, ipovedenti o vedenti. I partecipanti sono stati divisi in 2 gruppi, così che di volta in volta i camminatori più e meno esperti hanno potuto scegliere la gita giornaliera adatta a loro. Le singole escursioni durante la settimana hanno portato in Val San Nicolò o alla Malga Lusia (2338 m), al Lago di Cece in Val Maggiore, nonché dal Passo Rolle intorno al Monte Cristo Pensante (2200 m). La tappa principale hanno portato in Val Duron e sul Rifugio Micheluzzi (ca. 1860 m) da dove alcuni hanno proseguito il camino fino al Rifugio Antermoia (2496 m). La settimana di escursioni è stata conclusa con un pranzo al Passo Carezza verso il Latemar.
Un ringraziamento e apprezzamento speciale va agli accompagnatori vedenti, i quali essendosi messi a disposizione per l’iniziativa hanno reso possibile questa stupenda esperienza vissuta nelle montagne della Val di Fassa, inoltre a coloro i quali si sono assunti l’incarico della programmazione delle singole gite nonché dello svolgimento della settimana.
L’Unione Ciechi e Ipovedenti con sede in Bolzano, Via Garibaldi 6, Tel. 0471971117,
www.unioneciechi.bz.it, è a disposizione di tutte le persone con gravi disturbi visivi e dei loro familiari per consulenze e sostegno di vario genere. Riunisce i minorati della vista di tutti e tre i gruppi linguistici, li rappresenta e tutela i loro interessi, fornisce aiuto per l’espletamento delle pratiche di pensione e simili, procura ausili tiflotecnici e aiuta nella presentazione delle relative domande di contributo, si occupa sia della formazione professionale che dell’inserimento nel mondo del lavoro e organizza soggiorni estivi nonché attività culturali.

Info: Unione Ciechi ed Ipovedenti Alto Adige
Tel.: 0471-971117 E-Mail: info@unioneciechi.bz.it

Foto scattata durante la settimana di escursioni in montagna dei soci dell'Unione, tenutasi in Val di Fassa

Foto di un gruppo di soci dell’Unione durante la settimana di escursioni in montagna, tenutasi in Val di Fassa

Foto di un altro gruppo di soci dell'Unione durante la settimana di escursioni in montagna, tenutasi in Val di Fassa

Foto di un altro gruppo di soci dell’Unione durante la settimana di escursioni in montagna, tenutasi in Val di Fassa

Lecco – Premana per vivere, sentire, toccare e gustare la vita di un tempo, di Angela Gianola

Sabato 13 Ottobre un folto gruppo di soci e amici dell’Unione italiana ciechi e ipovedenti di Lecco, ha partecipato a una visita guidata alla manifestazione “Premana rivive l’antico 2018” giunta ormai alla decima edizione.
Premana è un paese di 2200 abitanti, posto a 1000 metri di altitudine in provincia di Lecco, noto per la sua produzione di forbici e coltelli.
La manifestazione che si svolge ogni 2 anni, rappresenta uno spaccato della vita quotidiana degli abitanti del paese, agli inizi del 1900, e richiama migliaia di visitatori (quest’anno circa 8000) grazie all’ormai consolidata organizzazione e alla collaborazione degli abitanti del paese (i figuranti erano circa 500).
Si snoda su un percorso di circa 2 chilometri, partendo dal fondo valle, dove è stata ricostruita una ruota di legno simile a quella dei mulini che, grazie all’acqua del vicino torrente, fa muovere i magli all’interno delle officine per la lavorazione del ferro. Nelle vicinanze si possono vedere i minatori e i taglialegna al lavoro e i carbonai che preparano il carbone, indispensabile nelle stesse officine.
Proseguendo lungo il percorso verso il paese, si possono osservare le donne al lavoro nei prati e nei piccoli campi o mentre accudiscono il bestiame nelle stalle.
Sono sempre le donne che, con il latte delle mucche e delle capre, preparano burro, formaggio e ricotta o che fabbricano il sapone che utilizzeranno per lavare i panni.
Nonostante la vita difficile, gli abitanti riuscivano anche a trovare il tempo per divertirsi in compagnia. Lungo il percorso è possibile vedere la rappresentazione di una di queste feste che, per la verità si fanno ancora oggi.
Al termine della monticazione del bestiame, in ogni alpeggio si festeggiava con il Past, facendo bollire, in un grosso calderone, una pecora o un montone; con il brodo si faceva poi una squisita minestra, quindi si mangiava tutti in compagnia, accompagnando il pasto con vino e canti.
Poiché, nelle precedenti 2 visite, il gruppo dell’Uici non era riuscito a terminare il percorso, per mancanza di tempo, quest’anno si è deciso di trascurare la prima parte della manifestazione per approfondire meglio quella all’interno del paese.
Accompagnati dalle nostre 2 guide, Maria ed Efrem, che si sono dimostrate molto disponibili e attente alle nostre esigenze, abbiamo iniziato la visita assistendo alla preparazione delle salamelle, con un impasto costituito, prevalentemente, da carne di maiale.
Abbiamo quindi visitato l’antico forno, dove le donne portavano, per farle cuocere, le loro pagnotte di farina di segale.
Proseguendo la visita nel vecchio nucleo del paese, siamo entrati nelle case, costituite spesso da 2 o 3 piccoli ambienti, totalmente privi di qualsiasi confort, senza servizi e riscaldati solo da un camino o da una piccola stufa in cucina.
In queste povere case, abbiamo assaggiato formaggi, salumi e prodotti della gastronomia locale.
I panni si lavavano al lavatoio pubblico, per gli abiti maschili si andava dal sarto, mentre quelli femminili venivano tagliati e cuciti dalle stesse donne.
L’abito di tutti i giorni era il coton, la cui lunga gonna plissettata, richiedeva molto lavoro per mantenere in buono stato le piccole pieghe. Il coton veniva completato da una camicia bianca con le maniche a sbuffo ricamate e con i pizzi, da un grembiule scuro e da un foulard per le spalle.
Ma il vero capolavoro era il morel, l’abito da sposa, ricco di pizzi e di ricami.
Ogni donna del paese li possiede entrambi ancora oggi, anche se li indossa molto raramente.
Abbiamo visto anche un antico telaio, grazie al quale, utilizzando stoffe di scarto, si fabbricavano i borash, piccole coperte da mettere sulle spalle per proteggerle, quando si utilizzava la gerla. La tosatura delle pecore era di solito affidata agli uomini, ma la cardatura e la filatura della lana, così come il confezionamento di maglioni e calze, era esclusivamente compito delle donne.
Le donne, partendo da una soletta di gomma, fabbricavano anche i scapin, pantofole di velluto che, insieme agli zoccoli in legno fabbricati dagli uomini, costituivano le calzature di tutti i giorni.
Gli uomini, oltre agli zoccoli, fabbricavano rastrelli, gerla, collari in legno per le capre, bastoni dal manico ricurvo, attrezzi per la lavorazione del latte, come le zangole, attrezzi per la casa come scodelle, sedie, culle ecc.
Agli inizi del 900 si iniziava l’attività che avrebbe fatto conoscere Premana in tutta Italia, cioè la fabbricazione di forbici e coltelli.
Non poteva mancare la visita a una stamperia e, quindi, a un’officina dove ci sono state mostrate tutte le fasi della lavorazione di questi articoli da taglio.
Ma a Premana si fabbricavano e si fabbricano ancora i campanacci per le mucche e per le capre e noi abbiamo potuto assistere anche alle varie fasi di questa lavorazione.
I premanesi erano bravi anche nella lavorazione del ferro battuto, alcuni di loro sono emigrati a Venezia dove fabbricavano i ferri per le gondole.
I loro discendenti sono tornati a Premana, in occasione della manifestazione, per mostrare la lavorazione del ferro battuto.
Naturalmente non poteva mancare l’addetto alla lavorazione e alla pulizia dei paioli in rame, molto utilizzati nella lavorazione del latte e per fare la polenta, piatto che costituiva la base dell’alimentazione.
Non sono mancati momenti di coinvolgimento e di emozione, come quando, in piazza del Consiglio, abbiamo ascoltato il gruppo dei coscritti cantare la canzone il minatore.
Il museo etnografico, che raggruppa in un unico spazio, la storia e le tradizioni del paese, è stato l’ultima tappa della nostra visita.
Siamo quindi risaliti sul bus di linea per il rientro, stanchi ma soddisfatti.

Angela Gianola
Referente Commissione Regionale Ipovedenti
Sezione U.I.C.I. Lecco

C N L P – “Mi vivi dentro”, di Alessandro Milan

Si comunica che è disponibile all’interno del catalogo online il seguente audio libro: “Mi vivi dentro”, di Alessandro Milan – Numero Catalogo: 89755

Tutto comincia alle sei di mattina, in radio, dove due giornalisti assonnati si danno il turno. Lui è appena arrivato e cerca di svegliarsi con un caffè, lei sta correndo a casa dopo aver lavorato tutta la notte. E succede che nella fretta i due si scambiano per errore i cellulari. Si rivedono qualche ora più tardi, e da un dialogo surreale nasce un invito al cinema, poi una mostra, un aperitivo, una gita in montagna. Francesca è bassina, ha i capelli biondi sparati, due occhioni azzurri che illuminano il mondo. È una forza della natura, sempre in movimento, sempre allegra. Alessandro è scherzoso e un po’ goffo, si lascia travolgere da Francesca e dall’amore che presto li lega. E da lei impara, giorno dopo giorno, a vivere pienamente ogni emozione, a non arretrare di fronte alle difficoltà, a capire il significato della resilienza. E così anni dopo, insieme, con il sorriso sulle labbra, si troveranno a combattere la più terribile delle battaglie. Senza arrendersi mai.

Per effettuare il download degli audiolibri, gli utenti già registrati possono accedere alla pagina del “Libro parlato online” digitando http://lponline.uicbs.it/

C N L P – “Nome d’arte Doris Brilli”, di Andrea Vitali

Si comunica che è disponibile all’interno del catalogo online il seguente audio libro: “Nome d’arte Doris Brilli”, di Andrea Vitali – Numero Catalogo: 89771

La notte del 6 maggio 1928, i carabinieri di Porta Ticinese a Milano fermano due persone per schiamazzi notturni e rissa. Uno è un trentacinquenne, studente universitario provvisto di tesserino da giornalista. Interrogato, snocciola una lista di conoscenze che arriva fino al direttore del «Popolo d’Italia», quel Mussolini fratello di…, per accreditare la sua versione, ovvero che è stato fatto oggetto di adescamento indesiderato. L’altra è una bella ragazza che, naturalmente, sostiene il contrario. Ma amicizie per farsi rispettare non ne ha, e soprattutto non ha con sé i documenti, per cui devono crederle sulla parola circa l’identità e la provenienza: Desolina Berilli, in arte, essendo cantante e ballerina, Doris Brilli, di Bellano. E dunque, la mattina dopo, la ragazza viene scortata al paese natio. Che se ne occupi il nuovo comandante, tale Ernesto Maccadò, giovane maresciallo di origini calabresi giunto sulle sponde del lago di Como da pochi mesi. E lui, il Maccadò, turbato per il clima infausto che ha spento l’allegria sul volto della fresca sposa Maristella, coglie al volo l’occasione per fare il suo mestiere, ignaro delle complicazioni e delle implicazioni che il caso Doris Brilli è potenzialmente in grado di scatenare.Con Nome d’arte Doris Brilli, Andrea Vitali inaugura una serie di romanzi che hanno per protagonista uno dei personaggi più amati dal pubblico dei suoi lettori, il maresciallo Ernesto Maccadò, presente nelle storie di maggior successo come La signorina Tecla Manzi, Olive comprese, La mamma del sole, Galeotto fu il collier, Quattro sberle benedette, Le belle Cece, A cantare fu il cane, raccontando i suoi esordi alla caserma di Bellano, e il suo faticoso acclimatarsi, non solo per via del tempo meteorologico.

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C N L P – “U4. Koridwen”, di Yves Grevet

Si comunica che è disponibile all’interno del catalogo online il seguente audio libro: “U4. Koridwen”, di Yves Grevet – Numero Catalogo: 89757

Il mondo è popolato solo da adolescenti che hanno tra 15 e 18 anni: gli unici sopravvissuti al virus U4. Ko-ridwen vive in una fattoria isolata in Bretagna dove, da sola, prova a rimettere in piedi la propria vita. Fino al giorno in cui tutto cambia. Fino al giorno in cui scopre di essere la prescelta per fermare il virus nella sua corsa mortale. Koridwen non capisce perché abbiano scelto proprio a lei, ma non può non rispondere al misterioso appello che ha ricevuto da Khronos, il game master di Warriors of Time, il videogioco online di cui era appassionata prima della catastrofe: deve trovarsi il 24 dicembre a mezzanotte sotto l’orologio più antico di Parigi. Spetta a lei salvare il mondo. Koridwen ha paura, eppure sa che c’è una sola cosa che può darle la forza di affrontare il suo destino: la lettera che la nonna le ha lasciato e che le rivelerà il segreto che si nasconde nel suo nome. Quello che trova arrivata nella capitale francese è una realtà totalmente nel caos: il cibo scarseggia, le comunicazioni sono impossibili, non c’è elettricità e i monumenti più importanti della città sono stati presi d’assalto. Ko-ridwen deve fare di tutto per proteggere la sua vita e raggiungere il luogo dell’appuntamento. Ma non è sola. Con lei altri tre ragazzi, altri tre prescelti: Jules che ha tra le mani segreti che non può svelare; Stéphane, convinta che il padre medico non sia morto; e Yannis, assetato di vendetta per la morte della sorellina. Insieme sono l’unica speranza di salvezza per l’umanità. Non c’è tempo per la paura, i dubbi, le incertezze: anche se sono solo quattro ragazzi devono sfoderare il loro coraggio e tutte le loro risorse. Perché nessuno sa cosa li aspetta. Nessuno sa cosa dovranno affrontare. Nessuno sa perché è toccato proprio a loro. L’unica cosa sicura è che il futuro è nelle loro mani.

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La musica: un ponte fra noi, di Ilaria Cavallaro e Gabriele Sacchi

Nella giornata di domenica 16 settembre 2018, la nostra orchestra giovanile, ha avuto modo di partecipare ad un iniziativa svolta in collaborazione con la ludoteca il “Castello dei sogni” dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù della sede di Palidoro. Il progetto è nato dall’idea di far vivere un esperienza significativa ai ragazzi della Junior, affinché tramite il valore unificante della musica, potessero donare momenti di gioia e spensieratezza ai bambini ricoverati e alle loro famiglie.
Chi meglio degli stessi giovani può raccontarci cosa ha significato per loro quest’esperienza?

• “È stato bello… mi sono sentita bene” (Alessandra, 10 anni);
• “C’erano tanti bambini malati…ma loro sono uguali a noi, perché ci siamo divertiti insieme con la musica” (Viola, 6 anni);
• “È stato toccante e mi sono sentito arricchito. Sono stato sollevato per i bambini che potevano essere spensierati” (Gioele, 14 anni);
• “Ero molto concentrato a suonare le note. Quando ho finito, mi sono accorto che i bambini di fronte a me erano felici” (Federico, 10 anni);
• “È stato toccante, emozionante, ma anche un po’ triste” (Sofia, 11 anni);
• “Mi sono sentito fortunato: vorrei in futuro diventare un chirurgo per aiutarli” (George, 14 anni);
• “È stata una cosa bella che mi ha fatto scoprire nuovi punti di vista per guardare il mondo” (Valentina, 11 anni);
• “Non mi sono accorto di nulla, ma quando tutti i bambini mi hanno guardato…mi sono emozionato” (Daniele, 9 anni);
• “Ho sentito molta emozione, perché i bambini ricoverati volevano vedere altri bambini che suonavano” (Andrea, 11 anni);
• “Ho sentito tanta felicità, perché siamo andati lì per fare contenti i bambini dell’ospedale e stare insieme a loro con la musica” (Giulia, 9 anni).

Abbiamo donato musica ed in cambio abbiamo ricevuto consapevolezza, empatia e grande forza, la stessa di cui hanno bisogno quotidianamente queste persone per sentirsi meno sole e continuare a combattere.

Secondo appuntamento con Cinema senza Barriere®: “Euforia”, il nuovo film diretto da Valeria Golino

In occasione dell’uscita in sala, giovedì 25 ottobre, all’Anteo Palazzo del Cinema di Milano

Giovedì 25 ottobre, all’Anteo Palazzo del Cinema (sala Rubino), ore 19.30, torna l’appuntamento mensile con Cinema senza Barriere®, la rassegna cinematografica ideata da A.I.A.C.E Milano che consente la visione ai disabili sensoriali (ciechi, ipovedenti e sordi) assieme al normale pubblico, in un’ottica di integrazione e condivisione.

In programma “Euforia”, l’opera seconda di Valeria Golino presentata all’ultimo Festival di Cannes nella sezione Un Certain Regard, che sarà nei cinema d’Italia proprio a partire dal 25 ottobre.

Il film, che vede protagonisti Valerio Mastandrea e Riccardo Scamarcio, racconta il rapporto fraterno tra Matteo (Scamarcio), un giovane imprenditore di successo, spregiudicato, affascinante e dinamico, interessato solo ai suoi piaceri preferiti: sesso, droga e culto del proprio corpo ed Ettore (Mastandrea), che vive e insegna alle scuole medie nella piccola cittadina di provincia dove entrambi sono nati. È un uomo cauto, integro, che per paura di sbagliare si è sempre tenuto un passo indietro, nell’ombra, nascondendo fallimenti e insoddisfazione dietro una maschera di sarcasmo e disillusione. Due persone all’apparenza lontanissime, che una situazione difficile obbliga a riavvicinarsi.
Il progetto Cinema senza Barriere®, ideato nel 2005 da A.I.A.C.E Milano per la direzione di Eva Schwarzwald e Romano Fattorossi, ha lo scopo di promuovere concretamente il diritto di chiunque di andare al cinema, non udenti e non vedenti inclusi, godendo appieno di uno spettacolo nella stessa sala con persone normodotate.
Nato grazie alla collaborazione con ENS (Ente Nazionale Sordi Onlus di Milano) e UIC (Unione dei Ciechi e degli Ipovedenti), Cinema senza Barriere® è sostenuto da Fondazione Cariplo e dal mese di ottobre dai fondi Otto per Mille della Chiesa Valdese.

A.I.A.C.E Milano con Cinema senza Barriere® promuove l’utilizzo dei loghi che indicano l’accessibilità alle proiezioni per persone con disabilità della vista e dell’udito.
Il calendario completo delle proiezioni sarà disponibile su www.mostrainvideo.com
Le cuffie si possono ritirare all’ingresso della sala di proiezione.
Biglietti: € 6 intero; € 4,50 cad. per la persona non vedente/udente e accompagnatore
www.spaziocinema.info // 02 6597732 //

Euforia di Valeria Golino, ore 19.30, Anteo Palazzo del Cinema di Milano (Sala Rubino)
Si ringrazia 01 Distribution per la cortese collaborazione.
Cinema senza Barriere® by A.I.A.C.E. Milano
info@mostrainvideo.com // www.mostrainvideo.com // 02 462094

Scena tratta dal film "Euforia" di Valeria Golino che ritrae Valerio Mastandrea e Riccardo Scamarcio

Scena tratta dal film “Euforia” di Valeria Golino che ritrae Valerio Mastandrea e Riccardo Scamarcio

Convegno “Nuovi orizzonti educativi speciali”

Si è svolto ieri al Palazzo del Vignola a Todi il convegno “Nuovi orizzonti educativi speciali” che ha inaugurato il nuovo Centro di Documentazione delle Buone Prassi sulla disabilità in ambito familiare, scolastico e sociale. Si tratta di un laboratorio di idee, ricerca e studio che mette in relazione le esperienze e le buone pratiche socio-educative nell’ambito della disabilità maturate da genitori, famiglie, insegnanti, educatori, operatori socio-sanitari, associazioni e volontari in un’ottica scientifica-pedagogica orientata a valorizzare percorsi sperimentali che consentano alle persone con disabilità di essere protagonisti della propria vita.
L’attività del Centro è quella di raccogliere tutte le esperienze educative sviluppate principalmente nella famiglia e nella scuola consentendone la diffusione in rete e mediante pubblicazioni rivolte ad insegnanti, educatori, psicologi ed operatori socio-sanitari.
Il sito di riferimento è www.todisociale.it dove, insieme a informazioni di carattere generale, culturale, legislativo regionale e nazionale, c’è una sezione dedicata alle associazioni. Quelle che aderiranno avranno una propria pagina e la possibilità di caricare i loro progetti con tutte le informazioni relative agli obiettivi generali, ai destinatari, ai soggetti coinvolti, alle attività, fasi e tempi di realizzazione e infine ai risultati a breve e medio termine. In questo modo l’efficacia di un’idea, di un progetto portato avanti e realizzato può essere replicato da un’altra associazione. In parole povere, si crea un franchising delle idee e dei progetti.
Il Centro di Documentazione, sviluppato dal Comune di Todi in sinergia con i Comuni della Zona Sociale 4, vede coinvolti una pluralità di soggetti operanti nell’ambito socio-educativo: l’Università degli Studi Roma 3, la Direzione Didattica di Todi, l’Istituto Artigianelli Crispolti, Etab La Consolazione, il Centro Speranza di Fratta Todina, l’Associazione “Insieme per volare”, l’Istituto di Istruzione Superiore “Ciuffelli-Einaudi”, la cooperativa sociale MOSAIC e l’Associazione “L’orologio di Benedetta”, coordinatrice del progetto nella figura della Presidente Gabriella La Rovere.
Il Centro è uno dei pochi progetti che ha messo insieme schieramenti politici opposti. Nato con l’amministrazione precedente grazie a Catia Massetti, è stato portato avanti da Alessia Marta, attuale assessore alle politiche sociali. In questo caso la lungimiranza e pazienza delle donne sono state vincenti.
Il convegno, che ha visto la partecipazione dell’Università di Perugia, di Roma Tre, di UniNettuno, ha avuto un grande successo di presenze, soprattutto di studenti del Liceo Jacopone di Todi proprio perché l’inclusione sociale non può prescindere dall’insegnamento alle nuove generazioni.

Locandina del Convegno svoltosi a Todi

Locandina del Convegno svoltosi a Todi

Catanzaro – Giornata Nazionale del Cane Guida

Tantissime e molteplici le emozioni vissute giovedì 18 Ottobre in occasione della Giornata Nazionale del Cane Guida, straordinariamente realizzata in tale data a causa del maltempo dei giorni 15 e 16 ottobre.

La città finalmente si è svegliata, e l’ha fatto nel modo migliore possibile, grazie anche e soprattutto alla caparbietà e lungimiranza di Luciana Loprete, Presidente dell’UICI Catanzarese che in occasione di tale giornata ha pensato e voluto che la città, nei suoi centri principali potesse finalmente “vedere” come il cane guida rappresenti per i ciechi e gli ipovedenti uno straordinario amico di libertà. La giornata, iniziata con la raccolta di tutti i partecipanti nella sede storica della sezione, ha visto il lungo corteo composto da ciechi e ipovedenti con cane guida e bastoni bianchi, volontari ed amici, dapprima raggiungere la Camera di Commercio di Catanzaro ove la Presidente Loprete ha avuto modo di consegnare ufficialmente al Dirigente Generale Dott. Maurizio Ferrara la proposta di collaborazione per rafforzare la sensibilizzare di tutti gli esercizi commerciali.

Successivamente il corteo attraverso il Teatro Politeama di Catanzaro ha raggiunto la Casa Comunale ove il gruppo su invito del Sindaco Sergio Abramo ha incontrato i Consiglieri Battaglia e Manuela Costanzo ed al grido di VIVA LA LIBERTÀ è stato spiegata la motivazione di tale manifestazione e la necessità di una continua informazione, il tutto è poi proseguito su corso Mazzini, passando per il Palazzo di vetro della Provincia di Catanzaro e proseguendo verso P.zza Matteotti, fino al raggiungimento dell’I.I.S. De Nobili di Catanzaro dove ad attenderli vi era un folto gruppo di alunni e la Dott.ssa Susanna Mustari che nel prendere la parola ha espresso la propria posizione sulla disponibilità de suo istituto a situazioni particolari di questo tipo.

A dare avvio ai lavori è stato il Presidente Nazionale Mario Barbuto attraverso un suo video messaggio nel quale ha richiamato le motivazioni per le quali tale giornata è staga istituita e nel contempo ha rivolto il suo pensiero a Viola, splendido Labrador che da poco l’ha lasciato. Ulteriore momento toccante e particolarmente emotivo è stato proprio quello legato alle motivazioni che hanno spinto l’UICI di Catanzaro a designare l’istituto quale luogo per lo svolgimento del seminario che al suo interno ha registrato autorevoli interventi dell’Avv. De Nisi, del Dott. Veraldi e del Dott. Macrì, su normative, allevamento e rapporto tra l’uomo ed io suo cane guida, ossia la presenza al suo interno della prima alunna in Calabria che giornalmente si reca all’interno dell’istituto accompagnata dal suo cane guida.

Particolarmente toccante, il momento delle testimonianze dove a prendere la parola sono stato Tommaso che ha sottolineato le problematiche in essere in termini di diniego del diritto di accesso ed Arianna, giovane alunna dell’Istituto che pur essendo minorenne, grazie alla caparbietà sua e dei suoi genitori che l’hanno sempre supportata nel corso della sua vita, è riuscita ad ottenere dalla scuola cani guida francese di poter essere destinataria dell’affidamento del suo cane guida, da lei definito come un amico che l’ha responsabilizzata e le ha concesso quel pizzico in più di autonomia che senza il supporto del suo amico a quattro zampe non sarebbe stato possibile.

Non poteva infine mancare nell’intervento di un dibattito, moderato con la professionalità di sempre del noto conduttore Tv e giornalista Domenico Gareri, un richiamo da parte del Presidente Loprete rivolto non solo alla cittadinanza ma anche ai fruitori di cane guida. È opportuno infatti ricordare – ha detto la Loprete – che la società da diritti ma anche doveri, é giusto quindi che al diritto di accesso sui mezzi pubblici, si affianchi il dovere a mantenere il proprio cane in condizioni igieniche degne, provvedere alla vaccinazione ed ai controlli costanti ed infine a cercare sempre di comprendere che dall’altra parte ci possa essere un interlocutore che non conosce la straordinaria capacità del cane, pertanto la prepotenza e la presunzione non devono avere il sopravvento.

Non è mancato infine un ringraziamento ai genitori della giovane Arianna, da sempre seguita dall’UICI catanzarese, che l’hanno sempre supportata e spinta nel suo percorso di crescita, accettando la sua condizione ma facendole sempre vivere una vita quanto mai normale ed al passo con la sua giovane età.

Un monito infine è stato rivolto all’apparato scolastico ed agli istituti catanzaresi, affinché, considerata l’assenza sul territorio di strutture specializzate e centri diurni per disabili visivi, alle richieste dell’Unica associazione deputata alla salvaguardia dell’intera categoria, i dirigenti scolastici e le amministrazioni pubbliche rispondano in modo celere e non consentano che le lungaggini burocratiche e la mancanza di conoscenza dei temi risultino essere motivazioni che portano a ritardi nella formazione della persona ledendo così uno dei principali cardini della nostra costituzione che all’art. 3 sancisce la parità di diritti senza distinzione alcuna.
Pertanto è opportuno che si crei una rete di collaborazione che già in fase embrionale possa lavorare affinché la parità di diritti sia riconosciuta senza disagio alcuno, perché purtroppo ancora oggi l’apparato scolastico non è pronto ad accogliere i cani guida ed è così che l’UICI venuta a conoscenza del desiderio e necessità della giovane studentessa, ha avviato da subito contatti ed azioni di sensibilizzazione con l’istituto De Nobili affinché la ragazza non incorresse in alcun disagio, registrando da parte dell’istituto vista la sporadicità del caso, la richiesta di un approfondimento sul tema culminato poi nella positiva risposta dell’istituto.

Di questo l’UICI ne è promotore da anni, infatti alla giornata su invito della Presidente Loprete hanno preso parte anche una classe del Liceo Classico “P. Galluppi” accompagnato dalla Prof.ssa Rosanna Fabiano ed una classe del Plesso Fiume Neto dell’I.C. “Don Milani” accompagnato dalla Prof.ssa Elena Losito e per il quale si ringraziano rispettivamente i dirigenti scolastici Dott.ssa Elena de Filippis e Dott. Angelo Gagliardi.
La celebrazione si è conclusa infine registrando emozioni da parte di tutti i partecipanti, rappresentando e scrivendo una importante pagine di civiltà per l’intera Calabria.