ASD Non ed ipovedenti Napoli “Noived” 3 ori e 3 argenti per Salvatore Urso

 

Dopo i grandi risultati conseguiti da Salvatore Urso, diciottenne napoletano ai campionati europei di nuoto svoltisi a Genova, non si può che essere soddisfatti.
“Ci auguriamo che la prestazione di Salvatore Urso ai giochi paralimpici di Genova nella specialità del nuoto” afferma il presidente dell’A.S.D. Non ed Ipovedenti Napoli Rocco De Icco, “sia da stimolo per tanti giovani non vedenti ad emularlo.”
“Siamo certi che la soddisfazione per le 3 medaglie d’oro e le 3 d’argento” aggiunge De Icco, “non è solo nostra, del tecnico o della sua famiglia, ma di tutte le nostre realtà associative.”
Sta crescendo questo atleta e sta bruciando le tappe che potrebbero portarlo molto lontano.
Al di là delle prestigiose medaglie, va segnalato che egli ha migliorato i suoi tempi in tutte le 6 gare nelle quali è stato impegnato.
100 dorso e delfino, 200 misti, 400 e 100 stile e 100 rana.
Ragazzi si può fare, si dice che tra noi c’è tanta pigrizia, sarà anche vero però, possiamo vantare tra noi uno capace di allenarsi tutti i giorni, di credere che questo è l’unico modo per ambire a poter partecipare ai giochi paralimpici.
Noi come dirigenti non possiamo accontentarci, sappiamo che abbiamo il dovere di stimolare i giovani ad avere ambizioni e trovare la voglia di scoprire nell’attività sportiva una grande possibilità per distinguersi.

 

Non più di 20 alunni per classe in presenza di studenti disabili, di Gianluca Rapisarda

Autore: Gianluca Rapisarda

Una delle novità positive (poche per la verità) del Decreto n. 66/17, attuativo della Buona Scuola sull’inclusione, è che il riferimento ad un numero massimo di 20 alunni per classe solo “di norma”, in presenza di studenti disabili, previsto dallo schema iniziale del Decreto, non compare più nel testo definitivo pubblicato in GU lo scorso 16 Maggio. Ciò, per breve tempo, ci ha dato la certezza che non fosse stato modificato negli art 4 e 5 comma 2 il DPR n. 81/09 che disciplina la materia.
In realtà la questione è stata soltanto rimandata ad una successiva nota esplicativa del Miur.
Ebbene, la suddetta Nota ministeriale, la n. 1153, è stata finalmente emanata in data 4 agosto u.s., recando per oggetto ”Decreto legislativo n. 66/2017 – Norme per la promozione dell’inclusione scolastica degli studenti con disabilità, attuativo della legge n. 107/2015”.
In pratica, L’Amministrazione, con la predetta nota, ha fornito dei chiarimenti (si fa per dire) in merito alle decorrenze dettate dal succitato nuovo Decreto, disponendo incomprensibilmente un numero di 22 alunni per classe in presenza di studenti disabili.
Ovviamente, questo inaspettato dietrofront del Ministero dell’Istruzione ha destato scompiglio tra noi esperti di inclusione scolastica e, soprattutto, tanta preoccupazione tra i genitori dei nostri ragazzi.
Stupore, incredulità e disorientamento, che, “miracolosamente”, sono stati carpiti dal Ministero (e non poteva essere altrimenti).
Infatti, con il presente contributo, ci corre l’obbligo d’informare tutti quei familiari di alunni/studenti disabili che ci continuano ancora a chiedere di sollecitare il Miur, affinché sani quest’ingiustizia subita dai loro figli che, invero, il Ministero è intervenuto immediatamente a modificare quanto stabilito inspiegabilmente con la di cui sopra Nota n. 1153 dello scorso 4 agosto.
Ed effettivamente, già solo dopo qualche giorno, lo scorso 8 agosto, il Miur ha pubblicato un’ulteriore nota per rettificare quanto previsto in merito al numero massimo di alunni per classe, in caso di presenza di alunni disabili. Nella nota del 4 agosto, l’amministrazione aveva scritto che: “in presenza di alunni disabili le classi non devono, di norma, superare il numero di 22 alunni”.
Con la nuova nota n. 1157, pubblicata l’8 agosto u.s., il Miur, invece, rettifica quanto precedentemente comunicato e richiamando la nota prot.n. 1153 del 4 agosto u.s., avente pari oggetto, precisa che: “per mero errore materiale, nell’ultimo capoverso è stata riportata l’errata indicazione, di norma, di 22 alunni per classe, in caso di presenza di alunni disabili, anziché, di norma, di 20 alunni per classe, così come previsto dall’articolo 5, comma 2 del D.P.R.n.81/2009.
In definitiva, gli alunni di una classe delle scuole pubbliche di ogni ordine e grado, in presenza di studenti con disabilità, devono essere al massimo venti.
E meno male che il Miur ha rimediato al “mero errore materiale” dello scorso 4 agosto.
Tuttavia, anche se conclusasi con un lieto fine, questa triste vicenda non ci lascia ben sperare e non ci fa dormire sonni tranquilli.
Innanzitutto, perché la Nota n. 1157 del Miur, anche se migliorativa di quella precedente del 4 agosto, ripropone uno degli elementi più critici che sembrava superato dello schema iniziale del Decreto attuativo della Buona Scuola n. 378/17 sull’inclusione scolastica, e cioè che esso non stabiliva l’inderogabilità del numero di 20 alunni per classe in presenza di disabili, prevedendo che ciò avvenga soltanto in virtù della generica dicitura “di norma”.
Per ultimo, ma non certo ultimo, per chi scrive, pensare che una problematica così delicata e centrale per la realizzazione del progetto di vita indipendente delle persone con disabilità come il processo di inclusione scolastica possa essere in balia ed alla mercè della superficialità degli Uffici del Ministero dell’istruzione e dei loro refusi, è davvero inaccettabile in un Paese come il nostro, che si pregia di avere la legislazione più avanzata al mondo nel settore.
Come dire che, in Italia, ancora troppo frequentemente, viene prima la burocrazia ministeriale, con le sue non sporadiche clamorose “sviste” e poi i diritti fondamentali dei cittadini.

Servizio telefonico di aiuto: UIC Help Express dell’Unione, di Nunziante Esposito e Giuseppe Fornaro.

Autore: Nunziante Esposito Giuseppe Fornaro

Anche se non è più un servizio su numero verde, il servizio UIC Help Express l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti continua a fornirlo da tanti anni ed è utile a tante persone.
Lo staff tecnico è cambiato nel tempo, ma lo compongono sempre persone molto competenti e qualificate.
Riusciamo a fornire con la competenza dovuta l’assistenza per quasi tutte le tecnologie utilizzate dai disabili visivi, fornendo le spiegazioni sufficienti a risolvere e superare i problemi che un disabile visivo incontra nel quotidiano.
Da qualche mese abbiamo accolto tra noi Gloria Stradaioli, una ragazza che ha sostituito Rossy Coumanova che, per intervenuti impegni personali, ci ha dovuto lasciare.
Lo staff Tecnico di questo importante servizio ringrazia Rossy per il tempo che ci ha voluto e potuto dedicare, e da il benvenuto a Gloria per aver accettato di mettere a disposizione il suo tempo e le sue competenze per questo servizio.
Attualmente, questo tipo di servizio l’Unione lo fornisce tramite dei telefoni VOIP e senza avere la spesa di un numero verde, quindi, la rosa di tecnici risponde a dei numeri fissi personali che fanno capo alla numerazione di Roma con riferimento ai numeri della sede centrale.
Si invitano gli utenti che hanno necessità di aiuto, ma anche magari solo per chiedere spiegazioni o consigli, a chiamare a questi numeri in base alle competenze e conoscenze che hanno i vari tecnici che ne fanno parte.
Per poter leggere i curriculum di ognuno di essi, fare riferimento a questa pagina:
http://www.uiciechi.it/osi/helpexpress/02StaffTecnico/index.html
Una volta resosi conto delle competenze di ognuno, gli utenti possono annotarsi i numeri così da chiamare la persona più preparata sull’argomento che interessa, anche se siamo tutti preparati per le cose di ordinario utilizzo delle tecnologie usate da ciechi ed ipovedenti.

I responsabili del servizio:
Nunziante Esposito e Giuseppe Fornaro

 

Sommario rivista “Corriere Braille ” n. 38 15-21 ottobre 2017

Legge di Bilancio: strategie, timori, aspettative (di Mario Barbuto)
Grazie infinite prof! (di Gianluca Vinci)
Uici e Cnop continuano a crescere insieme (di Katia Caravello)
Creazione di una Cooperativa (di Valter Calò)
Resoconto riunione Cdan Irifor (di Massimo Vita)
Sotto il segno di Ascea (di Antonio Russo)
I genitori non potranno scegliere l’insegnante di sostegno (di Gianluca Rapisarda)
I ciechi possono fare i fisioterapisti (di Alfio Pulvirenti)
Settimana della musica ad Hannover
Vita Associativa (a cura di Vincenzo Massa)
Vita Associativa Sport (a cura di Vincenzo Massa)

Per informazioni sulle riviste, sui costi e modalità di abbonamento è possibile scaricare il Listino abbonamenti 2017 al link http://www.uiciechi.it/servizi/somm_stampaassoc.asp

Museo Stale Omero – Io volo… e tu? Un libro a quattro mani e quattro ali Presentazione con Aldo Grassini, Vincenzo Varagona e Gabriella Papini

Martedì 17 ottobre ore 17 Sala conferenze Museo Tattile Statale Omero, Ancona

ANCONA – Il Museo Tattile Statale Omero presenta martedì 17 ottobre alle ore 17 l’ultimo libro IO VOLO E TU? di Maura e Riccardo Marziali (Capponi editore), sottotitolato in maniera significativa UN LIBRO A QUATTRO MANI E QUATTRO ALI per evidenziare come il disegno e la parola scritta siano strumenti utili e belli per viaggiare con la fantasia. Riccardo e la zia Maura, insieme ad Aldo Grassini, Presidente del Museo, al giornalista RAI Vincenzo Varagona e a Gabriella Papini ci racconteranno la loro amicizia e ciò che spinge i lettori a ricercarli, a telefonare e riscoprirsi spesso aspiranti scrittori e volenterosi disegnatori. E ci mostreranno come nasce il loro lavoro: infatti quando si mettono a chiacchierare prendono il volo storie fantastiche, divertenti, veloci, allegre ed intriganti illustrate all’impronta dalla creativa mano di Riccardo. Un giovane ragazzo che fin da piccolo dimostra una grande predisposizione alla lettura e soprattutto al disegno. Una grande fantasia lo spinge a creare storie e racconti. Con i suoi amici si diverte ad inventare sceneggiature di cui è anche attore e regista. Maura da sempre scrive per bambini e ha all’attivo alcune pubblicazione di successo, assai gradite anche dagli adulti. Un legame che ci mostra come l’arte, la scrittura e l’amicizia, oltre a unire grandi e piccoli, aiutano tutti a superare momenti complicati della vita scolastica e della quotidianità, eventi personali che si possono affrontare meglio anche con  l’aiuto di un libro.

Ingresso libero. Disponibili alcune copie in omaggio.

Monica Bernacchia
Comunicazione
Museo Tattile Statale Omero
Mole Vanvitelliana
Banchina Giovanni da Chio 28, 60121 Ancona
tel. 071.2811935 fax 071.2818358
www.museoomero.it
email: redazione@museoomero.it
#museoomero – seguici su: Facebook, Twitter, Instagram, Youtube, Google+

Io volo… e tu – Locandina

 

“Astronomia da toccare” – Palazzo della Gran Guardia sabato 28 ottobre – domenica 29 ottobre 2017

In occasione del 40° anniversario della fondazione del Circolo Astrofili Veronesi, era stata allestita una mostra della durata di due mesi dal 4 luglio al 26 agosto 2017.
All’interno di questa mostra erano state organizzate tre giornate con attività e laboratori per spiegare l’astronomia alle persone non vedenti.
Si tratta di un percorso con sei attività: costellazioni, Sistema Solare, dimensioni delle stelle, mostra meteoriti, pannelli in Braille, pianeti in 3D da toccare.

L’evento verrà ripetuto in occasione della Seconda Festa dell’astronomia che si terrà nel pomeriggio di sabato 28 ottobre  2017 dalle 14:30 alle 18:00 e domenica 29 ottobre 2017 dalle 9:00 alle 18:00 presso il Palazzo della Gran Guardia in piazza Bra a Verona.

Ci saranno volontari che guideranno nell’esplorazione di queste attività le persone non vedenti e ipovedenti.

Qui di seguito il link del comunicato stampa sul sito CAV: http://www.astrofiliveronesi.it/festa-astronomia.html

Qui di seguito il link della comunicazione facebook

Qui di seguito il link della comunicazione Google+

Qui di seguito il link della locandina della manifestazione

 

Atto europeo sull’accessibilità, molti miglioramenti ma non è tutto OK

I membri del Parlamento europeo hanno votato il 14 settembre 2017 in sessione plenaria gli emendamenti in merito alla proposta di Direttiva sul ravvicinamento delle disposizioni legislative, regolamentari e amministrative degli Stati membri relative ai requisiti di accessibilità dei prodotti e dei servizi (COM 615 final), ossia l’Atto Europeo sull’Accessibilità. La relazione finale è stata adottata con 537 voti a favore, 89 astensioni e 12 voti contrari. La plenaria del Parlamento ha dato al relatore dell’Atto sull’Accessibilità, on. Morten Lokkegaard, il mandato di iniziare i negoziati con il Consiglio il prima possibile.
Benché la plenaria abbia concordato su diversi emendamenti che hanno migliorato la proposta della Commissione e la relazione iniziale del Comitato per il Mercato Interno e la Protezione del Consumatore (IMCO), altri miglioramenti proposti dall’Unione Europea dei Ciechi (EBU), dal movimento della disabilità e da quello dei consumatori sono stati respinti.
L’Unione Europea dei Ciechi e il Forum Europeo della Disabilità (EDF), con il sostegno in Italia dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ONLUS e del Forum Italiano sulla Disabilità, hanno condotto una intensa campagna di sensibilizzazione per convincere i membri del Parlamento europeo ad ascoltare le voci dei cittadini europei con disabilità e ad adottare un Atto sull’Accessibilità ambizioso e forte. L’EBU e l’EDF si stanno prendendo ancora un po’ di tempo per un’analisi più approfondita e accurata degli emendamenti e del testo finale. Nel frattempo, è riportato qui di seguito un breve aggiornamento dell’EDF sulle cinque priorità principali della sua campagna:
1. Applicabilità dell’Atto sull’Accessibilità ad altre leggi dell’Unione, come ad esempio gli appalti pubblici o i Fondi Strutturali dell’Unione europea. Questo punto è stato adottato, ora tutta la legislazione dell’Unione Europea che tratta di accessibilità dovrebbe essere in linea con i requisiti di accessibilità dell’Atto.
2. Adozione di una clausola forte e vincolante per l’ambiente costruito. Questo punto è stato adottato, nel senso che i requisiti di accessibilità dell’Atto sull’Accessibilità si applicheranno non solo ai prodotti e servizi, ma anche all’ambiente costruito nel quale sono collocati, ad es. non dovrebbe essere reso accessibile solo lo sportello bancomat, ma anche l’edificio della banca dove lo sportello stesso si trova. Tuttavia ciò riguarda solo gli edifici nuovi e ristrutturati inerenti i servizi bancari, telefonici e di trasporto.
3. Applicazione dei requisiti di accessibilità da parte delle microimprese e delle piccole e medie imprese (PMI). Questo punto è stato respinto. Le microimprese saranno escluse dall’Atto e non dovranno rendere accessibili i loro prodotti e servizi (come il commercio elettronico e i libri elettronici). Per quanto riguarda le PMI, esse dovranno informare le autorità nel caso i loro prodotti e servizi non siano accessibili.
4. Accessibilità dei trasporti. Ci sono stati dei miglioramenti, ma alcune richieste sulle definizioni sono state respinte. Ciò significa che importanti mezzi di trasporto, come metro, tram o autobus locali, restano esclusi dalla legge. Tuttavia, i requisiti relativi al trasporto nell’allegato I sono stati migliorati rispetto alla relazione iniziale del Comitato per il Mercato Interno e la Protezione del Consumatore (IMCO) ed è stato confermato che i principali requisiti di accessibilità del trasporto rimarranno nell’Atto.
5. Inclusione dei requisiti di accessibilità relativi a settori specifici nell’allegato I. Non ci sono state modifiche sostanziali al testo dell’allegato I nella sezione Servizi Media Audiovisivi.

 

Precisazioni alla nota di Tommaso Luna al Presidente Nazionale, di Carlo Carletti

Autore: Carlo Carletti

Caro Presidente,  il socio  Tommaso  Luna , con la nota a  te inviata e    pubblicata anche sul giornale online,  mi chiama pesantemente in causa per  una vicenda  inerente la fornitura  di un ausilio informatico.  Avendo maturato   una certa esperienza  sulle  competenze e sulle    responsabilità   ricadenti  sul  presidente  Provinciale  dell’associazione, mi preme sottolineare, che  in merito  al  problema sollevato  dallo  stesso    Tommaso  e in seguito  anche dal socio  Leonardo per  ottenere l’ausilio  informatico, in più  occasioni ho  sollecitato inutilmente,   il Funzionario  responsabile    per le concessione  degli ausili e  delle  protesi della  ASL di  Latina,  che  purtroppo ben conosco . Pertanto,  chiunque   allude  al mio presunto  mancato interessamento  alla vicenda,   afferma  e  sa di affermare   il falso.   Ho  assunto informazioni  presso altre  Sezioni e  mi  è  stato riferito, che  quel particolare ausilio,  non veniva  e  ancora non viene   accordato  da tutte le  ASL  del  Lazio, ma solo da quelle  in cui  il  Funzionario  si  assume la  responsabilità  della  concessione. Al  Cospetto di  tale realtà  ho  prima  inviato  alla  Tua attenzione il caso di  Tommaso, del quale  si  era occupato  il dott. Ceccarelli,  che   mi ha  restituito il tutto  invitandomi  a  provvedere in quanto competenza della  Sezione. Quando  Leonardo  mi ha fatto  presente  la sua situazione, analoga  a  quella di Tommaso, ho  nuovamente  inviato  alla    Tua  attenzione  l’intera  documentazione, sperando che  il nuovo nomenclatore  potesse offrire  la soluzione.  Presso la sede Centrale  ho  incontrato il Direttore  Generale  Salvatore  Romano, che si stava occupando del caso.   Mi  ha  tra l’altro informato  che  anche  a  Bologna le  ASL  si comportano  in modo contraddittorio . Successivamente   mi ha  inviato una nota che non offriva  alcuna soluzione, che   ho immediatamente girato  a  Leonardo.  Ho  consultato  un legale, il quale  mi ha detto, che  una eventuale azione sarebbe  stata  di esito molto incerto, in quanto  tale  ausilio non  è inserito in  modo specifico   nel nomenclatore.    Il  fatto che la situazione  si sia  risolta positivamente   per iniziativa dei  soci,  che si sono  rivolti  direttamente  al  Ministero della  Sanità  e  al  Presidente della  Regione  Lazio, rende  evidente  il fatto  che  tale problema  che non  riguarda soltanto  la  Provincia di  Latina,  non  era  e  non poteva essere  una competenza   della sola mia  Sezione  .Se  al  Ministero della Sanità  e  alla  Presidenza  della  Regione  non si sono  rivolti i  responsabili della  Sede  Centrale  e  Regionale dell’UICI, non  comprendo perché  avrebbe dovuto farlo      il Presidente  Provinciale.   Dal momento che  ciò    ha  indotto  il socio  Tommaso Luna  a  richiedere  il tuo  autorevole   intervento  sulla  Sezione di  Latina,  posso  rassicurare tutti   sulla mia  disponibilità  a  lasciare  l’incarico   in mani più  attente  alle  problematiche  dei ciechi, che  in provincia di  Latina,  posso   garantire  non si  esauriscono  con l’ausilio informatico dello stesso  Tommaso,  che comunque ringrazio  per aver  aperto, con la  sua  iniziativa,   la possibilità  ad  altri ciechi di  ottenerlo. Ho  sempre pensato che  il positivo risultato, conseguito anche  da iniziative   di singoli soci, potesse essere annoverato  fra i  risultati  positivi conquistati   in favore dei  ciechi  tutti,  e  non  solo  un fatto  per  dimostrare, come avvenuto  in questa vicenda,   quanto   sia stato bravo Tommaso  Luna,  autore dell’iniziativa personale  e  quanto  siano stati  inadeguati i  dirigenti della  Sezione. Considerata  la  sua efficienza,   per quanto  mi concerne, potrebbe occuparsi  anche  di  problemi anche  molto più gravosi che  si presentano  ogni   giorno negli uffici della  Sezione.  Nonostante   la mia non più giovane età, non  verrebbe meno, a  prescindere dal ruolo che attualmente ricopro,  la mia  disponibilità  che  offro dalle 9  alle 13 e dalle 15  alle 18, per 5  giorni la settimana,    alle persone  con disabilità visiva  che si trovano  a  vivere  condizioni  umane  e  sociali  spesso drammatiche, che in primis  necessitano dell’accoglienza  e  dell’ascolto, dopo  aver organizzato nella  Provincia di  Latina, in collaborazione con il  Centro  S. Alessio,  un sostegno all’inclusione scolastica dei giovani ciechi  e  ipovedenti di assoluta qualità.  Sono  alla disperata ricerca  di  chi volesse  sostituirmi  nell’incarico, ma   ritenendolo troppo gravoso e  poco gratificante , ognuno  sembra preferire  pensare  a  se stesso.
Rinnovandoti  la  mia  stima  e  la massima comprensione  per il ruolo  che  ricopri    ti  invio i  migliori saluti.
Carlo

Nota  del  Presidente Nazionale

Carissimo Carlo,
la tua storia, il tuo presente, il tuo lavoro e il tuo impegno non richiedono certo giustificazioni da parte tua sulla vicenda.
Come ho già scritto, noi tutti siamo felici del risultato ottenuto da Leonardo e Tommaso e, al di là della loro pur legittima soddisfazione personale, sono certo che anche loro sono lieti soprattutto per il risultato in favore di noi tutti.
La jungla ASL e nomenclatore, in tutta Italia, è ben nota, con tutte le differenziazioni di trattamento e le discriminazioni che spesso segna verso ciascuno di noi.
Molte volte i nostri soci e rappresentati sono indotti a pensare che ogni disagio arrecato da pubbliche autorità o private istituzioni sia anche responsabilità dell’Unione; ogni diritto negato a qualcuno di noi sia da ascrivere, in parte, all’Unione che non si muove, non fa, non agisce….
Mentre da un lato questo rappresenta pur sempre un segno di quanto i nostri soci ripongano aspettative nella nostra presenza e nel nostro operato, dall’altro, spesso, è anche ragione di amarezza per chi, come te, spende buona parte del proprio giorno e del proprio tempo ad adoperarsi in ogni modo per la causa comune.
E’ la croce e la delizia di chi si assume il compito di dare all’Associazione una parte del proprio ingegno e del proprio tempo.
La vicenda si è conclusa positivamente e dobbiamo gioirne, secondo me. Non farne pretesto per accusarci reciprocamente, sbranarci a vicenda in una specie di rodeo che nulla aggiunge alla tutela dei diritti dei ciechi e degli ipovedenti italiani, anzi in definitiva ne mina capacità, volontà, fiducia.
Un grande abbraccio solidale, augurandomi che tu abbia ancora molti, molti anni da rimanere al tuo posto e anche oltre, per dare all’Unione quanto di esperienza, capacità e generosità hai avuto modo di accumulare nella tua lunga vita di impegno nelle battaglie più dure e difficili che abbiamo combattuto negli ultimi sessanta anni.

Mario.

 

Il lavoro e i fisioterapisti non vedenti, di Giovanni Cancelliere

Autore: Giovanni Cancelliere

La nostra storia di professionisti sanitari nacque negli anni sessanta quando l’attenzione al sociale iniziava a fare i primi passi, il non vedente passava da soggetto passivo della società a risorsa lavorativa per alcune professioni come quella del centralinista e del massaggiatore, in prima istanza, e massofisioterapista successivamente.
Tutto questo avveniva con concetti avanzati per il periodo storico sopra menzionato, quasi un laboratorio sperimentale sottoposto a tutela.
I soggetti non vedenti venivano definiti, per la prima volta, lavoratori integrati nel mondo dei “normali”.
Si pone in evidenza che, prima di questo importante passo, il non vedente veniva considerato soggetto tutelato e protetto dagli istituti speciali, in cui poteva sperimentare la vita fuori dalle mura domestiche, e doveva sviluppare modalità di approccio di relazioni interpersonali. Oggi, gli istituti speciali rimasti attivi, sono visti come ghettizzanti.
Il sistema sociale e lavorativo descritto in premessa, è andato avanti fino alla metà degli anni novanta.
Alla fine degli anni ottanta, come studenti, ci eravamo accorti che era diventato un sistema scolastico e professionale obsoleto. il livello di preparazione era scarso e necessitava di una Riforma Strutturale legata al cambiamento della società, forse perché, chi dirigeva gli istituti, aveva paura di perdere ciò che, con tanta fatica era stato acquisito.
La Riforma che chiedevamo era la riformulazione dei corsi delle scuole professionali di stato da tre a cinque anni, ottenendo così un diploma di Stato con una doppia funzione:
– diploma di massofisioterapista;
– titolo di maturità da spendere come opportunità di accesso all’università per chi avesse voluto continuare gli studi al di fuori della formazione obbligatoria che vigeva in quel periodo.
Persa questa opportunità, il massofisioterapista ha mantenuto la tutela del lavoro che, se per i diplomati pre-99, è rimasta una garanzia, con il cambiamento delle regole in materia di formazione, è divenuta illusoria per la generazione post-99,.
L’unico gruppo che ha voluto sviluppare una proposta nuova è stato quello della Dott.ssa Zecchi dell’UICI toscana e dell’università fiorentina: tutt’oggi ancora l’unico corso con una quota di cinque non vedenti tutelati alla formazione in fisioterapia.
Di contro dobbiamo dire che moltissimi colleghi non hanno voluto relegare la propria professionalità a strumento di sopravvivenza ma, sentendo il bisogno morale di stare al passo con i tempi e di competere con i colleghi vedenti, hanno dimostrato le altissime capacità che l’organo visivo ha negato.
Il motivo di essere professione equipollente alla nuova figura unica del fisioterapista è dovuto dal contesto del titolo statale triennale, ma soprattutto dalla validità dimostrata praticamente sui posti di lavoro, alla storia e all’amor proprio.
Dagli anni novanta ad oggi tante cose sono state modificate, per certo chi ha voluto stare ai tempi e sentirsi riabilitatore ha continuato, in tanti casi, a migliorare la propria professionalità, meglio di molti colleghi vedenti.
Oggi, ci sono personaggi, a vent’anni dalla definizione del profilo del fisioterapista, che mettono ancora in discussione la possibilità che un non vedente possa essere un riabilitatore. Tale figura è stata regolamentata dalle Leggi dello Stato, ha superato le perplessità dell’Associazione più rappresentativa della figura professionale dei fisioterapisti (A.I.F.I.-Associazione Italiana Fisioterapisti), tuttavia viene ancora mal tollerata dal mondo accademico.
Come dovremmo vedere la nostra professione per i ragazzi di oggi?
La mia generazione dei 50 anni e quelle successive hanno la loro storia, che poco possono affiancare ai ragazzi di oggi, sia nei mezzi tecnologici, che hanno permesso loro di avere i percorsi formativi dell’obbligo e della media superiore, sia nelle strutture di sostegno anche se precarie e insufficienti per uno Stato moderno, non in circuiti ghettizzanti quali gli Istituti. Sicuramente bisognerà chiedere loro quali sono le aspettative di autodeterminazione come persone e ragionare, in qualità di adulti, sulle opportunità di facilitazione non limitando le scelte solo nel vincolo delle professioni già esistenti.
Questo ragionamento prospettico è proprio di chi ha vissuto a pieno la forma mentis del riabilitatore di cui dobbiamo vantarci di avere: creare opportunità a 360* e non salvaguardare solo l’esistente. Questa deve essere la mission di chi si impegna a rappresentare la nostra Associazione. Si rende sempre più necessario interagire con la generazione dei nostri figli cercando di evitare che ciò che a noi è stato parzialmente negato venga negato anche a loro. L’ostacolo principale che si manifesta nella scelta di un percorso formativo è determinato, nel caso della fisioterapia, dai test di ingresso, in special modo quelli di logica figurativa e geometrica: l’affiancamento di un tutor durante lo svolgimento, a norma delle leggi che tutelano la possibilità di partecipazione per i disabili visivi, non è garanzia di effettiva valutazione da parte del candidato perché una prima interpretazione viene fatta dal tutor.
Il lavoro è il fondamento di quella autonomia che l’essere umano auspica di raggiungere di tipo economico, professionale e sociale, modificare in collaborazione con chi governa la formazione (MIUR), nel rispetto di tutti ma soprattutto di noi stessi deve essere il cardine o uno dei cardini della mission di dirigenti, permettere la sostituzione di tali limiti ci potrà condurre a una condizione paritetica di competizione nei corsi delle facoltà a numero programmato.
Quello che auspico ai futuri fisioterapisti è che tale professione se la saranno scelta per passione e non come necessità obbligata; le possibilità di rinvigorimento della figura del professionista sanitario oggi dipende dalle probabilità di abbattimento dei test che abbiamo descritto sopra, dalla capacità delle sedi territoriali di interagire con le università presenti nei vari territori per ampliare l’offerta formativa riservata ai fisioterapisti, la capacità di chi ha funzioni esecutive di sfruttare il DDL Lorenzin intervenendo e interagendo con gli organi parlamentari e ministeriali per sfruttare le potenzialità della neo creazione delle nuove professioni sanitarie del chiropratico e dell’osteopata.
il Comitato Tecnico Scientifico Nazionale dei Fisioterapisti e Massofisioterapisti ha lavorato per creare opportunità lavorative prendendo in considerazione due documenti del passato:
-modificato e proposto un miglioramento compatibile con i cambiamenti del tempo della proposta di legge fatta nel 2009 dal Sen. D’AMBROSIO-LETTIERI riguardante la Legge 29/94 e acquisita negli atti dell’ultima Direzione Nazionale;
-rivalutata la proposta di legge dell’On. GRIBAUDO per coloro che preferiscono intraprendere un percorso professionale non sanitario.
Le sfide che attendono tutti noi potranno produrre un rinnovamento professionale se saremo in grado di interpretare e essere parte dei cambiamenti descritti e auspicati sopra, senza rincorrere vecchi ricordi del passato che poco hanno a che fare con i nostri ragazzi e il loro attuale grado di cultura; la nostra professione può non morire solo se si rinnova e sia attrattiva perché interessa chi la dovrà praticare.
A tale scopo il Comitato Tecnico ha ritenuto opportuno organizzare un corso formativo altamente professionalizzante, restando fedele a quei dettami di aggiornamento e rinnovamento che si è dato nel suo insediamento, proponendo il corso del “Metodo TICCHI e trigger point” in collaborazione con I.Ri.Fo.R Nazionale, sapendo bene che l’aggiornamento delle competenze è e dovrà essere sempre di più la discriminante tra quello che siamo stati e quello che dobbiamo essere: lasciando alle nostre spalle la nostalgica tentazione del crogiolarci, vittime degli anni che trascorrono senza prospettiva per chi ci segue.
I Componenti il Comitato hanno ritenuto che la formazione da noi proposta sarà itinerante, valorizzando i territori, ritrovandoci in città diverse per renderci un po’ più “squadra”; la nostra prima tappa sarà la città di Salerno e si allega il link dove acquisire tutte le informazioni per iscriversi: http://www.irifor.eu/comunicato-n-27-attivita-formative-anno-2018-evento-formativo-nazionale-per-fisioterapisti-e-massofisioterapisti-metodo-ticchi-e-trigger-point-salerno-16-18/
Il nostro agire deve avvalersi di obbiettivi utili per chi rappresentiamo altrimenti è sterile apparenza del vacuo egocentrismo.

 

Matera 12 ottobre 2017
per conto dei Componenti il CTSN

il Coordinatore Dott. Giovanni CANCELLIERE

 

 

 

 

 

 

 

Caserta – XVII Giornata Mondiale della Vista 12 ottobre, l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti Caserta: “Ti aiutiamo a vederci chiaro”

“Il numero di coloro che perderanno la vista o diventeranno ipovedenti è destinato ad aumentare se non sono garantiti i servizi di prevenzione, cura e riabilitazione visiva, per questo è necessario che anche l’Italia faccia la sua parte inserendo nell’agenda sanitaria pubblica, azioni a tutela della salute visiva, evitando oltre la sofferenza che colpisce le persone affette da gravi patologie visive invalidanti, anche un aggravio di spesa sociale per il bilancio dello Stato.

A dirlo è l’avv. Giulia Antonella Cannavale, presidente della sezione provinciale della Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti di Caserta, che in occasione della 17° giornata mondiale della vista con la collaborazione di IAPB Italia (Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecità), organizza per giovedì 12 ottobre 2017 dalle 09.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 18.00, nel comune di Santa Maria Capua Vetere presso la villa comunale, una giornata di sensibilizzazione della popolazione e delle Istituzioni, con la possibilità di effettuare grazie all’unità mobile oftalmica screening visivi gratuiti.

“La Giornata Mondiale: Ti aiutiamo a vederci chiaro, non avrà solo l’obiettivo di sensibilizzare, ma intende difendere e tutelare un bene prezioso qual è la vista”.
Per questo motivo, continua il presidente della sezione provinciale di Caserta della Unione Nazionale Italiana Volontari Pro Ciechi (U.N.I.Vo.C.), quale partner della U.I.C.I., l’evento, sarà strumento di diffusione della cultura della prevenzione e di diagnosi tempestive, salvaguardando così la salute degli occhi”.

L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), ha evidenziato che la salute visiva deve ricevere un’adeguata attenzione all’interno dei Sistemi Sanitari Nazionali, considerato che sono circa 3 miliardi in tutto il mondo le persone afflitte da gravi problemi visivi, per le quali dovrebbe essere garantito l’accesso a cure tempestive e di qualità.

Conclude il presidente Cannavale: “la cecità in alcuni casi si può fermare – l’80% delle cause che portano alla cecità sono prevenibili e per questo motivo continueremo il nostro impegno nella diffusione della prevenzione e dell’informazione, grazie al supporto di tutti i partner e delle istituzioni coinvolte.

Durante la giornata verranno distribuiti opuscoli informativi e gadget dai volontari della U.N.I.Vo.C., mentre i dirigenti della U.I.C.I.
saranno a disposizione di tutti i cittadini, amministratori e dell’opinione pubblica per approfondire il tema della disabilità visiva, delle proposte mediche innovative, degli ausili tiflo-didattici e tiflo-informatici che agevolano i disabili visivi nel compiere quotidianamente gesti di vita comune, sia a livello personale che professionale.

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