Comunicato stampa – Convegno: “Leggere: come si puo’?”

“Leggere: come si può?” è il titolo del Convegno sulla lettura svoltosi questa mattina a Roma presso la Biblioteca dell’Istituto Centrale per il Restauro e la Conservazione del Patrimonio Archivistico e Librario. Il Convegno, organizzato dall’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ONLUS in collaborazione con il Centro Nazionale del Libro Parlato, la Biblioteca Italiana per Ciechi “Regina Margherita” e la Fondazione LIA Libri Italiani Accessibili, ha ottenuto il patrocinio del Senato della Repubblica, del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo e della Regione Lazio.

“Questa mattina abbiamo ripercorso le diverse modalità possibili di lettura per i ciechi e gli ipovedenti” – dichiara Luisa Bartolucci, componente della Direzione Nazionale dell’Unione e coordinatrice dei lavori del Convegno insieme a Stefano Molinari di RadioRadio (media partner dell’evento). “Abbiamo mostrato e dimostrato come si legge un libro in Braille, come funziona un lettore di sintesi vocale e abbiamo ascoltato un audiolibro. Scrittori famosi, speaker e lettori ciechi e ipovedenti hanno letto alternativamente alcune pagine dello stesso libro, a testimonianza del fatto che molti sono i modi di lettura possibili, tutti altrettanto validi.”

Nel corso del Convegno, Mario Tozzi ha presentato il suo libro “Tecnobarocco”, Susanna Marcellini, Roberto Pruzzo e Sandro Tovalieri hanno presentato il volume “Bomber. La storia di un numero nove normale (o quasi)”; Roberto Renga e Chiara Bottini hanno presentato “La partita del diavolo”, mentre Sara Rattaro ha presentato il libro “Niente è come te” (Premio Bancarella 2015).

“I ciechi e gli ipovedenti leggono, e leggono molto di più di chi vede – continua Bartolucci. Ma ancora oggi sono tantissime le persone che ignorano questa realtà e spesso se ne stupiscono. Il nostro problema resta però l’accessibilità delle applicazioni e dei programmi che ci dovrebbero aiutare a leggere. Chiediamo poi agli editori di rendere accessibili i libri negli stessi tempi e nelle stesse quantità in cui vengono resi disponibili a tutti gli altri lettori. E, come ha ricordato anche il Presidente Nazionale dell’Unione Mario Barbuto, chiediamo che l’Italia ratifichi quanto prima il Trattato di Marrakech, che permette il libero scambio dei testi per i ciechi e gli ipovedenti”.

“Vorrei che tutti leggessero, non per diventare letterati o poeti, ma perché nessuno sia più schiavo, scriveva Gianni Rodari. L’accesso alla lettura è per noi disabili visivi un aspetto fondamentale – dichiara Mario Barbuto, Presidente Nazionale dell’Unione. Poter leggere in completa autonomia vuol dire avere le stesse opportunità di tutti per studiare, lavorare e accedere alle differenti modalità di svago”.

Un Presidente breve e fortunato, di Mario Barbuto

Autore: Mario Barbuto

Mai la nostra Unione ha ricevuto tanto in così poco tempo!
Parafrasando Winston Churchill, questa frase sintetica e un po’ scherzosa, riassume i diciotto mesi della mia presidenza.
Un Premio Braille affollato e divertente, nel teatro più antico e famoso di Roma.
Un’udienza con Papa Francesco, alla presenza dell’intero Consiglio Nazionale.
Una udienza privata con il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Una Legge di Stabilità che ci assegna quasi otto milioni annui per i prossimi tre anni.
Una lotteria nazionale concessa finalmente, per la prima volta, che ha venduto un milione di biglietti in tutta Italia.
Un Centro di alta specializzazione dedicato alle disabilità plurime, al quale abbiamo finalmente dato la sede dopo dieci anni di attesa, salvando il contributo straordinario di cinque milioni dal rischio di restituzione forzata allo Stato.
Una presidenza nazionale del Forum Italiano della Disabilità recuperata e conservata alla nostra Unione quando già era stata assegnata ad altri.

Questi i dati salienti e più rilevanti della mia presidenza, ancorché troppo breve, sebbene tanto intensa.

Sul piano associativo e organizzativo:

Abbiamo distribuito solo quest’anno oltre un milione e mezzo di Euro alle nostre strutture regionali e sezionali sul territorio.
Abbiamo finanziato corsi di formazione e campi estivi per più di un milione di Euro.
Abbiamo consegnato cento computer alle sedi regionali Irifor per potenziare le attività corsuali.
Abbiamo dato il via a un master universitario di Alta Formazione rivolto alle nostre ragazze e ai nostri ragazzi, per farne dei manager di strutture del terzo settore, con la speranza e la volontà di impiegarne le capacità all’interno della nostra organizzazione.
Abbiamo aggiornato lo statuto dell’Irifor e stiamo eseguendo il più profondo lavoro di riordino dello statuto della nostra Unione che sia mai stato compiuto.
Abbiamo istituito un ufficio nazionale per il fund-raising e la progettazione europea e un Servizio di Orientamento al Lavoro.
Abbiamo costituito un Ufficio Nazionale per la tutela dei diritti delle persone con disabilità e un Istituto Nazionale di Promozione e Valutazione degli Ausili e delle Tecnologie, che desideriamo consegnare all’attenzione del congresso e offrire alla prossima dirigenza associativa quale opera da edificare e consolidare.

Abbiamo sempre agìto e operato nel rispetto assoluto del principio di collegialità in seno agli organi associativi, con maggioranze amplissime sia in Direzione, sia nel Consiglio Nazionale, nella ferma convinzione che oggi non è più tempo per un “uomo solo al comando”.

Il “tanto” che rimane ancora da fare, potrà dunque innestarsi efficacemente su quel che già è stato fatto, per dare alla nostra Unione la necessaria continuità di programma e di obiettivi, senza pause e interruzioni che avrebbero soltanto effetti negativi di rallentamento dell’azione della Presidenza, della Direzione e del Consiglio Nazionale.

Piuttosto che perdermi in vaghe e troppo facili promesse;
piuttosto che sfogliare la margherita dei desideri, ben sapendo che l’erba voglio e l’erba vorrei, non crescono nemmeno nei giardini del re;
preferisco offrire al nostro corpo associativo e al nostro Congresso una prospettiva di lavoro e di impegno a partire dai dati di fatto e dai risultati ottenuti.
La via dei prossimi anni è tracciata!
Basta continuare a seguirla con la tenacia, il coraggio e la prudenza di oggi e di sempre.

Dobbiamo saper riportare nella grande famiglia dell’Unione quei cinquantamila soci che abbiamo perduto nei primi dieci anni del ventunesimo secolo.
Dobbiamo tutelare e difendere tutte le nostre sezioni sul territorio e rafforzare i nostri consigli regionali.
Dobbiamo liberare i nostri dirigenti dall’oppressione di una burocrazia di procedure spesso inutili e comunque pesantissime.
Dobbiamo rinnovare la nostra classe dirigente e offrire spazi di lavoro a un numero sempre maggiore di nostri soci che desiderano dare il proprio contributo.
Dobbiamo continuare a valorizzare l’esperienza e la competenza dei tanti che, in esclusivo spirito di servizio, hanno aiutato fin qui a “tirare la carretta”.
Dobbiamo dare alla nostra struttura nazionale un ruolo di supporto e di servizio a disposizione dei dirigenti del territorio e di tutti i ciechi e ipovedenti italiani.
Dobbiamo dare valore alla Direzione e al Consiglio Nazionale, rendendoli sempre più partecipi e protagonisti delle più importanti scelte associative.
Dobbiamo assegnare alle Commissioni nazionali quel ruolo propositivo che troppe volte, fin qui, è rimasto soltanto sulla carta.
Dobbiamo rispetto e considerazione per tutti quei presidenti sezionali e regionali che si spendono e spendono ogni giorno il tempo prezioso della loro vita per dare gambe, braccia e voce all’Unione in ogni angolo d’Italia.

E infine, in pochissime parole, i temi e le priorità dell’agenda associativa dei prossimi anni:

tutela dei Diritti, persone con disabilità plurime, scuola, lavoro, formazione, mobilità, ipovedenti, persone anziane, giovani, pari opportunità, cultura, tempo libero, sport, turismo accessibile, unità tra le associazioni, azione comune delle federazioni, costruzione del fronte della solidarietà sociale.

In conclusione, ogni persona di buon senso che sia ancora incerta sull’orientamento da prendere, si chieda semplicemente per quale mai ragione un presidente in carica soltanto da diciotto mesi debba già essere cacciato e sostituito.
Forse in questi pochi mesi di presidenza egli ha commesso tali e tanti tragici errori da giustificarne la necessità di allontanarlo e rimpiazzarlo?

Se la risposta è sì, allora si cerchino altrove e in altra persona le competenze, le capacità e la fortuna che questo presidente ha dimostrato di non possedere.
Se invece la risposta è no, allora basta compiere scelte che assicurino continuità e certezze alla nostra Unione, in un momento nel quale, cambiare la guida nazionale a ogni piè sospinto, non appare nemmeno un lusso, ma solo un ingiustificato capriccio.

Mario Barbuto
Presidente Nazionale

Quadri tattili alla Pinacoteca Nazionale di Palazzo dei Diamanti di Ferrara, di Alessandra Mambelli e Antonio Francesco D’Alema

Autore: Alessandra Mambelli e Antonio Francesco D’Alema

Già dal 2014, la sezione ferrarese dell’Uici ha intrapreso una felice collaborazione con la Pinacoteca Nazionale – sede di Palazzo dei Diamanti di Ferrara, in particolare con la signora Rita Cassani, dipendente del Polo Museale dell’Emilia Romagna. Rita, dopo aver frequentato diversi corsi teorico-pratici sia presso il museo Omero di Ancona, sia all’interno del museo Anteros di Bologna, ci ha coinvolto in una stupefacente avventura. Infatti periodicamente Rita ci propone nuove tavole tattili, che riproducono piantine della città e degli edifici, quadri presenti in pinacoteca e dettagli dei quadri medesimi. A noi spetta il compito di fornire le iscrizioni in braille, etichette e testi illustrativi, che rendono fruibili le opere. Nel giro di un anno sono così già stati realizzati tre “libri tattili”, che riproducono due piantine e sette quadri, in tutto una ventina di tavole, la cui caratteristica è quella di essere da un lato molto chiare, dall’altro estremamente piacevoli al tatto.
Va inoltre sottolineato che l’impegno della signora Cassani sta già facendo scuola. A Ferrara una giovane tirocinante – Elisa Begliomini – ha già realizzato quattro tavole tattili all’interno di Casa Romei, un edificio storico della nostra città. Sappiamo poi che molti hanno già ammirato le citate realizzazioni e sicuramente tra operatori dei servizi museali si sono già scambiati idee e suggerimenti.
A testimonianza dell’efficacia dei quadri tattili, presentiamo di seguito l’articolo che un nostro socio ha redatto dopo una delle visite guidate che Rita Cassani periodicamente propone.
“Questa visita guidata alla Pinacoteca Nazionale di Palazzo dei Diamanti di Ferrara, ha avuto luogo, come da programma, domenica 20 settembre. L’esperienza che il sottoscritto Antonio Francesco d’Alema (ipovedente) e il signor Renzo Rimessi (non vedente) hanno vissuto è stata davvero molto entusiasmante e coinvolgente, grazie anche alla professionalità e alla passione nella conduzione della visita guidata da parte della signora Cassani.
Abbiamo iniziato con il primo libro tattile, il quale contiene la mappa della città di Ferrara e quella della pinacoteca. L’entro mura cittadino è rappresentato con le sue arterie principali, poste accuratamente in rilievo, ed evidenziando la posizione dei monumenti più importanti: il Palazzo Diamanti (sede della pinacoteca) ed il Castello. Il tutto corredato da iscrizioni in Braille, con una cura dei particolari davvero meticolosa, come ad esempio la riproduzione del fiume Po di Volano che passa a sud delle Mura di Ferrara.
Negli altri due libri tattili abbiamo preso in visione in particolare tre opere.
In primo luogo ci siamo accostati ad una “Madonna con il bambino” del Coltellini, un notevole pittore del ducato estense. La trasposizione tattile, davvero ricca di dettagli, è stata eseguita prima nella totalità dell’opera e poi, in altre due tavole, focalizzandosi su particolari degni di nota da un punto di vista artistico: l’aureola dorata della vergine, la mano benedicente del bambino.
Successivamente abbiamo potuto gustare tattilmente un quadro della scuola di Cosmè Tura ritraente la Musa Urania. E anche qui la scelta azzeccata di presentare prima il dipinto nella sua integrità e poi nei vari “zoom”. Ad esempio, una tavola è stata dedicata all’ingrandimento dell’unicorno, animale mitico prescelto dal duca Borso, a simbolo e a benedizione dell’opera di bonifica delle terre palustri. Nella tavola sono riprodotti ingranditi l’albero sullo sfondo, l’acqua in cui l’unicorno immerge il suo corno, lo steccato rappresentante gli argini del Po, tutti dettagli che non sarebbero percepibili a dimensioni reali.
L’ultima opera visionata è stata la “Madonna con il bambino”, sempre della scuola di Cosmè Tura. Aspetti significativi in questo caso sono risultati da un lato il ritratto dei volti, sorridenti, dall’altro la sproporzione esistente tra i due personaggi, a sottolineare la maggiore importanza del Cristo. Va sottolineato che questa sproporzione è molto evidente anche al tatto, non solo alla vista.
Rita Cassani ci ha spiegato che la cosa più ardua da fare in questi lavori di trasposizione delle opere d’arte in libri tattili fruibili da utenti non vedenti è la resa delle espressioni del viso, come nell’esempio dell’ultimo dipinto visionato, perché appunto ancora non si sa come riuscire a sottolineare questo dettaglio. La scelta dei quadri da trasporre, impresa che, è bene ricordarlo, richiede mesi di duro lavoro, non è dunque casuale: si scelgono quelle produzioni i cui dettagli risultino artisticamente significativi, ma devono essere opere dove non ci siano più di due soggetti e senza paesaggi, altrimenti la resa sarebbe impossibile.
Il materiale utilizzato è povero e di facilissimo reperimento: cartoni, domopak, stoffe varie, perline, etc. Tutto materiale di risulta che trova un nuovo impiego, didatticamente efficacissimo, se impiegato con capacità ed inventiva, come Rita Cassani sa fare, lavorando con alacrità e convinzione. Fortunatamente anche la direzione della pinacoteca sta riconoscendo il valore del progetto di Rita e le concede gli spazi necessari. Simpatico è il fatto che anche tra i colleghi di Rita si è scatenata una sorta di competizione solidale, per cui tutti si affannano a portarle del materiale dalle loro case perché possa rivivere nei libri tattili che anche noi abbiamo visto e toccato in Pinacoteca.
Il progetto di Rita Cassani include un’altra idea davvero molto innovativa: quella di apporre a margine di ogni opera tattile un “QR code” che, per mezzo di un’applicazione per smartphone, permetta l’ascolto della spiegazione dell’opera stessa. Per problemi di carattere tecnico, questo supporto non è ancora stato realizzato. Si cercherà comunque di giungere all’implementazione anche di questo servizio anche perché, oltretutto, ne potrebbe trarre vantaggio qualsiasi utente, vedente o non vedente, purché dotato di smartphone.”

Alessandra Mambelli e Antonio Francesco D’Alema

Eventi al Museo Omero

Venerdì 2 ottobre 2015 ore 17
Nonno, portami al Museo!!
Festa dei Nonni
Ancona, Museo Tattile Statale Omero

ANCONA – Il Museo Tattile Statale Omero celebra la “Festa dei Nonni”, istituita in Italia 2005 (nel calendario liturgico, al giorno degli Angeli Custodi), organizzando per venerdì 2 ottobre dalle 17.00 alle 19.00 un momento di condivisione con i nipoti per scoprire tante curiosità sull’arte divertendosi. Nelle sale del Museo Omero nonni e nipoti potranno accarezzare le sculture, leggere favole speciali e creare bellissimi origami con la carta guidati dall’operatrice Patrizia Calderone.
Ingresso e attività gratuite, è consigliata la prenotazione. Per bambini dai 4 ai 10 anni.
Telefono 071 28 11 935 email didattica@museoomero.it info www.museoomero.it.
Lo sapevi che… la canzone ufficiale della Festa dei Nonni è “Tu sarai” (W. Bassani 2005)

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Domenica 4 ottobre 2015
Chiusura mostra Il Rinascimento oltre l’immagine http://www.museoomero.it/main?p=mostre-2015-il-rinascimento-oltre-immagine-omero-bellini

Monica Bernacchia 0712811935 monica.bernacchia@museoomero.it www.museoomero.it #museoomero

4 ottobre F@mu: NUTRIAMOCI DI S-CULTURA

FAMU: Giornata Nazionale delle Famiglie al Museo NUTRIAMOCI DI S-CULTURA Domenica 4 ottobre ore 10 Museo Tattile Statale Omero, Ancona

Un giro al Museo per incontrare sculture meravigliose, bizzarre, assurde, romantiche, strane, brutte, spaventose, fantastiche; poi in laboratorio, con le tue mani e un po’ d’argilla, costruirai la tua scultura … la tua stranezza, la tua meraviglia.

INFO
Ingresso libero.
Prenotazione obbligatoria. Per bambini dai 4 ai 10 anni.
Tel. 071 28 11 935 – email: didattica@museoomero.it www.museoomero.it www.famigliealmuseo.it #famigliealmuseo #museoomero

 

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Tema italiano con alto encomio al concorso Onkyo di temi sul braille

L’Unione Europea dei Ciechi ha annunciato i vincitori della sezione europea del Concorso mondiale Onkyo di temi sul Braille. 44 elaborati inviati da 14 paesi diversi sono stati sottoposti alla selezione europea.
Segue la lista dei vincitori del concorso 2015:
1) Primo premio «Otsuki»: Vladislav Ivanov, Russia: «Braille in my Life».
2) Premi di eccellenza
Categoria Giovani: Lewis Shaw, Regno Unito: «Saying goodbye to Ally and Ation».
Categoria adulti-anziani: Lyn Street, Regno Unito: «What advantages and disadvantages does Braille have over print».
3) Premi per opere di merito
Categoria Giovani: Sara Zerrouti Holguin, Spagna: «Dear Braille»; Valeriy Voilochnikov, Russia: «Life with Braille».
Categoria adulti-anziani: Rudolf Polzin, Germania: «Six are getting through the whole, wide world»; Suzanne Kunz, Svizzera: «Braille as a career and a magical key».
Con alto encomio da parte dell’Ebu: Peter Zsigmond, Ungheria, «Brilliant! Now, that’s What!»; Karin Audova, Estonia, «Life Beyond The Rainbow»; Maurizio Gabelli, Italia, «The silent ritual»; Christel Jung, Germania, «Braille as an escape agent».
Con encomio da parte dell’Ebu: Alexandre Ferreira De Almeida, Portogallo, «Not to be seen, but to be felt».

I temi vincitori possono essere scaricati dal link: http://www.euroblind.org/projects-and-activities/activities/nr/210

Sport – I risultati dei Campionati Societari FISPES di atletica leggera

Sport – I risultati dei Campionati Societari FISPES di atletica leggera

Si sono disputati a Casalmaggiore, il 26 e 27 settembre, i Campionati Italiani Paralimpici di Società Assoluti e Promozionali 2015.
Il nostro Gruppo Sportivo ha conquistato il sesto posto in campo femminile.
Di seguito il dettaglio dei tempi conseguiti dai nostri giovani atleti:

100 metri
Gaia Rizzi Rizzi 17.73, Laura Tosetto 18.08, Luca Di Francescantonio 17.00 e Mirko Di Francescantonio 17.21.

200 metri
Dei cassi , Ciao. Gare finite. Giornata uggiosa e un po’ d pioggia.
Gaia Rizzi 37.51 e Laura tosetto 38.28.

Lettera aperta al Presidente Barbuto, di Gianluca Rapisarda

Autore: Gianluca Rapisarda

Caro Presidente, questi ultimi mesi sono stati per me molto difficili e di grande e profonda “sofferenza”.
Infatti, l’onestà, la trasparenza e la correttezza nell’agire associativo ed ancor prima amministrativo che tu da grande mio “maestro” mi hai insegnato e che io, grazie ad i tuoi sempre cari e preziosi consigli, ho cercato di mettere in pratica, sono stati ultimamente fortemente e strumentalmente messi in discussione.
E’ inutile che io ti rammenti tutte le “vicissitudini” e “tribolazioni” che ho attraversato di recente nell’assolutamente “gratuito” svolgimento del mio incarico di Presidente del “glorioso” Istituto per ciechi “Ardizzone Gioeni” di Catania. Tutto ciò a causa di una vera e propria “consorteria” che non ha fatto altro che spargere quotidianamente veleno ed innalzare sistematicamente sospetti sul mio conto anche con l’esecrabile uso di “riprovevoli e calunniosi” esposti anonimi .
Evidentemente, l’opera di risanamento e di rinnovamento dell’Ardizzone Gioeni da me esperita, sulla scorta anche e soprattutto dei tuoi “unici” insegnamenti morali ed etici, ha dato e procurato tanto fastidio a chi ha invece cercato di ostacolarmi ed osteggiarmi in tutti i modi possibili ed immaginabili (leciti ed illeciti).
Ma la classica “goccia che ha fatto traboccare il vaso” è stata l’imminente apertura del Centro per ciechi pluriminorati dell’Istituto Ardizzone da me fortemente voluto contro tutto e tutti.
Tale Centro per ciechi pluriminorati, infatti, sarebbe un vero e proprio “fiore all’occhiello” non solo dell’Istituto per ciechi catanese, ma dell’intera Sanità siciliana e di tutto il Sud Italia, in quanto trattasi di una struttura di oltre 2000 metri quadrati, dotata di strumenti, attrezzature ed ambulatori all’avanguardia, con cortili, giardino esterno ed ampio parcheggio, e vedrebbe all’opera un’equipe multidisciplinare davvero unica nel suo genere dalle nostre parti.
Ma soprattutto, come tu mi hai sempre e reiteratamente inculcato nella mente e nell’anima, darebbe la possibilità di diventare finalmente “soggetti di diritto” a quei soci che noi dell’UICI dobbiamo considerare la nostra assoluta PRIORITA’: I ciechi pluriminorati!
Questa nobile “mission”, pensavo forse ingenuamente avrebbe promosso quella voglia di collaborare, quella determinazione e fiducia “cieca” reciproca che a noi della Federazione ed ai Direttori Nazionali dell’Unione, trascinati da te, ha consentito il “meraviglioso” successo del Centro polifunzionale per ciechi pluridisabili di Roma ormai di prossimo allestimento. Ed invece niente di tutto questo!
Infatti il Centro di cui sopra del Gioeni di Catania si è paradossalmente trasformato, scusandomi il “bisticcio di parole”, nel centro della discordia, accendendo invidiucce, gelosie ed appetiti vari che hanno provocato l’immobilismo dell’Istituto etneo e soprattutto la mia ingiusta “rimozione”.
Prova di tale grave torto arrecatomi è l’ordinanza 717 del 24 Settembre scorso del Tar di Catania, con la quale è stato ufficialmente dimostrato come il provvedimento della mia decadenza dall’Ardizzone Gioeni fosse illegittimo e basato su una relazione che, non volendo entrare nel merito, è a dir poco “lacunosa e carente” sotto diversi ed importanti aspetti. Insomma, il Tar Catania, accogliendo il ricorso dei miei legali, ha finalmente fatto GIUSTIZIA!
A questo punto, al Presidente Barbuto, che nell’immaginario collettivo di noi “giovani” minorati della vista italiani, rappresenta il SIMBOLO del rinnovamento, il CAMPIONE del cambiamento ed il nostro LEADER indiscusso, io chiedo con forza che intervenga con tutta l’autorevolezza ed il carisma che gli sono riconosciuti unanimemente. Basterebbe una tua lettera ufficiale all’Assessorato Regionale della Famiglia perché provveda senza indugi e senza se e ma alla reintegrazione immediata del Consiglio d’amministrazione del Gioeni di Catania, nominando contestualmente i due componenti il C.d.a., le cui designazioni giacciono inspiegabilmente sul tavolo della Regione Sicilia dal mese di Febbraio scorso. Aurelio Nicolodi era solito affermare che il riscatto dei ciechi dipende solo dai ciechi e, con la reintegrazione richiesta, tornerebbero a fare parte del C.d.A. tre componenti minorati della vista su quattro con tutto quello che di favorevole ne conseguirà per la nostra categoria e per il rilancio definitivo dell’Istituto.
Ti ricordo, infine che oltre a due componenti non vedenti ancora in carica, il terzo privo della vista (uno dei due consiglieri in pectore) è stato indicato dal consiglio regionale UICI Sicilia e da me più volte tanto formalmente quanto inutilmente sollecitato.
Con l’occasione data dalla presente lettera aperta, allo scopo di allargare il respiro della stessa, desidero invitarti alla conclusione della vicenda relativa al reale numero di soci iscritti ad alcune sezioni provinciali siciliane di cui nel recente passato ti sei occupato, senza che la direzione nazionale abbia assunto, come suo preciso dovere, alcuna posizione definitiva. Giunge voce che sarebbe stato stabilito il termine del 30 settembre p.v. come data di scadenza per la presentazione dei report ufficiali di tale delicata attività di accertamento. Non ti sembri peregrino evidenziare come il differimento della risoluzione di tale vicenda potrebbe riflettersi negativamente sulla regolarità del prossimo congresso di Chianciano cui potrebbero partecipare delegati non aventi diritto.
Convinto che anche tu condividi l’importanza delle due questioni in oggetto ed in attesa del Tuo benevolo e sollecito riscontro, Ti porgo cordiali saluti.

Giustizia ripristinata all’Ardizzone Gioeni, di Gianluca Rapisarda

Autore: Gianluca Rapisarda

In data 8 Luglio 2015, l’Assessorato Regionale della Famiglia pubblicava sul sito della Regione Sicilia e non notificava ufficialmente all’Ente interessato il provvedimento di decadenza del Consiglio d’amministrazione dell’Ardizzone Gioeni. Prima anomalia : la “pubblicità legale “non ha la medesima forza di legge di una notifica ufficiale per dare esecuzione immediata ad un provvedimento amministrativo. Il Decreto di decadenza era disposto dall’Assessorato della Famiglia con contestuale nomina di un Commissario privo di titoli. Infatti, lo stesso, solo con grande imbarazzo e dietro “pressioni” varie (come d’altra parte dichiarato pubblicamente dal medesimo Commissario) si insediava al Gioeni addirittura un mese dopo e cioè l’8 Agosto scorso. Seconda anomalia: In seguito ad un’interrogazione parlamentare all’Assemblea Regionale Siciliana è stata palesata la mancanza di requisiti da parte del sopracitato Commissario, che si è dimesso già il 15 Settembre, anche per motivi personali. Terza GRANDE anomalia: il provvedimento di decadenza del C.d.a. dell’Ardizzone è avvenuto nel dispregio assoluto delle norme che regolano la trasparenza, l’accesso agli atti e la partecipazione al procedimento e sulla base di una relazione mai fatta conoscere a noi interessati. Tali “gravissime” violazioni di legge sono state da noi subito denunciate alle autorità competenti, unitamente alla “consorteria” che ormai da troppo tempo sta sistematicamente gettando “fango” su di noi e cercando di ostacolare in tutti i modi il lavoro di “pulizia” e di rinnovamento che faticosamente stiamo tentando di porre in essere al Gioeni di Catania. Ma, la cosiddetta “goccia che ha fatto traboccare il vaso” è stata l’imminente apertura del Centro per ciechi pluriminorati dell’Istituto catanese da me fortemente voluto contro tutto e tutti. Infatti, tale Centro rappresenterebbe un vero e proprio “fiore all’occhiello” dell’Ardizzone di Catania, della Sanità siciliana e dell’intero Meridione, trattandosi di una struttura di 2000 metri quadrati, con ben 20 posti diurni ed altrettanti semidiurni, attrezzata con i più moderni strumenti ed apparecchiature, dotata di ambulatori all’avanguardia, di cortili, giardino esterno e di ampio parcheggio, ma soprattutto vedrebbe all’opera un’equipe multidisciplinare di specialisti davvero unica dalle nostre parti. Insomma si potrebbe finalmente porre fine al “nomadismo” sanitario delle tante famiglie siciliane e non dei nostri “fratelli” più sfortunati pluridisabili, che vedrebbero riconosciuto all’interno dell’Istituto per ciechi etneo il loro sacrosanto diritto di cittadinanza. Tutto ciò, piuttosto che innescare “sentimenti positivi” e sinergie, come forse ingenuamente io credevo, all’Ardizzone Gioeni di Catania ha invece scatenato ‘”inferno”, sollevando un polverone ed acceso probabilmente appetiti vari, invidiucce e gelosie. Tant’è che siamo stati costretti a rivolgerci al Tar di Catania perché fosse fatta “luce” sull’enorme discredito e sull’ingente danno morale, e d’immagine da noi subito di recente come non mai. Abbiamo atteso in “religioso” silenzio, fiduciosi nel lavoro dell’organo di giustizia catanese. Ed infatti, con l’ordinanza (a noi favorevole ) 717 del 24 Settembre scorso, il Tar Catania ha dimostrato che il decreto di decadenza del C.d.a. dell’Ardizzone Gioeni è illegittimo e che la relazione su cui si basava, non spettando a me entrare nel merito, è a dir poco lacunosa e carente sotto diversi e di importanti aspetti. Il tribunale amministrativo regionale di Catania, accogliendo il ricorso predisposto dai miei avvocati dello Studio legale Vaccaro, ha sostanzialmente dato prova della bontà dell’operato e della correttezza della gestione del Consiglio d’amministrazione da me presieduto, restituendo specialmente alla mia persona l'”onorabilità e la dignità” che in tanti, in modo strumentale, hanno cercato di togliermi ultimamente. Non per niente, a suggellare ufficialmente ed ad ulteriore conferma dell’irregolare ed illegittima condotta tenuta dall’Assessorato regionale di cui sopra, il Tar lo ha pure condannato al risarcimento delle spese. Per concludere, scusandomi per la prolissità, all’Istituto per ciechi “Ardizzone Gioeni” di Catania, finalmente Giustizia è stata fatta!

Vivere l’Unione attivamente, di Francesca Misseri

Autore: Francesca Misseri

Sebbene sono iscritta all’Unione dal ’69, solo da una quindicina di anni sono attivista. Premetto che ho sempre seguito la politica Unionale, proprio per questo ho sempre riscontrato tante criticità, cosa importante che non mi faceva decidere ad impegnarmi attivamente. Sono sempre stata molto critica, onestamente non per il gusto di farlo, ma di una critica costruttiva. Questa Unione così burocratizzata, pesante come un pachiderma. Questo Statuto capestro, soggetto apparentemente a frequenti cambiamenti di congresso in congresso, ma di fatto sempre capestro! Associazione tanto, troppo centralizzata, con un presidente troppo rappresentante legale, fino al punto di non fidarsi dei propri tecnici facenti parte delle commissioni di categoria. In questi quindici anni ho vissuto l’Unione da dirigente, ho cercato di spingere per il cambiamento, purtroppo con un solo risultato, quello di essere stata considerata scomoda, onesta, ma pur sempre scomoda!  La realtà Unionale vissuta da me a livello locale, ha quasi sempre costituito potere frenante per le mie attitudini. Ciò nonostante, ho cercato, non con poco sforzo,  di dare priorità all’Unione alla causa di questa nostra associazione, che tanti dicono di servire, mentre nella realtà  spesso accade il contrario! Negli ultimi 5 anni ho ricoperto il ruolo di Consigliere delegato nella sezione di Ragusa, non solo sulla carta, come purtroppo fanno tanti dirigenti, ma ho cercato di addentrarmi studiando e documentandomi  su come si amministra un’azienda, che ovviamente non si differenzia molto dall’amministrare un’associazione come la nostra. Con spirito di servizio mi sono predisposta ad imparare ciò che ho potuto su questa materia ostica, almeno per me, visto che svolgo un lavoro totalmente diverso, dove neanche lontanamente si tratta di amministrazione come quella di un CDA. Ho deciso di candidarmi per puro spirito di servizio, per contribuire e restituire all’Unione ciò che mi ha permesso di imparare, per la gratitudine per avermi permesso di diventare cittadina tra i cittadini attraverso la formazione tramite lo studio ed il lavoro. Chi mi conosce sa quanto  io non sia avvezza a portare avanti ruoli figurativi, non amo collezionare incarichi, solo per il gusto di fregiarsi   di ciò per puro narcisismo. Fino ad oggi l’Unione ha sempre cercato di bloccare le teste troppo pensanti, con il risultato di mettere in fuga  persone  che avrebbero voluto e potuto rappresentare l’associazione rafforzandone l’immagine, probabilmente  si sarebbe potuta evitare questa ingente emorragia di soci, anche perché la concezione di vivere l’associazione da dirigenti, che via, via, è andata radicandosi e stata quella del feudalismo. Mi si conceda questo dire, non me ne vogliate per questa  crudezza. Auspico pertanto, un vero ed autentico cambiamento, lasciamo che avvenga questa svolta epocale; occorre l’impegno di tutti per chiudere seriamente questo trentennio.

Francesca Misseri