Giustizia ripristinata all’Ardizzone Gioeni, di Gianluca Rapisarda

Autore: Gianluca Rapisarda

In data 8 Luglio 2015, l’Assessorato Regionale della Famiglia pubblicava sul sito della Regione Sicilia e non notificava ufficialmente all’Ente interessato il provvedimento di decadenza del Consiglio d’amministrazione dell’Ardizzone Gioeni. Prima anomalia : la “pubblicità legale “non ha la medesima forza di legge di una notifica ufficiale per dare esecuzione immediata ad un provvedimento amministrativo. Il Decreto di decadenza era disposto dall’Assessorato della Famiglia con contestuale nomina di un Commissario privo di titoli. Infatti, lo stesso, solo con grande imbarazzo e dietro “pressioni” varie (come d’altra parte dichiarato pubblicamente dal medesimo Commissario) si insediava al Gioeni addirittura un mese dopo e cioè l’8 Agosto scorso. Seconda anomalia: In seguito ad un’interrogazione parlamentare all’Assemblea Regionale Siciliana è stata palesata la mancanza di requisiti da parte del sopracitato Commissario, che si è dimesso già il 15 Settembre, anche per motivi personali. Terza GRANDE anomalia: il provvedimento di decadenza del C.d.a. dell’Ardizzone è avvenuto nel dispregio assoluto delle norme che regolano la trasparenza, l’accesso agli atti e la partecipazione al procedimento e sulla base di una relazione mai fatta conoscere a noi interessati. Tali “gravissime” violazioni di legge sono state da noi subito denunciate alle autorità competenti, unitamente alla “consorteria” che ormai da troppo tempo sta sistematicamente gettando “fango” su di noi e cercando di ostacolare in tutti i modi il lavoro di “pulizia” e di rinnovamento che faticosamente stiamo tentando di porre in essere al Gioeni di Catania. Ma, la cosiddetta “goccia che ha fatto traboccare il vaso” è stata l’imminente apertura del Centro per ciechi pluriminorati dell’Istituto catanese da me fortemente voluto contro tutto e tutti. Infatti, tale Centro rappresenterebbe un vero e proprio “fiore all’occhiello” dell’Ardizzone di Catania, della Sanità siciliana e dell’intero Meridione, trattandosi di una struttura di 2000 metri quadrati, con ben 20 posti diurni ed altrettanti semidiurni, attrezzata con i più moderni strumenti ed apparecchiature, dotata di ambulatori all’avanguardia, di cortili, giardino esterno e di ampio parcheggio, ma soprattutto vedrebbe all’opera un’equipe multidisciplinare di specialisti davvero unica dalle nostre parti. Insomma si potrebbe finalmente porre fine al “nomadismo” sanitario delle tante famiglie siciliane e non dei nostri “fratelli” più sfortunati pluridisabili, che vedrebbero riconosciuto all’interno dell’Istituto per ciechi etneo il loro sacrosanto diritto di cittadinanza. Tutto ciò, piuttosto che innescare “sentimenti positivi” e sinergie, come forse ingenuamente io credevo, all’Ardizzone Gioeni di Catania ha invece scatenato ‘”inferno”, sollevando un polverone ed acceso probabilmente appetiti vari, invidiucce e gelosie. Tant’è che siamo stati costretti a rivolgerci al Tar di Catania perché fosse fatta “luce” sull’enorme discredito e sull’ingente danno morale, e d’immagine da noi subito di recente come non mai. Abbiamo atteso in “religioso” silenzio, fiduciosi nel lavoro dell’organo di giustizia catanese. Ed infatti, con l’ordinanza (a noi favorevole ) 717 del 24 Settembre scorso, il Tar Catania ha dimostrato che il decreto di decadenza del C.d.a. dell’Ardizzone Gioeni è illegittimo e che la relazione su cui si basava, non spettando a me entrare nel merito, è a dir poco lacunosa e carente sotto diversi e di importanti aspetti. Il tribunale amministrativo regionale di Catania, accogliendo il ricorso predisposto dai miei avvocati dello Studio legale Vaccaro, ha sostanzialmente dato prova della bontà dell’operato e della correttezza della gestione del Consiglio d’amministrazione da me presieduto, restituendo specialmente alla mia persona l'”onorabilità e la dignità” che in tanti, in modo strumentale, hanno cercato di togliermi ultimamente. Non per niente, a suggellare ufficialmente ed ad ulteriore conferma dell’irregolare ed illegittima condotta tenuta dall’Assessorato regionale di cui sopra, il Tar lo ha pure condannato al risarcimento delle spese. Per concludere, scusandomi per la prolissità, all’Istituto per ciechi “Ardizzone Gioeni” di Catania, finalmente Giustizia è stata fatta!