Aisthesis, scoprire l’arte  con tutti i sensi, Redazionale

Autore: Redazionale

La rivista del  Museo tattile Statale  Omero sulla percezione sensoriale e l’accessibilità ai beni culturali
Primo numero sperimentale in www.museoomero.it, vocale, su CD


AISTHESIS, SCOPRIRE L’ARTE CON TUTTI I SENSI, è la nuova rivista online del Museo tattile Statale Omero che nasce  per promuovere e diffondere gli studi e le ricerche sulla percezione sensoriale e l’accessibilità ai beni culturali. Al via  la fase sperimentale con il primo numero vocale, consultabile e scaricabile online da alcuni giorni in www.museoomero.it, e  inviato su CD con Braille e vocale a non vedenti e ipovedenti e sempre disponibile. Il progetto prevede la realizzazione di una pubblicazione quadrimestrale plurilingue a carattere scientifico, che  raccolga parte del lavoro fin qui svolto e favorisca  il dialogo e  il confronto  tra persone, istituzioni culturali, università, ricercatori e professionisti che operano nell’ambito della percezione sensoriale con  i più differenti approcci culturali: dalle neuroscienze alle più avanzate tecnologie informatiche. Lo scopo è recuperare e diffondere, quanto concretamente esiste già  in materia di accessibilità all’arte e ai beni culturali e quanto si sta sviluppando a livello internazionale,  in particolare nella lettura tattile delle opere d’arte, per cui il Museo Omero è un punto di riferimento avendo maturato da più di 15 anni specifiche metodiche e buone prassi  sia teoriche  che pratiche.
Nell’articolo di apertura , titolato “Perché AISTHESIS ”, il presidente del Museo, Aldo Grassini  spiega la filosofia del progetto, soffermandosi sul valore estetico della tattilità -“ Le sensazioni  tattili sono diverse dalle sensazioni visive, ma ciò che conta è che le une e le altre sono capaci di stimolare l’intelletto ad individuare forme, a scoprire significati, ad evocare esperienze, a produrre emozioni. Tutte le sensazioni sanno produrre un piacere peculiare alla loro natura ed il tatto non fa eccezione… L’arte contemporanea sta scoprendo questa ulteriore dimensione e la multisensorialità rappresenta una nuova sfida che trova cultori sempre più numerosi.”
Seguono “ La rivoluzione dei sensi nell’era dei media  elettronici” di Andrea Socrati; “Percepire, ascoltare ed emozionarsi” , di Gabriella Papini. In chiusura, “Le mani modellano il sentimento”, d Loreno Sguanci (tra i primi artisti italiani ad aderire al Museo).

AISTHESIS, SCOPRIRE L’ARTE CON TUTTI I SENSI

Quadrimestrale a carattere scientifico del Museo tattile Statale Omero
Sede della redazione e della direzione: Museo Tattile Statale Omero – Mole Vanvitelliana –
Banchina da Chio, 28, Ancona. sito: www.museoomero.it
Editore: Associazione Per il Museo Tattile Statale Omero ONLUS
Direttore: Aldo Grassini; Direttore Responsabile: Gabriella Papini
Redazione: Monica Bernacchia, Andrea Sòcrati; Elaborazione suono: Massimiliano Trubbiani

Politiche per il Lavoro, di Eugenio Saltarel

Autore: Eugenio Saltarel

 

 

Proposte per la definizione degli orientamenti programmatici del XXIII congresso dell’UICI sul tema delle Politiche per il Lavoro, elaborate nel convegno “Quali idee? Su quali gambe?”(Napoli,  15-16 novembre 2014),   promosso dal movimento Uicirinnovamento.

 

hanno partecipato alla redazione di questo documento: Marino Tambuscio, Vania Cappi, … Andrea Prantoni e Eugenio Saltarel.  Altri hanno chiesto di aggiungersi al gruppo, ma il tempo non ha consentito di continuarne l’elaborazione.

Il convegno di Napoli ha sostanzialmente recepito i  contenuti proposti dal gruppo di lavoro sulle tematiche inerenti l’occupazione delle persone non e ipovedenti che riporto di seguito.

Nella presente situazione caratterizzata da una crescente disoccupazione, da una crescente precarizzazione del lavoro e dall’esigenza di ridurne i costi con conseguente ricaduta negativa sui lavoratori, il ruolo dell’Unione Italiana ciechi e ipovedenti:
1( deve attivare tutte le risorse disponibili per contrastare questa situazione, in accordo con le altre associazioni di ciechi e di disabili, con le forze sindacali, datoriali e politiche per tutelare anche i ciechi lavoratori, tenendo presente che il loro essere tali, costituisce anche una risorsa per la societàˆ;
2( Condurre in porto la legge di riforma della 113-85 in modo che possa garantire occupazione ai centralinisti telefonici e a quanti sono in possesso dei titoli equipollenti;
3( proporsi a tutti i livelli per l’utilizzo a pieno delle risorse offerte dalla legge 68-99 per il collocamento di persone con problemi di vista in situazioni lavorative non protette dalla legislazione in vigore, sfruttando i rapporti costituiti con le organizzazioni sindacali e datoriali, collaborando alla realizzazione di progetti individuali di inserimento lavorativo con IRiFoR, Biblioteca per ciechi di Monza, Federazione delle Istituzioni per Ciechi e Agenzia per la prevenzione della cecitàˆ;
4( individuare con il mondo della formazione professionale, in collaborazione con gli altri enti collegati all’Unione ciechi, spazi di formazione anche all’interno dei normali corsi resi accessibili alle persone con problemi di vista (esempio: radiofonia, giornalismo, informatica settore amministrativo).

E’ nato  il servizio di supporto “Ottavio Orioli” per sostenere i giovani non vedenti nello studio della musica, di Mauro Marchesi

Autore: Mauro Marchesi

 

 

 

Bologna è stata la sede di una storica scuola musicale per non vedenti, attiva presso l’Istituto Cavazza sino alla metà degli anni ’70.

Tale scuola è stata una straordinaria fucina formativa e professionale, per generazioni di musicisti ciechi, che grazie ad essa hanno raggiunto importanti traguardi nella qualità della loro vita, distinguendosi di sovente come eccellenti professionisti e, talvolta, anche come eccellenti artisti.

Una grande esperienza ormai irripetibile, ma di cui è ancora  possibile raccogliere il messaggio di attualità cercando di sostenere concretamente i giovani che, nell’attuale scenario scolastico -formativo, intendono affrontare studi musicali.

L’iniziativa pertanto è stata pensata e strutturata sulla base di un’attenta analisi dell’attuale contesto didattico-formativo e dei bisogni degli studenti.

L’attività del Servizio è rivolta a studenti di musica ciechi, inseriti nelle scuole medie ad indirizzo musicale, nei Licei Musicali, nei Conservatori, o semplicemente che affrontano privatamente percorsi di formazione musicale.

Se pur di dimensioni decisamente ridotte rispetto al passato, ancora vi sono bambini e ragazzi ciechi interessati ad accostarsi alla musica.

Per quanto di nostra conoscenza, ciò avviene in un quadro di estrema varietà di situazioni ed approcci.

A fronte di situazioni gestite con cognizione di causa, sia sul versante psico-pedagogico che su quello tecnico-didattico, si ha conoscenza di situazioni assai discutibili, gestite al di fuori dei presupposti minimi di consapevolezza della dimensione didattica e tecnica.

Il Servizio è  intitolato al Maestro Ottavio Orioli, scomparso nel 2011, docente di pianoforte nell’ultimo ventennio della storia della scuola musicale bolognese.

 

Finalità e servizi.

 

Le finalità ed i servizi offerti, dettagliati nel regolamento del Servizio, sono così riassumibili:

  • favorire la conoscenza dei mezzi a disposizione per lo studio musicale (notazione Braille, disponibilità del materiale, strumenti tecnologici con particolare riferimento alle nuove tecnologie informatiche;
  • Sostenere i giovani studenti ciechi inseriti nelle varie tipologie di scuole musicali, aiutandoli nella ricerca della musica Braille e, ove necessario, provvedendo alla sua realizzazione, con l’intento di favorire il loro processo formativo e la loro massima integrazione con i compagni vedenti;
  • Offrire consulenza e supporto ai docenti impegnati in azioni didattiche rivolte a studenti non vedenti.

Per una completa conoscenza del Servizio e per le indicazioni per la richiesta di interventi, aprire il sito http://servizioorioli.univocbologna.it .

 

Nella riflessione che ha preceduto il varo dell’iniziativa, una particolare sottolineatura è stata riservata proprio alla situazione dei docenti ed alla necessità che gli interventi si realizzino all’interno di un progetto che coinvolga la funzione docente ed il rapporto docente-studente.  Per questo, gli interventi saranno concertati con gli insegnanti di sostegno e/o insegnanti degli studenti interessati, affinché l’azione risulti pienamente coerente con i loro bisogni.

In ambito pedagogico-didattico, il servizio si avvarrà– anche se non esclusivamente – delle numerose risorse professionali create dalla scuola musicale del Maestro Ottavio Orioli, fortunatamente ancora disponibili.

Il Servizio non ha alcuna struttura burocratizzata e costosa, ma un’organizzazione leggera, flessibile, con obiettivi molto chiari e concreti, che cercherà di dare risposte in tempi adeguati alle necessità.

È importante sottolineare che non si sovrappone ad alcun  altro soggetto operante nel medesimo ambito. Anzi, è proprio suo compito precipuo quello di valorizzare l’esistente, di utilizzarne al meglio le specifiche funzioni, in una logica di rete, nel preciso intento di garantire il massimo di efficienza del servizio, raggiungendo il piu’ alto parametro fra qualità della risposta e risorse investite.

 

La circostanza che l’iniziativa parta dall’UNIVOC, (Associazione di volontariato), già ne offre una chiara cifra di lettura: si tratta di una iniziativa basata sull’apporto volontario e gratuito di persone in possesso di idonee competenze, che hanno con entusiasmo accolto il nostro appello.

Il Servizio di supporto avrà ovviamente la sua sede a Bologna, ma l’attività si svolgerà ovunque, posto che le nuove tecnologie hanno ormai abbattuto le barriere fisiche ed i confini. Infatti, il gruppo dei volontari che – fortunatamente – si sta ampliando, ha raccolto adesioni provenienti da varie parti del territorio nazionale.

 

Per la trascrizione in notazione Braille delle partiture, saranno impiegate le nuove tecnologie che fortemente lo agevolano, pur non consentendo al momento una procedura completamente automatizzata.

Per questo, sono state coinvolte figure esperte nell’uso di software notazionali per musica, da cui si può partire per la produzione della musica Braille.

Ovviamente è auspicabile che il gruppo degli operatori si consolidi, soprattutto sul versante della produzione della musica Braille. Chi pensa di poter dare una mano, essendo in grado di copiare musica con i piu’ diffusi editor musicali, potrà rivolgersi alla sezione U.N.I.VO.C. di Bologna:

tel.: 051-334967

e-mail: info@univocbologna.itservizioorioli@univocbologna.it .

 

Poiché è assai frequente che ci vengano posti quesiti sul codice musicale Braille e su come le tecnologie informatiche possano agevolarne la produzione, pensiamo possa essere utile per i nostri lettori riassumerne i principali elementi.

Occorre partire da una fondamentale differenza: il codice musicale Ordinario è grafico; il codice musicale Braille è alfanumerico. Occorre pertanto trasformare una notazione grafica, con oggetti sistemati su righe e spazi, in un codice costituito da successioni alfanumeriche che descrivono gli oggetti dello spartito.

Tradizionalmente questo processo veniva effettuato manualmente, da figure in possesso della conoscenza di entrambi i codici.

Con l’avvento dell’informatica hanno preso avvio – in varie parti del mondo – ricerche finalizzate alla creazione di software capace di automatizzare il processo: vale a dire di trasformare il codice comune nel codice Braille.

Ricerche che hanno portato alla realizzazione di vari prodotti, alcuni dei quali anche molto validi e completi. L’Italia, con lo sviluppo dell’ottimo software Toccofinale, ha fatto egregiamente la sua parte.

Non sempre il processo di transcodifica puo’ essere affidato esclusivamente a procedure automatizzate. La necessità di successivi interventi manuali è direttamente proporzionale alla complessità dello spartito ed al livello richiesto circa l’accuratezza del codice Braille.

 

Fra i migliori strumenti attualmente a disposizione, per quanto di nostra conoscenza, va annoverato il Braille MUSE, uno strumento web realizzato dalla “Graduate School of Environment and Information Sciences YOKOHAMA National University” che partendo  dal files in codice Musicxml (prodotto ormai da tutti i principali editor musicali), restituisce un file di codice musicale Braille.

Il servizio, completamente gratuito, è raggiungibile all’indirizzo http://gotoh-lab.jks.ynu.ac.jp/braille_music_score/it/

Ha una sezione in lingua italiana, grazie alla traduzione realizzata dal Dottor Paolo Graziani e dal Prof. Paolo Razzuoli.

Sul sito servizioorioli.univocbologna.it sono disponibili le indicazioni per il corretto utilizzo di questo ottimo strumento.

A corredo di queste sintetiche note, riportiamo alcune battute musicali nel codice ordinario e nel corrispondente codice musicale Braille.

Esempio notazione comune

esempio-notazione-comune

Esempio notazione Braille

esempio-notazione-braille

 

 

Giornata Mondiale del Braille, Redazionale

Segue traduzione del comunicato stampa dell’Unione Mondiale dei Ciechi del 4 gennaio 2015: Da circa 200 anni i non vedenti possono imparare a leggere e scrivere utilizzando il Braille. Il Braille è un sistema di alfabeto tattile di 6 punti in una combinazione 3×2 utilizzato per rappresentare lettere, numeri e simboli nella maggior parte delle lingue del mondo. Esso ha un ruolo essenziale nella vita di milioni di persone non vedenti in tutto il mondo perché permette loro di accedere ai testi scritti e di studiare allo stesso modo dei loro pari vedenti. Il Braille è stato inventato da un giovane cieco, Louis Braille, all’età di 15 anni (nel 1824). A quel tempo, Louis era iscritto all’Istituto per Giovani Ciechi di Parigi e rivendicava il diritto di leggere libri proprio come gli altri ragazzi: si dedicò così a concepire un alfabeto tattile che avrebbe dovuto essere facile da imparare, da riprodurre e da utilizzare.

Per gli studenti non vedenti il Braille è la chiave per l’alfabetizzazione e l’occupazione futura; tuttavia, le leggi vigenti sul diritto d’autore obbligano le scuole a chiedere il permesso di riprodurre i libri in formati accessibili, come il braille o la stampa ingrandita e così se un paese non riconosce un’eccezione al diritto d’autore per gli utenti non vedenti viene a generarsi un grave ostacolo per l’educazione dei bambini ciechi e ipovedenti, i quali potrebbero non avere accesso ai libri e ai materiali didattici di cui hanno bisogno. Inoltre, i libri in braille prodotti dalle organizzazioni al servizio delle persone non vedenti in un paese come il Perù non possono, per esempio, essere condivisi con un altro paese come l’Argentina. Così ciascun paese ha bisogno di produrre i propri libri accessibili, creando duplicazioni inutili e il lievitare dei costi, che potrebbero essere invece ridotti se i libri di testo in Braille potessero essere condivisi tra i diversi paesi.

Per diversi anni l’Unione Mondiale dei Ciechi (World Blind Union – WBU) ha lavorato insieme con altre organizzazioni internazionali e con l’Organizzazione Mondiale per la Proprietà Intellettuale (OMPI) per la messa a punto di un trattato che dovrebbe eliminare questi ostacoli per l’accesso alla conoscenza a livello mondiale. Il risultato è stato il Trattato di Marrakech, adottato dall’OMPI nel giugno 2013.

Il Trattato di Marrakech è un accordo internazionale sul diritto d’autore che entrerà in vigore appena verrà ratificato da 20 paesi. I paesi che ratificano il trattato saranno tenuti a riconoscere una deroga alla normativa nazionale sul diritto d’autore relativa alla produzione di libri in formato accessibile per le persone non vedenti e le persone con difficoltà di lettura dei testi a stampa senza bisogno del permesso dei detentori del diritto d’autore. Il trattato di Marrakech riconosce inoltre alle biblioteche per ciechi e alle organizzazioni al servizio delle persone non vedenti il diritto di condividere le versioni accessibili dei libri e di altre opere tra diversi paesi, anche in questo caso senza la necessità di ottenere il permesso da parte dei detentori del diritto d’autore.

Ad oggi il trattato di Marrakech è stato firmato da 81 paesi ma ratificato soltanto da 4: India, El Salvador, Emirati Arabi Uniti e Uruguay. La WBU è riconoscente a questi paesi per aver riconosciuto l’importanza di questo trattato per i loro cittadini con disabilità visiva e difficoltà di lettura dei testi a stampa, tuttavia, perché questo trattato divenga realmente efficace è necessario che tutti i paesi lo ratifichino,  così che milioni di libri possano essere prodotti in braille e in altri formati accessibili. Solo i paesi che ratificano il trattato possono usarlo a vantaggio dei propri cittadini ciechi, quindi esortiamo tutti i paesi a ratificare nel 2015 questo trattato di importanza fondamentale. Maggiori informazioni, compreso l’intero testo del Trattato di Marrakesh, sono disponibili sul sito della WBU: http://www.worldblindunion.org/English/our-work/our-priorities/Pages /right-2-read-campaign.aspx.

In questa Giornata Mondiale del Braille, la WBU rivolge un appello generale perché nei vari paesi vengano presi contatti con i governi per fare sapere loro che il Diritto di Leggere è un importante diritto umano per tutte le persone e chiedere loro di firmare e ratificare il Trattato di Marrakech per facilitare l’accesso alle opere pubblicate da parte delle persone cieche, ipovedenti o con altre difficoltà di lettura dei testi a stampa. La Giornata Mondiale del Braille viene celebrata ogni anno il 4 gennaio in onore di Louis Braille, l’inventore del Braille, nato in quello stesso giorno nel 1809.

The World Blind Union (WBU) è l’organizzazione mondiale che rappresenta circa 285 milioni di persone cieche e ipovedenti nel mondo. I suoi membri sono organizzazioni di persone non vedenti che tutelano i propri diritti in prima persona e  organizzazioni che sono al servizio dei non vedenti in oltre 190 paesi insieme ad alcune organizzazioni internazionali che operano nel campo della disabilità visiva.

Per ulteriori informazioni contattare:

Marianne McQuillan,

Manager, Communications & Fund Development

Marianne.mcquillan@wbuoffice.org

Mantova: Lino Cavicchini ci ha lasciati, di Caterina Vallani

Autore: Caterina Vallani

La Sezione Provinciale dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti di Mantova comunica che il giorno di Natale è venuto a mancare il Presidente Onorario della sezione, Cav. Uff. Lino Cavicchini.
A Lui va il ricordo affettuoso e riconoscente di tutta la Sezione UICI mantovana per la Sua instancabile attività associativa e il suo attaccamento all’Unione tutta.
I funerali si sono svolti lunedì 29 dicembre nella Chiesa di Correggio Micheli Suo paese natale.
L’indirizzo della Famiglia a cui far pervenire eventuali messaggi di cordoglio è il seguente: Famiglia Cavicchini Via Po Barna n. 3 – 46031 Correggio Micheli di Bagnolo San Vito (MN).
Moglie e Figli ringraziano vivamente tutti coloro che in qualsiasi modo hanno partecipato al lutto .

La Presidente
Caterina Vallani

Ascoli e Fermo: Lotteria della Befana 2015 – Ecco i numeri vincenti!, Redazionale

Autore: Redazionale

1° premio – Cucina componibile Lube – Biglietto n. 11974
2° premio – Bicicletta elettrica – Biglietto n. 08253
3° premio – Quadro naif – Biglietto n. 07989
4° premio – Orologio Pryngeps – Biglietto n. 14380
5° premio – Weekend città europea – Biglietto n. 09027
6° premio – Smartfone Samsung – Biglietto n. 00994
7° premio – Bicicletta – Biglietto n. 00653
8° premio – Televisore Telefunken – Biglietto n. 01850
9° premio – TomTom Classic – Biglietto n. 14195
10° premio – Fotocamera Canon – Biglietto n. 02506
11° premio – Vino + 10 gratta e vinci – Biglietto n. 08824
12° premio – Vino + 10 gratta e vinci – Biglietto n. 01440
13° premio – Vino + 10 gratta e vinci – Biglietto n. 01132
14° premio – Vino + 10 gratta e vinci – Biglietto n. 09208
15° premio – Vino + 10 gratta e vinci – Biglietto n. 04356
16° premio – Vino + 10 gratta e vinci – Biglietto n. 05780
17° premio – Vino + 10 gratta e vinci – Biglietto n. 02695
18° premio – Vino + 10 gratta e vinci – Biglietto n. 05014
19° premio – Vino + 10 gratta e vinci – Biglietto n. 00074
20° premio – Vino + 10 gratta e vinci – Biglietto n. 10129

Pari Opportunità, di Giovanni Taverna

Autore: Giovanni Taverna

Proposte per la definizione degli orientamenti programmatici del XXIII congresso dell’UICI sul tema delle Pari Opportunità nell’Organizzazione, elaborate nel convegno “Quali idee? Su quali gambe?”(Napoli, 15-16 novembre 2014), promosso dal movimento Uicirinnovamento.

Il gruppo di lavoro, composto da Giuseppe Marinò, Giovanni Taverna e Massimo Vita, intende affrontare il tema pari opportunità andando anche oltre al classico riferimento di pari opportunità tra generi, riferendolo anche ad altre situazioni che all’interno della organizzazione richiedano un incremento di possibilità per incidere sulla vita associativa.
1 PARI OPPORTUNITA’ DI GENERE
Lo statuto vigente stabilisce già una regola grossolanamente equiparabile alla prescrizione di una quota rosa per i consigli provinciali e nazionale, basata però soltanto sulla presentazione di liste: si propone che tale regola venga estesa anche agli altri livelli associativi, consiglio regionale e direzione nazionale, anche modificando le regole elettive nei casi che lo richiedono: per es. andrebbe modificata la modalità di elezione del consiglio regionale affidandolo in modalità indiretta , cioè convocando per la sua elezione i consiglieri delle varie sezioni territoriali e permettendo quindi l’effettiva presenza di una quota riservata. Poiché la presenza di quote di genere nelle liste non garantisce di per sé la presenza bilanciata di genere negli organi eletti, si dovrebbe altresì modificare tutte le parti regolamentari e statutarie che regolano l’espressione delle preferenze.

Durante la discussione , in particolare per quanto riguarda i consigli regionali emerge la necessità di profonde rivoluzioni nella costituzione di quest’organo; in particolare si ritiene di dover approfondire se nel livello regionale debba prevalere il principio di rappresentanza rispetto al principio di giurisdizione e se esista un modo di tenerli presenti entrambi. In pratica, se prevale il principio territoriale i membri devono essere proporzionatamente divisi sui vari territori provinciali; se prevale il principio di giurisdizione, cioè il compito di indirizzo e controllo sulle realtà provinciali, la rigida proporzionalità su basi territoriali potrebbe addirittura impacciare la funzione di controllo facendo coincidere controllori e controllati. Una via intermedia potrebbe essere salvaguardare il principio di rappresentanza territoriale tramite la presenza dei presidenti provinciali, ma far eleggere gli altri componenti regionali non dalle singole sezioni ma dall’assemblea dei quadri regionali , permettendo di valutare le competenze dei singoli candidati invece della mera provenienza territoriale.
Si propone inoltre che il bilanciamento di genere sia tenuto presente anche nelle nomine dirette negli enti collegati e nelle rappresentanze associative all’interno di istituti paralleli qualora il numero dei nominati lo permetta.

2 PARI OPPORTUNITA’ PER LE MINORANZE
Se è vero che anche qui lo statuto prevede certe regole in materia di tutela delle minoranze è altrettanto vero che tali regole si sono dimostrate spesso facilmente aggirabili pur rispettando la lettera della norma; si tratta quindi di rendere ineludibili tali regole tramite alcuni semplici meccanismi regolamentari o statutari:
– Omogeinizzare tutte le procedure elettive, utilizzando le stesse norme per tutti i livelli associativi; in pratica, elezione diretta del presidente provinciale direttamente nelle assemblee provinciali, presentazione obbligatoria ad ogni livello di liste che comprendano il presidente e i membri del consiglio che lo sostengono. Per le sezioni per esempio si dovrebbero presentare due o più liste che indichiino il presidente e la maggioranza dei consiglieri a lui collegati, non più liste comprendenti solo i consiglieri candidati in numero pari al numero di consiglieri previsto.

Si propone di rendere maggiormente stringenti le incompatibilità di carica tra i vari livelli gerarchici interni all’associazione e negli enti collegati, al fine di mobilitare il massimo delle forze presenti nell’associazione.

Durante la discussione di questo punto viene sollevata ancora una volta l’opportunità che alcuni ravvedono nel considerare l’incompatibilità come un principio non assoluto ma che va anche contemperato con eccezioni in casi di particolare difficoltà, in specie nelle realtà più periferiche. Comunque si condivide che le incompatibilità assolute restino valide per i livelli apicali nazionali e regionali di uici e delle associazioni in qualche modo collegate e degli istituti emanati da uici, almeno per quanto riguarda presidenze e consigli, e la presenza reciproca sia soltanto quella eventualmente prevista negli statuti. specifici.

Prevenzione e Ipovisione, di Maurizio Albanese

Autore: Maurizio Albanese

Proposte per la definizione degli orientamenti programmatici del XXIII congresso dell’UICI sui temi della Prevenzione e dell’Ipovisione , elaborate nel convegno “Quali idee? Su quali gambe?”(Napoli, 15-16 novembre 2014), promosso dal movimento Uicirinnovamento.
Prima di iniziare è giusto precisare, che al gruppo di lavoro sull’ipovisione proposto dal Coordinamento in occasione del Convegno programmatico di Napoli, si è iscritta unicamente la dott.ssa Linda Legname. Perciò le presenti note rispecchiano le valutazioni di due sole persone, pertanto non pretendono di essere altro che un contributo al dibattito. Certi che da esso possano scaturire indicazioni più precise, esaurienti e, comunque, condivise.
Come punto di partenza abbiamo esaminato la situazione attuale nelle nostre sezioni con riferimento agli ipovedenti, e abbiamo anche esaminato le conclusioni del 22° Congresso Nazionale, ossia la mozione specifica.

Situazione attuale.
La situazione attuale ci è apparsa complessa e drammatica. L’Unione, qualche Congresso fa, ha voluto cambiare la sua denominazione diventando “UICI”, includendo così gli ipovedenti, che sono ormai diventati soci effettivi con il limite dei tre decimi. In questo modo, il nostro ex Presidente Nazionale, scriveva ai politici e diceva di parlare per conto di più di un milione di Ciechi ed Ipovedenti. Peccato che dall’estensione di questi numeri non ne sia venuto un solo euro in più di contributo. E, peccato ancor più grave, le nostre sezioni, e in generale l’Unione non hanno saputo tirar fuori una politica che potesse far acquisire un’identità sociale agli ipovedenti e attrarre gli stessi verso la nostra Unione. Non dobbiamo scandalizzarci se per le strade siamo presi per imbranati e dai funzionari dell’inps per falsi ciechi, finora sì e sempre parlato di cecità e siamo stati noi stessi ad abituare la collettività a non identificarci e a non far comprendere le nostre difficoltà.
Dati recenti parlano che negli ultimi anni il numero dei ciechi è notevolmente diminuito, mentre è in rapida crescita il numero delle persone ipovedenti. La nostra Unione cosa ha fatto e cosa si propone di fare per dare maggiori risposte agli ipovedenti? Dovremmo relazionarci con le commissioni mediche, con le commissioni INPS, con Trenitalia, con gli i webmaster, con le ASP, con le scuole, seguire la legge 284, rendere accessibili i nostri giornali e i siti culturali..solo per iniziare!!!

Prevenzione della cecità.
Naturalmente, dobbiamo avvalerci per promuovere un’efficiente politica preventiva delle competenze e dei centri specializzati realizzati dall Agenzia, diffondere i suoi materiali illustrativi, organizzare tramite i camper attrezzati visite preventive nelle scuole, nelle piazze. Ma dovremmo anche:
Costituire dei Centri attrezzati per la prevenzione, o convenzionarsi con i centri esistenti nel territorio, per far fare dei controlli a costi accessibili;
Dovremmo interagire con centri e organizzazioni territoriali che in loco si occupano del recupero e del trapianto di retine;
Dovremmo, ove possibile, collaborare con altre associazioni che, ancor prima di noi, si sono occupati d’ipovedenza grave, media e lieve, per realizzare interventi sinergici;
Dovremmo seguire con attenzione, e consigliare i nostri associati per compiere eventuali trattamenti complessi all’estero o in centri specializzati nel nostro paese;
Dovremmo essere presenti e vigili, per seguire e informare correttamente sugli studi avanzati e sul mondo della ricerca, visto che, da qualche anno l’opinione pubblica è in attesa di “occhi bionici” e rimedi miracolistici che diano la vista ai ciechi.
Riteniamo che in questi ambiti, in cui l’Unione è assente, occorrerebbe acquisire, controllare, stimolare, e fare filtro sull’informazione. I continui scoop danno in sparizione la cecità, e immaginano che fra qualche anno guideremo le macchine con i sistemi satellitari.
Per gli i
povedenti
Tralasciando ora l’aspetto specificamente sanitario, dobbiamo chiederci: cosa può indurre gli ipovedenti ad associarsi con noi?
Una corretta informazione sociale perché la società come affermato prima sconosce i gravi problemi che vive l’ipovedente, che, dai ciechi è visto come vedente, e dai vedenti come cieco;
Utilizzare al meglio il proprio residuo visivo, tramite la riabilitazione;
Investire maggiormente sui centri di riabilitazione visiva e diramarli in tutto il territorio nazionale;
Presenza massiccia in ogni settore della società di persone competenti che sappiano aprire un dialogo attivo con le varie istituzioni sociali, perché l’ipovedente trovi condizioni favorevoli, nel processo educativo, nella deambulazione, nell’abbattimento delle barriere architettoniche, nella fruizione della cultura, e del tempo libero;
Esaminare la condizione di accesso al lavoro, per realizzare le condizioni migliori sul piano legislativo e del riadattamento delle strutture;
Incentivare e orientare i giovani ipovedenti a scegliere percorsi formativi che li conducano a realizzare le proprie aspirazioni;
Aprire nelle sezioni sportelli di ascolto che diano voce alle problematiche psicologiche che l’ipovisione comporta.
Questi aspetti, sviluppati coerentemente in questo Convegno e all’interno dell’associazione, potrebbero portare alla proposta in Congresso di una politica mirata, e, forse, le nostre porte, si aprirebbero davvero a un gruppo di cittadini che, finora non ci ha scelto, se non occasionalmente e per conseguire vantaggi contingenti.

Contributi dei lettori: La sfida dell’autonomia come strumento di riscatto di ciechi e ipovedenti, di Massimo Vita

Autore: Massimo Vita

La crisi sociale e del lavoro, pongono difronte a noi tutti delle sfide molto difficili perché la crisi del lavoro per le persone disabili è più grave che per tutti gli altri cittadini.
Con questo contributo non intendo compiere una riflessione sulla crisi del lavoro ma provare a indicare una prospettiva per migliorare la condizione dei disabili visivi difronte alla crisi.
Nella foto è riportato un evento di promozione del cane guida e di sensibilizzazione dell’opinione pubblica sulle possibilità di chi ha problemi di vista di muoversi.
Penso sia il caso di spingere sempre di più nella direzione dell’autonomizzazione dei disabili visivi perché nonostante gli sforzi compiuti, oggi il grado di autonomia di tutti noi non è sufficiente.
Ci sono ancora troppe persone che non conoscono le tecniche per orientarsi nello spazio o non sanno gestire i propri luoghi di vita personale. Un cieco che nel posto di lavoro non sappia gestire la propria autonomia è certamente un lavoratore meno rispettato di colui che ha capacità di autonomia.
Penso che si debba essere capaci di autonomia anche se ci si muove con una persona e non solo col cane o con il bastone.
Dobbiamo impegnare risorse e professionalità per diffondere sempre più la formazione all’autonomia e alla mobilità. Penso a un piano nazionale che avvicini la nostra organizzazione alle persone che spesso non si avvicinano a noi.
Mi farò portatore di una proposta in questo senso all’Irifor nella prossima legislatura qualunque sia il mio ruolo nell’associazione.
I ciechi e gli ipovedenti capaci di autonomia possono diventare il nostro biglietto da visita nella società a ogni livello.
Dei dirigenti che si muovono decorosamente e sanno colloquiare anche con il linguaggio corporeo, sono certamente più incisivi.
Le persone che avranno acquisito maggiore autonomia e maggiore mobilità vivranno meglio e sarebbero più vicini a noi perché dalla sezione avrebbero avuto un servizio che ha migliorato la sua vita in modo concreto mentre oggi noi proponiamo un’associazione autoreferenziale che poco da alle persone.
Mi piacerebbe che su questo tema si sviluppasse un dibattito non ideologico ma mirato a costruire occasioni di progresso per la vita dei disabili visivi.
Auspico che il prossimo anno sia l’occasione per dibattere questo e altri temi senza guerre di religione e vi faccio i miei migliori auguri.
Massimo Vita

Contributi dei lettori: Grazie Carlo, di Francesco Levantini

Autore: Francesco Levantini

“Sei intelligente, giovane e forte, non pretenderai ti mantenga tutta la vita?”

è la risposta che Carlo Gulminelli ha dato alla domanda di un cieco che gli chiedeva come mai IBM avesse deciso di investire in un progetto per l’assunzione di non vedenti con la nuova qualifica di programmatore.

Gli anni ’80 stavano scollinando e quel pomeriggio all’Istituto Cavazza, durante la presentazione del primo Corso ASPHI, Carlo ha scommesso, promesso e oggi, nel salutarlo posso dire che le più importanti tra quelle promesse e scommesse le ha mantenute e vinte davvero.

Non voglio elencare qui i suoi meriti, non riuscirei a ricordarli tutti e, d’altronde, nei più importanti non ha voluto neppure firmare col proprio nome ma solo col proprio lavoro. Solo due nomi credo sia importante fare: ASPHI e Handimatica ma è solo la punta dell’iceberg di una vita spesa al segno dell’integrazione dei disabili.

Grazie Carlo e ti perdoniamo per averci lasciato un po’ soli. Solo un po’ però perché non crediamo in quello che ti è capitato, ci piace pensare che ti sia solo ritirato in un’altra stanza per continuare a progettare cose nuove ed importanti.

Francesco Levantini