Contributi dei lettori: La sfida dell’autonomia come strumento di riscatto di ciechi e ipovedenti, di Massimo Vita

Autore: Massimo Vita

La crisi sociale e del lavoro, pongono difronte a noi tutti delle sfide molto difficili perché la crisi del lavoro per le persone disabili è più grave che per tutti gli altri cittadini.
Con questo contributo non intendo compiere una riflessione sulla crisi del lavoro ma provare a indicare una prospettiva per migliorare la condizione dei disabili visivi difronte alla crisi.
Nella foto è riportato un evento di promozione del cane guida e di sensibilizzazione dell’opinione pubblica sulle possibilità di chi ha problemi di vista di muoversi.
Penso sia il caso di spingere sempre di più nella direzione dell’autonomizzazione dei disabili visivi perché nonostante gli sforzi compiuti, oggi il grado di autonomia di tutti noi non è sufficiente.
Ci sono ancora troppe persone che non conoscono le tecniche per orientarsi nello spazio o non sanno gestire i propri luoghi di vita personale. Un cieco che nel posto di lavoro non sappia gestire la propria autonomia è certamente un lavoratore meno rispettato di colui che ha capacità di autonomia.
Penso che si debba essere capaci di autonomia anche se ci si muove con una persona e non solo col cane o con il bastone.
Dobbiamo impegnare risorse e professionalità per diffondere sempre più la formazione all’autonomia e alla mobilità. Penso a un piano nazionale che avvicini la nostra organizzazione alle persone che spesso non si avvicinano a noi.
Mi farò portatore di una proposta in questo senso all’Irifor nella prossima legislatura qualunque sia il mio ruolo nell’associazione.
I ciechi e gli ipovedenti capaci di autonomia possono diventare il nostro biglietto da visita nella società a ogni livello.
Dei dirigenti che si muovono decorosamente e sanno colloquiare anche con il linguaggio corporeo, sono certamente più incisivi.
Le persone che avranno acquisito maggiore autonomia e maggiore mobilità vivranno meglio e sarebbero più vicini a noi perché dalla sezione avrebbero avuto un servizio che ha migliorato la sua vita in modo concreto mentre oggi noi proponiamo un’associazione autoreferenziale che poco da alle persone.
Mi piacerebbe che su questo tema si sviluppasse un dibattito non ideologico ma mirato a costruire occasioni di progresso per la vita dei disabili visivi.
Auspico che il prossimo anno sia l’occasione per dibattere questo e altri temi senza guerre di religione e vi faccio i miei migliori auguri.
Massimo Vita