Prevenzione e Ipovisione, di Maurizio Albanese

Autore: Maurizio Albanese

Proposte per la definizione degli orientamenti programmatici del XXIII congresso dell’UICI sui temi della Prevenzione e dell’Ipovisione , elaborate nel convegno “Quali idee? Su quali gambe?”(Napoli, 15-16 novembre 2014), promosso dal movimento Uicirinnovamento.
Prima di iniziare è giusto precisare, che al gruppo di lavoro sull’ipovisione proposto dal Coordinamento in occasione del Convegno programmatico di Napoli, si è iscritta unicamente la dott.ssa Linda Legname. Perciò le presenti note rispecchiano le valutazioni di due sole persone, pertanto non pretendono di essere altro che un contributo al dibattito. Certi che da esso possano scaturire indicazioni più precise, esaurienti e, comunque, condivise.
Come punto di partenza abbiamo esaminato la situazione attuale nelle nostre sezioni con riferimento agli ipovedenti, e abbiamo anche esaminato le conclusioni del 22° Congresso Nazionale, ossia la mozione specifica.

Situazione attuale.
La situazione attuale ci è apparsa complessa e drammatica. L’Unione, qualche Congresso fa, ha voluto cambiare la sua denominazione diventando “UICI”, includendo così gli ipovedenti, che sono ormai diventati soci effettivi con il limite dei tre decimi. In questo modo, il nostro ex Presidente Nazionale, scriveva ai politici e diceva di parlare per conto di più di un milione di Ciechi ed Ipovedenti. Peccato che dall’estensione di questi numeri non ne sia venuto un solo euro in più di contributo. E, peccato ancor più grave, le nostre sezioni, e in generale l’Unione non hanno saputo tirar fuori una politica che potesse far acquisire un’identità sociale agli ipovedenti e attrarre gli stessi verso la nostra Unione. Non dobbiamo scandalizzarci se per le strade siamo presi per imbranati e dai funzionari dell’inps per falsi ciechi, finora sì e sempre parlato di cecità e siamo stati noi stessi ad abituare la collettività a non identificarci e a non far comprendere le nostre difficoltà.
Dati recenti parlano che negli ultimi anni il numero dei ciechi è notevolmente diminuito, mentre è in rapida crescita il numero delle persone ipovedenti. La nostra Unione cosa ha fatto e cosa si propone di fare per dare maggiori risposte agli ipovedenti? Dovremmo relazionarci con le commissioni mediche, con le commissioni INPS, con Trenitalia, con gli i webmaster, con le ASP, con le scuole, seguire la legge 284, rendere accessibili i nostri giornali e i siti culturali..solo per iniziare!!!

Prevenzione della cecità.
Naturalmente, dobbiamo avvalerci per promuovere un’efficiente politica preventiva delle competenze e dei centri specializzati realizzati dall Agenzia, diffondere i suoi materiali illustrativi, organizzare tramite i camper attrezzati visite preventive nelle scuole, nelle piazze. Ma dovremmo anche:
Costituire dei Centri attrezzati per la prevenzione, o convenzionarsi con i centri esistenti nel territorio, per far fare dei controlli a costi accessibili;
Dovremmo interagire con centri e organizzazioni territoriali che in loco si occupano del recupero e del trapianto di retine;
Dovremmo, ove possibile, collaborare con altre associazioni che, ancor prima di noi, si sono occupati d’ipovedenza grave, media e lieve, per realizzare interventi sinergici;
Dovremmo seguire con attenzione, e consigliare i nostri associati per compiere eventuali trattamenti complessi all’estero o in centri specializzati nel nostro paese;
Dovremmo essere presenti e vigili, per seguire e informare correttamente sugli studi avanzati e sul mondo della ricerca, visto che, da qualche anno l’opinione pubblica è in attesa di “occhi bionici” e rimedi miracolistici che diano la vista ai ciechi.
Riteniamo che in questi ambiti, in cui l’Unione è assente, occorrerebbe acquisire, controllare, stimolare, e fare filtro sull’informazione. I continui scoop danno in sparizione la cecità, e immaginano che fra qualche anno guideremo le macchine con i sistemi satellitari.
Per gli i
povedenti
Tralasciando ora l’aspetto specificamente sanitario, dobbiamo chiederci: cosa può indurre gli ipovedenti ad associarsi con noi?
Una corretta informazione sociale perché la società come affermato prima sconosce i gravi problemi che vive l’ipovedente, che, dai ciechi è visto come vedente, e dai vedenti come cieco;
Utilizzare al meglio il proprio residuo visivo, tramite la riabilitazione;
Investire maggiormente sui centri di riabilitazione visiva e diramarli in tutto il territorio nazionale;
Presenza massiccia in ogni settore della società di persone competenti che sappiano aprire un dialogo attivo con le varie istituzioni sociali, perché l’ipovedente trovi condizioni favorevoli, nel processo educativo, nella deambulazione, nell’abbattimento delle barriere architettoniche, nella fruizione della cultura, e del tempo libero;
Esaminare la condizione di accesso al lavoro, per realizzare le condizioni migliori sul piano legislativo e del riadattamento delle strutture;
Incentivare e orientare i giovani ipovedenti a scegliere percorsi formativi che li conducano a realizzare le proprie aspirazioni;
Aprire nelle sezioni sportelli di ascolto che diano voce alle problematiche psicologiche che l’ipovisione comporta.
Questi aspetti, sviluppati coerentemente in questo Convegno e all’interno dell’associazione, potrebbero portare alla proposta in Congresso di una politica mirata, e, forse, le nostre porte, si aprirebbero davvero a un gruppo di cittadini che, finora non ci ha scelto, se non occasionalmente e per conseguire vantaggi contingenti.