I settori Informazione e Comunicazione, Stampa Sonora e Libro Parlato, in collaborazione con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali – Direzione Generale per la Valorizzazione del Patrimonio Culturale – Servizio II – Centro per i Servizi Educativi del Museo e del Territorio, nell'ambito del nuovo ciclo di trasmissioni on-line sul tema: "Conversazioni d'arte: Dimore, castelli e palazzi d'Italia", organizzano per mercoledì 11 aprile, con inizio alle ore 15,00 e termine alle ore 17,30, un incontro dal titolo "Il paesaggio dell'Umbria tra rocche e castelli".
La puntata sarà dedicata all'Umbria ed al suo ricco patrimonio culturale e paesaggistico.
Si racconteranno in particolare le vicende storiche, artistiche ed architettoniche legate alla Rocca Albornoz di Spoleto ed al Castello Bufalini di San Giustino.
La trasmissione sarà condotta da Luisa Bartolucci.
Parteciperanno, tra gli altri:
Fabio De Chirico (Soprintendente ai Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici dell'Umbria);
Giuditta Rossi (Direttore del Castello Bufalini – Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici dell'Umbria);
Fabrizio Finauri (Responsabile della Rocca Albornoz – Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici dell'Umbria);
Maria Agostiano (Servizio II – Tutela del Patrimonio Architettonico – Direzione Generale per il Paesaggio, le Belle Arti, l'Architettura e l'Arte Contemporanee);
Patrizia De Socio (Coordinatrice del Centro per i servizi educativi del Museo e del Territorio – Servizio II – Direzione Generale per la Valorizzazione del Patrimonio culturale – Ministero per i Beni e le Attività Culturali);
Elisabetta Borgia (Centro per i servizi educativi del Museo e del Territorio – Servizio II Comunicazione e promozione del patrimonio culturale – Direzione Generale per la Valorizzazione del patrimonio culturale – Ministero per i Beni e le Attività Culturali);
Valentina Sanfelici (Stagista presso il Centro per i servizi educativi del Museo e del Territorio – Servizio II Comunicazione e promozione del patrimonio culturale – Direzione Generale per la Valorizzazione del patrimonio culturale – Ministero per i Beni e le Attività Culturali).
Al termine della puntata verranno fornite informazioni utili sugli eventi in corso e su una serie di percorsi e iniziative culturali interessanti per persone con disabilità visiva.
Gli ascoltatori potranno scegliere diverse modalità di intervento: tramite telefono contattando durante la diretta il numero 06.69988353 o inviando e-mail, anche nei giorni precedenti la trasmissione, all'indirizzo diretta@uiciechi.it o -ancora- compilando l'apposito form della rubrica "Parla con l'Unione".
Per collegarsi sarà sufficiente digitare la seguente stringa: http://www.uiciechi.it/radio/radio.asp.
Il contenuto delle trasmissioni potrà essere riascoltato sul sito di S'ed on line all'indirizzo www.sed.beniculturali.it, sul sito della Direzione Generale per la Valorizzazione www.valorizzazione.beniculturali.it, sul sito dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti all'indirizzo www.uiciechi.it/ArchivioMultimediale nonché in podcast tramite il nuovo portale giornale.uici.it
Vi attendiamo numerosi!
Si pregano le strutture in indirizzo di dare la massima diffusione alla presente circolare e di favorire nelle sezioni la creazione di folti gruppi di ascolto.
Cordiali saluti.
Archivi autore: Simona
Sport: Homerus – Vela autonoma per non vedenti
Egregi Signori,
come forse già saprete, la nostra Associazione si occupa di vela autonoma per non vedenti, dedicandosi quasi esclusivamente all'insegnamento ed alla pratica di questo innovativo sport,che si è diffusa in tutto il mondo fino ad essere proposta come nuova disciplina velica alle prossime Paralimpiadi.
In Italia contiamo già su numerosi atleti non vedenti e ipovedenti, e desidereremmo proporre i nostri corsi anche a tutti i Vostri Soci.
RingraziandoVi, restiamo a Vostra completa disposizione per qualsiasi eventuale chiarimento, e porgiamo i nostri più cordiali saluti.
Cav. Alessandro Gaoso
Presidente
HOMERUS ASSOCIAZIONE ONLUS
Associazione Sportiva Dilettantistica
Via Provinciale 84
I – 25079 Vobarno (BS)
Tel. +39-0365-599656 Fax. +39-0365-599129
info@homerus.it
Skype: Homerus9977
Sport: Sahara – Un sogno di sabbia
Cronaca di una maratona nel deserto (6-10 marzo 2012)
È notte, tutti dormono, faccio fatica a chiudere gli occhi, sento ancora nelle orecchie il vento che mi sferza sul viso lasciandomi addosso uno strato di sabbia. Come si fa a dormire, nel pullman che ci porta verso l'oasi di Ksar Ghilane dove è posto il primo campo base della nostra spedizione?
Fa caldo, il mezzo avanza con fatica su per la salita, dopo qualche ora di strada ci fermiamo per una breve sosta, un caffè o un tè e poi via verso la meta. Nell'oasi le palme scricchiolano sotto la furia del vento, il sole fa capolino tra le nuvole, speriamo che per domani il tempo sia migliore, ma che importa? Tanto noi dobbiamo correre! Il gruppo è allegro, le varie lingue dei concorrenti si mescolano, chi conosce l'inglese può dialogare con tutti. Per fortuna Claudio mi fa da interprete, in questo modo ho avuto il piacere di conoscere atleti di altri paesi. Durante la notte nella capanna si fa fatica a dormire, qualcuno russa, il vento sembra ci parli e ci racconti storie dal sapore antico. Un cane ulula in lontananza. Finalmente è ora di alzarsi: colazione e poi tutto nel borsone, ormai siamo pronti per la partenza della prima tappa di 23 km (Ksar Ghilane – Camp Bibane).
L'altoparlante chiama gli atleti a raccolta, si fa la spunta dei pettorali, tutti pronti al via. Un vento impetuoso ci accoglie: "è il saluto del deserto", ci dice Adriano (ZITO). Via, via tutti verso le prime dune che ci accolgono, sembra ci aspettino lì da sempre, sono morbide, su e giù, una dopo l'altra. Forse le ho sottovalutate, ho il fiatone, non riesco a carburare… Ma sì, non è uno scherzo, su e giù, sono massacranti, ma dopo qualche km troviamo un po' di pista più corribile, finalmente un po' di relax. Claudio, come al solito al mio fianco, è la guida ideale, mi incoraggia, mi anticipa le salite e le discese, posso correre in completa libertà, in qualche frangente mi lascia pure senza cordino. È una sensazione incredibile poter correre in un ambiente incontaminato sia da agenti atmosferici che da barriere architettoniche: al massimo cadi sulla sabbia (non è mai successo), ma non ti fai male.
Ormai i più veloci ci hanno superato, dietro abbiamo circa una quindicina di concorrenti, il gruppo si è sgranato, i mezzi di supporto ci affiancano e ci controllano da lontano, i fotografi e i giornalisti al seguito ci salutano al loro passaggio. Incontriamo due somarelli selvatici che ci guardano con occhi strani, ma la nostra corsa continua costante verso altre dune e altri terreni diversi. Il cuore è gonfio di emozioni indescrivibili, qui, in questo mare di sabbia, dove l'orizzonte si perde lontano sfuggendo agli occhi , qui, in questi spazi immensi che Dio ci ha lasciato, dove soffia un vento che ci porta storie antiche, storie di popoli che qui hanno transitato per andare a cercare qualcosa per sopravvivere. Noi stiamo invece correndo, lasciandoci alle spalle tutti i problemi della vita quotidiana. Sì, sembra quasi che il deserto sia un filtro che trattiene i cattivi pensieri e ti consente di vivere in positivo.
La voce di Claudio mi riporta alla realtà: "dai, Tullio, ancora qualche duna e ci siamo, le bandiere dell'accampamento, ci siamo". La sua voce è rassicurante, ecco in fondo l'altoparlante che ci annuncia l'arrivo, ecco il traguardo. Tutti si stringono attorno a noi, la prima tappa è finita.
Ci avviamo verso la tenda berbera… be, tenda? Direi un riparo molto precario, un telo di juta che si regge a stento su quattro rami di legno mezzi storti, con delle corde che fanno da tiranti…..anche questa è avventura! Dopo pranzo ci mettiamo sotto a riposare, il vento rinforza, qualche goccia di pioggia incomincia a cadere, ma il peggio arriva durante la notte. Il vento infuria, la tenda ondeggia paurosamente, Claudio e Caio si alzano per stabilizzare la copertura, ma dopo poco arriva un colpo di vento molto più forte: la tenda cede e ci crolla addosso. Ormai qualcuno si è addormentato nonostante il peso della tenda, qualcun altro ha abbandonato il gruppo e si è rifugiato nel tendone-mensa. Io esco dal sacco a pelo, la sollevo con un bastone e per tutta la notte respiro la sabbia che il vento continua a portarci addosso. Per qualche istante ho paura, un senso di soffocamento: il panico per un po' si è impadronito di me. Mi faccio coraggio, mi alzo e tutto torna alla normalità, tranne il vento e la pioggia che continuano imperterriti. Finalmente è l'alba, via, ci si veste dentro il sacco a pelo, si sbatte come meglio si può tutto dalla sabbia e si richiude il borsone. Dopo colazione eccoci pronti per la seconda tappa, per fortuna solo 16 km, una tappa leggera (Camp Bibane – Bir el Ghif). Il tempo è clemente, il vento si è affievolito e il percorso non è molto sabbioso. Il pomeriggio lo trascorriamo dentro il sacco a pelo. Fa freddo: siamo in Africa o in Groenlandia? Mah, forse ci siamo sbagliati! Una fragorosa risata comune. Dopo cena eccoci pronti per la tappa notturna 7 km.. Bisogna coprirsi bene, il cielo è limpido e le stelle sembra si possano toccare con le mani. Claudio, se chiudi gli occhi e alzi lo sguardo, vedrai ciò che vedo io, la profondità dell'universo, tutto quello che a occhi aperti non potrai mai vedere. Sì, il cielo è un manto che ci avvolge e ci protegge, e questa notte ci accompagna in una corsa breve ma intensa di significato. Una lunga scia luminosa attraversa questa notte il deserto: sono le flaschlight che ogni atleta ha appeso allo zainetto, tutte colorate. Siamo tutti in fila indiana, tutti con il cuore che batte a mille per la gioia di essere lì ha fare qualcosa che non è sicuramente da tutti, ma che solo 150 pazzi scatenati possono concedersi di fare, sì, oltre 100 km nel deserto del Sahara. Alle 23, dopo la corsa notturna, tutti alla spaghettata, poi a nanna. Domani ci aspettano gli oltre 42 km della terza tappa maratona (Bir el Ghif – Bir Lectaya).
La seconda notte sotto la tenda beduina è trascorsa abbastanza bene, nessuno più si lamenta del russare di qualcuno, ormai la stanchezza è più forte del russare. Al mattino via in piedi, la borsa è chiusa, tutto è pronto per il via, si parte. "Dai, Tullio, con calma, oggi è lunga!" la voce di Claudio è sempre molto rassicurante, riesce sempre a darmi la tranquillità necessaria: non è solo una guida, è ormai per me un fratello, un angelo, con lui potrei scalare qualsiasi montagna senza problemi. "Via, andiamo! Dai su, dai giù, attento, alza bene i piedi, dai, non ti distrarre! Attento, c'è una buca! Via andiamo!" Chilometro dopo chilometro eccoci al primo ristoro, tutti ci salutano da lontano, siamo ormai al diciottesimo km, una bella mangiata di datteri. Riempiamo lo zainetto d'acqua e via, ma dopo il secondo ristoro posto al trentatreesimo km, incominciano i problemi: il piede sinistro è molto dolorante, credo di avere un po' di vesciche, su e giù per le dune: sassi sabbia, di tutto un po', ma gli ultimi km sono costretto a camminare, una vera tortura!
Finalmente è finita, il campo base ci accoglie festoso, tutti intorno a noi: "grandi! Bravi!" Via tutti a mangiare, poi in infermeria, la mano leggera della dottoressa mette fine ai miei problemi. "Domani correrai bene, vedrai!" "Sì, grazie infinite, domani vorrei terminare in bellezza".
La terza notte sotto quella sottospecie di tenda trascorre veloce, ormai la stanchezza si è impadronita di noi, nessuno più ha il coraggio di lamentarsi. "Dai, ancora 23 km e ci siamo, al traguardo di Douz ci aspetta la doccia". Tutti pronti, il freddo è ancora più pesante, ci ripariamo sotto il tendone della mensa, un colpo di vento ce lo porta via. Piove a dirotto, sembrerebbe che il deserto ci voglia tenere li, ma noi imperterriti sfidiamo le avversità del meteo. Tutti pronti, si parte, un vento contrario ci accompagna durante tutto il percorso, soffia veramente forte, probabilmente a una velocità intorno agli 80 km orari. Si fa veramente fatica ad andare avanti, la pioggia mista a sabbia ci mitraglia il viso. Potrei mettere la maschera. No, voglio che il deserto mi accarezzi il viso, voglio respirare l'immensità di questa meraviglia, voglio riempirmi l'anima di eternità, sì, nel deserto si respira eternità. Ecco il primo ristoro, una fettina di arancia e via. Dai, il vento ce la sta mettendo tutta per impedirci di andare avanti, ma noi non ci arrendiamo, noi continuiamo imperterriti nella nostra corsa. Ecco le dune, queste sono molto più alte delle altre. Su, dai su, su, e poi via una lunga discesa, giù, e poi ancora su e giù per chilometri e chilometri, ma all'orizzonte non si vede ancora nulla. Un turbinio di acqua e sabbia, l'orizzonte si confonde con le dune, tutto intorno l'eternità, un mondo affascinante che si è impossessato di noi: lo respiro a fondo, lo metabolizzo, ogni tanto mi devo soffiare il naso, è pieno di sabbia. No, la maschera no, questo è il saluto del deserto, è il ricordo che porterò per sempre dentro di me. Ecco, vedo in fondo le palme, Claudio mi annuncia che forse ci siamo, quasi non vorrei mai arrivare, vorrebbe dire rompere un incantesimo… Ma no, in lontananza la vegetazione, è il segnale che le dune sono finite, ecco in lontananza la porta del deserto, un urlo esce dal cuore di Claudio: "Tullio, ci siamo"! Stiamo per portare a termine una grande impresa, con queste condizioni climatiche: le gambe volano, l'entusiasmo è alle stelle. Sopra la porta alcuni spettatori ci salutano festosi. Eccoci sull'asfalto, ancora un km e ci siamo, la velocità aumenta, ancora 100 metri… "Vai Tullio, sei libero"! Claudio mi molla il cordino e a braccia alzate, urlando di gioia taglio il traguardo tra le braccia di Claudio e di tutti quelli che ci aspettavano. Le lacrime di gioia scendono dal viso incrostato di sabbia, l'emozione è palpabile. Sì, tutti piangono di gioia nell'abbracciarci, Adriano (ZITO) si stringe a noi, ecco la splendida medaglia al collo e la maglia di finisher: "Ve la siete meritata proprio tutta"!
Grazie Claudio, mi stringo a lui, senza di te non avrei potuto portare a termine questa impresa, te ne sono grato. La voce è rotta dall'emozione, l'ingresso nell'hotel è trionfale, tutti vogliono fare una foto con noi, sembrerebbe che fossimo dei campioni, è difficile prender sonno in questi frangenti, mi giro e mi rigiro nel letto, poi allungo una mano sul comodino, accarezzo il vasetto che ho riempito di quella sabbia che ho respirato nel deserto, mi da un senso di serenità, ora posso dormire sereno. Grazie veramente di cuore a tutti.
Presentazione del libro “I sogni nel cassetto”
Il libro di cui sto per parlarvi si intitola "I sogni nel cassetto" e contiene la maggior parte delle poesie che ho scritto fino ad ora. Lo immagino come un cassetto che custodisce i sogni perché ogni mia poesia è un sogno, una pagina bianca, che pian piano, magicamente, prende vita, grazie alla fantasia, e all'amore per ciò che ci circonda: la natura, le persone care, il nostro paese, l'arte, la storia, la mitologia.
Le mie poesie mi hanno portato ad affrontare degli immaginari viaggi, tra sogno e realtà, sia in luoghi reali ed attuali come le Alpi, la Finlandia, l'Afghanistan, Istanbul sia nell'antichità storica e mitologica come l'antico Egitto, il monte Elicona in Grecia, Troia.
Molte delle poesie qui raccolte, vincitrici di premi prestigiosi, sono apparse in periodici on line, ed audio riviste, a cura dell'Unione Italiana Ciechi.
La mia passione per la lettura è iniziata sin da quando ero piccola con testi di narrativa e di poesia.
Nel corso degli anni i miei studi universitari e l'interesse per la magistratura mi hanno condotto alla scrittura di testi giuridici, specialmente quando, dopo la laurea in giurisprudenza. ho frequentato una scuola in preparazione al concorso in magistratura.
Nello stesso periodo, sia per distrarmi dagli impegni quotidiani e un po' per caso ho iniziato a comporre poesie.
Questa passione si è,per così dire,accresciuta, visti gli inaspettati successi conseguiti ai concorsi, ai quali ho partecipato e mi ha permesso di conoscere numerose persone e di ampliare la mia cultura dato che mi documentavo sugli argomenti che volevo trattare.
In particolare i miei primi testi, sono stati ispirati da uno dei miei grandi interessi, la storia, che coltivavo già da tempo.
La mia prima poesia è stata infatti dedicata alla seconda guerra mondiale e si intitola "Un alpino in Russia". In questi versi ho descritto l'ambientazione storica, le atmosfere di quell'epoca come io le ho interpretate ed immaginate e sperando di renderle al meglio in modo da far immedesimare i miei lettori. Uno di questi, un mio caro amico, mi ha fatto credere di esserci riuscita con queste semplici parole "mi sembrava di essere lì".
Allora non credevo che la mia passione letteraria sarebbe proseguita così a lungo fino a diventare una parte importante della mia vita.
Con "Un alpino in Russia" ho partecipato al mio primo concorso a Rivalto, uno stupendo borgo in collina, una copiosa fonte di poesie.
Ho preso parte con grande gioia a tutte le altre edizioni del concorso svoltesi nel corso degli anni: ho sempre vinto dei premi ed ho fatto la conoscenza di persone appassionate di poesia come me, con le quali ho condiviso dei bei momenti.
Data la mia passione per la storia, mi sono ispirata all'antica Roma e mi sono immedesimata nel periodo storico ed in particolare nella poesia "Parole amare" ho rivissuto il dolore e l'amarezza dell'imperatore Tiberio, un uomo che, in seguito a lunghe riflessioni, accettò con molta umiltà, la cura dello Stato e malgrado tutto dallo stesso fu tradito ed abbandonato.
Questa figura storica è stata giustamente rivalutata dalla storiografia moderna mentre nell'epoca in cui è vissuto non venne apprezzato nonostante secondo me il suo comportamento sia ancora attuale e potrebbe, anzi, essere di ispirazione e di insegnamento.
In occasione delle celebrazioni per i 150 anni dall'unità d'Italia svoltesi l'anno scorso ho scritto una poesia intitolata "Cara Italia" che ho letto il 17 marzo 2011, al teatro Verdi a Pisa, in una commovente e suggestiva cerimonia e che ho dedicato a tutti coloro che hanno lottato e che ancora combattono per il bene della patria.
"son così tanti i figli che hai stretto al petto,
e che han ricambiato il tuo amore con la vita,
il sangue… lava dal suolo ogni macchia, ogni ferita
quanti ricordi, frammenti di storia!
Molti emigranti han versato lacrime amare,
spargendo nel mondo la tua gloria,
il rimpianto per gli affetti, la terra, il mare,…"
In un evento analogo ho vissuto un'emozione veramente intensa, ovvero durante la premiazione del XXV Concorso Letterario Internazionale Giovanni Gronchi a Pontedera al quale ho partecipato con la poesia intitolata "Redipuglia" e dedicata alle "anime care" che hanno donato la vita e che riposano nell'omonimo sacrario: in quella circostanza, ho vinto la medaglia della Presidenza della Repubblica, della quale conservo un caro ricordo.
Mi sono lasciata guidare da alcune delle mie autrici preferite per affrontare diverse tematiche, ad esempio ho dedicato alcune composizioni alla mia poetessa preferita, Saffo. Per conoscerla meglio ho letto un libro bellissimo di Erika Jong, "Il salto di Saffo", in cui la poetessa, volendo gettarsi da una rupe, in seguito ad un amore infelice, ripercorre la sua vita, intrisa di avventure e con un compagno di viaggio di tutto rispetto: Esopo.
Mi sono ispirata spesso alle poesie di Saffo, nelle quali riesce a descrivere in maniera molto emozionante e veritiera l'amore per l'arte, per la poesia, per il canto e per un'altra persona.
Nei miei testi mi immagino Saffo mentre coltivava i suoi interessi, la poesia e la musica.
Leggendo i libri di Isabel Allende, quando denunciava gli orrori della dittatura nel suo paese e tracciava indimenticabili figure femminili, ho scritto alcune liriche, in particolare "Il Natale nascosto" e "canto di un rifugiato".
Ho dedicato alcune poesie all'amore nelle sue varie forme, sia quello complice, corrisposto o sofferto e segreto, degli innamorati, sia quello per le persone care, sia l'amore per la natura, ispirandomi a poeti famosi quali Rabindranath Tagore, Pablo Neruda, Nazim Hikmet, Emily Dickinson e Percy Bysshe Shelley.
Concludo, ringraziando mia sorella Valentina, autrice della foto in copertina, scattata a Marina di Pisa, in un giorno d'estate.
Vi saluto, con una breve composizione con la quale ho partecipato ad un concorso "Premio Laurentum 2011 in cui ho tentato di definire cosa significa per me la poesia:
"Uno spruzzo di mare,
che si frange in melodia,
una rima da baciare:
ecco la poesia;
copiosa fonte, che danza e brilla,
fruscìo di seta, da offrire ad una stella."
Siena: La prevenzione vera salva la vista
Risultati settimana mondiale del glaucoma
Cari cittadini, signori amministratori, responsabili organi di informazione,
con la presente comunicazione vi informo dei risultati ottenuti con la settimana mondiale del glaucoma organizzata in collaborazione con:
l'unità complessa di oftalmologia dell'Escotte diretta dal professor Motolese e con i day service glaucoma diretto dal dottor paolo Frezzotti;
l'assessore Ferretti del comune di Siena;
la croce rossa e la sede locale dell'agenzia internazionale per la prevenzione della cecità;
la direzione sanitaria del policlinico;
gli infermieri;
il Siena Calcio e la Mensana Basket.
Anche questa volta ritengo siamo di fronte a un successo sia per la qualità dei professionisti messi in campo, sia per i risultati clinici ma è sicuramente un successo sul piano dell'immagine per la nostra organizzazione.
Questa è azione concreta a favore dei cittadini e per questo ancora una volta invito tutti a diffidare da quanti si riempiono la bocca di prevenzione e di ricerca.
Prego gli organi di informazione di diffondere i dati che riporto in coda a questo messaggio perché sono altamente significativi.
L'attività si è svolta con l'esecuzione di 582 prestazioni tra visite di screening, visite ambulatoriali, esami perimetrici, esami di analisi sulla morfologia del nervo ottico e curve tonometriche. Questo lavoro ha permesso di porre diagnosi di glaucoma in 13 persone (2.8%) potendo iniziare le cure atte ad impedire la comparsa o l'aggravamento del danno funzionale visivo legato alla malattia (che una volta insorto è irreversibile!). In altre 15 persone già affette da glaucoma (3.3%) è stato necessario modificare la terapia perché insufficiente o mal tollerata. A questi vanno aggiunte altre 8 persone (1.7%) per le quali sono necessari ulteriori approfondimenti strumentali per arrivare alla diagnosi. Possiamo concludere dicendo, che il nostro sforzo comune, ha permesso a 36 persone (7.8%) di difendersi da una malattia, il glaucoma, che se tardivamente diagnosticata porta a cecità.
Napoli: Salvaguardiamo i nostri occhi
Ottima riuscita dell'iniziativa di prevenzione della cecità
Nei giorni 3 e 4 aprile 2012 a Napoli, nella centralissima via Duomo, si è svolta con ottimi risultati l'iniziativa "Salvaguardiamo i nostri occhi" che la locale sezione dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ha organizzato in collaborazione al club Rotaract Napoli sud ovest e con il patrocinio dell'Amministrazione Comunale. In particolare l'unità mobile oftalmica è stata parcheggiata all'esterno dell'istituto comprensivo Ristori e gli oculisti volontari Vittorio Buongiorno e Mario Germanò hanno effettuato un controllo visivo a più di 150 alunni frequentanti la prima e la seconda elementare, segnalando agli insegnanti, ove necessario, le problematiche riscontrate. Durante la 2 giorni, diverse autorità cittadine hanno visitato la struttura oftalmica mobile e in particolare l'Assessore alla pubblica istruzione del capoluogo partenopeo Annamaria Palmieri, si è impegnata a far sì che le campagne di prevenzione della cecità diventino sistematiche e vengano organizzate soprattutto per gli alunni frequentanti le scuole situate nei quartieri più popolari della città. I volontari dell'Unione Ciechi, inoltre, hanno distribuito ai numerosi passanti, materiale informativo sulla prevenzione del glaucoma, patologia che se diagnosticata in tempo, può essere curata. A conclusione della manifestazione, i soci del Rotaract hanno partecipato ad una cena al buio, durante il quale hanno potuto scoprire attraverso l'utilizzo di tutti i sensi, il mondo dei non vedenti, che per molti di loro, era sconosciuto fino a quel momento.
Siena: Visitiamola al buio
Percorso al buio fra i tesori di Siena
Sulle tracce del turismo dei suoni
Sabato 14 aprile, alle ore 17,30 si svolgerà una iniziativa socio-culturale per proporre ai cittadini e agli amministratori un modo nuovo di vivere la città di Siena.
Il percorso partirà da piazza del campo e terminerà in piazza del campo.
A conclusione si terrà un breve incontro
Si può partecipare previa prenotazione meglio se con un amico o familiare, telefonando o scrivendo ai seguenti recapiti:
Cell. 3394581400 email: presidenteuicsi@gmail.com.
Il percorso, che non verrà svelato prima, sarà affrontato in coppia e uno dei due visitatori sarà bendato all'andata del percorso e l'altro al ritorno.
Avremo una guida e del personale di assistenza.
Programma:
ore 17,30 – ritrovo in piazza del campo davanti a palazzo pubblico;
ore 18 inizio del percorso;
ore 19,30 incontro di verifica del percorso nel ristorante il Bandierino;
ore 20 pizzata al buio.
Note importanti
Ogni partecipante deve munirsi di una benda nera non trasparente;
la partecipazione alla pizzata costa euro 15 e ci si può prenotare anche alla partenza della passeggiata.
Sostegno psicologico ai genitori dei ragazzi ciechi e ipovedenti
A. Sportello telefonico per il sostegno psico-pedagogico ai genitori dei ragazzi ciechi e ipovedenti.
In che modo assistere ed educare un figlio con problemi visivi? Qual è l'atteggiamento corretto? Come incoraggiarlo ad essere protagonista della sua vita? Come si può evitare l'aggravamento del trauma psicologico?
Queste sono alcune delle domande che più frequentemente si pongono i genitori che si trovano ad iniziare una vita con un figlio cieco o ipovedente. Le difficoltà aumentano quando si tenta di trovare le risposte in una condizione emotiva di elevato stress.
Al fine di dare una prima risposta, l'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ha deciso di creare un servizio di Sostegno psicologico attraverso il quale offrire ai genitori dei ragazzi ciechi e ipovedenti (soci e non soci) un contatto telefonico con un interlocutore qualificato, che possa aiutarli a districarsi tra le numerose difficoltà connesse alla disabilità visiva del proprio figlio.
B. Chi risponderà.
Alle telefonate risponderanno professionisti psicologi che, avendo maturato negli anni esperienza nel campo della disabilità visiva (lavorando con persone cieche o ipovedenti e con i loro familiari), hanno le competenze per aiutare il genitore a identificare i propri bisogni e per valutare quale sia il tipo di intervento più adatto a rispondere ad essi (psicologico, pedagogico, assistenziale ecc.).
C. Come funziona.
Per accedere al servizio è necessario contattare, in base alla propria regione di residenza, il professionista al numero, nei giorni e negli orari indicati di seguito.
Ogni genitore avrà a disposizione un massimo di due colloqui telefonici, al termine dei quali, dopo un'analisi dei bisogni compiuta con il professionista che risponderà alla telefonata, gli verranno date indicazioni circa la persona e/o il servizio che meglio risponde alle sue esigenze.
D. Giorni e orari di apertura del servizio.
Liguria, Lombardia, Piemonte, Valle d'Aosta
Katia Caravello
Ogni 2° e 4° mercoledì del mese
Dalle 10 alle 12
3773048009
Abruzzo, Lazio, Molise, Umbria
Maria Luisa Gargiulo
Tutti i mercoledì
Dalle 15:30 alle 16:30
3312211375
Basilicata, Campania, Toscana, Puglia
Vincenzo Rotolo
Ogni 1° e 3° venerdì del mese
Dalle 16:00 alle 19:00
0804974224
3334328108
Calabria, Marche, Sardegna, Sicilia
Giovanna Virga
Ogni 2° e 4° lunedì del mese
Dalle 9:00 alle 11:00
337899416
Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, Veneto
Roberta Zumiani
Ogni 2° e 4° venerdì del mese
Dalle 8.30 alle 10.30
04611959595
Parla con l’Unione: “Sportello telefonico per il sostegno psico-pedagogico ai genitori dei ragazzi ciechi e ipovedenti” – giovedì 12 aprile 2012 – ore 16,00
I settori Informazione e comunicazione, Stampa sonora e Libro Parlato, in collaborazione con il Gruppo di sostegno psicologico ai genitori dei ragazzi ciechi e ipovedenti organizzano per giovedì 12 aprile 2012, con inizio alle ore 16,00 una trasmissione online dal titolo: "Sportello telefonico per il sostegno psico-pedagogico ai genitori dei ragazzi ciechi e ipovedenti" rivolta a soci e non.
La trasmissione sarà condotta da Luisa Bartolucci e vedrà la partecipazione, tra gli altri, del componente la Direzione Nazionale sig. Luigi Gelmini, responsabile del Gruppo, della dott.ssa Katia Caravello, della dott.ssa Maria Luisa Gargiulo, del dott. Vincenzo Rotolo, della dott.ssa Giovanna Virga, della dott.ssa Roberta Zumiani.
Nel corso del programma si procederà alla presentazione di questo importante nuovo servizio e verranno date indicazioni specifiche ai Presidenti regionali per la corretta individuazione di referenti territoriali.
Saranno inoltre fornite risposte ai quesiti degli ascoltatori i quali potranno scegliere diverse modalità di intervento: tramite telefono contattando durante la diretta il numero di telefono 06 69988353 o inviando e-mail anche nei giorni precedenti la trasmissione all'indirizzo: diretta@uiciechi.it oppure compilando l'apposito form della rubrica "Parla con l'Unione".
Per collegarsi al link di Parla con l'Unione sarà sufficiente digitare la seguente stringa: http://www.uiciechi.it/radio/radio.asp.
Quanti desiderassero prendere parte alla trasmissione per portare un contributo o esprimere un'opinione ma non fossero in condizione o in grado di collegarsi online, potranno contattare, nei giorni immediatamente precedenti, la sig.ra Mariolina Lombardi ai numeri telefonici 06 69988376 o 06 69988411 e, lasciando il proprio recapito telefonico, verranno richiamati nel corso del programma.
Vi attendiamo numerosi!
Si pregano le strutture in indirizzo di dare la massima diffusione alla presente circolare anche e soprattutto tra i genitori dei nostri associati e non e di favorire nelle Sezioni la creazione di folti gruppi di ascolto.
Cordiali saluti.
Il Presidente Nazionale
prof. Tommaso Daniele
Ciechi e falsi ciechi: che confusione
Domenica 1 aprile nella trasmissione condotta da Massimo Giletti, che va in onda alle ore 14.00 su Rai 1, tutta Italia ha potuto assistere ad un'altra pagina a dir poco negativa della campagna mediatica che scredita, e non poco, i portatori di disabilità. Ieri si parlava, ancora una volta, del caso di una presunta falsa cieca scoperta dalla guardia di finanza in Emilia Romagna. In particolare sono state mandate in onda immagini che mostravano la signora, cieca assoluta, che tranquillamente guidava una bicicletta. Si è aperto dunque un dibattito che, nonostante la difesa tentata da un oculista e 2 avvocati di parte della presunta truffatrice, si è puntato il dito contro i falsi invalidi e i falsi ciechi. Fin qui nulla questio, sembrerebbe tutto normale per un talk show che cerca di far venire a galla i problemi che affliggono il paese. Il problema è che ancora una volta il dibattito è stato a dir poco monco è incompleto. Gli intervenuti, infatti a partire dal conduttore Giletti, parlando della categoria dei ciechi, hanno dato una serie di informazioni imprecise e hanno fatto intervenire in trasmissione, in rappresentanza dei ciechi, un certo Signor Pasqualino, una persona qualunque, la quale nonostante sia rispettabilissima, sicuramente non rappresenta i ciechi italiani, come avrebbe potuto farlo con una maggiore cognizione di causa, un dirigente dell'Unione. Ancora una volta si è dato un peso incredibile ad una presunta falsa cieca, ma non vengono tenute in alcun conto dai media le difficoltà che incontrano i veri disabili e in specie i veri ciechi assoluti e parziali. Ma quanti sono i ciechi a cui l'INPS ingiustamente ha revocato le indennità spettanti? Quante sono le situazioni di estremo ritardo con cui gli organi preposti riconoscono lo status di cecità di un cittadino? Quali sono i disagi e le umiliazioni che un vero cieco deve subbire a causa di procedure sbagliate e medici che fanno parte delle commissioni sanitarie senza avere alcuna competenza in materia oculistica? Certo in un periodo di crisi economica è davvero più semplice fare audience parlando di presunti falsi invalidi, piuttosto che parlare di uno stato sociale che ormai non esiste quasi più. A noi dirigenti dell'Unione tocca sempre di più l'arduo compito di sensibilizzare con tutti i mezzi possibili l'intera popolazione dei cosiddetti normodotati al fine di far comprendere loro limiti e potenzialità dei minorati della vista.