L’uomo venuto da lontano, di Morena Burattini

Autore: Morena Burattini

Sono Morena Burattini, una ragazza non vedente ho avuto il piacere e la fortuna d’incontrare Sua Santità Papa Francesco. Ci siamo incontrati durante la Sua visita presso la Parrocchia dell’infernetto e in quell’occasione gli ho detto e promesso che gli avrei fatto una sorpresa. Ed ora, come promesso, eccomi a mantenerla! Nel nostro breve, ma intenso incontro (almeno per me) sono riuscita a farlo sorridere, perché gli ho confidato che quando lo vedo (si fa per dire…) e sento in televisione mi viene da chiamarlo con un simpatico nome: PAPETTO! Dopo questa confidenza lui ha fatto un bellissimo sorriso ripetendo ad alta voce il nome da me simpaticamente inventato nei Suoi confronti. Nelle ore seguenti all’incontro, ho avvertito in me un senso di pace e tanta serenità. E credo che sia questa la Sua forza nei confronti delle persone fedeli e non. Quindi sono stata ancora più convinta a realizzare il mio progetto per lui!
La mia vera storia inizia a 16 anni quando sono diventata non vedente assoluta.
Da quel momento non ho perso la voglia di fare: pratico sport da sempre, sono stata campionessa italiana di nuoto e di sci alpino, sono brevettata FIPSAS per le attività subacquee e adoro andare a cavallo.
Sono anche operatrice shiatsu.
Ma la mia più grande passione è in assoluto il canto e, nel 2003, ho realizzato un cd con canzoni scritte e cantate da me.
Ho voluto creare un’associazione, la MONLUS ONLUS, proprio per condividere con gli altri la mia esperienza di tutti questi anni, perché credo fortemente nella condivisione e non nella chiusura verso il mondo esterno soprattutto per chi vive la mia stessa condizione.
Il mio sogno è quello di far diventare “grande” la mia MONLUS e farla lavorare in maniera efficiente per realizzare progetti concreti ed utili, a scopo benefico.
Essendo io stessa affetta ormai da tempo da cecità, so bene quanto sia difficile affrontare giorno dopo giorno, la vita quotidiana. Per questo motivo la mia associazione ha realizzato, lo scorso dicembre, una staffetta di nuoto solidale con lo scopo di raccogliere fondi per il “Progetto RIDARE LA LUCE”, con lo scopo:
– dell’invio di personale medico altamente qualificato per consentire il recupero della vista di adulti e bambini in Africa;
– la formazione professionale di personale medico ed infermieristico
Del posto che consente agli stessi di operare autonomamente.
Sempre nel campo delle malattie oculari saremo impegnati, il prossimo 6 giugno con la III staffetta di nuoto solidale per cercare di raccogliere fondi per lo studio e la ricerca di attività clinica e chirurgica. Dopo l’incontro, con sua Santità, mi è venuta l’illuminazione!
E’ nata, infatti, l’idea di scrivere una canzone dedicata alla Sua persona ed al Suo operato.
E proprio per la mia esperienza, la mia passione, la mia voglia di fare e per la mia apertura verso gli altri, ho pensato che il mio brano potesse trasformarsi in un cd intitolato: “L’UOMO VENUTO DA LONTANO”. Un cd che nasce come inno di speranza, sostegno ed aiuto per i più deboli e sofferenti nel corpo e nello spirito.
L’idea è quella di avere un aiuto nella divulgazione e distribuzione del cd, realizzato in due lingue: italiano e spagnolo, più un brano dedicato alla città di Roma, che è adesso anche quella di Papa Francesco! E la mia.
Ho gia spedito per posta Ordinaria un cd a sua santità e mercoledì 03 giugno 2015 in occasione dell’incontro settimanale sono riuscita a consegnarglielo tra le mani.
Avrei piacere se fosse possibile, fare con voi un’intervista per parlare e far ascoltare il mio brano che con amore, ho voluto dedicare al nostro Papa.

Opere dei lettori: Storia di Belle, da cane guida a nurse per i vitellini, di Angela Mazzetti

Autore: Angela Mazzetti

Giovedì 16 ottobre la Giornata nazionale del cane guida. La sezione varesina dell’Uici regala una storia eccezionale per ricordare l’importanza di questi animali, spesso non abbastanza considerati

Sono nata a Carnago in una grande fattoria, da Tea, una splendida Collie che tanto assomigliava alla famosissima Lessie, insieme a ben 7 fratelli.
Abbiamo vissuto per due mesi tutti insieme con la nostra mamma; poi, uno dopo l’altro mi hanno lasciata sola. Arrivava infatti qualcuno che ci guardava, ci accarezzava e poi sceglieva chi portarsi via. Ero una bellissima cucciola, sapevo di essere intelligente, ma venivo regolarmente scartata. Rimasi così con mamma Tea e con gli altri cani della fattoria a vivere la mia vita, educata dai proprietari, ma soprattutto dalla mia mamma che non mi perdeva mai di vista e mi insegnava tante cose.
Ero vivace, curiosa, mi piaceva correre all’impazzata nel bosco, giocare a palla con i bambini, spingendola non con il muso, ma, come facevano loro, con i piedi, che per me erano le zampe.
Mi piaceva però più di tutto uscire dal grande cortile dalla parte della strada, una strada molto pericolosa, perché le macchine andavano a grande velocità; una volta che lo feci, rischiai di essere travolta e venni punita molto severamente, ma imparai ad obbedire. Vissi così per un anno. Venne una signora che mi coccolò per un poco, mi mise il guinzaglio e, insieme ai padroni mi fece fare un giro fino al bosco. Tornò altre volte e io mi chiedevo perché non mi portasse con sé. A farlo invece fu un signore che mi fece camminare al guinzaglio, disse che sarei diventato un “cane guida”, mi caricò su un pulmino e mi fece fare un viaggio che a me parve interminabile. Da quel momento in poi la mia vita fu davvero dura. Per tantissime ore della giornata rimanevo chiusa in un box; non più giochi spensierati ma esercizi prima a “corpo libero“ poi imprigionata dentro una “cosa“ che il mio addestratore chiamava guida. Mi facevano camminare attraverso strani labirinti, su e giù per scale e sopra un ponte ondeggiante. Finiti gli esercizi mi lasciavano passeggiare un poco nel parco e mi rimettevano dentro nella mia prigione. In seguito vennero esperienze ben più difficili: imbrigliata nella guida, fui portata sulle strade intorno alla scuola e nella città vicina.
Conobbi treni, la metropolitana e dovetti imparare a badare al movimento delle macchine prima di tentare un attraversamento, guidando il mio addestratore che simulava di essere non vedente. Di tanto in tanto ricompariva la signora che avevo conosciuto in fattoria. Mi coccolava, mi parlava, io le rispondevo leccandole le mani e facendole pipì sui piedi in segno di gioia. Divenni brava e sempre più sicura di me, anche se continuavo a non capire bene a che cosa servisse tutto quel lavoro. Lo compresi invece quando la solita signora venne, mi fece salire sulla sua macchina e mi portò a casa sua. Conobbi l’ascensore, non trovai il giardino però lei stava sempre con me, uscivamo insieme e dopo i primi giorni che servirono a farmi capire che dovevo obbedirle e non scappare (ma non ne sentivo più il desiderio), mi portò a correre nei prati e mi insegnò a girare per tutto il paese entrando nei negozi, frequentando la biblioteca e salendo sugli autobus e sui treni.
Furono anni proprio belli: la gente mi festeggiava, mi voleva bene ma soprattutto tra me e la mia padrona si era creato un rapporto di reciproca fiducia e affetto inscindibile. Non avevamo bisogno di parole, per capirci bastava un gesto ed entrambe capivamo come comportarci. Io mi sentivo responsabile, importante, ma sapevo di poterlo essere proprio perché era da lei che ricevevo indicazioni e sostegno. La sua fiducia era la mia sicurezza.
Insieme realizzammo progetti belli ed utili a tante altre persone. Passarono gli anni ed incominciai ad invecchiare: prima nei prati correvo e saltavo con la leggerezza e la grazia di un puledro, ma poi iniziarono le difficoltà. Mi accorsi di vederci poco e di perdere la memoria. Avevo 14 anni e quando ero libera facevo fatica a ritornare accanto alla mia padrona perché perdevo l’orientamento. Venni riportata alla fattoria della mia infanzia. Fu un grande dolore, ma per fortuna trovai un altro modo per essere utile, diventando la nurse dei vitellini a cui facevo compagnia e pulivo il muso dopo la poppata.
La morte mi ha colto nel sonno ed ecco il mio testamento: bisogna che ci siano tanti cani guida, perché danno autonomia alle persone che non vedono e gioia a noi. Dobbiamo però essere rispettati nel nostro lavoro e non, come troppo spesso accade, mandati fuori col nostro padrone dal ristorante, dal supermercato o dall’autobus. Non siamo degli intrusi e nemmeno dei giocattoli da incuriosire e coccolare. Siamo creature che hanno un lavoro e un dovere da compiere che non deve mai essere ostacolato.

Poesia “Diverso”

Autore: Luisa Tedesco

Diverso, diverso, diverso.

Diverso da chi?

 Diverso perché le mie gambe non funzionano più come le tue,

e sono costretto a vivere su una sedia a rotelle.

 Diverso perché a causa di un incidente sul lavoro non più due mani come te,

e non posso più fare quel lavoro.

… E a 50 anni chi me lo dà un nuovo lavoro in queste condizioni!?!

 Diverso perché sono nato con un cromosoma in più,

per questo ho gli occhi a mandorla e la mia bocca resta sempre aperta;

a differenza della tua che resta invece sempre chiusa

pur di non entrare in relazione con me.

 Diverso perché una malattia rara mi ha portato via gli occhi,

ed ora vivo nel buio

solo in compagnia del mio bastone bianco

eternamente etichettato dai tuoi occhi di vedente.

 Diverso perché a 12 anni mi sono lasciata affascinare dall’amore,

ed ora mi ritrovo con un figlio che è quasi mio coetaneo.

 Diverso perché ho deciso di abortire,

sapendo di non poter dare nessun futuro

a quel nuovo essere umano.

 Diverso perché sono figlio della violenza,

e nonostante questo mia madre ha avuto il coraggio

di crescermi con dignità.

 Diverso perché non ho una laurea da mostrare,

mentre tu ne hai tante nel tuo studio, tutte in bella vista!

Ma la vita di ogni giorno non ha bisogno di lauree

per amare, odiare o fare quello che ti pare.

 Diverso perché il mio dio si chiama Gesù,

mentre il tuo Allah e il suo, addirittura, non ha nome.

 Diverso perché io amo il rosso,

invece tu preferisci il nero.

 Diverso perché parlo una lingua che tu non comprendi.

 Diverso perché tuo padre è imprenditore,

mentre il mio è un semplice muratore.

 Diverso, diverso, diverso.

Ma diverso da chi?

 Il nostro pianeta è come un’immensa foresta,

dove gli esseri umani solo gli alberi che la popolano.

Ma tra gli alberi non c’è differenza:

noi chiamiamo “albero”

sia quello che ha le foglie piccole

che quello che ce l’ha grandi.

Per noi è “albero”

sia quello appena piantato

sia quello che si avvia al termine della sua vita.

E “albero” quello che ha un tronco così grande

che non riusciamo ad abbracciarlo,

così come quello che ha un tronco sottile come un fuscello.

 Tra gli alberi non c’è differenza.

 Allora dov’è la diversità?

E’ nel colore dei loro fiori,

nel profumo delle stagioni

e nel gusto aspro o dolce dei loro frutti.

 Così tra gli uomini:

l’unica differenza

dovrebbe essere il ricordo che lasciano nel cuore di chi li ama,

una volta che se ne sono andati.

Dovrebbero essere le solide basi che costruiscono con le loro gesta,

le decisioni che cambiano il mondo o salvano delle vite.

La diversità dovrebbe essere nel merito e nel talento,

nell’amore donato e in quello ricevuto,

nel sorriso che resta oltre la vita

e in quel profumo di magia

che trasforma chiunque gli sta vicino.

 Un albero non è diverso da un altro

se ha un ramo in meno,

se ha 4 radici ramificanti invece di 5,

se fa 10 frutti o ne fa solo 2.

Tra gli alberi non c’è differenza.

 L’essere umano invece

si impegna con tutte le sue forze

per far sentire l’altro diverso da sé.

 Diverso, diverso, diverso.

Ma diverso, perché?

Invito al concerto

Autore: Matteo Tiraboschi

Ciao a tutti sono Matteo Tiraboschi.
Vi aspetto tutti quanti il 18 giugno al teatro Donizetti a Bergamo, ore 21 terrò un concerto accompagnato dalla new pop orchestra diretta dal maestro Alfredo Conti. Consta più di 80 elementi. E presenteranno la serata il cantautore Enrico Ruggeri che canterà con me coadiuvato dalla showgirl Benedetta Mazza, terzo posto a Miss Italia. Per info sui biglietti tenete d'occhio il sito www.outrecordingeventi.com o il mio sito Matteotiraboschihi.com o il mio facebook Matteo Tiraboschi o su tiketone.it
Grazie vi aspetto in tanti.
Il mio sogno è diventato realtà.
 

Premio Letterario Internazionale Mondolibro

Autore: Marco Delbucchia

(XIV Edizione)
Organizzato da:

Agenzia letteraria Mondolibro (www.mondolibro.net)
Associazione Culturale Gruppo Laico di Ricerca (www.gruppolaico.it)
e
Cromosema  edizioni (www.cromosema.it/ars)
in collaborazione con
LIPU CHM – Ostia Parchi Letterari P.P. Pasolini 
Associazione Garibaldini per l'Italia (www.garibaldini.com)
Bless Children's Foundation (www.blessingchildren.org),

         Una Giuria di esperti di settore, presieduta da Maria Grazia Greco (direttore responsabile Mondolibro), Bruno Leonarduzzi (GLR) e Alfredo Meleleo (direttore editoriale casa editrice Cromosema ), ha assegnato il secondo premio per la categoria Narrativa al nostro Tiziano Storai, per l'opera
La valle delle nebbie.
Segue scheda di presentazione dell'opera.

Presentazione La valle delle nebbie.pdf
Tiziano Storai
La valle delle nebbie
Romanzo storico

Marco  Delbucchia Editore

www.delbucchia.it
Pagine 320
Euro 17,00
Il libro
Estate 1315. Nella piana racchiusa fra le propaggini del padule ed i colli di Buggiano, di Montecatini e di Monsummano, i ghibellini pisani e lucchesi (capitanati da Uguccione della Faggiuola e da Castruccio Castracani degli Antelminelli) si scontrano con i guelfi fiorentini di parte nera (guidati dal Principe Filippo d'Angiò) in una battaglia non meno epica delle piú celebrate Campaldino e Montaperti. In quegli stessi giorni e in quelle stesse terre, l'originale dell'Inferno – la prima cantica della Comedia dantesca affronta un imprevedibile ed avventuroso viaggio.
Attraverso i pochi frammenti di una "cronica" attribuita al giovane Ugolino da Montecatini (diventato in seguito uno dei piú eminenti intellettuali della Valdinievole medievale e del primo rinascimento) e attraverso le avventure del cavaliere Maurice de Lavalle, l'autore ci propone una ricostruzione di quell'intreccio storico-letterario da cui la Valdinievole del XIV secolo si erge quale protagonista assoluta di un cruciale momento storico. Con la sua natura, la sua gente, le sue leggende.
Ma dove termina il vero e inizia il verosimile?

L'autore
Tiziano Storai è nato a Figline Valdarno. Una grave patologia lo ha portato alla perdita progressiva della vista. Grazie alla moderna tecnologia ha potuto però continuare a dedicarsi alle sue molteplici attività: la ricerca e la divulgazione scientifica (è autore di numerosi articoli sulla biologia marina pubblicati sulle piú importanti riviste del settore), l'impegno sociale, la vela e – ovviamente – la storia e la letteratura.

Come ordinare
Inviare una email a ordini@delbucchia.it in cui indicare:

il numero delle copie richieste;

il nominativo e l'indirizzo a cui spedire il/i libro/i.
Come pagare
Si può pagare nei seguenti modi:

in contrassegno (all'importo dovuto verranno sommati tre euro quale contributo alle spese di spedizione);

con bonifico anticipato o bollettino anticipato (c/c postale 7825259 intestato a Marco Del Bucchia S.A.S. – iban IT77 D076 0113 7000 0000 7825 259) non verrà sommato nessun importo quale contributo alle spese di spedizione.
Per informazioni
Per qualsiasi informazione è possibile telefonare al numero
346 1656742.

Presentazione del libro “I sogni nel cassetto”

Autore: Antonella Iacoponi

Il libro di cui sto per parlarvi si intitola "I sogni nel cassetto" e contiene la maggior parte delle poesie che ho scritto fino ad ora. Lo immagino come un cassetto che custodisce i sogni perché ogni mia poesia è un sogno, una pagina bianca, che pian piano, magicamente, prende vita, grazie alla fantasia, e all'amore per ciò che ci circonda: la natura, le persone care, il nostro paese, l'arte, la storia, la mitologia.
Le mie poesie mi hanno portato ad affrontare degli immaginari viaggi, tra sogno e realtà, sia in luoghi reali ed attuali come le Alpi, la Finlandia, l'Afghanistan, Istanbul sia nell'antichità storica e mitologica come l'antico Egitto, il monte Elicona in Grecia, Troia.
Molte delle poesie qui raccolte, vincitrici di premi prestigiosi, sono apparse in periodici on line, ed audio riviste, a cura dell'Unione Italiana Ciechi.
La mia passione per la lettura è iniziata sin da quando ero piccola con testi di narrativa e di poesia.
Nel corso degli anni i miei studi universitari e l'interesse per la magistratura mi hanno condotto alla scrittura di testi giuridici, specialmente quando, dopo la laurea in giurisprudenza. ho frequentato una scuola in preparazione al concorso in magistratura.
Nello stesso periodo, sia per distrarmi dagli impegni quotidiani e un po' per caso ho iniziato a comporre poesie.
Questa passione si è,per così dire,accresciuta, visti gli inaspettati successi conseguiti ai concorsi, ai quali ho partecipato e mi ha permesso di conoscere numerose persone e di ampliare la mia cultura dato che mi documentavo sugli argomenti che volevo trattare.
In particolare i miei primi testi, sono stati ispirati da uno dei miei grandi interessi, la storia, che coltivavo già da tempo.
La mia prima poesia è stata infatti dedicata alla seconda guerra mondiale e si intitola "Un alpino in Russia". In questi versi ho descritto l'ambientazione storica, le atmosfere di quell'epoca come io le ho interpretate ed immaginate e sperando di renderle al meglio in modo da far immedesimare i miei lettori. Uno di questi, un mio caro amico, mi ha fatto credere di esserci riuscita con queste semplici parole "mi sembrava di essere lì".
Allora non credevo che la mia passione letteraria sarebbe proseguita così a lungo fino a diventare una parte importante della mia vita.
Con "Un alpino in Russia" ho partecipato al mio primo concorso a Rivalto, uno stupendo borgo in collina, una copiosa fonte di poesie.
Ho preso parte con grande gioia a tutte le altre edizioni del concorso svoltesi nel corso degli anni: ho sempre vinto dei premi ed ho fatto la conoscenza di persone appassionate di poesia come me, con le quali ho condiviso dei bei momenti.
Data la mia passione per la storia, mi sono ispirata all'antica Roma e mi sono immedesimata nel periodo storico ed in particolare nella poesia "Parole amare" ho rivissuto il dolore e l'amarezza dell'imperatore Tiberio, un uomo che, in seguito a lunghe riflessioni, accettò con molta umiltà, la cura dello Stato e malgrado tutto dallo stesso fu tradito ed abbandonato.
Questa figura storica è stata giustamente rivalutata dalla storiografia moderna mentre nell'epoca in cui è vissuto non venne apprezzato nonostante secondo me il suo comportamento sia ancora attuale e potrebbe, anzi,  essere di ispirazione e di insegnamento.
In occasione delle celebrazioni per i 150 anni dall'unità d'Italia svoltesi l'anno scorso ho scritto una poesia intitolata "Cara Italia" che ho letto il 17 marzo 2011, al teatro Verdi a Pisa, in una commovente e suggestiva cerimonia e che ho dedicato a tutti coloro che hanno lottato e che ancora combattono per il bene della patria.
"son così tanti i figli che hai stretto al petto,
e che han ricambiato il tuo amore con la vita,
il sangue… lava dal suolo ogni macchia, ogni ferita
quanti ricordi, frammenti di storia!
Molti emigranti han versato lacrime amare,
spargendo nel mondo la tua gloria,
il rimpianto per gli affetti, la terra, il mare,…"
In un evento analogo ho vissuto un'emozione veramente intensa, ovvero durante la premiazione del XXV Concorso Letterario Internazionale Giovanni Gronchi a Pontedera al quale ho partecipato con la poesia intitolata "Redipuglia" e dedicata alle "anime care" che hanno donato la vita e che riposano nell'omonimo sacrario: in quella circostanza, ho vinto la medaglia della Presidenza della Repubblica, della quale conservo un caro ricordo.
Mi sono lasciata guidare da alcune delle mie autrici preferite per affrontare diverse tematiche, ad esempio ho dedicato alcune composizioni alla mia poetessa preferita, Saffo. Per conoscerla meglio ho letto un libro bellissimo di Erika Jong, "Il salto di Saffo", in cui la poetessa, volendo gettarsi da una rupe, in seguito ad un amore infelice, ripercorre la sua vita, intrisa di avventure e con un compagno di viaggio di tutto rispetto: Esopo.
Mi sono ispirata spesso alle poesie di Saffo, nelle quali riesce a descrivere in maniera molto emozionante e veritiera l'amore per l'arte, per la poesia, per il canto e per un'altra persona.
Nei miei testi mi immagino Saffo mentre coltivava i suoi interessi, la poesia e la musica.
Leggendo i libri di Isabel Allende, quando denunciava gli orrori della dittatura nel suo paese e tracciava indimenticabili figure femminili, ho scritto alcune liriche, in particolare "Il Natale nascosto" e "canto di un rifugiato".
Ho dedicato alcune poesie all'amore nelle sue varie forme, sia quello complice, corrisposto o sofferto e segreto, degli innamorati, sia quello per le persone care, sia l'amore per la natura,  ispirandomi a poeti famosi quali Rabindranath Tagore, Pablo Neruda, Nazim Hikmet, Emily Dickinson e Percy Bysshe Shelley.
Concludo, ringraziando mia sorella Valentina, autrice della foto in copertina, scattata a Marina di Pisa, in un giorno d'estate.
Vi saluto, con una breve composizione con la quale ho partecipato ad un concorso "Premio Laurentum 2011 in cui ho tentato di definire cosa significa per me la poesia:
"Uno spruzzo di mare,
che si frange in melodia,
una rima da baciare:
ecco la poesia;
copiosa fonte, che danza e brilla,
fruscìo di seta, da offrire ad una stella."