Firenze: Lotta ai falsi ciechi e diritti dei ciechi veri

Autore: Antonio Quatraro

Da Firenze riceviamo:
Sono stato ricevuto dal Procuratore della Repubblica di Firenze, dottor Quattrocchi.
Ero assistito da Laura Corsi, vicepresidente della Associazione Nazionale degli Istruttori di Orientamento e Mobilità (ANIOM) e operatrice presso il nostro centro regionale per la riabilitazione visiva.
Il Procuratore ci ha ricevuti con cortesia e cordialità, e soprattutto ci ha ascoltati per tutto il tempo necessario.
Io ho iniziato illustrando la Legge 138/2001, sottolineando come il senso comune non sempre coincide con il dettato della Legge stessa, in relazione alla categoria dei ciechi totali, che comprende anche quei soggetti con un campo visivo non superiore al 3%.
Laura Corsi, con l'aiuto anche di un breve filmato, ha spiegato meglio e dimostrato cosa è la visione tubolare.
Poi ho spostato la discussione sulle procedure di valutazione, ricordando l'iter burocratico necessario per l'accertamento e poi per le verifiche. La condizione di disabilità visiva deve essere certificata da un oculista di struttura pubblica e non da un medico qualsiasi, particolare questo che non sempre viene considerato anche dalle ASL e dall'INPS.
Anche alla luce degli ultimi episodi, ho ribadito al Procuratore generale da un lato la nostra ferma intenzione di collaborare con l'Amministrazione nella lotta ai falsi ciechi, e ho confermato la nostra intenzione di costituirci parte civile in sede processuale; d'altro canto ho fatto presente che le forze dell'ordine possono non avere la preparazione specifica per valutare se il soggetto preso di mira, classificato come cieco assoluto, lo sia davvero.
Ho suggerito quindi di coinvolgere anche persone esperte, citando specificatamente i centri per la riabilitazione visiva.
I falsi ciechi, ho tenuto a precisare, ci danneggiano per 2 motivi: a) perché sottraggono risorse a quelli veri; b) perché disorientano l'opinione pubblica. Non ho mancato però di lamentare il fatto che questo problema da molti mesi è divenuto un comodo pretesto per stornare l'attenzione da storture ben più gravi che affliggono il nostro Paese.

Il Procuratore, dopo averci ascoltati, ci ha richiesto di inviare una breve memoria, corredata dalla Legge 138/2001 e dalle indicazioni dei centri che a nostro avviso potrebbero contribuire ad una valutazione meno approssimata dei casi dubbi.

Non vi nascondo la mia soddisfazione, perché nel dott. Quattrocchi abbiamo trovato un funzionario sensibile e disposto a valorizzare le nostre competenze e la nostra esperienza.

 

Salerno: S. Valentino Torio, dalla Scuola G. Mazzini buone prassi che fanno bene

Autore: Vincenzo Massa

S. Valentino Torio è un paese di oltre diecimila anime nella parte nord della provincia di Salerno che pure fra grandi difficoltà oggi può vantare di aver scritto una bella pagina in favore dei non vedenti grazie alla dirigente scolastica e al gruppo docenti della scuola Giuseppe Mazzini. Questa bella storia comincia a gennaio quando arriva in segreteria un'iscrizione per la scuola dell'infanzia da parte di una famiglia che ha una bimba cieca totale, per dovere di cronaca ricordiamo che nella scuola primaria era già presente una bimba ipovedente grave, che quindi poneva da subito il problema di come progettare e realizzare un percorso formativo utile per la bambina.  Le insegnanti di sostegno con le altre colleghe, vista la presenza di operatrice tiflologica, hanno pensato che il primo passo fosse quello di conoscere il linguaggio braille chiedendo alla nostra collaboratrice Anna Langella di approntare in accordo con la sede provinciale Uici un corso di alfabetizzazione che desse i primi rudimenti. Per molte questa era un'occasione di rinfrescare gli studi fatti in precedenza, non solo per il linguaggio ma anche un aiuto, per poter  offrire una bella accoglienza alla futura alunna. Nei giorni scorsi in occasione della chiusura dell'attività ho potuto incontrare le corsiste che mi hanno molto emozionato per sensibilità, interesse attenzione e passione per il loro lavoro e per la grande unità d'intenti di rendere la scuola uguale e unica per tutti. Un segnale questo importante per una provincia come la nostra dove bisogna rincorrere enti ed istituzioni tutto l'anno per poter ottenere attenzione per i nostri ragazzi e qui, invece, un gruppo d'insegnanti ha dedicato oltre 40 ore del proprio tempo libero per capire come prepararsi all'accoglienza e dare poi praticità alle cose apprese mettendo in condizione la nostra piccola socia presente nelle scuole elementari di interagire con i propri compagni del plesso nella realizzazione dei cartelloni che per la prima volta riportavano in braille tutte le didascalie.
Ritenevo giusto sottolineare questa pagina bella e incoraggiante in un momento in cui la follia collettiva degli egoismi sembra avere la meglio, c'è la speranza che qualche sorriso e qualche opportunità ci sia anche per noi. Complimenti alla scuola G. Mazzini di S. Valentino Torio per aver scritto una bella pagina di umanità che mi auguro che in tanti sappiano imitare.
 

Biella: convegno sul “turismo accessibile”

Autore: Adriano Gilberti

La sezione di Biella dell'UICI, ha organizzato in collaborazione con la Provincia di Biella e l'ATL, un convegno sul turismo accessibile dal titolo "Turismo for all" presso la sala auditorium di Città Studi a Biella, con il seguente programma:
11 giugno 2012
inizio lavori ore 9,00 registrazione partecipanti e saluti istituzionali.
-ADRIANO CAPITOLO
Coordinatore del Comitato Regionale dell'autonomia – Regione Piemonte
Le esigenze di autonomia del turista non vedente
-ARCH. CRISTIANA ALETTO
Turismo per tutti, Torino
L'esperienza del progetto regionale "Piemonte per vedere oltre"
-ARCH. ROCCO ROLLI
Tactile vision Onlus, Torino
Strategie ed esperienze concrete per un turismo for all
-LUCIA BARACCO
Lettura agevolata, Venezia
Turismo e comunicazione inclusiva
-ALBERTO BEGGIO
Segreteria Regionale UICI
Accessibilità ed usabilità dei siti web
-PAOLA TRAVERSI
Museo Nazionale del Cinema, Torino
Il progetto "Oltre la visione. Il museo da toccare, il cinema da ascoltare"
-MICHELE BOSSIO
A&T Progetti
Il caso di Sant'Albano Stura (CN): strumenti per la fruizione inclusiva dell'Oasi Naturalistica "la Madonnina".
-FRANCESCO FRATTA
Accesso alla cultura e alla didattica speciale, UICI Torino
Il manifesto della cultura accessibile
-ADRIANO GILBERTI
UICI Biella
Conclusioni
-MARIELLA BIOLLINO
Assessore al Turismo – Provincia di Biella
 

Siena Vista con il cuore

Autore: Luca Mansueto e Massimo Vita

La  Sezione di Siena dell'Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti ONLUS congiuntamente con l'Associazione Culturale "Contemporanea Progetti", nella persona del presidente dott. Luca Mansueto, volontario del servizio civile regionale, presso la sezione, ha ideato e strutturato un progetto didattico dal titolo Siena vista col cuore inteso come riscoperta degli angoli nascosti della città e dei  luoghi della memoria cittadina nella volontà di rileggere, attraverso codici e linguaggi differenti dalla quotidianità, una storia e un vissuto che necessita di entrare a pieno nella coscienza di tutti. Non è un semplice percorso di trekking urbano, ma un cammino della coscienza che tende a far "leggere" ai disabili visivi le rarità e i tesori celati della città. Siena ha vissuto un processo urbanistico che è mutato a seconda delle necessità, si è trasformata di occasione in occasione attraverso una serie di adattamenti che diventano man mano sempre più coerenti e voluti, tanto da produrre alla fine una pianta complessa e poco unitaria di uno schema geometrico prestabilito. La Via Francigena, madre della città, ha mutato il suo destino da piccola e modesta città a metropoli europea.
Il progetto consta di tre momenti fondamentali: 1) Francigena Senarum, ovvero la vera e propria visita nella città attraverso il camminamento delle sue strade, vicoli, piazze e luoghi della memoria; 2) La Francigena si racconta, interamente dedicato agli adulti e anziani non vedenti i quali, attraverso un laboratorio didattico pomeridiano presso la sede dell'UICI, impareranno a conoscere i luoghi della loro città. Si farà "visitare" in loco la città attraverso l'ausilio di tavole a rilievo che riproducono sia la cartografia totale della città, ove sono segnati i punti della "visita", sia le piante e le facciate degli edifici più importanti. Lo scopo è quello di far rivivere con una  passeggiata virtuale i luoghi che stanno nel vissuto di chi prima era vedente o di chi non ha mai potuto avere questo privilegio dalla nascita; 3) Ridisegnare la città in cui saranno protagonisti i bambini e ragazzi, sia vedenti che non vedenti in modo da creare un momento virtuoso di conoscenza e socializzazione. Nel laboratorio didattico i bambini vedenti saranno messi in coppia con quelli disabili in modo da far comprendere come non esista una "diversità" ma un diverso modo di "vedere" la realtà attorno a noi. I bambini vedenti saranno poi bendati durante il gioco e guidati, invece, dai loro coetanei ciechi al fine di comprendere a pieno il loro mondo e come si percepisce la realtà. Il laboratorio di ceramica ha la volontà di far conoscere la città e la sua arte, attraverso la riproduzione con l'argilla, gli edifici più importanti e gli stili architettonici. Ciò avrà la duplice funzione di imparare l'arte con il gioco, comprendere pertanto che ogni epoca ha delle proprie caratteristiche di gusto architettonico, oltre che quello di imparare a conoscere meglio la città in cui si vive.
Nel progetto si inserisce anche la realizzazione di una mostra dal titolo "Visioni d'arte" la quale esporrà opere pittoriche e scultoree realizzate da artisti che risponderanno positivamente all'invito a donare all'UIC le loro creazioni. I fondi derivanti dalla vendita all'asta delle opere saranno utilizzati esclusivamente per due scopi fondamentali:
1) realizzare un laboratorio di informatica presso la Nostra sede per poter creare attività di didattica e di formazione per i nostri soci ciechi e ipovedenti;
2) sostenere e implementare i servizi di accompagnamento e socializzazione rivolti ai non vedenti.
Intorno a questo progetto abbiamo riunito alcune realtà molto importanti del territorio come:
l'assessorato al Turismo del comune di Siena, quello alla cultura, l'amministrazione provinciale e stiamo aspettando la risposta del consorzio delle vie Francigene.
Un esempio di quanto siano importanti le sinergie per l'attività della nostra associazione.

Luca Mansueto
Massimo Vita

Univoc: Partnership Sociali 2011

Autore: Vito Pacillo

All'insegna della sostenibilità
Energia pulita e solidarietà, un connubio all'insegna della sostenibilità ambientale e sociale.  Unione resa possibile grazie alla collaborazione tra la Tekna Energy Srl di Foggia che realizza impianti di energia pulita e l'associazione Univoc Sezione provinciale di Foggia.
In un territorio sempre tacciato di individualismo sfrenato come è possibile che due soggetti appartenenti a "mondi" apparentemente distanti possano lavorare insieme?
Certamente c'è la forte volontà dei protagonisti, ma non si può tenere nascosta una rete di attori che hanno favorito la partnership. Infatti l'iniziativa "Un'auto solidale per non vedenti" – oggetto della collaborazione – è stato uno dei 9 progetti di partnership individuati nell'ambito dell'attività Partnership Sociali 2011 promossa dal Centro di Servizio al Volontariato Daunia in collaborazione con l'associazione Sistema Sviluppo, con lo scopo di promuovere collaborazioni tra imprese ed organizzazioni di volontariato.
L'associazione Univoc ed la Tekna Energy srl si sono incontrati ad Expandere with Matching Foggia, evento rivolto agli attori economici del territorio, promosso da Compagnia delle Opere Foggia, e dopo un percorso di conoscenza durato qualche mese hanno formalizzato un vero e proprio accordo di collaborazione.
Grazie a questa partnership l'associazione potrà offrire ai propri assistiti non vedenti di Foggia un servizio di accompagnamento utilizzando il proprio pulmino nove posti che, da qualche tempo, sul portellone posteriore ringrazia la Tekna Energy per il sostegno erogato.

 

Catania: Conferenza su malattie genetiche

Autore: Antonino Gemmellaro

Giovedì 7 giugno alle ore 17,00 nella sede dell'Unione Italiana Ciechi ed Ipovedenti di Catania -Via B.Grassi, 12 , si terrà una conferenza relativa alle malattie genetiche che sono tra le principali cause di cecità ed ipovisione.
L'equipe medica sarà accolta dal Presidente Sezionale UICI Cav.Antonino Gemmellaro.
Saranno relatori la Prof.ssa Teresa Mattina, Direttrice della Scuola di specializzazione in genetica medica dell'Università degli studi di Catania nonchè responsabile del Centro di riferimento Regionale di prevenzione, diagnosi e cura delle malattie rare ed il Prof. Marco Fichera (ex direttore del laboratorio analisi dell'OASI di Troina), biologo ricercatore in genetica medica dell'Università degli Studi di Catania.
Molte sono le patologie che portano alla cecità ed ipovisione che hanno una causa genetica, enorme è la richiesta di informazioni e chiarimenti su tali argomenti e notevole è l'esigenza di avere un giusto orientamento diagnostico e terapeutico.
Altrettanto necessario è avere un valido supporto per poter leggere e discernere le implicazioni mediche e sociali ad esse legate.
Importante è il concetto di "aggiornamento della diagnosi" tanto caro alla Prof.ssa Teresa Mattina che vede la diagnosi non come un punto "statico", "d'arrivo" ma come un processo dinamico proiettato nel futuro fatto di ulteriori tappe d'incontri con cui si potrà valutare quanto già conosciuto alla luce di nuove e più moderne acquisizioni diagnostiche e terapeutiche.
Da quanto detto si evince l'importanza del dato di laboratorio di cui parlerà il Prof. Fichera che, alla luce della Sua competenza ed esperienza, relazionerà su ciò che oggi è possibile fare nell'Università di Catania per quanto concerne le più moderne tecniche di analisi genetica.

Il Presidente Sezionale dell'Unione
Italiana Ciechi e degli Ipovedenti
Cav.Antonino Gemmellaro

Cani Guida: Meeting Mondiale dell’ Igdf: Parigi 11- 12 – 13 Maggio 2012

Autore: Giuseppe Terranova

di Giuseppe Terranova

Il centro Regionale Helen Keller, dell'Unione Italiana Ciechi di Messina e polo nazionale per l'autonomia e la mobilità, con il Direttore della scuola cani guida Moreno Innocenti e gli istruttori Francesco Cucinotta, Francesco De Domenico e Giovanni Visalli Garufi, ha partecipato al meeting mondiale delle scuole cani guida per ciechi organizzato dalla International Guide Dog Federation.

L'incontro, svoltosi a Parigi dal 10 al 13 maggio 2012, è stato articolato in tavole rotonde, workshop, e visite ad alcune tra le più importanti scuole francesi.

Il meeting si è rivelato una importante occasione di approfondimento scientifico e didattico in cui sono state messe a confronto le ricerche più significative, le tecniche più avanzate e le metodologie più efficaci, oltre alle diverse tipologie degli edifici destinati alle scuole e degli alloggi per l'ospitalità dei cani.

La comparazione potrà essere utile ai fini di una valutazione delle caratteristiche funzionali di ciascuna struttura, fornendo, magari, spunti di ulteriore riflessione, per eventuali rimodulazioni, più aderenti alle esigenze emergenti.

Il Direttore Moreno Innocenti, a Parigi, ha incontrato numerosi amici e colleghi che, memori della sua alta professionalità, gli hanno confermato stima e ammirazione per i risultati raggiunti dal Centro Helen Keller in meno di un decennio di multiforme attività nel campo della autonomia e mobilità in cui uno spazio particolare è riservato alla scuola cani guida.

A tale riconoscimento si aggiunge l'apprezzamento della predetta federazione, che ha già avuto modo di constatare e certificare il livello di eccellenza raggiunto dall'intero sistema dei servizi erogati dall'Helen Keller, con particolare riferimento alla preparazione dei cani, basata sul "Soft Training", alla metodologia che tiene in grande considerazione l'affinamento delle capacità e delle abilità di orientamento e mobilità della persona.

La scuola Helen Keller è stata particolarmente attenzionata anche per l'importanza che attribuisce al rigore con cui applica la normativa e le disposizioni internazionali, con riferimento particolare,  ai protocolli educativi, riguardanti l'istruzione e l'addestramento dei cani, alle procedure per sviluppare e potenziare le risorse cerebrali della persona, deputate all'orientamento, ai criteri inerenti l'educazione, l'istruzione e la formazione del conduttore, e, infine, ai principi concernenti il programma di socializzazione del futuro cane guida e la formazione degli affidatari dei cuccioli.

Soddisfatti sono tornati i tre giovani istruttori, avendo constatato di essere giunti ad un livello di professionalità tale da poter reggere il confronto con operatori di strutture già famose nel mondo.

Il team dell'Helen Keller, unico italiano presente a Parigi, ha pure tratto la conclusione che, continuando a sviluppare i programmi ed i progetti già avviati dal centro Helen Keller e polo nazionale per l'autonomia e la mobilità delle persone non vedenti ed ipovedenti, sarà in grado di assolvere egregiamente ai propri compiti.

Vale la pena di ricordare, che il centro Helen Keller, per la sua scuola cani guida, ottenne l'accreditamento alla Federazione Internazionale nel maggio 2006, con due anni di anticipo rispetto al protocollo ordinario, che prevede il riconoscimento dopo almeno 5 anni di attività; inoltre, anche dopo la verifica quinquennale, avvenuta nel 2011, il giudizio degli esperti è stato eccellente. Insomma, i lusinghieri risultati conquistati, premiano l'impegno e la competenza del cda, di cui fanno parte Giuseppe Terranova  Presidente, Giuseppe Castronovo Vicepresidente, Rosa Calamunci, G. Cucinotta e G. Scaccia, componenti, nonché la professionalità  del Direttore del centro Fabrizio Zingale,  del Direttore della Scuola cani guida Moreno Innocenti, e degli istruttori Francesco Cucinotta, Francesco De Domenico,  Francesco Impollonia,  Antonella Isgrò, Fabio Mazzù, Massimo Russo, Giovanni Visalli Garufi, Nicoletta Zingale.

Giuseppe Terranova

Turismo sociale: Interattività e Turismo

Le nuove strade della libertà della conoscenza.

di Pino Bilotti

Quante compagnie di aerei, di navi, hanno indirizzato le loro offerte per visitare luoghi lontani e vicini   in maniere crescente e stimolante, verso un turismo accessibile a tutti,  con iniziative e attività che portano ad individuare strategie di azione per uno sviluppo durevole e sostenibile, ed il potenziamento di una rete di strutture e servizi utilizzando l'informazione, la formazione e l'educazione ambientale.
Questa nuova tendenza persegue come obiettivi prioritari della propria politica
economica e ambientale la tutela, la valorizzazione e la promozione delle risorse turistiche, paesaggistiche e culturali del territorio, in linea con i principi di uno sviluppo sostenibile,  consapevole e accessibile.
Nell'ambito di questa nuova interpretazione del  turismo che vede le sue azioni nei servizi mirati al nuovo target, in maniera propositiva e innovativa, stanno nascendo, in modo esponenziale, nuove idee in tutta Italia.
Progetti  che vedono  la persona con difficoltà sensoriale come utilizzatore non più passivo ma come fruitore attivo  di proposte interattive,  come percorsi Botanici, parchi plurisensoriali, soggiorni marini e montani ristrutturati e fruibili e senza barriere.
E' in atto una innovazione volta a valorizzare e promuovere le attrattive  e le potenzialità naturalistiche, paesaggistiche e culturali delle nostre aree urbane, offrendole, attraverso percorsi innovativi, multifunzionali e interattivi, a tutte le persone, e in particolare modo a quelle con difficoltà fisiche e sensoriali  che non hanno avuto fino ad oggi accesso a tali beni, e aprendo così le porte anche a quel turismo sociale che ancora oggi non viene considerato nella giusta quanto opportuna valorizzazione.
I contenuti  messi in atto sono di varia natura, come il coinvolgimento  delle strutture museali e naturalistico-ambientali  nell'utilizzo di nuovi strumenti di accessibilità e di guida metodologica della ricerca e dei suoi supporti informativi e documentari, in modo da  porli pioneristicamente all'avanguardia nei confronti di fasce sociali così poco servite e valorizzate,e rendere, inoltre,  accessibili e interattivi  beni che appartengono a tutti.
La motivazione che ha  innescato questo meccanismo è la consapevolezza, sempre più diffusa, che la riscoperta e la promozione  del turismo e della persona, in generale e in particolare di  chi ha una difficoltà, sul piano individuale e sociale, passa anche attraverso i vettori della conoscenza, tramite la  conquista dell'informazione. e della documentazione.
In tal senso si  è cominciato a comprendere la necessità di educare, maggiormente l'opinione pubblica ad essere più ricettiva riguardo le strategie di pari opportunità per le persone con difficoltà; strategie intese a influenzare atteggiamenti sociali fondamentali nei riguardi di questi soggetti grazie alla sensibilizzazione, all'informazione e alla cooperazione. Strategie che  facciano concentrare l'attenzione pubblica sulla persona, al di là dell'aspetto, creando così, quella coscienza civile idonea a percepire le capacità positive delle persone con impedimento, della loro pari aspirazione umana e del loro diritto a partecipare e a condividere anche gli obblighi della partecipazione.
Le modalità con cui si   stanno effettuando tali azioni, sono già state sperimentate su piccola scala con risultati decisamente positivi, queste consistono nell'effettuazione di un modo diverso di approcciarsi al territorio, rendendolo esplorativo e ricettivo, adeguatamente organizzato e tecnologicamente rispondente alle obiettive situazioni, derivanti dalla condizione generale e dai bisogni particolari di ciascun soggetto.
La struttura di base  di questo nuovo modo di interpretare il turismo, prevedono l'alternanza fra momenti ludico-ricreativi e spazi operativi con valenza prevalentemente culturale, al fine di favorire e  migliorare l'autonomia personale e l'accessibilità, gli aspetti socio-relazionali, il patrimonio conoscitivo ed esperenziale, nonché una maggiore consapevolezza delle problematiche connesse con la condizione di minorazione, in rapporto all'età di ogni singolo.
Tramite l'interattività dei supporti e le peculiarità antropiche, si intende offrire a questo cataclisma rivoluzionario un ulteriore e positivo contributo alla fascia d'utenza  considerata allo scopo di migliorare l'integrazione, favorendo l'acquisizione di particolari abilità, il potenziamento della fiducia di base, il piacere e l'utilità del confronto e del rapporto interpersonale, nonché il gusto  ed il desiderio per la realizzazione di sempre nuove  esperienze conoscitive, ma soprattutto offrire agli individui nuove e ricercate metodologie di intervento per la risoluzione dei problemi di accesso e fruizione  di iniziative e pensare il turismo come laboratorio sperimentale di crescita e luogo di esperienze emozionali.
Questo nuovo modo di  fruire del turismo pensando in particolare ad una utenza allargata e anche più "debole", significa anche creare una nuova realtà, che guardi non solo ad un'utenza ideale, per altro poco presente e interessata, ma anche e soprattutto all'utenza effettiva nella sua complessità e diversità.
Questo cambiamento e richiesta di turismo lascia riflettere e  porta a domandarsi quanto bisogna ancora aspettare  per non avere dei sorpassi cosi  importanti e silenziosi. Perché noi siamo pronti  per utilizzare nella piena autonomia i luoghi dove passare piacevoli giornate e immensi momenti di libertà e condivisione di nuove esperienze. Buon Viaggio. 
Pino Bilotti

 

Irifor IPOP – una ricerca di eccellenza

Autore: Luciano Paschetta

Dall'ottimismo della volonta' di un gruppo di Operatori I.Ri.Fo.R. di Ascoli è nato "I.Po.P.": un nuovo Protocollo Riabilitativo per soggetti disabili visivi con pluriminorazione

Una ricerca di eccellenza della Sede I.Ri.Fo.R. di Ascoli Piceno, in collaborazione con la Seconda Università di Medicina Ospedale Sant'Andrea della Sapienza di Roma e con il contributo dell'Irifor Sede Centrale, dà' nuova speranza alle famiglie che vedono i loro figli meno fortunati sorridere felici

di Luciano Paschetta

Sono passati oltre dieci anni  da quando un gruppo di giovani volontari dell'I.RI.FO.R.  (istituto per la ricerca la formazione e la riabilitazione voluto  vent'anni fa dall'Unione italiana dei ciechi  e degli ipovedenti)  , coordinati dall'ascolano  Mirco Fava e sostenuti dai dirigenti della sede I.RI.FO.R.  di Ascoli Piceno, hanno iniziato a "giocare" in piscina con bambini e giovani con gravi minorazioni aggiuntive  oltre la minorazione visiva.  Mirco, tra l'altro,  è un "amico dell'acqua" istruttore di sub acquea , oltre che di nuoto, sa che l'acqua  facilita il movimento  e allora rivolge la sua attenzione a quei bambini e a quei  giovani meno fortunati che , per motivi diversi,  hanno gravissimi  ritardi motori.
"dal movimento nello spazio   nasce nel bambino la consapevolezza del proprio schema corporeo, i suoi primi apprendimenti sono di tipo motorio prassico, da essi si sviluppano i processi cognitivi: migliorando  le capacità motorie , di conseguenza, si incide positivamente sullo sviluppo cognitivo del bambino" . Da qui e dal suo esuberante ottimismo, parte l'azione di Mirco e dei suoi volontari: dapprima si cerca soprattutto di "far star bene" i bambini che vengono accolti in piscina, ma via via attraverso osservazione ed ipotesi di lavoro  successive si costruisce un vero e proprio percorso  riabilitativo e, quattro anni fa, anche con  il sostegno dell'I.RI.FO.R., sede nazionale, istituto iscritto al registro nazionale degli enti di ricerca,  si   struttura i il percorso formativo degli operatori e prende il via   la sperimentazione scientifica del primo  "protocollo riabilitativo di Idrostimolazione Polisensoriale Psico-motoria (I.Po.P.)". L'interesse  e l'attenzione della scienza ufficiale,  si concretizzano,  con la  guida della Prof.ssa Maria Chiara Vulpiani,  ed il lavoro del dott. Luca Labianca del reparto di Chirurgia pediatrica dell'ospedale San Andrea , seconda clinica dell'università La Sapienza di Roma ,     in una ricerca  scientifica sul metodo  messo a punto dal gruppo dell'I.RI.FO.R. di Ascoli. L'l'I.PO.P. entra così nelle aule universitarie. E' lì che, a fine maggio, accompagnato da Mirco Fava , mi sono recato per incontrare gli autori della ricerca e per conoscere da vicino il metodo, al fine di valutarne i possibili sviluppi. Nel corso di una cortese chiacchierata  il dott. Labianca, con l'entusiasmo di chi ha avuto modo di conoscere e verificare i risultati significativamente positivi di  un metodo veramente innovativo, mi ha illustrato il suo lavoro e  in che modo lui abbia potuto constatare i vantaggi e la validità di questo metodo  riabilitativo,   del quale egli si è occupato, in particolare, di mettere a punto le modalità di "misurazione dei risultati". Non è stato facile per me, profano di medicina, comprendere il modo e gli strumenti attraverso i quali , in soggetti così gravi , si fosse potuto misurare il  miglioramento o meno  prodotto dal trattamento.  Una cosa, però, mi è stata chiara. "Nella tipologia di pazienti  che sono stati trattati con l'I.P.O.P., – mi dice il dott. La Bianca-, si considera già un successo quando il risultato tra prima e dopo il trattamento riabilitativo, è uguale a zero, perché  ciò significa che  si è riusciti ad arrestare la progressione dello stato invalidante". "Or bene – continua il medico- la valutazione media dei  risultati sui casi  trattati con l'I.PO.P. è pari a + 2,1. Un valore che ha stupito anche i nostri colleghi  della clinica in occasione di una prima presentazione del nostro lavoro".
Come trimestralmente fa il dott. Labianca, il giorno dopo sono andato all'impianto di Grottammare   che, come ogni mercoledì , ospitava nelle sue piscine i bambini ed i giovani in trattamento .  Qui, mentre Mirco  e i volontari specializzati nel metodo, svolgevano il loro settimanale lavoro di riabilitatori in piscina, io, a bordo vasca, mi sono intrattenuto a chiacchierare con i genitori dei ragazzi e, quando possibile direttamente con loro. Il clima generale era sereno ed allegro (il mio accompagnatore mi dirà poi che in acqua ha visto solo volti sorridenti). Sul volto dei genitori vi era  la serenità di chi ha trovato una risposta ai suoi bisogni e nelle loro parole l'entusiasmo nei confronti del trattamento al quale diversi di loro erano giunti dopo un lungo  e frustrante "cammino della speranza" e molte illusioni finite in delusioni. "Mio figlio non vede l'ora di venire qui, aspetta questo appuntamento settimanale con gioia, quando ha, cominciato in acqua non si muoveva, ora batte le gambe  e a casa è più rilassato e tranquillo " mi dice la mamma di M., un ragazzone di 17 anni che  "gioca"  felice in piscina con la riabilitatrice. La mamma di I. una ragazza ventenne con tetra paresi spastica ed ipertonica mi riferisce: "Quando esce dall'acqua mia figlia è "morbida e rilassata – e il gestirla diventa più facile. Peccato che sia possibile venire solo una volta alla settimana". Negli occhi di L. 50 anni, in carrozzella da tre per una caduta sul lavoro che lo ha paralizzato dall'ombelico in giù, un sorriso di speranza mentre mi dice: "Da quando vengo qui (poco più di un anno) la massa muscolare dei glutei e delle gambe si è raddoppiata, adesso con le stampelle riesco a mantenere l'equilibrio quando faccio qualche passo, se continua così penso proprio che potrò riprendere a camminare aiutato dalle stampelle". Particolare l'incontro con i nonni di M., un bimbo di due anni e mezzo con paralisi celebrale, in trattamento da alcuni mesi. "Quando ha iniziato rimaneva solo immobile sul tappeto , mentre ora comincia a rotolarcisi sopra felice", anche sul loro volto mentre mi parlano la serenità di una nuova speranza, "Scusate – chiedo-"ma come fate a dire che M. è contento ?" "M., dice il nonno, non parla, il suo sguardo è assente,  non piange quasi mai , ma quando è triste si cruccia, mentre quando è felice sorride  e quando viene qui sorride sempre."
Il mio conversare e chiedere continua  per oltre quattro ore, quando esco  dal locale piscina, sono un po' frastornato da tanti racconti di situazioni veramente difficili, ma con nelle  orecchie le risate dei ragazzi in piscina e le parole di speranza dei loro genitori  ed  in me la gioia di aver incontrato un gruppo di meravigliosi operatori specializzati che con il loro entusiasmo e la loro professionalità  hanno la capacità di "donare"  il sorriso ai ragazzi loro affidati e che  rappresentano l'orgoglio della ricerca dell'I.RI.FO.R. . Non mi resta che complimentarmi  con tutti loro e  assicurare l'impegno della presidenza e della direzione  dell'istituto   per proseguire   nella ricerca e per diffondere e consolidare l'I.P.O.P.: dalla ricerca I.RI.FO.R.  è  nato bmetodo riabilitativo , nuovo ed innovativo , che ho visto ridare speranza a famiglie troppe volte deluse e  che ho constatato essere capace  di migliorare la qualità della  loro vita  e quella dei figli    così come i volti sorridenti  di tutti quelli che ho incontrato testimoniano  .

Il direttore centrale I.RI.FO.R.
Prof. Luciano  Paschetta

 

Turismo sociale: Tirrenia: ieri,oggi e domani

Autore: Paolo Recce

Quest'anno ricorre il 35° anniversario di avvio dell'attività del Centro Studi e Riabilitazione "G. Fucà" di Tirrenia.
Pensata e progettata alla fine degli anni '60 come colonia marina, la struttura,infatti, apriva i battenti il 1° Luglio 1977.
A metà degli anni '80 il complesso subiva un primo ampliamento e ristrutturazione per meglio rispondere alle esigenze della clientela.
Tra il 1999 e il 2001 sono stati effettuati ulteriori interventi di ristrutturazione e di adeguamento. Avendo dovuto operare sull'esistente, gli interventi effettuati non sempre hanno potuto rispondere alle aspettative e alle mutate esigenze alberghiere.
Rispetto ai primi anni, oggi registriamo una notevole richiesta di camere singole ed uno scarso utilizzo di quelle plurime. Questo ha comportato nel tempo una diminuzione delle presenze stimata intorno al 25%. Si è dovuto pertanto adeguare l'organizzazione dei servizi alla ricerca di un equilibrio costi-ricavi avendo come obiettivo il pareggio di bilancio.
Tirrenia ha svolto e svolge un' importante funzione sociale per garantire ai minorati della vista vacanze e autonomia. Il bilancio pertanto deve essere valutato non solo in termini economici, ma anche sotto l'aspetto della ricaduta sociale così come avviene per altri servizi erogati dall'associazione (ad esempio il libro parlato e la stampa associativa) la cui produttività non si può misurare in termini economici bensì in termini di accrescimento culturale e promozione sociale.
Per quanto attiene la gestione ordinaria, il Centro ha sempre conseguito il pareggio di bilancio: il mancato introito delle quote di ammortamento è almeno in parte compensato dalla valorizzazione dell'immobile e quindi dalla plusvalenza patrimoniale.
In particolare negli ultimi cinque anni sono stati effettuati, con le risorse della gestione ordinaria, investimenti in conto capitale per oltre 500 mila euro, importo cioè superiore alle quote non ammortizzate.
Circa l'aspetto organizzativo-gestionale, nel corso degli anni sono state sperimentate varie formule di gestione: nei primi quindici anni si sono alternate otto ditte nella gestione del servizio di ristorazione con risultati deludenti: se da un lato potevamo preventivare con precisione i costi in quanto pagavamo la tariffa per ogni pasto servito, dall'altro avevamo difficoltà a garantire la qualità del servizio poiché non sempre i contratti venivano rispettati alla lettera e difficilmente  potevamo incidere sull'organizzazione del servizio.
La gestione diretta con formula institoria, in essere dall'inizio degli anni '90, è quella più rispondente alle esigenze funzionali della struttura.

IL DOMANI

In questo periodo circolano ipotesi di nuove soluzioni gestionali; c'è la percezione che l'Unione voglia liberarsi della struttura. In realtà il Centro non è sentito proprio dalla maggioranza delle sezioni e dei dirigenti associativi. Lo dimostra il fatto che le informazioni ai soci attraverso le circolari non passano; quasi sempre i nuovi clienti sono venuti a conoscenza della struttura con il passaparola.
Circa eventuali nuove formule gestionali, personalmente eviterei di ricorrere a soluzioni già sperimentate negativamente. Sono contrario ad affittare la struttura per un certo numero di anni, poiché difficilmente troveremmo un soggetto in grado di garantire i cospicui interventi di manutenzione di cui la struttura ha bisogno con il rischio di accelerare il degrado dell'immobile e di essere poi costretti ad ingenti spese di ripristino.

L'AUSPICIO

Mi piacerebbe che ci fosse più consapevolezza sulla funzione sociale che il Centro ha fin qui svolto e può ancora svolgere.
Auspicherei che la struttura venisse maggiormente utilizzata dalle sezioni evitando di spendere le proprie risorse all'esterno.
Auspicherei inoltre che l'Unione e l'IRIFOR nell'erogare finanziamenti per i campi estivi o campi scuola privilegiassero quelli che utilizzano la nostra struttura.
Paolo Recce