Siena: La settimana mondiale di prevenzione del glaucoma, Redazionale

Autore: Redazionale

Organizzata in dal Dott. Paolo Frezzotti Responsabile  del Day Service Glaucoma dell'unità complessa di oftalmologia diretta dal professor Eduardo Motolese e da Dott. Massimo Vita Presidente della Sezione di  Siena, dell' Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, ha dato risultati interessanti che ci esortano a proseguire in questo percorso.

 L'attività  si è svolta con l'esecuzione di 556 di visite di screening e visite ambulatoriali a cui si aggiungono 160 tra esami perimetrici, esami di analisi sulla morfologia del nervo ottico e pachimetrie. Questo lavoro ha permesso di porre diagnosi di glaucoma in 15 persone (tra cui 2 pazienti di poco più di 20 anni!) (2.6%) potendo iniziare le cure atte ad impedire la comparsa o l'aggravamento del danno funzionale visivo legato alla malattia (che una volta insorto è irreversibile!). In altre 9 persone già affette da glaucoma (1.6%) è stato necessario modificare la terapia perché insufficiente o mal tollerata. A questi vanno aggiunte altre 15 persone (2.6%)  per le quali sono necessari ulteriori approfondimenti strumentali per arrivare alla diagnosi. Possiamo concludere dicendo, che il nostro sforzo comune, ha permesso a 39 persone (7 %) di difendersi da una malattia, il glaucoma, che se tardivamente diagnosticata porta a cecità.
Ritengo, che miglior premio di questo non ci possa essere per chi ha lavorato durante l'intera settimana e non solo.
Per questo ci sembra doveroso ringraziare chi ha collaborato alla buona riuscita dell'iniziativa:
Tutti i medici, Croce Rossa italiana, Pubblica assistenza di Siena, Misericordia di Siena, Lions di Siena e i volontari della IAPB di Siena.
Un doveroso grazie va anche agli sponsor di questa bella iniziativa:
provincia di Siena, ordine dei medici e comune di Siena.
Un grazie anche alla farmacia Parenti che ci ha sostenuto con uno sconto importante sui farmaci necessari allo screening. 

Domenica 10 marzo al Palasport di Montecatini Terme in scena i Regionali FIDS per diversamente abili e normodotati, di Massimo Vita

Autore: Massimo Vita

UN DUE E TRE!

Sono lieto di poter diffondere la notizia dei successi della scuola di ballo che la sezione ha contribuito a far nascere con la preziosa collaborazione di Roberto Girolami, Anna Carciofali, Giorgio Berti e tanti ballerini che permettono ai disabili di ballare, competere e divertirsi.
Soddisfazioni, allora,  per i ballerini del gruppo senese e mensanino "Se mi aiuti ballo anch'io" impegnati domenica 10 marzo presso il Palasport di Montecatini Terme al Campionato Toscano 2013 FIDS (Federazione Italiana danza Sportiva). I membri dell'Associazione, dedita all'insegnamento della danza a persone diversamente abili, sono scesi in pista coadiuvati dall'importante supporto dei tutor dell'Asa "Mg Siena" e della nostra sezione, cimentandosi nelle diverse discipline della danza sportiva: danze latino americane, danze standard, ballo da sala liscio, insieme a circa trenta coppie di disabili provenienti da tutto il territorio toscano.
Le sei coppie Senesi di "Se mi aiuti ballo anch'io" si sono distinte nelle discipline del ballo da sala (walzer lento, tango, fox trot) combinata nazionale (valzer lento, mazurka, fox trot) e danza latino americane (cha cha, rumba e jive), conquistando ben 5 titoli di Campioni Toscani.
"Un plauso va sicuramente a tutti gli atleti non vedenti o con sindrome di down che si sono impegnati con grande entusiasmo raggiungendo l'ennesimo traguardo" spiega il tecnico Giorgio Berti "Una nota di merito, doverosa, va anche ai tutor che si prestano con dedizione, pazienza, e professionalità agli allenamenti, incarnando quella che è la vera filosofia e missione dell'associazione". "Ci auguriamo" conclude Berti "che dette manifestazioni, possano stimolare la partecipazione ad attività ludico sportive ed aggreganti come appunto la danza, capace di favorire i rapporti interpersonali e l'integrazione sociale tra individui ad rischio di emarginazione".
Di seguito i nomi dei ballerini che sono scesi in pista : Danze latine: Nicola Nelli -Giuditta
Spadacci; Ballo da Sala e Combinata Nazionale: Mario Borghi -Lucia Frati, Petreni Maurizio-Chechi Maria Pia, Fabio Zeppi-Luciana Massari, Ermelindo Falsetti- Zanchi Rosanna, Simone Fani- Giuditta Spadacci.
Io nel ribadire la soddisfazione per i risultati di questi amici, auspico un sempre maggiore impegno della nostra organizzazione in materia di sport.
Sarò ripetitivo, ma penso che in un campionato regionale dovrebbe essere rappresentata l'unione ma anche in questa occasione l'unione era assente. Spero sarà presente ai prossimi campionati nazionali di Rimini.

Massimo Vita

Convegno “Verso gli Stati Generali degli indicatori sociali della disabilità: la facoltà linguistica pratica e la realtà dei disabili uditivi” svoltosi a Roma, in data 8 Marzo 2013 presso la Camera dei Deputati – LETTERA APERTA

Autore: Redazionale

Con la presente, il Movimento LIS Subito!, nato nel 2011 per il riconoscimento della Lingua dei Segni e costituito da persone sorde e udenti, ritiene opportuno esprimere la propria posizione in relazione alla prospettiva discriminante e stigmatizzante nei confronti della diversità che ha caratterizzato le relazioni presentate durante i lavori del Convegno in oggetto. L'approccio alla sordità che è emerso in questo Convegno è basato ancora oggi su una prospettiva di disabilità intesa esclusivamente nella dimensione patologica come assenza di una capacità, trascurando la dimensione di diversità nella sua ricchezza sociale che è sottolineata con forza, tra l'altro, dalla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, ratificata con Legge n.18 del 3 Marzo 2009. Questo significa che ancora oggi si accetta una prospettiva controcorrente alla ricerca scientifica in ambito linguistico e sociale e ai documenti e agli orientamenti internazionali, europei e nazionali e che si ritiene sufficiente un impianto cocleare per risolvere il 'problema' e garantire l'autonomia e la piena partecipazione.
Siamo costretti, tuttavia, a dissentire.
L'autonomia e l'autodeterminazione non nascono meccanicamente dall'impianto cocleare o dall'applicazione di una qualsiasi tecnologia, ma sono il risultato della consapevolezza della propria identità e dei propri bisogni. Questo avviene soltanto se viene avviato con la famiglia un percorso di accettazione della diversità e non di normalizzazione di una diversità vista solo come patologia e come problema. E' quasi scontato, ma sempre utile, ricordare che quando si cresce in una prospettiva positiva di diversità si manifestano i propri bisogni che in una prospettiva patologica e normalizzante diventano problemi e si nascondono!
Nell'art. 30 della Convenzione ONU si recita altresì: "Le persone con disabilità hanno il diritto, su base di uguaglianza con gli altri, al riconoscimento ed al sostegno della loro specifica identità culturale e linguistica, ivi comprese la lingua dei segni e la cultura dei sordi".

Con rabbia e costernazione, constatiamo che:
1. il diritto di scegliere il bilinguismo, quindi la lingua italiana e la lingua dei segni, viene visto come una forma di autoemarginazione o ghettizzazione in contrasto con quanto ribadisce la Convenzione ONU neH'art.24 comma 3 (b) secondo cui occorre "agevolare l'apprendimento della lingua dei segni e la promozione dell'identità linguistica della comunità dei sordi. " Ancora oggi, come nel secolo XIX, si pensa che i sordi che usano la lingua dei segni siano ghettizzati quando ormai è ampiamente dimostrato da una letteratura mondiale che si tratta semplicemente di comunità linguistiche che 11011 sono affatto emarginate. I sordi partecipano alla vita sociale e produttiva del paese sia individualmente che al livello di comunità.
2. il diritto all'accessibilità attraverso l'interprete viene considerato una forma di dipendenza! L'interpretariato di Lingua dei Segni, contrariamente a quanto è stato detto nel Convegno, 11011 crea dipendenza e 11011 limita l'autonomia personale, ma consente la piena partecipazione come d'altra parte fa qualsiasi interprete di lingua vocale (dall'inglese all'italiano o al tedesco, ecc). Si ricorda che, senza far riferimento a presunte dipendenze, nell'art. 9 comma e) della Convenzione ONU si afferma che occorre "mettere a disposizione forme di assistenza da parte di persone o animali e servizi di mediazione, incluse guide, lettori e interpreti professionisti esperti nella lingua dei segni, allo scopo di agevolare l'accessibilità a edifici ed altre strutture aperte a! pubblico". Con grande rammarico, abbiamo dovuto constatare che ad un Convegno sulla 'disabilità uditiva', dove gli organizzatori dovevano essere pienamente consapevoli dei bisogni delle persone sorde non era stata garantita la piena accessibilità! Mostrando di 11011 conoscere assolutamente i veri problemi dei sordi avevano, infatti, assicurato una falsa accessibilità garantendo soltanto i sottotitoli. Tuttavia, nel Convegno, leggendo i sottotitoli 11011 era possibile identificare la persona che parla, costringendo di fatto le persone sorde presenti ad andare alla ricerca di chi, in quel momento sia il relatore e facendo perdere la lettura di alcune parti deH'intervento.
Soprattutto, la piena partecipazione delle persone sorde 11011 era assicurata perché 11011 era stato invitato nessun relatore sordo e i sordi presenti nel pubblico 11011 hanno avuto la possibilità di intervenire. Nonostante si promuova a tutti i livelli, il pieno coinvolgimento delle persone con disabilità nelle politiche sociali che li riguardano, questo convegno è di fatto l'emblema della loro emarginazione e ricorda, nei toni e nelle modalità, il Congresso di Milano del 1880 in cui, come testimoniano vari documenti, gli udenti decisero da soli, escludendo i sordi, cosa era meglio per loro. Ma allora 11011 è cambiato niente?
3. il diritto all'autodeterminazione che viene sistematicamente violato da persone che credono di sapere tutto e di conoscere il mondo dei sordi e si arrogano il diritto di decidere per i sordi che sono perfettamente in grado di pensare e di scegliere il tipo di vita che vogliono.
A conclusione di questa lettera, vorremmo ricordare che anche la Costituzione Italiana tutela il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori al l'organizzazione politica, economica e sociale del Paese (art.3), riconosce e protegge le minoranze linguistiche (art.6) e considera la salute un diritto inviolabile e fondamentale tenendo sempre in considerazione la dignità e il rispetto della persona umana (art. 32).
MOVIMENTO LIS SUBITO!
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www.lissubito.com

 

Napoli: Corso per l’apprendimento della scrittura e lettura Braille di I° livello, di Giovanni D’Alessandro

Autore: Giovanni D'Alessandro

L'I.Ri.Fo.R. (Istituto per la Ricerca la Formazione e la riabilitazione)e la Sezione di Napoli dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti organizzano un corso finalizzato all'apprendimento del metodo di scrittura e lettura braille, rivolto al personale docente, agli educatori, ai genitori, ai volontari e a tutti coloro che sono interessati.
Il corso che si compone di 40 ore di formazione, si svolgerà da aprile a giugno 2013 presso la Sezione di Napoli dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti sita in Napoli alla via S. Giuseppe dei Nudi n. 80 – 80135, tutti i mercoledì dalle ore 15.00 alle ore 18.00.
Il corso è destinato ad un minimo di 8 allievi (saranno preferiti i candidati che perfezioneranno prima l'iscrizione).
Il costo per la frequenza del corso, per cui verrà rilasciato un attestato di partecipazione dall'I.Ri.Fo.R. (Istituto per la Ricerca la formazione e la riabilitazione) è di €100,00 che dovranno essere versati all'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti di Napoli al momento dell'iscrizione che dovrà essere effettuata entro e non oltre il giorno 27 marzo 2013.
Ad ogni singolo allievo verrà fornita una tavoletta con punteruolo per la scrittura braille, fogli in numero sufficiente per lo svolgimento del corso e delle esercitazioni e ulteriore materiale didattico.
Le lezioni saranno incentrate sui seguenti argomenti:
– il codice Braille: origini, valenza pedagogica e culturale;
– presentazione dei sussidi per la scrittura Brailleoe didattica per l'apprendimento della lettura;
– presentazione della segnografia Braille;u
– Il braille e le nuove tecnologie.
Gli allievi dovranno frequentare almeno l'80% delle ore di lezione.
Al termine del corso verrà svolta una prova di verifica delle conoscenze acquisite.
Il Presidente
Giovanni D'Alessandro
 

Roma: Maratona 17 marzo 2013, di Alfio Pulvirenti

Autore: Alfio Pulvirenti

Domenica, 17 marzo 2013, alle ore 09.30 aveva inizio la manifestazione sportiva, maratona di Roma, con la partenza degli ottanta atleti disabili motori, i quali hanno corso in  handbike. Subito dopo sono partiti migliaia di atleti normodotati, provenienti da tutto il mondo, , i quali si accingevano a percorrere 42 chilometri. Per concludere,  sono partiti i dilettanti, per percorrere una distanza pari a cinque chilometri.  Al punto di arrivo erano state allestite le unità di soccorso e fra queste l'unità di riabilitazione, la quale, essendo dotata di circa 100 unità, ha potuto intervenire su 1200 atleti che, stremati dalla fatica e dal dolore, afferivano ai box di fisioterapia. Ad assicurare questo servizio è stata l'Associazione Italiana Fisioterapisti in collaborazione con L'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti.  A rappresentare l'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti sono stati: Mirella Gavioli, Samantha De Rosa, Claudio La Corte, Francesco Ciardone e Alfio Pulvirenti, i quali si sono avvalsi del supporto e della competenza di Valentina Massimi, laureanda in scienze dell'educazione.
Dopo un'ora ,12 minuti e 15 secondi dalla partenza veniva annunciato l'arrivo di Alex Zanardi, atleta disabile, che confermava, anche questa volta, il primo posto in classifica. Dopo l'assedio della stampa, Zanardi si è allontanato dai riflettori  ma, inevitabilmente, è stato raggiunto da Mirella Gavioli, fisioterapista non vedente, la quale ha espresso apprezzamenti per  il traguardo raggiunto dall'atleta.  Zanardi ha ricambiato i complimenti, apprezzando la presenza dei professionisti non vedenti.
I Fisioterapisti hanno svolto un lavoro di squadra, ricevendo l'apprezzamento non solo formale, da parte delle autorità istituzionali, ma da ogni singolo atleta che, rimuovendosi dal letto di trattamento, esprimeva un cenno di gratitudine nei  loro confronti.
Lo slogan, più volte citato dallo speaker, incitava  tutti gli ascoltatori a chiudere le porte alla discriminazione per aprirle al  mondo. Spesso si considera questo fenomeno in riferimento alle caratteristiche etniche e culturali delle persone ma esso, talvolta, può riguardare le differenze nelle abilità.  Alla manifestazione hanno preso parte abili e disabili così come è avvenuto per coloro che hanno svolto il soccorso fisioterapico. Professionisti normodotati e non vedenti hanno svolto il proprio ruolo in perfetta sinergia ed armonia, integrandosi, per offrire agli atleti il meglio della loro conoscenza e competenza. 
Il messaggio del valore e della possibilità di integrazione  sociale delle persone è stato tacito ed efficace.  Il dialogo e la cooperazione fra operatori normodotati e non vedenti, emersi dal terreno della spontaneità e dell'avanzamento culturale della società,  costituiscono l'esempio della strada da percorrere per il raggiungimento di questo meraviglioso  obiettivo.
Alfio Pulvirenti

Roma: 19° MARATONA domenica 17 marzo 2013, di Mirella Gavioli

Autore: Mirella Gavioli

Fisioterapisti AIFI e UICI, operativi a disposizione degli atleti: "ACEA" maratona di Roma.

In continuità al processo di integrazione professionale avviato dal precedente comitato, e grazie alla positività dei rapporti collaborativi e di considerazione intessuti dall'attuale  comitato tecnico scientifico nazionale fisioterapisti e massofisioterapisti in seno all'UICI, ed in particolare, dal suo componente prof. Alfio pulvirenti quale attivista di entrambe le associazioni in loco,
per il secondo anno consecutivo, la maratona di Roma, ha acolto tra i vari operatori volontari, professionisti del settore riabilitativo associati  AIFI, di cui hanno fatto parte anche 5 fisioterapisti non vedenti e ipovedenti, soci UICI.
La manifestazione che ha visto la presenza di un numero infinito di atleti di tutte le nazionalità, di tutti i colori e di tutte le caratteristiche agonistiche o meno, è stata ricca di emozioni ed arricchita da performance coreografiche e musicali spettacolari.
Ad apertura della maratona, Quale valore aggiunto, si è dato il via  ad una competizione di handbike per disabili motori, vinta magistralmente dall'atleta Alex Zanardi che, dopo aver ricevuto le attenzioni a lui dedicate ed essere sceso dal podio congedandosi dalla stampa, è stato prontamente raggiunto dalla componente il comitato UICI,Fisioterapista Mirella Gavioli, per uno scambio di saluti e di conoscenza, dalla quale ha ricevuto i complimenti per la performance e i ringraziamenti per i vari messaggi da egli espressi a sostegno della cultura della  disabilità, in quanto non vedente, socia dell'U.i.c.i, oltre ad essere parte della rappresentanza professionale presente alla manifestazione sportiva.
I complimenti sono stati ricambiati con entusiasmo in un clima di simpatica cordialità, tesi a trasmettere una reciprocità di stima e considerazione per tutto ciò che ciascuno riesce e può fare a sostegno dell'integrazione in tutti i settori.
I Colleghi non vedenti hanno lavorato in perfetta sinergia con i Colleghi vedenti, dai quali hanno ricevuto spontaneamente quelle attenzioni  necessarie a gestire al meglio le situazioni, grazie anche alla consapevole voglia e capacità di sentirsi tutti parte di un gruppo, senza troppe timidezze e/o autoemarginazioni, mettendosi a disposizione e in gioco con pieno spirito costruttivo e collaborativo, tanto nei rapporti tra colleghi quanto con gli atleti che, a centinaia, hanno potuto beneficiare di un intervento fisioterapico ed interculturale di qualità, garantito sia dalla padronanza delle metodiche manuali, che delle varie lingue straniere, riscuotendo apprezzamento e dialoghi entusiasmanti.
Un altro importante segnale che sottolinea la considerazione ricambiata da parte dell'AIFI nei confronti dei Colleghi non vedenti, si è potuto apprezzare nel fatto che è stata riservata una postazione idonea ed integrata, per lavorare, fianco a fianco, oltre ad aver proposto l'opportunità di poter lavorare anche sugli atleti disabili. Quest'ultimo aspetto pone  certamente in evidenza il riconoscimento della fiducia e della  professionalità esperibile dai Colleghi non vedenti, rappresentando, tra le altre, la coesistenza di disabilità  motoria, visiva, sfida e riabilitazione.
Si è trattato di certo, di una manifestazione dai contenuti di alto rilievo sportivo, umano e culturale alla quale, assumendosi l'intero onere per la partecipazione,anche i soci Pulvirenti Alfio da Roma, Gavioli Mirella da Mantova, Samantha de Rosa da Udine, Ciardone Francesco da Pescara, Claudio la Corte da Como, hanno potuto e voluto dire la loro, dimostrando senso di appartenenza e di sviluppo delle politiche rivolte tanto alla professione, quanto all'associazione di appartenenza in riferimento alla tutela della disabilità visiva, contrassegnata, per l'occasione,  anche dal logo apposto sulle magliette identificative concesse dalla dirigenza di AIFI Lazio, senza onere alcuno.
Tutti questi fatti, frutto di un impegno costante e fattivo profuso dal comitato fisioterapisti e dalla categoria da esso rappresentata e sostenuta dalla nostra associazione, non potranno far altro che essere rafforzati nel loro orgoglio, incoraggiando le istanze e le iniziative che infondono il giusto senso di appartenenza, nonchè il messaggio di possibile vera integrazione, ai ciechi e al resto della società di cui sono parte integrante.
"A nome del comitato tecnico scientifico nazionale fisioterapisti, esprimo un grazie alla dirigenza UICI E AIFI, per la considerazione e per le opportunità raccolte e concesse alla valorizzazione e al superamento delle barriere culturali e professionali che ci vedono e vedranno sempre più affiancati; un grazie ai referenti AIFI Sergio e Giovanna Gigli, per l'amichevole accoglienza,la fiducia e lo spazio concesso per l'occasione; un grazie alla dott.ssa Valentina Massimi che, con la sua disponibilità e la sua formazione nel campo socio-educativo, ha garantito il migliore dei supporti che hanno permesso a tutti noi di poter apprezzare a pieno i vari momenti della manifestazione, permettendo di viverli pur senza vederne le "sfumature"; un ringraziamento al collega Alfio Pulvirenti, per essersi fatto promotore e coordinatore della nostra partecipazione in un consesso così particolare quanto entusiasmante.
un ringraziamento lo rivolgo a tutti noi, che crediamo l'integrazione sia anche da ricercare, che sia possibile, che sia doverosa e gratificante e a chi, ogni giorno, investe e si spende per conquistarla mettendosi in gioco con dignità."

Gavioli Mirella.
Componente il comitato tecnico scientifico nazionale massofisioterapisti

L’INPS non spedisce più il CUD ai pensionati: un piccolo passo in avanti per l’autonomia dei ciechi o un problema in più per gli anziani? La storia infinita del CUD INPS, di Angelo De Gianni

Autore: Angelo De Gianni

In ottemperanza alla legge 228 del 2012, l'INPS, dovendo rispettare precisi obblighi di risparmio e di aumento dell'efficienza e proseguendo il percorso di informatizzazione dell'attività amministrativa, ha comunicato ufficialmente, con la circolare n. 32 del 26 febbraio scorso, che non saranno più inviati i CUD in forma cartacea ai pensionati, compresi quelli in carico all'ex INPDAP.
Che cos'è e a che cosa serve il CUD?
Il CUD è un documento, emesso annualmente, nel quale sono riepilogati i redditi percepiti nell'anno solare precedente e le ritenute fiscali che l'Istituto
ha operato su di essi. Chi è obbligato alla presentazione della dichiarazione dei redditi, perché, ad esempio, percepisce altri redditi, oltre a quello della pensione, e/o possiede immobili non può fare a meno del CUD, per calcolare quanto dovuto complessivamente all'erario.
Se il CUD non viene più spedito al suo domicilio, come può fare un pensionato a procurarselo?
L'INPS, nella predetta circolare n. 32, elenca i canali alternativi a disposizione dei cittadini, che hanno necessità di ottenere questo importante documento: chi ha dimestichezza con il PC e/o con gli altri strumenti informatici può scaricare e/o stampare il CUD accedendo, tramite pin, alla propria area personale del sito internet dell'Istituto, oppure riceverlo direttamente nella casella di posta elettronica certificata, ovviamente se già attiva e conosciuta dall'INPS; coloro che, invece, per varie ragioni, non hanno accesso al web, hanno a disposizione altri canali: possono incaricare un Centro di Assistenza fiscale, possono recarsi presso una qualsiasi sede INPS o rivolgersi allo sportello amico di uno degli uffici postali nei quali questo servizio è funzionante, pagando, in quest'ultimo caso, un corrispettivo di circa €3.
Questo, apparentemente, è un passo in avanti verso l'autonomia "burocratica" dei disabili visivi, che possono collegarsi ad un sito web, accedere all'area personale INPS, scaricare il CUD e scandagliarlo tramite un video ingranditore o uno screen reader. Senonchè, sapiamo bene che la gran parte dei minorati della vista è costituita da anziani che non sono in grado, salvo poche eccezioni, di utilizzare con dimestichezza i nuovi strumenti informatici, destreggiandosi tra codici numerici interminabili, password e captcha indecifrabili.
Ancora una volta, quindi, il progresso tecnologico rischia di ritorcersi contro i più deboli tra i deboli.
Con un successivo messaggio l'INPS ha integrato la circolare n. 32, rendendo disponibile anche il nuovo numero verde 800 43 43 20, al quale si può richiedere la spedizione del CUD a casa propria,che può essere composto da rete fissa 24 ore su 24 e che, ad un servizio automatico, affianca il servizio con operatore, attivo, però, soltanto, si fa per dire, dalle 8 alle 20, dal lunedì al venerdì, e dalle 8 alle 14 il sabato. Da cellulare, invece, si può telefonare al n. 06 164 164.
A parte il problema, per chi non ha buona memoria, di leggere il proprio codice fiscale o il numero del libretto di pensione che presumibilmente verranno richiesti dall'operatore o dal sistema automatico, alcune domande di rito in questi casi sorgono spontanee: quanto tempo occorrerà stare con la cornetta incollata all'orecchio, prima di completare le operazioni di richiesta? Quanto tempo occorrerà aspettare prima di trovare nella cassetta della posta la busta contenente l'agognato CUD?
Insomma, ancora una volta le associazioni dei disabili, in primis l'Unione, sono chiamate a tutelare i soggetti che rappresentano, affinché siano garantiti i loro diritti: non va dimenticato, infatti, che ogni cittadino a diritto di conoscere quanto gli è stato erogato e quanto gli è stato trattenuto e che la presentazione della dichiarazione dei redditi, tranne alcuni casi particolari, è un obbligo, la cui inosservanza è sanzionata pesantemente.

Angelo De Gianni

La storia infinita del CUD INPS
Quando si parla dell'invio del CUD ai pensionati dell'INPS e degli altri enti ad esso accorpati, sembra di vedere un telefilm a puntate. Facciamo, allora, un breve riassunto della prima parte, prima di passare al secondo e, speriamo, conclusivo episodio.
Con la circolare n. 32 del 26 febbraio, a cui si è aggiunto un messaggio del 1 marzo, l'INPS ha reso noto che non invierà più il CUD a coloro che, nel 2012, hanno percepito dall'Istituto redditi soggetti all'Irpef. Nei due comunicati sono stati illustrati anche gli strumenti a disposizione dei cittadini per ottenere la certificazione utile per la presentazione della dichiarazione dei redditi. L'UICI ha tempestivamente dato ampio risalto alla novità, sia attraverso la stampa associativa, sia tramite i messaggi e le newsletter delle Sezioni Provinciali, in modo da garantire una capillare diffusione tra i minorati della vista anziani.
Il 13 marzo è "andata in onda" la seconda puntata: l'ente previdenziale ha integrato la circolare n. 32 con un messaggio, nel quale sono state aggiunte nuove modalità per la richiesta del CUD. Chi ha la disponibilità di un'indirizzo di posta elettronica, anche non certificata, potrà chiedere la certificazione reddituale, inviando una e-mail all'indirizzo richiestaCUD@postacert.inps.gov.it, allegando l'istanza firmata e la copia digitale fronte/retro di un documento di riconoscimento valido del richiedente.
In altre parole, il pensionato, aiutato da un familiare se non è in grado di utilizzare gli strumenti informatici, dovrà redigere la richiesta a mano o con un programma di videoscrittura, firmarla, digitalizzarla, cioè passare allo scanner l'istanza ed il documento di riconoscimento, e, finalmente, inviare il tutto all'indirizzo mail sopra indicato, attendendo la risposta, i cui tempi di evasione non sono specificati.
Come nella precedente puntata, una serie di interrogativi sorge ancora una volta spontanea: praticamente tutte le famiglie d'Italia hanno tra i loro componenti una o più persone anziane; allora, perché non è stata prevista, fin dall'inizio, la possibilità di richiedere il CUD via posta elettronica ordinaria, dato che, in genere, un figlio, un nipote o un altro congiunto possiedono un indirizzo e-mail dal quale spedire la richiesta?
Ma, più in generale, viene da chiedersi: i costi del personale addetto alla spedizione dei CUD, sottratto ad altre attività, del numero verde, che, come tutti sappiamo, prevede l'addebito delle chiamate al ricevente, delle spedizioni cartacee tramite gli uffici postali, nonché le spese accessorie, non risulteranno, a conti fatti, superiori a quelle che l'Istituto avrebbe sostenuto spedendo il CUD a tutti, come è avvenuto fino all'anno scorso?
Piuttosto che creare confusione tra persone che già hanno difficoltà a districarsi tra i mille adempimenti della vita quotidiana, non sarebbe risultato più economico bloccare la spedizione automatica della certificazione reddituale solo a coloro che siano già in possesso dell'abilitazione ai servizi telematici dell'INPS, lanciando, nel contempo, una campagna d'informazione sui vantaggi dell'informatizzazione, finalizzata a convincere i pigri e gli indecisi a richiedere il PIN?
Ancora una volta l'innovazione tecnologica italiana passa attraverso confusione ed incertezze, coinvolgendo, o, meglio, travolgendo i cittadini più fragili.

Angelo De Gianni

Unione Europea dei Ciechi: Parigi, 8 marzo 2013: Giornata Internazionale della Donna, di Maria Kyriacou

Autore: Maria Kyriacou

L'8 marzo di ogni anno governi, organizzazioni, istituti di istruzione, gruppi di donne e mass media di tutto il mondo rendono omaggio ai risultati economici, politici e sociali ottenuti dalle donne nel corso della storia. Per l'occasione, eventi e conferenze stampa si concentrano su temi specifici che riguardano le donne a livello sia locale che mondiale.

Oggi, 8 marzo 2013, l'Unione Europea dei Ciechi vuole richiamare l'attenzione sull'impatto che la crisi economica e finanziaria ha sulle donne con disabilità visiva.

Gli effetti della crisi economica stanno divenendo piuttosto evidenti in diversi ambiti della vita delle donne con disabilità visiva: l'introduzione di misure di austerità in molti paesi Europei ha come risultato la riduzione di quei sussidi e servizi essenziali che finora hanno contribuito a coprire i costi aggiuntivi causati dalla perdita della vista. L'opportunità di usufruire di tali sussidi, in passato, forniva a queste donne il supporto necessario a superare le barriere con cui si scontrano per condurre vite piene e indipendenti.

A causa di una crisi economica senza precedenti, si assiste al  progressivo aggravamento dei tassi già elevati di disoccupazione e dei tassi minimi di partecipazione alla forza lavoro relativi alle donne con disabilità visiva. Per loro è più difficile ottenere o mantenere un'occupazione, soprattutto a causa della riduzione di offerte di lavoro e dei tagli ai fondi governativi per i programmi per l'occupabilità e l'occupazione di persone con disabilità.

La ricerca e le informazioni sulle buone prassi mostrano che esistono alcuni modi per affrontare le sfide in tempo di crisi e che dalla risoluzione di queste sfide si generano nuove opportunità.

Nel tentativo di superare l'impatto della crisi economica, bisognerebbe soprattutto porre l'accento su quanto è importante che le donne con disabilità visiva sviluppino un maggior potere economico e la chiave è nell'istruzione, sia formale che informale, e nella tutela sociale. Si deve garantire alle donne con disabilità visiva l'accesso allo sviluppo di capacità, alla difesa dei diritti e alla formazione e questo permetterà anche altre forme di emancipazione di tipo sociale, politico e culturale, forgiando la loro fiducia e la loro autostima. La sicurezza economica contribuirà inoltre a realizzare uno sviluppo sostenibile a lungo termine e a ridurre la povertà.

Nonostante possa suonare come un "ossimoro", l'attuale crisi economica e finanziaria può in effetti rivelarsi per le donne con disabilità visiva un'opportunità per sensibilizzare maggiormente i legislatori e aiutarli a formulare e a valutare delle politiche di risposta a questa situazione. In tempo di crisi, le donne con disabilità visiva e le rispettive organizzazioni possono rendere ancora più vivido il bisogno di uno sviluppo sostenibile e inclusivo; esse possono porre rimedio alle diseguaglianze economiche e strutturali nei sistemi esistenti e formulare politiche e nuove strutture che condurranno a un risultato più egualitario.

Senza dubbio è ancora lunga la strada da percorrere prima che le donne con disabilità visiva siano in  prima linea nella partecipazione economica, politica e sociale. Tuttavia, se insieme collaboriamo con fiducia allora sarà possibile superare alcune delle sfide più grandi della crisi e fare realmente la differenza.

Maria Kyriacou
Coordinatrice della Rete Donne
dell'Unione Europea dei Ciechi
traduzione di Valentina Romano

Le ONG internazionali del Consiglio d’Europa affrontano i temi più “caldi”: democrazia, povertà e diritti violati, di Tommaso Daniele

Autore: Tommaso Daniele

Da anni, nella mia qualità di Secondo Vice-Presidente dell'Unione Europea dei Ciechi, ho l'onore di rappresentare questa organizzazione presso la Conferenza delle ONG internazionali del Consiglio d'Europa, un organismo composto da quasi 400 ONG dotate di status partecipativo presso il Consiglio d'Europa. Partecipare ai lavori della Conferenza offre l'opportunità di intervenire sugli argomenti di livello europeo che riguardano le persone con disabilità e di ricevere in cambio interessanti stimoli a dedicarsi anche alle altre giuste cause che la società civile è spesso la sola a sostenere. Dato che è mio desiderio che anche a livello nazionale vengano conosciuti il lavoro e i documenti di questo importante organismo di rappresentanza della società civile europea, da ora in poi predisporrò  una sintesi del rapporto inviato all'Unione Europea dei Ciechi, sperando di farvi cosa gradita.

Il tema della democrazia è stato al centro delle recenti attività della Conferenza delle OING, dalla partecipazione al I Forum Mondiale sulla Democrazia organizzato dal Consiglio d'Europa nell'ottobre 2012, fino all'adozione della "Dichiarazione sulla vera democrazia", documento in cui vengono riuniti i principi fondamentali presenti nelle principali convenzioni e dichiarazioni del Consiglio d'Europa [http://www.coe.int/t/ngo/Articles/CONF_PLE_2013_DEC1_democracy_en.asp, http://www.coe.int/t/ngo/articles/conf_ple_2013_dec1_democracy_FR.asp]. Per il 2013 sono già in programma la partecipazione al prossimo Forum Mondiale sulla Democrazia e la Settimana Mondiale sulla Democrazia Locale (14-20 ottobre), alla quale le ONG nazionali e locali sono invitate a contribuire organizzando attività congiunte con le autorità territoriali.

La Conferenza ha anche adottato la risoluzione "Agire insieme contro l'estrema povertà", in cui getta le basi per formulare strategie volte a eliminare la povertà in Europa e nel Mondo, nonché una raccomandazione sulla situazione relativa a torture e pene o trattamenti inumani o degradanti e una raccomandazione sulla parità di genere e l'importanza di sostenere i movimenti regionali e nazionali per i diritti delle donne nei paesi arabi. Tutti i testi adottati in seduta plenaria sono presenti nella speciale sezione web menzionata più sotto.

Grande attenzione è stata dedicata anche alla Carta Sociale Europea, oggetto di un questionario a cui l'UIC, insieme ad altre associazioni europee di persone non vedenti, ha contribuito, ricevendo l'apprezzamento del Coordinatore della Sottocommissione per la Carta Sociale. Il Comitato Europeo per i Diritti Sociali ha inoltre pubblicato le conclusioni sui rapporti nazionali del 2011 relativi all'applicazione della Carta Sociale (inclusa l'analisi dell'art. 15 sui diritti delle persone con disabilità alla formazione professionale, alla riabilitazione e al reinserimento sociale): le ONG sono invitate nuovamente a segnalare al Coordinatore eventuali punti controversi presenti nelle conclusioni entro la fine di marzo 2013. Su questo argomento l'UIC si appresta a fornire il suo contributo relativo alle conclusioni sull'Italia.

Infine si rende noto che la Conferenza delle ONG internazionali ha predisposto una speciale sezione sul web dedicata alla documentazione da essa prodotta http://www.coe.int/t/ngo/menu_documentation_en.asp e http://www.coe.int/t/ngo/menu_documentation_FR.asp?, in cui possono essere reperiti i testi adottati in seduta plenaria, le pubblicazioni e i comunicati stampa.

Tommaso Daniele

L’istruzione e le sue diverse problematiche, di Luciano Paschetta

Autore: Luciano Paschetta

Giovedì 28 febbraio il Presidente nazionale ha dato il via ad un nuovo ciclo di trasmissioni nel corso delle quali verranno affrontate le diverse tematiche associative. "Abbiamo voluto iniziare queste trasmissioni" ha esordito il prof Tommaso Daniele, "affrontando per prime le tematiche relative all'istruzione, sia perché esse sono state sempre le prime presenti alla nostra attenzione, ma anche perché, in questo momento, sono molte le nostre preoccupazioni in merito al processo di integrazione e tanti i problemi che ci vengono quotidianamente segnalati. A quelli del passato: mancata assistenza ai genitori, scarsa preparazione dei docenti di sostegno, esoneri ingiustificati dalle lezioni di educazione fisica, necessità di maggiori competenze tiflologiche all'interno della scuola e nei servizi, lungaggini nella fornitura dei libri di testo in braille, ecc., si è aggiunta una vera e propria emergenza: la mancata accessibilità dei libri di testo informatizzati, delle Lim, dei registri elettronici per i docenti, dei programmi per la verifica delle assenze e degli altri prodotti informatici utilizzati nella scuola. Assistiamo così al paradosso che l'uso del computer che aveva aperto ai disabili visivi nuovi orizzonti di comunicazione con i "normovedenti" e di pari opportunità nelle comunicazioni, a causa dell'ignoranza della legge Stanca da parte dei produttori dei libri di testo e dei diversi software utilizzati nelle scuole, ci troviamo di nuovo e di più emarginati. Le nostre preoccupazioni sono aumentate, dopo che il direttore Salvatore Romano e Luciano Paschetta hanno incontrato il responsabile dei servizi informativi del Miur il quale ha dichiarato "l'impotenza del Ministero" ad intervenire. A questo punto non ci rimane che l'azione legale".
  All'incontro erano anche presenti il direttore Paolo Colombo, quale responsabile del lavoro per l'Unione, Luciano Paschetta, responsabile operativo della Commissione nazionale istruzione e i componenti della stessa Commissione, il direttore Giovanni Loche, il consigliere nazionale Michele Corcio e Claudio Signorini. Purtroppo, pochi sono stati gli ascoltatori, anche a causa di un disservizio che, in questi ultimi giorni, ha provocato l'interruzione del sistema di invio delle circolari dell'Unione; tuttavia, il dibattito che si è sviluppato con gli intervenuti alla trasmissione è stato vivace e qualificato. Marco Condidorio, presidente regionale del Molise, ha evidenziato la necessità che le famiglie accolgano i suggerimenti del tiflologo anche in merito ai libri di testo. Ha poi rilevato la necessità di istituzionalizzare la figura del tiflologo anche con uno specifico percorso formativo a livello universitario. In merito, Paschetta, ha sottolineato che il "tiflologo" è una figura non "definibile": egli dovrebbe essere uno psicologo, un formatore, un pedagogista ed un pedagogo, un educatore, uno psicomotricista con competenze tiflologiche. Una figura dal profilo professionale improponibile, per questo l'Irifor ha scelto di attivare albi per figure definite quali gli educatori ed operatori tiflologici ed ha promosso l'attivazione di un master per "assistente alla comunicazione per disabili visivi", proprio per fare chiarezza sulla professionalità dell'esperto chiamato ad intervenire. Ricorda poi come alla famiglia nessun intervento può essere "imposto", ma solo "proposto". Sia Michele Corcio, sia Claudio Signorini ribadiscono la considerazione per cui l'esperto in tiflologia deve innanzitutto "farsi accogliere" dalla famiglia, senza mai sostituirsi ad essa, ma soltanto sostenendola.
  Giovanni Loche sottolinea la necessità di un confronto con le realtà internazionali (ad esempio quella dei college americani) ai quali far eventualmente riferimento nel ripensare il modello di inclusione. Paschetta chiarisce che certamente sulle modalità del processo di integrazione è iniziata una riflessione, ma sottolinea come nel nostro paese il "modello integrato" sia ormai patrimonio culturale comune che nessuna organizzazione (partiti, sindacati, ecc.) mette più in discussione.
  Paolo Colombo riprende il tema dell'accessibilità e informa che è già stato avviato uno studio, anche con il coinvolgimento delle "associazioni consumatori", per individuare le modalità di una azione legale o per singoli casi o come class action, ed a breve si agirà. Maio Taddei denuncia una grave situazione da lui rilevata nel grossetano dove, in un paesino dell'Appennino, un ragazzo con disabilità aggiuntive, oltre la difficoltà visiva, anche a causa dell'impreparazione della famiglia prima, dell'insegnante di sostegno e degli operatori dei servizi poi, oggi viene tenuto a casa seduto tutto il giorno su una sedia. "Situazioni come queste fanno riflettere" dice Paschetta, "e certamente vanno affrontate con coraggio e senza pregiudizi ideologici; personalmente, penso che per casi come questo occorrerà pensare a "mini-comunità" nelle città capoluogo presso le quali far soggiornare i ragazzi durante la settimana, mentre frequentano le scuole della città". In merito alla trascrizione dei testi in braille o ingranditi, sia Signorini, sia Corcio ribadiscono come, soprattutto nella scuola primaria, questi siano fondamentali per un corretto apprendimento della lingua e non solo. Occorre tuttavia, anche per evitare inutili spese, valutare con consapevolezza se trascrivere l'intero testo o solo parti di esso. Secondo Massimo Vita, presidente dell'Unione di Siena, invece, oggi si può risparmiare utilizzando, anziché ingrandimenti e trascrizioni cartacee, software ingrandenti e display braille; ma sia Michele che Claudio ribadiscono l'utilità, nella primaria, della "pagina" cartacea, anche per farne capire al bambino il layout. Vita sostiene poi che per quei ragazzi che hanno disabilità tali da ridurne gravemente le possibilità comunicative, forse occorrerebbe pensare a soluzioni diverse dalla scuola, quali i centri diurni, perché, in alcuni casi, essi disturbano il lavoro didattico. In proposito riferisce il caso di un allievo che, dopo due anni di permanenza in classe con molte difficoltà per i compagni, ha dovuto essere ricoverato in ospedale psichiatrico. Paschetta ricorda come la sentenza della Cc dell'88 vada in direzione opposta e, soprattutto, sottolinea come la presenza dei disabili nelle classi comuni, in nessun caso, sia la causa del degrado della nostra scuola, le cui origini sono ben altre. La verità è che la scuola autonoma si è concretizzata nel nostro paese in una scuola "anarchica", una scuola nella quale si trovano eccellenze a fianco di profonde situazioni di disservizio. La scuola autonoma richiedeva, a garanzia di qualità, la definizione di standard minimi comuni, e la presenza di un sistema di valutazione del servizio. Essa invece è rimasta la scuola dove l'autonomia didattica, senza un organico funzionale di istituto, rimane solo una dichiarazione di intenti irrealizzabile e dove nel consiglio di istituto il Dsgs, responsabile amministrativo, non è presente e dove il Ds, responsabile dei risultati, è "unus inter pares" e il suo voto vale come quello dell'operatore scolastico. Ciò detto, ha concluso Paschetta, le difficoltà dell'inclusione scolastica, nel bene e nel male, sono da valutare in correlazione agli attuali problemi della scuola italiana.

Luciano Paschetta