L’INPS non spedisce più il CUD ai pensionati: un piccolo passo in avanti per l’autonomia dei ciechi o un problema in più per gli anziani? La storia infinita del CUD INPS, di Angelo De Gianni

Autore: Angelo De Gianni

In ottemperanza alla legge 228 del 2012, l'INPS, dovendo rispettare precisi obblighi di risparmio e di aumento dell'efficienza e proseguendo il percorso di informatizzazione dell'attività amministrativa, ha comunicato ufficialmente, con la circolare n. 32 del 26 febbraio scorso, che non saranno più inviati i CUD in forma cartacea ai pensionati, compresi quelli in carico all'ex INPDAP.
Che cos'è e a che cosa serve il CUD?
Il CUD è un documento, emesso annualmente, nel quale sono riepilogati i redditi percepiti nell'anno solare precedente e le ritenute fiscali che l'Istituto
ha operato su di essi. Chi è obbligato alla presentazione della dichiarazione dei redditi, perché, ad esempio, percepisce altri redditi, oltre a quello della pensione, e/o possiede immobili non può fare a meno del CUD, per calcolare quanto dovuto complessivamente all'erario.
Se il CUD non viene più spedito al suo domicilio, come può fare un pensionato a procurarselo?
L'INPS, nella predetta circolare n. 32, elenca i canali alternativi a disposizione dei cittadini, che hanno necessità di ottenere questo importante documento: chi ha dimestichezza con il PC e/o con gli altri strumenti informatici può scaricare e/o stampare il CUD accedendo, tramite pin, alla propria area personale del sito internet dell'Istituto, oppure riceverlo direttamente nella casella di posta elettronica certificata, ovviamente se già attiva e conosciuta dall'INPS; coloro che, invece, per varie ragioni, non hanno accesso al web, hanno a disposizione altri canali: possono incaricare un Centro di Assistenza fiscale, possono recarsi presso una qualsiasi sede INPS o rivolgersi allo sportello amico di uno degli uffici postali nei quali questo servizio è funzionante, pagando, in quest'ultimo caso, un corrispettivo di circa €3.
Questo, apparentemente, è un passo in avanti verso l'autonomia "burocratica" dei disabili visivi, che possono collegarsi ad un sito web, accedere all'area personale INPS, scaricare il CUD e scandagliarlo tramite un video ingranditore o uno screen reader. Senonchè, sapiamo bene che la gran parte dei minorati della vista è costituita da anziani che non sono in grado, salvo poche eccezioni, di utilizzare con dimestichezza i nuovi strumenti informatici, destreggiandosi tra codici numerici interminabili, password e captcha indecifrabili.
Ancora una volta, quindi, il progresso tecnologico rischia di ritorcersi contro i più deboli tra i deboli.
Con un successivo messaggio l'INPS ha integrato la circolare n. 32, rendendo disponibile anche il nuovo numero verde 800 43 43 20, al quale si può richiedere la spedizione del CUD a casa propria,che può essere composto da rete fissa 24 ore su 24 e che, ad un servizio automatico, affianca il servizio con operatore, attivo, però, soltanto, si fa per dire, dalle 8 alle 20, dal lunedì al venerdì, e dalle 8 alle 14 il sabato. Da cellulare, invece, si può telefonare al n. 06 164 164.
A parte il problema, per chi non ha buona memoria, di leggere il proprio codice fiscale o il numero del libretto di pensione che presumibilmente verranno richiesti dall'operatore o dal sistema automatico, alcune domande di rito in questi casi sorgono spontanee: quanto tempo occorrerà stare con la cornetta incollata all'orecchio, prima di completare le operazioni di richiesta? Quanto tempo occorrerà aspettare prima di trovare nella cassetta della posta la busta contenente l'agognato CUD?
Insomma, ancora una volta le associazioni dei disabili, in primis l'Unione, sono chiamate a tutelare i soggetti che rappresentano, affinché siano garantiti i loro diritti: non va dimenticato, infatti, che ogni cittadino a diritto di conoscere quanto gli è stato erogato e quanto gli è stato trattenuto e che la presentazione della dichiarazione dei redditi, tranne alcuni casi particolari, è un obbligo, la cui inosservanza è sanzionata pesantemente.

Angelo De Gianni

La storia infinita del CUD INPS
Quando si parla dell'invio del CUD ai pensionati dell'INPS e degli altri enti ad esso accorpati, sembra di vedere un telefilm a puntate. Facciamo, allora, un breve riassunto della prima parte, prima di passare al secondo e, speriamo, conclusivo episodio.
Con la circolare n. 32 del 26 febbraio, a cui si è aggiunto un messaggio del 1 marzo, l'INPS ha reso noto che non invierà più il CUD a coloro che, nel 2012, hanno percepito dall'Istituto redditi soggetti all'Irpef. Nei due comunicati sono stati illustrati anche gli strumenti a disposizione dei cittadini per ottenere la certificazione utile per la presentazione della dichiarazione dei redditi. L'UICI ha tempestivamente dato ampio risalto alla novità, sia attraverso la stampa associativa, sia tramite i messaggi e le newsletter delle Sezioni Provinciali, in modo da garantire una capillare diffusione tra i minorati della vista anziani.
Il 13 marzo è "andata in onda" la seconda puntata: l'ente previdenziale ha integrato la circolare n. 32 con un messaggio, nel quale sono state aggiunte nuove modalità per la richiesta del CUD. Chi ha la disponibilità di un'indirizzo di posta elettronica, anche non certificata, potrà chiedere la certificazione reddituale, inviando una e-mail all'indirizzo richiestaCUD@postacert.inps.gov.it, allegando l'istanza firmata e la copia digitale fronte/retro di un documento di riconoscimento valido del richiedente.
In altre parole, il pensionato, aiutato da un familiare se non è in grado di utilizzare gli strumenti informatici, dovrà redigere la richiesta a mano o con un programma di videoscrittura, firmarla, digitalizzarla, cioè passare allo scanner l'istanza ed il documento di riconoscimento, e, finalmente, inviare il tutto all'indirizzo mail sopra indicato, attendendo la risposta, i cui tempi di evasione non sono specificati.
Come nella precedente puntata, una serie di interrogativi sorge ancora una volta spontanea: praticamente tutte le famiglie d'Italia hanno tra i loro componenti una o più persone anziane; allora, perché non è stata prevista, fin dall'inizio, la possibilità di richiedere il CUD via posta elettronica ordinaria, dato che, in genere, un figlio, un nipote o un altro congiunto possiedono un indirizzo e-mail dal quale spedire la richiesta?
Ma, più in generale, viene da chiedersi: i costi del personale addetto alla spedizione dei CUD, sottratto ad altre attività, del numero verde, che, come tutti sappiamo, prevede l'addebito delle chiamate al ricevente, delle spedizioni cartacee tramite gli uffici postali, nonché le spese accessorie, non risulteranno, a conti fatti, superiori a quelle che l'Istituto avrebbe sostenuto spedendo il CUD a tutti, come è avvenuto fino all'anno scorso?
Piuttosto che creare confusione tra persone che già hanno difficoltà a districarsi tra i mille adempimenti della vita quotidiana, non sarebbe risultato più economico bloccare la spedizione automatica della certificazione reddituale solo a coloro che siano già in possesso dell'abilitazione ai servizi telematici dell'INPS, lanciando, nel contempo, una campagna d'informazione sui vantaggi dell'informatizzazione, finalizzata a convincere i pigri e gli indecisi a richiedere il PIN?
Ancora una volta l'innovazione tecnologica italiana passa attraverso confusione ed incertezze, coinvolgendo, o, meglio, travolgendo i cittadini più fragili.

Angelo De Gianni