Settimana mondiale del glaucoma, per “salvare” la vista proteggiamo il cervello
Iniziative fino al 12 marzo. Riflettori puntati sul nesso tra occhi e cervello. Oggi la patologia non è più soltanto di pertinenza oculistica ma è neurodegenerativa. I quattro fattori di rischio che “avvicinano” la malattia a Parkinson, Alzheimer e SLA.
Alterazioni cerebrali lungo tutta la via ottica a dimostrazione del fatto che tra occhi e cervello c’è un fil rouge diretto. E, infatti, alcuni cambiamenti strutturali e funzionali, come l’assottigliamento dello strato retinico interno causato dalla degenerazione tipica del glaucoma, sono già presenti nel cervello ben prima che compaiano i difetti del campo visivo. A dimostrarlo è uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Eye Brain.
Un motivo in più per non trascurare la vista cogliendo anche l’occasione della Settimana mondiale del glaucoma che si celebra dal 6 al 12 marzo e che quest’anno ha come slogan la frase “The word is bright, save your sight”. Il glaucoma colpisce circa 1 milione e 200mila persone in Italia e rappresenta la seconda causa di disabilità visiva e di cecità nel nostro Paese. Secondo recenti stime, inoltre, il 50% dei pazienti non sa di averlo e il 20% corre il rischio di perdere la vista.
Il glaucoma come un puzzle
Ciò che emerge da numerosi studi scientifici, tra cui quello condotto da ricercatori americani e spagnoli e pubblicato sulla rivista scientifica Progress in Neurobiology, è la condivisione di alcuni fattori di rischio tra glaucoma e malattie neurodegenerative. In particolare, fattori vascolari, stress ossidativo, metabolismo dei mitocondri e rilascio di sostanze tossiche per le cellule rappresentano alcune delle ‘tessere’ che – insieme all’aumento della pressione oculare – compongono il ‘puzzle’ del glaucoma ormai non più considerato una patologia soltanto oculare, ma piuttosto neurodegenerativa.
“Mentre un tempo veniva considerata una patologia soltanto di pertinenza oculare in cui l’unico responsabile era l’aumento della pressione dell’occhio, oggi il glaucoma viene inserita all’interno della famiglia delle patologie neurodegenerative insieme a Parkinson, Alzheimer e Sclerosi laterale amiotrofica”, dichiara Matteo Sacchi, responsabile del Centro Glaucoma dell’Ospedale San Giuseppe, Università degli Studi di Milano.
Perché il glaucoma è una malattia neurodegenerativa
Ma cos’ha in comune il glaucoma con queste patologie? “Il fatto che riguarda il tessuto nervoso. Infatti, nei pazienti con glaucoma non è soltanto l’occhio a venire alterato, ma anche l’encefalo, cioè le strutture del sistema nervoso centrale”, risponde Sacchi. “Così come accade per le altre malattie neurodegenerative, anche nel glaucoma le cellule degenerano attraverso il meccanismo dell’apoptosi e il rilascio di sostanze tossiche come glutammato, amiloide e ioni calcio. Inoltre, questa malattia oculare ha delle caratteristiche di progressione e di cronicità tipiche delle altre patologie neurodegenerative”.
L’importanza delle visite di controllo
Il tema del collegamento tra occhi e cervello è stato affrontato anche nell’ambito del congresso internazionale dell’Associazione italiana Studio Glaucoma (Aisg) che si è appena svolto a Roma: “Il glaucoma – spiega Stefano Miglior, direttore della clinica oculistica Policlinico di Monza, Università Milano Bicocca, nonché presidente dell’Associazione italiana Studio Glaucoma – è una patologia degenerativa e se non viene monitorata e controllata con la terapia farmacologica o chirurgica porta alla cecità irreversibile. Il fattore di rischio più importante è la pressione oculare elevata, ma in un terzo dei casi viene osservato in pazienti con pressione oculare normale. E’ stato osservato che in alcuni pazienti glaucomatosi si assisterebbe anche a una progressiva compromissione strutturale e funzionale di zone cerebrali non propriamente deputate alla visione. Non è raro che le persone non si accorgano, anche per lungo tempo, di esserne affette e arrivino dall’oculista quando la situazione è ormai già compromessa. I controlli oculistici periodici sono fondamentali”.
I fattori di rischio
La la pressione oculare non è più considerato l’unico colpevole dell’insorgenza del glaucoma che diventa, perciò, una patologia multifattoriale determinata da fattori indipendenti dalla pressione dell’occhio tant’è vero che diversi studi clinici hanno dimostrato che circa nel 30% dei pazienti il glaucoma continua a progredire nonostante la riduzione della pressione oculare. “Dal momento che la comunità scientifica ha capito che si tratta di una patologia neurodegenerativa dovuta ad una multifattorialità di eventi patogeni – prosegue l’oculista – è diventato evidente che abbassare soltanto la pressione dell’occhio non può più essere considerato un trattamento sufficiente ed efficace per tutti i pazienti e quindi anche quella terapeutica deve essere una strategia multifattoriale”.
Abbassare la pressione oculare
Ecco perché attualmente l’approccio terapeutico è anche di tipo neuroprotettivo. “Con la terapia neuroprotettiva – spiega Sacchi che proprio su questi temi ha svolto un intervento al Congresso internazionale dell’Associazione Italiana per lo Studio del Glaucoma svoltosi nei giorni scorsi a Roma – cerchiamo di agire su due fronti. Prima di tutto quello strutturale della cellula retinica attraverso la somministrazione di citicolina, una molecola che il nostro organismo produce da solo, ma che in una patologia neurodegenerativa può risultare carente. L’altro fronte di intervento è quello più energetico: le cellule ganglionari della retina, che sono quelle che degenerano nel glaucoma, consumano tantissima energia e quindi il mitocondrio, che è un po’ la centrale energetica delle nostre cellule, è in difficoltà. Il Coenzima Q10 è la molecola che possiamo aggiungere come terapia adiuvante al paziente per cercare di aiutare il metabolismo energetico mitocondriale che nel glaucoma è deficitario”. In pratica, Coenzima Q10 e Citicolina lavorano su strade diverse ma convergono verso un unico obiettivo che è la neuroprotezione.
Glaucoma nei bambini
Anche se viene associata sempre agli anziani, questa patologia colpisce anche adulti e giovani, persino bambini e neonati: solo il glaucoma congenito, che non esaurisce tutte le forme di glaucoma pediatrico, interessa almeno 1 nato ogni 10.000. “A differenza degli adulti, nei bambini il glaucoma si manifesta chiaramente: l’occhio malato presenta una malformazione anatomica ben visibile, è più grosso a causa della spinta pressoria, come un palloncino gonfiato, e la diagnosi avviene solitamente alla nascita”, prosegue Sacchi, specialista di riferimento per il glaucoma presso l’Ospedale San Giuseppe di Milano tra le pochissime strutture in Italia – l’unica in Lombardia – a operare anche i casi di glaucoma pediatrico congenito. “La patologia si sviluppa quasi sempre in età intrauterina, a causa di una mutazione genetica spontanea. La buona notizia è che anche bambini piccolissimi, di pochi mesi, possono essere operati con successo. L’intervento consiste nell’apertura del canale che permette il deflusso dell’umor acqueo, il liquido responsabile della pressione all’interno dell’occhio, e nell’inserimento di una piccola valvola”. L’8 marzo il Centro eseguirà screening gratuiti e sarà a disposizione dei cittadini per rispondere a dubbi e domande sulla patologia: per aderire, è necessario prenotarsi chiamando lo 02 85994804 dal lunedì al venerdì, dalle 11.00 alle 12.00.
La campagna Iapb: “Il glaucoma può bruciare la tua vista”
Quest’anno, a rappresentare simbolicamente gli effetti del glaucoma sull’occhio, IAPB Italia Onlus ha scelto l’immagine di “un uovo al tegamino bruciato ai bordi. Dove tuorlo e albume rievocano facilmente pupilla e iride e le bruciature che appaiono sui bordi dell’uovo, quando cuoce a temperatura troppo alta e troppo a lungo, evocano invece la progressione del glaucoma, che ‘brucià gradualmente la vista periferica senza che la persona se ne accorga – spiega lo chef Alessandro Circiello, che ha prestato il suo nome per la campagna IAPB Italia Onlus “Non distrarti. Il glaucoma può bruciare la tua vista” – In entrambi i casi, questo accade perché ci siamo dimenticati di controllare o per sottovalutazione”.
Da Aosta ad Enna, da Cremona a Pesaro saranno circa 90 gli appuntamenti nelle piazze di tutta Italia organizzati da IAPB Italia Onlus assieme alla Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti. Prenderanno la forma di incontri di sensibilizzazione tra la cittadinanza e i medici ma anche di controlli gratuiti della vista. Sul sito www.settimanaglaucoma.it l’elenco completo delle iniziative città per città. “Per non distrarsi, per non sottovalutare il glaucoma, l’informazione diventa elemento cardine per difendersi dalla malattia”, conclude il presidente Iapb, Mario Barbuto. “La prevenzione dipende dalle scelte attive dei singoli. E le scelte dipendono dalla loro consapevolezza. La visita oculistica ogni anno dopo i sessant’anni – e ogni due tra i 40 e i 60 – si conferma la principale forma di prevenzione”.
Irma D’Aria
Fonte: La Stampa del 07/03/2022
Pubblicato il 08/03/2022.