Comunicato Stampa – L’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti Onlus coinvolta suo malgrado nei segreti dei paradisi fiscali, di Tommaso Daniele

Autore: Tommaso Daniele

Con grande sorpresa e stupore si è appreso dai principali media che l'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti Onlus, insieme ad altre due fondazioni definite "caritatevoli", compare tra i beneficiari di due trust.

Il Presidente Nazionale Tommaso Daniele smentisce categoricamente ogni rapporto con i suddetti trust, del tutto sconosciuti alla sede centrale e alle sedi periferiche dell'Unione: infatti il Presidente dichiara di aver svolto una indagine interna dalla quale risulta l'assoluta estraneità a quanto riportato dai media.

Pertanto si invita chi ha effettuato l'inchiesta a fornire notizie dettagliate su chi avrebbe effettuato le donazioni e sui soggetti che le hanno ricevute, tutto questo per avere la possibilità di tutelare il buon nome e l'immagine dell'Associazione.

L'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti Onlus si riserva di adire le vie legali ove ne ricorressero gli estremi.

Si prende atto che chi ha effettuato l'inchiesta ha segnalato che le fondazioni hanno dichiarato di essere estranee alla vicenda e che chi ha utilizzato il nome delle "Charities" lo ha fatto, probabilmente, per mettersi al riparo da inchieste della Magistratura.

Il Presidente Nazionale
prof. Tommaso Daniele

 

CONFERENZA STAMPA Giovedì 11 aprile 2013 – ore 11:30, Redazionale

Autore: Redazionale

C/o Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti
Presidenza Nazionale
Via Borgognona 38 – 00187 Roma

LA VERITÀ SUI FALSI CIECHI

Coordina:
Luisa Bartolucci
Componente dell'Ufficio di Presidenza dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti

Intervengono:
Tommaso Daniele
Presidente Nazionale dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti
Saluto

Filippo Cruciani
Direttore F.F. della Clinica Oculistica all'Università "La Sapienza"  di Roma – Policlinico Umberto I

Francesca De Carolis
Giornalista radiofonica

Stefania Fortini
Responsabile del Servizio di Psicologia del Polo Nazionale di Servizi e Ricerca
per la Prevenzione e la Riabilitazione Visiva degli Ipovedenti (IAPB Italia onlus)

Raffaele Migliorini
Responsabile del Management Sanitario Esterno INPS

Mauro Salducci
Specialista e Docente Universitario in Medicina Legale e delle Assicurazioni

Sono stati invitati i Comandanti Generali dell'Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza

Interverranno on line alcune persone erroneamente considerate falsi ciechi

La conferenza stampa sarà trasmessa in diretta audio sul sito dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti all'indirizzo http://www.uiciechi.it/radio/radio.asp

 

 

La verità sui falsi ciechi

 

 L'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti combatte senza se e senza ma i falsi ciechi perché essi tolgono ai ciechi veri il lavoro, l'indennità di accompagnamento, la pensione, la dignità: tutto ciò che viene dato ai falsi ciechi viene tolto ai ciechi veri.

 Siamo grati alla Guardia di Finanza e all'Arma dei Carabinieri per la loro opera di moralizzazione.

 Ciò detto, la Conferenza Stampa si prefigge lo scopo di far emergere la verità sui falsi ciechi: infatti, alcuni di loro sono stati considerati tali ma a seguito di ulteriori accertamenti sono risultati ciechi totali. Riteniamo che ciò sia avvenuto a causa di una insufficiente informazione sulla realtà dei ciechi e degli ipovedenti e sulle diverse tipologie di minorazione visiva.

 È accaduto spesso che alcuni comportamenti, assolutamente compatibili con la cecità, siano stati considerati indizio di falsa cecità. Non intendiamo organizzare una contro-campagna a favore dei falsi ciechi, ma fornire elementi che riteniamo utili ai fini della conoscenza del fenomeno.

 Esistono diverse tipologie di minorazione visiva: la cecità totale e parziale, l'ipovisione grave, media e lieve. Rientra nei casi di cecità totale anche la visione tubolare accompagnata da un grave deficit del campo visivo bilaterale, meno del 3%. La medicina oculistica, quindi, considera cieco totale anche chi ha un buon livello di acutezza visiva, perché vedere come attraverso la cruna di un ago non consente una autonomia pari a quella dei ciechi parziali.

 L'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti intende fare la propria parte nella difesa dei ciechi veri e a tale scopo invita tutti a denunciare i casi concretamente sospetti all'Arma dei Carabinieri e alla Guardia di Finanza per ristabilire la verità sul fenomeno.

 

 

Una moderna caccia alle streghe: Il problema dei falsi ciechi (o presunti tali), di Angelo Mombelli

Autore: Angelo Mombelli

Il 21 marzo scorso si è svolta una trasmissione di Parla con l'Unione nella quale si è trattato l'annoso problema dei falsi ciechi. Le testimonianze che sono emerse durante l'incontro mi hanno lasciato alquanto sbalordito per il clima che si è venuto a creare in seguito alle numerose notizie che i mass media hanno diffuso negli ultimi mesi. Il risultato di quest'assurda caccia alle streghe è che il clima nei nostri confronti è sensibilmente mutato nell'opinione pubblica. 
Premesso che alcuni casi sono reali ed effettivamente da condannare (è impensabile che un cieco possa essere in grado di guidare o andare in bicicletta), sorprende che tante banali azioni quali infilare una chiave nella serratura o attraversare una strada, che tutti noi ciechi con un minimo di autonomia siamo in grado di svolgere, siano divenute sinonimo di falsa cecità. Da una parte ci perviene lo stimolo ad essere il più indipendenti possibile per garantirci una sempre maggiore integrazione nel tessuto sociale, dall'altra le espressioni della nostra indipendenza sono viste con sospetto e ci causano imbarazzo.
Va poi sottolineato che moltissimi dei casi di falsi ciechi denunciati non hanno poi avuto seguito in sede giudiziaria: oltre ad avere un costo per la collettività, quest'inutili processi causano danni profondi alle persone coinvolte: queste avrebbero diritto di ottenere un riconoscimento da chi impropriamente le ha denunciate prendendo, come si suol dire, lucciole per lanterne.
In questo clima inquisitorio molti dei nostri soci hanno paura ad uscire di casa per timore di essere filmati e bollati come falsi ciechi: lo sprone ad essere autonomi ed indipendenti viene in tal modo vanificato.
Viviamo in una società dove l'evasione fiscale regna sovrana, la corruzione anche, senza parlare degli sprechi pubblici. Oggi però sembra che il dissesto dell'economia italiana dipenda soprattutto dai falsi invalidi.
In ogni periodo storico i ciechi hanno dovuto lottare per far riconoscere i propri diritti; nel diciassettesimo secolo i filosofi dibattevano addirittura se il cieco possedesse un'anima o meno; alla fine del secolo successivo, Valentine Haüy fece molta fatica a dimostrare che i ciechi erano in grado di svolgere attività manuali e far di conto. Nell'ottocento, il nato cieco era dichiarato d'ufficio incapace di intendere e di volere e la sua firma non aveva alcun valore giuridico. Nel novecento, per fortuna, abbiamo avuto le nostre vittorie e dai gradini delle chiese siamo saliti fino alle cattedre universitarie. Nonostante questo, l'immaginario collettivo ci percepisce ancora incapaci di attendere alle attività quotidiane. Oggi purtroppo viviamo un periodo di rinnovata caccia alle streghe che svaluta ogni nostro gesto di autonomia; occorre quindi, come giustamente dice il nostro Presidente Nazionale, che la strada maestra sia quella della cultura.
Vorrei concludere raccontando un episodio occorso ad un mio caro amico: un cieco di guerra doveva svolgere un corso a Milano per cui trovò un piccolo appartamento in un vecchio stabile ove la custode era una di quelle vecchie portinaie impiccione che tutto dovevano sapere degli inquilini. Un giorno quella lo avvicinò e gli chiese: "Scusi la mia curiosità, ma lei che non ci vede come fa a fare l'amore con la moglie?". Lui, a cui la prontezza di spirito non mancava, le rispose con un'altra domanda : "Scusi signora, ma per le sue necessità corporali, come fa a pulirselo se non lo vede?".
Scusatemi per l'aneddoto, ma rende l'idea.     

Spunti di riflessione sulla prima assemblea regionale dei quadri dirigenti di F.A.N.D. Lombardia, di Nicola Stilla

Autore: Nicola Stilla

Dialogo e disponibilità al confronto, se derivanti da un atteggiamento spontaneo e costruttivo, non possono che produrre risultati positivi. Di questo sono stato sempre convinto, e ho avuto una piacevole conferma sabato 16 febbraio in occasione della prima Assemblea Regionale dei Quadri Dirigenti della F.A.N.D. (Federazione tra le Associazioni Nazionali delle Persone con Disabilità) della Lombardia.
All'Assemblea, oltre i rappresentanti delle 5 Associazioni facenti parte della F.A.N.D., erano altresì presenti alcuni candidati al Consiglio di Regione Lombardia in rappresentanza dei candidati alla Presidenza di Regione Lombardia:
– Maurizio Sala, in rappresentanza di Gabriele Albertini del Movimento Lombardia Civica;
– Franco Bomprezzi, in rappresentanza di Umberto Ambrosoli della Coalizione di Centro Sinistra;
– Matteo Salvini, in rappresentanza di Roberto Maroni della Coalizione di Centro Destra;
– Frederic Gebhard, in rappresentanza di Carlo Maria Pinardi del partito Fare per Fermare il Declino.
che hanno illustrato le linee guida dei rispettivi schieramenti in materia di disabilità. Al di là delle peculiarità dei singoli programmi, ritengo che ciò rappresenti un fattore positivo. Negli ultimi anni, anche per via della grave crisi economica in atto, i servizi rivolti alle fasce deboli sono soggetti a tagli sempre più frequenti e ingenti, che inevitabilmente hanno ripercussioni negative anche su quella che è la quotidianità vissuta dalle persone con disabilità stesse. Risulta pertanto importante instaurare un dialogo con le istituzioni, partendo da quelle locali, affinché la classe politica prenda piena coscienza del fatto che le persone con disabilità, se opportunamente assistite nei diversi ambiti (scuola, formazione professionale, lavoro ed eventualmente riabilitazione) sono perfettamente in grado di sfruttare pienamente le loro potenzialità, divenendo così risorsa attiva per l'intera società.
L'obiettivo è ambizioso, e di sicuro per raggiungerlo ci vorrà del tempo. Ci aspettano mesi di duro lavoro, nei quali tutti noi saremo chiamati a profondere ogni  sforzo necessario per attuare un vero rilancio della Federazione. Un rilancio che la porti ad essere presente in modo attivo e propositivo nelle sedi istituzionali, rendendosi parte integrante di tutti quei processi decisionali che si riflettono sulle persone con disabilità della nostra regione.
Sono fermamente convinto che ciò possa avvenire solo avendo piena consapevolezza di quelli che, nell'immediato futuro, dovranno essere i punti cardine della nostra azione. Anche da questo punto di vista posso ritenermi ampiamente soddisfatto da quanto emerso durante l'Assemblea del 16 febbraio. Dalle relazioni dei diversi consulenti, infatti, è emerso un piano d'azione che nel suo insieme conferma quelle che fin dall'inizio del presente mandato sono state le nostre linee guida.
La nostra azione dovrà partire dalla scuola, poiché è proprio qui che la persona si forma dal punto di vista culturale, acquisendo quell'insieme di abilità e conoscenze che in età adulta le permetteranno di integrarsi appieno nella società civile. Sarà pertanto indispensabile fare sentire la nostra voce instaurando un dialogo costante con l'Ufficio Regionale Scolastico, segnalando le troppe disfunzioni che purtroppo affliggono il sistema scolastico per quel che concerne i servizi rivolti alle persone con disabilità (ore di sostegno insufficienti, mancanza di percorsi formativi individualizzati, ecc.), e offrendo il nostro apporto per la realizzazione di un'offerta formativa che risponda alle reali esigenze degli alunni e che tenga conto anche delle richieste da parte del mercato del lavoro.
Quanto al settore lavoro, poi, sarà indispensabile rivedere il meccanismo previsto dalla legge 68/1999, che negli ultimi anni non sta dando i risultati auspicati nonostante Regione Lombardia investa maggiori risorse rispetto al passato per favorire l'inserimento lavorativo delle persone con disabilità.
Non va poi dimenticato l'aspetto relativo alla moltitudine di servizi socio-sanitari (assistenza sanitaria, riabilitazione, assistenza domiciliare), che troppo spesso vengono considerati come un costo eccessivo per il sistema pubblico. Al contrario essi vanno potenziati e quanto più possibile personalizzati in base alle esigenze dei singoli soggetti.
Gli obiettivi che F.A.N.D. Lombardia si prefigge, come detto in precedenza, sono dei più ambiziosi. Tuttavia sono convinto che questo non ci scoraggerà; al contrario ci servirà da stimolo ulteriore per far sì che la Federazione, sfruttando in maniera ottimale le sue migliori risorse in termini di competenze, diventi un valido interlocutore che dialoghi con le istituzioni presentando proposte mirate col solo fine di tutelare le persone con disabilità e i loro diritti in ogni ambito.
Ritengo che la prima Assemblea Regionale dei Quadri Dirigenti della F.A.N.D. abbia costituito realmente un momento di dialogo e confronto. Dal susseguirsi dei vari interventi ho potuto constatare una concreta "voglia di fare", di mettere a frutto le singole idee, anche valorizzando le differenze che inevitabilmente ci saranno fra i singoli punti di vista.
Sono fermamente convinto che l'Assemblea del 16 febbraio rappresenti un punto di partenza per la nostra azione futura, in quanto ha costituito un momento in cui la F.A.N.D. della Lombardia ha saputo "guardare dentro di sé" per trarre quegli spunti necessari per il proprio rilancio, valorizzando al massimo quello strumento straordinario che è il confronto fra le diverse idee.
I mesi che ci attendono saranno di duro lavoro, ma la prima Assemblea Regionale dei Quadri Dirigenti della F.A.N.D. lombarda credo abbia posto in evidenza un fattore di estrema importanza: le risposte che molti ci chiedono sono già al nostro interno. Sono nella nostra forza, data dall'impegno che ogni giorno le 5 Associazioni federate mettono in campo per tutelare al meglio i propri Soci, e che deve servirci come linea guida nel nostro cammino comune verso una vera integrazione sociale.
Il documento "Riflessioni e proposte sulla disabilità per la X legislatura di Regione Lombardia", predisposto dall'Ufficio di Presidenza del Comitato di Coordinamento della F.A.N.D. della Lombardia e licenziato dall'Assemblea regionale, è la piattaforma sulla quale avverrà il confronto con Regione Lombardia e, in generale, con tutti gli interlocutori istituzionali.
Il documento, già consegnato ai rappresentanti politici intervenuti all'Assemblea, nelle prossime settimane verrà inviato al nuovo Presidente di Regione Lombardia, ai nuovi Assessori regionali e a tutti i Consiglieri neo eletti.
In conclusione, anche per una maggiore comprensione delle nostre richieste, riporto l'elenco dei punti riassuntivi del documento presentato ai rappresentanti politici intervenuti.

SINTESI DELLE RICHIESTE E DELLE PROPOSTE.

1) Adozione di uno statuto da parte del Comitato Regionale della  F.A.N.D. e relativa iscrizione al Registro Regionale delle Associazione di Promozione Sociale;
2) Istituzione in Regione Lombardia di appositi Tavoli per area tematica, fra i  quali uno permanente sulla disabilità, con eventuali funzioni anche  di Osservatorio regionale per la verifica dell'attuazione dei principi enunciati nella Convenzione O.N.U. composto dagli Organismi di secondo livello (Federazioni/Coordinamenti) maggiormente rappresentativi in Lombardia delle persone con disabilità;
3) Revisione dell'attuale modalità di funzionamento del Tavolo regionale permanente del Terzo Settore e limitazione della relativa composizione ad una ristretta rappresentanza di ciascun Tavolo tematico;
4) Riconoscimento della Lingua Italiana dei Segni da parte di Regione Lombardia, analogamente a quanto già accaduto in altre regioni;
5) Previsione della partecipazione di un rappresentante per ciascuna delle Associazioni aderenti alla F.A.N.D. della Lombardia all'interno della Commissione Regionale per le Politiche del Lavoro e della Formazione (C.R.P.L.F.) ex art. 8 L.R. 22/2006;
6) Istituzione, così come previsto dalla citata L.R. 22/2006, dell'Osservatorio per le politiche del lavoro;
7) Sempre con riferimento alla L.R. 22/2006, emanazione di disposizioni regionali atte a conseguire i seguenti obiettivi: a) garantire la presenza di almeno 1 rappresentante delle persone con disabilità nei Comitati Tecnici dei Servizi provinciali per il collocamento; b) mettere a disposizione delle Associazioni i nominativi iscritti nelle graduatoria provinciale delle persone con disabilità, delle aziende/enti che presentano scoperture e l'elenco delle persone con disabilità collocate nel corso dell'anno, tenuti dai Centri provinciali per l'impiego;
8) Previsione della presenza dell'U.N.M.S. all'interno del Comitato per l'Amministrazione del Fondo regionale per l'occupazione dei disabili ex L.R.13/2003;
9) Verifica, anche attraverso al costituzione di un Osservatorio Regionale ad hoc, dei risultati conseguiti in merito all'applicazione della L. 68/99 in Lombardia, con particolare riferimento alla gestione del Fondo Regionale per l'Occupazione dei Disabili;
10) Individuazione, all'interno della vigente normativa, di specifici percorsi per la formazione professionale e l'inserimento lavorativo delle persone sorde, cieche e ipovedenti;
11) Nell'ambito delle politiche di riordino degli enti locali, mantenimento in capo alle province delle competenze in materia di istruzione delle persone con disabilità sensoriale (persone con disabilità visiva e dell'udito);
12) Sottoscrizione da parte di Ufficio Scolastico Regionale, Regione Lombardia, U.P.L., A.N.C.I., F.A.N.D. e altre analoghe Organizzazioni di un Accordo di Programma a valenza regionale per l'individuazione degli standard minimi in tema di integrazione scolastica delle persone con disabilità;
13) Costituzione di  un Tavolo di lavoro composto da Regione Lombardia, I.N.A.I.L. e F.A.N.D. Lombardia per rivedere le prestazioni da destinare agli infortunati sul lavoro in tema di cure climatiche e fisioterapiche;
14) Per quanto riguarda la riabilitazione visiva delle persone ipovedenti, previsione della istituzione di MAC diagnostici per l'età evolutiva (protocollo multidisciplinare); l'istituzione di MAC riabilitativi per l'età evolutiva; l'istituzione di MAC riabilitativi per pazienti adulti;
15) Rafforzamento del ruolo e l'attività dei Centri di Riabilitazione Visiva della Regione Lombardia completando l'organigramma con gli Istruttori di Orientamento e Mobilità (peraltro già previsti dalle linee guida regionali) ed estendendo alcuni servizi alle persone cieche assolute, come peraltro emerso nel corso del Conferenza Stato Regioni del maggio 2004 a proposito delle procedure per la prescrizione degli ausili e della riabilitazione di orientamento e mobilità;
16) Costituzione di un "Gruppo di Approfondimento Tecnico" per individuare i contenuti delle "indicazioni per l'accesso ai contributi per l'eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici residenziali privati" contenute della D.d.s. 15/12/2009 n. 14032;
17) A seguito del manuale "Progettabile", realizzazione da parte di Regione Lombardia insieme a F.A.N.D. Lombardia di altre due pubblicazioni: una prima pubblicazione sull'abbattimento delle barriere architettoniche e sensoriali per migliorare l'accessibilità agli spazi all'interno degli edifici (pubblici in primo luogo) ed una seconda pubblicazione relativa all'accessibilità ai mezzi di trasporto pubblici;
18) Adozione di iniziative da parte di Regione Lombardia per garantire la piena accessibilità alle persone affette da sordità (sottotitolazione, interpretariato in L.I.S., comunicatori telefonici, sms per emergenza sanitaria, ecc.);
19) In considerazione della scarsità delle risorse a disposizione e del ruolo sussidiario svolto, individuazione da parte di Regione Lombardia di tutte le soluzioni possibili per potenziare nel corso del prossimo mandato le azioni di supporto e di sostegno a favore delle Associazioni aderenti alla F.A.N.D.;
20) Costituzione di un tavolo tecnico presso Regione Lombardia, con la partecipazione dell'I.N.P.S. e della F.A.N.D., per individuare soluzioni tecnico-procedurali che possano salvaguardare tutti gli attori coinvolti nel rispetto dei ruoli e delle responsabilità di ciascuno, nell'ambito delle procedure di concessione, verifica e accertamento degli stati invalidanti;
21) Emanazione, nel corso del 2013, del bando per il rinnovo dell'assegnazione del servizio Sportello Disabili della Regione Lombardia;
22) Estensione della concessione della Carta Regionale di Trasporto gratuita agli Invalidi per servizio dalla 6^ alla 8^ Categoria residenti in Lombardia;
23) Individuazione di misure per l'uniformità delle procedure per la sosta e l'accesso dei veicoli dotati di contrassegno internazionale dell'handicap su tutto il territorio della Lombardia, valutando l'opportunità di istituire un servizio centralizzato a livello regionale per segnalare targhe e date di accesso;
24) Incremento del Fondo Regionale per la Non Autosufficienza allo scopo di ripristinare i servizi ad un livello essenziale.

 

Operatori telefonici non vedenti – Centralizzazione impianto di telefonia – Tutela occupazionale, di Tommaso Daniele

Autore: Tommaso Daniele

INPS
Via Ciro il Grande, 21
00144 ROMA

Gent.mi dottori

C.A. Antonio MASTRAPASQUA
Presidente
ufficiosegreteria.presidenza@postacert.inps.gov.it

C.A. Mauro NORI
Direttore Generale
ufficiosegreteria.direttoregenerale@postacert.inps.gov.it

C.A. Sergio SALTALAMACCHIA
Direttore Centrale Risorse Umane
dc.risorseumane@postacert.inps.gov.it

Egregi Signori,

a nome dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti e, più in generale, dei minorati della vista d'Italia, faccio seguito ai precorsi interventi per esprimere piena soddisfazione per l'avviamento dello Sportello Mobile, la cui gestione verrà demandata, nelle sedi INPS, principalmente a personale centralinista disabile, <allo scopo di favorire una migliore integrazione socio-lavorativa>.
La volontà di coinvolgere ipovedenti e non vedenti in attività qualificate e alternative al mero smistamento delle telefonate è oltremodo apprezzabile da parte Vostra, motivo per il quale Vi ringrazio per l'attenzione prestata alle esigenze della categoria.
Come confermato con lettera prot. INPS.0064.22/11/2012.0007204, che mi ha reso più tranquillo sulle sorti dei centralinisti assunti <in misura ben superiore alla percentuale stabilita dall'art. 3 comma 4 della legge 29 marzo 1985 n. 113>, il nuovo modello organizzativo adottato in seno a codesto Istituto troverà sicuramente un alto grado di soddisfazione da parte di tutti gli interessati, sia se essi saranno adibiti al servizio Contact Center Multicanale sia se verranno incaricati a svolgere il neonato servizio Sportello Mobile per anziani e disabili.
Trattasi, infatti, di iniziative di notevole valenza sociale che, mi auguro, possano essere di buon esempio per altre aziende private e amministrazioni pubbliche, nei confronti delle quali troppo spesso anche noi come Associazione storica di categoria troviamo difficoltà a tutelare gli interessi dei portatori di handicap, nella accezione più generica degli aventi diritto (dipendenti e, più semplicemente, utenti esterni).
Cogliamo l'occasione per esprimere grande entusiasmo per l'avvio, dal 1° marzo in molte sedi INPS, dello Sportello Mobile per anziani e disabili, le c.d. fasce deboli della popolazione degne della massima considerazione, in favore delle quali, appunto, avete riservato l'erogazione agevolata di prodotti istituzionali ai cittadini che potrebbero trovare difficoltà nell'uso dei canali di contatto ordinariamente messi a disposizione degli utenti.
Pertanto, la presente lettera ha una duplice valenza: da un lato, di ringraziamento per la Vostra ferma intenzione a continuare nella valorizzazione, anche con il nuovo sistema di customer care, del contributo degli operatori telefonici, assicurando loro, nel contempo, tutela occupazionale di cui alla vigente normativa; dall'altro, di stima per aver avviato un sistema integrato di servizi al cittadino che possa agevolare un approccio professionale, competente e soprattutto cortese dell'Istituto con la persona disabile.
La mia speranza è che sul territorio, nei confronti del personale INPS non vedente, ci sia la stessa attenzione che state dimostrando Voi come Direzione Centrale.
La assicurazione da parte Vostra, poi, di prevedere nuove assunzioni relativamente alle sostituzioni degli operatori privi della vista dimissionari ci dà fiducia per il futuro di tanti giovani ipovedenti e non vedenti che rischiano l'esclusione dal mercato del lavoro, malgrado essi, in numero sempre più crescente, siano in possesso di abilità e competenze certificate a più livelli e a volte senza neanche l'utilizzo di specifici ausili per non vedenti.
Ci prendiamo l'impegno a farVi pervenire segnalazioni di criticità che eventualmente si dovessero verificare presso le sedi periferiche INPS, per una Vostra soluzione d'autorità in linea con gli impegni assunti, anche per non rendere vano il notevole sforzo in cui Voi come Direzione Centrale avete investito per il benessere del personale non vedente.

Distinti saluti.
         IL PRESIDENTE NAZIONALE
Prof. Tommaso Daniele

 

 

Le ONG internazionali del Consiglio d’Europa affrontano i temi più “caldi”: democrazia, povertà e diritti violati, di Tommaso Daniele

Autore: Tommaso Daniele

Da anni, nella mia qualità di Secondo Vice-Presidente dell'Unione Europea dei Ciechi, ho l'onore di rappresentare questa organizzazione presso la Conferenza delle ONG internazionali del Consiglio d'Europa, un organismo composto da quasi 400 ONG dotate di status partecipativo presso il Consiglio d'Europa. Partecipare ai lavori della Conferenza offre l'opportunità di intervenire sugli argomenti di livello europeo che riguardano le persone con disabilità e di ricevere in cambio interessanti stimoli a dedicarsi anche alle altre giuste cause che la società civile è spesso la sola a sostenere. Dato che è mio desiderio che anche a livello nazionale vengano conosciuti il lavoro e i documenti di questo importante organismo di rappresentanza della società civile europea, da ora in poi predisporrò  una sintesi del rapporto inviato all'Unione Europea dei Ciechi, sperando di farvi cosa gradita.

Il tema della democrazia è stato al centro delle recenti attività della Conferenza delle OING, dalla partecipazione al I Forum Mondiale sulla Democrazia organizzato dal Consiglio d'Europa nell'ottobre 2012, fino all'adozione della "Dichiarazione sulla vera democrazia", documento in cui vengono riuniti i principi fondamentali presenti nelle principali convenzioni e dichiarazioni del Consiglio d'Europa [http://www.coe.int/t/ngo/Articles/CONF_PLE_2013_DEC1_democracy_en.asp, http://www.coe.int/t/ngo/articles/conf_ple_2013_dec1_democracy_FR.asp]. Per il 2013 sono già in programma la partecipazione al prossimo Forum Mondiale sulla Democrazia e la Settimana Mondiale sulla Democrazia Locale (14-20 ottobre), alla quale le ONG nazionali e locali sono invitate a contribuire organizzando attività congiunte con le autorità territoriali.

La Conferenza ha anche adottato la risoluzione "Agire insieme contro l'estrema povertà", in cui getta le basi per formulare strategie volte a eliminare la povertà in Europa e nel Mondo, nonché una raccomandazione sulla situazione relativa a torture e pene o trattamenti inumani o degradanti e una raccomandazione sulla parità di genere e l'importanza di sostenere i movimenti regionali e nazionali per i diritti delle donne nei paesi arabi. Tutti i testi adottati in seduta plenaria sono presenti nella speciale sezione web menzionata più sotto.

Grande attenzione è stata dedicata anche alla Carta Sociale Europea, oggetto di un questionario a cui l'UIC, insieme ad altre associazioni europee di persone non vedenti, ha contribuito, ricevendo l'apprezzamento del Coordinatore della Sottocommissione per la Carta Sociale. Il Comitato Europeo per i Diritti Sociali ha inoltre pubblicato le conclusioni sui rapporti nazionali del 2011 relativi all'applicazione della Carta Sociale (inclusa l'analisi dell'art. 15 sui diritti delle persone con disabilità alla formazione professionale, alla riabilitazione e al reinserimento sociale): le ONG sono invitate nuovamente a segnalare al Coordinatore eventuali punti controversi presenti nelle conclusioni entro la fine di marzo 2013. Su questo argomento l'UIC si appresta a fornire il suo contributo relativo alle conclusioni sull'Italia.

Infine si rende noto che la Conferenza delle ONG internazionali ha predisposto una speciale sezione sul web dedicata alla documentazione da essa prodotta http://www.coe.int/t/ngo/menu_documentation_en.asp e http://www.coe.int/t/ngo/menu_documentation_FR.asp?, in cui possono essere reperiti i testi adottati in seduta plenaria, le pubblicazioni e i comunicati stampa.

Tommaso Daniele

Asta la Vista!, di Giuseppe Bilotti

Autore: Giuseppe Bilotti

Un saluto,  apre questa pillola d'informazione che disseta tutti noi  che  abbiamo sete di notizie  attuali e di aspettativa
In questi ultimi periodi   disponiamo  di articoli importanti sulla ricerca,  argomenti che illustrano  le tecniche per ridare la vista a persone che hanno delle difficoltà visive.
Questi ci riempiono  di sogni,  perché affidano alla ricerca e alle nuove tecnologie la speranza di poter vedere in un  futuro immediato.
Allora, ci concentriamo e isoliamo per leggere di fiato l'articolo che sopraggiunge sui quotidiani e pertanto ascoltiamo dalle nostre sintesi vocali questo:
"La visione bionica incontra l'olografia.
La realizzazione di dispositivi per rendere la vista a chi l'ha perduta, incentrata finora su sistemi come Argus (la cui ultima versione è stata di recente approvata dalla Food ad Drug Administration), cioè su una minitelecamera collegata ad elettrodi che vanno a stimolare direttamente il nervo ottico, potrebbe avvalersi presto anche di un sistema alternativo: la combinazione di ologrammi e optogenetica.
Quest'ultima è utilizzata soprattutto nelle malattie genetiche dell'occhio come la retinite pigmentosa, e mira a inserire nella retina del paziente cellule fotosensibili, in genere ottenute da organismi quali alghe o batteri.
Ma queste cellule esogene, per lavorare bene, hanno bisogno di ricevere un'opportuna stimolazione luminosa.
Per questo al Techion-Israel Institute of Technology di Haifa (http://www1.technion.ac.il/en/home) hanno pensato di verificare le potenzialità degli ologrammi come stimolatori di attività cellulare.
In che modo lo ha spiegato su "Nature Communication" il responsabile del progetto, Shy Shoham.
"Da tempo – ha riferito – diversi gruppi cercano di capire quale possa essere il modo più efficace per indurre le cellule fotosensibili a lavorare al meglio.
L'immagine stimolatrice ideale, infatti, dovrebbe essere contemporaneamente precisa, intensa e in grado di stimolare più tipi cellulari con una luce brillante, perché le cellule trapiantate sono meno sensibili rispetto a quelle normali.
Noi abbiamo sperimentato le immagini olografiche generate da un computer, perché gli ologrammi presentano le caratteristiche cercate e sembrano essere migliori rispetto ad altri mezzi che abbiamo studiato quali i deflettori al laser o i display digitali.
L'idea è quella di ottenere un dispositivo miniaturizzato che generi ologrammi rielaborando le immagini viste e, in questo modo, attivi le cellule fotosensibili impiantate in base ai dati della visione reale".
Shoham e il suo gruppo hanno già sperimentato con successo la stimolazione olografica di cellule fotosensibili trapiantate in colture cellulari e nelle retine dei primi topi e dimostrato che la stimolazione c'è, avviene su diversi tipi cellulari e dura qualche millisecondo.
Anche se la realizzazione di protesi olografiche da indossare è ancora lontana, i dati ottenuti sono stati giudicati molto interessanti perché dimostrano che le immagini olografiche hanno diverse potenzialità e potrebbero avere un ruolo importante anche in altri casi in cui si cerca di ottenere una stimolazione cerebrale tridimensionale quali, per esempio, la riparazione dei danni in alcune aree cerebrali specifiche".
Come avete potuto leggere, questa pillola ci incoraggia a tenere  diritta la barra della speranza verso il futuro e lanciare così un'ancora di attesa alla concretizzazione di un sogno.Notizia tanto attesa che prima o poi giungerà alle nostre orecchie tramite una  pillola d'informazione come questa.

Pino Bilotti

ASL BRESCIA – Esclusione non vedenti – Rettifica bando di concorso, di Tommaso Daniele

Autore: Tommaso Daniele

Siamo lieti di comunicare che la nostra sezione di BRESCIA ha portato a termine con successo la propria azione nei confronti della locale ASL su una questione di immotivata esclusione dei non vedenti da un bando di concorso.
Il bando in esame, pubblicato in GU – 4^ serie speciale – Concorsi ed Esami – n. 10 del 5.2.2013 e teso alla assunzione di un dirigente amministrativo, aveva previsto implicitamente l'esclusione dei non vedenti, con la richiesta, tra i requisiti, del possesso della patente B per l'espletamento delle mansioni assegnate.
Tenendo presente che, a meno di particolari specificità di settore, il profilo di amministrativo può essere adempiuto da un non vedente anche all'esterno con l'ausilio di un accompagnatore o del cane guida, la nostra sezione è ricorsa in via amministrativa avverso la clausola del bando asseritamente illegittima, chiedendone la eliminazione, forte della normativa a supporto (ad es. legge n. 120/1991, art. 1 sulla idoneità fisica all'impiego, salvo la natura ostativa dei compiti che la posizione di lavoro potrebbe comportare; legge n. 67/2006 sulla non discriminazione).
La posizione dell'Unione si basa soprattutto sulla consapevolezza che i lavoratori non vedenti siano dotati di autonomia decisionale per assumere la responsabilità e i poteri di una gestione operativa connessa al raggiungimento di risultati certi e verificabili; infatti, la disabilità visiva non inficia il livello di performance e la realizzazione degli obiettivi assegnati all'ufficio, sempre compatibilmente, come è ovvio, alle limitazioni dell'handicap.
Ciò considerato, la ASL di BRESCIA ha compreso e accolto le nostre rimostranze e con decreto del D.G. n. 120 del 7.3.2013 ha eliminato il periodo contestato: <Data la particolare natura dei compiti assegnai che la posizione di lavoro comporta, la condizione di privo della vista costituisce inidoneità fisica all'impiego (Legge n. 120/1991)> (spesso c'è un uso strumentale e tutt'altro che appropriato della legge n. 120/1991, con il rischio di ottenere una interpretazione fuorviante).
Con lo stesso decreto è stata altresì disposta la riapertura dei termini per la presentazione delle domande di partecipazione.
Tutti coloro che siano interessati potranno reperire a breve il nuovo bando di concorso sul BURL, GU e sito web ASL di BRESCIA.
Più in generale, casi di immotivata esclusione di candidati non vedenti sulla base di requisiti e mansioni non bene dettagliati sono frequenti e ci sembrano indotti più che altro dalla superficialità e dalla incompetenza di chi redige il bando.
La nostra attenzione come Associazione di categoria è quella di intervenire tempestivamente nei confronti delle amministrazioni in causa, seguendo il buon esempio di BRESCIA, per affermare i giusti diritti e gli interessi di quanti, pur se con difficoltà visive, intendano concorrere per un profilo professionale a loro confacente.
Sentiti ringraziamenti a tutte quelle strutture UICI così attive sul territorio per la loro azione di rappresentanza e tutela.

Cordiali saluti.
IL PRESIDENTE NAZIONALE
Prof. Tommaso Daniele

DOSSIER: UNIONE EUROPEA E DISABILITA’,di Aldo Patriciello – Deputato al parlamento europeo

Autore: Aldo Patriciello

 
Azioni sociali per gruppi destinatari: disabilità e invecchiamento

L'handicap costituisce una realtà dai molteplici aspetti. A seconda dei casi, esso può colpire gli individui durante tutta la loro esistenza ovvero modificare la parte terminale della loro vita. In generale, gli individui non sono tutti uguali di fronte all'handicap e all'invecchiamento, in termini di condizioni di vita e di lavoro. L'Unione europea è chiamata a far fronte a sconvolgimenti demografici senza precedenti che avranno ripercussioni importanti su tutta la società. A livello europeo, le istituzioni contribuiscono alla realizzazione, da parte degli Stati membri, di una società accessibile a tutti, migliorando la cooperazione con questi ultimi e fra di loro, nonché incoraggiando la raccolta, lo scambio e l'elaborazione di dati comparabili, di statistiche e di buone procedure da seguire.

Strategia europea sulla disabilità (2010-2020)
La nuova strategia europea sulla disabilità punta a migliorare l'inclusione sociale, il benessere e il pieno esercizio dei diritti delle persone disabili. A tal fine, la strategia prevede un'azione complementare a livello europeo e nazionale.
ATTO
Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni del 15 novembre 2010 "Strategia europea sulla disabilità 2010-2020: un rinnovato impegno per un'Europa senza barriere" [COM(2010) 636def. – Non pubblicato nella Gazzetta ufficiale].
SINTESI
La Commissione presenta una strategia volta a rafforzare la partecipazione delle persone disabili alla società e all'economia e a migliorare il pieno esercizio dei loro diritti.
La strategia si basa sull'attuazione effettiva della convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità. Inoltre, l'azione della Commissione rientra nell'ambito della strategia Europa 2020 e si fonda sulle disposizioni della Carta europea dei diritti fondamentali e del trattato di Lisbona.
Al fine di favorire l'inclusione delle persone disabili, la Commissione ha individuato otto aree d'azione congiunta tra l'UE e gli Stati membri. Le aree sono state definite in base all'analisi dei risultati del piano d'azione dell'UE a favore delle persone disabili (2003-2010) e delle consultazioni tenute con gli Stati membri.
Accessibilità
Le persone disabili devono avere accesso ai beni, ai servizi e ai dispositivi di assistenza. Inoltre, deve essere assicurato loro, su una base di uguaglianza con gli altri, l'accesso ai trasporti, alle strutture, alle tecnologie dell'informazione e della comunicazione.
Partecipazione
Le persone con disabilità devono poter esercitare pienamente i loro diritti fondamentali legati alla cittadinanza dell'Unione. Questa strategia deve contribuire a:
* eliminare gli ostacoli alla mobilità delle persone disabili, in qualità di individui, consumatori, studenti, attori economici e politici;
* garantire la qualità dell'assistenza ospedaliera e dell'accoglienza in residenze specializzate, grazie al finanziamento dei fondi strutturali;
* garantire l'accessibilità di organizzazioni, strutture e servizi, inclusi quelli sportivi e culturali.
Uguaglianza
Occorre attuare una serie di politiche attive per promuovere l'uguaglianza a livello europeo e negli Stati membri. La Commissione garantirà inoltre la piena applicazione della legislazione europea in materia di lotta contro le discriminazioni fondate sulla disabilità e, in particolare, della direttiva 2000/78/CE a favore della parità di trattamento in materia di occupazione e di lavoro.
Occupazione
L'azione europea deve permettere un aumento del numero dei lavoratori disabili sul mercato del lavoro aperto, in particolare attraverso l'elaborazione di politiche attive dell'occupazione e il miglioramento dell'accessibilità ai luoghi di lavoro.
È necessario inoltre agire in collaborazione con le parti sociali per favorire la mobilità intraprofessionale (anche nei laboratori protetti), incoraggiare il lavoro autonomo e migliorare la qualità del lavoro.
Istruzione e formazione
Gli allievi e gli studenti disabili devono disporre di un sistema d'istruzione accessibile e programmi d'istruzione permanente. Di conseguenza, la strategia sostiene l'accessibilità dei sistemi educativi generali, le misure di accompagnamento individuale e la formazione delle figure professionali del sistema educativo.
Inoltre, occorre informare meglio i disabili in merito alle possibilità di formazione e di mobilità, soprattutto nell'ambito dell'iniziativa Gioventù in movimento e della strategia Istruzione e formazione 2020.
Protezione sociale
I sistemi di protezione sociale possono compensare le disparità di reddito, i rischi di povertà ed esclusione sociale ai quali sono esposti i disabili. In questo contesto, è necessario valutare le prestazioni e la sostenibilità dei sistemi di protezione sociale, compresi i sistemi pensionistici, i programmi di alloggio sociale e l'accesso ai servizi di base.
La strategia incoraggia l'utilizzo dei fondi strutturali e l'adozione di misure nazionali adattate.
Salute
Le persone con disabilità devono disporre di un accesso equo ai servizi e alle strutture sanitarie, compresi i centri di salute mentale. Per garantire questo principio di uguaglianza, i servizi devono avere un prezzo accessibile ed essere adeguati alle necessità specifiche delle persone.
Inoltre, particolare attenzione va dedicata alla salute e alla sicurezza dei lavoratori disabili.
Azione esterna
L'UE si impegna a promuovere i diritti delle persone disabili a livello internazionale. Essa agisce soprattutto nell'ambito della politica di allargamento, di vicinato e di aiuti allo sviluppo, oltre che in seno a istanze internazionali come il Consiglio d'Europa e l'ONU.
Attuazione
La strategia si fonda sull'impegno comune delle istituzioni dell'UE e degli Stati membri. Le loro azioni comuni puntano a:
* sensibilizzare la società sulle problematiche legate alla disabilità e a promuovere i diritti dei disabili;
* sviluppare le possibilità di finanziamento europeo;
* migliorare la raccolta e il trattamento dei dati statistici;
* assicurare il monitoraggio dell'attuazione della convenzione delle Nazioni Unite negli Stati membri e in seno alle istituzioni europee.
Link utili:
http://europa.eu/legislation_summaries/employment_and_social_policy/disability_and_old_age/em0047_it.htm

Tutela dei diritti e delle libertà delle persone con disabilità a livello internazionale
L'Unione europea è membro della convenzione delle Nazioni Unite che deve garantire il rispetto dei diritti e delle libertà delle persone con disabilità. Tale convenzione deve inoltre assicurare il loro benessere sociale e la loro protezione giuridica.
ATTO
Decisione 2010/48/CEdel Consiglio, del 26 novembre 2009, relativa alla conclusione, da parte della Comunità europea, della convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità.
SINTESI
L'Unione europea (UE) ha aderito alla convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità. Questa convenzione internazionale mira a garantire che le persone con disabilità godano ditutti i diritti umani e delle libertà fondamentali.
A tal fine, la convenzione si basa su una serie di principi:
* il rispetto per la dignità, l'autonomia e l'indipendenza delle persone;
* la non discriminazione;
* la partecipazione e l'inclusione nella società;
* il rispetto per la differenza e l'accettazione delle persone;
* la parità di opportunità;
* l'accessibilità, soprattutto dei trasporti, dell'informazione e delle comunicazioni, delle apparecchiature e dei servizi pubblici nelle aree urbane e rurali;
* la parità tra uomini e donne;
* il rispetto per l'identità dei minori con disabilità e per lo sviluppo delle loro capacità.
Gli Stati che hanno aderito alla convenzione adottano tutte le misure necessarie per garantire il progressivo rispetto di questi principi. Essi si impegnano inoltre ad agire a favore dei diritti economici, sociali e culturali delle persone con disabilità.
Inoltre, le persone con disabilità devono essere consultate durante l'elaborazione e l'attuazione della legislazione e delle politiche che le riguardano.
Protezione contro le discriminazioni
Ogni forma di discriminazione fondata sulla disabilità è vietata, e le persone con disabilità ricevono una protezione giuridica effettiva sulla base dell'uguaglianza con le altre persone.
La convenzione contiene disposizioni specifiche relativamente a due gruppi di popolazione:
* ledonne con disabilità, che sono soggette a discriminazioni multiple. Devono essere adottate misure per garantire il loro pieno sviluppo e la loro indipendenza;
* i minori con disabilità, che hanno diritto alla protezione del loro superiore interesse in caso di decisioni che li riguardano e godono anche del diritto di esprimere liberamente le proprie opinioni e di ricevere un aiuto adeguato.
Gli Stati parti alla convenzione si impegnano a combattere gli stereotipi e a fare conoscere meglio le capacità delle persone con disabilità.
Diritti riconosciuti dalla convenzione
La convenzione afferma una serie di diritti e di libertà che devono essere riconosciuti alle persone con disabilità. Si tratta in particolare:
* del diritto alla vita;
* della protezione in situazioni di rischio e di emergenza umanitaria;
* delriconoscimento della personalità e della capacità giuridica, soprattutto al fine di accedere alla proprietà e alla libera gestione finanziaria, sempre restando protetti dagli abusi;
* dell'accesso alla giustizia attraverso accomodamenti procedurali;
* dellalibertà e della sicurezza;
* del diritto di non essere sottoposti a tortura, a pene o trattamenti crudeli inumani o degradanti;
* del diritto di non essere sottoposti a sfruttamento, violenza e maltrattamenti;
* dellaprotezione dell'integrità fisica e mentale;
* del diritto di circolare liberamente, di scegliere il luogo di residenza e la nazionalità;
* della vita indipendente e dell'inclusione nella società;
* della mobilità personale, in particolare attraverso apparati e tecnologie di supporto alla mobilità;
* dellalibertà di espressione e di accesso all'informazione;
* del rispetto della vita privata;
* del rispetto del domicilio e della vita familiare;
* del diritto all'istruzione;
* dell'accesso ai servizi sanitari,
* dell'abilitazione e della riabilitazione, attraverso la piena realizzazione del potenziale fisico, mentale, sociale e professionale;
* del diritto al lavoro, senza discriminazioni e in condizioni eque e favorevoli;
* del diritto ad adeguati livelli di vita e alla protezione sociale;
* della partecipazione alla vita politica e pubblica, comprese le votazioni e le elezioni;
* della partecipazione alla vita culturale e ricreativa, agli svaghi e allo sport.
Applicazione della convenzione
Azioni di cooperazione internazionale possono essere condotte a favore delle persone con disabilità, in particolare in partenariato con le organizzazioni internazionali e regionali competenti.
Gli Stati prevedono uno o più punti di contatto nazionali per informare il pubblico circa la convenzione. Essi istituiscono un meccanismo indipendente di monitoraggio dell'attuazione della convenzione. La società civile deve essere pienamente coinvolta nel processo di monitoraggio delle azioni.
Infine, ogni Stato deve presentare un rapporto dettagliato sulle misure prese per adempiere ai propri obblighi, entro due anni dalla sua adesione alla convenzione.
Contesto
La Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea vieta qualsiasi discriminazione basata sulla disabilità (articolo 21). Riconosce inoltre il diritto delle persone con disabilità all'autonomia, all'inclusione sociale e professionale e alla partecipazione alla vita della comunità (articolo 26). Il trattato di Lisbona attribuisce alla Carta lo stesso valore giuridico dei trattati (articolo 6 del trattato sull'UE).
Link utili:
http://europa.eu/legislation_summaries/employment_and_social_policy/disability_and_old_age/em0029_it.htm

Parità di trattamento in materia di occupazione e di lavoro
1) OBIETTIVO
Instaurare un quadro generale per garantire il rispetto della parità di trattamento tra le persone dell'Unione europea indipendentemente dalla razza e dalla loro origine etnica, dalla loro religione o dalle loro convinzioni personali, dai loro eventuali handicap, dall'età o dalle loro tendenze sessuali, in materia di accesso a un impiego o a una professione, di promozione, di formazione professionale, di condizioni di occupazione e di lavoro e di affiliazione a taluni organismi.
2) MISURE DELLA COMMISSIONE
Direttiva del Consiglio del 27 novembre 2001 relativa alla creazione di un quadro generale a favore della parità di trattamento in materia di occupazione e di lavoro.
3) CONTENUTO
La lotta contro le discriminazioni costituisce una sfida importante per l'Unione europea. L'Unione infatti si basa sui principi di libertà, democrazia, rispetto dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali e sullo stato di diritto. L'UE, di conseguenza, dovrà adottare tutti i provvedimenti necessari per combattere qualsiasi tipo di discriminazione, soprattutto se queste riguardano l'occupazione e il mercato del lavoro.
L'occupazione e il lavoro costituiscono elementi essenziali per garantire pari opportunità a tutti e contribuiscono in vasta misura alla piena partecipazione dei cittadini alla vita economica, sociale e culturale. Numerosi casi di discriminazione possono tuttavia essere constatati sui mercati dell'occupazione e del lavoro.
L'articolo 13 del Trattato CE, introdotto dal Trattato di Amsterdam, concede poteri specifici alla Comunità onde combattere le discriminazioni fondate sul sesso, sulla razza o sull'origine etnica, sulla religione o sulle convinzioni personali, sugli handicap, sull'età o sulle tendenze sessuali.
La presente proposta di direttiva riguarda un pacchetto di misure destinate a lottare contro le discriminazioni. Oltre alla presente proposta di direttiva, il pacchetto comprende una comunicazione della Commissione che presenta il quadro generale dell'azione intrapresa, una direttiva riguardante il principio di parità di trattamento senza distinzione di razza o di origine etnica ( (ES) (DE) (EN) (FR))e un programma di azione di lotta contro le discriminazioni per il periodo 2001-2006.
Gli Stati membri vietano la discriminazione in materia di occupazione e di lavoro. Tuttavia la portata di questo divieto, il suo contenuto e la forza esecutiva variano. La presente direttiva intende quindi stabilire un quadro generale minimo in questo settore.
Campo di applicazione
La proposta concerne i seguenti settori:
* le condizioni di accesso ad attività autonome o dipendenti, anche in materia di promozione;
* la formazione professionale;
* le condizioni di occupazione e di lavoro (comprese le condizioni di remunerazione e di licenziamento);
* l'affiliazione e l'implicazione in un'organizzazione di datori di lavoro o di lavoratori o qualsiasi altra organizzazione professionale.
Essi si applicano al settore pubblico e a quello privato, compresi gli organismi pubblici tanto quanto un lavoro remunerato o di beneficenza.
Essa non tiene conto delle discriminazioni basate sul sesso in quanto questo principio costituisce già l'oggetto di una legislazione comunitaria (in particolare la direttiva 76/207/CEE sulla parità di trattamento tra uomini e donne riguardo all'accesso all'occupazione, alla formazione e alla promozione professionali ( (ES) (DE) (EN) (FR))e alle condizioni di lavoro e la direttiva 86/613/CEE sulla parità di trattamento tra uomini e donne che esercitano un'attività autonoma, compresa un'attività agricola ( (ES) (DE) (EN) (FR))).
Concetto di discriminazione
La proposta di direttiva riguarda sia la discriminazione diretta (differenza di trattamento basata su una caratteristica precisa) sia la discriminazione indiretta (disposizione, criterio o pratica apparentemente neutra ma suscettibile di produrre un effetto sfavorevole per una o più persone determinate o anche l'istigazione alla discriminazione). Le molestie che costituiscono un ambiente ostile, sono considerate una discriminazione. Sistemazioni ragionevoli sono previste per garantire il principio di parità di trattamento per le persone handicappate limitandole ai casi che non prevedono difficoltà ingiustificate.
Casi di differenze di trattamento autorizzate
– Esigenza professionale essenziale
In taluni casi, differenze di trattamento possono essere giustificate quando la natura del posto di lavoro o le condizioni nelle quali si svolge il lavoro lo giustifichino.
– Differenze di trattamento basate sull'età
Tali differenze di trattamento sono ammesse quando sono giustificate obiettivamente, appropriate e necessarie alla realizzazione di obiettivi legittimi sul mercato del lavoro (garantire la tutela dei giovani o dei lavoratori anziani, fissazione di esigenze sulla durata dell'esperienza professionale, ecc.).
– Azioni positive
Gli Stati membri hanno il diritto di mantenere e di adottare misure volte a prevenire o a correggere le situazioni di ineguaglianza esistenti (misure destinate a promuovere l'integrazione dei giovani, il passaggio dall'attività professionale al pensionamento, ecc.).
Prescrizioni minime
La proposta contiene una clausola di "non regressione" concernente gli Stati membri che applicano una legislazione la quale prevede un livello di protezione più elevato di quello garantito dalla direttiva.
Ricorso e applicazione del diritto
Malgrado l'affermazione del principio di parità di trattamento tra uomini e donne sancito dal diritto comunitario, l'applicazione di questo principio si è dimostrata estremamente difficile nei fatti. Tenendo conto di queste difficoltà, la proposta prevede una serie di meccanismi per garantire l'efficacia dei diritti introdotti in materia di lotta contro le discriminazioni.
Questi meccanismi riguardano:
* il miglioramento della difesa dei diritti con un rafforzamento dell'accesso alla giustizia o a procedure di conciliazione (sia individuale che dando la possibilità ad organizzazioni di esercitare questo diritto per conto di una vittima);
* la gestione dell'onere della prova: una volta stabiliti questi fatti che consentono di presumere l'esistenza di una discriminazione, l'onere della prova riguarda nuovamente la parte convenuta, conformemente alla direttiva 97/80 e della giurisprudenza della Corte di Giustizia nel caso di discriminazione basata sul sesso;
* la protezione delle vittime dalla discriminazione contro le rappresaglie e in particolare contro i licenziamenti;
* la diffusione di informazioni adeguate sulle disposizioni della direttiva, una volta approvata, agli organismi di formazione professionale e d'insegnamento e sul luogo di lavoro.
Il ruolo delle parti sociali è estremamente importante in materia di lotta contro le discriminazioni. Di conseguenza gli Stati membri devono adottare misure per incoraggiare il dialogo tra le parti sociali al fine di promuovere la parità di trattamento con il controllo delle pratiche sul luogo di lavoro, con la messa in atto di codici di condotta, lo scambio di esperienze e di buone pratiche, ecc.
Le disposizioni discriminatorie nazionali devono essere soppresse o dichiarate nulle e come non avvenute. Sanzioni saranno previste dagli Stati membri in caso di violazione del principio di parità di trattamento.
Gli Stati membri comunicano alla Commissione tutte le informazioni necessarie alla messa a punto di una relazione in seno al Parlamento europeo e al Consiglio relativa all'applicazione della direttiva, entro un termine di due anni a decorrere dalla sua entrata in vigore, successivamente ogni cinque anni.
La proposta di direttiva contiene una scheda di valutazione dell'impatto della proposta sulle imprese, in particolare le piccole e medie imprese.
4) SCADENZA FISSATA PER L'APPLICAZIONE DELLA LEGISLAZIONE NEGLI STATI MEMBRI
02.12.2003
5) DATA DI ENTRATA IN VIGORE (se diversa dalla precedente)
02.12.2000
6) RIFERIMENTI
Gazzetta ufficiale L 303, 02.12.2000
Link utili:
http://europa.eu/legislation_summaries/employment_and_social_policy/disability_and_old_age/c10823_it.htm

PARLAMENTO EUROPEO

IT

SCHEDA DI DEPOSITO DI UNA INTERROGAZIONE PARLAMENTARE

INTERROGAZIONI ORALI
Destinatario:
CONSIGLIO
COMMISSIONE
Interrogazione con richiesta di
risposta orale seguita da discussione (art. 115)
INTERROGAZIONI SCRITTE
Destinatario:
PRESIDENTE DEL CONSIGLIO EUROPEO
CONSIGLIO
COMMISSIONE
VICEPRESIDENTE / ALTO RAPPRESENTANTE
Interrogazione con richiesta di
risposta scritta (art. 117)
Interrogazione prioritaria (art. 117, par. 4)
AUTORE(I): On. Aldo PATRICIELLO
OGGETTO:
(da indicare) Accesso ai libri per ipovedenti
TESTO:
L´Associazione europea dei ciechi (EBU) ha posto ripetutamente l´attenzione sull´importanza dell´adozione
da parte dell´Organizzazione mondiale per la proprietà intellettuale (WIPO) di un trattato internazionale
vincolante al fine di garantire alle persone cieche, ipovedenti e con difficoltà di lettura di poter usufruire
liberamente dei libri scritti in Braille, a grandi caratteri e in formato audio prodotti in tutti i Paesi e protetti
dal diritto d'autore. Attualmente, le statistiche dicono che solo il 5% dei libri sul mercato sono accessibili ai
ciechi e agli ipovedenti dei paesi sviluppati, e meno dell'1% dei testi è disponibile per le persone con
problemi di vista nei paesi in via di sviluppo.
La Commissione petizioni ha presentato nel gennaio 2012 una interrogazione alla Commissione europea e al
Consiglio europeo per chiedere chiarimenti circa la loro posizione nell'ambito dei negoziati WIPO.
Inoltre, la Commissione petizioni ha redatto una risoluzione che è stata approvata il 16 febbraio 2012 dalla
plenaria del Parlamento europeo, nella quale si chiede al Consiglio e alla Commissione di promuovere un
trattato WIPO giuridicamente vincolante sulla disciplina per il copyright per i libri e le stampe prodotti per i
ciechi e ipovedenti.
L'Organizzazione Mondiale per la Proprietà intellettuale (WIPO) sta considerando l'adozione di tale trattato,
ma fino a ora alcuni fra i membri europei di tale organizzazione si sono opposti a standard globali e
stringenti che sanciscano un tale diritto. Per questo i testi disponibili in formato Braille, a caratteri ingranditi
o in digitale, restano sempre troppo pochi e la situazione non è omogenea da Paese a Paese.
In occasione della discussione in Commissione petizioni del 12 luglio 2012, la Commissione europea si è
detta pronta ad essere investita di un mandato da parte del Consiglio europeo per negoziare un trattato
WIPO vincolante che garantisca l'accesso ai libri per ciechi e ipovedenti, modificando nettamente la sua
posizione precedentemente espressa a favore di un trattato facoltativo.
Tutto ciò premesso, voglia la Commissione rispondere ai seguenti quesiti:
-ritiene la Commissione che sia necessario verificare il livello di attuazione di tali policies a livello
comunitario?
-ritiene la Commissione che la stipula di un trattato vincolante con la WIPO sia sufficiente a garantire la
piena accessibilità ai libri da parte dei ciechi e degli ipovedenti?
-quali eventuali ulteriori misure intende la Commissione adottare a favore di questa categoria?
Firma(e): Data: 06/03/2013

6° meeting online dei lettori di Kaleidos – mercoledì 6 marzo 2013 ore 15,30, di Tommaso Daniele

Autore: Tommaso Daniele

I settori Informazione e Comunicazione, Stampa Sonora e Libro Parlato in sinergia con la Commissione Nazionale per le Pari Opportunità organizzano per mercoledì 6 marzo 2013, con inizio alle ore 15,30 il 6° meeting dei lettori di "Kaleîdos".
La trasmissione pensata anche in vista della ricorrenza della Giornata Internazionale della donna vedrà la partecipazione, oltre che del Presidente Nazionale prof. Tommaso Daniele, delle componenti la Commissione nazionale per le  Pari Opportunità, oltreché delle rappresentanti regionali e provinciali del settore le quali socializzeranno le esperienze e le attività svolte nel territorio in materia di Pari Opportunità.
Naturalmente nel corso del programma verrà data risposta ai quesiti, alle e-mail ed alle telefonate dei nostri ascoltatori i quali potranno scrivere e/o prenotarsi per intervenire, anche nei giorni immediatamente precedenti o contattando la sig.ra Mariolina Lombardi ai numeri di telefono 06 69988376 oppure 06 69988411 od inviando e-mail al nostro consueto indirizzo diretta@uiciechi.it o, ancora, utilizzando nel corso del programma la nostra linea aperta 06 69988353, o l'apposito form di "Parla con l'Unione".
La trasmissione sarà condotta da Luisa Bartolucci.
Anche questa trasmissione diverrà un cd realizzato in formato mp3. Chi volesse riceverlo a titolo assolutamente gratuito, può farne richiesta sin da ora al nostro ufficio stampa, o scrivendo in braille all'indirizzo Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, Via Borgognona 38 – 00187 Roma o inviando una e-mail all'indirizzo ustampa@uiciechi.it, o telefonando al numero 06 69988376.
Le e-mail maggiormente significative, inoltre, diverranno parte di un numero speciale di "Kaleîdos", che, quindi sarà scritto proprio dai nostri lettori e/o ascoltatori.
Vi attendiamo numerosi dunque, nella speranza di scambiarci opinioni, buone prassi, nell'auspicio di costruire qualcosa insieme e, perché no, anche di conoscerci meglio e comunicare in forma più diretta.
Appuntamento, dunque, alle 15,30 del 6 marzo!
Per collegarsi sarà sufficiente digitare la stringa http://www.uiciechi.it/radio/radio.asp
Si invitano le strutture in indirizzo a dare alla presente circolare la massima diffusione tra i soci ed i componenti i comitati delle pari  opportunità  ed a favorire in ogni modo la partecipazione diretta alla trasmissione delle rappresentanti regionali e provinciali, nonché la creazione nelle sezioni od in altri luoghi di gruppi di ascolto.

Cordiali saluti

Il Presidente Nazionale
prof. Tommaso Daniele