Asta la Vista!, di Giuseppe Bilotti

Autore: Giuseppe Bilotti

Un saluto,  apre questa pillola d'informazione che disseta tutti noi  che  abbiamo sete di notizie  attuali e di aspettativa
In questi ultimi periodi   disponiamo  di articoli importanti sulla ricerca,  argomenti che illustrano  le tecniche per ridare la vista a persone che hanno delle difficoltà visive.
Questi ci riempiono  di sogni,  perché affidano alla ricerca e alle nuove tecnologie la speranza di poter vedere in un  futuro immediato.
Allora, ci concentriamo e isoliamo per leggere di fiato l'articolo che sopraggiunge sui quotidiani e pertanto ascoltiamo dalle nostre sintesi vocali questo:
"La visione bionica incontra l'olografia.
La realizzazione di dispositivi per rendere la vista a chi l'ha perduta, incentrata finora su sistemi come Argus (la cui ultima versione è stata di recente approvata dalla Food ad Drug Administration), cioè su una minitelecamera collegata ad elettrodi che vanno a stimolare direttamente il nervo ottico, potrebbe avvalersi presto anche di un sistema alternativo: la combinazione di ologrammi e optogenetica.
Quest'ultima è utilizzata soprattutto nelle malattie genetiche dell'occhio come la retinite pigmentosa, e mira a inserire nella retina del paziente cellule fotosensibili, in genere ottenute da organismi quali alghe o batteri.
Ma queste cellule esogene, per lavorare bene, hanno bisogno di ricevere un'opportuna stimolazione luminosa.
Per questo al Techion-Israel Institute of Technology di Haifa (http://www1.technion.ac.il/en/home) hanno pensato di verificare le potenzialità degli ologrammi come stimolatori di attività cellulare.
In che modo lo ha spiegato su "Nature Communication" il responsabile del progetto, Shy Shoham.
"Da tempo – ha riferito – diversi gruppi cercano di capire quale possa essere il modo più efficace per indurre le cellule fotosensibili a lavorare al meglio.
L'immagine stimolatrice ideale, infatti, dovrebbe essere contemporaneamente precisa, intensa e in grado di stimolare più tipi cellulari con una luce brillante, perché le cellule trapiantate sono meno sensibili rispetto a quelle normali.
Noi abbiamo sperimentato le immagini olografiche generate da un computer, perché gli ologrammi presentano le caratteristiche cercate e sembrano essere migliori rispetto ad altri mezzi che abbiamo studiato quali i deflettori al laser o i display digitali.
L'idea è quella di ottenere un dispositivo miniaturizzato che generi ologrammi rielaborando le immagini viste e, in questo modo, attivi le cellule fotosensibili impiantate in base ai dati della visione reale".
Shoham e il suo gruppo hanno già sperimentato con successo la stimolazione olografica di cellule fotosensibili trapiantate in colture cellulari e nelle retine dei primi topi e dimostrato che la stimolazione c'è, avviene su diversi tipi cellulari e dura qualche millisecondo.
Anche se la realizzazione di protesi olografiche da indossare è ancora lontana, i dati ottenuti sono stati giudicati molto interessanti perché dimostrano che le immagini olografiche hanno diverse potenzialità e potrebbero avere un ruolo importante anche in altri casi in cui si cerca di ottenere una stimolazione cerebrale tridimensionale quali, per esempio, la riparazione dei danni in alcune aree cerebrali specifiche".
Come avete potuto leggere, questa pillola ci incoraggia a tenere  diritta la barra della speranza verso il futuro e lanciare così un'ancora di attesa alla concretizzazione di un sogno.Notizia tanto attesa che prima o poi giungerà alle nostre orecchie tramite una  pillola d'informazione come questa.

Pino Bilotti