Presentazione del romanzo “Nonostante tutto” di Michele Panizzi, Redazionale

Autore: Redazionale

Slashradio 14 ottobre 2014 – ore 15.30.

I settori Informazione e Comunicazione, Stampa Sonora e Libro Parlato, organizzano per martedì 14 ottobre 2014, con inizio alle ore 15.30, una trasmissione on line dedicata alla presentazione del romanzo “Nonostante tutto” di Michele Panizzi, già disponibile nel catalogo del nostro Centro Nazionale del Libro Parlato.
Alla trasmissione, condotta da Luisa Bartolucci, prenderà parte l’autore il quale risponderà ai quesiti posti dagli ascoltatori che potranno scegliere diverse modalità di intervento: tramite telefono contattando durante la diretta i numeri 06.69988353, 066791758 o inviando e-mail, anche nei giorni precedenti la trasmissione, all’indirizzo diretta@uiciechi.it  o ancora compilando l’apposito form della rubrica “Parla con l’Unione”.
Per collegarsi sarà sufficiente digitare la seguente stringa:
http://www.uiciechi.it/radio/radio.asp.
Il contenuto delle trasmissioni  potrà essere riascoltato sul sito dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti all’indirizzo www.uiciechi.it/ArchivioMultimediale.
Vi attendiamo numerosi!
Si pregano le nostre strutture provinciali di dare la massima diffusione al presente comunicato e di favorire nelle sezioni la creazione di folti gruppi di ascolto.

Convegno “XXIII Congresso Nazionale dell’U.I.C.I.: quali idee? Su quali gambe?”, UICI Rinnovamento Gruppo di coordinamento

Autore: UICI Rinnovamento

Napoli 15/16 novembre 2014.

Riceviamo e diffondiamo.
Dopo una approfondita analisi della situazione attuale, nell’intento di offrire un valido apporto alla realizzazione del ventitreesimo Congresso Nazionale dell’Unione, il Movimento UICI Rinnovamento ha
deciso di organizzare un convegno a Napoli nei giorni 15 e 16 novembre 2014.

L’iniziativa vuole essere un’occasione aperta di confronto sui contenuti del prossimo congresso, in modo che esso possa diventare davvero un momento di crescita e di sviluppo della nostra associazione.
Per queste ragioni abbiamo dato al Convegno il titolo: “XXIII Congresso Nazionale dell’U.I.C.I.: quali idee? Su quali gambe?”.

Ci riserviamo di far pervenire quanto prima l’articolazione dettagliata del programma e dei contenuti che intendiamo dare alla manifestazione, limitandoci con questa nota a fornire le indicazioni di carattere
organizzativo.

Il Convegno si svolgerà a Napoli presso l’hotel San Germano nei giorni 15 e 16 novembre 2014.

L’arrivo dei partecipanti è previsto per la sera di venerdì 14 novembre e la partenza dopo il pranzo di domenica 16 novembre.
Il costo pro-capite, per la pensione completa dalla cena di venerdì 14 al pranzo di domenica 16 compresi, è di EURO 120,00.
Per chi lo desidera, con un supplemento di EURO 5,00 a persona potrà usufruire del servizio di transfer in pullman per e dall’albergo nei seguenti orari:
– partenza alle ore 18,00 di venerdì 14 novembre dalla stazione ferroviaria di Napoli;
– partenza alle ore 15,00 di domenica 16 novembre dall’albergo.

La quota di partecipazione (EURO 120,00 a persona per la sola pensione completa, EURO 125,00 a persona se si intende usufruire del servizio di transfer) dovrà essere versata sul conto del Movimento UICI Rinnovamento: N° di conto: 206796
Codice IBAN: IT09W0316901600CC0010206796 Intestato a: Katia Caravello, Egidio Sosio- Banca online ING DIRECT Sede legale: via Arbe 49, 20125 Milano
Causale: Adesione convegno Napoli 15/16 novembre 2014.

Effettuato il versamento, l’adesione dovrà essere comunicata tramite e-mail all’indirizzo uicirinnovamento@gmail.com.
Nel messaggio dovrà essere indicato:
– un recapito telefonico
– se si desidera una singola o una doppia
– il nome ed il cognome della persona/delle persone che occuperanno la camera (anche se si tratta di accompagnatore)
– la segnalazione di eventuali intolleranze/allergie alimentari
– se si desidera usufruire del transfer da e per la stazione.
Le prenotazioni devono pervenire entro e non oltre il 20 ottobre 2014.

N.B.: Una volta effettuato il versamento della quota, la mancata partecipazione al convegno non darà diritto al rimborso della stessa.

A presto per un comunicato di approfondimento, nella speranza di poterci incontrare numerosi.
29 settembre 2014

UICI Rinnovamento
Gruppo di coordinamento

Eugenio Saltarel
Maurizio Albanese
Irene Balbo
Katia Caravello
Angelo Fiocco
Francesco Fratta
Giovanni Taverna

Una bussola per orientarsi- La Fondazione Robert Hollman, di Katia Caravello

Autore: Katia Caravello

Rubrica per genitori.

In questo numero inizieremo a conoscere la Fondazione Robert Hollman, una struttura di primo appoggio per genitori e nuclei familiari con all’interno un bambino con disabilità visiva (con o senza minorazioni aggiuntive); faremo tale conoscenza con l’aiuto della dott.ssa Paola Caldironi, direttrice dei due centri aperti negli anni dalla fondazione. Nelle prossime settimane, la dott.ssa Caldironi ci illustrerà più nel dettaglio cosa viene fatto per i genitori all’interno delle due strutture.
Qual è la storia della Fondazione Hollman?
La storia della Fondazione nasce a Cannero Riviera, un angolo del lago Maggiore dove il signor Robert Hollman, industriale olandese, visse l’ultima parte della sua vita e dove vide morire la moglie ormai non vedente (il figlio maschio, unico erede, morì giovane in un incidente stradale).
L’amore per l’Italia e l’attenzione per chi “non può vedere le bellezze del mondo” furono i sentimenti principali che fecero decidere al sig. Hollman di lasciare il suo patrimonio a questa Fondazione privata, senza scopo di lucro, finalizzata ad occuparsi dei disabili visivi.
Dopo la sua morte nel 1972, il suo amico e primo presidente della Fondazione, Dr Jan de Pont, ha eseguito il suo testamento e questo, nel 1979 ha reso possibile la costruzione, a Cannero Riviera di un Centro pilota per bambini ciechi e pluridisabili.
Nel 1986 a causa di un incendio, il Centro di Cannero venne momentaneamente chiuso ed i suoi ospiti trasferiti a Padova. La scelta della città fu dettata dal fatto che qualche anno prima il Presidente dell’Istituto per Ciechi Luigi Configliachi di Padova, assieme alle sezione padovana dell’UIC, mi avevano dato l’incarico di organizzare un servizio per pluriminorati all’interno dell’Istituto cittadino. Già all’epoca (inizio anni ‘80) si vedeva diminuire il numero dei ciechi e aumentare quello dei ciechi con minorazioni aggiuntive. A seguito di uno studio sui Centri italiani per pluridisabili, conclusi che il modello della Fondazione Robert Hollman fosse quello più adatto alle nostre esigenze. Proposi alla Regione Veneto un progetto per la realizzazione di un “Centro per bambini ciechi pluriminorati”, che venne giudicato “affascinante”, ma troppo costoso per essere realizzato e questo soprattutto per la necessità di un numero elevato dei professionisti necessari a far fronte all’handicap grave.
La Fondazione, quindi, a seguito dell’incendio del 1986 si rivolse al Configliachi per trasferire l’attività in attesa della ricostruzione. Il personale era già stato formato, (nella speranza di utilizzarlo per l’ipotetico servizio), presso il Centro di Cannero, ed i locali già individuati. Fu quindi possibile aprire il Centro Hollman presso l’Istituto Configliachi in poco più di 3 mesi.
Quando il Centro di Cannero fu ricostruito e ricominciò a funzionare, il Centro di Padova, per volere del Consiglio della Fondazione rimase comunque in attività. Uno degli obiettivi della Fondazione è sempre stato quello di favorire la collaborazione con Istituzioni pubbliche e private ed incrementare la ricerca scientifica: la città di Padova, con il suo ospedale e la sua Università, rappresentavano un buon aggancio in tal senso.

Qual è la mission della Fondazione?
La mission della Fondazione è quella di sostenere la crescita del bambino con disabilità visiva.
Aiutare quindi il bambino con disabilità visiva a diventare soggetto inserito nel contesto socio-culturale, col maggior grado di autonomia possibile, nella consapevolezza della sua disabilità. Sostenere e promuovere, inoltre, la miglior qualità di vita possibile, anche in caso di pluridisabilità grave.
Sappiamo che la vista incide su tutto il percorso di crescita. Per questo motivo la presa in carico avviene sempre attraverso un approccio integrato: l’obiettivo non è limitato alla “cura” della parte deficitaria, ma al “prendersi cura” del bambino nella sua globalità.
Quali sono le attività e i servizi offerti dai Centri di Cannero e di Padova?
Il percorso del bambino in Fondazione inizia con l’area valutativo-diagnostica per un inquadramento ex novo od un completamento dell’iter diagnostico in atto. Sono spesso medici (oculisti, neuropsichiatri infantili o neonatologi) ad inviarci i bambini. Le richieste riguardano un inquadramento funzionale della visione, un approfondimento diagnostico o una valutazione globale finalizzata ad impostare un trattamento riabilitativo.
A seguito dell’inquadramento diagnostico, a seconda dei bisogni del bambino e della distanza dalle nostre sedi, diamo indicazioni ai servizi che hanno già in carico la situazione oppure iniziamo una presa in carico riabilitativa in una delle 2 sedi.
Un punto di forza della Fondazione è l’intervento precoce rispetto al quale la lunga esperienza di lavoro ha consentito l’approfondimento di linee guida specifiche.
La presa in carico avviene sempre attraverso l’area psicologico-relazionale che garantisce il concetto di presa in carico globale del bambino. Gli interventi proposti sono diversi e finalizzati a rispondere ai bisogni specifici di ogni bambino. Le attività che i 2 Centri possono offrire sono molteplici.
Presso il Centro di Padova sono:
• Valutazione diagnostico – funzionale (comprensiva di visita oculistica, valutazione ortottica ed esami elettrofunzionali)
• Consultazione psicodiagnostica
• Osservazioni funzionali a termine:
– Accoglienza precoce per bambini da 0 a 18 mesi ed il loro nucleo familiare
– “Percorso medi” per bambini in età scolare
• Sostegno ai genitori
• Psicoterapia infantile
• Ri- abilitazione neurovisiva
• Riabilitazione neuro – psicomotoria
• Integrazione plurisensoriale
• Fisioterapia
• Logopedia
• Musicoterapia
• Prerequisiti per l’Orientamento e Mobilità
• Attività in acqua
• Massaggio infantile
• Intervento educativo
• Attività di gruppo per favorire anche l’interazione tra bambini con il medesimo handicap visivo:
– Laboratori di cucina
– Laboratori di modellaggio
– Attività di danza
– Lezioni di strumento musicale

• Consulenza, Formazione e Ricerca

Le attività del Centro di Cannero sono:
• Sostegno ai genitori
• Consultazione psicodiagnostica
• Valutazione ortottica
• Ri – abilitazione neurovisiva
• Riabilitazione neuro – motoria
• Stimolazione multisensoriale e gioco
• Musicoterapia
• Massaggio infantile
• Prerequisiti Orientamento e Mobilità ed autonomia personale
• Attività di gruppo per bambini e genitori

• Consulenza, Formazione, Ricerca.

I bambini spesso accedono al Centro di Padova per il percorso diagnostico, vengono poi inviati a quello di Cannero per un percorso residenziale e, se necessario, al termine di questo ritornano a Padova per essere presi in carico al fine di svolgere un’attività riabilitativa e/o di monitoraggio, con una frequenza che può andare da una volta a settimana a una volta al mese, a seconda delle condizioni del bambino/ragazzo e della distanza dall’abitazione. Presso il Centro di Cannero vengono proposti soggiorni per i genitori ed il bambino a gruppi di 8 famiglie per volta: il primo soggiorno è di 3 settimane ed i seguenti (prima trimestrale e poi semestrali) di 1 settimana fino al quinto anno di vita del piccolo.
Giungono in Fondazione bambini provenienti da tutta l’Italia, anche perché esistono poche strutture sul territorio così specifiche per la disabilità visiva: il fatto di aver lavorato sempre e solo con bambini con disabilità visiva (tra l’altro l’unica condizione posta dal fondatore e inserita nel nostro statuto è proprio quella di elargire, rigorosamente gratuitamente, i nostri servizi a bambini con deficit visivo) ha portato ad un livello di specializzazione interessante e ciò emerge anche dal confronto con altre realtà che, seppur di eccellenza, non si occupano specificatamente di disabilità visiva. Questa è la motivazione principale per cui molti genitori, purché i figli siano presi in carico dalla Fondazione, superano le difficoltà legate alla distanza dai Centri.
Che età hanno coloro che accedono ai vostri servizi?
La sede di Padova si occupa di bambini dalla nascita ai 14 anni con attività diagnostica e interventi riabilitativi; la sede di Cannero Riviera, come dicevo, accoglie bambini dalla nascita ai 5 anni, con la loro famiglia per soggiorni di 1 o 3 settimane finalizzati ad un intervento precoce anche di sostegno al nucleo famigliare.

Qual è la percentuale di bambini con disabilità aggiuntive?
Abbiamo stimato una percentuale del 60/70% di bambini con pluridisabilità, a seconda degli anni, facendo rientrare in tale categoria coloro che hanno in aggiunta al problema visivo una disabilità neuromotoria, psichica o sensoriale anche di lieve entità.
Fondazione Robert Hollman
Consulenza e sostegno allo sviluppo del bambino con deficit visivo

Centro di Padova
Via Siena ,1
35143 Padova
Tel 049680629
Fax 0498807141
padova@fondazioneroberthollman.it

Centro di Cannero
Via Oddone Clerici,6
28821 Cannero Riviera VB
Tel 0323788485
Fax 0323788198
cannero@fondazioneroberthollman.it
dott.ssa Katia Caravello
Psicologa-Psicoterapeuta.
Componente del Gruppo di lavoro per il Sostegno Psicologico ai Genitori dei ragazzi ciechi e Ipovedenti dell’U.I.C.I.
Email: caravello.katia@gmail.com

All’alba vincerò, di Vanda Dignani

Autore: Vanda Dignani

Chi non ricorda quella voce e quelle parole che arrivavano prima al cuore, poi all’orecchio!
Certo era la tua voce, Zito, una voce limpida e piena di gioia di vivere. Volevo scrivere prima questo breve articolo ma la sorpresa e l’emozione sono state troppo improvvise e forti ed io, non sono stata capace di vincermi e di farti giungere il mio saluto ed il mio pensiero. Sei andato via troppo in fretta ed hai portato con te il tuo entusiasmo, la tua passione e l’amore per i tuoi amici e soprattutto per la “tua” Unione, certo, è proprio vero: tu hai fatto tanto per la nostra associazione e noi non riusciamo a salutarti senza ammirare quanto e come l’hai servita.
Ora vorrei riuscire ad esprimerti il mio affetto, la mia gratitudine e soprattutto quel senso di amicizia e rispetto che ancora così fortemente mi legano a te ed a tutti gli amici ed i soci che ti hanno amato e che hanno portato sempre con loro il tuo esempio e la tua dedizione.
Oggi tu non ci sei più, ma il tuo ricordo non potrà né diminuire né svanire, tanto è carico di affetti. Abbiamo lavorato per lungo tempo insieme e mai, dico mai, c’è stato uno screzio che ha offuscato la nostra amicizia e la nostra stessa passione: l’UNIONE.
Questo legame che ci ha tenuto insieme di fronte ai problemi, alle vicissitudini ed alla realtà sempre difficile ma comunque sempre splendida, ci ha dato la forza di andare avanti e di superare i momenti più tristi di una vita vissuta intensamente e priva oggi di rimpianti e di domande cariche di perché. Caro Zito ti scrivo queste poche parole quale segno di saluto che non si cancella ma che vive in noi come stimolo e come affettuosa gratitudine, accetta questo senso di rispettosa amicizia e non dimenticare le battaglie combattute e le vittorie raggiunte. Mentre scrivo queste parole mi sembra di rivedere i tuoi figli così attenti e sempre tanto premurosi con tutti. Di questi figli e del tuo nipotino riporto con me i momenti più caratteristici e più belli ed io cercherò di coltivare, anzi di rafforzare questi ricordi affinché essi costituiscano lo stimolo per andare avanti e per vivere con gioiosa partecipazione i problemi che caratterizzano il senso del lungo percorso fatto insieme. Grazie per l’esempio che ci hai lasciato, grazie per quanto hai fatto per l’Unione e per tutti noi. Spero sempre di portare con me questo luminoso esempio di attività e di fede e di proseguire sul tuo stesso cammino. Ciao Zito siamo con te, e soprattutto da te stringiamo forte l’esempio di una vita vissuta con coerenza e con fede profonda, a te, a Marivia che ti è sempre stata vicino ed ai tuoi figli, porgiamo un saluto bello e sincero di affettuosa gratitudine e di vivace speranza per il futuro sempre meravigliosamente splendido, della nostra associazione e di tutti coloro che hanno lottato con essa e per essa. Vorrei dirti tante cose ma non ci riesco. Sono certa però che tu in quella vita splendida che ti sei costruita, riesci a percepirle. Ciao dunque, noi siamo con te e sopratutto vogliamo compiere il tuo stesso percorso, dando all’Unione esempi splendidi di fede, di devozione e di un sentimento che non può svanire. Ciao, accetta questo mio saluto e ricorda che io ti sono affettuosamente vicina e non dimenticherò mai gli esempi che ci hai lasciato e che daranno alla nostra esistenza, ancora una luce lungo la quale andare e per la quale lottare e vincere.

Vanda Dignani

La prima assemblea dei quadri senza Tommaso, di Claudio Romano

Autore: Claudio Romano

Il 27 e 28 settembre scorsi si è tenuta a Tirrenia l’assemblea nazionale dei quadri dirigenti.
Da sempre, per me, questo appuntamento costituisce la migliore occasione per “tastare” il “polso” della nostra organizzazione ed in tal senso, anche questa assemblea non ha fatto eccezione.

L’ordine del giorno dei lavori prevedeva: 1) Procedure e proposte relative alla riformulazione dello Statuto Sociale e dei Regolamenti, 2) Proposte per una gestione patrimoniale più efficace ed efficiente e 3) Proposte e modalità di organizzazione del XXIII Congresso nazionale.
Un ordine del giorno “tosto” di contenuti che se da un verso ci ha proiettato nell’Unione di domani, nel contempo, ci ha messo a confronto con un oggi denso di questioni che inducono a compiere scelte inderogabili e strategiche quali sono quelle implicite al secondo punto dell’odg: Proposte per una gestione patrimoniale più efficace ed efficiente.

Premesso tutto ciò, ecco di seguito , alcune mie semplici note a margine della riunione:

1 – in primis, le oltre sette ore di dibattito, hanno fatto intendere che nonostante le serie difficoltà di carattere finanziario derivanti dalla grave crisi che non risparmia quasi nessuno e nonostante l’obbligo da parte delle nostre strutture territoriali ad ottemperare a troppi adempimenti burocratici che frenano iniziative a favore dei soci, insiste sul territorio un’associazione radicata e strutturata e dirigenti consapevoli del proprio ruolo e determinati a battersi con tenacia per garantire la rappresentanza e la tutela degli interessi della categoria e non solo questo;
2 – il dibattito (una settantina di interventi), ha registrato oltre ad un numero fisiologico di dirigenti che non sempre si sono attenuti agli argomenti dell’odg, un valido contributo alla discussione su temi che come annotavo poco sopra, hanno “buttato” lo sguardo all’orizzonte (23° congresso nazionale) e non soltanto per quanto concerne gli aspetti logistici ed organizzativi, ma indicando anche priorità programmatiche;
3 – abbiamo ascoltato voci nuove, voci di amici dirigenti che come chi scrive hanno maturato anni di esperienza, voci “storiche”, siamo stati informati circa un’iniziativa degli amici di UICI Rinnovamento (il segno dei tempi), insomma pluralità e molta “carne al fuoco”;
4 – Mario Barbuto, per la prima volta da Presidente nazionale, ha saputo far bene la sintesi della discussione; lo ha fatto con il suo stile; lo ha fatto con competenza e tutto sommato…. con santa pazienza;

Queste le mie impressioni a “caldo”; impressioni che hanno confermato e rafforzato in me l’idea che la nostra non è stata e non è un’organizzazione leaderistica ma un’associazione di donne e uomini che sanno bene cosa fare e lo fanno con il proprio cuore sapendo vivere la loro militanza con ragione e con passione.
Questa è l’Unione che ci ha lasciato Tommaso Daniele; questa è l’associazione che si appresta a lavorare e a lottare da qui in avanti fino al 23° congresso nazionale per poi lavorare e lottare per continuare a scrivere la storia dei ciechi e degli ipovedenti italiani.
(segue p.s.)

Claudio Romano

p.s. mentre entravo in sala per la riunione, non ho potuto fare a meno di rivolgere un affettuoso e grato pensiero a Tommaso Daniele fisicamente lontano per la prima volta da quando nel 2001, partecipai all’assemblea dei quadri dirigenti da presidente della sezione di Brescia.

Verso la terra promessa, di Antonio Quatraro

Autore: Antonio Quatraro

Talvolta è difficile trovare le parole giuste senza rischiare di mancar di rispetto ai testi sacri, ma per quella emozione che ho provato ascoltando i racconti di Riccardo, Eleonora, Susanna, io non ho saputo trovare una immagine più adatta.
Un lunedì di settembre, in un hotel del centro di Firenze, circa 50 persone in assoluto silenzio che ascoltavano medici, ricercatori e pazienti che raccontavano un sogno ad occhi aperti: Ricominciare a vedere.
Io che non ho mai visto, sono stato prima preso, poi sospinto, poi trascinato, poi sommerso da quelle parole: “ho rivisto mio padre”, “ho visto per la prima volta il viso di mia figlia, di cui ho conosciuto la pelle da bambina, il viso dalle carezze, ma ora la posso guardare, sia pure come dietro una grata, ma è lei”! “ora so chi mi saluta”, “ora mi rivolgo verso chi mi parla e rispondo al suo sguardo”.

Dovevo portare il saluto della nostra organizzazione, dire che anche IRIFOR Toscano partecipa a questa meravigliosa avventura attraverso una convenzione specifica con la società “second sight”, ma ha vinto la commozione, ha vinto quel vento che ti senti dentro, ha vinto il desiderio di abbracciare medici, dottoresse e soprattutto i pazienti, come si abbraccerebbe un amico, una persona cara che torna a casa propria dopo anni di confino.
Ho detto quello che avrebbe detto chiunque di noi, di noi che non abbiamo ancora avuto la fortuna di vedere i colori, i visi, i paesaggi, le stagioni, di noi che siamo ciechi dalla nascita.
Questa vittoria dell’ingegno al servizio della salute, anche se riguardasse uno solo di noi, ci riempie di gioia; è come se ciascuno di noi vincesse quella scommessa contro la malattia, iniziata per il genere umano con la cacciata dal Paradiso Terrestre.
Quel lunedì 9 di settembre, in quell’hotel, il prof. Rizzo ha raccontato la vicenda umana di un oculista che restituisce la vista a chi l’aveva persa. E’ la retina artificiale, a due canali.
“La protesi è dedicata a pazienti con retinite pigmentosa a stadio molto avanzato; è un microchip impiantato stabilmente nel paziente, collegato ad un computer aggiornabile sia per l’hardware che per il software (siamo alla 14° versione).
Certo, la strada è lunga ed impervia: “c’è da ricominciare da capo!” precisa un paziente. E ciò richiede riabilitazione, costanza e tenacia, ma i frutti si vedono.
Il professore precisa molto bene i criteri di ammissibilità all’intervento, per sfuggire ad ogni tentazione di spettacolarità. Su circa 150 persone intervistate solo 5 o 6 per ora sono state scelte.

Come altro avrei potuto descrivere quel pomeriggio, se non “verso la terra promessa”?
Per chi voglia saperne di più, ecco il contatto:
numero verde per argus 2: 800 87 96 97 oppure
marsiero@SecondSight.com).
Antonio Quatraro

VUELING rifiuta assistenza a passeggero non vedente non accompagnato, di Manuela Esposito

Autore: Manuela Esposito

Così la compagnia aerea VUELING ha risposto alla nostra richiesta di assistenza per un volo da essa operato il prossimo 19 ottobre:

“Grazie per averci contattato. In merito alla sua richiesta, La informiamo che, dovuto ad alcuni cambiamenti nelle nostre normative riguardanti i passeggeri non vedenti, non possiamo garantire il servizio di assistenza se il passeggero non viaggia con un cane guida o accompagnato da una seconda persona. Cordiali saluti, Ufficio Servizio Clienti. VUELING AIRLINES S.A.”

È evidente che la compagnia in oggetto non ha familiarità con la normativa europea 1107/2006, sulla base della quale i passeggeri non vedenti che abbiano notificato in tempo utile la propria richiesta hanno diritto all’assistenza gratuita sia in aeroporto che a bordo dell’aeromobile anche se viaggiano da soli. L’Unione si è immediatamente attivata per chiedere la modifica di tale decisione o una comunicazione scritta dettagliante i gravi e imprescindibili motivi che eventualmente giustifichino tale procedura discriminatoria in modo da adottare i provvedimenti più opportuni.

Due ragioni di una non scelta, di Mario Barbuto

Autore: Mario Barbuto

In questi giorni, dopo una lunga, meditata e approfondita discussione alla quale hanno anche partecipato alcuni amici che ci hanno supportato in occasione delle elezioni del 15 marzo, insieme a Nicola Stilla abbiamo constatato, con reciproco rammarico, che non sussistono le condizioni per presentare, tra me e lui, un candidato comune al prossimo congresso.

Di tale decisione abbiamo dato informazione mediante un sintetico comunicato congiunto apparso anche su questo giornale on line.

Personalmente, ho interpretato questa evoluzione come la volontà di Nicola Stilla di porre la sua candidatura alla presidenza nazionale, una volta accertata l’impossibilità di compiere un percorso comune e condiviso.

Come ho detto molte volte, affettuosamente anche a Nicola, vi sono almeno due ragioni che suggeriscono a me, in quanto Presidente Nazionale, di non lasciarmi coinvolgere adesso in questa prematura discussione:

a) manca ancora un anno al congresso e il Presidente ha altre priorità piuttosto che pensare alle candidature;
b) il Presidente eletto da soli sei mesi non ha motivo di mettersi a pensare alla propria sostituzione.

A Nicola tutto il mio affetto e i miei migliori auguri, anche se ribadisco, come ho già detto a lui tante volte, che oggi parlare di candidature, a me pare e suona prematuro e intempestivo.
Mettersi a fare delle campagne elettorali più di un anno prima del congresso sfinisce i concorrenti e soprattutto rischia di compromettere l’unità e la forza associativa, distraendo i dirigenti dell’Unione dai loro compiti primari.
Di questa seconda e principale preoccupazione ritengo che il presidente debba farsi interprete, nei limiti delle sue possibilità e nell’esercizio della propria funzione equilibratrice, per richiamare alla coesione e alla compattezza, invitando tutti ad affrontare le scadenze una alla volta e ciascuna a suo tempo.
Oggi è tempo di unità e di impegno comune verso i nostri soci e verso tutti i ciechi e gli ipovedenti italiani per rispondere, meglio che sappiamo, alle loro aspettative, cioè lavorare per la tutela e la difesa dei loro interessi morali e materiali in ogni momento e in ogni circostanza, a cominciare dalla prossima legge finanziaria.
Domani, in prossimità del congresso nazionale, sarà tempo di candidature e di campagne elettorali e ciascuno di noi avrà facoltà di proporsi e spazio per farlo.

Mario Barbuto

Mario Barbuto e Nicola Stilla candidati per la carica di presidente nazionale al XXIII Congresso dell’UICI, di Mario Barbuto e Nicola Stilla

Autore: Mario Barbuto e Nicola Stilla

Nelle ultime settimane, Mario Barbuto e Nicola Stilla, volendo dare seguito allo spirito unitario emerso nell’incontro del 2 marzo a Bologna con un gruppo di amici, al fine di compiere una valutazione della situazione a sei mesi dalla nomina di Mario Barbuto a Presidente Nazionale e per individuare e decidere sui passaggi da compiere, unitariamente, da oggi fino alla celebrazione del 23° Congresso, hanno convocato, lo scorso 15 settembre, una riunione alla quale ha partecipato un ristretto gruppo di Amici.

Il gruppo, dopo aver preso atto che entrambi rimangono interessati a candidarsi alla carica di Presidente Nazionale al prossimo congresso della nostra associazione e dopo una approfondita discussione, non essendo stato possibile concordare come giungere ad individuare le modalità per la scelta di un candidato comune alla carica di Presidente Nazionale al 23° Congresso, ha convenuto di affidare a Mario Barbuto e Nicola Stilla l’incarico di trovare fra loro un accordo da sottoporre poi ai partecipanti alla riunione.

Nei giorni successivi, Mario Barbuto e Nicola Stilla, nonostante gli sforzi compiuti da entrambi per trovare un accordo, hanno dovuto prendere atto con rammarico delle oggettive difficoltà al raggiungimento dell’auspicata intesa.

Per il futuro, nel rinnovarsi reciproca stima ed amicizia, Mario Barbuto e Nicola Stilla avendo a cuore il bene primario dell’Unione, si sono impegnati per far sì che la loro competizione possa avvenire in maniera corretta e leale.

Mario Barbuto
Nicola Stilla

Una bussola per orientarsi- La legge 104 del 1992 e il quadro dei diritti dei disabili e dei loro familiari -terza parte-, di Paolo Colombo

Autore: Paolo Colombo

Rubrica per genitori.

In questo terzo appuntamento, l’avv. Colombo -responsabile del Centro di Documentazione Giuridica e componente della Direzione Nazionale dell’UICI- concentrerà la sua attenzione sul diritto, sancito dalla legge 104/1992 (Legge-quadro per l’assistenza , l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate), dei genitori di bambini/ragazzi con disabilità di usufruire di un periodo di congedo straordinario biennale retribuito.
PERIODO DI CONGEDO STRAORDINARIO BIENNALE RETRIBUITO
L’articolo 4 comma 2 della legge 53/2000 prevede la possibilità ai genitori, alternativamente, per l’assistenza ad un figlio con grave handicap, certificato dalle strutture sanitarie pubbliche (8), la possibilità di usufruire anche di un periodo di congedo, continuativo o frazionato, non superiore ai due anni.
La Finanziaria 2004 (art. 3 comma 106) ha tolto il limite dei 5 anni dall’accertamento.
In base all’articolo 80 della Finanziaria 2001 questo congedo, prima senza diritto alla retribuzione e non computabile ai fini dell’anzianità di servizio e previdenziali, viene ora retribuito sulla base dell’ultima retribuzione percepita dal lavoratore ed è coperto, entro certi limiti, da contribuzione figurativa (sino ad un tetto, comprensivo di indennità e contributi figurativi, di 70milioni di lire indicizzato annualmente – vedi INPS circ. 85/2002 e 14/2007).
L’indennità per congedo straordinario ha natura sostitutiva della retribuzione che il lavoratore avrebbe percepito dall’attività lavorativa se non fosse stato impedito dalla necessità di assistere un portatore di handicap e, pertanto è compatibile con un eventuale assegno ordinario di invalidità (legge 222/1984 articolo 1e messaggio INPS n.8773 del 4 aprile 2007).
La sentenza n. 233 del 16.06.2005 della Corte costituzionale ha stabilito che anche i fratelli e le sorelle delle persone con gravi handicap possono accedere al congedo straordinario retribuito quando i genitori, sia pure viventi, non sono in grado di accudire il figlio handicappato perché essi stessi totalmente inabili. Pertanto il congedo straordinario retribuito va riconosciuto ai fratelli o sorelle conviventi con soggetto gravemente disabile in caso di totale e permanente inabilità di entrambi i genitori o di un solo genitore, se l’altro è deceduto, di figli in condizioni di handicap grave. Lo stato di totale inabilità di ambedue i genitori o del genitore superstite, se l’altro è deceduto, deve essere comprovato da documentazione quali riconoscimento di invalidità civile, di rendite INAIL, di pensioni di invalidità INPS o analoghe provvidenze comunque denominate, da cui sia rilevabile lo stato di invalidità totale e permanente.
Per la sentenza n. 158 del 18 aprile 2007 della Corte costituzionale (recepita dall’INPS con la circolare 112/2007) viene previsto che possa essere riconosciuto il congedo biennale retribuito anche per l’assistenza del coniuge disabile in situazione di gravità.
La sentenza n.19 del 26 gennaio 2009 della Corte costituzionale ha esteso la previsione del diritto al congedo straordinario anche ai figli che assistono genitori conviventi in situazione di disabilità grave e in assenza di altri soggetti legittimati a prendersene cura (per -convivenza- va fatto riferimento alla -residenza-, luogo abituale ai sensi dell’art. 43 del codice civile, non potendo ritenersi conciliabile con la predetta necessità la condizione di -domicilio- né la mera elezione di -domicilio speciale- previsto per determinati atti o affari dall’art. 47 del codice civile – vedi circolare n. 1/2012 della Funzione Pubblica punto 3, a-4).
Note:
(1) Si intende persona handicappata colui che presenta una minorazione fisica, psichica o sensoriale, stabilizzata o progressiva, che è causa di difficoltà di apprendimento, di relazione o di integrazione lavorativa e tale da determinare un processo di svantaggio sociale o di emarginazione. Gli accertamenti relativi alla minorazione, alle difficoltà, alla necessità dell’intervento assistenziale permanente e alla capacità individuale residua sono effettuati da parte delle ASL mediante le commissioni mediche (ex lege numero 295 del 15 ottobre 1990, ex lege numero 423 del 27 ottobre 1993 e Circolare del Ministero del lavoro numero 43 del 1 aprile 1994) integrate da un operatore sociale e da un esperto nei casi da esaminare, in servizio presso le ASL.
(2) Il riconoscimento di una invalidità civile non è sufficiente per ottenere i permessi per l’assistenza al disabile, ma occorre il riconoscimento (da parte della Commissione medica o in situazione di urgenza e in via provvisoria dai medici di ospedali gestiti dalle AASSLL o dai medici delle strutture di ricovero pubbliche o private equiparate alla pubblica come modificato dall’articolo 20 comma 1 del D.L. 78/2009) della situazione di gravità della persona handicappata, la cui minorazione ne abbia ridotto l’autonomia personale in modo da rendere necessario un intervento assistenziale permanente. Per comprovare il diritto alla fruizione del permesso retribuito per documentata grave infermità ai sensi dell’art. 4, comma 1, L. n. 53/2000 si considera idoneo il certificato redatto dallo specialista dal quale sia possibile riscontrare sia la descrizione degli elementi costituenti la diagnosi clinica che la qualificazione medico legale in termini di grave infermità (Ministero Lavoro, Salute e Politiche Sociali – Nota 25 novembre 2008, n. 16754).
Però poiché detta certificazione (dei medici degli ospedali gestiti direttamente dalle AASSLL e ai medici delle strutture di ricovero pubbliche o private equiparate alla pubblica) ha natura -provvisoria- e pertanto revocabile, qualora la Commissione medica non riconosca la sussistenza della situazione di handicap grave, l’INPS è legittimato a richiedere al dipendente la restituzione di quanto fruito a titolo di permesso, sin dal primo giorno dalla presentazione della domanda (Ministero Lavoro-Attività Ispettiva – Interpello n 32 del 9 agosto 2011).
(3) Per ricovero a tempo pieno si intende quello in cui il disabile trascorre tutta la giornata o gran parte di essa presso una struttura adibita all’accoglimento degli handicappati; i Centri socio riabilitativi diurni per disabili rientrano nell’accezione di Istituti specializzati.
(4) Il genitore impegnato ad assistere il figlio con handicap degente in ospedale seppur finalizzato a un intervento chirurgico non ha diritto fruire dei permessi dal lavoro ex lege 104/1992, in quanto il ricovero in ospedale viene considerato ricovero a tempo pieno (messaggio INPS 4 gennaio 2006 numero 228 ,messaggio INPS 4 gennaio 2006 numero 256 e circolare INPS 23 maggio 2007 numero 90).
Tuttavia, nei messaggi INPS si ricorda che i benefici previsti dalla legge 104/92 possono eccezionalmente essere concessi nei casi in cui:
il richiedente assista un handicappato di tenera età (prima infanzia ovvero età inferiore a tre anni);
il soggetto handicappato sia ricoverato per finalità diagnostico-terapeutiche (nel qual caso le finalità assistenziali legate all’età travalicano quelle legate all’handicap);
la presenza della madre o del padre sia richiesta dall’ospedale per necessità effettive;
ricovero finalizzato a intervento chirurgico oppure a scopo riabilitativo.
(5) L’assistenza può intendersi disgiunta quando la prestazione può essere assicurata solo con modalità e tempi diversi e contemporaneamente è esclusiva e continua per ciascun assistito (Ministero del lavoro nota del 28 agosto 2006 numero 3003). Vanno presentate tante domande quanti sono i soggetti per i quali si chiedono i permessi, allegando idonea certificazione relativa alla particolare natura dell’handicap, accompagnata da dichiarazione di responsabilità circa la sussistenza delle circostante che giustificano la necessità di assistenza disgiunta. In particolare, da quest’ultima dichiarazione deve risultare 1) che in relazione all’handicap non è in grado di fornire assistenza fruendo dei 3 giorni di permesso in godimento per un altro disabile; 2) che nessun’altra personale può prestare assistenza all’altro soggetto handicappato (norma superata con la circolare INPS numero 90/2007); 3) che nessuna altro fruisce a sua volta di permessi per l’assistenza all’altro soggette; 4) che i soggetti per i quali si richiede il permesso non svolgono attività lavorativa e quindi non hanno diritto a usufruire a loro volta di permesso in qualità di lavoratori portatori di handicap.
(6) Trattandosi di singole giornate di riposo, la contribuzione figurativa è attribuita in quota integrativa e non incide, là ove previsto dalla normativa (INPS), sul numero dei contributi settimanali spettanti all’interessato. Praticamente, la settimana sarebbe già coperta dalla contribuzione obbligatoria, per cui la contribuzione figurativa inciderebbe solo relativamente all’integrazione della retribuzione “persa” (Circolare INPS 11 aprile 2001 numero 87).
(7) La fruizione delle due ore di permesso giornaliero (articolo 33 comma 2 della legge 104/92) o dei tre giorni di permesso mensile (articolo 33 comma 3 della legge 104/92) è alternativa (non è possibile fruire nello stesso mese dei permessi orari e di quelli giornalieri); per prevalente giurisprudenza, il titolare del diritto può scegliere tra permessi orari e giornalieri una volta al mese.
(8) In base alla circolare INPS numero 32 del 3 marzo 2006 ai medici degli ospedali gestiti direttamente dalle AASSLL e ai medici  delle strutture di ricovero pubbliche o private equiparate alla pubblica è riconoscibile la potestà provvisoria (quindi revocabile dalla Commissione medica ex lege 15 ottobre 1990 numero 295 – ex lege numero 423 del 27 ottobre 1993 – Circolare Ministero del Lavoro numero 43 del 1 aprile 1994) per le agevolazioni previste dalla legge 104/1992 a favore dei genitori, parenti o affini di persone handicappate gravi e dei lavoratori portatori di handicap grave. Per comprovare il diritto alla fruizione del permesso retribuito per documentata grave infermità ai sensi dell’art. 4, comma 1, L. n. 53/2000 si considera idoneo il certificato redatto dallo specialista dal quale sia possibile riscontrare sia la descrizione degli elementi costituenti la diagnosi clinica che la qualificazione medico legale in termini di grave infermità (Ministero Lavoro, Salute e Politiche Sociali – Nota 25 novembre 2008, n. 16754).
Però poiché detta certificazione (dei medici degli ospedali gestiti direttamente dalle AASSLL e ai medici delle strutture di ricovero pubbliche o private equiparate alla pubblica) ha natura -provvisoria- e pertanto revocabile, qualora la Commissione medica non riconosca la sussistenza della situazione di handicap grave, l’INPS è legittimato a richiedere al dipendente la restituzione di quanto fruito a titolo di permesso, sin dal primo giorno dalla presentazione della domanda (Ministero Lavoro-Attività Ispettiva – Interpello n 32 del 9 agosto 2011).

Nella lettera circolare del 6 febbraio 2006 il Ministero del lavoro e nel messaggio del 6 marzo 2006 numero 7014 l’INPS, dopo il parere del Consiglio di Stato numero 3389 del 6 dicembre 2005, hanno precisato nuovamente che, mentre per l’assistenza ai disabili si maturano ferie e tredicesima mensilità, i genitori di minori con handicap che optano per il prolungamento del congedo parentale fino al terzo anno di vita del bambino nei periodi di assenza non maturano invece né ferie né tredicesima.
Infatti già in precedenza il Ministero del lavoro si era pronunciato col parere 5 maggio 2004 prot. 15/0001920.
I genitori di un bambino, portatore di handicap in situazione di gravità, non hanno diritto di usufruire entrambi del permesso di 3 giorni retribuiti in base all’art. 33, comma terzo della legge 104/92, ma solo cumulativamente. L’articolo 20 della legge 53/2000 prevede che il genitore lavoratore ne possa beneficiare anche qualora l’altro genitore non sia lavoratore dipendente.
In relazione alla previsione dell’art. 33 comma primo della legge 104/92 per i genitori di un bambino con handicap della possibilità di prolungare il periodo di astensione facoltativa dal lavoro di cui alla legge 1204/71 fino a tre anni di vita del bambino, si deve intendere che gli stessi possono godere di questa possibilità se pubblici dipendenti con la retribuzione al 100 per cento per il primo mese, con la retribuzione al 30 per cento per i successivi cinque mesi e per i restanti senza retribuzione, fino ad un massimo di 10 o 11 mesi, secondo quanto previsto dall’articolo 7 della legge 1204/71 così come sostituito dall’art.3 della legge 53/2000. La legge 53/2000 ha comunque portato la possibilità per tutti i genitori di usufruire dell’astensione facoltativa fino al compimento dell’ottavo anno di vita del bambino.
Per i figli minorenni non è più richiesta la convivenza (legge 53/00 art. 19). Inoltre in base alle nuove normative è ora possibile per il genitore lavoratore fruire del prolungamento dell’astensione facoltativa o dei riposi orari fino ai tre anni del bambino, nonché dei giorni di permesso dopo i 3 anni e sino ai 18, anche qualora l’altro genitore non abbia diritto a tali benefici ( perché, per esempio, è casalingo/a, non svolge attività lavorativa, è lavoratore autonomo, ecc.). Invece, nell’ipotesi in cui entrambi i genitori siano lavoratori dipendenti, i permessi continuano a spettare a entrambi, ma in maniera alternativa. Ciò significa che possono spettare indifferentemente alla madre o al padre, ma non con fruizione contemporanea.
I genitori con figlio convivente infratredicenne o con handicap hanno la priorità nelle richieste di trasformazione del contratto di lavoro da tempo pieno a tempo parziale.
Legge 247/07 di riforma del Welfare comma 44 punto d) 3
Nel Collegato al lavoro (art. 24 legge 4 novembre 2010 numero183 in supplemento ordinario n. 243 della Gazzetta Ufficiale n. 262) sono state introdotte nuove regole per l’assistenza ai disabili (vedi anche INPS Circolare n. 45 dell’ 1 marzo 2011) poi in parte modificate dal D.Lgs.119/2011 :
1. il diritto ai tre giorni mensili di permesso dal lavoro spetta al lavoratore dipendente sia pubblico che privato, parente o affine, entro il secondo grado (in precedenza sino al terzo) del disabile che necessità di assistenza
2. il permesso  non può più essere riconosciuto a più di un dipendente (l’INPS col messaggio n.1740/2011  da direttive per la scelta del famigliare) per l’assistenza alla stessa persona (referente unico), salvo che si tratti di un figlio con handicap in situazione di gravità nel qual caso spetta a entrambi i genitori (anche adottivi) alternativamente
3. il diritto ai tre giorni mensili di permesso dal lavoro spetta al dipendente, parente o affine entro il secondo grado (in precedenza terzo grado) qualora si tratti di genitori o del coniuge del disabile che abbiano compiuto il 65esimo anno di età o siano affetti da patologia invalidante o siano deceduti o mancanti
4. ai fini dei permessi non è più necessaria la condizione di convivenza
5. la scelta della sede del lavoro da parte del lavoratore che assiste un disabile è vincolata al domicilio della persona da assistere e non più a quello del lavoratore.
In particolare, la legge 183/2010 riscrivendo l’art. 33 comma secondo della legge 104/1990 aveva eliminato il riferimento ai tre anni di età ed esteso a parenti e affini entro il secondo grado la possibilità di utilizzare i tre giorni mensili di permesso retribuito per assistere minori, quando non lo possono fare i rispettivi genitori.
Per non creare disparità di trattamento tra i genitori che sono tenuti costituzionalmente a svolgere un ruolo primario nell’allevamento dei figli e il resto dei parenti e affini  l’INPS (circolare 155/2010 punto 2.2) ritiene che anche ai genitori vada riconosciuta la possibilità di utilizzare, in alternativa agli altri benefici, il permesso retribuito dei tre giorni mensili.
Avv. Paolo Colombo
Responsabile Centro di Documentazione Giuridica “G. Fucà”
cdg@uiciechi.it