Corso di Alta Formazione in “Responsabile di strutture del terzo settore” nel settore della disabilità – 2015/2016, di Mario Barbuto

Autore: Mario Barbuto

Care tutte e cari tutti, finalmente ci siamo!!!

Il Dipartimento di Sociologia e diritto dell’economia, Scuola di Scienze Politiche, dell’Alma Mater Studiorum dell’Università di Bologna, e l’I.Ri.Fo.R (Istituto per la Ricerca la Formazione e la Riabilitazione), in collaborazione con l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, organizzano il Corso di alta formazione in “Responsabile per strutture del terzo settore” con particolare  riferimento alle organizzazioni operanti nell’area della disabilità.
Il corso formerà figure professionali di profilo dirigenziale, “responsabili”, atte alla gestione di strutture di terzo settore, con particolare riferimento alle organizzazioni operanti nell’area della disabilità, che acquisiranno competenze manageriali, organizzative e comunicative, tarate sullo specifico delle caratteristiche delle organizzazioni di terzo settore in generale, e delle strutture afferenti all’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, in particolare.
I.RI.FO.R. provvederà alla erogazione di venti borse di studio del valore di 2.000 Euro l’una,  che saranno assegnate ai richiedenti che verranno ammessi al corso e serviranno alla copertura degli oneri di iscrizione e di frequenza.
Saranno ammessi al corso fino a un massimo di venti richiedenti di età non superiore a 35 anni, dei quali almeno tredici con disabilità visiva certificata, tutti in possesso di laurea triennale, magistrale e/o quadriennale.
I richiedenti devono essere soci U.I.C.I. “effettivi” se disabili della vista, “sostenitori” se normovedenti.

In proposito, raccomandiamo la massima diffusione di questo comunicato tra tutte le persone potenzialmente interessate, normovedenti, ipovedenti e non vedenti.

I richiedenti, inoltre, devono essere in possesso dei seguenti prerequisiti che verranno accertati in sede di prove di ammissione:
competenze specifiche nell’uso di computer, tablet e cellulari, con i più diffusi prodotti informatici;
uso e conoscenza dei principali socialmedia;
buona conoscenza della lingua inglese;
capacità di orientamento e di mobilità autonoma.

Il corso si terrà a Bologna, avrà inizio il 20 novembre 2015 e comprenderà 210 ore di lezione raggruppate in sei settimane residenziali, di trenta ore ciascuna, tra novembre e marzo 2016, più una settima, conclusiva, a inizio novembre 2016.
Tra aprile e ottobre 2016, inoltre, saranno svolte 240 ore di attività di tirocinio, preferibilmente presso strutture dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti o collegate, comunque sempre vicine alla provincia di residenza dei partecipanti.
Le lezioni si terranno presso la sede del Dipartimento di Sociologia e Diritto dell’Economia dell’Università di Bologna e in aule messe a disposizione dall’Istituto “Francesco Cavazza” presso la propria sede.
La frequenza al corso è obbligatoria e darà diritto al riconoscimento di 21 CFU.
Per gli oneri di residenzialità, l’I.RI.FO.R. e l’Istituto “Cavazza” porranno in essere particolari condizioni di favore per agevolare la frequenza dei partecipanti.

Gli obiettivi formativi riguarderanno competenze specifiche in campi e macroaree seguenti:
Legislazione:  sarà indagata la normativa relativa al terzo settore e il suo ruolo nel sistema di Welfare;
Modelli di Welfare: saranno indagati i diversi modelli di Welfare e le possibili connessioni pubblico-privato
Gestione delle risorse umane; con un focus particolare al ruolo dei volontari all’interno dell’organizzazione;
Fund-raising: saranno approfondite le tecniche di raccolta fondi e le modalità di applicazione ai bandi europei (euro progettazione);
Comunicazione e marketing sociale; al cui interno saranno trattati i temi della comunicazione e del marketing digitale, del marketing per il no profit e il ruolo della comunicazione sociale;
Contabilità/amministrazione: come si legge e come si predispone un bilancio delle strutture di terzo settore, come si redigono i registri contabili, come si redige un verbale, ecc…

Gli interessati potranno presentare domanda di partecipazione alla selezione, compilando direttamente on line l’apposito modulo sul sito dell’I.RI.FO.R. all’indirizzo:

www.irifor.eu\formazione\managerterzosettore ,

allegando, inoltre, il proprio CV in formato europeo, le eventuali certificazioni delle competenze linguistiche possedute e ogni altro documento ritenuto utile ai fini dell’ammissione al corso.

La domanda di partecipazione alla selezione potrà essere presa in esame solo se compilata e completata entro le ore ventidue del giorno 23 ottobre 2015.

La selezione si svolgerà entro il 28 ottobre p.v. presso l’Istituto “Cavazza” di Bologna, dove i candidati saranno convocati singolarmente via e-mail.
Alla selezione, provvederà una apposita commissione esaminatrice designata dall’I.RI.FO.R., della quale faranno parte il Direttore del corso, Prof.ssa Roberta Paltrinieri, Alma Mater Studiorum Università di Bologna e altri esperti delle discipline oggetto delle prove.
Il giudizio della commissione esaminatrice è inappellabile.

Le prove di ammissione mireranno a verificare gli aspetti motivazionali individuali, nonché il possesso dei requisiti richiesti e, unitamente alla valutazione del curriculum, costituiranno gli elementi di selezione per l’ammissione al corso.
L’ammissione al corso sarà comunicata  singolarmente via e-mail agli  interessati , entro il  giorno 10 novembre e l’elenco completo degli ammessi sarà pubblicato, entro la stessa data, sul sito  dell’IRIFOR, all’indirizzo: www.irifor.eu/news.

Con preghiera di massima diffusione, auguro buon lavoro e porgo cordiali saluti
Mario Barbuto

Candidature XXIII congresso, di Mario Barbuto

Autore: Mario Barbuto

Care amiche, cari amici,

in uno spazio speciale del nostro sito web istituzionale dedicato al XXIII congresso, dal prossimo primo settembre, verranno pubblicati i nominativi delle persone che intendono candidarsi alla carica di presidente nazionale e di consigliere nazionale.

Le candidature per entrambe le cariche sono libere, individuali e non incompatibili tra loro.

Tutti i soci effettivi in regola con il pagamento delle quote associative hanno facoltà di candidarsi, come ho già comunicato nelle note allegate all’invito formale inviato ai congressisti.

A norma di Statuto, le candidature vanno esplicitate in sede di congresso.

Riteniamo tuttavia utile offrire con largo anticipo uno spazio democratico di comunicazione a quanti vogliano proporre la propria candidatura, al fine di favorire un dialogo diretto e tempestivo con i soci e con i congressisti in un contesto informativo aperto alla massima trasparenza.

Chi intende annunciare la propria candidatura, o chi lo abbia già fatto nelle scorse settimane, pertanto, potrà fruire di un proprio spazio autogestito sul nostro sito web, nel quale pubblicare ogni informazione ritenuta utile a favorire la propria elezione in congresso.

A partire dal prossimo 17 settembre, inoltre, la nostra radio web organizzerà trasmissioni a cadenza settimanale che offriranno uno spazio di intervento a quanti abbiano già annunciato la propria intenzione di candidatura.

Il materiale da pubblicare sul sito web (curriculum personale, progetti, proposte, ecc…) dovrà essere inviato alla segreteria della Presidenza Nazionale segreteria@uiciechi.itla quale, comunque, effettuerà le necessarie verifiche di autenticità, prima di autorizzarne la pubblicazione.

I testi dovranno essere redatti in formato accessibile. Vivamente raccomandato il formato doc o docx.

Per la partecipazione alle trasmissioni radio, la segreteria contatterà telefonicamente ciascun candidato e ciascuna candidata per concordare giorni e orari, in modo da predisporre un calendario dettagliato delle presenze da rendere noto con anticipo.

Ricordo infine, per completezza di informazione, le modalità di elezione previste dal nostro statuto, già comunicate ai congressisti:

alla elezione si procederà con due distinte votazioni a scrutinio segreto: una per il Presidente, una per i Consiglieri Nazionali.

Per l’elezione del Presidente Nazionale, sulla scheda si potrà scrivere un solo nominativo, rigorosamente in forma anonima e non riconoscibile, a pena di nullità del voto.

Per l’elezione dei Consiglieri Nazionali, sulla scheda si potranno scrivere da uno a tredici nominativi, sempre in forma anonima e non riconoscibile.

Ciascun elettore potrà votare avvalendosi del sistema comune a matita, o del sistema Braille.

Durante l’operazione di voto, l’elettore può farsi assistere in cabina da un accompagnatore.

Ogni accompagnatore potrà assistere un massimo di due elettori.

L’elettore, così come l’eventuale accompagnatore in cabina, dovrà presentarsi al seggio munito di un valido documento di riconoscimento.

Formulo fin da ora i miei più sinceri e cari auguri ai candidati e alle candidate alle cariche di presidente e di consigliere nazionale, nella certezza che la nostra Unione saprà esprimere il meglio delle proprie risorse e delle proprie qualità umane e associative in ogni persona che riceverà dal congresso l’investitura a dirigente.

 

Mario Barbuto

Presidente Nazionale

Cosa significa rinnovare l’UICI? di Francesco Fratta

Autore: Francesco Fratta

Sono alcuni anni, dalla vigilia del XXII Congresso (Chianciano 2010) che nell’Unione si sente parlare sempre più spesso di “rinnovamento”, un po’ da tutti ormai, tanto che, stando alle sole parole, sembrerebbe ultimamente del tutto scomparsa la parte conservatrice (termine da intendersi non tanto in senso strettamente politico quanto per il suo significato di rigido attenersi a metodi e modalità di rapporto tradizionali con i vari livelli gerarchici e con la base), parte che pure ha sempre avuto un notevole peso nel condizionare la vita della nostra associazione. Peso che si mostrò in maniera schiacciante appunto in quel Congresso, quando – ricordiamolo – chi aveva raccolto, proprio agitando il tema dell’urgenza di un profondo rinnovamento dell’UICI, circa il 30% dei consensi, non riuscì ad avere alcuna rappresentanza in seno agli organi nazionali. Ciò grazie al combinato di norme statutarie e di prassi congressuali consolidatesi nel tempo, che resero possibili quei risultati che tutti ben conosciamo. Nei mesi che seguirono si cercò da parte della dirigenza in carica di archiviare l’accaduto come un episodio legato unicamente all’evento congressuale, dicendo che in fondo tutti erano per il rinnovamento dell’Unione e che pertanto non c’era motivo di mantenere in vita un movimento specificatamente votato a quella causa, e che anzi il farlo avrebbe significato in realtà la malcelata volontà di praticare una frattura nel corpo associativo quanto mai riprovevole e dannosa.
Tuttavia, nonostante le ripetute accuse e le forti pressioni per il suo scioglimento,in particolare durante la presidenza Daniele, il movimento finora non si è sciolto ed ha continuato a produrre documenti, a promuovere incontri di confronto e gruppi di lavoro su varie e importanti tematiche associative,elaborando analisi e proposte, lanciando stimoli e temi di discussione che hanno provocato un dibattito via via sempre più ampio e approfondito (vedi ad es. nelle ultime settimane quello sul ruolo delle sezioni o quello sulla formazione dei dirigenti associativi svoltisi nella lista “uicicongresso”). Insomma, il movimento Uicirinnovamento non solo non ha svolto alcuna azione frazionistica, ma ha fornito un rilevante contributo all’ampliamento e all’innalzamento del livello del dibattito interno che, tra l’altro, ha visto anche il ricoinvolgimento di persone che da tempo si erano allontanate dall’Unione, e penso che siano rimasti ormai in pochi a non voler riconoscere tutto ciò.
Un impatto certamente innovativo, poi, ha avuto l’ascesa alla Presidenza nazionale di Mario Barbuto, il quale, a parte i notevoli e per certi versi insperati risultati ottenuti con la Legge di stabilità 2014, oltre a ricercare nuove e più costruttive modalità di relazione con le altre associazioni di disabili e ad avviare un più stretto e intenso rapporto con la base associativa moltiplicando le occasioni e i momenti di confronto, ha impresso un’indubbia accelerazione al processo di revisione degli statuti dell’UICI e dell’I.Ri.Fo.R., di cui da tempo si sentiva la necessità, dimostrando di essere un presidente pienamente consapevole delle urgenze dei tempi e capace di affrontarle con la determinazione e con gli strumenti giusti.
In questo clima profondamente mutato rispetto a 5 anni fa, ci apprestiamo a celebrare il XXIII Congresso, che dovrebbe sancire, come molti auspicano e si aspettano, una decisiva svolta nella vita della nostra associazione, ed ecco perchè occorre che tutti – e in particolare i delegati – pongano mente a che cosa significhi realmente rinnovare l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti nel momento in cui sceglieranno, con il proprio voto, non solo il Presidente e il Consiglio nazionale, ma anche l’assetto statutario e gli indirizzi di fondo della politica associativa.
A mio avviso quando si parla di “rinnovamento” in relazione ad un sodalizio come il nostro immerso e interagente con una realtà più ampia e complessa, occorre tener presenti almeno tre, o forse quattro elementi: l’assetto organizzativo che si intende dare all’associazione nonché alle relazioni interne a, e tra i vari organi che la compongono attraverso norme coerenti che le disciplinino; la definizione chiara di un orientamento strategico e la scelta coerente del tipo di relazioni esterne con le istituzioni da un lato e con le altre organizzazioni del mondo della disabilità e della società civile dall’altro; l’individuazione delle persone più idonee a guidare il riassetto interno e a portare avanti gli obiettivi strategici e le relazioni esterne; un metodo di confronto e di determinazione delle decisioni che sia quanto più trasparente, democratico ed efficace possibile.
Ora, se immaginassimo di produrre un cambiamento significativo agendo su uno solo degli elementi sopra indicati, ci accorgeremmo subito che non otterremmo se non un mutamento effimero, poco capace di incidere realmente sulla realtà; se, ad esempio, cambiassimo unicamente le persone, in base alla maggior simpatia o fiducia che ci ispirano, lasciando intatti assetto organizzativo, modalità relazionali e gestionali, e obiettivi strategici, avremmo nella sostanza un’associazione non molto diversa da quella che era prima. Lo stesso avverrebbe d’altro canto, se ci concentrassimo unicamente sul rinnovamento dei programmi e delle parole d’ordine senza modificare struttura, metodi e composizione del gruppo dirigente: tutti gli elementi di insoddisfazione e di critica per i metodi impiegati e per il livello di partecipazione che essi consentivano, per gli obiettivi in precedenza mancati e per le criticità che quel gruppo non si dimostrò capace di affrontare, rimarrebbero in campo e metterebbero in evidenza immediatamente la scarsa credibilità del gruppo stesso, facendo cadere ben presto ogni illusione circa la possibilità di conseguire effettivamente la realizzazione di quei programmi, magari bellissimi e del tutto condivisibili. Analogamente, confidare nella potenza in sé innovativa del metodo, pensando che sia possibile ottenere importanti risultati affidandone la messa in atto a persone rimaste per lo più le stesse e intimamente legate a consuetudini radicate e/o costrette ad agire nel quadro di strutture e di gerarchie immodificate, metterebbe in luce impietosamente il velleitarismo e l’inefficacia di una tale scelta. Infine, puntare tutto esclusivamente su modifiche di singole norme statutarie, come si è fatto da vari lustri a questa parte, potrebbe rivelarsi del tutto insufficiente non solo ad impedire il perpetuarsi di cattive prassi comportamentali, il consolidarsi e perfino il cristallizzarsi di posizioni di potere, ma anche a contrastare l’atrofizzarsi della partecipazione e della capacità d’analisi e di proposta politico-culturale cui abbiamo assistito in un passato non molto lontano.
Tutto ciò ci dice che, se vogliamo davvero dare nuovo slancio ed efficacia all’azione politica dell’Unione nel prossimo futuro, non ci basterà scegliere un buon presidente, ma ci sarà bisogno anche di eleggere – nonostante le vecchie regole statutarie entro cui ancora saremo costretti ad operare – un Consiglio nazionale coerente col suo progetto, tenendo conto non solo e non tanto delle dichiarazioni più o meno altisonanti di questo o di quello, e per nulla delle eventuali indicazioni dei cosiddetti capi delegazione, ma unicamente basandosi sul proprio convincimento e sulla propria autonoma valutazione della rispondenza delle qualità politiche, culturali e personali di ciascun candidato al progetto che si sceglierà di sostenere. Anzi, in linea di principio suggerirei di diffidare dei nomi che venissero eventualmente proposti come frutto di accordi fra presidenti regionali, tanto più qualora si pretendesse da parte di questi ultimi una sorta di obbedienza della propria delegazione, come era prassi nei precedenti Congressi. Anche dai comportamenti pratici e dalla storia personale di ognuno, infatti, si possono trarre utili elementi per distinguere più chiaramente chi è in corsa per un reale e profondo rinnovamento dell’Uici, da chi invece è mosso – per altro legittimamente – da ambizioni prevalentemente personali (fatto salvo ovviamente il principio secondo cui tutti possono cambiare, in qualsiasi momento, idea e modo di agire).
Ma un buon presidente e una buona squadra non bastano ancora per imprimere una svolta nettamente risolutiva: occorre appunto anche un buon progetto politico e un quadro statutario chiaro e coerente, con regole che garantiscano partecipazione e democrazia interna e che tutelino adeguatamente le minoranze. Ovviamente, infatti – e noi lo sappiamo bene! – vi possono essere punti di vista differenti sulle scelte e sugli orientamenti strategici, come sull’assetto organizzativo, e tutti meritano il massimo rispetto. Ciò che invece proprio non merita rispetto in una associazione che vuole essere realmente democratica e promuovere la massima partecipazione di tutti, è quella prassi che abbiamo visto tante volte all’opera nei lustri passati, che cooptava ed escludeva, promuoveva e bocciava in base al grado di accettazione della prassi stessa e di sottomissione di ognuno ai suoi registi, in ossequio al principio: “si è sempre fatto così!”. Ecco, la prima condizione imprescindibile per tutti coloro che vogliono davvero, indipendentemente da come la pensano, dar nuova vita alla nostra cara Unione e contribuire ad attrezzarla per affrontare con successo le sfide che abbiamo dinnanzi e raggiungere sempre nuovi traguardi è, a mio parere, il cominciare a dire in modo fermo e convinto: “Non bisogna più che si faccia così!”.
Per questo è indispensabile che i delegati, tutti, eletti o di diritto, abbiano piena consapevolezza del momento che stiamo vivendo, e non si sentano per nulla legati a un presunto “vincolo di mandato”, che per altro statutariamente non esiste, per il quale si debbano credere tenuti a rispettare indicazioni di voto impartite loro da chi non ha alcuna autorità e legittimazione statutaria in tal senso.
Insomma, siamo a metà del guado: ai delegati del XXIII Congresso toccherà scegliere se la futura fisionomia della nostra associazione dovrà restare sostanzialmente quale è stata finora o se si dovrà procedere con risolutezza sulla via da poco intrapresa del suo rinnovamento. si tratta quindi di una scelta che ci riguarda tutti molto da vicino, in quanto ne deriverà un modo di stare e di operare nell’UICI, di cui siamo prima di tutto soci e non semplici spettatori o beneficiari. La responsabilità di come sarà l’Unione che verrà è dunque nostra e solo nostra, per cui ciascuno dovrà affidarsi esclusivamente alla propria intelligenza e alla propria autonomia di giudizio. Questo è il primo indispensabile segno, io credo, che davvero vogliamo un rinnovamento della nostra Unione, e che cominciamo a praticarlo a partire da noi stessi. Solo così la partita congressuale non sarà distorta e quel che ne verrà fuori esprimerà con chiarezza la volontà della maggioranza, certo, ma anche l’orientamento e la consistenza della o delle minoranze, e potremo tutti serenamente riconoscerle, senza timore e senza rancore.

Rubrica di Slash Radio “Chiedi al Presidente”, di Mario Barbuto

Autore: Mario Barbuto

Care amiche, cari amici,

vi rammento che il 26 agosto dalle 16,30 alle 17,30, andrà in onda la rubrica “Chiedi al Presidente ” tramite il nostro canale web di Slash Radio. La rubrica andrà in onda ogni ultimo mercoledì del mese, sempre dalle 16,30 alle 17,30.
Durante la trasmissione, nel mio ruolo di Presidente Nazionale, risponderò in diretta a tutte le domande che gli ascoltatori vorranno rivolgermi.
Le domande saranno libere, senza filtri e potranno toccare tutti gli aspetti della nostra attività associativa e tutti i temi concernenti la vita dei ciechi e degli ipovedenti italiani.
Le modalità di contatto per indirizzare le domande o intervenire in trasmissione, sono: email, all’indirizzo chiedialpresidente@uiciechi.it telefono, ai numeri 06/69988353-06/6791758.
Vi attendo numerosi per dare vita a un dialogo diretto che ci aiuti a crescere e a migliorare.

Mario Barbuto

Replica al Presidente Nazionale, di Nicola Stilla

Autore: Nicola Stilla

Caro Mario, non si tratta di campagna elettorale, ma di tutela dei reali interessi delle persone con disabilità in genere, e dei nostri soci in particolare. Ci tengo a precisare che il mio riferimento a “chi parla di disabilità senza tener conto delle necessità reali dei diretti interessati” non è rivolto a te, bensì ai cattivi maestri che già in passato (mi riferisco, ad esempio, alla vicenda ISEE) hanno fatto parlare di sé. Ciò premesso sento l’obbligo di sottolineare che se il tuo intento era quello di ottenere visibilità mediatica probabilmente è riuscito, a costo però di assumerti l’onere di una di una posizione non condivisa né all’interno della nostra Associazione, né all’interno della FAND. Tra l’altro, vorrei precisarti che nessuno in Consiglio Nazionale è intervenuto perché l’argomento non era all’ordine del giorno.
Per quanto concerne le attività atipiche: saranno pure casi limitati, ma credo sia nostro preciso impegno tutelare TUTTE le persone ipo e non vedenti, poche o tante che siano. Inoltre, quello delle professioni atipiche ritengo sia, in prospettiva, un settore da sostenere e promuovere: da lì emergono esempi virtuosi di cui posso anche dirti nello specifico, sennonché mi sorprende che debba essere io a fornirti questi dati.
Il discorso, per quanto mi riguarda, si chiude qui: il materiale sulla questione è sufficiente perché ciascuno abbia la possibilità di elaborare una propria idea in merito, per cui, in futuro, onde evitare polemiche ad oltranza, non intendo replicare.
Nicola Stilla

***Nota del Presidente Nazionale ***

Caro Nicola,
anch’io concluderò con questa brevissima nota lo scambio di opinioni sul tema.
Certo l’argomento non era all’ordine del giorno del Consiglio Nazionale, sebbene ciò non precluda in assoluto a un consigliere di richiamare l’attenzione di tutti su temi che ritenga di elevata importanza.
Faccio tuttavia notare che la Direzione Nazionale del 2 luglio ha svolto una esplicita discussione sul cosiddetto “Jobs Act”, esprimendo un orientamento sostanzialmente favorevole dal quale è poi scaturito perfino un comunicato a uso interno che riepilogava i punti salienti del provvedimento.
Affermare dunque, come fai tu, che l’orientamento della Direzione Nazionale non è condiviso all’interno della nostra Associazione, mi pare piuttosto azzardato, per non dire estraneo alla realtà dei fatti.
Quanto ai casi atipici di ciechi iscritti nelle liste di collocamento e ai numeri che ti chiedevo, la mia domanda era volta a dimostrare senza alcun dubbio che essi sono infinitesimali, se non addirittura inesistenti.
La tua risposta, del resto, conferma questa mia affermazione, testimoniando come si sia voluto soprattutto sollevare un polverone propagandistico niente affatto sostenuto da cifre e da dati reali.
Nel merito, se è vero che in futuro le professioni atipiche potrebbero assumere un ruolo di maggiore importanza anche per la nostra categoria, come tutti auspichiamo, allora sarà altrettanto vero che le chiamate nominative concordate, basate sul principio della persona giusta al posto giusto, potranno offrire prospettive di inclusione lavorativa ben più fondate rispetto a obblighi generici che in questi anni sono stati sempre e sistematicamente disattesi dalle aziende, come dimostrano i dati delle relazioni parlamentari sul tema.
Un sistema misto di chiamate nominative con una piccola percentuale di avviamenti forzosi potrebbe costituire la soluzione basata su un giusto equilibrio.
Questo tuttavia, sarà dibattito dei prossimi anni e non materia di pura propaganda estiva.

Mario Barbuto

Centro Nazionale del Libro Parlato: nuovo servizio segnalazioni

Abbiamo il piacere di comunicare che a seguito delle numerose richieste pervenute da parte dei nostri utenti è stato creato un indirizzo e-mail dedicato esclusivamente alle segnalazioni relative al Centro Nazionale del Libro Parlato dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ONLUS. Gli utilizzatori dei servizi del Centro potranno postare all’indirizzo segnalazioni.cnlp@uiciechi.it segnalazioni di disservizi, di disfunzioni relative alla produzione o alla distribuzione, problemi riscontrati sulle opere di primo livello, ma anche, ci auguriamo, osservazioni, indicazioni e segnalazioni positive. L’indirizzo non dovrà essere utilizzato, invece, per la richiesta di opere da produrre o da ricevere, visto che per questo esistono già appositi canali e recapiti ai quali rivolgersi. Chi lo desidererà potrà anche inviare attraverso la posta privata della nostra pagina ufficiale Facebook messaggi, ai quali risponderemo, ma per le segnalazioni è preferibile l’utilizzo dell’indirizzo e-mail che garantisce maggior sicurezza di ricezione e tracciabilità. Cogliamo l’occasione per rammentare che i nostri uffici rimarranno chiusi dal 13 al 23 di Agosto.

Centro Nazionale del Libro Parlato: novità e maggiore interazione, di Luisa Bartolucci

Autore: Luisa Bartolucci

Nel dicembre 2012 abbiamo deciso di aprire un profilo Facebook dedicato al Centro Nazionale del Libro Parlato. A fronte dello scetticismo di molti il profilo ha destato interesse negli utenti, che numerosi si sono iscritti. sono stati anni estremamente proficui, in cui l’utenza ci ha dato molteplici suggerimenti, consigli, ci ha fatto notare eventuali problemi, temporanei disservizi, ma anche ha approvato la nostra linea e quanto via via si andava facendo. Sono state numerose anche le attestazioni di stima, e gli apprezzamenti per il lavoro dei nostri operatori e ciò, naturalmente non può che far piacere, poiché ciò significa aver risposto alle esigenze dei fruitori. Si è trattato di un rapporto al quale, personalmente, ho sempre conferito grande importanza, poiché si è riusciti ad interagire in tempo reale. Abbiamo meglio compreso i gusti del nostro target di riferimento, abbiamo dato notizia e pubblicato immediatamente le nostre novità, insieme a brevi recensioni dei testi prodotti. Ma il profilo è stato anche utile mezzo di divulgazione per l’esterno, infatti avevamo tra i nostri contatti anche scrittori, giornalisti, case editrici. Tutto ciò è venuto meno a causa di segnalazioni che hanno portato Facebook a chiudere il nostro profilo, per altro senza consentirci di migrarlo a pagina, come invece ci è stato fatto fare nel caso di Slash Radio. Non voglio neanche commentare il fatto, mi limito solo a dire che quanti agiscono così non danneggiano certo la struttura o chi temporaneamente se ne occupa, bensì colpiscono e danneggiano gravemente gli utenti e, direi che ciò si commenta da sé. Ma noi non ci perdiamo d’animo: sul nostro giornale elettronico pubblicheremo quotidianamente le nostre novità, le informazioni utili e le recensioni dei libri e/o altre pubblicazioni presenti sul nostro catalogo. Abbiamo, inoltre, grazie al prezioso aiuto del nostro amico e componente il comitato stampa Nunziante Esposito, creato una lista di discussione su yahoogroups, attraverso la quale potrete, egualmente, ricevere informazioni, novità e recensioni, ma servirà anche a scambiarci opinioni e consigli di lettura. Per iscrivervi uicilibroparlato-subscribe@yahoogroups.com. Ma non abbiamo voluto abbandonare neanche Facebook, infatti è stato costituito un gruppo denominato Centro Nazionale Libro Parlato, dedicato al nostro centro. Sarà un prezioso luogo virtuale ove discutere di libri, scambiarci informazioni e conoscere a fondo il CNLP ed i suoi servizi. Abbiamo anche aperto la pagina ufficiale del Centro alla quale vi invitiamo ad aderire mettendo il vostro «mi piace». Ma non finisce qui. Molti tra i nostri utenti che hanno richiesto, o richiedono la registrazione di opere di primo livello attraverso il nostro form, o scrivendo o telefonando, ci hanno rappresentato la necessità di conoscere in tempo reale lo stato di lavorazione dell’opera segnalata. da tempo è stato realizzato uno strumento che consentirà tutto ciò, consultabile facilmente anche dagli utenti tramite internet. I nostri operatori lo stanno testando e, a fine Luglio, il capo del servizio mi ha riferito che effettuate le ultime modifiche, questo strumento sarà a disposizione di tutti, auspicabilmente a partire dal mese di Settembre. Inoltre, a breve, verrà creata una apposita e-mail alla quale l’utenza potrà far pervenire le proprie segnalazioni, alle quali risponderanno, per competenza, i nostri operatori e non solo. Insomma, noi crediamo in un rapporto diretto tra chi opera e chi riceve i nostri servizi, da sempre abbiamo agito affinché vi fosse una crescente interazione. Per concludere desidero anche informare chi legge, che stiamo organizzando in collaborazione con la Biblioteca Italiana per Ciechi Regina Margherita di Monza, nonché con il MIBACT e l’AIE, un convegno dedicato alla lettura e fruizione del libro, al quale è prevista la partecipazione anche di scrittori. Ci stiamo lavorando con passione e ci auguriamo che l’evento incontrerà anche il vostro gradimento.

Luisa Bartolucci

Precisazioni del Presidente Nazionale sull’articolo di Nicola Stilla, di Mario Barbuto

Autore: Mario Barbuto

Caro Nicola,
poiché chiamato direttamente in causa, reputo doveroso aggiungere al tuo scritto questa mia breve nota.

Comincio col dire che altri e più corposi argomenti farebbero maggior onore alla tua campagna elettorale.
Ma tant’è…
Siamo già alle parole forti!!!
“Fuga in Avanti”, “grande sconcerto”, “sorpresa”…
Il Presidente Nazionale che parla a nome della disabilità senza averne titolo…
Che compromette i rapporti nella FAND e con i sindacati…
Frena, frena…. Nicola!

Il Presidente Nazionale, dopo avere tentato invano di pervenire a un testo condiviso in ambito FAND, ha ritenuto utile sottoscrivere un documento unitario con FISH e CISL, nel quale sono ripresi in modo pressoché fedele gli argomenti evidenziati in analogo e separato comunicato dell’ANMIL relativo ai decreti sul cosiddetto Jobs Act.
La contrarietà di ANMIC, purtroppo, ha reso impossibile la redazione di un documento comune e di fatto ha tagliato fuori la FAND dal dibattito, facendone sparire la presenza dai media, mentre tutti prendevano posizione sul tema.

Per non trascinare la nostra Unione in questa parabola di totale oscuramento mediatico, il Presidente Nazionale ha ritenuto utile aggiungere la propria adesione al documento unitario con FISH e CISL, esprimendo comunque a chiare lettere la nostra forte contrarietà circa l’istituto della chiamata diretta.
In quel documento, altre e ben più significative omissioni vengono contestate al Governo e ai decreti, ma Nicola, evidentemente, non si è peritato di sottolinearlo.
Quanto alla chiamata nominativa, considerato che dalle relazioni parlamentari e dai dati pregressi ne emerge un ricorso diffuso, stabilizzato, generalizzato ed efficace, ma considerato soprattutto che essa pochissimo potrebbe incidere sul collocamento obbligatorio dei ciechi, il Presidente Nazionale ha ritenuto utile lasciare aperta una porta alla sua applicazione poiché essa non causa di fatto alcun danno sostanziale alla nostra categoria.
In proposito, infatti, vorrebbe elencare, Nicola, ai nostri soci e lettori le attività atipiche rispetto alle quali vi siano ciechi iscritti nelle liste di collocamento, magari dandocene anche il numero?

Prima di sparare fango sul Presidente Nazionale, così, tanto per muovere le acque e fare un po’ di campagna elettorale a buon mercato, mi permetto consigliare a Nicola una più puntuale attenzione, una maggiore serenità di giudizio e soprattutto un più opportuno senso di unità associativa.
Non si conquista la presidenza nazionale attaccando il Presidente in carica sulla stampa senza nemmeno essersi dati pena di verificare quanto accaduto e di stabilire una interlocuzione diretta.
E dire che c’è stata in mezzo perfino una riunione del Consiglio Nazionale nel corso della quale nulla è stato eccepito e nulla il Presidente ha sentito al riguardo.
Se il buon giorno si vede dal mattino!
Be’, meditiamo, gente, meditiamo!!!

Mario Barbuto

Giù le mani dai lavoratori disabili più deboli, di Nicola Stilla

Autore: Nicola Stilla

Il Presidente regionale dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti della Lombardia Nicola Stilla esprime grande sorpresa e sconcerto per le dichiarazioni del Presidente Nazionale della stessa Unione Mario Barbuto, in merito alla positività della chiamata nominativa generalizzata per i lavoratori disabili, prevista dall’art. 6 del decreto 176 sul Jobs Act.

“Tale dichiarazione non mi risulta essere in linea con la valutazione negativa che molti dirigenti dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti hanno espresso circa la previsione normativa in esame; a mio avviso, la fuga in avanti del Presidente nazionale rischia di compromettere il fronte unitario della FAND, le cui associazioni aderenti non hanno ritenuto di sottoscrivere la dichiarazione in questione, e presta il fianco a strumentalizzazioni nei già difficili rapporti con le organizzazioni sindacali, rischiando di pregiudicare l’unità anche su questo versante”.

“Ancora una volta – continua il Presidente Stilla – ci troviamo ad ascoltare chi parla in nome della disabilità senza tenere conto delle necessità reali dei diretti interessati. Come accaduto per l’ISEE, nella sciagurata ipotesi passasse la chiamata nominativa generalizzata, si dovrà dar vita ad un contenzioso per evitare la discriminazione dei lavoratori con disabilità più deboli, in particolare quelli non vedenti e ipovedenti coinvolti nelle attività atipiche non coperte dalle leggi speciali”.

Torino-Le accuse rivolte alla gestione dell’UICI di Torino del CRV di Ivrea? Probabilmente un boomerang per chi le ha lanciate, di Francesco Fratta

Autore: Francesco Fratta

Fin da quando, lo scorso dicembre, l’UICI di Torino si è aggiudicata la gestione del CRV di Ivrea, vincendo la gara di appalto con un’offerta di circa 19.000 euro inferiore a quella della concorrente APRI che lo aveva gestito lo scorso biennio per un importo analogo a quello riproposto in quest’ultima gara, gli attacchi alla nostra sezione torinese ed ai suoi dirigenti da parte dell’APRI e del suo presidente si sono susseguiti sempre più pesanti, non tralasciando neppure il piano strettamente personale. Il principale argomento ricorrente, sottinteso anche nelle ultime accuse lanciate dai 27 firmatari della lettera fatta pervenire una dozzina di giorni fa all’ASL e alle autorità amministrative del Comune di Ivrea e della Provincia, consiste nell’asserire che un costo di gestione così consistentemente più basso non può non comportare una riduzione e un abbassamento qualitativo del servizio.

Tuttavia le cose non stanno affatto così. Prima di formulare la sua offerta, infatti, il consiglio UICI di Torino ha fatto un’attenta valutazione dei costi che avrebbe dovuto sostenere relativi ad ogni singolo servizio già in essere nel CRV,ed ha calcolato che, senza doverne ridurre in alcun modo l’erogazione e corrispondendo un’equa retribuzione a tutte le figure professionali necessarie per il loro espletamento (psicologo, educatori, ecc.), era in grado di assumere la gestione del Centro per un importo pari a 61.770 euro all’anno.

Venendo ora alle accuse contenute nella lettera dei 27 “pazienti”, di cui riferisce La Stampa del 21 luglio scorso, dalla documentazione dei 7 mesi del CRV a gestione UICI risulta innanzi tutto che soltanto un terzo di essi si è valsa in qualche modo dei servizi erogati dal Centro, dunque non si vede come i rimanenti due terzi facciano a dichiarare (per altro senza riferimenti precisi e circostanziati)  l’incompetenza e l’insensibilità del personale impiegato dall’UICI nel CRV, né come possano parlare di servizi carenti o addirittura sospesi.

Ma val la pena di leggere per intero la lettera che il presidente UICI di Torino ha inviato alle stesse autorità locali ed ai giornali in risposta a quella dei 27.

 

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Spett. Direttore Generale Asl Torino 4, dott. Lorenzo Ardissone,

 

Spett. Sindaco di Ivrea, dott. Carlo Della Pepa,

 

Spett. Assessore Regionale alla Sanità, dott. Antonio Saitta,

 

L’UICI (Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti) di Torino è costretta nuovamente a tornare sulla questione del CRV (Centro di Riabilitazione Visiva) di Ivrea, struttura che la nostra associazione gestisce da sette mesi, su mandato dell’Asl Torino 4. Recentemente su alcuni siti internet e organi di stampa sono comparse pesanti accuse rivolte al personale in servizio presso il CRV, tacciato di essere insensibile, arrogante e impreparato. Questo si legge in una lettera inviata all’ASL TO4 da 27 pazienti del centro, che hanno lamentato il peggioramento della qualità del servizio, nonché, appunto,  l’incompetenza del personale impiegato. Se ciò fosse vero, la situazione sarebbe gravissima, ma per fortuna di tutti gli utenti non è affatto così. Prima di tutto qualche dato oggettivo: nei primi sette mesi della nostra gestione, tutte le attività presenti con la precedente gestione sono state mantenute e dove possibile rafforzate; inoltre sono stati introdotti nuovi servizi.

Venerdì 17 luglio una delegazione dell’UICI Torino, guidata dal presidente Franco Lepore e dal consigliere delegato Giuseppe Salatino, è stata ricevuta dal nuovo Direttore Generale dell’ASL TO 4, il dott. Lorenzo Ardissone, il quale ha preso atto con piacere della crescita del Centro e ci ha tenuto a precisare che fino a quel momento non era pervenuta alcuna lamentela in ordine al lavoro svolto dall’UICI Torino. Ma torniamo alla lettera di protesta. L’UICI Torino, dopo aver letto i nomi dei firmatari, si è premurata di controllare le presenze al centro di tali persone (basandosi sui fogli firma che i pazienti devono sottoscrivere quando prendono parte ai corsi) e ha scoperto con grande stupore che la stragrande maggioranza di esse in realtà non ha mai frequentato il CRV o tutt’al più l’ha frequentato in passato ma manca da diverse settimane. Ora, come possono queste persone esprimere giudizi su un servizio che non hanno mai sperimentato?

I 27 presunti pazienti si lamentano anche di inconvenienti circa le prescrizioni degli ausili protesici e della sospensione degli interventi domiciliari di riabilitazione. Su questi punti preferiamo richiamare testualmente quanto riferito dall’ASL TO 4 ai giornali nei giorni scorsi: “fin d’ora possiamo dire che non vi sono stati inconvenienti nella prescrizione degli ausili protesici, anche perché tali prescrizioni si effettuano nel rispetto della normativa nazionale (Decreto Ministeriale 332/1999) e regionale in merito.  Gli interventi domiciliari di riabilitazione alla mobilità effettuati dal Centro non sono stati sospesi”. A questo punto una domanda nasce spontanea: se attualmente le prescrizioni degli ausili vengono effettuate nel pieno rispetto della legge, come venivano gestite prima dell’arrivo dell’UICI Torino?

L’UICI Torino non intende più tollerare accuse false, ma questa volta vuole andare fino in fondo. Nei prossimi giorni chiederemo all’ASL di effettuare accurate verifiche e, qualora dovessero emergere scorrettezze da parte dei soggetti coinvolti nelle prescrizioni passate, non esiteremo ad informare la magistratura, anche perchè in ballo c’era l’impiego di soldi pubblici. Inoltre l’UICI Torino, viste le gravissime accuse mosse al personale impiegato al CRV diffuse a mezzo stampa, valuterà l’opportunità di tutelare la reputazione e l’immagine dei propri dipendenti in sede penale. Un’ultima considerazione: questi attacchi gratuiti e non supportati da alcun riscontro si susseguono ormai da diversi mesi, ma puntualmente cadono nel vuoto perché sterili e insensati. Tuttavia costringono l’UICI Torino a prendere sempre posizione per tutelare l’operato dei propri collaboratori e l’interesse dei disabili visivi, sottraendo così tempo e risorse preziose al lavoro nel centro.

 

Torino, 23 luglio 2015

 

Avv. Franco Lepore

Presidente UICI Torino

 

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Sembra insomma di capire che i reiterati tentativi – compreso quest’ultimo –  da parte dell’APRI e dei suoi sostenitori di infangare il buon nome dell’UICI, dei suoi dirigenti ed ora perfino del suo personale, siano dettati più che da motivazioni oggettive, da un sordo risentimento per aver perduto quella sorta di  primato in termini di rappresentanza e di gestione dei servizi in una zona in cui la sua presenza associativa era storicamente più radicata che altrove.

Ma se, come non abbiamo motivo di dubitare, gli accertamenti dell’ASL sui presunti disservizi  e carenze saranno rigorosi e approfonditi, potrebbero anche emergere elementi critici riguardanti più la precedente gestione che quella attuale. In ogni caso, è giusto che qualora si rilevassero disfunzioni e anomalie nella conduzione del servizio esse vengano sollecitamente corrette. Non abbiamo la presunzione di dover essere ritenuti a priori impeccabili. Ma abbiamo la pretesa – questa sì! – che allorquando ci viene fatto un rilievo critico sul nostro operato esso sia veritiero e circostanziato, e non mosso da malanimo preconcetto e privo di riscontri concreti.