Giù le mani dai lavoratori disabili più deboli, di Nicola Stilla

Autore: Nicola Stilla

Il Presidente regionale dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti della Lombardia Nicola Stilla esprime grande sorpresa e sconcerto per le dichiarazioni del Presidente Nazionale della stessa Unione Mario Barbuto, in merito alla positività della chiamata nominativa generalizzata per i lavoratori disabili, prevista dall’art. 6 del decreto 176 sul Jobs Act.

“Tale dichiarazione non mi risulta essere in linea con la valutazione negativa che molti dirigenti dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti hanno espresso circa la previsione normativa in esame; a mio avviso, la fuga in avanti del Presidente nazionale rischia di compromettere il fronte unitario della FAND, le cui associazioni aderenti non hanno ritenuto di sottoscrivere la dichiarazione in questione, e presta il fianco a strumentalizzazioni nei già difficili rapporti con le organizzazioni sindacali, rischiando di pregiudicare l’unità anche su questo versante”.

“Ancora una volta – continua il Presidente Stilla – ci troviamo ad ascoltare chi parla in nome della disabilità senza tenere conto delle necessità reali dei diretti interessati. Come accaduto per l’ISEE, nella sciagurata ipotesi passasse la chiamata nominativa generalizzata, si dovrà dar vita ad un contenzioso per evitare la discriminazione dei lavoratori con disabilità più deboli, in particolare quelli non vedenti e ipovedenti coinvolti nelle attività atipiche non coperte dalle leggi speciali”.

Torino-Le accuse rivolte alla gestione dell’UICI di Torino del CRV di Ivrea? Probabilmente un boomerang per chi le ha lanciate, di Francesco Fratta

Autore: Francesco Fratta

Fin da quando, lo scorso dicembre, l’UICI di Torino si è aggiudicata la gestione del CRV di Ivrea, vincendo la gara di appalto con un’offerta di circa 19.000 euro inferiore a quella della concorrente APRI che lo aveva gestito lo scorso biennio per un importo analogo a quello riproposto in quest’ultima gara, gli attacchi alla nostra sezione torinese ed ai suoi dirigenti da parte dell’APRI e del suo presidente si sono susseguiti sempre più pesanti, non tralasciando neppure il piano strettamente personale. Il principale argomento ricorrente, sottinteso anche nelle ultime accuse lanciate dai 27 firmatari della lettera fatta pervenire una dozzina di giorni fa all’ASL e alle autorità amministrative del Comune di Ivrea e della Provincia, consiste nell’asserire che un costo di gestione così consistentemente più basso non può non comportare una riduzione e un abbassamento qualitativo del servizio.

Tuttavia le cose non stanno affatto così. Prima di formulare la sua offerta, infatti, il consiglio UICI di Torino ha fatto un’attenta valutazione dei costi che avrebbe dovuto sostenere relativi ad ogni singolo servizio già in essere nel CRV,ed ha calcolato che, senza doverne ridurre in alcun modo l’erogazione e corrispondendo un’equa retribuzione a tutte le figure professionali necessarie per il loro espletamento (psicologo, educatori, ecc.), era in grado di assumere la gestione del Centro per un importo pari a 61.770 euro all’anno.

Venendo ora alle accuse contenute nella lettera dei 27 “pazienti”, di cui riferisce La Stampa del 21 luglio scorso, dalla documentazione dei 7 mesi del CRV a gestione UICI risulta innanzi tutto che soltanto un terzo di essi si è valsa in qualche modo dei servizi erogati dal Centro, dunque non si vede come i rimanenti due terzi facciano a dichiarare (per altro senza riferimenti precisi e circostanziati)  l’incompetenza e l’insensibilità del personale impiegato dall’UICI nel CRV, né come possano parlare di servizi carenti o addirittura sospesi.

Ma val la pena di leggere per intero la lettera che il presidente UICI di Torino ha inviato alle stesse autorità locali ed ai giornali in risposta a quella dei 27.

 

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Spett. Direttore Generale Asl Torino 4, dott. Lorenzo Ardissone,

 

Spett. Sindaco di Ivrea, dott. Carlo Della Pepa,

 

Spett. Assessore Regionale alla Sanità, dott. Antonio Saitta,

 

L’UICI (Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti) di Torino è costretta nuovamente a tornare sulla questione del CRV (Centro di Riabilitazione Visiva) di Ivrea, struttura che la nostra associazione gestisce da sette mesi, su mandato dell’Asl Torino 4. Recentemente su alcuni siti internet e organi di stampa sono comparse pesanti accuse rivolte al personale in servizio presso il CRV, tacciato di essere insensibile, arrogante e impreparato. Questo si legge in una lettera inviata all’ASL TO4 da 27 pazienti del centro, che hanno lamentato il peggioramento della qualità del servizio, nonché, appunto,  l’incompetenza del personale impiegato. Se ciò fosse vero, la situazione sarebbe gravissima, ma per fortuna di tutti gli utenti non è affatto così. Prima di tutto qualche dato oggettivo: nei primi sette mesi della nostra gestione, tutte le attività presenti con la precedente gestione sono state mantenute e dove possibile rafforzate; inoltre sono stati introdotti nuovi servizi.

Venerdì 17 luglio una delegazione dell’UICI Torino, guidata dal presidente Franco Lepore e dal consigliere delegato Giuseppe Salatino, è stata ricevuta dal nuovo Direttore Generale dell’ASL TO 4, il dott. Lorenzo Ardissone, il quale ha preso atto con piacere della crescita del Centro e ci ha tenuto a precisare che fino a quel momento non era pervenuta alcuna lamentela in ordine al lavoro svolto dall’UICI Torino. Ma torniamo alla lettera di protesta. L’UICI Torino, dopo aver letto i nomi dei firmatari, si è premurata di controllare le presenze al centro di tali persone (basandosi sui fogli firma che i pazienti devono sottoscrivere quando prendono parte ai corsi) e ha scoperto con grande stupore che la stragrande maggioranza di esse in realtà non ha mai frequentato il CRV o tutt’al più l’ha frequentato in passato ma manca da diverse settimane. Ora, come possono queste persone esprimere giudizi su un servizio che non hanno mai sperimentato?

I 27 presunti pazienti si lamentano anche di inconvenienti circa le prescrizioni degli ausili protesici e della sospensione degli interventi domiciliari di riabilitazione. Su questi punti preferiamo richiamare testualmente quanto riferito dall’ASL TO 4 ai giornali nei giorni scorsi: “fin d’ora possiamo dire che non vi sono stati inconvenienti nella prescrizione degli ausili protesici, anche perché tali prescrizioni si effettuano nel rispetto della normativa nazionale (Decreto Ministeriale 332/1999) e regionale in merito.  Gli interventi domiciliari di riabilitazione alla mobilità effettuati dal Centro non sono stati sospesi”. A questo punto una domanda nasce spontanea: se attualmente le prescrizioni degli ausili vengono effettuate nel pieno rispetto della legge, come venivano gestite prima dell’arrivo dell’UICI Torino?

L’UICI Torino non intende più tollerare accuse false, ma questa volta vuole andare fino in fondo. Nei prossimi giorni chiederemo all’ASL di effettuare accurate verifiche e, qualora dovessero emergere scorrettezze da parte dei soggetti coinvolti nelle prescrizioni passate, non esiteremo ad informare la magistratura, anche perchè in ballo c’era l’impiego di soldi pubblici. Inoltre l’UICI Torino, viste le gravissime accuse mosse al personale impiegato al CRV diffuse a mezzo stampa, valuterà l’opportunità di tutelare la reputazione e l’immagine dei propri dipendenti in sede penale. Un’ultima considerazione: questi attacchi gratuiti e non supportati da alcun riscontro si susseguono ormai da diversi mesi, ma puntualmente cadono nel vuoto perché sterili e insensati. Tuttavia costringono l’UICI Torino a prendere sempre posizione per tutelare l’operato dei propri collaboratori e l’interesse dei disabili visivi, sottraendo così tempo e risorse preziose al lavoro nel centro.

 

Torino, 23 luglio 2015

 

Avv. Franco Lepore

Presidente UICI Torino

 

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Sembra insomma di capire che i reiterati tentativi – compreso quest’ultimo –  da parte dell’APRI e dei suoi sostenitori di infangare il buon nome dell’UICI, dei suoi dirigenti ed ora perfino del suo personale, siano dettati più che da motivazioni oggettive, da un sordo risentimento per aver perduto quella sorta di  primato in termini di rappresentanza e di gestione dei servizi in una zona in cui la sua presenza associativa era storicamente più radicata che altrove.

Ma se, come non abbiamo motivo di dubitare, gli accertamenti dell’ASL sui presunti disservizi  e carenze saranno rigorosi e approfonditi, potrebbero anche emergere elementi critici riguardanti più la precedente gestione che quella attuale. In ogni caso, è giusto che qualora si rilevassero disfunzioni e anomalie nella conduzione del servizio esse vengano sollecitamente corrette. Non abbiamo la presunzione di dover essere ritenuti a priori impeccabili. Ma abbiamo la pretesa – questa sì! – che allorquando ci viene fatto un rilievo critico sul nostro operato esso sia veritiero e circostanziato, e non mosso da malanimo preconcetto e privo di riscontri concreti.

Vediamoci alla radio: giovedì 30 luglio 2015 ore 19.00 su RadioRadio

Giovedì 30 luglio 2015 andrà in onda, dalle 19.00 alle 20.00, su RadioRadio 104.500 fm, www.radioradio.it e piattaforma Sky canale 8872, il decimo appuntamento con “Vediamoci alla radio”: STORIE, ESPERIENZE, SAPORI SCONOSCIUTI… DA VEDERE, ALLA RADIO.
“Vediamoci alla radio”, come è ormai noto, è una trasmissione congiunta di RadioRadio e dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ONLUS, volta a far conoscere le diverse tematiche e problematiche legate alla cecità e all’ipovisione attraverso esempi, storie e situazioni da raccontare possibilmente in positivo.
La trasmissione è condotta da Stefano Molinari, una delle punte di diamante dell’emittente e da Luisa Bartolucci, componente della Direzione Nazionale e responsabile del settore Informazione e Comunicazione dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ONLUS.
“Vediamoci alla radio” si sta dimostrando, sempre più, una importante ed incisiva opportunità per farci conoscere meglio e per abbattere, insieme agli amici di RadioRadio, i muri e le barriere dei pregiudizi, dei luoghi comuni che da sempre condizionano la vita e la quotidianità di ciechi e ipovedenti.
Nel corso della puntata di giovedì 30 luglio ci si soffermerà, inoltre, sul problema dei “parcheggi selvaggi” e verrà illustrata la campagna “Fotografa l’impostore”.
Interverranno, tra gli altri, Massimiliano Bellini, Simona Zanella e Ada Orsatti, principali attori di questa campagna.
Gli ascoltatori potranno interagire con i conduttori e gli ospiti mediante sms da inviare, durante la trasmissione, al numero 3775-104500, o tramite telefono componendo lo 06-8833033. “Vediamoci alla radio” ha altresì una pagina Facebook, che vi invitiamo a visitare mettendo anche il vostro “mi piace”. Vi esortiamo ad inviare in trasmissione contributi e vostre testimonianze, onde arricchire sempre più questo momento di informazione verso l’esterno.
Vi attendiamo numerosi, dunque, giovedì 30 luglio su Radioradio alle 19 in punto!

Aurelio Nicolodi – Il libro sull’eroe civile e fondatore dell’Unione Ciechi e Ipovedenti donato al Presidente della Repubblica

Venerdì 24 luglio il presidente della Cooperativa IRIFOR del Trentino Ferdinando Ceccato, gli autori Alberto Folgheraiter e Giorgio Lunelli e il presidente dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti Mario Barbuto sono stati ospiti del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al Quirinale.
Sono state donate al Presidente della Repubblica alcune copie speciali del libro “Aurelio Nicolodi – Una luce nel buio dei giorni”, che i due autori trentini hanno scritto per celebrare il centenario dalla battaglia in cui Nicolodi, volontario trentino nell’esercito italiano, perse la vista.
Il Presidente Mattarella ha apprezzato il dono delle copie del libro in Braille, in nero ingrandito e in formato audio, sottolineando egli stesso l’importanza di una cultura, e dunque di una società, accessibile a tutti.

Attualità di Aurelio Nicolodi, di Mario Barbuto

Autore: Mario Barbuto

Cento anni fa, in un’azione di guerra, Aurelio Nicolodi, giovane ufficiale di Trento, combattente volontario nell’esercito italiano, perdeva la luce degli occhi.
Cento anni fa, grazie a quell’ufficiale al quale la guerra aveva tolto per sempre il bene della vista, per tutti i ciechi d’Italia iniziava un cammino di luce e di speranza che ancora oggi prosegue positivamente…

Quale lezione ci consegna Nicolodi come ciechi, come cittadini, come esseri umani?
Quale insegnamento siamo sollecitati a trarre dalla sua vita, dalla sua opera, dal suo esempio?
Quali tratti peculiari rendono oggi quest’uomo dall’animo nobile così attuale, così prossimo, così esemplare?

Aurelio Nicolodi insegna a tutti noi innanzitutto l’orgoglio. Di esseri umani liberi e uguali; portatori di dignità. Individui consapevoli, custodi gelosi della propria personalità, protagonisti attivi della propria esistenza.
E poi ci mostra come saper trasformare in energia positiva le vicissitudini più avverse della vita; perfino una sciagura tanto terribile, tale da cambiare del tutto il segno della sua quotidiana esistenza.

Appena un anno dopo aver perduto l’uso degli occhi, lo troviamo a Firenze, responsabile della casa di accoglienza e di riabilitazione dei ciechi di guerra.
E ancora, capo della legione trentina degli irredentisti, pochi giorni dopo l’armistizio e la vittoria, a Trento, incaricato di consegnare al Re d’Italia il tricolore della legione.
E intanto lo sguardo della sua vivida mente, già andava oltre il tema dei reduci e abbracciava l’intera comunità dei ciechi italiani. Di tutte quelle persone che affrontavano e vivevano la propria disabilità visiva come una croce da sopportare nel calvario di una vita inerte e passiva, quasi in attesa di una morte liberatrice.
Per tutti quei ciechi, oppressi dal buio e attanagliati alla miseria, egli cominciò a immaginare un futuro diverso, a sognare un mondo possibile di uguaglianza e di cittadinanza.
Insieme ad altri ufficiali segnati dal suo stesso handicap, Nicolodi diede vita a un’azione febbrile e instancabile che portò alla fondazione dell’Unione Italiana Ciechi a Genova, in un congresso celebrato nel 1920.
La natura, l’essenza stessa dell’Unione ne marcarono da subito i tratti peculiari e salienti che traevano origine dal proprio fondatore e dal gruppo che ne sosteneva l’opera.
Una specie di “mai più su di noi, senza di noi”, di meravigliosa attualità caratterizzò fin dall’esordio la presenza e l’azione dell’Unione Italiana Ciechi, associazione costituita dagli stessi protagonisti della loro disabilità i quali prendevano in mano, finalmente, direttamente, le sorti del proprio destino.
Una presenza associativa basata sui princìpi di democrazia e di rappresentanza ai quali l’Unione non rinunciò mai, nemmeno negli anni in cui la convivenza e la collaborazione con lo Stato autoritario ne resero certamente più complicata la custodia e la tutela.
Per la prima volta nella Storia, così, grazie a quel gruppo di ufficiali guidati da Aurelio Nicolodi, il popolo dei ciechi ebbe una propria voce e una propria rappresentanza, evidenziate con il congresso di Genova di fondazione dell’Unione e con il nuovo periodico informativo che Nicolodi volle, costituì e diffuse in tutta Italia, il Corriere dei Ciechi, quale portavoce di questa nuova categoria sociale che si affacciava sul palcoscenico della Storia nazionale.
Il livello di cultura non di rado elevato e le condizioni materiali spesso agiate degli uomini che diedero corpo all’Unione, la loro volontà di tornare a una vita civile attiva e produttiva, quella che avevano in genere conosciuto e vissuto prima di patire le conseguenze atroci della guerra, conferirono all’associazione, fin dal suo esordio, una consistenza strutturale e una forza valoriale tali da consentire ai suoi dirigenti di saper guardare al futuro in una prospettiva di lungo respiro, senza limitarsi soltanto a una mera, per quanto necessaria, rivendicazione di miglioramento delle condizioni presenti e delle contingenze personali dei principali protagonisti.
Una idea di futuro e un senso di comunità, di famiglia, furono fin dall’inizio le linee di forza dell’Unione, quella forza che ha consentito di mantenere unita, viva e forte questa grande organizzazione di categoria per quasi cento anni e che ancora oggi ne caratterizza la fisionomia, la struttura, l’azione politica e associativa.
L’Unione di Nicolodi fu subito in grado di elaborare un progetto sociale di lungo respiro, capace di riscattare negli anni migliaia e migliaia di ciechi in Italia, offrendo loro una prospettiva di vita fondata sull’istruzione, sulla formazione, sul lavoro, assai lontana dalla concezione dominante dell’epoca, basata invece sulla rassegnazione, sulla pietà e sull’elemosina.
Un welfare fondato sullo sviluppo e sulla partecipazione personale al proprio riscatto, cominciava dunque a sostituirsi al welfare caritatevole e assistenzialistico che aveva dominato la scena sociale fin dai primordi della Storia umana e soprattutto negli ultimi secoli in Europa e nel mondo.
Accanto alle rivendicazioni di assistenza, di supporto finanziario, di prestazioni di cura che riguardavano i ciechi e le istituzioni a essi dedicate, cominciavano a prendere forma concreta le nuove esigenze, i nuovi obiettivi di istruzione, lavoro, integrazione sociale dei quali l’Unione si rese interprete e che seppe perseguire con la tenacia dei forti, con la pazienza dei saggi, con la perseveranza dei giusti.
Nell’arco di un decennio, grazie all’opera dell’Unione Italiana Ciechi guidata da Aurelio Nicolodi, si rafforzò il ruolo della Federazione Nazionale delle istituzioni pro ciechi e sorsero nuove organizzazioni con scopi e finalità di supporto alla istruzione e alla formazione quali la biblioteca italiana per ciechi, la stamperia nazionale Braille, l’ente di lavoro.
Grazie a tali enti, vero braccio operativo dell’Unione, e al magistrale ruolo di raccordo che essa vi giocò, si spostava progressivamente l’asse dell’azione di rappresentanza e di tutela che riguardava i ciechi italiani, ora apertamente consapevoli di poter disporre di uno strumento e di una guida per aspirare al sogno semplice e ambizioso di conquistare per sé e per i propri compagni d’ombra” una vita normale, caratterizzata dalla frequenza scolastica, da una attività lavorativa, da una presenza personale di ciascuno nel tessuto umano e civile circostante, improntata a uguaglianza, cittadinanza, dignità.
Al centro e quale obiettivo fondamentale della propria azione, Nicolodi pone sempre, al di sopra di tutto, il tema del lavoro, individuando nell’acquisizione di un impiego per i ciechi la via maestra del riscatto personale e sociale, l’unica che poteva garantire una vera indipendenza economica e di conseguenza la conquista di un reale senso di appartenenza alla comunità.
Grazie al Lavoro, infatti, ogni individuo, ben oltre la propria disabilità, acquisiva condizioni materiali di maggior sicurezza, un profilo sociale nuovo e diverso, una propria capacità di creare e mantenere una famiglia, una presenza attiva nel proprio contesto civile.
In virtù di un proprio posto di lavoro, le persone colpite dalla cecità, conquistavano finalmente uno strumento decisivo e insostituibile per conseguire quella dignità di uomini, di donne, di cittadini, riconosciuta soltanto grazie al ruolo attivo esercitato nel proprio ambiente sociale.
Una persona, infatti, soggiace passiva finché è costretta a vivere di elemosina, di carità, di assistenza, pubblica o privata che sia.
Una persona, invece, diviene protagonista del proprio destino e interprete di se stessa, quando ottiene la propria indipendenza e la propria autonomia, veri e autentici passaporti di libertà ai quali nessuno dovrebbe rinunciare.
In un tempo e in un contesto economico e industriale molto difficili, dinanzi al rifiuto irremovibile della classe imprenditoriale dell’epoca ad accogliere dipendenti ciechi tra le maestranze dei propri stabilimenti, Nicolodi ebbe l’ingegno, la forza, l’intraprendenza per rovesciare i termini della questione, creando egli stesso le fabbriche, gli opifici, i laboratori nei quali accogliere lavoratori privi della vista, affiancati da tanti altri lavoratori vedenti, ciascuno adibito a mansioni in grado di espletare senza rischio e senza disagio eventualmente causato dalla disabilità.
In tal modo poté offrire non solo un lavoro stabile e un impiego sicuro a centinaia e centinaia di ciechi, ma creare opportunità occupazionali per un numero altrettanto elevato di persone vedenti che entrarono a far parte delle maestranze delle fabbriche presso le quali erano impiegati i ciechi stessi.
Non chiese e non pretese mai condizioni di favore, ottenendo le commesse statali a parità di prezzo di offerta, mentre si adoperava per assicurare ai lavoratori ciechi condizioni adeguate di svolgimento delle proprie mansioni, mai, tuttavia, tentato dall’idea di instaurare o favorire nelle fabbriche condizioni di maggior privilegio giustificate dalla disabilità.
Il lavoro come strumento di riscatto delle condizioni di supposta inferiorità dell’intera categoria dei ciechi, fu dunque per Nicolodi, sempre, la ragione principale della sua azione, la priorità più alta della sua agenda quotidiana.
Quel lavoro che ancora oggi rappresenta, come allora, lo strumento per un riscatto vero del cieco, oltre ogni forma di pietismo, di assistenzialismo, di compassionevole sopportazione da parte della società.
Quel lavoro che ha consentito a generazioni e generazioni di ciechi, da Nicolodi in avanti, di percorrere una propria personale strada di dignità, segnata talvolta anche dal raggiungimento delle vette più alte in campo culturale e sociale, ma comunque sempre caratterizzata da persone in cammino, gravate certo dalla propria disabilità, consapevoli tuttavia dei propri diritti, fiduciose nella forza della propria degnità e nella possibilità di guadagnare la considerazione, l’apprezzamento, il rispetto civile.
Ecco la vera, autentica attualità di Aurelio Nicolodi!
Aver consentito con la propria opera la crescita e il radicamento sociale di generazioni di ciechi e di ipovedenti che oggi sono in grado di proseguire su quella strada da lui tracciata verso una completa emancipazione personale, verso la conquista della dignità di donne, di uomini, di cittadini.
Nicolodi, dunque, ci insegna innanzitutto la dignità.
L’orgoglio di non elemosinare.
La forza di essere liberi.
La volontà di essere uguali.
L’ambizione di essere cittadini.
Un piccolo presidente come me, di passaggio dentro un passaggio difficile, alla sola idea di occupare, indegnamente, quel posto che fu del più grande, che fu del fondatore della nostra Unione, sente davvero tremare le vene e i polsi, pur vivendo l’intensità di una emozione che non ha misura, che non ha paragone.
Occupare quel posto che fu dei forti, degli intrepidi, dei saggi, mi richiama ogni momento al peso e al senso della responsabilità di dover guidare questa Unione con la mano ferma, con lo spirito saldo e con l’orgoglio sicuro che furono di Aurelio Nicolodi.
Occupare quel posto, dunque, mi conferisce la forza che deriva dall’opera e dall’insegnamento del nostro padre fondatore, che io ho il dovere di custodire e rilanciare in ogni occasione.
Occupare quel posto mi regala l’orgoglio dell’appartenenza. Ad un consesso di donne e di uomini che hanno reso grande l’Unione e che sapranno conservare lo spirito combattivo e la tenacia irremovibile del suo fondatore.

Presentazione del volume “Uno più undici” di Franco Recanatesi. Slashradio 29 luglio 2015 – ore 10.30

I settori Informazione e Comunicazione, Stampa Sonora e Libro Parlato, organizzano per mercoledì 29 luglio 2015, con inizio alle ore 10.30, una trasmissione on line dedicata alla presentazione del volume “Uno più undici – Maestrelli: la vita di un gentiluomo del calcio, dagli anni Trenta allo scudetto del ‘74” di Franco Recanatesi, presto disponibile nel catalogo del nostro Centro Nazionale del Libro Parlato.
Alla trasmissione, condotta da Luisa Bartolucci, prenderanno parte l’autore ed il giornalista sportivo Stefano Benedetti che ha prestato la propria voce per la versione audio dell’opera. Gli ospiti risponderanno ai quesiti posti dagli ascoltatori i quali potranno scegliere diverse modalità di intervento: tramite telefono contattando durante la diretta i numeri 06.69988353, 066791758 o inviando e-mail, anche nei giorni precedenti la trasmissione, all’indirizzo diretta@uiciechi.it o ancora compilando l’apposito form della rubrica “Parla con l’Unione”.
Per collegarsi sarà sufficiente digitare la seguente stringa: http://www.uiciechi.it/radio/radio.asp; http://91.121.137.159:8004/listen.m3u. Il contenuto delle trasmissioni potrà essere riascoltato sul sito dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti all’indirizzo www.uiciechi.it/ArchivioMultimediale.

Vi attendiamo numerosi!

Rubrica di Slash Radio “Chiedi al Presidente”, di Mario Barbuto

Autore: Mario Barbuto

Care amiche, cari amici,
vi ricordo che il 29 luglio dalle 16,30 alle 17,30, andrà in onda la rubrica “Chiedi al Presidente ” tramite il nostro canale web di Slash Radio. La rubrica andrà in onda ogni ultimo mercoledì del mese, sempre dalle 16,30 alle 17,30.
Durante la trasmissione, nel mio ruolo di Presidente Nazionale, risponderò in diretta a tutte le domande che gli ascoltatori vorranno rivolgermi.
Le domande saranno libere, senza filtri e potranno toccare tutti gli aspetti della nostra attività associativa e tutti i temi concernenti la vita dei ciechi e degli ipovedenti italiani.
Le modalità di contatto per indirizzare le domande o intervenire in trasmissione, sono:
– email, all’indirizzo chiedialpresidente@uiciechi.it
– modulo web, all’indirizzo http://www.uiciechi.it/radio/radio.asp
– telefono, ai numeri 06/69988353-06/6791758
Vi attendo numerosi per dare vita a un dialogo diretto che ci aiuti a crescere e a migliorare.

Mario Barbuto

Vediamoci alla radio: giovedì 23 luglio 2015 ore 19.00 su RadioRadio

Giovedì 23 luglio 2015 andrà in onda, dalle 19.00 alle 20.00, su RadioRadio 104.500 fm, www.radioradio.it e piattaforma Sky canale 8872, il nono appuntamento con “Vediamoci alla radio”: STORIE, ESPERIENZE, SAPORI SCONOSCIUTI… DA VEDERE, ALLA RADIO.
“Vediamoci alla radio”, come è ormai noto, è una trasmissione congiunta di RadioRadio e dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ONLUS, volta a far conoscere le diverse tematiche e problematiche legate alla cecità e all’ipovisione attraverso esempi, storie e situazioni da raccontare possibilmente in positivo.
La trasmissione è condotta da Stefano Molinari, una delle punte di diamante dell’emittente e da Luisa Bartolucci, componente della Direzione Nazionale e responsabile del settore Informazione e Comunicazione dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ONLUS.
“Vediamoci alla radio” si sta dimostrando, sempre più, una importante ed incisiva opportunità per farci conoscere meglio e per abbattere, insieme agli amici di RadioRadio, i muri e le barriere dei pregiudizi, dei luoghi comuni che da sempre condizionano la vita e la quotidianità di ciechi e ipovedenti.
Nel corso della puntata di giovedì 23 luglio ci si soffermerà sulle modalità di fruizione delle opere d’arte e sull’arte ed i musei accessibili, insieme alla Dottoressa Francesca Licordari del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Polo Museale del Lazio – MiBACT; alla Professoressa Elisabetta Borgia del Centro per i servizi educativi del museo e del territorio, Direzione Generale Educazione e Ricerca, Ufficio Studi – MiBACT; ed al prof. Aldo Grassini, presidente del Museo tattile Statale Omero di Ancona.
Gli ascoltatori potranno interagire con i conduttori e gli ospiti mediante sms da inviare, durante la trasmissione, al numero 3775-104500, o tramite telefono componendo lo 06-8833033. “Vediamoci alla radio” ha altresì una pagina Facebook, che vi invitiamo a visitare mettendo anche il vostro “mi piace”. Vi esortiamo ad inviare in trasmissione contributi e vostre testimonianze, onde arricchire sempre più questo momento di informazione verso l’esterno.
Vi attendiamo numerosi, dunque, giovedì 23 luglio su RadioRadio alle 19 in punto!

Scegliamo insieme il titolo del nostro Congresso!, di Mario Barbuto

Autore: Mario Barbuto

Care amiche, cari amici,
nell’avvicinarci al nostro XXIII congresso che si svolgerà a Chianciano dal 5 all’8 novembre prossimo, sale nel corpo associativo la “febbre congressuale”, particolarmente stimolata dalle ipotesi di candidatura alla carica di Presidente Nazionale e di Consigliere Nazionale.
Oggi tuttavia, voglio proporre alla vostra attenzione un tema congressuale che mi sta molto più a cuore delle candidature e che ritengo di fondamentale importanza per connotare nel modo giusto la nostra presenza nella società e per dare forza al nostro evento più significativo.
La mia proposta riguarda il titolo del congresso
Un titolo, una semplice frase capace di racchiudere in poche parole l’insieme delle speranze, degli obiettivi, dei traguardi che desideriamo assegnare al nostro futuro.
Nel corso delle sei assemblee precongressuali mi sono sempre preoccupato di sollecitare i partecipanti a trovare il titolo più efficace da proporre per il nostro congresso.
Sono emerse numerose proposte, ora raccolte in un elenco che vogliamo sottoporre all’attenzione di tutti, per poter compiere la scelta più condivisa che ci auguriamo sia anche la più efficace.
Abbiamo organizzato, pertanto, una consultazione di massa; una votazione aperta a tutti, da effettuarsi on line tramite il nostro sito web, collegandosi alla pagina:

http://www.uiciechi.it/titolocongresso.asp

Sarà possibile indicare fino a tre titoli tra i vari proposti, partecipando a questa sorta di votazione consultiva che rappresenta una novita’ assoluta e che potrebbe costituire in futuro anche una modalita’ ricorrente di espressione della volonta’ della base nell’adozione di scelte fondamentali della nostra politica associativa.
Vi invito dunque a partecipare in massa alla votazione, confidando nel buon funzionamento tecnico dello strumento, con la speranza, nemmeno tanto nascosta, di contribuire all’inaugurazione di un’epoca nuova, più partecipata e più democratica, nella quale le scelte e le decisioni cruciali vengano adottate anche in seguito ai risultati di consultazioni di base, libere e tempestive.

Saò grato a chiunque voglia far circolare il presente comunicato, dandone la massima diffusione tramite tutti i canali informativi a disposizione.

Ringrazio fin da ora quanti vorranno partecipare alla consultazione che si chiuderà alle ore 13 di lunedì 27 luglio prossimo.
Vive cordialità

Mario Barbuto

Vediamoci alla radio: giovedì 16 luglio 2015 ore 19.00 su RadioRadio

Giovedì 16 luglio 2015 andrà in onda, dalle 19.00 alle 20.00, su RadioRadio 104.500 fm, www.radioradio.it e piattaforma Sky canale 8872, l’ottavo appuntamento con “Vediamoci alla radio”: STORIE, ESPERIENZE, SAPORI SCONOSCIUTI… DA VEDERE, ALLA RADIO. “Vediamoci alla radio”, come è ormai noto, è una trasmissione congiunta di RadioRadio e dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ONLUS, volta a far conoscere le diverse tematiche e problematiche legate alla cecità e all’ipovisione attraverso esempi, storie e situazioni da raccontare possibilmente in positivo. La trasmissione è condotta da Stefano Molinari, una delle punte di diamante dell’emittente e da Luisa Bartolucci, componente della Direzione Nazionale e responsabile del settore Informazione e Comunicazione dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ONLUS. “Vediamoci alla radio” si sta dimostrando, sempre più, una importante ed incisiva opportunità per farci conoscere meglio e per abbattere, insieme agli amici di RadioRadio, i muri e le barriere dei pregiudizi, dei luoghi comuni che da sempre condizionano la vita e la quotidianità di ciechi e ipovedenti. Nel corso della puntata di giovedì 16 luglio verranno illustrati alcuni percorsi sensoriali. Interverranno: Rodolfo Masto, Commissario Straordinario dell’Istituto dei Ciechi di Milano; Franco Lisi, responsabile della mostra Dialogo nel Buio; Elisabetta Corradin, coordinatrice delle guide della mostra Dialogo nel Buio e del Mercato al Buio; Luciano Domenicali, attore nella rappresentazione “La morte di Cesare”; Rosanna D’Amato, operatrice in alcuni percorsi sensoriali. Gli ascoltatori potranno interagire con i conduttori e gli ospiti mediante sms da inviare, durante la trasmissione, al numero 3775-104500, o tramite telefono componendo lo 06-8833033. “Vediamoci alla radio” ha altresì una pagina Facebook, che vi invitiamo a visitare mettendo anche il vostro “mi piace”. Vi esortiamo ad inviare in trasmissione contributi e vostre testimonianze, onde arricchire sempre più questo momento di informazione verso l’esterno. Vi attendiamo numerosi, dunque, giovedì 16 luglio su Radioradio alle 19 in punto!